Ci vuole costanza

Balestri_Manfredi

di fr. Filippo Maria

Ci vuole costanza! Mi diceva mia madre quando ero bambino e non avevo voglia di fare i compiti e tornavo tardi dopo aver giocato a calcio tutto il pomeriggio e già che il campetto stava pure vicino casa e mamma chiamava dalla finestra: Filippooooooooo! E io che facevo finta di non sentire ma quando rientravo me lo ricordava che ci vuole costanza nelle cose e che se non studiavo tutti i giorni mi sarebbe andata male nella vita… ma io glielo dicevo che da grande volevo fare il calciatore, come infatti poi non è accaduto…

Ci vuole costanza! Era sempre mamma a ricordarlo che anche con il Signore bisognava fare sul serio e che era bello pregare tutti i giorni… e io la vedevo che aveva rinunciato a lavorare (e a un mucchio di altre cose) per stare coi figli, prima, per accudire i genitori e i suoceri, poi, come anche fa adesso con nonna, è che io mamma l’ho vista sempre sorridente e luminosa, sempre, lei sottomessa di fabbrica, senza mai lamentarsi e mi chiedevo: sarà perché usa tanta costanza!

Ci vuole costanza! Mi dicevano i frati del convento dove Qualcuno mi ha condotto fin da piccolo e che quando non mi alzavo al mattino per la preghiera un frate mi veniva a bussare e io mi giravo dall’altra parte che avrei pregato dopo, forse, ma adesso non potevo proprio…

Ci vuole costanza! Anche col latino, senza trascurare il greco, che quando non si riusciva a finire la versione la si copiava in treno, con costanza quello sì, ma poi c’era sempre qualcuno che parlava e…

Ci vuole costanza! Era il ritornello del maestro al noviziato, che se la pianta non la raddrizzi quando è piccola dopo è troppo tardi… ed era difficile dargli torto.

Ci vuole costanza! Stare sul pezzo, ogni giorno, saper lavorare su se stessi ma facendo fare agli altri (obbedienza), con le tasche vuote ma con la provvidenza (e la pancia) piena (povertà), volendo bene a tutti indistintamente ma dovendo cominciare per forza da qualcuno (castità).

Ci vuole costanza! Mi ripete mio padre che a sessantatre anni fa le maratone: “Se non ti alleni con costanza non ce la farai; è inutile che vai a correre una volta al mese, non serve a niente…”; sì babbo, adesso ci vado tutte le settimane ma dopo i miei onesti sette chilometri di corsa non mi sembra di avere energie necessarie per farne altri ma credo, con costanza, di poter migliorare…

Ci vuole costanza! Tuona il prete (e il frate) dall’altare! Non si è mai ricordato un santo che non l’abbia avuta, un uomo virtuoso che non l’abbia consigliata, un pastore che non l’abbia raccomandata, un padre spirituale che non l’abbia pretesa! E però tra il dire e il fare…

Ci vuole costanza! Altrimenti la politica del “mordi e fuggi” non appagherà mai l’abisso del cuore umano che è fatto per grandi cose, eccelse, direi eterne, e quando vedo che ci si è ridotti a sopravvivere da lunedì a venerdì per credere di vivere solo il “fine settimana”, magari sballandosi un po’ che sennò è proprio dura andare avanti dal lunedì fino al venerdì, ecco, beh, quando vedo questo penso che qualcosa non funzioni e che comunque l’uomo possa permettersi di più, che la sua dignità lo reclama questo di più… però certo ci vuole costanza…

Ci vuole Costanza, lo ha detto anche il Vaticano, che i libri “sottomessi” non solo li ha letti ma li ha anche recensiti e consigliati e definiti… perché tutto sommato quando vedo un uomo umiliato dalla moglie davanti alla figlia piccola, nelle vie del centro, e quando la figlia piccola ricopia la madre insultando il padre davanti a tutti sempre nelle stesse vie del centro e lui che non rifiata e sta zitto e abbassa la testa…

beh, lì capisco che davvero ci vuole Costanza!

