Vero e zelo

passion6

di Costanza Miriano

È vero, lo ammetto, inseguo i figli col golfino (golfino, s.m.: odiato indumento di lana da infilare quando la mamma sente freddo) e le amiche con le raccomandazioni. Sono affetta anche io come la maggior parte delle donne dalla cosiddetta sindrome della maestrina (o della preside, nei giorni in cui mi si acutizza). Mi rendo conto di essere molesta ogni tanto (non chiedete ogni quanto ai miei figli, per favore),  ma c’è un caso in cui credo che lo zelo sia ammesso, quando è opportuno e quando è inopportuno: è quello dell’annuncio della fede.

Avere zelo apostolico non vuol dire in nessun modo sentirsi migliori di qualcuno, e quindi in grado di insegnargli qualcosa dall’alto. Avere zelo, mi sembra, è semplicemente essere convinti che Gesù sia la via della salvezza, e anche l’amico più desiderabile, l’unico in grado di colmare tutti i nostri desideri del cuore, di darci il centuplo quaggiù. Mi sembra normale dunque desiderare che anche quelli a cui vogliamo bene lo conoscano. Cercare di convertire gli altri (mentre continuiamo a convertirci noi) dunque non vuol dire altro che desiderare ardentemente per loro che facciano l’incontro personale che cambierebbe la loro vita per sempre.

Mi sembra che si sia affermato, ma magari mi sbaglio, una sorta di malinteso ecumenismo che a volte ci porta ad essere timidi nell’annuncio, come se fosse una mancanza di rispetto verso la fede dell’altro, o il suo ateismo. Ma non si può insieme credere e pensare che in ogni fede ci sia la stessa scintilla di verità. Dire che si crede che la fede cattolica sia quella vera non significa – mi sembra – mancare di rispetto alle altre, tanto meno ai fedeli, alle singole persone. Mi sembra non solo legittimo, ma anzi doveroso, da parte dei cattolici, pensare di essere nel vero, e pensare che di vero ne esista uno solo. Lo stesso faranno da parte loro musulmani, ebrei, buddisti, induisti…

Se io credo che con Gesù Cristo i miei figli potranno ottenere la vita eterna, cercherò con tutte le forze di farglielo conoscere, no? Se i miei bambini fossero malati – così è l’uomo senza Dio – e io sapessi, perché mi fido della mia pediatra, che una medicina li fa guarire, non gli farei prendere quella, quella giusta? Oppure direi “fa’ pure, caro, scegli tu tra l’antibiotico, un lassativo e un collutorio”?

fonte: Credere

129 pensieri su “Vero e zelo

  1. sonia

    Cara Costanza, ti leggo, ti seguo e molto spesso condivido…stasera invece mi trovi un po’ distante e non è passato molto tempi da quando ho cambiato prospettiva…ed è stata una suora a propormene una diversa…è quella che forse oggi dovremmo riflettere sull’atteggiamento pedagogico di Gesù nell’incontro con la donna di Samaria nel Vangelo di Giovanni…nel momento in cui incontra la donna al pozzo di Giacobbe non le propone l’acqua viva come oggi noi Chiesa tentiamo di fare tentando di versare l’acqua nei bicchieri vuoto della gente convinti che questo abbiamo sete. Lui invece dice alla donna “dammi da bere” come ? Scandaloso lui che è Acqua viva chiede da nere? Ma in questoodo ponendosi in ascolto suscita la curiosità. Sino al punto in cui sarà la donna a chiedergli di quell’acqua. Ecco Costanza, io penso soprattutto quando parliamo di famiglia vapovolgiamo la domanda e lo zelo.mettiamolo innanzi tutto nella conoscenza dell’altro e della sua acqua…alla fine magari scoprirà che la nostra ha tutto un altro sapore!

  2. Io credo che l’unica forma efficace e legittima di conversione, davanti a Dio e agli altri, sia quella che ci viene dalla testimonianza. Non è un caso che la forma più alta di testimonianza si trovi nel martirio (dal gr. ant. μάρτυς / mártus («testimone»), mentre la forma più abbietta di conversione si trovi nel fanatismo delle sette.
    Lasciare che Dio trovi la sua strada da solo nel cuore degli uomini (magari attraverso la nostra testimonianza) non significa non avere zelo, ma temere il peccato di superbia.

    «Se io credo che con Gesù Cristo i miei figli potranno ottenere la vita eterna»? Gentile Dott.ssa Miriano, i suoi figli hanno già la vita eterna, che lei ci creda o meno, con Gesù Cristo o meno. Può cercare di fare conoscere Cristo, certo. Con enormi sforzi della mente o della volontà, creando spesso scontri, noie e disturbi da “eccesso di zelo”. Oppure, può testimoniarlo, giorno per giorno. Nel silenzio che sa insegnare più di ogni altra cosa.

    «Dire che si crede che la fede cattolica sia quella vera» e nello stesso tempo accettare che le altre religioni detengano lo stesso diritto, cioè di dire che anche la loro fede sia quella vera, mi perdoni, è una forma larvata di ipocrisia comune a molti fratelli cattolici, che mi fanno troppo spesso tenerezza. Questo sentimento ha origine, per essere più precisi, dallo stesso candore che fa dire a molti «Sono fortunato ad essere nato in un paese cattolico, dove s’insegna l’unica fede vera». Che tenerezza.

    Ora, io credo in Gesù Cristo, e lo riconosco come mio Maestro Supremo. Ma rispetto enormemente ogni altra forma di religiosità. Ma, attenzione, non la rispetto in vista di una futura conversione, o non la rispetto per pietà, carità o per tattica persuasiva, né tanto meno per principio di educazione o civiltà. La rispetto perché sono cosciente che ogni forma di religiosità contiene una parte di Verità e che persino la nostra fede cattolica non riesce a spiegare l’intera Verità. Perché la Verità è inconoscibile all’uomo, ingovernabile e non si può amministrare.
    Quando io dico che rispetto le altre religioni, lo dico con la consapevolezza che le strade del Signore sono davvero infinite, e che mai e poi mai una dottrina umana può riuscire a spiegare ogni aspetto della Verità. Non per niente noi siamo fedeli a una Persona, prima ancora che a una Dottrina.

    Ed è inutile citare «Io sono la via, la verità, la vita». Lui, non noi. Non sono cose che si possono possedere. Non sono cose su cui si può creare un monopolio. Queste parole, fraintese da molti, portano a delle forme di fanatismo che mi provocano molta inquietudine, quando non mi fanno tenerezza.

    Purtroppo molti fratelli dimenticano questa sottigliezza, si sentono detentori dell’Unica Verità, guardano dall’alto in basso i fratelli che praticano le altre religioni come il fariseo mentre si gonfia d’orgoglio davanti al Signore per aver rispettato tutte le leggi. Quando li sento balbettare di Verità – perché solo questo può fare l’uomo su certi argomenti, balbettare – mi viene quasi spontaneo pregare Dio e invocare la sua misericordia. I musulmani usano una formula che dimostra grande sottigliezza di pensiero: «bismi Allah ar-Rahman ar-Rahim» (arabe : بسم الله الرحمن الرحيم), «in nome di Dio Misericorde e Misericordioso» – a comprova del fatto che non basta mostrarsi misericordiosi, bisogna anche sentirlo interiormente, bisogna anche esserlo, misericorde e misericordioso.

    Sono sicuro che Dio, anche se parlo arabo, mi ascolta lo stesso.

    1. Freya

      “Non per niente noi siamo fedeli a una Persona, prima ancora che a una Dottrina.
      Ed è inutile citare «Io sono la via, la verità, la vita». Lui, non noi. Non sono cose che si possono possedere.”

      Pero’ proprio perche’ siamo fedeli ad una Persona, e sappiamo che Lui e’ la Verita’,perche’ dovrebbe essere sbagliato cercare di far conoscere Gesu’ a chi non lo conosce cercando di testimoniarlo coi fatti ma anche con le parole? Perche’ ipocrita?
      Qualcuno che ha ricevuto la Grazia della Fede e ha veramente conosciuto Gesu’, non puo’ tenerlo per se’…
      secondo me proprio in questa testimonianza continua e si affina anche la nostra di conversione, giorno per giorno confrontandoci con gli altri (o almeno provandoci) capiamo sempre meglio che Gesu’ ci ama nonostante tutte le nostre debolezze…. questo si che mi fa “tenerezza” pensare che nonostante tutto Gesu’ mi ama, ed e’ per questo che ci si sente spronati a far conoscere Gesu’ a chi non lo conosce, perche’ se solo sapessero come e’ bello sentirsi cosi’ amati,

      (una parentesi perche’ non sembri che si parli solo di un certo tipo di sentimentalismo che non porta a niente: amati come da un padre che ci corregge, che mette in gioco e ci fa crescere… non come un amico che ce le fa passare tutte perche’ anche lui come noi non ha ancora chiaro dov’e’ il traguardo)

      1. La Redazione

        Non ho detto che è “sbagliato cercare di far conoscere Gesu”. Ho detto qualcosa di un po’ più sottile. Si rilegga il commento, cortesemente. Grazie

    2. “Gentile Dott.ssa Miriano, i suoi figli hanno già la vita eterna, che lei ci creda o meno, con Gesù Cristo o meno. Può cercare di fare conoscere Cristo, certo. Oppure, può testimoniarlo, giorno per giorno. Nel silenzio che sa insegnare più di ogni altra cosa.”

      Certo ognuno di noi è destinato alla vita eterna c’è da vedere se per la gioia eterna o la condanna eterna… e che siano mussulmani o ebrei o buddisti chi accederà alla Salvezza potrà farlo solo per i meriti di Cristo Nostro Signore e visto che, come la Scrittura ci insegna, con le nostre umane azioni possiamo mettere a repentaglio seriamente la nostra salvezza, anche e ancor più noi, che abbiamo conosciuto Cristo, i nostri figli (compresi quelli di Costanza) verso i quali abbiamo l’obbligo dell’inculcare (il termine non è mio…) la Fede, non otterranno la Vita (Salvezza) Eterna, “con Gesù Cristo o meno…” (??) ma solo grazie alla Sua Misericordia e aderendo a Lui.
      O dirò ai miei figli che hanno conosciuto Cristo nella fede dei genitori e lo hanno incontrato in ogni Sacramento ricevuto: “non ti preoccupare della Vita Eterna… l’hai già “in tasca”, con Cristo o senza…!!?”

