di Costanza Miriano
Qualche giorno fa mia figlia si è trovata a fare i conti con il primo dieci e lode della sua neonata carriera scolastica, immagino conseguito grazie alla sua simpatia, vista la capacità scrittoria non esattamente da amanuense.
– “Mamma, che vuol dire dieci e lode?”
– “Be’, vuol dire che hai fatto le cose bene, ma proprio bene, senza sbagliare niente, e che per questo la maestra ti fa anche tanti complimenti, come se ti desse un bacio.”
– “Tu sei media e lode, mamma.”
Dopo un’iniziale esitazione, ho concluso che era proprio un gran complimento. Anzi, magari fossi davvero media e lode. Media e lode, mi ha spiegato Lavinia, è quando fai le cose normali, e le fai in modo normale. Un po’ sbagli, che c’entra, mica è un dieci. Però poi ti danno un bacio lo stesso.
Essere normale è una cosa bellissima, se uno sa di essere amato da un Padre misericordioso, che, come dice Lavinia “ti dà un bacio lo stesso”. Anzi, uno che se le cose le fai un po’ meno che normali, se sei proprio tu quella pecora su novantanove che si sta perdendo ti viene a cercare, lasciando per un po’ le altre da sole.
Ma la “normale e lode” di solito non è quella che si perde, è una pecora che se ne sta al suo posto, bruca e produce onestamente latte e lana. È fedele al suo piccolo quotidiano, alla sua mediocrità che nasconde invece il tesoro segreto: la fedeltà alla nostra realtà, in silenzio, con amore. Fedeltà a una realtà comprendente fatica, scocciature spigoli e varie scabrosità.
Qualcuno – raramente, però – è chiamato a fare grandi cose, i più invece a essere semplicemente, anonimamente fedeli. Qualcuno si ispira a Superman, qualcuno invece al Normalman di Greg e Lillo, quello che a un certo punto, in soli ventisette minuti e dodici, dismette i jeans e infila il costume da supereroe in lycra ma gli si incastra la chiusura a lampo, qualcuno per cui l’eroismo non è poi così impervio, aiutare la vecchietta a prendere il fustino dal ripiano troppo alto, o ad attraversare la strada. Secondo me è già qualcosa. Siccome io sono normale e lode, mi sembra già abbastanza stare bene al proprio posto di combattimento.
Quello che conta, infatti, è fare le cose con amore, perché si è stati ricolmati dall’amore di Dio (questo è il punto, questo è il fondamento). E questa trasfigurazione deve essere profonda, interiore. Solo in pochi casi ci chiama a fare cose eclatanti.
Tante volte quando qualcuno incontra, o meglio, comincia a sentire, a intuire il profumo di Dio, parte lancia in resta per tutta una serie di impegni che io per capirmi con me stessa (ogni tanto in me coabitano diverse squinternate che faticano a dialogare) chiamo “le cose col bollino cattolico”: impegni, incontri, testimonianze, gruppi, raccolte benefiche, addirittura lotterie, spettacolini e varie iniziative di beneficenza nei casi più gravi. Un modo di cercare stimoli, o di vedersi riconosciuti dal gruppo – questo tante volte ci muove più di quanto vogliamo ammettere – che però non sempre ha molto a che fare con l’amore libero, maturo e adulto che ci viene chiesto. Cose buone, ma non essenziali, non imprescindibili tanto quanto stare con amore al proprio posto di combattimento, con gli occhi aperti a vedere le necessità del fratello nel nostro ordinario, responsabili di chi ci viene affidato, sperando di prendere alla fine della giornata un bel normale e lode.
Mio figlio ha detto che sono “diversamente buona”, come la devo prendere?
Che sei buona in un modo diverso da tutti gli altri. Sei unica! 😀
Nel 1960 don Giussani fece questa dedica ai suoi ragazzi di GS (Gioventù Studendesca): “Ai grandi che ci sanno parlare,ai piccoli che ci sanno ascoltare”.