46 pensieri su “Ci vuole costanza

  1. …mi basterebbe solo, a me, che si concepisse che fossimo, credenti e non credenti, o che altro, ignoranti, più o meno, (ma più che meno)eccetra, sullo stesso medesimo piano, inclinato, della vita, verso la morte, e potere, così, parlare alla pari, da uomini.

      1. Dipende ovviamente dal punto di vista, e spesso cambiarlo è puramente grazia ricevuta, ma il piano inclinato è veramente comune. Tantè chepur guardando in alto, se ti fermi scivoli invevitabilmente verso il basso.
        La richiesta di Alvise mi pare più che lecita.

        Ma la cosa deve valere da ambo le parti… devi ammettere Alvise che alcuni tuoi interventi ci dipingono forse come uomini, ma “incapaci di intendere e di volere” 😉

      2. Giusi:
        …invece hai capito benissimo quello che volevo dire. e cioè che ci siamo tutti trovatia stare su questa terra con tutti i pro e i contro di compresi, siamo viventi uguali, ognuno con le sue idee in testa il suo carattere le sue fisime la sua cultura (più o meno uguale a quella degli altri, storici professionisti a parte)) eccetra….
        Poi succede che una parte di questi tutti viventi terrestri (fosse anche viaggianti verso l’eterno) guando parla con gli altri non parla come parlerebbero persone quaqunque, ma pretendono, non solo in materia religiosa, ma anche, per esempio, morale o politica, pretendono nel loro cervello risiedano le idee giuste, vere, e le sole ammissibili.
        Allora come è possibile vivere insieme a queste persone che si sentono di essere da più du quegl’altri, e portano esempi di libri, di cinema, di discorsim di esperienze che dimostrerrebbero quello che loro pretendono che dimostrassero in conformità al loro pensiero unico (a parte il fatto che pensieri targati unici non ce n’è uno solo, ma tanti che vorrebbero essere unici solo loro e via discorrendo)?
        E dunque o uno fa versi di gioia perché riconosce negli altri i suoi omologhi, insieme ai santi, alle madonne, delle varie apparizioni, ai vari sacerdoti, che, guarda caso, a tutti gli vanno e non gli vanno bene gli stessi, del loro clero, ma anche come fossero Gesù in terra, vorrebbero essere loro a distinguere fra il grano e il loglio.
        Ma abbiate pazienza!!!

        1. Giusi

          Ma non la nostra verità, quella del Vangelo. Adesso dimmi: pure se uno è ateo può forse negare che se tutti si vivesse secondo il Vangelo si starebbe meglio? E tu potresti chiedermi: perchè tu vivi secondo il Vangelo? Sicuramente no, però ci provo e credo che lì sia la Verità. Poi è vero quello che dici: siamo tutti uguali, tutti fragili, delle volte non basta la fede. Mia mamma, che è molto più religiosa di me ma di una religione vera, autentica, che non ha mai imposto niente a nessuno: l’ha vissuta e la vive con estrema semplicità; ebbene mia mamma, quando è mancato mio padre nel ’90, per mesi non è più riuscita a pregare. Le aveva consumate tutte le preghiere. Andava a messa la domenca quello sì, ma per il resto non riusciva a pregare, aveva un blocco. Non preserva dal dolore avere fede e nemmeno dalla debolezza e dalla fragilità, nè tantomeno dal peccato. Essere più degli altri? Può essere che, nella nostra pochezza umana, a me per prima, a qualcuno parta la brocca e dia questa impressione ma se questo è l’effetto è sbagliato. In realtà il cristiano dovrebbe essere l’ultimo, il servo, dovrebbe lavare i piedi all’altro, morire per i suoi amici come ha fatto Gesù. Perdonami Alvise, mi sono presa questo modello, mi posso solo lontanamente avvicinare. Però Gesù non è venuto per i perfetti, per i sani, ma per i malati, per i peccatori. Più una persona sbaglia e più Lui la ama, più la aspetta. Si fa più festa in cielo…… Dove sarebbe dunque questa differenza? Forse nel fatto che tu non credendo che quest’uomo eccezionale sia Dio guardi in basso (la morte) e noi che lo crediamo guardiamo in alto (la vita eterna)? Ma non è una vera differenza o meglio può forse esserla per noi ma non per Lui. Lui con te ci mette più impegno ma non perchè sei più peccatore di noi, perchè vorrebbe che fossi consolato, che ti perdessi nella Sua misericordia. Senz’altro noi, io per prima, talora sbagliamo nei modi nel nostro sforzo (sincero però e affettuoso questo devi riconoscerlo al di là delle bordate che arrivano anche da parte tua) ma il fine poi è quello non di avere la soddisfazione di portarti dalla nostra misera parte ma che anche tu possa sentire nella tua, nella nostra comune pochezza umana, l’abbraccio del Padre.

