Innamorato di un bugiardo?

Scalfari

di Costanza Miriano

Sono sicura che Dio salverà delle anime, chissà quali, per un guizzo di bene, per uno sguardo rivolto a lui, per un momento di umiltà. Sono certa che lui sappia raccogliere da terra le nostre briciole di bene, che non ne sprechi nessuna. Sono certissima che sappia farlo molto più di noi.

L’altra sera persino io, per dire, (che comunque sono nel mio piccolo a sua immagine e somiglianza) ho provato un moto di tenerezza – figuriamoci quanta ne ha provata Lui! – per Scalfari, ascoltando le sue risposte all’intervista di Lilli Gruber. (n.b. Ascoltando è una parola grossa: stavo dando la cena ai ragazzi, e, con una deroga alla regola della tv spenta, mi sono comprata il loro silenzio dicendo alcuni sì a caso alle loro richieste. Credo che si siano mangiati sei gelati a testa).

Comunque, per quel che mi è stato dato di sentire, ho potuto cogliere la grande padronanza e la visione di insieme del vecchio osservatore – non tanto esterno – di tutta la vita politica e sociale italiana degli ultimi decenni.

Ma quando si è arrivati al tema della fede, la mancanza dei fondamentali del grande Eugenio mi si è palesata in tutta la sua evidenza: si capiva benissimo che stava parlando un linguaggio non suo, che attraversava con passo insicuro terreni mai solcati, o abbandonati da tanto tempo, incolti, irti per lui di pericoli. Niente di male, si intenda: io avrei la stessa poca padronanza, la stessa insicurezza nell’esprimermi, la stessa visione elementare se mi trovassi a parlare praticamente di tutti gli argomenti dello scibile umano. Solo che in bocca a un uomo così scaltro, potente, sicuro in altri campi, quella poca sapienza suonava strana.

È poi c’è stato il momento in cui ho provato tenerezza, lo ammetto. Quando il fondatore del giornale che tutti conosciamo (inserire qui aggettivi a scelta, siete soli davanti al computer, potete farlo) ha detto: “ma io sono innamorato!! Sono innamorato di Gesù! Un uomo grandissimo, straordinario!”, ecco, in quel momento ho visto con tenerezza tutta la fragilità di un uomo molto avanti con gli anni, non in ottima salute, di fronte alle grandi domande della vita.

Moltissimi di noi sono innamorati di Gesù. Molti lo sono così tanto che ci si sono giocati tutto, tutta la propria vita. Hanno scommesso su di lui qualcosa di serio, di molto serio, hanno rinunciato a qualcosa che non tornerà mai più. Tutto lasciato alle spalle per seguirlo. Ma perché?

Perché hanno, abbiamo creduto che quello che Gesù diceva è vero.

D’altra parte ci sono solo due possibilità: o è vero, o non lo è. Quel falegname nato in Palestina sotto Augusto e morto sotto Tiberio, una persona esistita davvero, ormai è provato storicamente, o era un bugiardo piuttosto in gamba, o è il Figlio di Dio. O ci ha detto un sacco di balle, o la verità (o, come dice lui, addirittura è la verità).

Se ha mentito, non è che abbia fatto una gran figura. Non è stato un rivoluzionario, non ha cambiato la condizione della gente che diceva di preferire, ha detto persino di dare a Cesare le monete con la sua faccia, e anche se era gentile con i poveri non ha risolto i loro problemi sociali. Diceva di dar loro da mangiare, ma aveva solo qualche pesce e qualche pane raccattato tra i suoi amici. Non è stato un eroe perché è morto senza neanche difendersi, e per di più come un malfattore. Al massimo si può dire che ha sopportato bene il dolore, ma a me che cosa cambia? Si può stimare uno perché ha una soglia del dolore altissima? (Beato lui, ma che mi risolve quando ho mal di testa? Chi consola la mamma di quel bambino malato?) Ha detto che sarebbe risuscitato e non lo ha fatto. Ha detto che poteva guarire le persone, ma se era solo un essere umano, e per di più poco affidabile, come poteva guarire solo toccando? Ha detto alcune belle parole, socialmente meritorie, porgi l’altra guancia e da’ la tunica a chi ti prende il mantello, ma se per tutto il resto ha detto delle bugie non è che sia così affascinante. Ha detto che amava i suoi amici, forse lo ha fatto, ma adesso è morto e quando mi sento incompresa come può consolarmi il pensiero che duemila anni fa è vissuto uno molto affettuoso con i suoi? Io voglio uno che ami me in quel modo assoluto e totale, e lui è morto, e nessuno mi consola. Come si può essere innamorati di uno che spara così tante balle?

Oppure quello che ha detto è tutto vero. È stato messo in un sepolcro che poi è stato trovato vuoto. Il suo corpo trafitto dai chiodi è tornato a vivere. A chi crede in Lui ha dato la possibilità di diventare figlio di Dio, quindi di non morire. Lui è Dio. Lui è con noi tutti i giorni e ci ha lasciato lo Spirito Santo. Il pane che mangiamo a messa è davvero il suo corpo. Chi vede lui vede il Padre. È una delle tre persone della Trinità. Tre persone vive con cui entrare in una relazione vera, la più vera e concreta e importante della nostra vita, più di quella con lo sposo, con i figli, con i genitori. Più amico degli amici, più fratello dei fratelli, più vero di noi stessi che adesso possiamo toccare le nostre mani mentre leggiamo. Questa è la buona notizia che cambia la storia dell’universo. Questa è la persona che tutta la vita continuiamo a cercare e desiderare. Questo è l’amore totale assoluto incondizionato di cui abbiamo nostalgia a ogni respiro.

