Una miserabile caricatura

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di Joseph Ratzinger

Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.
Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre”.

Il perdono è esigente e chiede ad entrambi – a chi lo riceve ed a chi lo dona – una presa di posizione che concerne l’intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c’è bisogno del dolore della croce per guarire l’uomo.
Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come una brutta avventura o come un affare puramente politico.
La croce come espiazione,  come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.
Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione.

Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell’essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato.  Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio.

Da Joseph Ratzinger, “Guardare a Cristo“, pag. 76, Jaca Book 1986

43 pensieri su “Una miserabile caricatura

  1. Alvaro

    Gesu’ che approva tutto e’ solo “comodita” fatta ad uso ed abuso dall’uomo moderno. Ognuno tira le parole di Gesu’ dalla parte che piu’ gli fa’ comodo, ognuno vede i suoi insegnamenti e i suoi comportamenti come piu’ gli pare e piace, ma la cosa piu’ grave e’ che anche all’interno delle gerarchie ecclesiastiche, per non parlare poi di don “gallo” e di vari
    “don” meno conosciuti, si annida la filosofia del “volemose bene”, del “tana libera tutti” e cosi’ via. Mi auguro che Papa Francesco metta dei paletti ben precisi a queste filosofie “fai da te” e che la Chiesa nel suo insieme torni ad essere la vera Chiesa e non una accolita di persone che pensa solo egoisticamente al proprio benessere di qualsiasi genere esso sia. Alvaro.
    P.S. Che le parole e gli esempi di Papa Francesco permettano che: accidere ex una scintilla incendia passim.

  2. perfectioconversationis

    http://kath.net/news/41012 Ho solo qualche rudimento di tedesco, spero di aver capito male: questi signori si stanno davvero chiedendo se essere cattolici sotto Benedetto XVI fosse poco interessante? Qualcuno è in grado di fare un riassunto?

    1. Non hai capito male purtroppo. Zollitsch e’ “degno” successore di Lehmann come capo della conferenza episcopale tedesca. Per loro la Chiesa E’ una ONG. Se solo ascoltasse papa Francesco DAVVERO, capirebbe che non dice proprio quello che tanto piace a lui. Due a cui gia’ il primato di Pietro e comunque la natura particolare della Chiesa hanno sempre dato palesemente fastidio.

    2. A leggere il titolo dell’articolo sembrerebbe così… Leggendo il testo per intero fose un po’ meno. L’articolo riporta stralci della predica tenuta sabato scorso dall’arcivescovo Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca. In effetti Zollitsch dice: “Ora è di nuovo interessante essere cattolici. Per questo dobbiamo ringraziare papa Francesco”. Zollitsch poi dice che oggi i cristiani sono quasi sfidati a divenire ancora più coraggiosi e a confessare la propria fede in maniera aperta e all’attacco (offensiv, nel senso di “gioco offensivo”). “La credibilità di una religione sovente dipende assai più dalla sua prassi di fede e dalla credibilità dei suoi testimoni. Nella nostra epoca mediatica l’attenzione perciò si concetra primariamente sui leader religiosi, che si trovano pubblicamente sotto le luci della ribalta”. Zollitsch sottolinea poi lo stile pastorale semplice e vicino alle persone del nuovo Papa, quasi da parroco, richiama alcuni gesti del nuovo Pontefice, come quelli della lavanda dei piedi nel carcere giovanile romano, la sua richiesta, prima di congedarsi dalla folla di P.za San Pietro dopo l’elezione, di pregare per lui, ecc.
      Mons. Zollitsch ricorda che l’esperienza, la formazione e la sensibilità religiosa di Papa Francesco potranno forse portarlo a compiere gesti e a dire cose che non potranno piacere a tutti. Tuttavia è chiaro che “anche papa Francesco è pienamente e integralmente vincolato al Vangelo e non intende né può gettare alle ortiche la lunga Tradizione della nostra fede cattolica e ricominciare tutto daccapo. Certamente egli si pone nel solco dei suoi predecessori, in particolare di papa Benedetto XVI” ma saprà anche “proseguire questa Tradizione traducendola nel mondo di oggi, come sempre è stato dovere della trasmissione della fede di ogni tempo”.
      Bene o male questo è il succo. Ho letto di peggio. Ma anche di meglio.