    1. angelina

      Alvise: comunque, per quanto riguarda me (mi scoccia quando qualcuno mi dà del voi) vorrei proprio dirti una cosa. Mentre tu intervieni come e quanto vuoi deragliando a volte il corso delle riflessioni (epiche o futili, è uguale), non hai però risposto quando ti sono state rivolte delle precise domande. Se non erano di tuo gusto, bastava dirlo; ma tante volte mi pare che getti il sasso per scompigliare la discussione su un tema, e poi quando si cerca ragionare con te pacatamente, passi ad altro. Guarda, una è qui 29 novembre 2012 alle 13:53 ma ne ricordo altre, non solo mie (sui morti in Nigeria, o sul padre, insomma qui e lì). Non credo a questa tua immagine di “scompigliatore professionista”, mi sembra però che ti sei barricato dietro ad un cliché. Il blog senza di te sarebbe qualcosa di sostanzialmente diverso da com’è ora (né migliore né peggiore: diverso) e ormai credo che sei al centro dei legami “affettivi” di questo ambiente, virtuale ma non troppo. Tutti ti commentano e si danno da fare per dirti qualcosa………….
      “Quando, invece, lo ignoravano, tutto quello si svolgeva, solo, cose, si vedesse, il momento che venivano, e basta, mai nessuno lo sapesse il destino che incombeva, impossibile cambiasse”
      Magari il destino potrebbe cambiare, chissà….

          1. Angelina:
            Ho provato anche a cercare indietro, ma non mi è riuscito di trovare le domande.
            Ora te mi dici laNigeria, e penso tu vogli dire dei “martiri cristiani”.
            Quello che penso io di questi martiri sparsi per il mondo è che le ragioni (se si possono chiamare tali) non vanno sbandierate in campo religioso, ma sono complicate da fattori economici, politici, etnici, tribali eccetra eccetra.
            Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento io fossi (meschino) in grado di dare!

            1. angelina

              Alvise, questa era una domanda quasi personale (se l’espressione scritta è la cifra dello scrivente, credo). Non si tratta di un chiarimento, era un interesse verso di te, la tua esperienza e ciò che ne traspare dalle tue parole. Insomma, questa era la richiesta, dopo la lettura dei tuoi brani che qualcuno ha definito angoscianti; dimmi pure curiosa, rispondi o non rispondere, fai quello che credi.

              angelina
              29 novembre 2012 alle 13:53
              Giacché è uscito qui l’argomento, vorrei chiederti Alvise: ma perché i settenari sdruccioli?

              Per il resto, continuo a pensare ciò che ti ho già scritto prima.

    2. Chiara Segalla

      al signor Alvise offrirei un vin brulè (con le mele bio dell’orto di mio padre e la “scorseta de limòn”, e chiodi di garofano del Monastero in India per il vino mi farei consigliare da lui….)

      1. Giusi

        Sempre la solita storia: i figliol prodighi vengono trattati meglio! 🙂 Anzi Alvise è ad uno stadio di pre-figliol prodigo (bisogna essere ottimisti!)