L’altro invece, il falegname palestinese bugiardo, è uno che ha detto alcune belle parole insieme a un sacco di bugie, praticamente un buon pubblicitario. Squinternato e illuso. Incapace di cambiare la realtà che siamo (saremmo) solo cibo per vermi, destinati a finire nella terra e a marcire.

Io sono sicura che anche Scalfari cerca quell’altro Gesù, quello vero, quello che è Dio, e, chissà che questo desiderio, piccolo, dubbioso, chissà, forse soffocato da tante erbacce Dio non sappia farlo germogliare. Scalfari dice “non ho la fede ma neanche la cerco”. Io però credo che la cerchi eccome, se dice di essere innamorato di Gesù.

E soprattutto, come direbbe Francesco, chi sono io per giudicare un direttore che cerca Dio?

79 pensieri su “Innamorato di un bugiardo?

  1. Fiorella

    Grazie Costanza!
    Hai provato a vendere l’articolo a Repubblica?
    Secondo me ne faresti impennare le vendite

    1. Andrea Piccolo

      Mi raccomando però, a Repubblica, perché se lo mandi a Odifreddi lo vende lui. Nel suo prossimo libro!

  2. Alvaro.

    Tutto bello, tutto vero, ma a me rimane un dubbio: che il nostro “amico” Scalfari menta sapendo di mentire quando dice:” sono innamorato di Gesu'”. Non ho nessuna fiducia in certi personaggi, troppo comodo, troppo facile, lasciare uno “spiraglio” della porta aperto nel mentre si avvicina il momento del “giudizio”. Resta chiaro che il pastore andra’ “sempre” a cercare l’unica pecora smarrita a fronte delle 99 nell’ovile ma, probabilmente io sono meno cristiano di quello che penso, credo e vorrei essere ma un dubbio mi rimane, mi logora e mi porta a domandarmi:” sono io che sbaglio o e’ l’uomo qualunque”? Alvaro.

  3. Carlo

    ALVARO: tutto bello e tutto vero; il pastore andrà sempre in cerca della pecora smarrita, a fronte delle 99 nell’ovile. Non probabilmente ma sicuramente siamo meno cristiani di quanto si pensa.

  4. giuly

    grazie Costanza! Bello, bellissimo post. Io pure sono certa che Barbapapà, come ogni uomo, cerchi Dio. Anche il più coriaceo e indurito sperimenta il dolore di una ferita che non si rimargina se non in Cielo.

  5. maria elena

    Per fortuna che Dio vede nel cuore degli uomini, quindi io non sto a giudicare, mi auguro che sia così veramente, anche se conoscendo Scalfari credo che sia una manovra da scaltro e falso giornalista. Però c’è sempre un però, ripeto, solo Dio sa cosa c’è nel suo cuore, tu mi scruti e mi conosci, e spero vivamente che sia vero per lui e la sua anima questa ricerca di Dio.Facciamo festa per il ffiglio ritrovato.

  6. sono d’accordo con Carlo: sentendo così spesso il Papa mi rendo conto di essere lontano anche dall’idea che ho di me come cristiano (iato tra ciò che penso di essere e ciò che sono). Però ricordo che il vangelo ci invita a essere scaltri, e con gente come Scalfari è meglio esserlo. Magari suggerire al direttore di farsi fare un corso di logica dal suo figliolo PG odifreddi così tanto per capire la preziosa osservazione che costanza gli ha regalato. a noi tocca sperare, sperare fino alla morte che la conversione sia per tutti. anche per i più antipatici (e quei due sono dei campioni assoluti, per quanto mi riguarda)

  7. vale

    mah, non ho mai visto un “republicones”( o nardones, come li avrebbe definiti Montanelli), dire la verità. per loro ,la verità, è solo ciò che è utile per il potere e per imporre la loro “weltanschauung”.

  8. Carmine

    Grande Costanza Miriano! La leggo con attenzione,passione e godimento,per la carica di sincerità’,che mette nella sua fede in Dio,per l’arguzia con cui sa condire anche le stilettate più’ feroci indirizzate verso gli spocchiosi e presuntuosi che si affannano a creare credibilità’ alle loro analisi del post Ratzinger( Melloni)!

  9. Franca 35

    Grazie Costanza, ogni tanto mettiamo Scalfari nelle nostre preghiere, gli farà senz’altro bene.
    Stamani mi è capitato per le mani “La fortuna di appartenergli” di Giacomo Biffi, sempre godibile, che ci ricorda che chi non è credente spesso è credulone.
    Per quanto riguarda la situazione attuale circa le strane leggi che tendono ad eliminare la famiglia, ieri mattina alle lodi ho trovato dal salmo 35 questo versetto:
    “Il Signore annulla il disegno delle nazioni,
    rende vani i progetti dei popoli”
    e quest’altro:
    “Signore, sia su di noi la tua grazia,
    perché in Te speriamo”.
    Non lasciamoci rubare la speranza, e continuiamo fiduciosi a pregare.

  10. Carlo

    CARMINE: secondo me Costanza è una donna di fede e di amore, è cristiana: non “condisce con arguzia stilettate feroci”!!!???

  11. vale

    @ carlo
    ….candida come una colomba ed astuta come un serpente? ( ma per ulteriori delucidazioni bisognerebbe chiedere all’admin…)

  12. Alessandro

    “la mancanza dei fondamentali del grande Eugenio mi si è palesata in tutta la sua evidenza: si capiva benissimo che stava parlando un linguaggio non suo, che attraversava con passo insicuro terreni mai solcati, o abbandonati da tanto tempo, incolti, irti per lui di pericoli.”

