l telegrafo a grani

telegrafo del crepuscolo

di Maria Elena Rosati  trentamenouno

Stavo pensando al telegrafo. Voi direte giustamente: perché? Non lo so , solo mi è venuto in mente questa forma di comunicazione superata ormai dalle nuove tecnologie, ma che alla fine del 1800 aveva rivoluzionato il modo di comunicare.

Antenato del telefono, di internet e di tutta la comunicazione moderna, il telegrafo funzionava secondo un sistema semplice, e quindi abbastanza difficile da spiegare (per me che non ci capisco nulla):  un trasmettitore, un impulso trasmesso via cavo, o via onde radio, e un ricevitore che spacchetta il codice del messaggio.

I vecchi film in bianco e nero ci hanno lasciato il ricordo di questi messaggi inviati in codice Morse, con il ronzio dei punti e delle linee e il tipo con la cuffia tutto concentrato che digita; ai più giovani basta aver resistito almeno una volta fino al finale del film “Titanic” di James Cameron per capire. Un segnale per lanciare un allarme, per chiedere aiuto, per ricevere risposta e sostegno anche a distanze enormi.

Ovviamente, siccome non sono ferrata di telegrafi, ma di cartoni animati sì, pensando al telegrafo mi è venuta in mente quella scena de “La carica dei 101″, quando i due dalmata si mettono alla ricerca dei loro cuccioli rapiti da Crudelia DeMon, sfruttando un sistema di comunicazione chiamato “Il telegrafo del crepuscolo”: un cane abbaia e lancia il segnale, un altro cane lo riceve e lo trasmette, e così altri decine di cani, fino ad arrivare alla fattoria del Colonnello e del Sergente Tibbs, che risolvono il mistero. Una comunicazione incessante, un lavoro continuo, che va avanti per tutta la notte e impegna tutti i cani i Londra, dal più grande al più piccolo, ciascuno secondo le sue possibilità.

Lo so che il paragone è azzardato, ma in fondo ho pensato che anche le preghiera per gli altri è così: c’è un allarme che viene lanciato, un’intenzione che viene affidata alle tue mani e a quelle di tanti altri, e tu non fai che trasmetterla verso l’alto, senza abbaiare, ovviamente, ma sgranando il rosario, o sgranando Ave Maria a ripetizioni, o semplicemente offrendo senza sosta tutto quello che puoi, perché il messaggio arrivi presto. Nei momenti di maggior difficoltà, quando qualcuno che vive un pericolo, e chiede aiuto, la preghiera diventa più forte, il segnale si trasmette incessantemente, e risuona, sempre con le stesse parole. Un codice di preghiere e offerte, di rinunce e doni fatti per il bene di un altro, per la guarigione di un altro, per le intenzioni di un altro.

A questa catena di preghiera partecipano tutti, ciascuno secondo le sue possibilità. C’è chi ha la voce e la preghiera più forte, e chi invece ha la voce più flebile, ma con ancora più forza lavora, e chiama e piange, e chiede, e continua, senza stancarsi. Perché quando vedi intorno a te amici che soffrono, o vengono portate alla tua attenzione storie di dolore di persone che  non conosci, ma che sai essere misteriosamente unite nel cuore e nel corpo alle sofferenze di Cristo, la preghiera diventa l’unico mezzo, per raggiungere e avvicinarsi, per conoscere e per sostenere da lontano, per dare nuova forza ad una casa che,  costruita sulla roccia o sulla sabbia, è evidentemente scossa nelle sue fondamenta, colpita da una tempesta. Il fatto che non crolli e si mantenga, dipende, in fondo, anche dal sostegno della preghiera degli altri. Il nemico ti porta sempre a diffidare, e a pensarci bene, prima di impegnarti per una persona che magari non conosci nemmeno,  ma tu sai bene che la stessa attenzione, la stessa cura, la stessa preghiera, ci sarà per te quando tu ne avrai bisogno e la chiederai, magari con forti grida, o non la chiederai per niente,  perché non hai nemmeno la forza di farlo.

