Il “no” dei cristiani

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di Benedetto XVI

La lotta dei cristiani consisteva e consiste non nell’uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio.
Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. Consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia. La lotta dei martiri consisteva nel loro “no” concreto all’ingiustizia: respingendo la partecipazione al culto idolatrico, all’adorazione dell’imperatore, si sono rifiutati di piegarsi davanti alla falsità, all’adorazione di persone umane e del loro potere.


Con il loro “no” alla falsità e a tutte le sue conseguenze hanno innalzato il potere del diritto e della verità. Così hanno servito la vera pace.
Anche oggi è importante per i cristiani seguire il diritto, che è il fondamento della pace. Anche oggi è importante per i cristiani non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto”

Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa del Crisma, 1 aprile 2010

42 pensieri su “Il “no” dei cristiani

  1. ele 86

    Ho un solo pensiero.io inizio ad avere seriamente paura visto le uscite di alcuni nei confronti di certi argomenti e posizioni.qui non si può davvero più dire nulla se non quello che impone lo stato alias tv alias cultura dominante.non so se ho un cuore da martire.

    1. Giusi

      E chi ce l’ha? Ce l’avevano per caso gli apostoli? Pietro lo rinnegò, ai piedi della Croce rimase solo Giovanni, non fosse stato per lo Spirito Santo…..

  2. cinzia

    @ele 86, come ti capisco! Anch’io ho tanta paura. A volte penso però che la mia paura deriva anche da una fede debole. Per cui dico a te, ma lo dico soprattutto a me, preghiamo, preghiamo, preghiamo…. per poterci veramente affidare a Dio e superare la nostra paura. Ha ragione anche Giusi…. invochiamo lo Spirito Santo!

    1. @Cinzia, un bel aforisma già citato su questo blog, ma sempre valido e calzante in questo caso:

      “La paura bussò alla porta. La Fede andò ad aprire… non c’era più nessuno.” 😉

      1. Giusi

        In qualche modo fa pendant anche questo: “Si può perdonare a un bambino di aver paura del buio, la vera tragedia è quando un uomo ha paura della luce”. E’ attribuito addirittura a Platone ma non si sa….

    2. ele 86

      Grazie cara.so benissimo che la mia paura o mancanza di fede anche perché ciò che alla fine mi spaventa di più è il rendermi conto di perdere amici, di venire gratuitamente offesa. Tuto questo mi dice che il signore e il mio rapporto con lui è molto distante da essere vero autentico e capace di mettere al primo posto il vero e unico signore della vita.preghiamo prima di tutto per noi.

  3. cinzia

    @Bariom, grazie! ne sono convinta profondamente, ma visto che ho ancora tanta paura, allora penso che la mia fede ha tanto bisogno di crescere! 🙂

  4. “La famiglia è tornata a diventare quel potente e insostituibile centro infinitesimale di tutto come era una volta, perché la civiltà dei consumi ha bisogno della famiglia. Un singolo può non essere il consumatore che il produttore vuole, può essere un consumatore solitario, imprevedibile, libero nelle scelte, sordo, capace magari di rifiuto: della rinuncia a quell’edonismo che è diventato la nuova religione. Bisogna distruggere il singolo, esso deve essere sostituito con l’uomo-massa: La famiglia è appunto l’unico possibile exemplum concreeto di “massa”. E’ in sesno alla famiglia che l’uomo diventa veramente consumatore: prima per le esigenze sociali della coppia, poi per le esigenze sociali della famiglia vera e propria.”

    [P.P. Pasolini]

  5. vale

    Anche oggi è importante per i cristiani non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto”

    vedere il caso Barilla sui giornali di oggi per farsi un’idea di quel che arriva.

  6. Aiutatemi. alla domanda. “cosa dovrebbero fare i cristiani in Pakistan, in Somalia, in Kenia …ecc (è un eccetera troppo lungo,purtroppo) ?” cosa possiamo rispondere, cosa risponde il Vangelo?
    Nessuno è chiamato al martirio, alla confessione fino alla morte (mi pare).
    Ma se fosse così, cosa posso fare io – oltre a pregare – che sto in Italia per i fratelli che muoiono ammazzati a causa di un odio incontrollabile e immotivato? E’ giusto chiedere loro di restare lì a testimoniare la fede a costo della vita?

    non lo so

    1. franz

      Di sicuro non puoi sostituirti alla loro coscienza. Capisco il senso di impotenza, ma appunto tu non puoi. Cos’è questo problema del “fare”? E la preghiera non è mica un orpello, dovuto ma un po’ così, tanto per dire.