    E infatti il grande Eugenio non ha capito un tubo della lettera di Papa Francesco, e dalla Gruber s’è spericolato in interpretazioni sgangheratissime:

    http://www.tempi.it/non-e-grave-che-scalfari-non-abbia-capito-papa-francesco-e-grave-che-gli-attribuisca-cosa-che-non-ha-detto

  13. Bell’articolo…

    Ciò che può apparire più sconvolgente (ma non dovrebbe esserlo affatto…) è che certamente che più di quanto Scalfari sia “innamorato” di Cristo, Cristo lo è di lui!!

    E l’amore, magari piccolo, piccolo, dubbioso, timoroso, velato, misterioso che Scalfari, come ogni altro uomo, avverte (o dovrebbe/potrebbe avvertire) è in realtà l’Amore di Cristo che bussa al suo cuore.
    Un Amore che bussa, bussa e ancora bussa… bussa per entrare, perché quella porta, che noi possiamo tenere chiusa dall’interno, venga da noi aperta, perché Cristo non la “sfonda”, non la forza, ma rispetta la nostra Libertà, la libertà di un sì sincero e libero…

    Forse la mano dell’ “innamorato”, del suo (mio, tuo, nostro) “diletto”, è già posta nella fessura della porta e cerca il chiavistello…

    “Io dormo, ma il mio cuore veglia.
    Un rumore! È il mio diletto che bussa:
    «Aprimi, sorella mia,
    mia amica, mia colomba, perfetta mia;
    perché il mio capo è bagnato di rugiada,
    i miei riccioli di gocce notturne».

    Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
    e un fremito mi ha sconvolta.
    Mi sono alzata per aprire al mio diletto
    e le mie mani stillavano mirra,
    fluiva mirra dalle mie dita
    sulla maniglia del chiavistello.
    Cantico 5

    quando la porta verrà aperta? Non lo sappiamo…
    Forse quando l’apprestarsi del termine dei giorni, dirà a Scalfari (come a chiunque) che tutti i dubbi, le idee, i combattimenti “contro” (anche alla Chiesa – presenza e immagine di Cristo) a nulla valgono e di essi ben poco resterà…
    Spero no, per lui, spero accada prima, perché possa godersi ancora un po’ di questa vita in compagnia di Cristo, che è tutta un’altra vita e per non rischiare di “giocarsi tutto” all’ultimo secondo 😉

    Confidiamo nell’Amore dell’Innamorato, perché questo Amore sa percorrere strade incredibili e umanamente impraticabili… Perché non c’è Amore più grande di alcuno che quello che Cristo ha per Scalfari, per me, per ogni Uomo.

  14. Mm.na

    Mio nonno si è professato ateo tutta la vita. Letterato, professore, classicista, per tutta la vita ha guardato con condiscendenza coloro (come mia nonna, che mi ha fatto conoscere l’opulenza abbagliante e gioiosamente ignorante della sua Fede partenopea) che si professavano credenti. Anticlericale non rabbioso e sottile, ha studiato a fondo le scritture e le fonti classiche, spesso in originale, citandole a proposito per contestare discorsi e prediche che quasi religiosamente ogni domenica andava ad ascoltare. Mi ha portato a vedere il miracolo di San Gennaro, la colomba che vola a Pasqua a Firenze, la Messa di mezzanotte di Pasqua nella Cattedrale di Atene. Sempre perché bisogna conoscere per contestare, diceva lui. Grande ammiratore di Giovanni Paolo II, di cui ha ascoltato ogni Angelus domenicale, affermava tuttavia di non comprenderne la Fede.
    Tutta la vita ha negato al mondo e a se stesso il conforto di riconoscere che il cielo non è vuoto. Tutta la vita, senza ammetterlo neppure con se stesso, ha cercato.
    Nei suoi ultimi mesi, cieco, invalido, lontano dalla sua casa e dalla sua città, si è finalmente fermato, e Lo ha trovato. Mi piace pensare che si sia accorto di averLo avuto con se, pur negandoLo, tutta la vita.

    1. Grazie Mm.na della tua testimonianza…
      Io credo sia stato proprio come concludi… se guardo al mio tempo da ateo, scorgo oggi i Suoi passi accanto ai miei già allora 😉

      1. Mm.na

        Caro Bariom, grazie del conforto della tua esperienza.
        Ad alcuni fortunati è dato il dono di percepire la Sua presenza nel mondo, di vederNe le orme e percepirNe il respiro. Anche se non sempre Lo riconoscono, questi fortunati non fanno fatica a credere, e non si sentono mai soli.
        Ma coloro che non hanno veduto, eppure credono, ecco che sono veramente beati.
        Come un cieco, che ritrovi la vista, vede la bellezza del mondo molto più di chi lo ha sempre avuto davanti.
        E allora chi è il fortunato?
        🙂

  15. 61Angeloextralarge

    “falegname palestinese bugiardo”… a Gesù che è la Verità… mi sa tanto di bugia. ;-D
    Ottimo articolo, scritto come sempre, cioé come piace a me. Grazie Costanza! Smack! 😀

  16. 61Angeloextralarge

    Alvise: non è una provocazione… se ti offendi ti chiedo scusa fin da ora… ma quando ho visto la foto di Scalfari, in un attimo di distrazione volante sugli occhi, ho pensato: “Toh! Oggi han fatto di sicuro la foto al toscanaccio!”.