  2. Mario

    Ci vogliono anni per costruire qualcosa di importante, basta un attimo per distruggerlo.
    Ci vuole una vita per essere fedeli (anche ad una moglie che ti insulta per strada), bastano pochi minuti per rovinare tutto.
    Ci vogliono mesi di scelte quotidiane per la vita per dare alla luce un bambino, basta un black-out di pochi giorni per ucciderlo.
    Non è una battaglia ad armi pari: in tanti casi al maligno basta prevalere una volta per recare morte e distruzione.
    Ci vuole costanza. E la prima costanza che ci vuole è la costanza nella preghiera, che sorregge la quotidianità.

    1. …e ci difende dagli attacchi del Maligno!

      Grazie Mario.
      (Anche qui ritorna un che del “piano inclinato”, dove se non sei saldo, quando “ti danno una spinta” ruzzoli un bel po’ :-|)

      1. Giusi

        Va be’ questo lo sappiamo. Ma la Verità bisogna pure proclamarla e guardarla fissa e mirare ad essa! Ad maiora! 😀

  3. lidia

    ieri pensavo ad una cosa che non c’entra ssolutamente nulla col post – col quale sono del tutto d’accordo, peraltro.
    Pensavo che nel Vangelo le invettive più pesanti di Gesù sono verso scribi e farisei, mentre i pubblicani e i peccatori vengono invitati sicuramente alla conversione, ma sono spesso ripresi con affetto, vedi Zaccheo o l’adultera perdonata.
    Penso che ciò sia molto consolante per noi – almeno per me – poveri peccatori; allo stesso tempo ci ricorda che spesso anche noi – almeno io – possiamo essere tentati dal diventare legalisti, scribi e farisei, che in nome della legge (e i farisei adempivano in tutto e per tutto le prescrizioni della Torah) dimentichiamo che “misericordia Dio vuole e non sacrifici”. Questi e quella sono ambedue encessari – la costanza necessaria è nel non dimenticare nessuna delle due cose.
    Né diventare legalisti, cattivi quasi, con noi stessi e con gli altri nel difendere la verità, né snaturare la misericordia e la comprensione in una giustificazione illimitata ed incondizionata.
    Illimitata ed incondizionata deve essere solo la carità.
    Spero di non meritare mai – o almeno poco – le invettive di Gesù, né per aver snaturato la Sua misericordia essendo cattiva, pur di difendere ciò che diviene più la “mia” verità, su cui solo io e chi la pensa come me ha diritto di parola, né per aver snaturato la Sua giustizia.
    Spero di non “allargare” troppo i confini – ma sì, posso trattare male questo fratello “eretico” o questo fratello di un’altra religione, in fondo sto difendendo la verità; ma sì, posso non riprenderlo, tanto è per la carità.
    Noi, che tanto abbiamo ricevuto, siamo chiamati a dare conto di ciò: spero che sarò all’altezza. Davvero, è sovrumano il compito: meno male che Dio ci aiuta Lui.

  4. 61Angeloextralarge

    Ci vuole Costanza ad accoglierci tutti, belli e brutti, colti e ignoranti, aperti ed ottusi, simpatici e antipatici, rompi… e no, etc… 😀

