Quiz di Ferragosto

“Il Relativismo che, con la scusa del rispetto delle differenze, omogeneizza nella trasgressione e nella demagogia, consente tutto pur di non assumere la contrarietà che esige il coraggio maturo di sostenere valori e principi. Il Relativismo è, curiosamente, assolutista e totalitario, non permette di differire dal proprio relativismo, in niente differisce dal “taci” o dal “fatti gli affari tuoi”.

chi l’ha detto?

a)  Joseph Ratzinger

b) Jorge Mario Bergoglio

c) Giacomo Biffi

d) Giuliano Ferrara

e) Gad Lerner

f) Enrico Berlinguer

37 pensieri su “Quiz di Ferragosto

  1. Grazie Admin, per tutto. Finalmente entrambi abbiamo un volto…

    Per me queste parole sono di Giuliano Ferrara.

    A quando il risultato di questo simpatico indovinello ferregostano?

    Un caro saluto a te e famiglia.

    Buona festa di Maria Assunta.

    Mario G. & famiglia

  2. …non esiste il relativismo, ma tante differenti visioni del mondo della morale della politica eccetra.
    Chi l’ha detto(che esiste il relativismo) ha detto una cosa che non è quella cosa che ha detto.
    Spesso (anche) la gente ignorante fa confusione tra relativismo e relatività (teoria della)!
    Ogni punto di vista, o visione del mondo può permettere (o anche non permettere, vedi, per esempio, i dogmi)) di differire dal proprio punto di vista e metterlo in discussione.

    1. Credo Alvise il “relativismo” sia qui altra cosa (per lo meno in questo contesto…).
      Non cioè ogni cosa è – relativa – ad un determinato punto di vista…
      Ma il “relativizzare” un verità – cioè renderla non più una Verità incontrovertibile (se vuoi anche dogmatica) – ma appunto “relativa”…

  3. …appunto, il relativismo (cosiddetto) non può altro che prendere atto delle verità (cosiddette) in circolazione.
    Le “verità” in circolazione, (dogmi compresi) non hanno nessun bisogno del relativismo per circolare.
    Il relativismo non può essere altro che la passività della presa d’atto dell’esserci in circolazione dei vari punti di vista
    (dogmi compresi).

  4. C’è differenza tra il considerare tutte le opzioni possibili fintantoché non si è presa una decisione e il rifiutarsi di decidere o ritenere che la decisione sia impossibile o addirittura non auspicabile, questo è per l’appunto il relativismo

    1. Grazie Don Fabio…
      Aggiungo che in tal senso il “relativismo” è considerato un “pericolo”, in quanto porta a mettere in discussione il Credo (o il credere), proprio in base al concetto di “relatività” (o relativismo), dando ascolto ai sottili ragionamenti e sofismi che da questa idea scaturiscono.

  5. rischia_mo

    Ho imbrogliato e ho cercato su internet! Scherzi a parte e’ un concetto difficile detto con parole semplici : Papa Francesco.

  6. Fabio:
    Ritenere impossibile qualunque decisione, questo è un altro discorso. Io credo, a ogni modo, che non sia mai possibile che qualche decisione non sia possibile, per l’appunto.
    Già che sei qui, potresti, te, mostrarmi (cortesemente) dove nel Nuovo Testamento si parla (esplicitamente) della Assunzione di Maria.

    1. Naturalmente non ti è bastata la risposta avuta nell’articolo precedente… per cui la domanda è: “che vai cercando Alvise?”

        1. Ah ecco… e non trovandola non ti dai pace? 😉
          E la “serietà” come troverebbe ragion d’essere nella domanda che ponevi?

          1. …essendo io il massimo esperto biblista vivente, e non trovando nelle scritture la assunzione di Maria, chiedevo a voi, seriamente, da dove fosse venuta fuori la certezza di questo avvenimento. Ora ho saputo che questa certezza è venuta per deduzione (o induzione?)