          1. vale

            …e forse, Adamo, non era neppure l’unico…
            Sulla parte relativa all’ Eden ed alla creazione (7 coppie secondo i testi sumero-accadici, ad Abramo interessava solo la coppia da cui discendeva) non è qui il luogo di soffermarmi. L’ Eden può comunque identificarsi in un luogo ben preciso, la valle di Hunza in Pakistan, la cui memoria sembra abbiano conservato solo gli ismaeliti (religione con parte top secret.
            di Emilio Spedicato*
            http://www.papalepapale.com/develop/e-anche-un-matematico-scrive-a-odifreddi-per-dar-ragione-alla-bibbia/
            matematico, docente all’università di Bergamo

  17. vale

    @ angeloextra
    non palestinese, “nato in palestina” come chiamata dai Romani. geograficamente,etnicamente e culturalmente ebreo. e galileo.

  18. Alessandro

    Su Repubblica oggi il Card. Ravasi dice qualcosa che mi pare interessante

    – sul dialogo:

    “Un confronto a muso duro se è il caso, in cui si obietta, si danno delle visioni. Oppure dei consigli, non necessariamente polemici, ma che siano incisivi. Direi che certe volte all’interno del dialogo è necessaria la precisazione rigorosa. Quella di Benedetto è anche una lezione, non soltanto per noi che operiamo nel mondo della cultura, ma anche per la pastorale in senso lato. Il pastore non deve aver paura di entrare nella piazza, nel groviglio della comunicazione attuale.

    Il dialogo non deve costituire di per sé una sorta di Onu, di assemblea generale per cui alla fine si cerca di trovare comunque un accordo. Ci può essere anche un confronto aspro e serrato, nel riconoscimento delle diversità. E ci deve essere, come la lettera di Benedetto XVI dimostra, la presa in carico di misurarsi con contestazioni radicali, che qualche volta rischiano di essere anche schematiche o superficiali”.

    – su Scalfari:

    “Al fondatore di Repubblica voglio dire questo. Una volta l’ho visto in tv affermare: “Io e Calvino quando siamo arrivati alla maggiore età abbiamo scoperto Atena, e siamo diventati suoi discepoli”. Voleva dire, della ragione…
    Scalfari dice che non cerca Dio. Però riterrei più significativo che, se vuol essere discepolo di Atena, dovrebbe invece cercarlo. Perché se si pone quelle domande, sono domande teologiche”.

    http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/2013/09/25/news/il_cardinale_ravasi_vi_spiego_perch_i_papi_scrivono_ai_laici-67215325/

  19. Sara

    Grazie, Costanza! Ottima come sempre!
    Volevo lasciare un pensiero che mi è tornato alla mente e che ha fatto riflettere anche alcune persone “in cerca” alle quali l’ho proposto.
    Laddove Costanza ipotizza un Gesù bugiardo, stando alla provocazione, si sottinde facilmente che Gesù abbia mentito sapendo di mentire, o comunque che sia stato un ciarlatano colpevole delle ciarle che diffondeva (almeno per come ho compreso io quel passaggio). Ecco, la mia è una provocazione simile, ma che presuppone la buona fede di un ipotetico Gesù bugiardo (anche perché uno consapevole di mentire, forse non avrebbe accettato tanto pacificamente di venire messo a morte e di patire la croce). Cioè: poniamo che Gesù si sia sbagliato, che non era Figlio di Dio, che non aveva il potere di salvarci e che, dunque, non sia mai risuscitato, ma che tuttavia fosse sinceramente convinto di tutto questo e che quindi si sia lasciato crocifiggere volontariamente e senza opporsi perché convinto, con ciò, di salvare l’umanità. Ecco, Egli non è Figlio di Dio, ma credendo di esserlo ha dato la Sua vita per me: non merita, se non la mia fede in Lui, almeno la mia riconoscenza e la mia gratitudine? In ogni caso, nostro Signore non può lasciare indifferenti coloro che si interroghino su di Lui!

    A proposito del “falegname palestinese bugiardo” che “è […] praticamente un buon pubblicitario”, invece, mi è tornata in mente la scena del film “7 Km da Gerusalemme” dove il protagonista ateo ma in cerca, vedendo, se non erro, Gesù bere una bibita in lattina, afferma: “Che testimonial sarebbe!”

    1. Alessandro

      Concordo, Sara. La più diffusa e insidiosa obiezione contro, per così dire, il Gesù del Catechismo è quella che pensa Gesù non come un menzognero, ma come un uomo in buona fede che si è illuso, trascinando nell‘illusione il gruppo di chi credette in ciò che egli pensava di sé. ma nel post Costanza ha già spiegato come sia inverosimile l‘ipotesi che i seguaci possano essersi illusi…

  20. Giovanni Paolo Sapia

    Dio ha posto sufficiente luce per permettere di essere trovato da chi lo cerca, e sufficenti ombre per permettere a chi non lo cerca di non essere trovato. Già ai tempi di san Paolo si ipotizzava che i cristiani fossero una banda di bugiardi, m Gamaliele, il maestro di Saulo, ha detto la verità: “se tutto ciò è una bugia, decadrà da sè presto”. Il cristianesimo è in piedi da 2000 anni, è passato al vaglio di analisi storiche, critiche, scientifi he, e ne è sempre uscito rafforzato. Il giorno in cui anche i protestanti, gli islamici e molte altre religioni porranno in discussione se stesse così come ha fatto il cattolicesimo, è molto probabile che cadranno. Tra queste religioni metto dentro anche l’ateismo, che non è un non credere in Dio, ma mettere se stessi al centro, diventare dèi di se stessi, cosa ancora più pericolosa, peggiore forse dell’idolatria verso il denaro. Se quindi anche gli atei porranno in discussione se stessi, si scopriranno anche essi nudi, magari dentro una botte e con una lanterna in mano come Diogene, non in cerca dell’uomo, ma di Dio.