    3. Giusi

      E’ sempre stato così fin dall’inizio del suo pontificato. Benedetto ha portato la Croce senza cireneo, soffrendo intimamente e chiedendo persino umilmente scusa per colpe che non aveva. Ricordo l’altissimo discorso di Ratisbona travisato di proposito in malafede. Bene. Repubblica ha organizzato una serie di incontri per discutere di scienza e fede. Naturalmente come esponenti della fede hanno chiamato i Mancuso, i Bianchi e tutto ill cucuzzaro. In uno di questi incontri l’ateo Umberto Veronesi ha lodato il discorso di Ratisbona dicendo che lo tiene nel cassetto e che lo rilegge spesso. Si è però dimenticato di sputare in faccia a quelli di Repubblca che diedero la Croce al Papa travisandolo di proposito e accusandolo di voler fomentare l’odio nei confronti dell’islam. E’ peccato maledire lo so e pertanto sto zitta.

      http://video.repubblica.it/dossier/repubblica-delle-idee-2013/veronesi-tengo-nel-cassetto-il-discorso-di-ratzinger-a-ratisbona/126009/124506

    4. Kath.net è uno dei migliori portali cattolici di lingua tedesca (c’era un articolo in uno degli ultimi numeri del “Timone”), si capisce anche da questo articolo che i redattori del portale non condividono le parole di mons. Zollitsch sulla cattolicità “nuovamente interessante”, come se sotto Benedetto XVI non lo fosse stata… Però dopo rZollitsch ammenta l’importanza della continuità di papa Francesco con papa Benedetto e la Tradizione, mah… Per capire meglio mi piacerebbe però sentire o leggere la predica per intero, non solo alcuni stralci. Certo è che la situazione della chiesa in Germania è molto poco rosea, a voler essere estremamente gentili (basti pensare al pasticciaccio della “Pille danach”).

  3. “La croce come espiazione, come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.”

    No, al pensiero moderno non si adattano proprio la croce e l’espiazione. Non, almeno, come principii base.

    1. Giusi

      Si Alvise ma questo non le elimina, anzi le indirizza male. Viviamo in un mondo che vorrebbe eliminare la sofferenza, vorrebbe anestetizzarla. Vietato soffrire, c’è il diritto di essere felici. Il dolore non esiste, non deve esistere, purtroppo c’è la morte almeno finchè non “inventano” l’immortalità ma nel frattempo non ne parliamo. Per liberarsi da questo fastidioso insetto della sofferenza beviamo, ubriachiamoci, impasticchiamoci, droghiamoci, viviamo immersi in un pansessualismo dilagante che, non potendo essere mai pago perchè fine a se stesso, è costretto a cercare sempre nuovi stimoli. Ne ho viste di persone disperate. Ho visto anche per fortuna persone che ne sono uscite. Come? Con la Cristoterapia. La sofferenza, che è ineliminabile, connaturata alla condizione umana ha senso solo in Cristo. E’ solo abbandonandosi a Lui che si diventa liberi, che nulla più fa paura. La sofferenza, la Croce a quel punto diventano amore, diventano offerta. E quando doni ricevi senza chiedere perchè “il suo giogo è dolce e il suo carico è leggero”.
      Ho scoperto per caso questa testimonianza, di un attrice Beatrice Fazi che non sapevo nemmeno chi fosse. Se hai tempo, ascoltala: è una testimonianza molto semplice e bella che fa capire come dalla disperazione si può passare alla gioia attraverso Cristo e avere veramente in cambio il centuplo.

        1. Giusi

          Dovrebbe esserlo così acquista un senso: sofferenza, offerta, dono, espiazione tua o di altri meglio se di altri anche per te.