  7. Tra i molteplici idoletti adorati dai non credenti, sul ripiano più alto dell’ingombro scaffale, c’è per l’appunto la Legge, con obbligo di iniziale maiuscola. Il Cristiano non è anarchico, però è realista.

  8. Sì, ho il problema del fare, perchè trovo ingiusto quello che succede e che viene permesso dagli stati. Quindi mi chiedo cosa posso fare. Ovvio che la potenza della preghiera, che abbiamo sperimentato di recente con il digiuno chiesto dal Papa, è indiscutibile ma ce ne vorrebbe uno alla settimana!

    1. Se fosse necessario uno alla settimana (e già credo non farebbe certo male…), dove saterebbe il problema? 🙂

      Quando ci si trova veramente “alle strette”, magari per vicende personali, si fa… e anche più di uno 😉

  9. Lalla

    Grazie, Benedetto! Spesso mi sento paurosa e vile. Da tempo prego per il dono della forza di testimoniare. Sono venuta a patti con la mia incapacità di parlare chiaro in certe situazioni sociali (incluse le discussioni sui social network) e ho deciso di pregare per avere la forza nei momenti veramente decisivi, ad esempio situazioni individuali dove davvero la mia testimonianza possa fare la differenza, per non parlare della possibilità estrema del martirio, che sembra remota, ma non possiamo dirlo. Ovviamente prego anche di ricevere l’aiuto necessario a discernere queste situazioni. Davvero, per tentare di fare e dire ciò che è giusto, l’unico modo è affidarsi a Dio.

  10. Carlo

    BVZPAO: quando io mi ponevo il problema del “fare”, come lo intendi tu, divenni, logicamente, comunista. Perchè anche e soprattutto questo è stato il comunismo…una grande eresia cristiana…non accettare la realtà (con l’enorme mistero del male innocente), non fidarsi di Dio e farne a meno, quindi…”fare”! Combattere ingiustizie e diseguaglianze e realizzare il paradiso in terra. Uno dei primi imput alla conversione, fu il rendermi conto che questa era una strada illusoria, fallimentare e che, alla fine, moltiplicava il male anzichè ridurlo.

  11. franz

    Ricordo che quando da ragazzo andavo a catechismo dai Gesuiti, prima di “fare” i gruppi nei quali seduti in cerchio “facevamo” dei gran cartelloni dal titolo: cos’è PER TE … (l’amore, la pace, la giustizia, la solidarietà, il prossimo, …), il padre o uno dei responsabili “facevano” il loro fervorino per attualizzare il Vangelo (evidentemente bisognoso di restyling) e concludevano invariabilmente con questo invito: “dobbiamo ora chiederci CHE COSA POSSO FARE IO, OGGI, per …” (la pace nel mondo, la fame nel mondo, la guerra nel mondo, ecc.). Silenzio imbarazzato. Poi qualcuno rompeva il ghiaccio, diceva che “si poteva rinunciare a qualcosa (notare l’impersonale) e donare il ricavato”. Approvazione generale, coscienza a posto e via, piccoli aspiranti demiurghi, a fissare il nostro verbo su quintali di carta.

  12. @Franz e Carlo, concordo con voi…

    L’idea che cambiando le strutture, che “facendo” delle cose si salverà il mondo…
    Uno solo e una sola cosa salva il mondo… poi certo, il cristiano non sta con le mani in mano ad aspettare “che piova”, ma ognuno secondo i propri talenti, carismi e vocazione, “fa” quello che Dio lo chiama a fare, ma è lo spirito con cui si fanno le cose e lo spirito ultimo del – perché (e per chi) – si fanno, che rende tutto diverso.

    Il mondo è già pieno di gente che fa e vuole fare, cose anche buone e scempiaggini assolute (vedi il boicottaggio Barilla, tanto per citare l’ultima), ma al cristiano prima di tutto “cercare le cose di lassù” (anche lavorando quaggiù…;-)), “lavorare nella vigna” per il Regno dei Cieli.