  21. Sarebbe bello domandare a questo Signore, dall’animo nobile (quando vuol far la parte del dialogatore moderno) cosa significa essere “innamorato di Gesù”. Se non mi sbaglio per essere innamorati bisogna provare dei forti sentimenti verso l’oggetto dell’innamoramento, non solo di rispetto e ammirazione, ma una attrazione, un desiderio, una spinta, un movimento della libido verso questo oggetto, un impulso che fa (un poquino) buttarsi nell’altro, cercare l’altro, abbandonare il solido terreno del sé. Fossimo tutti minimamente innamorati di Gesù (fosse quest’uomo innamorato di Gesù)… sarebbe tutta un’altra vita!

  22. fortebraccio

    Scusate,
    ma non credo che esistano solo due possibilità, bensì tre: o è vero, o non lo è, o è vero ma per alcuni particolari insignificanti potrebbe anche non esserlo.
    Mi spiego meglio: nel dichiarare l’aut-aut, si corre un rischio altissimo: che un dettaglio di per sé insignificante, ci faccia fare degli scivoloni.
    Ad esempio: La Bibbia o è tutta vera o la Fede che racconta, alimenta e sostiene è fallace.
    ed ecco che arriva l’eliocentrismo – brum, scivolata.
    I dinosauri – brum, scivolata.
    …e così via. Tra le altre abbiamo anche creato il falso dualismo fede/scienza, da cui discende l’accusa di oscurantismo. Difficile fare peggio! Perché ci metterà sempre dalla parte del torto.

    Arduo dire quale sarà il prossimo scivolone, a meno che non si sia pronti ad isolare il nucleo della fede dal contorno del racconto. e non esisterà più strada sdrucciolevole.

    1. Alessandro

      Ciò che va creduto è chiaramente indicato dal Catechismo, che, come dice Giovanni Paolo II nella Lettera con la quale lo approva e lo promulga, è “autorevole esposizione dell’unica e perenne fede apostolica… genuina e sistematica presentazione della fede e della dottrina cattolica”.

      1. vale

        @ alessandro
        nessun dubbio su ciò. anche se talune “definizioni” o spiegazioni sembrerebbero un tantino “ammorbidite”rispetto a quello di S.Pio X e talaltre poco chiare.
        altrimenti non si spiegherebbero affermazioni come:il cardinale Murphey O’Connor, arcivescovo di Londra, che in un discorso ha detto: “Benché i cattolici credano che la Chiesa di Cristo “sussista” nella Chiesa Cattolica, proprio questa formula (sussiste.ndr) implica che la Chiesa Cattolica Romana, non sia totalmente autosufficiente e che le ricchezze e i doni di altre chiese cristiane sono elementi che contribuirebbero alla sua pienezza”. (dal Catholic Herald, 13 febbraio 2009, riportato da “Una Voce” gennaio-aprile 2009 p.11).

        1. Alessandro

          il cardinale Murphey O’Connor interpreta in modo errato il “subsistit” (peraltro che la Chiesa di Cristo “sussista” nella Chiesa Cattolica dice il Concilio ecumenico Vaticano II, che in quanto ecumenico è infallibile in materia di Fede, sicché è impossibile che l’espressione “subsistit” significhi alcunché di contrario alla Fede, e cioè non può significare che la Chiesa Cattolica non sia in pienezza la Chiesa di Cristo, né può significare che alla Chiesa Cattolica, per essere in pienezza la crisi di CRisto, manchi quancosa che risiede in altre comunità cristiane).

          Chiarificatore al riguardo è l’intervento della CDF:

          http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20070629_responsa-quaestiones_it.html

      2. fortebraccio

        Certo Alessandro.

        Però ti prego di considerare una cosa: quando parliamo di approccio alla fede da parte di non credenti, ci sono alcuni errori che credo che un credente non debba fare. Uno di questi è presentare la fede come un aut-aut come esposto sopra: o così o niente. Questo è un’approccio che porta al rifiuto in chi si volesse avvicinare (e mi riferisco alle accuse di oscurantismo eccetera). Diamine, ci siamo già passati da quest’errore, perché vogliamo riproporlo?

    2. Fortebraccio, le consiglierei di leggere il libro di cui si parla qui
      http://www.uccronline.it/2012/11/17/nuovo-libro-di-rodney-stark-il-trionfo-del-cristianesimo-e-il-motivo-del-suo-successo/

      in particolare il capitolo su «La fede e la “rivoluzione” scientifica». In cui si chiarisce, sinteticamente e pianamente, come gli scivoloni cui lei si riferisce non li abbia fatti la Chiesa ma casomai tutti coloro che si fidano di quel che gli racconta qualche pubblicista non esattamente in buona fede (dai vari Diderot e Voltaire fino ai pallidi epigoni Odifreddi o Dawkins). Che le Scritture vanno interpretate e non prese alla lettera lo sosteneva già sant’Agostino, a quel che mi dicono
      http://www.augustinus.it/italiano/genesi_lettera/index2.htm