              1. Bariom:
                Un conto è la colpa e l’espiazione, un altro conto è un insano senso di colpa per cui si dovrebbe espiare a prescindere, e espiando meritare, anche per gli altri. Il ritorno al cilicio!

                Dico scempiaggini?

                1. Alvise, sì, perché cosa sarebbe un “insano senso di colpa…ecc”.
                  Tutti si deve espiare, perché tutti abbiamo o avremo peccato, ma la colpa ci è stata condonata per i meriti del sacrificio di Cristo, ma secondo Giustizia ci rimane l’espiazione per le colpe commesse che hanno causato male agli altri.
                  L’espiazione quindi non “merita”.. è dovuta.
                  Quello che merita è l’offerta della sofferenza (fisica o spirituale), quella ad esempio di un male di cui siamo oggetti, ancor più se incolpevoli. Questa si merita agli occhi di Dio e può meritare, se offerta in tal senso, per gli altri.
                  Pensa, se ho una sofferenza, posso offrirla (oltre che per la mia conversione, sempre!), anche per la tua… tuo massimo bene (però ci devo pensare… non so se sono ancora pronto ;-))

                  1. “tutti abbiamo o avremo peccato” e quindi è giusto e santo offrire il mio patimento eccetra che sia il benvenuto in espiazione per meritare ?
                    Ma qui allora si entra nel paranormale, cosiddetto, o nel patologico…
                    Per quanto poi riguarda il fatto del peccato originale (peraltro lavato via dal battesimo, ammesso che uno sia stato battezzato) mi fa venire in mente la novella “Il Lupo e l’agnello” di Fedro (Esopo).

                    1. Giusi

                      Alvise, siamo tutti peccatori o ti ritieni l’essere perfettissimo? Così come tutti soffriamo. Il problema è considerare questa sofferenza un castigo, un destino crudele o pensare che essa abbia un significato, un senso. Ce l’ha solo alla luce della Croce. Oppure trovamene un altro. Per noi cristiani che ci consideriamo il Corpo mistico della Chiesa le nostre vite non sono indipendenti le une dalle altre. Ecco perchè la mia sofferenza, se offerta, può servire al fratello e indirettamente anche a me perchè il Signore ha in gran pregio la preghiera e l’offerta per l’altro. Mi fai venire in mente una poesia, pur bella, ma della quale non condivido il significato di Quasimodo: “Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera”. Ecco mi pare che tu ti senta così e, sinceramente, mi dispiace.

                      P.S. Per quanto riguarda il cilicio, se qualcuno desidera metterlo rientra nella sua libertà e va rispettato. Personalmente metto la crema idratante anche perchè nuoto e sai il cloro….

      1. Grazie Giusi, bellissima testimonianza e segnalazione.

        Colpisce come l’inizio della crisi esistenziale di questa ragazza nasce dalla separazione dei genitori.
        Testimonianza concreta diretta, anche semplice, ma emblematica.
        Personalmente resto sempre colpito dal fatto che di testimonianze simili ne ho ascoltate moltissime (e mai mi stanco di ascoltarne) e possono nascere da esperienze diversissime e da differenti ambiti e “cammini” all’interno della Chiesa, ma portano tutte ad un unico “comune denominatore”: l’incontro con Cristo, con la Verità e una Verità che ti fa Libero.
        Il frutto poi di queste conversioni è poi sempre l’Annuncio, lo zelo per annunziare agli altri il Vangelo, l’incontro attraverso sei stato riportato a vita nuova.

        Unico rammarico, queste testimonianze andrebbero portate nelle piazze, nell’agorà, ovunque (soprattutto in questo Tempo), non solo nelle chiese, nei convegni, negli incontri, all’interno di un sorta di “ambiente protetto”.

            1. Giusi

              Si. Sbaglierò io per carità ma nutro delle riserve nei loro confronti (per esperienza diretta). Non posto link perchè non voglio fare polemiche.

