Perché tornino a battere cuori di cavalieri

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di Andreas Hofer

L’uomo contemporaneo è in crisi di virilità. Roberto Marchesini in un aureo libretto traccia una preziosa mappa per permettergli di riscoprire se stesso e la grandezza della sua vocazione attraverso il difficile – e al tempo stesso esaltante – cammino delle virtù. Solo così nel petto dell’uomo del terzo millennio tornerà a battere il cuore di un cavaliere medievale. Le prime fra tutte le virtù sono, naturalmente, quelle dette “cardinali”. Continua a leggere “Perché tornino a battere cuori di cavalieri”

Un Buon Natale dalla fine del mondo

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di padre Carlo Salvadori

Douala, 18 dicembre 2015

Care amiche e amici della missione a Douala, buon Natale. Come sapete dal 25 al 29 novembre l’Africa ha vissuto un tempo di grazia per la visita di Francesco in tre paesi: Kenya, Uganda e Centrafrica.

Voglio umilmente riassumere questo viaggio in tre parole: coraggio, speranza, missione.

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Vivere senza Menzogna

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di Aleksandr Isaevič Solženicyn 

Siamo a tal punto disumanizzati, che per la modesta zuppa di oggi siamo disposti a sacrificare qualunque principio, la nostra anima, tutti gli sforzi di chi ci ha preceduto, ogni possibilità per i posteri, pur di non disturbare la nostra grama esistenza. Non abbiamo più nessun orgoglio, nessuna fermezza, nessun ardore nel cuore. Ci basta non staccarci dal gregge, non fare un passo da soli. Ce l’hanno martellato e il concetto ci è entrato bene in testa, ci assicura una vita comoda per il resto dei nostri giorni: l’ambiente, le condizioni sociali, non se ne scappa, l’esistenza determina la coscienza, noi cosa c’entriamo? non possiamo far nulla. Invece possiamo tutto!

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E se invece….

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di Maria Elena Rosati   trentamenouno

E’ vero, in questi giorni prolungati di assenza, mi sono guardata molto intorno, e mi sono riempita le orecchie di alcune parole particolarmente ricorrenti di questo periodo, legate ai fatti di cronaca delle ultime settimane: vita, morte, vittoria, risurrezione, umiltà, esperienza, viaggio, tributo, ricordo, dolore, rabbia, vergogna, noia, immortalità. E ho avuto l’ennesima conferma che in questa fase di crisi e di smarrimento generale, le nostre cronache ruotano intorno a storie di disperazione e morte.

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l telegrafo a grani

telegrafo del crepuscolo

di Maria Elena Rosati  trentamenouno

Stavo pensando al telegrafo. Voi direte giustamente: perché? Non lo so , solo mi è venuto in mente questa forma di comunicazione superata ormai dalle nuove tecnologie, ma che alla fine del 1800 aveva rivoluzionato il modo di comunicare.

Antenato del telefono, di internet e di tutta la comunicazione moderna, il telegrafo funzionava secondo un sistema semplice, e quindi abbastanza difficile da spiegare (per me che non ci capisco nulla):  un trasmettitore, un impulso trasmesso via cavo, o via onde radio, e un ricevitore che spacchetta il codice del messaggio.

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