      1. fortebraccio

        Cara Mrs, va benissimo, ma è una cosa che t’insegnano poi, talmente poi, che magari nel frattempo ti sei allontanato dalla fede. Peggio: se non te l’insegnano bene, si fa in un attimo a cadere nel “relativismo cattolico” (fede, à la carte).
        Per ultimo: non conosco nessun non-credente che non sia per lo meno affascinato dal messaggio cristiano, ma che resti lontano per quello che percepisce come indebito ed abusato potere temporale della Curia (non ce la faccio a dire Chiesa), impastato a errori (più o meno veri) avvenuti in epoche diverse. Ma dove credete che i libri di Dan Brown traggano la loro forza? Dal figlio della Maddalena? Altri libri l’avevano già ipotizzato – ed altri avevano spernacchiato questi primi con molto più favore di critica e lettori (ad esempio: il pendolo di foucault). Sfuttando essenzialmente impasti di pregiudizi e lontani ricordi.
        Altrimenti come spiegare parimenti il favore ottenuto da libri come il pendolo, il vengelo di gesù o il maestro e margherita (nell’ordine: Eco, Saramago e Bulgakov – non proprio tre chirichetti), soprattutto tra i non credenti?

        Una qualsiasi azione pastorale nei confronti di non credenti deve partire da questa visione del mondo – per andare a decostruirla, s’intende – altrimenti sarà fatica sprecata.
        E’ per questo che un papa “Francesco” suscita molte più speranze di un “Benedetto XVI” (intendo come nome): perché rende l’impressione di partire dal cuore (e dalla povertà -ma non d’animo!-), dalla misericordia – tutti concetti/espressioni tangibili – , invece che dalla teologia. E non a caso, l’unica espressione che Bergoglio continua a ripetere è: “sono un figlio della Chiesa e tale rimango”, casomai qualcuno lo dimenticasse o volesse travisare…

  23. vale

    @ alessandro
    apprezzo che venga corretta l’interpretazione di un cardinale. a margine m’interrogo sul fatto di quanto delle definizioni-in questo caso del conc.vat.II siano state volutamente mal interpretate( quando non scritte volutamente in modo da prestarsi ad equivoci). il punto e che ,io no di certo, ma presumo neppure te si sia stati dei periti o partecipanti al conc.vat.II.
    mi limito a considerare che:
    -ci sono cardinali( e non cito, per carità. vescovi, sacerdoti e “teologi”) che danno interpretazioni difformi,
    -che se fosse così chiaro-sempre da parte di cardinali,vescovi,sacerdoti e “teologi”- non verrebbero fatte talune affermazioni.
    che di quel documento ero già al corrente. il che non toglie che perdurano talune interpretazioni non “condannate” prontamente dalla chiesa. ed è ovvio che, come afferma Papa Francesco,non siamo sempre a ribadire certe cose che sono dogma e/o patrmonio del depositum fidei e della tradizione.(tra l’altro vedere la recentissima scomunica controfirmata da Papa Francesco ad un sacerdote -se non ricordo male-australiano.per dire che sul dogma o talune tradizioni, anche codesto Papa,non fa sconti.)
    ma che, talvolta, non chiarirle o ribadirle laascia spazio ad interpretazioni che corrette non sono.se posso permettermi.

    1. Scusa Vale, ma:
      “(quando non scritte volutamente in modo da prestarsi ad equivoci)”

      Queste sono quelle frasi gratuite, ambigue, buttate là, che potrebbero essere annoverate tra tutte quelle dei saccenti commentatori del tipo Scalfari e company, con la differenza della loro profonda ignoranza sul tema su cui discettano e a volte la precisa volontà di insinuare dubbi “fumosi”.

      Nel tuo caso non saprei interpretarne la “razio”…

      E se hai particolari doni di discernimento e di giudizio sull’opera dello Spirito Santo all’interno di un Concilio, illuminaci.
      Dato che ci hai confermato non essere stato tra i partecipanti.

  24. vale

    sempre @alessandro.
    p.s. sempre a margine, come ribadito anche da chi lo indisse, non fu un concilio dogmatico, ma pastorale. che poi le interpetazioni varie abbiano intaccato,almeno nel comune percepire,quando non utilizzate da taluni per contestare verità di fede -viste le continue discussioni che ci sono- anche taluni aspetti del depositum fidei o della tradizione non lo scopro io ,visto che persono più”studiate” di me continuano a discettarne a oltre 50 anni di distanza.

    1. Alessandro

      io sono dell’avviso che lungo i cinquant’anni trascorsi dal Vaticano II il Magistero ordinario abbia provveduto a precisare con sufficiente chiarezza quanto nei documenti del Vaticano II potesse sollevare nei fedeli sinceri perplessità genuine e non pretestuose.
      Il problema, a mio avviso, è che – duole dirlo ma è così – tra i cattolici molti (soprattutto laici e preti) non conoscono queste precisazioni, altri (soprattuto vescovi e ancora preti) rifiutano queste precisazioni, esercitando un dissenso palese od occulto nei confronti del Magistero (nel quale dissenso non mancano mai le interpretazioni distorte e arbitrarie del Vaticano, vuoi laudative vuoi denigratorie).
      Quali i rimedi? Confermare nella fede è compito del Papa, con provvedimenti severi se necessario.

