Come bambini

preghiera

di Costanza Miriano

Sera, preghiera prima di dormire. Ultimi tentativi da parte delle bambine di trattenere la mamma in camera.

–      Mamma, ma perché quando preghiamo teniamo le mani unite?

(Si sa che le questioni teologiche si mostrano in tutta la loro urgenza solo oltre l’ora del coprifuoco). La mamma, con la testa ciondolante dal sonno, cerca di reperire una risposta che non le faccia perdere quel pur minimo prestigio che ancora conserva in casa. Non le viene in mente nulla. Già, perché? – si chiede.

Interviene a salvarla la sorellina:

–      Celto, scusa, è pelché dai la mano a Gesù. Una mano è la tua, una è la sua, e lui te la tiene. Ti eli dimenticata?

La mamma dà la buonanotte con il cuore in festa…

“Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai”, dice Gesù. Ecco, molte volte al giorno guardando, ascoltando i miei bambini mi ritrovo a commuovermi davanti alla loro fiducia vera, cieca, assoluta. È così la fede che è chiesta a noi. La differenza tra noi e loro, però, è che loro sanno di essere deboli e bisognosi, come siamo anche noi, ma non hanno paura di ammetterlo. Sono lì tutto il giorno a chiedere uno sguardo dei genitori, che li rassicuri, che dica loro “la vita è una cosa buona, tu sei una cosa buona”.

Anche noi desideriamo quello sguardo, solo che a volte invece di chiederlo al Padre lo chiediamo, con i soldi, la bellezza, il potere, la comunicazione, all’approvazione degli altri. I bambini no, non si curano della loro immagine, loro vogliono solo essere amati, e si fidano ciecamente di chi li ama. Certo, poi sono evidenti il loro le tracce del peccato originale, e non è difficile guardandoli immaginare il grande lavoro che dovranno fare, un’ascesi che durerà tutta la vita (perché noi uomini siamo, sì, a immagine di Dio, ma la somiglianza ce la dobbiamo sudare). Eppure, nonostante le tracce del male siano evidenti in loro, sono certa che il cuore di Dio, infinitamente più grande di quello di una mamma, di fronte a una fiducia cieca e alla totale ammissione di debolezza non può che sciogliersi.

Anche noi abbiamo la chiave del cuore di Dio, basta “dale la mano a Gesù”, come direbbe la mia Lavinia.

fonte: Credere

35 pensieri su “Come bambini

  1. Sergio

    Lo sapete perchè si tengono le mani in quel modo? Ho letto da qualche parte che nel medioevo quando qualcuno voleva affidarsi alla protezione di qualche nobile faceva l’atto di mettere le sue mani unite nel grembo del nobile. Con
    lo stesso gesto esprimiamo il nostro desiderio di mettere la nostra vita e le nostre preghiere nel grembo del vero Signore.

  2. Alessandro

    “Più tardi si è sviluppato il gesto delle mani giunte, che ha origine forse dal feudalesimo: colui che riceve il feudo, nell’atto della presa in consegna mette le sue mani giunte nelle mani del feudatario – un meraviglioso gesto simbolico: io metto le mie mani nelle tue, le lascio racchiudere dalle tue. E’ un’espressione sia di fiducia che di fedeltà. Questo gesto si è mantenuto nell’Ordinazione sacerdotale. Il neo – ordinato riceve l’incarico sacerdotale come se ricevesse l’investitura di un feudo. Non è, infatti, sacerdote da se stesso, non in virtù del dono del Signore, che rimane sempre dono e non diventa mai semplicemente sua proprietà, un suo potere personale. Il sacerdote novello riceve il dono e l’incarico del sacerdozio come dono dell’Altro – da Cristo – e sa di poter e di dover essere solo “amministratore dei misteri di Dio” (1 Cor 4,1), “buon amministratore della multiforme grazia di Dio” (1 Pt 4,10). Per diventarlo deve impegnare tutta la sua esistenza…
    Ciò che nel feudalesimo può essere criticabile, come criticabile è ogni signoria umana, e può essere giustificato solo come rappresentanza e come fedeltà verso il vero Signore, riceve il suo autentico significato nel rapporto del credente con Cristo, il Signore. Quando noi preghiamo a mani giunte, c’è proprio questo: mettiamo le nostre mani nelle sue, ed insieme alle nostre mani mettiamo nelle sue il nostro destino; confidando nella sua fedeltà, gli promettiamo la nostra.”