      Certo la testimonianza “silenziosa” delle opere vale spesso più di tante parole, ma ciò non toglie che la Verità proclamata, l’Annuncio della Parola, la stoltezza della Predicazione, restano e sono alla base della missione della Chiesa e della Testimonianza del Cristiano, quindi senza balbettare alcunché annunzierò anche con le parole l’unica verità che conosco Cristo morto e RISORTO!
      Forse che i Santi Simone e Giuda di cui oggi facciamo memoria sono arrivati al martirio (somma testimonianza) senza mai aprir bocca e proclamare questo annuncio?

      E se Cristo è una Persona, il Vivente, il mio “Maestro Supremo” – ma direi di più, il mio “Salvatore” – colui che salva il Mondo, la Chiesa stessa, la Storia e ogni Uomo, come non lo annunzierò ad ogni uomo di qualunque altra religione che non lo conosca come tale o al massimo come semplice profeta tra i tanti?

      E se Dio mi concede di annunciarlo in arabo o in cinese, lodato sia Iddio, ma altro non annuncerò, perché annunciando che Cristo è morto – ed è risorto – per i miei peccati, già annuncio la Misericordia di Dio.
      Perciò è tutt’altro che inutile citare «Io sono la via, la verità, la vita», perché Lui questo è!
      Non certo noi, ma noi ne siamo testimoni, per grazia di Dio.

      Che poi questo sia fatto con il rispetto dovuto alle altre Religioni, con l’amore dovuto ad ogni altro uomo è altra cosa, che deve essere ben compresa e adeguatamente messa in pratica.

      1. Giusi

        Altroché! San Giuda Taddeo, il grande San Giuda Taddeo, cugino di Gesù, ha evangelizzato intere nazioni! Viene raffigurato con un panno (c’è chi dice fosse la Sindone) dove era impressa l’immagine di Gesù che mostrava a chiunque. Gesù stesso rivelò a Santa Brigida di avergli concesso il carisma di intercedere per i casi disperati. Io ne ho usufruito diverse volte con successo! E’ anche il compleanno di mio padre. Lo festeggerà in cielo. Avrebbe compito 90 anni. Anche per questo sono devota a questo grande Santo

        http://www.preghiereagesuemaria.it/santiebeati/san%20giuda%20taddeo%20biografia.htm

              1. Giusi

                Susanna grazie! E tantissimi auguri per Francesco! Che il Signore benedica te e la tua famiglia!

    3. vale

      concisa e chiara. bell’articolo.
      a raimondo:
      con tutto il rispetto per le sue credenze, se uno è cristiano e specif. cattolico ritiene che gli sia stata rivelata tutta la verità che l’uomo, nel disegno di Dio, deve conoscere. che poi la chiesa nella sua” traditio” non sia più in grado di spiegare tutto è questione umana. non divina.
      il suo Maestro Supremo mi ricorda tanto il Grande Architetto dell’Universo di massonica memoria
      la sua religione- o religiosità- quel sincretismo religioso, quella nuova religione olistica che va diffondendosi per cui tutte sono equivalenti. e per cui il leviatano di turno ovvero l’ONU, con la collaborazione di intellettuali del livello di Hans Kung, promuove nel Parlamento delle nuove religioni o in incontri simili.
      ma forse ho capito male io….

    4. Alessandro

      @Riccardo Raimondo

      La sua è una posizione relativistica e sincretistica.

      Le consiglio di leggersi almeno “Dominus Iesus” (Congregazione per la dottrina della Fede, 2000)

      “È quindi contraria alla fede della Chiesa la tesi circa il carattere limitato, incompleto e imperfetto della rivelazione di Gesù Cristo, che sarebbe complementare a quella presente nelle altre religioni. La ragione di fondo di questa asserzione pretenderebbe di fondarsi sul fatto che la verità su Dio non potrebbe essere colta e manifestata nella sua globalità e completezza da nessuna religione storica, quindi neppure dal cristianesimo e nemmeno da Gesù Cristo.” (n. 6)

      “Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l’umanità (cf. At 17,30-31). Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista « improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l’altra”». Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici” (n. 22)

      “«Non possono, quindi, i fedeli immaginarsi la Chiesa di Cristo come la somma – differenziata ed in qualche modo unitaria insieme – delle Chiese e Comunità ecclesiali; né hanno facoltà di pensare che la Chiesa di Cristo oggi non esista più in alcun luogo e che, perciò, debba esser soltanto oggetto di ricerca da parte di tutte le Chiese e comunità ». Infatti «gli elementi di questa Chiesa già data esistono, congiunti nella loro PIENEZZA, nella Chiesa Cattolica e, senza tale pienezza, nelle altre Comunità ». «Perciò le stesse Chiese e comunità separate, quantunque crediamo che abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso. Poiché lo Spirito di Cristo non recusa di servirsi di esse come strumenti di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa PIENEZZA della GRAZIA e della VERITA’ che è stata affidata alla Chiesa Cattolica».

      La mancanza di unità tra i cristiani è certamente una ferita per la Chiesa; non nel senso di essere privata della sua unità, ma « in quanto la divisione è ostacolo alla realizzazione piena della sua universalità nella storia»” (n. 17)

      Si veda anche il CCC n. 830:
      “La parola « cattolica » significa « universale » nel senso di «secondo la totalità » o « secondo l’integralità ». La Chiesa è cattolica… perché in essa è presente Cristo. « Là dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica». In essa sussiste la PIENEZZA del corpo di Cristo unito al suo Capo, e questo implica che essa riceve da lui « in forma PIENA e TOTALE i mezzi di salvezza » che egli ha voluto: confessione di fede retta e COMPLETA, vita sacramentale INTEGRALE e ministero ordinato nella successione apostolica.”

      1. La Redazione

        Carissimo, la ringrazio per l’UNICO commento ricevuto che ha saputo dare argomentazioni efficaci a ciò che ho scritto. Le rispondo molto semplicemente, e magari mi auguro di rimandare una discussione più approfondita dopo che avrò consultato anche le sue fonti.

        Non credo di peccare di sincretismo. Anzi, credo che, dicendo quel che ho detto, non faccio che avvalorare ancora di più il valore della Rivelazione di Cristo.

        Non capisco perché non si riesca a leggere le cose in una saggia via di mezzo. Ossia, da un parte si considera sempre la Tradizione Cattolica Apostolica Romana come l’Unica Verità. Dall’altra parte si raggruppano tutti i pensieri sincretici. Mi sembra che si ragioni col machete in un ambito in cui ci sia bisogno del bisturi.

        Non capisco perché non si possa considerare le altre rivelazioni come efficaci, veritiere, valide, parti integranti di una Verità più grande e inconoscibile, ponendole nello stesso tempo ad un livello “gerarchico” (se mi consentite il termine) inferiore alla Rivelazione di Cristo che – certamente – è La Rivelazione ma che noi abbiamo accolto con i nostri strumenti pur sempre umani e dunque fallaci – che sono gli strumenti della trascrizione orale, della scrittura, dell’esegesi. Strumenti che mai e poi mai potranno raffigurarci la Verità Totale per quella che è. Questo è il senso di seguire un cammino. Un cammino che non si compie se non fra le braccia di Nostro Signore.

        Aggiungo che seguire le tracce della Rivelazione di Cristo lungo tutta la storia pagana non è un topos che ho inventato io. E di quella storia mitologica e gnostica, invece di farne eresie da bruciare o popoli da sottomettere, ne fa momenti che precorrono la venuta; per così dire ‘compedii’, giammai certamente completamenti.

        Perché non possiamo considerare così anche le altre religioni come compendi alla Rivelazione? Perché non possiamo trovare tracce della Verità anche lì e rispettarle – non come scimmie preistoriche – ma come momenti della ricerca dell’uomo? Perché ci viene difficile accettare che molti fedeli in paradiso non saranno cattolici? Perché dobbiamo gonfiarci di orgoglio nella pretesa di possedere l’Unica Verità, mentre ci sembra chiaro che l’unico ad averla posseduta è sarà sempre Gesù Cristo nei secoli dei secoli? Perché, infine, troviamo così tanta difficoltà a credere in Gesù Cristo se ammettiamo l’ipotesi che c’è della verità anche nelle altre religioni? Forse che non siamo abbastanza certi della nostra fede? Perché abbiamo bisogno di apologie sulle quali “appoggiarci” come bimbi che non sanno camminare? Forse che non ci reggiamo sui nostri piedi? Forse che abbiamo bisogno di stare sempre dalla parte del “vincitore”? Del più forte?

        O, ancora peggio, forse che viviamo la fede come un dono che accettiamo solo se siamo gli unici ad averne il privilegio (e l’amministrazione)? Troppo facile così credere. Io i cattolici li voglio veder credere nel dubbio, nella ricerca dell’Uno nel molteplice, nella contemplazione delle diversità più estreme. Nella misericordia che scotta, che non ha paura di trovare Dio anche dove sembra che non ci sia. Una fede che non riesce a contemplare le altre fedi, è una fede che non vale niente. Una dottrina che non riesce a contemplare le altre dottrine, è una dottrina superba, diabolica – appunto “che divide”.

        Troppo facile fare come il Marchese del Grillo – «Io sono io, e voi non siete un cazzo».

        Grazie.

        1. Giusi

          Egregio sig. La Redazione, io non sono in grado di risponderLe, lo farà Alessandro. Mi permetto solo di farLe notare che la posizione:”Io sono io e voi non siete un cazzo” è l’esatta antitesi di un comportamento cristiano. Non è che, a furia di razzolare altrove, abbia fatto confusione?