  13. StefyB.

    Martire è sinonimo di testimone, per questo ogni cristiano è chiamato ad esserlo; la morte invece non va cercata, si rischierebbe di cadere nell’esibizionismo, ma ad alcuni è chiesto di abbracciarla con fede se capita nel proprio cammino. Se non l’avete ancora visto vi consiglio il film “Uomini di Dio”, fa vedere molto bene il percorso di questo gruppo di monaci dalla consapevolezza del pericolo e la paura, alla preghiera e infine alla scelta comunitaria di restare: “Che Dio apparecchi qui la sua tavola, per tutti, amici e nemici” (citazione dal film).
    Per affrontare la paura,che c’è anche nel piccolo della nostra testimonianza, niente di meglio delle Sue parole, dalla prima lettura di oggi: “Coraggio popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché Io sono con voi”

    1. Bel film… che è poi una storia vera.
      Se non ricordo male il corpo di questi martiri, non è mai stato ritrovato. Per usare una frase comune: “non si è più saputo che fine abbiano fatto…”

      Cosa che non è ovviamente nascosta a Nostro Signore.

    2. Mi permetto di ricordare che contemporaneamente alla strage nella chiesa in Pakistan ne è avvenuta un altra altrettanto terribile in un centro commerciale in Kenia, con altrettanti morti. Di cosa sono stati “testimoni” loro?

      1. Ti ricordo caro Alvise che:
        “Diverse testimonianze avvalorano la tesi del terrorismo islamico. Elijah Kamau, infatti, ha raccontato che gli uomini che hanno fatto irruzione nel palazzo hanno detto ai musulmani di alzarsi e andarsene, e che l’obiettivo erano i non musulmani. Addirittura, gli assalitori, tra i quali ci sarebbero tre donne, avrebbero «giustiziato» alcuni clienti che «non parlavano swahili» ma «una lingua straniera». Jay Patel è un altro testimone, che si trovava all’ultimo piano dell’edificio e che ha assicurato di aver visto, mentre guardava dalla finestra, «uomini armati con un gruppo di persone. Mentre gli aggressori stavano parlando, qualcuno tra le persone si è alzato ed è andato via, mentre gli altri sono stati colpiti». (fonte Corriere della Sera)

        Certamente testimoni della brutalità, della vigliaccheria, dell’odio, da parte di uomini che credono il loro odio approvi l’uccisione degli innocenti.

  14. sulla mia poca fede mi aveva già convinto papa Francesco, sul fatto che non si possa mettere pressione ai nostri rappresentanti perchè battano i pugni sul tavolo ai padroni di quegli stati, invece, mi sembra prematuro e insensato.
    riformulo la domanda: la dottrina della Chiesa chiede ai cristiani di restare in un luogo oggettivamente pericoloso per la vita a testimoniare la fede, oppure no? ci sarà un punto della teologia morale che risponde a questa domanda (c’è per le madri, per i soldati, per la legittima difesa…).

    1. @bvzpao, nel CCC leggiamo:

      II. «Rendere testimonianza alla verità»

      2471 Davanti a Pilato Cristo proclama di essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. 363 Il cristiano non deve vergognarsi « della testimonianza da rendere al Signore » (2 Tm 1,8). Nelle situazioni in cui si richiede che si testimoni la fede, il cristiano ha il dovere di professarla senza equivoci, come ha fatto san Paolo davanti ai suoi giudici. Il credente deve « conservare una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini » (At 24,16).

      2472 Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità: 364

      « Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la testimonianza della parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione ». 365

      2473 Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. « Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio ». 366

      2474 Con la più grande cura la Chiesa ha raccolto le memorie di coloro che, per testimoniare la fede, sono giunti sino alla fine. Si tratta degli atti dei martiri. Costituiscono gli archivi della verità scritti a lettere di sangue:

      « Nulla mi gioverebbe tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù; per me è meglio morire per [unirmi a] Gesù Cristo, che essere re sino ai confini della terra. Io cerco colui che morì per noi; io voglio colui che per noi risuscitò. Il parto è imminente… ». 367

      « Ti benedico per avermi giudicato degno di questo giorno e di quest’ora, degno di essere annoverato tra i tuoi martiri […]. Tu hai mantenuto la tua promessa, o Dio della fedeltà e della verità. Per questa grazia e per tutte le cose, ti lodo, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo di Gesù Cristo, Sacerdote eterno e onnipotente, Figlio tuo diletto. Per lui, che vive e regna con te e con lo Spirito, sia gloria a te, ora e nei secoli dei secoli. Amen ». 368