Tu Costanza, oggi dilati questo giudizio e ci fai capire come anche i figli educandoli ci educano.
E’ la stessa figlia del Re Dentore?
http://danicor.wordpress.com/2012/12/12/dagli-atti-dei-costanzini/
@Maxwell: sì è la stessa.
Standing Ovation di 8 minuti al piccolo genio…. fantastica !!!!!!
Cassina De Pecchi………. se non facesse così freddo farei una passeggiata………
COKYYYYYYYY!!!!!
oggi sento di volerti più bene che mai! la mia giornata è iniziata da schifo: alla 8,30 dopo aver portato il figlio maggiore a scuola mi è arrivata la telefonata della sua maestra. In lacrime. E’ stata sostiutuita da una nuova che occupa un posto più alto in graduatoria. Premetto che non capisco una mazza di come il Provveditorato “provveda” all’assegnazione delle cattedre. Ma se permettete un motivo per essere avvilita ce l’ho! è il terzo cambio di maestra in tre mesi di scuola e questa non è arrivata al panettone! già il mio virgulto non sembra aver preso la scuola come un impegno tanto serio; questo cambio sarà un motivo in più per cincischiare sui compiti. La prima cosa che ho pensato è stata “mannaggia! avessi la possibilità di scegliere manderei subito mio figlio in un’altra scuola, anche paritaria, purchè decente. Ma dove? bè, potremmo trasferirci in un’altra città e bla bla bla…..”.
Ora apro questo post….. ma è vero!!!! è vero che tocca a noi metterci ai posti di combattimento! a me tocca stare nel mio buco di provincia mammalucca (ma sembra che anche nella capitale o nelle altre realtà italiane non vada meglio…) e rimboccarmi le maniche. Dare come posso una mano a mio figlio, mica cercando di fare di lui un enfante prodige ma almeno tirandogli su il mento per fargli vedere la strada da percorrere, prepararlo alla vita. Un po’ come il caoch del pugile prima del match. Prenderà lo stesso botte da orbi, ma sul ring ci starà motivato, perchè sa che bisogna dare il meglio di sè. E perchè sul ring si combatte solo sapendo qual è l’obiettivo. Vorrebbero toglierci il motivo per stare al gioco della vita, ci dicono che alla fine accontentarsi del vile becchime non è poi così male, che non vale la pena sbattersi per trovare cibi più nutrienti, che il nostro organismo campa bene e a lungo anche con qualche fogliolina di lattuga. Ma chi ha assaggiato il piatto da gourmet rifiuta la pietanza precotta del discount.
Le tue figlie e i tuoi figli Costanza hanno delle intuizioni geniali, probabilmente plasmate dalle vostre conversazioni in famiglia. Ottimo mix tra humour, apertura mentale, affetto, educazione, intelligenza e prontezza di spirito.
Immagino che la vostra intimità domestica sia molto piacevole.
Grande Lavinia! che bello essere portati per mano dai nostri figli a guardare insieme Dio!!!!
OT
nasce il blog della nostra amica Paola Bonzi
http://www.paolabonzi.it/
Admin: grazie! Blog assolutamente da far conoscere. Samck a te e Paola. 😀
A parte che non ho mai avuto “10 e lode”… spero di rientrare tra i “media e lode”… più che altro per il bacio finale. Quindi mi viene da pensare che forse, invece di “smack”, scriverò “lode”. 😉
Grande Lavinia, non c’è che dire! Dalle mie parti si dice “la cerqua fa sol le ghiad!”, quindi Lavinia è il degno frutto di due cerque robuste. 😉
un’interessante risposta alle critiche de la27esimaora
http://www.campariedemaistre.com/2012/12/orfani-e-vedove-intro.html?spref=fb
🙂
Bello! E’ questa la santità della vita ordinaria. Normale e lode non sta per “mediocre e lode”, tutt’altro! La lode è proprio quell’abbraccio finale, l’essere accolto con amore e compiacimento da chi ha guardato con benevolenza a tutti i tuoi sforzi, le cadute, le riprese, la perseveranza. E ti dice “Bravo, ce l’hai messa tutta!”.