        2. vale

          Non capisco perché non si possa considerare le altre rivelazioni come efficaci, veritiere, valide, parti integranti di una Verità più grande e inconoscibile, ponendole nello stesso tempo ad un livello “gerarchico…

          mah, forse perché nel Credo si parla di : Una,Santa, Cattolica ed Apostolica.
          eppoi c’é sempre quell’altro tizio,Gesù, che ha detto: Io sono la Via ,la Verità e la Vita.
          non avevo capito che parlava anche per conto dei buddisti, musulmani, sikh, confuciani,taoisti, ecc.
          chiedo venia ed andrò a rileggermi i “grandi Iniziati” dello Schuré per rieducarmi al sincretismo ed alla grande olistica religione universale.( toh, anche Alessandro le ha dato del sincretista. vedi le coincidenze della vita…. in rieducazione anche lui. 🙂 )

          1. JoeTurner

            Vale ma che non lo sai che Gesù dai 13 ai 29 anni è stato in Tibet? Come i Beatles!
            E la chiesa bigotta e oscurantista ce lo nasconde!

            1. vale

              @turner
              e l’ho detto che mi ridevo compulsare lo schuré. son rimasto indietro. anche senza sette anni in tibet….( o quanti ne han fatti i beatles).
              vatti a fidare dei servizi segreti vaticani. nascondono tutto. negli archivi segreti, ovviamente

        3. Alessandro

          I testi citati sono Magistero, quindi i contenuti sono vincolanti per ogni cattolico.

          In sintesi: la pienezza della verità è custodita, insegnata e trasmessa dalla Chiesa Cattolica, e in pienezza solo ed esclusivamente dalla Chiesa Cattolica.

          Ciò non significa che il cattolico sia in quanto cattolico onnisciente: significa che tutta la verità che Dio s’è degnato di rivelare è conosciuta da chi aderisce a tutto quanto il Magistero definito e definitivo della Chiesa Cattolica (dopodiché, Dio, nella Sua sovrana libertà, non ha deciso ad es. di rivelare quale siano tutte le leggi che governano la natura, e per saperlo un cattolico deve studiare fisica e biologia e quant’altro non meno che un non cattolico). Capire che il cattolico non è onnisciente dovrebbe anche liberare dalla convinzione che chi aderisca alla Fede cattolica sia in quanto tale un arrogante che pretende di sapere tutto.

          Quanto alle altre religioni (e alle comunità e Chiese cristiane non cattoliche), lascio la parola ai testi del Magistero (oltre a quelli che ho già citato), limitandomi a qualche riferimento:

          “Deve essere, quindi, fermamente creduto come verità di fede cattolica che la volontà salvifica universale di Dio Uno e Trino è offerta e compiuta una volta per sempre nel mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione del Figlio di Dio.
          Tenendo conto di questo dato di fede, la teologia oggi, meditando sulla presenza di altre esperienze religiose e sul loro significato nel piano salvifico di Dio, è invitata ad esplorare se e come anche figure ed elementi positivi di altre religioni rientrino nel piano divino di salvezza. In questo impegno di riflessione la ricerca teologica ha un vasto campo di lavoro sotto la guida del Magistero della Chiesa. Il Concilio Vaticano II, infatti, ha affermato che « l’unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione, che è partecipazione dell’unica fonte ». È da approfondire il contenuto di questa mediazione partecipata, che deve restare pur sempre normata dal principio dell’unica mediazione di Cristo: «Se non sono escluse mediazioni partecipate di vario tipo e ordine, esse tuttavia attingono significato e valore UNICAMENTE da quella di Cristo e non possono essere intese come parallele e complementari» . Risulterebbero, tuttavia, contrarie alla fede cristiana e cattolica quelle proposte di soluzione, che prospettassero un agire salvifico di Dio al di fuori dell’unica mediazione di Cristo.” (Dominus Iesus, 14)

          “Certamente, le varie tradizioni religiose contengono e offrono elementi di religiosità, che procedono da Dio, e che fanno parte di «quanto opera lo Spirito nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e nelle religioni» . Di fatto alcune preghiere e alcuni riti delle altre religioni possono assumere un ruolo di preparazione evangelica, in quanto sono occasioni o pedagogie in cui i cuori degli uomini sono stimolati ad aprirsi all’azione di Dio. Ad essi tuttavia non può essere attribuita l’origine divina e l’efficacia salvifica ex opere operato, che è propria dei sacramenti cristiani. D’altronde non si può ignorare che altri riti, in quanto dipendenti da superstizioni o da altri errori (cf. 1 Cor 10,20-21), costituiscono piuttosto un ostacolo per la salvezza…

          Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la PIENEZZA dei mezzi salvifici”. (Dominus Iesus, 21)

          Ciò NON deve far INSUPERBIRE quanti sono cattolici, poiché “occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati ». (n. 22)

          Ma allora solo chi è cattolico può salvarsi? No.

          “Per coloro i quali non sono formalmente e visibilmente membri della Chiesa, « la salvezza di Cristo è accessibile in virtù di una grazia che, pur avendo una misteriosa relazione con la Chiesa, non li introduce formalmente in essa, ma li illumina in modo adeguato alla loro situazione interiore e ambientale. Questa grazia proviene da Cristo, è frutto del suo sacrificio ed è comunicata dallo Spirito Santo ». Essa ha un rapporto con la Chiesa, la quale «trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre» .
          Circa il modo in cui la grazia salvifica di Dio, che è sempre donata per mezzo di Cristo nello Spirito ed ha un misterioso rapporto con la Chiesa, arriva ai singoli non cristiani, il Concilio Vaticano II si limitò ad affermare che Dio la dona «attraverso vie a lui note»” (nn. 20-1)

          “quelli che SENZA COLPA ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna. Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita.” (Vaticano II, Lumen Gentium, 16)

          1. …ecco, lo ZELO allo stao puro! Non per nulla per questo genere di discorsi esiste il verbo “pontificare”.
            VERO sono vero anche io povero omiciattolo, ZELO sono queste paginate della vostra Dottrina, VOI gli zelanti.

        4. Ho l’ardire di proporre un altro commento, pur sapendo di non essere all’altezza del buon Alessandro (e lo dico senza alcuna ironia nei confronti di Alessandro).

          “Non capisco perché non si possa considerare le altre rivelazioni come efficaci, veritiere, valide, parti integranti di una Verità più grande e inconoscibile, ponendole nello stesso tempo ad un livello “gerarchico” (se mi consentite il termine) inferiore alla Rivelazione di Cristo”

          E se questa è la posizione “gerarchica” che anche lei gli attribuisce, cosa dovrei farci con un verità di “gerarchia inferiore”? Non dico che a livello culturale o se la mia particolare vocazione fosse di spendermi per il dialogo ecumenico questo non sarebbe significativo, ma diversamente? Quando nel normale vivere di uomini che hanno famiglia e lavorano rimane poco tempo anche solo per approfondire e conoscere con pienezza la propria di religione.

          “…che sono gli strumenti della trascrizione orale, della scrittura, dell’esegesi. Strumenti che mai e poi mai potranno raffigurarci la Verità Totale per quella che è.”
          Mentre fare la summa di tutte le altre religioni ci darebbe questa Verità Totale? Ho seri dubbi in tal proposito non fosse altro per gli stessi limiti umani che lei cita.

          “Perché non possiamo considerare così anche le altre religioni come compendi alla Rivelazione? Perché non possiamo trovare tracce della Verità anche lì e rispettarle – non come scimmie preistoriche – ma come momenti della ricerca dell’uomo?”

          Tracce della Verità certo, compendio dubito proprio. Momenti della ricerca dell’uomo certamente e spesso solo quello sono, ma nel Cristianesimo non è l’Uomo che ha trovato Dio, bensì Dio che si è – per Sua iniziativa – mostrato all’uomo.

          “Perché ci viene difficile accettare ecc, ecc…
          Forse che non ci reggiamo sui nostri piedi? Forse che abbiamo bisogno di stare sempre dalla parte del “vincitore”? Del più forte?
          O, ancora peggio, forse che viviamo la fede come un dono che accettiamo solo se siamo gli unici ad averne il privilegio (e l’amministrazione)?”

          E a chi sarebbero di grazia rivolte di grazia, queste accuse in questa omni comprensiva forma di plurale maiestatis?

          “Io i cattolici li voglio veder credere nel dubbio, cc, ecc..”
          Fortuna che i cattolici non devono essere necessariamente come li vede lei.

          “Troppo facile fare come il Marchese del Grillo – «Io sono io, e voi non siete un cazzo».”
          Quello che appunto, come qualcun altro mi pare abbia sottolineato, sembra fare lei…

          Grazie.

          1. Alessandro

            Bariom, soffro di vertigini! 🙂

            Scherzi a parte, concordo con il commento, e confesso in particolare che non mi garba che qualcuno pretenda di insegnare ai cattolici cosa fare e non fare (“Io i cattolici li voglio veder credere nel dubbio”. Che poi che cosa significa credere nel dubbio non lo capisco, ma ciò dipende certo da un limite mio…).

      2. Sara

        Grazie, Alessandro! Non poteva esserci miglior spiegazione e miglior risposta!

        Gv 14, 9: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?”

  3. Che bello, due commenti propositivi, ragionati! Entrambi meritano di essere ripensati, mi sembra; troppo spesso rispondiamo di pancia, per partito preso, sterilizzando un colloquio, rendendolo una discussione non ascoltata. Qui c’é carne per la giornata di oggi, argomentazioni dotte per costruire il pensiero, affinché, quando ” mettiamo il giacchettino ai nostri figli”, lo facciamo bene. Sono testimone per come sto con gli altri, più che per le parole che dico: le parole sono risposta ad una domanda, ma se la domanda non c’è, cadono nel vuoto

  4. Annalisa

    Andiamo tutti a ripassare cosa diceva san Francesco di Sales del rispetto umano… stupirà qualcuno!