      Quanto alla genesi di questo marasma, vale la pena ricordare quanto Benedetto XVI disse al clero romano il 14 febbraio di quest’anno:

      “c’era il Concilio dei Padri – il vero Concilio –, ma c’era anche il Concilio dei media. Era quasi un Concilio a sé, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, è stato quello dei media, non quello dei Padri…
      C’erano quelli che cercavano la decentralizzazione della Chiesa, il potere per i Vescovi e poi, tramite la parola “Popolo di Dio”, il potere del popolo, dei laici. C’era questa triplice questione: il potere del Papa, poi trasferito al potere dei Vescovi e al potere di tutti, sovranità popolare. Naturalmente, per loro era questa la parte da approvare, da promulgare, da favorire. E così anche per la liturgia: non interessava la liturgia come atto della fede, ma come una cosa dove si fanno cose comprensibili, una cosa di attività della comunità, una cosa profana. E sappiamo che c’era una tendenza, che si fondava anche storicamente, a dire: La sacralità è una cosa pagana, eventualmente anche dell’Antico Testamento. Nel Nuovo vale solo che Cristo è morto fuori: cioè fuori dalle porte, cioè nel mondo profano. Sacralità quindi da terminare, profanità anche del culto: il culto non è culto, ma un atto dell’insieme, della partecipazione comune, e così anche partecipazione come attività. Queste traduzioni, banalizzazioni dell’idea del Concilio, sono state virulente nella prassi dell’applicazione della Riforma liturgica; esse erano nate in una visione del Concilio al di fuori della sua propria chiave, della fede. E così, anche nella questione della Scrittura: la Scrittura è un libro, storico, da trattare storicamente e nient’altro, e così via.

      Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale”.

      1. vale

        @ alessandro
        evidentemente io ritengo che non abbiano chiarito. tra l’altro, il link ,fa riferimento ad un articolo di Socci del 2007 ( e le dichiarazioni di o’ connor sono posteriori, tanto per fare un esempio del fatto che certe interpretazioni continuano,oltre ché alle memorie di Lefebvre .che c’era.
        @bariom
        le scuse non bastano. come minimo una boccia di prosecco….

  25. vale

    caro bariom, non è ambigua,négratuita, né buttata là o quant’altro:
    http://radiospada.org/2013/09/lautodemolizione-della-chiesa-cattolica-4-il-patto-scellerato/

    L’Osservatore Romano’ del 6 settembre 2000, chiarisce con una nota, come segue: “E’ perciò contraria al significato autentico del testo conciliare l’interpretazione di coloro che dalla formula ‘subsistit in’ ricavano la tesi secondo la quale l’unica Chiesa di Cristo potrebbe pure sussistere in chiese e comunità ecclesiali non cattoliche. Il Concilio aveva invece scelto la parola ‘subsistit’ proprio per chiarire che esiste una sola ‘sussistenza’ della vera Chiesa, mentre fuori della sua compagine visibile esistono solo ‘elementa Ecclesiae’, che – essendo elementi della stessa Chiesa – tendono e conducono verso la Chiesa Cattolica” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Notificazione sul volume “Chiesa: carisma e potere” del Padre Leonardo Boff: AAS 71 -759).

    La commissione teologica preparatoria pre-concilio, ordinata da Giovanni XXIII, nello schema 7, quel verbo E’ lo aveva scritto, convinta che fosse assolutamente appropriato. Sennonché la discussione in aula conciliare è avvenuta su un testo diverso da quello preparato dalla suddetta commissione, testo che sostituiva appunto l’affermazione E’ con il sussiste. E’ chiaro che è stato un colpo di mano ed è altrettanto chiaro che quel ‘sussiste’ non risponde ad una affermazione categorica ed assoluta; nel profondo vi era la ragione ecumenica. Infatti nel decreto sull’Ecumenismo del Vaticano II “unitati redintegratio” al n°3 si dice: “Perciò le stesse chiese e comunità separate, quantunque crediamo che hanno delle carenze, nel mistero della salute non sono affatto spoglie di significato e di peso. Poiché lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa Cattolica.”. Come dire che i fratelli separati hanno pure loro i mezzi per salvarsi, dei quali si fa garante la Chiesa Cattolica”.
    eno solo dal sito riportato,tanto per citarne uno, ma se proprio vuoi, di gratutito, buttato là, ambiguo e quant’altro, continuo…

    1. E l’Osservatore Romano ha i doni di cui sopra?

      L’affermazione: “E’ chiaro che è stato un colpo di mano…” è gravissima e lascia intendere che tutto sia possibile, travisabile, piegabile ad volontà estranee allo Spirito del Concilio, il che può portare tranquillamente a mettere in dubbio qualunque cosa…

      P.S. non ti ho dato del ciarlatano in nessun modo (mi sembri un po’ suscettibile…)
      tant’è che ho dato un giudizio sulla frase non su di te.

      E ho scritto “nel tuo caso… ecc” proprio perché normalmente leggo e apprezzo quanto scrivi.

  26. vale

    p.s. sarei più prudente nel dare del ciarlatano, come di fatto mi hai dato, a qualcuno che per formazione professionale è abituato a documentarsi prima di scrivere ciò che scrive. se poi mi son spiegato male, chiedo venia. errore mio non essermi fatto capire.
    ma se gente del calibro di Romano Amerio ha dei dubbi-senza contare la caterva di altri storici pro e contro le varie interpretazioni del conc.vat.II ne parlano e ne scrivono da oltre 50 anni- fossi in te, il dubbio di parlare senza essersi informato, me lo farei venire.

    1. Io ho sempre questo dubbio, che non mi esime a volte dal parlare (ahimé), ma mi aiuta nel cambiare eventualmente idea 😉

      Io nel mio piccolo mi sento quando credo di dissentire, pur nell’abissale lontananza dagli esimi studiosi che citi e da te che hai scritto quanto hai voluto scrivere.