              1. Alessandro

                Quando il massimo esperto biblista vivente si rinchiude in un ottuso infantilismo letteralista e non trova nelle Scritture l’assunzione di Maria, conclude, tapino lui: “Maria non è stata assunta”. Se il suddetto massimo esperto ecc. invece si lasciasse appunto illuminare dalla deduzione o induzione che anche lui può esercitare, insieme a tanti altri teologi, essendo anch’egli dotato di intelletto, e si ponesse docile all’ascolto della Tradizione, potrebbe giungere a mirabili verità che l’ottuso infantilismo letteralista certo gli preclude 😉

                1. …non sono un teologo, ovviamente, anche perché è impensabile che ci abbia senso parlare di teologia, anche per chi crede in un dio. Dio uguale ignoranza di cosa è dio.

                  1. Alessandro

                    ottuso e asfittico letteralismo scritturistico corredato dal presupposto, infondato, che Dio non possa farsi conoscere da noi creaturelle, non possa comunicarci qualcosa di Sé.
                    Presupposto superbo: la superbia di negare nientemeno che Dio possa volere e possa avere la facoltà di farsi conoscere. E chi siamo noi per avere la pretesa di sapere che Dio non possa farsi conoscere da noi? Siamo forse Dio (ecco la superbia)? E chi siamo noi per decidere che non convenga a Dio farsi conoscere dai mortali? Daccapo: siamo forse Dio?

  7. Leggevo l’altro giorno un articolo di Socci nel quale lui divertiva a citare dei discorsi di Ratzinger (che invece erano di Bergoglio)e viceversa, mostrando, in sostanza, che non c’è nessuna differenza tra i due, come molti pretenderebbero che ci fosse. Ma non potrebbe essere che così!

  8. Alessandro

    Omelia dell’antirelativista Papa Francesco, che combatte contro il Maligno con l’arma del Rosario, nella solennità odierna dell’Assunzione di Maria:

    “Cari fratelli e sorelle!

    Al termine della Costituzione sulla Chiesa, il Concilio Vaticano II ci ha lasciato una meditazione bellissima su Maria Santissima. Ricordo soltanto le espressioni che si riferiscono al mistero che celebriamo oggi: La prima è questa: «L’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell’universo» (n. 59). E poi, verso la fine, vi è quest’altra: «La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (n. 68). Alla luce di questa bellissima icona di nostra Madre, possiamo considerare il messaggio contenuto nelle Letture bibliche che abbiamo appena ascoltato. Possiamo concentrarci su tre parole-chiave: lotta, risurrezione, speranza.

    Il brano dell’Apocalisse presenta la visione della lotta tra la donna e il drago. La figura della donna, che rappresenta la Chiesa, è da una parte gloriosa, trionfante, e dall’altra ancora in travaglio. Così in effetti è la Chiesa: se in Cielo è già associata alla gloria del suo Signore, nella storia vive continuamente le prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il maligno, il nemico di sempre. E in questa lotta che i discepoli di Gesù devono affrontare – noi tutti, noi, tutti i discepoli di Gesù dobbiamo affrontare questa lotta – Maria non li lascia soli; la Madre di Cristo e della Chiesa è sempre con noi. Sempre, cammina con noi, è con noi. Anche Maria, in un certo senso, condivide questa duplice condizione. Lei, naturalmente, è ormai una volta per sempre entrata nella gloria del Cielo. Ma questo non significa che sia lontana, che sia staccata da noi; anzi, Maria ci accompagna, lotta con noi, sostiene i cristiani nel combattimento contro le forze del male. La preghiera con Maria, in particolare il Rosario – ma sentite bene: il Rosario. Voi pregate il Rosario tutti i giorni? Ma, non so… [i presenti gridano: Sì!] Sicuro? Ecco, la preghiera con Maria, in particolare il Rosario ha anche questa dimensione “agonistica”, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici. Anche il Rosario ci sostiene nella battaglia.