    1. Filippo Maria

      Beh, mi sembra che sei al primo posto in classifica riguardo al numero dei commenti inviati a questo blog… se non è ascolto questo!!! Buona giornata Alvise 🙂
      E che Dio ti benedica +

          1. Giusi

            Mi sa che tu non l’hai studiato altrimenti avresti capito quel che diceva Claudia Mancini in un altro post:

            «Tu stesso, misero mortale, per quanto piccolo tu sia, entri per qualche cosa nell’ordine generale e vi ti riferisci continuamente. Ma tu non rifletti che ogni generazione particolare si fa in vista del tutto, perché esso viva di una vita felice; che nulla si fa per te, e che tu stesso sei fatto per l’universo; che ogni medico, ogni abile artigiano, dirige tutte le sue operazioni verso un fine, tendendo al bene comune e riferendo ogni parte al tutto, e non il tutto a qualcuna delle parti. E tu mormori, perché ignori ciò che è il meglio nello stesso tempo per te e per il tutto, secondo le leggi dell’esistenza universale». [Platone, Leggi, 903 bc]

            Invece niente. Continui a parlare per far prendere un po’ d’aria alle tonsille o a digitare sulla tastiera come esercizio contro l’artrosi….

            1. giusy:
              “E tu mormori, perché ignori ciò che è il meglio nello stesso tempo per te e per il tutto, secondo le leggi dell’esistenza universale». [Platone, Leggi, 903 bc]

              …appunto, dicevo, “il male non esiste”!

  5. Gesù, è il massimo in ogni cosa, anche come psicologo. Su un’episodio, Sonia, non si può fondare il comportamento per ogni situazione. Noi dobbiamo essere testimoni sempre, con le parole e con la nostra vita. Dobbiamo essere testimoni contagiosi, diceva Benedetto XVI. Agire con astuzia, tatto, sondare una situazione prima, se possibile, ma senza timidezza o paura. Piuttosto di tacere, in caso di dubbio, è meglio l’annuncio. Come dice il Vangelo secondo Luca, capitolo 19:

    37 Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
    38 «Benedetto colui che viene, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
    39 Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli».
    40 Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

  6. Brava Costanza, hai toccato un temino mica da poco!

    Anche se ad una lettura superficiale potresti sembrare “più realista del re” o “pre-conciliare” (nulla salus extra ecclesia, o qualcosa del genere), invito tutti a fare una consderazione semplice semplice. Abbiamo tutti amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro, che, di tanto in tanto, ci vogliono coinvolgere nelle loro passioni. Uno appassionato di calcio, un altro di un vino, un altro di quel ristorantino che “assolutamente ci devi andare”, un altro per una pietanza, uno per una attività fisica, uno per la nuova variante del pilates, questo per lo yoga del respiro e quest’altro per il nordic walking.. e tutti che “assolutamente devi provare”!!!!

    E vorremmo che chi trova la felicità, la salvezza, la vita eterna, sia più modesto di chi ha trovato la marmellatina di frutti di bosco che, nella migliore delle ipotesi, è sì buona, ma non ti cambia certo la vita? Ma ben vengano le passionarie alla Costanza! Una testimonianza ed una benedizione, che fossero (o che fossimo) tutti così!

  7. “Agire con astuzia”

    …sì, lo so, c’è scritto anche nel Vangelo, non per questo mi sembra che sia una cosa onorevole per chi avesse l’intenzione di mettersi a convertire gli altri, il servirsi dell’astuzia. I preti, purtroppo, specialmente coi bambini, lo fanno.
    Io credo che la cosa più importante sia essere onesti e sinceri, sempre.

      1. Lalla

        A proposito di apostolato e testimonianza, avete visto con che forza e serenità Jim Caviezel (l’attore che interpreta Gesù in Passion) testimonia la sua fede cattolica? Nella sua posizione di attore di Hollywood farebbe più “bella figura” dando una testimonianza morbida e patinata…e invece parla in modo deciso, sereno e sempre entusiasta.

    1. Perché Alvise tu come te lo immagini Cristo, mente solleva un coppa?
      Quando fai queste battute solo per spirito di “presa per i fondelli”, pari proprio un mentecatto e quando offri a noi la tua testimonianza critica, non può che rimanere – anche per questo – inascoltata.

        1. Giusi

          Il film Passion non è un film patinato. E’ tratto dalle rivelazioni di Caterina Emmerick ed è talmente cruento e realistico che io personalmente non sono mai riuscita a guardarlo!

          1. Dovresti proprio trovare il modo di farlo (se proprio non ci riesci, quando inizia la flagellazione, salta avanti…).
            Come certamente sparai dopo la visione di questo film, vi sono state vere e proprie conversioni…

  8. Giusi

    Parlare di Cristo non vuol dire imporlo o essere fanatici: fa parte della testimonianza. Si testimonia con la parola, con le opere, con tutta la propria vita. Non mi pare che tanti fulminati (soprattutto fulminate in verità) che dalla sera alla mattina attaccano a fare om e raggiungono un improvviso quanto improbabile nirvana, ci risparmino le meraviglie dei vari guru che spuntano come funghi (a pagamento). Non vedo perchè non si debba parlare di Cristo. Ai bambini poi bisogna assolutamente! A meno che non si voglia fare come quelli che dicono: non lo battezzo, deciderà da grande. Deciderà cosa? Se si cresce come le capre, si farà una vita da capre! Se si conosce Cristo si potrà scegliere di rifiutarlo ma poi si sa dove tornare. Lui solo ha parole di vita eterna!

    1. @Giusi, io comprendo il senso ultime delle tue affermazione, ma siccome le parole hanno un peso ed un valore, non posso concordare sul fatto che se ai bambini non si annuncia Cristo questi verranno su “come capre”…
      L’uomo non è una capra, è fatto a Sua immagine e somiglianza, anche l’uomo ateo o agnostico e cresce secondo l’insegnamento che riceve e l’indole di carattere che riceve “in dote” (tanto per risolverla in una frase…).

      Conosco tante persone umanamente migliori di me (non che ci voglia molto…) e diciamola tutta, migliori di tanti cristiani, che Cristo non conoscono e che non fanno una vita “da capre”… così come ad esempio sono stati i miei genitori.

      Ciò non toglie che a tutti porteremo l’Annuncio 😉

      1. Giusi

        Ma certo che non sono capre! E che magari poi il Signore nella sua infinita misericordia trova lo stesso la via! Era un modo sintetico per fotografare una realtà purtroppo diffusa dove i bambini vengono cresciuti senza Dio, senza un segno di Croce, senza una preghiera. Una mia amica giovane mi racconta che tante sue amiche che hanno fatto figli senza sposarsi non li hanno nemmeno battezzati!

  9. Gabriele

    “«Dire che si crede che la fede cattolica sia quella vera» e nello stesso tempo accettare che le altre religioni detengano lo stesso diritto, cioè di dire che anche la loro fede sia quella vera, mi perdoni, è una forma larvata di ipocrisia comune a molti fratelli cattolici, che mi fanno troppo spesso tenerezza”.

    Non necessariamente quello che lei dice sia vero. Dire che ogni religione ha il diritto di dire la propria non significa essere relativisti ma accettare le opinioni degli altri.

    Altro conto è la questione della Verità. Dire che ogni religione contiene la verità, come amava dire Panikkar, questa sì che è una frase relativista perché nella contrapposizione tra le varie religioni non si capisce chi abbia la ragione. Come dice il Concilio Vaticano II, in ogni religione, ci sono dei “semina Verbi”, capaci, cioè, di verità. Ma attenzione, una piccola parte di verità. La Verità è Gesù di Nazareth, chi non lo conosce, non ha la Verità tutta intera. Noi dobbiamo annunciare questa Verità, sia a chi non crede, sia a chi crede in qualcos’altro (esempio: San Francesco e il sultano).

    Ma come dobbiamo rapportarci con la Verità? Una volta saputo che in Cristo vi è la verità tutta intera, c’è il rischio, a chi si accosta a questa verità, di insuperbirsi e di sentirsi detentori di questa verità, chiudendola in uno scrigno costruito con le nostre mani. In questo senso è bellissimo l’insegnamento di Benedetto XVI: “Nessuno può dire: ho la verità – questa è l’obiezione che si muove – e, giustamente, nessuno può avere la verità. E’ la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei. Solo se ci lasciamo guidare e muovere da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei, pellegrini della verità, allora è in noi e per noi. Penso che dobbiamo imparare di nuovo questo «non-avere-la-verità». Come nessuno può dire: ho dei figli – non sono un nostro possesso, sono un dono, e come dono di Dio ci sono dati per un compito – così non possiamo dire: ho la verità, ma la verità è venuta verso di noi e ci spinge. Dobbiamo imparare a farci muovere da lei, a farci condurre da lei. E allora brillerà di nuovo: se essa stessa ci conduce e ci compenetra”.