              1. Per carità, lungi da me aprire polemiche (sempre tristissime…) su “questi si e quelli no…”

                Io avevo sentito anche dalla Radio Vaticana, che a Roma l’invio di questa missione stato fatto dal Card. Vallini e lo stesso Papa Francesco ha salutato l’iniziativa durante il Regina Coeli del 7 Aprile.
                Se vanno bene a loro direi possano andare bene anche a me.

                Alle volte abbiamo esperienze personali con singoli o gruppi che estendiamo ad una intera realtà (sia in bene che in male).
                Ben’inteso, faccio così anch’io 😉

  4. per perfectioconversationis
    Hai capito benissimo. In due parole: Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca (quindi non un signore qualunque), durante una predica ha detto letteralmente: “Ora è nuovamente interessante essere cattolici. Di questo dobbiamo ringraziare Papa Francesco”. Il nuovo Papa, sempre secondo Zollitsch, non si limiterebbe a predicare semplicità e vicinanza alla gente, ma le vivrebbe anche. Segue una serie di lodi ai vari comportamenti tenuti finora da Papa Francesco (tra cui quello di comportarsi “come una persona normale”), senza specifiche critiche al suo predecessore.

      1. Alessandro

        Mi accorgo adesso che al pasticciaccio ha già fatto riferimento Andreas, comunque chi è all’oscuro della vicenda ed è interessato può dare un’occhiata al link…

      2. Pillola del giorno dopo, i vescovi spagnoli contro i vescovi tedeschi. Ieri è intervenuto il portavoce e segretario della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Juan Antonio Martinez Camino, per spiegare che se è legittimo prevenire la gravidanza di una donna che abbia subito uno stupro, non lo è usare la “pillola del giorno dopo”. Il motivo è quello già spiegato da La Nuova BQ, oltre a un effetto contraccettivo non si possono escludere effetti abortivi: «Noi non conosciamo alcun farmaco» di cui si possa escludere l’effetto abortivo – ha detto Camino – «se esiste e i vescovi tedeschi lo conoscono, ce lo facciano sapere».

        Cosa vorrebbe dire: prevenire la gravidanza di una donna che abbia subito stupro?

  5. SilviaB

    Le chiarissime parole di Benedetto XVI parlano del Gesù del Vangelo… purtroppo molti pretendono di interpretare il Cristianesimo ignorando le Sacre Scritture cadendo in equivoci clamorosi.

    Purtroppo, fa male dirlo, a volte lo fanno anche preti e vescovi.

    Fortunatamente lo Spirito Santo dona un particolare discernimento ad ogni Papa che mai “adatterà” la verità del Vangelo al pensiero moderno, mai “piegherà” Cristo alle mode del tempo.

    Per fortuna.

  6. admin

    Video con l’intervento di Costanza Miriano al covegno LA FIGURA DEL PADRE NELLA SERIALITÀ TELEVISIVA – organizzato dalla Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce di Roma

  7. admin

    25 aprile 2013

    Cardinale Siri, purtroppo non ti ho conosciuto ma ti ho letto e so che eri limpidamente consapevole di quanto l’abito faccia il monaco e la gonna la donna: “I pantaloni alterano la psicologia, tendono a viziare i rapporti tra la donna e l’altro sesso”. Anch’io ne sono consapevolissimo però la mia, oggi, è una posizione isolata, e ci soffro. Cerco invano un cattolico che mi dia, che ci dia, ragione. Sul punto perfino Costanza Miriano mi ha voltato le spalle. La capirei se fosse una seguace di Debora Serracchiani che considera una conquista civile la soppressione di feti, vecchi e malati e coerentemente indossa jeans, a volte perfino coi tacchi, cortocircuito maschile-femminile ustionante la vita. Ma Costanza seguace della neopresidentessa del Friuli non lo è, quindi non la capisco così come non capisco i tantissimi amici e le tantissime amiche che non ci trovano niente di male nel dannatissimo defemminilizzante calzone. Cardinale Siri, come mi sento solo.