    Joseph Ratzinger, Teologia della Liturgia, LEV 2010, pp. 192-93

    1. …pura e semplice ipotesi, come una altra ipotesi potrebbe essere quella di simboleggiare i raccogliersi in se stessi, come si vede anche farlo quando uno comincia a pregare di unire le mani e chinarsi verso di esse come concentrandosi nella preghiera…
      Ratzinger non la sa e non la può sapere più lunga di qualsiasi altro teologo (cosiddetto) o non teologo ancora meno….

      1. Si Alvise, lo sappiamo è sempre tutto uguale, o meglio relativo…

        Ti suggerisco un epitaffio per la tua sepoltura (ammesso e non concesso tu ti faccia seppellire.. a che pro infatti?): “E nato e vissuto – fatto del tutto relativo. E’ morto – questo è certo.”

        La tua similitudine con le mani giunte solo come aiuto alla concentrazione (SIC!!!) è poi risibile… perché non le braccia conserte o le dita nelle orecchie? 😉

        1. …non come aiuto, ma come a simboleggiare col corpo (con le mani giunte) il raccoglimento e la custodia (tra le mani)
          della preghiera…
          Cosa c’entra il relativismo (cosiddetto, impropriamente)?

      2. Alessandro

        “Ratzinger non la sa e non la può sapere più lunga di qualsiasi altro teologo (cosiddetto) o non teologo ancora meno…”

        Anziché schiamazzare contro Ratzinger, ammansisciti, siediti e rileggi:
        “Più tardi si è sviluppato il gesto delle mani giunte, che ha origine FORSE dal feudalesimo”.

        Come vedi, Ratzinger dice esplicitamente che sta facendo un’ipotesi, non ha la pretesa “di saperla più lunga” di Tizio, Caio ecc.

        Quanto poi all’attendibilità dell’ipotesi, su questi temi tenderei ad accordare maggiore credito a Ratzinger che a te, per manifesta maggiore sua competenza in materia.

        1. …appunto, lo avevo notato anche io, dice: “forse” e poi si lancia in un lungo discorso sul signore feudale e e su quello divino…
          Quanto alla superiorità di Ratzinger, non è che sia scontata….

          1. Alessandro

            d’altronde tu sei “il massimo esperto biblista vivente” (cosiddetto vivente, ammesso che noi si sia in vita, e sia vita questa, cosiddetta…)

          2. “… e la custodia (tra le mani) della preghiera…” (SIC!!)

            “Quanto alla superiorità di Ratzinger, non è che sia scontata….” appunto tutto è relativo … (vedi sopra)

            1. …fare il gesto di tenere tra le mani una cosa preziosa (la preghiera che ho in mente di dire)
              Nessuno, ad ogni modo, può essere più teologo di un altro. Sarebbe come essere più patafisico…

        2. E se Ratzinger non bastasse ci possiamo mettere il carico di March Bloch, ebreo, medievista ed eroe della resistenza francese. che di società feudale un pochino se ne intendeva, direi…

          1. E forse che Ratzinger non conosca fonti come quella che citi o altre vista la sua cultura e il suo amore per lo studio…

            Ma no…: “Ratzinger non la sa e non la può sapere più lunga di qualsiasi altro teologo” (SIC!!) per cui si è inventato la “teoria” lì per lì.

  3. E’ risaputo che i bambini sono più immediati ed arrivano subito al punto…Quando arrivano ad un’ eta sui 11/12/ anni però subentra subito la “malizia” e quindi come dici te si rendono visibili te “tracce” della corruttibilità. Nelle ultime generazioni assistiamo ad una loro iperattività segno che un qualcosa sta cambiando anche a livello genetico…

    1. Per esperienza direi anche prima degli 11/12 anni.
      Mai visto un bimbo di 4 anni piazzare un bel “gancio”, non dico ad altro bambino, ma al fratellino più piccolo, per riprendersi il giocattolo? 😉

  4. 61Angeloextralarge

    “loro vogliono solo essere amati, e si fidano ciecamente di chi li ama”: bello e molto vero!