  10. don Giuseppe Mattiello

    Gentile Costanza, condivido pienamente la sua passione ardente per la comunicazione della fede. La passione è l’unico elemento che manca in tante riflessioni – anche provenienti da alti pulpiti – su questa nuova stagione che viene definita come “nuova evangelizzazione”. Non vi è proprio alcuna mancanza di rispetto verso nessuno, anzi, vi è la preoccupazione, sulla quale c’è molto da lavorare, sulla “adesione” piena, viva precisa e limpida” della persona a cui comunichiamo Gesù, una adesione che diventa essa stessa prezioso segno della fede. Non è l’unico segno, ma vi è bisogno di lavorare anche su questo aspetto. Troppi, quando parlano della fede, arruffano generiche adesioni a una carrellata di valori tra i quali, (vorrei vedere…) si trova anche qualcosa del vangelo. Ritornare anche a una certa adesione piena e gioiosa insieme non può che fare bene. Grazie per quanto scrive! d.Giuseppe

  11. Alessandro

    “Oggi, tuttavia, l’annuncio missionario della Chiesa viene «messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio)» Da molto tempo si è venuta a creare una situazione nella quale, per molti fedeli, non è chiara la stessa ragione d’essere dell’evangelizzazione. Si afferma addirittura che la pretesa di aver ricevuto in dono la pienezza della Rivelazione di Dio nasconde un atteggiamento d’intolleranza ed un pericolo per la pace.
    Chi ragiona così ignora che la pienezza del dono di verità che Dio fa, rivelandosi all’uomo, rispetta quella libertà che Egli stesso crea come tratto indelebile della natura umana: una libertà che non è indifferenza, ma tensione al bene. Tale rispetto è un’esigenza della stessa fede cattolica e della carità di Cristo, un costitutivo dell’evangelizzazione e, quindi, un bene da promuovere in modo inseparabile dall’impegno a far conoscere e abbracciare liberamente la pienezza di salvezza che Dio offre all’uomo nella Chiesa.
    Il dovuto rispetto per la libertà religiosa e la sua promozione «non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene. Anzi lo stesso amore spinge i discepoli di Cristo ad annunciare a tutti gli uomini la verità che salva»…
    va notato che se un cristiano non cattolico, per ragioni di coscienza e convinto della verità cattolica, chiede di entrare nella piena comunione della Chiesa cattolica, ciò va rispettato come opera dello Spirito Santo e come espressione della libertà di coscienza e di religione. In questo caso non si tratta di proselitismo, nel senso negativo attribuito a questo termine. Come ha esplicitamente riconosciuto il Decreto sull’Ecumenismo del Concilio Vaticano II, «è chiaro che l’opera di preparazione e di riconciliazione di quelle singole persone che desiderano la piena comunione cattolica è di natura sua distinta dall’iniziativa ecumenica; non c’è però alcuna opposizione, poiché l’una e l’altra procedono dalla mirabile disposizione di Dio». Perciò tale iniziativa non priva del diritto né esime dalla responsabilità di annunciare in pienezza la fede cattolica agli altri cristiani, che liberamente accettano di accoglierla.”

    (Congregazione per la dottrina della fede, Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, 2007, nn. 10 e 12)

  12. maria elena

    La trasmissione della fede ce l’ha chiesta Ges] Cristo per la nostra e altrui salvezza e per lo zelo, io sono opportuna e inopportuna, spero solo che il mio proposito di offrire uno sguardo diverso ai propri problemi alle proprie angosce alla vita non sia invasivo, ma risolutivo…credo che Dio sa chi dobbiamo salvare meglio di noi e se a me ha dato di fare determinate esperienze perche manifesti la sua gloria e come dice Sanpaolo io ne sia partecipe, per la mia felicit[ non certo per vantarmi…Ora io ho avuto problemi di depressione e questi tornano con una puntualit[ da orologio, io so che sono una superba, ma certo non vado ad accuasare in giro di questo, ma gli strumenti per uscirne fuori come non consigliarli? Carissima Costanza, mi consola sapere che ci sono persone come te…così quando mi guardano con occhi di disapprovazione penso a te che sei una persona meravigliosa e io la tua “brutta copia” 🙂 🙂 🙂

    1. E io penso Maria Elena che tu non sia la “brutta copia” di nessuno… 😉 Fatta a immagine e somiglianza di Dio, bella agli occhi di Cristo come la più belle delle spose.
      Così come sarai bella per chiunque conosca o non conosca Cristo, se porterai la Sua Immagine impressa su tuo volto.

      1. maria elena

        grazie, sentirsi importante per l’onnipotente fa sempre bene ricordarselo…e soprattutto aiuta a non giudicare 🙂

  13. maria elena

    naturalmente noi non salviamo nessuno siamo solo deigli stracci sporchi che aiutano a fare un po’ di luce…

  14. Stefyb.

    Bellissimo post! È vero spesso c’è timidezza nell’annunciare Cristo,forse a volte anche per paura di essere bollati come integralisti presuntuosi. Dire che siamo nel vero per me non ha nulla a che fare con la presunzione o con la superbia. In quanto cristiani noi crediamo che attraverso il battesimo siamo diventati figli adottivi di Dio,cioè prediletti, per questo noi possiamo chiamarlo Padre. Come cattolici sappiamo che questo dono non è riservato a pochi ma è appunto universale, per tutti (tra l’altro pensare di essere migliori sarebbe come dire che siamo cristiani per i nostri meriti,mentre é un dono gratuito,che abbiamo ricevuto per i meriti di Gesú). Proprio perché il nostro credo é fondato sulla relazione, la testimonianza – in parole,opere e pensieri – non é un optional,ma ne é parte fondamentale. Sia perché per noi é una cosa bella, ma anche perché il nostro scopo ultimo é vivere in Gesú e diventare una cosa sola con Lui,cosí da portare Lui in ogni cosa che facciamo, cosí che la nostra vita diventi un’inevitabille testimonianza. Per quanto questo sia difficile non dobbiamo lasciarci convincere che sia impossibile o peggio ancora sbagliato.

  15. Quello che intenderei io sarebbe che noi uomini (e siamo tutti uomini fino a prova contraria) non abbiamo nessuna speciale messaggio da annunciare agli altri. Gli unici che pretendono di averci messaggi speciali sono quelli che credono in qualche religione, e i fanatici che credono in qualche straordinaria idea politica. Tutti gli altri vivono senza nulla da annunciare che non sia il loro lavoro e i loro pensieri e discorsi (più o meno ragionati). Anche (credo io) fra gli stessi credenti, c’è di quelli che semplicemente credono e basta senza bisogno di andare a ammaestrare nessuno.
    Ma, Bariom, per esempio, forse potrebbe dire, non si può credere e basta, credere vuole dire nello stesso tempo annunciare quello che si crede come fece Gesù eccetra….E infatti molti di voi credono che sia giusta questa opera di evengelizzazione.
    (ammesso che sia evangelizzazione quella che voi chiamate evangelizzazione). Quello che credo io non sia giusto è pretendere che gli altri vi debbano rispetto nel momento che voi credete di compiere questa opera giusta, quando invece non siete meritevoli di rispetto (se lo siete ) che solo in quanto uomini meritevoli di rispetto, per le ragioni per cui gli uomini si dividono in uomini degni di rispetto e no. E con questo io vorrei invitere tutti alla livellazione totale (nel senso metrico decimale umano) dei meriti su questa terra. Ai meriti fuori del mondo (voi non siete, pretendete, del mondo) ci penserà Nostro Signore.
    Ma questo (lo ripeto) nessuno lo saprà mai se si sapràmai.

    1. Giusi

      Non c’entrano niente i meriti, nè si tratta di andare in giro come i Testimoni di Geova. Si tratta di essere cristiani sempre: in casa, nel lavoro, con gli amici, nei comportamenti, nelle parole, nelle azioni. Faccio un esempio che parlare per astrazioni non serve a niente. Io ho un’amica forse la mia più cara amica la quale fino a cinque anni fa non andava a messa nemmeno il giorno di Natale. Siamo sempre state noi stesse. Non è che io la sentissi o la vedessi e mi mettessi a farle la lezioncina di religione ma in qualsiasi discorso veniva fuori il mio essere credente e il suo, non direi ateismo, in realtà non si poneva nemmeno il problema pur non essendo nè stupida, nè superficiale, nè egoista. C’è sempre stato un grande rispetto, mai lei ha irriso alla religone, nè io le ho mai detto che avrebbe dovuto convertirsi. Semplicemente, con tutti i miei limiti e difetti, mi rapportavo con lei da cattolica. Lei non stava bene, era un’anima inquieta, la sua grandissima carica umana non trovava sbocco, ma questa non è una mia interpretazione, lo diceva lei (è peraltro di una sincerità disarmante). Un giorno, nemmeno a casa mia che pure ce l’ho ma a casa di un’altra amica vede un libro scritto da Maria Lucia Ippolito, la mamma del piccolo Matteo Colella di San Giovanni Rotondo. Il papà è medico nella Casa Sollievo della Sofferenza. La storia è nota. Matteo all’età di 7 anni viene colpito da una gravissima e devastante forma di sepsi meningococcica con compromissione di tutti gli organi la cui mortalità è del 100%. La mamma sembra impazzita, contro ogni logica non fa altro che pregare Padre Pio. A tutti quelli che incontra chiede preghiere, si fa aprire dai frati la cripta e resta ore in preghiera sulla tomba anche di notte. Il marito medico che nell’ospedale dove lavora vedeva il Figlio in coma a un certo punto cerca di farla ragionare, di farle capire che non c’è più niente da fare, che si deve rassegnare ma lei niente è come presa da un pensiero fisso, deve pregare, deve chiedere preghiere. Matteo, contro ogni logica, si sveglia, non riporta alcun danno e dice di essere stato per tutto il tempo con Padre Pio. Padre Pio, all’epoca, era beato. Per questo miracolo è stato fatto Santo. La mia amica si fa prestare questo libro che contiene anche tutte le relazioni mediche, lo legge, piange per tutto il tempo e da allora inizia un percorso di conversione che ha portato dei frutti incredibili, tangibili nella sua vita. Lei dice sempre che è stata fortunata ad incontrarmi ma in reltà io non ho fatto niente, non mi sono messa in cattedra, semplicemente c’ero, testimoniavo con la mia pochezza, ma del resto Gesù si serve di persone misere per risplendere, il mio essere cristiana. E’ tutto qui. Non si tratta di fare grandi cose, si tratta di non tirarsi mai indietro, di dire guarda che se vedi in me qualcosa di buono non è merito mio, non sono io che vivo, è Gesù che vive in me e se vive in me che non valgo niente può vivere pure in te anzi già ci vive devi solo fermarti ad ascoltarlo. E’ il contrario di quello che dici , non si tratta di mettersi in cattedra, di insegnare, di sentirsi superiori, ma di morire a se stessi per far risplendere Lui. Più consci della nostra pochezza, più pubblicani e meno farisei siamo, meglio è.

