Ascolta la mia voce

Hiroshima following the dropping of the atomic bomb on 6 August

Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo II al AL “PEACE MEMORIAL” DI HIROSHIMA – 25 febbraio 1981

Ascolta la mia voce
perché è la voce delle vittime
di tutte le guerre
e della violenza tra gli individui e le nazioni;

Ascolta la mia voce,
perché è la voce di tutti i bambini
che soffrono e soffriranno
ogni qualvolta i popoli ripongono la loro fiducia
nelle armi e nella guerra;

Ascolta la mia voce,
quando Ti prego di infondere
nei cuori di tutti gli esseri umani
la saggezza della pace,
la forza della giustizia
e la gioia dell’amicizia;

Ascolta la mia voce,
perché parlo per le moltitudini di ogni Paese
e di ogni periodo della storia
che non vogliono la guerra
e sono pronte a percorrere
il cammino della pace;

Ascolta la mia voce e donaci la capacità
e la forza per poter sempre rispondere all’odio
con l’amore, all’ingiustizia
con una completa dedizione alla giustizia,
al bisogno con la nostra stessa partecipazione,
alla guerra con la pace.
O Dio, ascolta la mia voce
e concedi al mondo per sempre
la Tua pace.

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6 pensieri su “Ascolta la mia voce

  1. Quella di Hiroshima, fu un’immane strage. Una strage di innocenti civili… bambini, donne, vecchi. Furono i più fortunati quelli che si dissolsero letteralmente in una nuvola di vapore radioattivo lasciando la loro tragica “ombra” per sempre impressa sui muri vicini.

    I meno fortunati morirono nel giro di minuti o qualche ora per le gravissime ustioni provocate dal terribile calore sviluppato dalla bomba, alcuni fusi ai sedili degli autobus su cui erano seduti, altri con quello che restava dei propri vestiti incollato al proprio corpo. I tessuti più variopinti marchiarono i corpi come un beffardo tatuaggio.
    Ma ancor peggiore fu la sorte di coloro che morirono dopo lunghissime agonie tra spasmi dolori e vomito, con tutti gli organi interni avvelenati e degenerati dalle radiazioni… è risaputo come questo avvelenamento a marchiato per sempre la vita dei sopravvissuti e dei loro stessi figli per generazioni.

    Si disse che era l’unico modo per far cessare la guerra, che fu per risparmiare altre morti ed altre vittime, ma era veramente necessaria un’arma simile? Era necessario sganciarne due (non dimentichiamo Nagasaki)? C’è chi ancora oggi sostiene che taluni non si fecero mancare l’opportunità di sperimentare “sul campo” un’arma così “potente”… tra i 100 e i 200.000 morti con due unici lampi accecanti, un boato e un vento rovente che non s’erano mai visti né uditi prima.

    Ma si sa, la storia la fanno i vincitori, non i vinti… e ancora una volta una “nuova pace” si raggiunse con un terribile strumento di morte, grazie al terrore e alla paura, a costo di sofferenze immani, fisiche e spirituali che durarono anni e Dio solo sa se generarono solo rassegnazione o altro odio.

    E oggi la storia si ripete o si ripeterà… grazie a Dio con armi meno devastanti, oggi divenute “intelligenti”, ma la logica è la stessa: armi contro armi e che vinca il più forte.

    Ma il più forte, il più forte di tutti, ha scelto la via della croce, dell’umile agnello… certo difficile pensare di farne una strategia “di difesa” o di “contrattacco” o anche solo di “politica estera”, ma è LA via, o che senso avrebbe la splendida preghiera di intercessione del Beato Giovanni Paolo II, che supplica la pace di Dio per gli uomini, la pace manifestata in Cristo Gesù:

    “Ascolta la mia voce e donaci la capacità
    e la forza per poter sempre rispondere all’odio
    con l’amore, all’ingiustizia
    con una completa dedizione alla giustizia,
    al bisogno con la nostra stessa partecipazione,
    alla guerra con la pace.
    O Dio, ascolta la mia voce
    e concedi al mondo per sempre
    la Tua pace.”

    Amen

  2. Franca 35

    Avevo 10 anni, era un 6 agosto. Papà è entrato in casa, aveva una faccia sconvolta, si è accasciato su una sedia, e si è messo a piangere. Piangeva con i singhiozzi, come fanno i bambini, e io ero così addolorata e consapevole che era successo qualcosa di terribile. Anni di guerra, di lontananza da casa nostra, disagi innumerevoli, ma mai papà aveva pianto, lui è sempre stato la nostra forza, diceva di fidarci della Provvidenza e di non dimenticare la preghiera. Ma ora….
    tra i singhiozzi mormorava parole sconnesse, capivo solo “siamo troppo cattivi, abbiamo dimenticato Dio”.
    Più tardi ho saputo tutto, e il ricordo di mio padre piangente non mi ha lasciato mai, e ho voluto condividerlo con voi.

    1. 61Angeloextralarge

      Franca: grazie per la tua testimonianza. “Abbiamo dimenticato Dio”… e purtroppo stiamoo continuando a dimenticarlo.

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