    La seconda Lettura ci parla della risurrezione. L’apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, insiste sul fatto che essere cristiani significa credere che Cristo è veramente risorto dai morti. Tutta la nostra fede si basa su questa verità fondamentale che non è un’idea ma un evento. E anche il mistero dell’Assunzione di Maria in corpo e anima è tutto inscritto nella Risurrezione di Cristo. L’umanità della Madre è stata “attratta” dal Figlio nel suo passaggio attraverso la morte. Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la Madre, che Lo ha seguito fedelmente per tutta la vita, Lo ha seguito con il cuore, è entrata con Lui nella vita eterna, che chiamiamo anche Cielo, Paradiso, Casa del Padre.
    Anche Maria ha conosciuto il martirio della croce: il martirio del suo cuore, il martirio dell’anima. Lei ha sofferto tanto, nel suo cuore, mentre Gesù soffriva sulla croce. La Passione del Figlio l’ha vissuta fino in fondo nell’anima. E’ stata pienamente unita a Lui nella morte, e per questo le è stato dato il dono della risurrezione. Cristo è la primizia dei risorti, e Maria è la primizia dei redenti, la prima di «quelli che sono di Cristo». E’ nostra Madre, ma anche possiamo dire è la nostra rappresentante, è la nostra sorella, la nostra prima sorella, è la prima dei redenti che è arrivata in Cielo.

    Il Vangelo ci suggerisce la terza parola: speranza. Speranza è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore. Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» – anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre. Se non c’è la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria è sempre lì, vicina a queste comunità, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza.

    Cari fratelli e sorelle, uniamoci anche noi, con tutto il cuore, a questo cantico di pazienza e di vittoria, di lotta e di gioia, che unisce la Chiesa trionfante con quella pellegrinante, noi; che unisce la terra con il Cielo, che unisce la nostra storia con l’eternità, verso la quale camminiamo. Così sia.”

    1. …molto uguale a altre mille già sentite, ma una sola osservazione: perché Maria soffrirebbe con noi?
      Non avrebbe già sofferto abbastanza (come è detto anche nella predica)? Non è in Paradiso?
      Si soffre in Paradiso?

      1. Alessandro

        Il Papa non dice che Maria soffre. No, in Paradiso non si soffre. In Paradiso si gioisce d’amore, si è immersi nella corrente d’amore che sgorga da Dio-Amore. Una corrente di amore che raggiunge quanti lottano contro il male e quanti soffrono, sostenendoli e soccorrendoli nella prova. E’ per questo che si può dire figuratamente che Maria soffre con chi soffre: nel senso che, amando chi è nella sofferenza, l’Assunta non è indifferente alla loro sofferenza, ma operosamente li aiuta, li assiste e li benefica nel travaglio.

  9. Davide

    A chi piacesse un po’ la Storia e volesse sapere qualcosina sulle tradizioni su cui si fonda il dogma dell’Assunzione consiglio vivamente di ascoltare due audio trasmessi su Radio Maria e che ho trovato molto belli perché offrono molti spunti per una sua maggior conoscenza.

    Eccovi i due link:
    1 – http://www.radiomaria.it/11la-vera-storia-della-chiesa.aspx
    2 – http://www.radiomaria.it/111111la-vera-storia-della-chiesa.aspx

    P.S. potete anche scaricare gli “MP3” ed ascoltarli tranquillamente anche in un secondo momento.

  10. admin

    la risposta è (b) Jorge Mario Bergoglio

    “Questa `pazzia del comandamento dell’amore che ci propone nostro Signore e ci difende nel nostro modo di essere allontana anche le altre ‘pazzie’ quotidiane che mentono e danneggiano e finiscono con l’ostacolare la realizzazione del progetto di Nazione: quella del relativismo e quella del potere come ideologia unica. Il relativismo che, con la scusa del rispetto delle differenze, omogeneizza nella trasgressione e nella demagogia; consente tutto pur di non assumere la contrarietà che esige il coraggio maturo di sostenere valori e principi. Il relativismo è, curiosamente, assolutista e totalitario, non permette di differire dal proprio relativismo, in niente differisce dal ‘taci’ o dal ‘fatti gli affari tuoi’. Il potere come ideologia unica è un’altra bugia. Se i pregiudizi ideologici deformano lo sguardo sul prossimo e la società secondo le proprie sicurezze e paure, il potere fatto ideologia unica accentua il fuoco persecutorio e pregiudiziale che ‘tutte le prese di posizione sono schemi di potere’ e che tutti cercano di dominare sugli ‘altri’. In questa maniera si erode la fiducia sociale che, come ho segnalato, è radice e frutto dell’amore (25 maggio 2012)”.

  11. 61Angeloextralarge

    Acc… mi sono persa il quiz di ferragosto! Va bene… probabilmente avrei risposto 1 o 2. 😉

I commenti sono chiusi.