    2. vale

      veramente la storia dell’evangelizzazione non ce la siamo inventati da soli.
      qualche tempo fa, Uno, ha detto che si doveva andare a predicare a tutte le genti……

    3. Mah Alvise, io non so da dove le prendi certe idee….

      Tipo: “non sia giusto è pretendere che gli altri vi debbano rispetto nel momento che voi credete di compiere questa opera giusta…”

      Chi ha detto che si pretende rispetto? Per quel che so, il più delle volte ci si può aspettare del disprezzo in questo mondo… hanno disprezzato il nostro Maestro, forse avranno riguardo per noi?

      “Ai meriti fuori del mondo (voi non siete, pretendete, del mondo) ci penserà Nostro Signore.” Poco ma sicuro… 😉
      Ma questo (lo ripeto) nessuno lo saprà mai se si saprà mai. Questo invece non è esatto… pensa lo verrai a sapere anche tu – quel giorno. 🙂

  16. Ed il ”segreto” sta in una breve frase che racchiude la tremenda battaglia dell’uomo su questa terra, giacche’ se e’ vero che il cristianesimo nasce dall’incontro con Cristo, come si insegna con accento vibrante da qualche decennio, il vero incontro, come da sempre indica la Santa Tradizione, non si esaurisce se non quando l’ anima amata e l’Amante, che l’attira a Se’, sono una cosa sola, e noi seguiamo, fino all’estreme conseguenza Colui che incontrandoci ci ha chiamati alla Sua sequela, senza piu’ voltarci, dopo aver messo mano all’opera.

    Si dira’ che e’ tutta opera Sua, noi dobbiamo dire si, maM Ed il ”segreto” sta in una breve frase che racchiude la tremenda battaglia dell’uomo su questa terra, giacche’ se e’ vero che il cristianesimo nasce dall’incontro con Cristo, come si insegna con accento vibrante da qualche decennio, il vero incontro, come da sempre indica la Santa Tradizione, non si esaurisce se non quando l’ anima amata e l’Amante, che l’attira a Se’, sono una cosa sola, e noi seguiamo, fino all’estreme conseguenza Colui che incontrandoci ci ha chiamati alla Sua sequela, senza piu’ voltarci, dopo aver messo mano all’opera.

    Si dira’ che e’ tutta opera Sua, e’ cosi’ ma non lo e’, perche’ nella mistica nuziale, come nella stessa ”opera” Prima della creazione, non vi e’ un ”io” ed un ”tu”, ma e’ detto… ”Noi”.

    Si! Una dura lotta, prima per vincere con la ragione (ben orientandola) la propria natura animale, e poi nel conformare con la Croce la natura umanizzata stessa a Cristo, trasfigurarla, divinizzarla in Lui, compiendo senza piu’ alcuna remora non la propria, ma la volonta’ di Dio.
    La frase del maestro renano e’ questa:
    «Dove sta il …. regno?» «Sta nell’anima mia, dove io tengo tutto ordinato… le PASSIONI ubbidiscono alla RAGIONE… e la ragione UBBIDISCE a Dio.» (Taulero)

    E se noi procedessimo con i mezzi offerti dalla natura stessa e dalla Rivelazione, in questo, vivremmo davvero una dimensione di vita, interiore e comunitaria, che non si impantanerebbe nei litigi od i particolarismi, le piccole e grandi discordie, le ansie, molti attaccamenti morbosi a cose destinate a perire, e che rischiano purtroppo di farci perire appresso a loro. aria non lo disse solo un giorno, lo rinnovo’ tutti i giorni della Sua vita di figlia, di sposa e di madre. Tutto e’ opera di Dio? Mi pare che sia cosi’ eppure non lo e’, perche’ nella mistica nuziale, nel Mistero Grande, come nella stessa ”opera” Prima della creazione, non vi e’ un ”Io” ed un ”tu”, ma e’ detto.. non certo a caso: ”Noi”.

    Si! Una dura lotta, prima per vincere con la ragione (ben orientandola) la propria natura animale, e poi nel conformare con la Croce la natura umanizzata stessa a Cristo, trasfigurarla, divinizzarla in Lui, compiendo senza piu’ alcuna remora non la propria, ma la volonta’ di Dio.
    La frase del maestro renano e’ questa:
    «Dove sta il …. regno?» «Sta nell’anima mia, dove io tengo tutto ordinato… le PASSIONI ubbidiscono alla RAGIONE… e la ragione UBBIDISCE a Dio.» (Taulero)

    E se noi procedessimo con i mezzi offerti dalla natura stessa e dalla Rivelazione, in questo, vivremmo davvero una dimensione di vita, interiore e comunitaria, che non si impantanerebbe nei litigi od i particolarismi, le piccole e grandi discordie, le ansie, molti attaccamenti morbosi a cose destinate a perire, e che rischiano purtroppo di farci perire appresso a loro.

  17. Marco Giusta

    Dio non è cattolico, Dio non è solo cattolico, lo dicevano già Madre Teresa e il card Martini.

    Che aggiungeva “Non puoi rendere cattolico Dio. Certamente gli uomini hanno bisogno di regole e confini, ma Dio è al di là delle frontiere che vengono erette. Ci servono nella vita, ma non dobbiamo confonderle con Dio, il cui cuore è sempre più largo”.

    Personalmente, penso che a Dio interessi poco in quale religione è collocato. Penso che siamo noi tutte e tutti ad avere bisogno di certezze granitiche ed inattaccabili, e che spesso dietro a queste ci nascondiamo per evitare di metterle in dubbio.

    1. Alessandro

      1) una regola da non dimenticare: il cattolico è tenuto a non prestare assenso alle convinzioni del cardinal Tizio che fossero incompatibili con l’ortodossia cattolica, cioè con il Magistero definito e definitivo. Le opinioni fallaci di un cardinale non hanno il potere intrinseco di vincolare alcuno all’assenso.

      2) “Personalmente, penso che a Dio interessi poco in quale religione è collocato”.

      Poiché le religioni presentano concezioni di Dio tra di loro palesemente inconciliabili, vorrei proprio sapere in concreto i quale dio (la minuscola mi pare più adeguata) lei crede.

    2. «Cattolico» vuol dire «universale», quindi c’è poco da disquisire. Il cattolicesimo è universale perché è vero.
      Se poi le sembra offensivo per le altre religioni mi dispiace ma non so cosa farci.

      1. vale

        eh, vallo a spiegare a coloro che incessantemente si fanno il loro idolo.
        ma non basterebbe leggersi il Credo? quello che si dovrebbe imparare a memoria e che viene ripetuto in ogni messa?
        insomma: se non si è d’accordo anche con una piccola parte del Credo non si è cristiani. si è qualcos’altro.( e non è una valutazione morale della persona, ovviamente).
        p.s. se a Dio gli fosse interessato così poco non sarebbe morto e risorto per testimoniarlo.
        e non avrebbe detto a Pietro mica a qualcun altro cosucce tipo : su questa pietra edificherò la mia chiesa e pasci le mie pecore.

  18. Joseph

    Gentile dott.ssa Miriano, seguo sempre con interesse il suo blog. Su questo articolo vorrei esprimere la mia testimonianza perché mi riguarda in prima persona…

    Sono un ragazzo di 27 anni, ho avuto una mamma cosiddetta “perpetua-bigotta”, quelle che vivono in Chiesa, piena di responsabilità e se perdevano un giorno di Messa era un peccato mortale…sin da piccolo, essendo il primogenito, ho vissuto sempre con il terrore di “andare all’inferno”,,,,se non mi confessavo a cadenza regolare…se non andavo a Messa…se non pregavo, se non servivo Messa….sempre con il Terrore di sbagliare verso questo Dio cosi esigente, vendicativo, che ti priva di ogni libertà personale….se mancavo a Messa o catechismo mi sentivo l’essere più sbagliato e inferiore di questo Mondo….tutto era un “dovere” e non un piacere personale nel servire il Signore….

    Bene in pratica questo modo di ragionare dei genitori verso i figli, mi ha portato che dopo la Cresima sentivo finalmente di aver ricevuto le chiavi di questa gabbia per scapparmene a gambe levate…..finalmente avevo la libertà….sono stato quasi 10 anni senza entrare in Chiesa, né pregare, né fare nulla….per me Dio era un’invenzione degli uomini a cui mancava nell’inconscio “qualcosa per spiegare l’inspiegabile”….quando sentivo nominare “preti e vescovi” mi si rivoltava qualcosa come se fossero le persone più abbiette del mondo…perché facevano il “lavaggio del cervello” a persone deboli e persino “abusavano di minori”…. (messaggio trasmesso dai media…)…

    Bene…..dopo questo periodo di totale di libertà e senza imposizioni di nessuno, con i miei sbagli e le mie esperienze….sono tornato in Chiesa con gioia, con uno strano “fuoco” che mi alimenta, studio testi sacri e sto iniziando un percorso per poter entrare in seminario…

    Tutto questo per dirle….lasci la libertà ad ognuno di vivere come gli pare…sarà lui se lo terrà opportuno cercare Dio…anche in punto di morte….noi non siamo nulla….ecco cosa significa la frase del Papa “il proselitismo (fanatismo) non serve a nulla…bisogna essere missionari (dare l’esempio, senza imporre…)”…siate d’esempio, ma mai dittatori della fede…

    Un caro saluto.

    1. Gabriele

      @Joseph

      Una cosa è educare alla fede, un’altra cosa è seminare il terrore di Dio. La sua esperienza credo faccia parte di quest’ultimo aspetto. Ma così come i genitori educano alla vita, così educano alla fede, con la stessa fermezza, la stessa passione e lo stesso amore. Sembra invece che oggi i genitori pensino più alla vita esteriore dei loro bambini (sport, scuola…) che alla vita interiore (contatto con Dio, preghiera in famiglia, Santa Messa con la famiglia la Domenica…). Qual è il motivo? A parer mio, oggi si stacca troppo la vita spirituale dalla persona.