    © – FOGLIO QUOTIDIANO
    di Camillo Langone

    1. Giusi

      Non nego che la gonna sia più femminile ma i pantaloni tengono caldo. Mia mamma non li aveva mai usati facendo parte di un’altra generazione. Quest’inverno glieli ho regalati e non li ha più tolti. Con le artrosi fisiologiche alle ginocchia sono una mano santa! E poi sono più pratici. Inoltre non mi pare che gli uomini li trovino tanto maschili……

  8. Si vede che Longone non è mai stato donna (Deo gratias!) pendolare. Su e giù dai treni inclusa l’arrampicata per salire e il lancio nell’ignoto per scendere, poi con i batteri che ci sono sui sedili…assolutamente vietata la gonna. 😉

    1. Quelle non sono le parole esatte utilizzatre dal cardinale Siri, fanno parte di un testo più esteso del 1960. Le trovate qui: http://www.traditio.it/FAM-CIV/2010/agosto/4/Siri%20G.%20Cardinale%20%20lettera%2012.06.1960%20uso%20pantaloni%20da%20parte%20delle%20donne.pdf
      Il cardinale aveva visto bene i primi vagiti dell’ideologia di genere e la tendenza ad uniformare i sessi per renderli intercambiabili, il punto della questione non era tanto il calzone ma lo spirito che la nuova moda portava con sé. Un giudizio profetico. Ovviamente oggi sul piano del costume la frontiera della “guerra di genere” è un’altra rispetto a oltre sessant’anni fa.

  9. Spica Pica

    “Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica.”
    Bellissimo articolo.

  10. SilviaB

    @Giusi, mi dispiace se hai avuto un’esperienza negativa del Cammino Neocatecumenale, credo però che sia sbagliato giudicare e pensare che sia tutto negativo… un po’ come quelle persone che pensano male di tutta la Chiesa a causa di un cattolico o un prete che li ha scandalizzati.

    Come in tutte le realtà ecclesiali c’è tanto bene dato dalla presenza di Cristo nei Sacramenti e nella Parola, è c’è la nostra umanità così fragile e imperfetta.

    Come vedi dal link delle 100 piazze (solo a Roma, in realtà sono più di 10.000 nel mondo) c’è perlomeno la volontà di mettersi in gioco per annunciare la Buona Notizia, rischiando anche insulti e non solo: una sorella della mia comunità domenica era a Goteborg e si è beccata una bella sassaiola!
    Io sono stata più fortunata, ero nella mia città:

    1. Giusi

      Silvia sono certa che nel Cammino ci sono molti buoni cristiani (sicuramente migliori di me). Poi ognuno sceglie sulla base della sua sensibilità religiosa.

  11. SilviaB

    Ci sono tante belle teste di birillo, tanti pasticcioni, quelli a rischio “fariseo”, c’è di tutto come in ogni realtà.

    Si cerca tutti di essere cristiani tra le nostre debolezze e la potenza di Dio, ogni giorno è una battaglia e la conversione non è mai “afferrata” e tenuta saldamente in mano (mannaggia!)
    I movimenti ecclesiali (CL, Cammino, Rinnovamento, ecc.) sono nati come risposta dell Spirito Santo ad un mondo sempre più pagano e secolarizzato dove in realtà veniamo catechizzati (oserei dire bombardati) ogni giorno, e per molti c’è bisogno di un sostegno maggiore oltre alla Eucarestia domenicale: una comunità, celebrazioni della Parola, ritiri spirituali, ecc.
    Io ci sono da 21 anni, conosco molto bene questa realtà che spesso sul web è oggetto di accuse ed infamie… mi hanno sempre sostenuto due cose: l’approvazione, il sostegno e l’incoraggiamento fortissimo da parte del Papa (da Paolo VI in poi) ed i frutti che ho visto nella mia vita ed in quella degli altri.

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