E’ questa preghiera l’unico strumento che permette di superare i confini dello spazio, di far avvicinare cuori lontanissimi, e unirli nell’intento comune, nella richiesta di una grazia, che, il Vangelo ci insegna, può essere concessa secondo la volontà di Dio – “ se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà”(Mt. 18,19) – o semplicemente per dare la forza di accettare quando la grazia non arriva nei tempi e nei modi che vorremmo noi.

Mi sento così, in questi giorni, mentre porto nel cuore le intenzioni di una famiglia particolarmente cara. Io non ho la voce del danese di Hampstead che aiuta i dalmata, ma continuo, come lui a trasmettere il messaggio, e a dire agli amici in difficoltà: “Coraggio, ricorrete al telegrafo, siamo con voi”. E continuo, insieme agli altri compagni di telegrafo,  a restare in ascolto del segnale…e a sgranare.

fonte> trentamenouno

29 pensieri su “l telegrafo a grani

  1. angelina

    Buongiorno!
    Un post così ben scritto, garbato, positivo, accresce la gioia e la speranza. Mi accompagnerà durante la giornata. 😀

  2. Mario G.

    Che aggiungere…?
    Ben ritrovata cara Maria Elena ed inifinitamente grazie per il tuo sempre fine scrivere. 🙂

  3. cinzia

    “ se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà”(Mt. 18,19)
    Quante volte ce lo dimentichiamo! E quante volte sottovalutiamo la forza della preghiera. Grazie per avercelo ricordato!!! E con quanta dolcezza ce lo hai ricordato….

  4. 61Angeloextralarge

    Mi piace tantissimo l’idea di far parte di un telegrafo che mi unisce ai fratelli e mi collega al Cielo! Torno dopo con calma… ma “sgraffigno” questo post, perché ne vale proprio la pena. Smack! 😀

  5. Emanuela Castello

    Ovviamente non so chi porti nel cuore, ma faccio mia l’intenzione di preghiera e la condivderò con mio marito, in macchina, al ritorno dalla giornata di lavoro. Buona giornata a tutti

  6. …la “inconfutabile” forza del PENSIERO !!!!
    Però fate questa prova: mettetevi due o più persone e chiedete una grazia a Cristo.
    Immagino la risposta: “ma Dio non si sa quali strade sceglierà per il nostro meglio”
    Appunto, la “inconfutabile” forza!!!

    1. Giusi

      Alvise, tante volte succede. A me è successo e più di una volta. Ma, per quelli come te, quando non succede è colpa di Dio e quando succede è merito del caso. Poi non è la forza del pensiero: confondi con il mago Otelma…

    2. Prova tu invece… chiedi con insistenza che si manifesti se c’è.
      Sai tipo “se ci sei batti un colpo”… però devi insistere. Potresti avere delle sorprese o semplicemente comprovare le tue convinzioni (si lo so che sei già convinto, ma giusto per essere più convinto…)

      Che poi di grazia quale sarebbe “la forza del pensiero”?

  7. Giusi

    Cara Maria Elena, è proprio vero! L’anno scorso mia sorella è stata in pericolo di vita. Si è creata una catena di preghiera da Medjugorje a San Giovanni Rotondo. Adesso sta benissimo. Stasera vado, come ogni mercoledì, ad una potente messa di guarigione Ho già annotato: intenzioni di Maria Elena. Coraggio!

    1. “Stasera vado, come ogni mercoledì, ad una potente messa di guarigione”
      …ha quasi del blasfemo!!!
      Esiste tante genti che sono stati malati, anche gravi, e che sono guariti, senza preghiere.
      Che saranno di più quelli guariti con le preghiere o quelli senza?

      1. Giusi

        Sarà blasfemo per te che sei blasfemo! A parte che ogni messa è di guarigione: infatti dopo il Pater Noster si dice: Liberaci Signore da tutti i mali…… Questa la chiamo potente perchè ci dedichiamo proprio per 2 ore, con Rosario, invocazione allo Spirito Santo, Santissimo esposto, Preghiera guidata dal sacerdote per gli ammalati. Io l’ho sperimentato che è potente. Non ci credi? Cavoli tuoi!