      1. Joseph

        […] Che cosa ricorda la ex Nicoletta Strambelli del cardinale Roncalli? “L’ho trovato estremamente gentile perche’ io, tra l’altro, ebbi un problema… non volevo fare la cresima, perche’ non mi piaceva l’idea di entrare tra i “soldati” di Gesu’… e questa cosa mi dava fastidio… Non mi piaceva la cresima, e invece il Roncalli e’ stato cosi’ gentile da convincere la nonna di non farmela fare, che e’ meglio avere una bambina che si pone delle problematiche che non avercele affatto”.

        corriere.it

        1. Alessandro

          Veramente sul corriere.it non c’è scritto che “il Roncalli e’ stato cosi’ gentile da convincere la nonna di non farmela fare [a cresima], che e’ meglio avere una bambina che si pone delle problematiche che non avercele affatto”,

          c’è scritto:

          “Non mi piaceva la cresima, e invece il Roncalli e’ stato cosi’ gentile da convincere la nonna che e’ meglio avere una bambina che ha delle problematiche che non avercele affatto”

          http://archiviostorico.corriere.it/1997/febbraio/13/Patty_Pravo_rivela_Biagi_suonavo_co_0_9702134566.shtml

    2. Caro Joseph, spero lei non arriverà a pensare che cio che ha ricevuto dalla sua cara mamma “perpetua-bigotta” sia stato un male…

      Forse è quello che le ha “salvato la vita”, forse non è altro che le basi (o le braci) di cui Dio si è servito per riaccendere lo “strano fuoco” che ora l’alimenta.
      Lei come tanti figli (compresi i miei), anche come chi dai genitori non riceve un insegnamento all’insegna del “terrore”, è dovuto passare dalla fede “dei padri” (o delle madri) alla sua propria personale. Al suo personale e profondo incontro con Cristo, con Dio Padre grazie allo Spirito Santo.

      Non possiamo poi non considerare che un’intera generazione di genitori ha spesso acquistito un fede più basata sul timore che sull’amore.. tutti, loro compresi, sono “figli” a loro volta, anche figli di una certa dottrina. Dottrina che oggi peraltro sembra si vada perdendo, tanto che il “santo timor di Dio” è divenuto uno sconosciuto.
      Quale libertà avrebbe voluto? Quella di “nessun insegnamento” piuttosto di quello “bigotto” (uso le sue parole) che ha ricevuto?

      Dopo la Cresima, dopo la maggiore età, dopo quel che sia, sono tanti e per i più disparati motivi i figli che chiedono ai genitori “la loro parte di eredità”, nella quale è compreso l’insegnamento ricevuto, e partono per il mondo. Ma Dio, come Padre Misericordioso li aspetta, li aspetta lì dove sperpereranno tutto, ma li aspetta anche a casa, come sono certo ha fatto anche sua madre.

    3. Giusi

      Joseph, mia mamma è l’esatto contrario (di quello che racconti). Grande fede, ma non bigotta, non mi ha mai imposto niente. Eppure anch’io a un certo punto mi sono allontanata. E’ normale, fa parte della crescita. Però, tornando al dicorso delle capre, sia io che te sapevamo dove tornare e di questo dobbiamo essere comunque grati alle nostre mamme in qualunque modo ce lo abbiano insegnato.

    1. Verissimo… impariamo da S. Paolo che arriva a dire:
      “Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.”

  19. kingborned

    Una mente ben più lucida della mia (G.K.Chesterton) diceva qualcosa che fa intendere che cosa si debba intendere per rispetto:
    ‘”Non è vero che SOLO la fede in qualcosa unisce gli uomini. Nossignore: anche la differenza di fede li unisce, fin tanto che tale differenza è chiaramente visibile. I confini uniscono.”
    Perchè, se pur è giustificabile che ogni individuo affermi che il proprio credo sia quello vero, sta nella chiarezza con la quale si delineano i confini che, quasi automaticamente, genera la misura del rispetto.
    Infatti sempre G.K.C. diceva:
    “Gli uomini sono disposti a camminare sull’orlo di un abisso se il cielo è limpido, ma si terranno ben alla larga dal precipizio se c’è nebbia.”
    In questa ottica affermare e professare che Gesù è il modello di santità al quale ispirarsi, non solo è obbedire ad un suo comando per tutti i cattolici, ma significa anche delineare quel confine, con chi lo vede come un profeta o solamente un personaggio della storia, in modo preciso.
    È per colpa della poca chiarezza (se non della vera nebbia), con la quale si è portato avanti l’insegnamento di Gesù, che, agli inizi del secolo scorso, gli fa ancora sottolineare:
    “Intendo dire che il mondo si è stancato non dell’ideale della Chiesa, ma di come è stato messo in pratica.
    I monasteri non sono stati attaccati a causa della castità dei monaci, ma per la mancanza di castità dei monaci.
    Il cristianesimo non si è reso impopolare per l’umiltà, ma per l’arroganza dei cristiani.
    Certamente, se la Chiesa ha fallito, la colpa è in gran parte degli uomini di Chiesa.”

    “L’ideale cristiano non è stato tentato e trovato manchevole.
    È stato trovato difficile e per questo lo si è lasciato intentato.”

    Grazie Costanza per questo spazio di riflessioni e per il tuo modo arguto e simpatico di proporle.

  20. giuly

    Faccio un salto qui tra una poppata e un cambio di pannolino alla bimba solo per dire che secondo me in ogni religione c’è un briciolo di verità, o meglio…. Sono tutti tentativi di raggiungere il Vero, buoni ma zoppicanti. Il fatto è che ad un certo punto della Storia è il Vero che si è manifestato, e allora quei tentativi hanno trovato un senso, una risposta. Don Giussani dice che il mondo è come una valle in cui gli uomini edificano ponti verso l’infinito, lanciano delle domande, anzi LE domande fondamentali, ma sarà solo un Uomo che arriverà lì in mezzo a dire loro “IO SONO LA RISPOSTA” ad esaudire, a compiere quei progetti. Per questo è giustificato lo zelo. Se so che quelle domande trovano accoglienza e risposta solo in un incontro che ho sperimentato io stesso, non posso non dirlo agli altri, prima di tutto a chi mi sta vicino, poi a tutti. E se vuoi bene davvero a qualcuno non puoi non far sapere che hai un tesoro prezioso.

  21. …ma, se come sostenete voi, le legge morale è scolpita nelle nostre coscienze da sempre, per quale ragione uno dovrebbe, per non essere dannato, oltre che seguire la legge scolpita, anche amare/adorare l’unico vero dio esistente (secondo voi) (non mi risulta che ci sia scolpito anche l’obbligo all’amore/adorazione dell’unico dio esistente, secondo voi),nella coscienza degli uomini). Dio allora, secondo voi, prendendo alla lettera le Scritture vuole essere amato/adorato? Voi vorreste (per il loro bene) persuadere le persone ad amarlo/adorarlo? Non basta che esse conducano una vita senza peccato (seguendo la legge scolpita)? C’è bisogno che siate voi a ricordarglielo, che c’è questa legge, come se loro non lo sapessero?

    1. giuly

      Non ti so dare una risposta “teologica”, però posso provare, con l’aiuto della mia esperienza a dirti come è per me. Comportarsi secondo retta coscienza è di per sé cosa buona, e la coscienza è presente nel cuore di ogni uomo anche se nel più remoto e irraggiungibile angolo del pianeta. Ma da sola non basta. Anche chi agisce secondo coscienza sente sempre che manca qualcosa, come se portasse una ferita che cerca di rimarginarsi ma non può farlo da sola, ha bisogno di una medicina. Tutti noi dentro abbiamo un senso profondo, ed un bisogno, di vero, di bene, di giustizia, di bellezza, e cerchiamo di perseguirli, ma abbiamo consapevolezza del fatto che pur cercandoli ci possiamo solo avvicinare a questi ideali. Pensa cosa accade quando, provando tutti questi desideri, incontri qualcuno o qualcosa che ti fa chiaramente sentire che quel bene e quella bellezza esistono, e che le tue domande sono importanti. Qui non stiamo dicendo che una risposta, parziale, sia soddisfacente. Stiamo dicendo che siamo certi di aver davvero incontrato LA risposta, e che non è un abbaglio, una allucinazione. È proprio la realtà, la abbiamo sperimentata, toccata, provata. Non la capiamo bene neanche noi, non la comprendiamo tutta intera, ma sentiamo una corrispondenza. E decidiamo di seguirla, per vedere se quel che ci promette è vero o no. Non possiamo imporla a quelli che non la chiedono (cisarebbe qualcosa di più inutile di una risposta aduna domanda che non si pone?), ma la proponiamo, perché quei desideri sono comuni a tutti, come lo sono per noi.

      1. …anche le paginate di minuziosa Dottrina (che spesso vengono propinate in questo blog) fanno parte di questa esperienza mistica che voi avete sperimentato?

        1. Non vengono “propinate”… sono liì per chi vuole leggerle e chi ha volontà di farlo sa trarne profitto (sennò Alvise “cambia canale”!!).

          Più che fare parte dell’esperienza mistica di ognuno (i gradi di misticismo poi possono essere diversi), sono la conferma di un’unica “mistica”, incardinata in un’unica Chiesa, appoggiata su un’unico Credo, nello stesso Spirito (Santo) e proiettata verso l’unico Dio Padre, grazie ai meriti di Suo Figlio Gesù Cristo.
          Aggiungerei per l’intercessione di Maria e di tutti i Santi che ci hanno preceduto.

          Ti basta?

            1. Giusi

              Tu non ti dovresti permettere di chiamare ciarpame la nostra dottrina! Ciarpame saranno le tue farneticazioni! Vai a leggere il manifesto che quello ti meriti!

              1. Ma sai com’è, Alvise è il classico difensore del rispetto di tutti (abbiate pazienza, rispettate questi e quelli, non imponete questo e quello…) e che non sa – in casi come questo – neppure dove sta di casa il rispetto…

                Rispettate le cose di quelli che non la pensano come voi, che io non rispetto le cose di chi la pensa come voi 😐
                Molto semplice.