    Alvise: noto che nonostante il caldo e la stagione commenti molto e sempre con lo stesso stile delicato ed avvincente… Un po’ d’ombra… dalle tue parti… no, eh? Oh, non ti offendere anche stavolta… Sto scherzando.
    Visto che ci sono ti racconto questa: due sere prima che Costanza e famiglia venissero dalle mie parti, ho sognato che stava arrivando, anzi parcheggiando… scende lei ed altri.. tra i quali tu. Pensa che nel sogno ti ho riconosciuto al volo… e ci siamo pure fatti festa ed abbracciati come due vecchi amici. 😉

  5. (Ci troviamo di fronte ad) uno dei gesti fondamentali della sacra liturgia: quello della preghiera a mani giunte. In origine, e l’iconografia dell’arte paleocristiana lo dimostra, la preghiera si esprimeva attraverso il gesto dell’Orante, in piedi, con le braccia aperte e il palmo delle mani rivolto verso l’esterno. Le mani giunte, invece, erano un segno di sottomissione da parte di prigionieri e vassalli, sudditi di un signore, ecc. Tuttavia, nel XIII secolo, durante il pontificato di Gregorio IX, il gesto dell’orante “fu in parte sostituito dalla preghiera manibus junctis, il cui successo sembra sia dipeso tanto dall’influsso francescano quanto dall’analogia con la recommandatio feudale. L’ordo missae francescano presupponeva infatti che l’elevazione dell’ostia, momento centrale della Santa Messa, si effettuasse junctis manibus, poiché occorre essere concentrati e raccolti per offrire degnamente a Dio il corpo di Cristo. Proprio come il vassallo che pone le proprie mani in quelle del suo signore, come un prigioniero, per ricevere la qualifica che attende. Benché tardiva, la junctio manuum costituisce uno dei momenti più complessi, è uno dei vertici, del codice medievale. […] Non è per un caso se alcune rappresentazioni di questo gesto in Dürer (studio per la Rosenkranztafel ) e, più tardi, in Rodin acquistano un valore particolarmente commovente. Ciò illustra, a mio giudizio, un’importante tendenza di un gesto come questo, che assume un valore emblematico per via del costante andirivieni dal vissuto al rappresentato. C’è come una tendenza del segno a concentrarsi su se stesso” (André Chastel).

    1. Ecco questo si chiama un interessante contributo (che peraltro avvalora quanto già scritto da Ratzinger e riportato da Alessandro…).

      Interessante poi il rimando al gesto “dell’Orante”, in piedi e con le mani aperte (dai molteplici significati simbolici), che è ormai oggi di uso comune durante la Sacra Liturgia, soprattutto durante la recita comunitaria del Padre Nostro.

  6. 61Angeloextralarge

    “Il più forte sarà colui che metterà le mani giunte”. (S. Kierkegaard)

  7. …ecco, ho detto una cosa che ne avvolora un’altra, (no che ha un suo significato in sé, figurarsi!)) però intanto mi avete preso per il culo fino a ora!

    1. Allora sei anche permaloso… 😉 Benvenuto tra gli umani 🙂

      Ho scritto “Ecco questo si chiama un interessante contributo (che peraltro ecc) è appunto – tra parentesi – quindi il contributo è interessante in sé.

      Ti abbiamo preso per il culo?

      filosofiazzero 16 agosto 2013 alle 13:02
      …pura e semplice ipotesi, …ecc
      Ratzinger non la sa e non la può sapere più lunga di qualsiasi altro teologo (cosiddetto) o non teologo ancora meno…

      Prova a partire con pensieri più circostanziati e magari meno strafottenti e forse otterrai dialoghi più gratificanti… almeno prova, perché sinceramente ho l’impressione che chi prende sempre per il culo sia proprio tu, quindi di che ti lamenti? Non fare agli altri…

  8. “Ratzinger non la sa e non la può sapere più lunga di qualsiasi altro teologo (cosiddetto) o non teologo ancora meno”
    …questa è la vertità.…

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