Come quando un bambino chiede al papà dei soldi per comprargli un regalo: è insensato dire che il padre abbia “guadagnato” qualcosa in termini economici, eppure si arricchisce ed è felice per quell’offerta, povera e probabilmente inadeguata. Ciò che lo appaga è il desiderio del figlio di ricambiare il suo amore.
“Le cose col bollino cattolico: impegni, incontri, testimonianze, gruppi, raccolte benefiche, addirittura lotterie, spettacolini e varie iniziative di beneficenza nei casi più gravi”, sono spesso le cose che ci andiamo a cercare da noi stessi e di pari passo per dar “lode a noi stessi”.
Raramente coincidono con quello che dio avrebbe pensato per noi, perché si desse lode a Lui. 😉
“Le cose col bollino cattolico: impegni, incontri, testimonianze, gruppi, raccolte benefiche, addirittura lotterie, spettacolini e varie iniziative di beneficenza nei casi più gravi”, sono spesso le cose che ci andiamo a cercare da noi stessi e di pari passo per dar “lode a noi stessi”.
…troppe persone conosco che inseguono tutto questo e non si accorgono che i figli si sentono abbandonati e a volte manca anche il dialogo fra moglie e marito, e magari il matrimonio sta andando a rotoli.
Credo che “le cose col bollino cattolico” spesso riempiono il nostro desiderio di sentirci SANTI più che stare a casa con i propri figli e dedicarsi a loro. Si può essere egoisti anche nel fare queste “attività”……
bell’articolo, mi è piaciuto moltissimo. Evviva la spontaneità dei bambini che spesso sono più saggi di noi adulti.
Floriana
Floriana, parole sante!!!
Condivido il commento della “nostra” Costanza. Brava Floriana!
Anche io condivido!!! Quando ho avuto bisogno di aiuto pratico e di supporto, compagnia, affetto, amicizia e svago in un momento durissimo (che è purtroppo durato parecchi anni) della mia vita personale e familiare, ho avuto tante persone vicino, fortunatamente. Ma nessuna di queste era una di quelle impelagate in impegni a bollino cattolico… Troppo impegnate tra ritiri e conferenze per venire a fare visita a mia mamma o farmi una telefonata…. Io mi chiedo poi che tipo di missionarietà si possa praticare se si trascorre tutto il proprio tempo con persone che la pensano come te…
aver citato Lillo & Greg ti pone nel gotha degli intellettuali. Grandissima Costanza.
Sentire la responsabilità per chi ci è stato affidato è, per me, arduo. Soprattutto se ci metto dentro tutte le persone con cui vengo in contatto, però è davvero così. Facci memoria di queste cose.
Grazie di queste parole e di molti altri pensieri regalati da un cuore così bello! che Dio ti benedica
“stare con amore al proprio posto di combattimento, con gli occhi aperti a vedere le necessità del fratello nel nostro ordinario, responsabili di chi ci viene affidato, sperando di prendere alla fine della giornata un bel normale e lode.”
«Il vincitore è colui che combatte seriamente. Ogni battaglia combattuta per il Signore viene da Lui già valutata come una vittoria. E se uno combatte con umiltà non cadrà, infatti in tal caso anche le piccole e momentanee sconfitte vengono utilizzate dal Signore per rinvigorirlo. Il combattimento sincero per il cristiano è già una vittoria, il Signore accoglie nel suo amore il nostro tentativo di amare.» (Adrienne von Speyr – 1902-1967)
Altro che media: affrontare da sola certi vampiri su La7!!! Cmq i
l messaggio è passato 😉