            1. Mi fa venire in mente, il rito che dici, che ci sarà stasera, il nome delle grappe profumante che distillava uno dei Medici,
              “i liquori potentissimi di Gian Gastone”

              1. vale

                A Firenze i Medici sono agli sgoccioli, Gian Gastone, che è l’ultimo e non lo sa, prendeva delle ciucche tremende “ non solo di vino ma di altri potenti liquori, e di un rosolio potentissimo, mischiando il tutto con droghe e zucchero”.
                compari del Gian Gaston bivaccavano nella Reggia ridotta ad un letamaio, assaltavano i negozi vicini, finchè i fiorentini e le grandi potenze decisero di darci un taglio e nel 1731 arrivò l’infante Don Carlos che anche lui si mise a fare casino ed infine venne issata sul trono la famiglia Lorena.
                http://www.coquinaria.it/archivio/storiasemiseria/capitolo41.html

                adesso dimmi per quale neurone impazzito hai collegato una messa a cotal baccanale….

                1. ..vale:
                  .alla grottesca espressione “potente messa di guarigione”
                  Tra l’altro, vorrei fare notare che, o una messa è sempre potente, o non è, non ha bisogno, credo, una messa, di essere “rinforzata” col telegrafo, o altro!!!

                    1. Su questo però temo di dover dare ragione ad Alvise…

                      Non esistono Sante Messe (e tutte sono Sante) più o meno “potenti”. Diciamo che per nostra debolezza o poca Fede, tendiamo a caricare alcune Celebrazioni di “un sovrappiù di Grazia”, perché celebrate in questo o in quel luogo, da questo o quel sacerdote (fosse anch’egli in odore di santità o meno), ma nulla possiamo aggiungere o togliere a questa unica e infinita fonte di Grazia (di tutte le Grazie).

                      Poi ahinoi possiamo celebrarle più o meno solennemente, più o meno devotamente, ma in ognuna di Esse, Cristo si comunica a noi INTERAMENTE. Di che altro dovremmo avere bisogno?

                  1. Giusi

                    Scusa Alvise non devo mica chiedere il permesso a te per sentire di più una celebrazione piuttosto che un’altra! Sento la presenza della Madonna anche a casa mia quando dico il Rosario, ciò non toglie che, pur avendo visitato la maggior parte dei Santuari mariani, quello che ho provato a Fatima un 13 maggio è stato straordinario. Ognuno di noi ha i suoi luoghi dell’anima.

              2. Giusi

                Buona idea! Io vado a pregare e tu ubriacati come Gian Gastone! A ciascuno il suo! Essere più repellente non potevi scegliere: pranzava a letto, dormiva con i cani, puzzava di tabacco e di vino, vomitava e compiva i propri bisogni corporali a letto, trascorreva le giornate in festini omosessuali reclutando ragazzini di modestissime condizioni. Complimenti! Hai delle ottime fonti di ispirazione. Preferisco lo Spirito Santo!

              3. Giusi

                Guarda anche se, a pensarti come Gian Gastone mi viene da vomitare, farò uno sforzo e in un eccesso di carità cristiana superiore alle mie possibilità, stasera pregherò pure per te!

  8. Franca 35

    Grazie, Maria Elena, per avercelo ricordato con tanto cuore, mi fa felice pensare al mio rosario come a un telegrafo che scrive un messaggio che sale verso Dio. Quante volte mi sento impotente e mi basta iniziare a pregare per sentirmi subito strumento nelle mani di Dio! Non perdiamoci d’animo. Preghiamo e lasciamo fare al Signore, sicuri che nessuno ci ama come Lui. Buona giornata a tutti.

  9. Giusi

    Per Bariom. Scrivo qua perchè ogni tanto non c’è il rispondi. Ho precisato anch’io che tutte le messe sono di guarigione. Quella del mercoledì per me lo è in modo particolare per il semplice motivo che c’è più tempo e modo di pregare e chiedere grazie (e ne ho anche ottenute). Tutto qui. Mica voglio dire che ha un particolare imprimatur ecclesiastico.

  10. Don Pallotta afferma che la recita del Rosario lega la terra al cielo. Ho provato a recitarlo con questo pensiero: è vero ti eleva. Vedi le cose terrene con sereno distacco, senti compassione per i fratelli sofferenti e provi a partecipare alla grandezza di Dio.

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