  27. vale

    va bene arrampicarsi sugli specchi e non entro minimamente nel merito della tua buona fede su quel che scrivi. gradirei essere considerato allo stesso modo. se dici a uno che è, per riassumere, superficiale( ed uso un eufemismo)-perché la si giri come si vuole, ma questo è- chi riceve tale “complimento” , a mio modestissimo avviso, proprio felice non è. finiamola quì. avec amitié

    1. @Vale, (e poi chiudo…), sono passato da uno che ti ha dato del ciarlatano, ad un meno grave (?) “superficiale”.

      Capisco il tuo aver interpretato: “se mi dici questo, per te valgo quello”, ma è un’equazione sbagliata.
      Per la stessa equazione tu di rimando, mi avresti dato dell’ignorante, disinformato anche un tantino presuntuoso (e ci sta pure).
      Ma semplicemente non mi e piaciuta un’affermazione, l’ho espresso magari in modo poco diplomatico (ma ho un po’ di orticaria su alcuni argomenti…) e, senza arrivare al nocciolo della questione (il valore di tale affermazione), ci si ritrova sulle valutazioni della persona, esplicite o implicite…

      Morale, ho urtato la tua suscettibilità o in qualche modo ti ho offeso. Non era assolutamente nelle mie intenzioni e perciò ti chiedo perdono.
      Rimanendo ahimé con il mio dubbio iniziale…

      Con sincerità, avec amitié.

  28. sabina

    Leggo solo ora…grazie Costanza di questo post così lucido e profondo!ma il dott.Scalfari lo ha letto?gli sarebbe utilissimo come composizione di luogo,alla maniera di sanr’Ignazio!

  29. JoeTurner

    Dagospia di solito ben informato la dà come notizia certa da fonte sicura:

    Alle tre del pomeriggio di qualche giorno fa Bergoglio ha chiamato Scalfari e gli ha chiesto se può andare a trovarlo, entrando da una porta secondaria. Scalfari ha risposto ‘’non ho impegni, santità”.

    Se Bergoglio ce la fa con EuGenio allora c’è speranza anche per filosofiazzero…Alvise lascia libero il telefono!!!!

          1. …più giusto era dire: lui, Scalfari, lo fa (o lo farà) entrare in casa, Bergoglio, io no!
            (il soggetto è Scalfari, il complemento oggetto Bergoglio, nel discorso sopra)

  30. Eppure, io credo, presumo, mi riesce di immaginarmelo, il vivere cristiano, ma il vivere cattolico no, non mi riesce!
    Penso, ritengo, presumo che si possa essere cristiani senza essere cattolici e cattolici senza essere cristiani, o, forse, anche, tutte e due le cose insieme, come voi (e romani)!

      1. E perché non ce ne fu affatto bisogno… entro in altre case, dove non era “politicamente corretto” entrare, anche auto-invitandosi 😉

    1. Il commento sopra era riferito a: “Eppure, io credo, presumo, mi riesce di immaginarmelo, il vivere cristiano, ma il vivere cattolico no, non mi riesce!…”

      1. .E te, allora, dopo mezza vita nella tenebra e nel peccato, (come S.Agostino, o S.Paolo, o Dante)) hai sentito questo bisogno non solo di credere (come dici di credere) ma anche, perdipiù, inoltre, in aggiunta eccetra, di farti cattolico, non bastava cristiano? Un cristiano semplice è necessariamente un cristian-contrario?

        1. Caro Alvise, Cristo si è fatto conosce a me nella Chiesa Cattolica, Sua Sposa. Chiesa che “genera” Figli di Dio.
          Non poteva essere altrimenti, ero comunque un battezzato, anche se nelle tenebre del peccato e Cristo, che ci piaccia o meno, lo si “conosce” in pienezza, solo nella Chiesa Cattolica.

          Non lo affermo io (o io soltanto…) ma anche tutti colori da altre confessioni cristiane scelgono il Cattolicesimo. Perché lo farebbero se hanno già Cristo e se “possedessero” (termine improprio ma per capirci…) già, la Verità tutta intera?

          Un Cristiano “semplice” non può essere “cristian-contrario”, a mio giudizio… se veramente cristiani non si può che tendere all’unità e non al “contrario” o al “contrapposto”.

        2. Alessandro

          Mi permetto: essere “cristiano semplice” non vuol dire assolutamente nulla. Così come “il vivere cristiano” non significa assolutamente nulla. Se il “cristiano semplice” è quello che Alvise ritiene dovrebbe essere un cristiano, che Cristo ce ne scampi!

          1. @Alessandro, “cristiano semplice” nel contesto in cui Alvise si è espresso, credo che sia da intendere proprio come aconfessionale (lo avrai certamente capito…), al di là della praticabilità o concretezza di un simile “stato”, si può accettare la definizione come spunto per un confronto di idee (cosa invero sempre piuttosto ardua con Alvise…) 😉

            Cosa poi lui ritenga un cristiano debba essere, anche dalla sua risposta qui sotto, difficile dirlo 😉

    1. Manca tutto ciò che manca tra “il dire e il fare”… e anche quel semplice (davvero) tra parentesi non fa che rendere il “mare che sta in mezzo” un oceano dove il più delle volte, si può solo naufragare.

        1. Si ma nel “nostro” mare, siamo su una barca che non può affondare, la rotta è sicura, la stella è polare, le reti alla bisogna si riempiono e chi sta al timone… comanda ai venti e alle tempeste! Se poi fosse proprio necessario è sempre possibile camminare sulle acque… (e scusa se è poco!).

          E di posto ce n’è per tutti, se si vuol salire. Se poi uno preferisce la sua barchetta a remi in mezzo al mar… almeno si metta in scia 😉

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