              2. Giusi, stavo componendo un arguto commento su Alvise ma, riflettendoci. Uno che perde tutto ‘sto tempo a mettere le mani avanti, a risentirsi perché ogni foglia che si muove in questo blog gli pare un machiavellico tentativo di convertirlo a sua insaputa, o è un provocatore di professione o è uno che le mani avanti ce le mette perché ha paura di “cadere” per davvero. Nel primo caso tanto vale non dargli spago, nel secondo … 😉

                1. Ho perso un pezzo (colpa della vista in rapido calo): «stavo componendo un arguto commento su Alvise ma, riflettendoci, L’HO CANCELLATO».

                  1. Giusi

                    Visto che non è stupido anche se talora lo fa (di proposito) io propendo per la seconda che hai detto (magari a sua insaputa….).

              3. Sai com’è Giusi, Alvise è il classico difensore del rispetto di tutti (abbiate pazienza, rispettate questi e quelli, non imponete questo e quello…) e che non sa – in casi come questo – neppure dove sta di casa il rispetto…

                Rispettate le cose di quelli che non la pensano come voi, che io non rispetto le cose di chi la pensa come voi 😐
                Molto semplice.

                    1. E di fatto alcune cose restan scritte ad imperitura testimonianza di stupidità 😉 e resta il fatto che chi chiede rispetto deve esserne capace (la tua capacità in tal senso spesso e volentieri latita….)

                      Peraltro credo anche la melassa sia degna di rispetto, caro Alvise 🙂

  22. Manuel salvatore Martone

    Grazie mille cara Costanza di questo post. Mi ha colpito molto leggerlo perché mi ha fatto pensare/ricordare quanto questo, quello che tu dici, sia la verità. Non ci sono altre parole.

    Mentre leggevo, pensavo a cosa dice S.Paolo, quando parla dell’annuncio del Vangelo, dice due cose che mi hanno sempre colpito,o meglio, lasciato con quella sensazione del essere come toccato nelle corde più profonde per la portata di quello che signicano queste parole, soprattutto in relazione alla mia incapacità e zero fede: la prima dice “Caritas Christi urget nos..Guai a me se non annunciassi il Vangelo” e poi “…in ogni circostanza opportuna ed inopportuna..”.

    Io penso che questo vada di pari passo con che tipo di esperienza ho io di Gesù Cristo, se ho visto che Gesù Cristo è l’unico che mi ha detto la verità sulla mia vita, che mi ha aperto gli occhi, che mi ha chiamato per nome senza guardare chi ero o sono quindi senza giudicarmi, se lui è l’unico che mi ha salvato, allora questa è l’unica cosa che conta per me.

    Ho avuto la meravigliosa opportunità di fare missione “per strada” in relazione alla mia esperienza di Gesù Cristo, e questa è stato uno dei più grandi doni che Dio mi ha fatto, e tutte le volte ricordo una frase che mi veniva detta. “pensa che li fuori c’è chi sta aspettando un annuncio, qualcuno che gli dica che Dio lo ama, e ha dato tutto per lui” e poi: “pensa che magari qualcuno sta pensando che la sua vita non vale nulla, sta pensando magari alla morte, è disperato, e se nessuno va li e gli porta una buona notizia, chi lo farà?”
    Ecco questa è la cosa che sempre mi ha fermato a pensare nel mio cuore che il fatto di aver conosciuto chi è Gesù Cristo, non è per me, cioè non è una cosa che mi è stata data solo per me, ma è per gli altri, quindi in virtù di questo penso all’urgenza di portare questo annuncio ad esempio a miei parenti soprattutto a quelli in fin di vita, i quali non hanno mai avuto nessuno che gli desse una buona notizia, penso ai miei colleghi, e tutti coloro che mi sono vicini.

    penso anche al fatto come è vero che solo il nome di Gesù Cristo basta, solo lui, nient’altro, non c’è un concetto edulcorato, o concetti più “pratici” prima di arrivare a lui, c’è solo lui.

    Io prego sempre affinché mia figlia, possa fare quest’esperienza, conoscere Gesu Cristo, questo nonostante la mia incapacità, la mia rozzezza, la mia incrdulità e mancanza di fede; ma so che questa è l’unica mia responsabilità in
    quanto genitore: portare mia figlia a Gesù, poi essendo Dio il suo vero padre, saprà lui come portare avanti la sua storia.

    Perdona le mie parole prolisse
    Grazie ancora

  23. vale

    vabbé. segnaliamolo all’opus dei che tiene ancora un elenco di libri ed autori proibiti( l’ex index ,abolito negli anni ’60 mi pare) con un punteggio da 0 a 6 per il grado ascendente di “pericolosità”.fino al definitivo “opere complete”.( Alvise rientra in quest’ultima categoria. 🙂
    ( citato da U. Silva sul “foglio” di ieri che ,però, non specifica che a tenere l’elenco ed aggiornarlo è l’opus dei.)

  24. vale

    @senweb
    ma se passa questa non ci sarà più neppure il problema dei libri proibiti.
    ma dei pensieri ed atteggiamenti proibiti….

    Un’allarmante proposta attualmente in esame al parlamento europeo prevede direttive ai governi perché sorveglino i cittadini considerati intolleranti

    http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/libe/dv/11_revframework_statute_/11_revframework_statute_en.pdf

    http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_jcs&view=jcs&layout=form&Itemid=100018&aid=270170

  25. vale

    veramente i carnefici son sempre stati quelli che come te ( e non sto dicendo che tu lo sia o lo diventerai, un carnefice, s’intende!) credendo in tutto, non credono a nulla.sono quelli della banalità del male descritta dalla Harendt. i Beria, gli Himmler, i Pol Pot di turno erano persone qualunque.
    e sono sempre stati quelli che non avendo nessuna fede abbracciavano quella che gli rendeva di più fino a diventarne degli epigoni.
    noi il martirio non si cerca.( è persino una posizione condannata dalla chiesa. da sempre.giusto per informazione) talvolta, grazie a quelli che sbeffeggiano come te, ci tocca….
    d’altronde erano indirettamente “carnefici” anche quelli che gridarono “vogliamo Barabba…”
    te, che sei certamente “tollerante” ,non hai nulla da temere.anche se ti controllassero….

  26. vale:

    E’ vero, hai ragione, solo quelli che non si conformano al pensiero unico (cioè voi) hanno da temere ( anche confortati da Chesterton, Orwell e autori vari) dal Leviatano globale.
    Io, servo pedissequo e vigliaccamente tollerante, sono al sicuro!

  27. vale

    non ho detto che sei vile.constato solo che per te basta il buon senso comune per ipotizzare un mondo migliore.il vivere e lasciar vivere. in base a “valori condivisi”( ma condivisi da chi?)
    lo stesso senso comune che ha prodotto ,nel ‘900 ed in questo secolo tutti gli -ismi,inclusa l’esportazione-con le armi -della “democrazia” che sta insanguinando il medio oriente( tanto per non andare troppo lontano).non sono quelli come me-salvo prova contraria al momento della “prova”, che accettarono tacitamente-quando non le sottoscrissero-come fecero la stragrande maggioranza dei prof. universitarii ed intellettuali,tanto per esempio, sia laici che cattolici, sia di sinistra che conservatori – le leggi razziali del ’38.
    tacquero( i Morandi, i Sapegno, gli Abbagnano,ma anche , i de Nicola, il Gemelli,Piovene,Argan,per non parlar dei Bocca ecc.)
    è il silenzio e lo sberleffo gratuito che conduce dove giunse la società di allora.
    “il giardino dei Finzi-Contini” rende bene l’idea di quel che produsse il : ma non succederà nulla di grave…
    a mio parere le leggi liberticide che la comunità europea e l’onu stanno facendo adottare a tantissimi stati porterà ad una situazione ancora peggiore perché estesa ad un numero di paesi tale che non sarà più possibile andare in un qualsiasi luogo pur di vivere senza doversi forzatamente piegare al “politicamente corretto”.
    a te magari, va bene. a me – ed a quanto pare ad altri che seguono questo blog- no

    1. Non è che a me vada bene, vale. A dire il vero «non avrei mai pensato di dover vivere in tempi come questi». Soprattutto, mi preoccupa che debbano viverci i bambini che mi sono cari. Ma siccome, per continuare la citazione, non spetta a me decidere ma posso solo decidere cosa fare con il tempo che mi verrà concesso… sto cercando di capire cosa è meglio fare. E non so, ma mi sto convincendo sempre più che, oltre a tutte le altre “manifestazioni” (firme su petizioni, sentinelle in piedi, testimonianze attive) la cosa più importante sia la preghiera, tanta, comune, condivisa e persistente.

  28. Non so se qualcuno leggerà questo commento (sono arrivato 127esimo!), ma vorrei riportare questa risposta di C. S. Lewis quando in una trasmissione radiofonica gli chiesero provocatoriamente se certe pratiche del cristianesimo non fossero in realtà prestiti delle religioni precedenti.
    “Non saprei dire con certezza quali aspetti di precedenti religioni sono entrati nel Cristianesimo. Una grande quantità sicuramente. Troverei difficile credere nel Cristianesimo se non fosse così. Non potrei pensare che 999 religioni fossero completamente false e solo una fosse vera. In realtà, il Cristianesimo è in primo luogo il compimento della religione ebraica, ma anche il compimento di quello che era stato vagamente suggerito nelle altre religioni nelle loro parti migliori. Quello che era stato vagamente avvistato in esse viene messo a fuoco nel Cristianesimo – proprio come Dio stesso si mette a fuoco diventando un Uomo”
    (C. S. Lewis, Answers to Questions on Christianity)

    E non penso che questo modo di pensare sia privo di fondamenti scritturali: Gesù ha detto “io sono la via, la verità e la vita” ma ha anche detto “ho altre pecore, che non sono di questo gregge”. E i discepoli lo presero sulla barca “così com’era” ma “c’erano anche altre barche con loro”. E quando Gesù calma la tempesta, ne usufruiscono tutte le barche.

I commenti sono chiusi.