      Vero è che troviamo parole come “dovere”, “sono tenuti” e “obblighi”, che sono come sempre le precise linee guida morali e che indicano la retta via di chi deve “aspirare ai carismi più alti” nonché essere “Santo come Santo è Dio”, ma la chiave di lettura non può che essere quella della preghiera di San Policarpo su riportata.
      “Ti benedico per avermi giudicato degno di questo giorno e di quest’ora, degno di essere annoverato tra i tuoi martiri …ecc”

      Risulta evidente come si tratti di una particolare chiamata e dono di Dio, potremmo dire un’elezione, per la quale vale certamente la nostra disposizione interiore, ma non certo il nostro “umano coraggio”, una particolare “tempra morale” o, ancor meno un “obbligo morale”. D’altra parte il CCC parla di “forza dello Spirito Santo” e “fortezza” (dono anch’esso dello Spirito).

      Non credo si possa pensare esista un “obbligo” per chi risieda in luoghi dove la propria vita è a rischio a motivo della Fede, a non allontanarsi da quel luogo.
      Peraltro normalmente, ci sentiamo ancor meno “obbligati” a testimoniare il nostro credo in situazioni che riteniamo “scomode” o che ci potrebbero mettere in “cattiva luce” laddove invece vogliamo salvare semplicemente “la faccia” (come si usa dire), me incluso, tutti gli altri qui presenti esclusi ;-).

      Bisogna trovarsi con un coltello alla gola o alla gola di una dei tuoi figli, per poi dire cosa ci sentiremo “obbligati” a fare (o restare dove il rischio è concreto…). Tanti fratelli oggi in tante parte del mondo stanno testimoniando sino al sangue, altri no, ma sino a morire senza recedere e amando il nemico (altra “piccola” caratteristica del martire cristiano), solo l’Amore di Dio e per Dio può umanamente renderlo possibile.

  15. Lidia

    comunque io ancora non capisco che “c’azzecca” il commento della Boldrini con il fatto che la Barilla presenta una famiglia mamma papà e figli (cioè il 95% delle famiglie italiane). Non giudico il commento: mi chiedo solo che c’entra.
    Quando uno dice che poi la logica se ne va a quel paese…

    1. Lidia

      no scusate!!!! qua la è la mia di logica che va a quel paese…ho seguito male la faccenda e credevo che il commento della Boldrini seguisse l’intervista.
      Cmq rimango basita del fatto che una pubblicità tranquillissima come quella della pasta Barilla possa dare fastidio

    2. “ROMA. (Adnkronos) Negli ultimi venti anni le famiglie italiane sono passate da 20 a 24 milioni, mentre i componenti sono scesi in media da 2,7 a 2,4. Sono aumentate le persone sole, le coppie senza figli e le famiglie monogenitore, sono diminuite le coppie con figli. Le coppie coniugate con figli si sono ridotte al 33,7 per cento delle famiglie italiane nel 2010-2011 dal 45,2 per cento del totale delle famiglie del 1993-94; anche nel Mezzogiorno la famiglia tradizionale, ancora maggioritaria nel 1993-94 (52,8 coppie coniugate con figli per cento famiglie), rappresenta oggi poco piu’ del 40 per cento. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2012 dell’Istat”

    1. Giusi

      Cosa c’entra questo con il diritto di esprimere la propria opinione? Se a Barilla gli piacciono le famiglie tradizionali lo deve poter dire senza che nessuno gli rompa i c…….! E’ chiaro?

  16. Carlo 72

    ” Quand’ ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore». Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico: quand’eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vorrai». Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».” Gv 21, 15-25

    Anche Pietro aveva paura, aveva poca fede anche se pensava il contrario fino a che il Signore gli chiede per la terza volta .<>. Allora ricorda del tradimento, della sua paura dettata dalla poca fede e a quel punto e non prima Gesù gli dice:<>.
    Tranquilli, se si segue il Signore, nella debolezza, quando saremo “vecchi” , al momento opportuno, stenderemo le mani, avremo la fede per testimoniarLo nelle situazioni difficili e per chi è stato predisposto fino al martirio …. e non esiste solo quello fisico.

  17. Carlo 72

    Anche Pietro aveva paura, aveva poca fede anche se pensava il contrario fino a che il Signore gli chiede per la terza volta .” Mi ami tu?”. Allora ricorda del tradimento, della sua paura dettata dalla poca fede e a quel punto e non prima Gesù gli dice: quand’eri giovane, ti cingevi ……..

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