  5. angelina

    “quando vedo un uomo umiliato dalla moglie davanti alla figlia piccola, nelle vie del centro, e quando la figlia piccola ricopia la madre insultando il padre davanti a tutti sempre nelle stesse vie del centro e lui che non rifiata e sta zitto e abbassa la testa…”
    C’è tanta rabbia, tanta rivendicazione, quasi che la relazione tra i sessi (e tra compagni di vita!!) si basi su una sorta di lotta di classe. Una lotta dove ormai oggi non sappiamo più qual è il debole e quale il prevaricatore. L’immagine di donna che ci viene suggerita in giro è sempre più basata sui concetti di autonomia, ipervalidità, sicurezza di sè, diritto a un mucchio di cose (affetto, rispetto, carriera, uguaglianza). Ma nelle relazioni non si va da nessuna parte se vedo l’altro come fonte di “esigibilità” dei miei diritti. Questo vale per uomini e donne: la logica del dono di sé, del mettere l’altro prima della propria soddisfazione, questo muove il mondo e i rapporti tra le persone. Sennò, resta solo una questione di contabilità in partita doppia, una vita da “scapoli sposati” che si fanno compagnia per reciproca convenienza.
    Ma per fortuna, c’è sempre l’occasione per fare esperienza personale della bellezza della gratuità, ciascuno di noi lo sa, la relazione diventa autentica e si apre un altro modo di vedere le cose, e nella relazione tra 2 persone a volte si arriva a immaginare anche quella con qualcun Altro.

  6. Te l’ho sempre detto il mio pensiero su di te Alvise, è un tiro alla fune, tu tiri verso la terra, io tiro verso il cielo. Io amo la terra perché da essa provengo ma ambisco al cielo, tu ti sei troppo affezionato alla terra ma non puoi essere felice sapendo che finirai nelle sue viscere.

  7. Credo però il contenuto di questo articolo, a questo punto meriterebbe altre considerazioni che non quelle imperniate sul caro Alvise (che peraltro anch’io ho fatto)…

      1. Quindi anch’io torno “a bomba” 😉

        La costanza è anche una caratteristica del carattere, una dote innata, quindi qualcuno ne ha di più, qualcuno meno… e per chi ne ha meno, come il sottoscritto, la fatica è doppia 😐

        Per mia esperienza ho visto come la costanza dia sempre dei frutti, io nella vita ho praticato 7/8 sport, avuto 20/30 hobbies e “passioni” e anche nel lavoro, se a volte mi lamento di non aver ottenuto ciò che avrei sperato (al di là di tutti i “casi” della vita e della storia che il Signore marca con ognuno), credo molto sia dovuto ad una costante mancanza di costanza 😉 che non vuol dire di per sè non aver mai assunto alcuna responsabilità…

        Ciò detto ho anche sperimentato come nel cammino di conversione, la costanza sia fondamentale e per chi è un po’ come me, ma penso si possa adattare a molti, avere un “cammino strutturato”, una esperienza compartecipata (cioè non un cammino “in solitario”) e che può anche essere verificata nel confronto con l’altro è forse l’unica strada per non perdersi per strada, come dietro l’ennesima fugace “passione” o “innamoramento”.
        Così come, in questo percorso è importantissimo avere un “referente”, una guida… diciamo meglio un “cane da pastore”, perchè la guida è sempre Cristo e la Sua Chiesa, che ti stia un po’ alle calcagna, che ti sproni, ti pungoli, se vogliamo ti ponga di volta in volta un obbiettivo di crescita, un temporaneo traguardo a cui ne segue immancabilmente un altro.

        E’ in fondo ciò che scrive in questo articolo Filippo Maria… la Madre, il Maestro di noviziato, il Padre, ecc, ecc.

        E’ realisticamente ciò che oggi troviamo in tutti i Gruppi, Movimenti, Cammini, Esperienze che lo Spirito Santo, non a caso sta donando alla Chiesa.

        Non sto asserendo che tutti dobbiamo essere in un gruppo, movimento, ecc ecc, ma in una Comunità in Cammino si, anche quella Parrocchiale, anche quella Famigliare o di più Famiglie, dove chi la costanza ce l’ha (per grazia ricevuta e per sante abitudini), la compartecipa a chi ne ha meno (che a sua volta avrà dell’altro da condividere), perché anche Cristo che era Dio e non avrebbe avuto bisogno di nulla, ha scelto un Famiglia e poi un piccola comunità di discepoli, perchè il Cristiano ha una costante: non è mai un Uomo solo.

  8. chiara

    vin brulè caldo per tutti
    non tanto alcolico
    dolce e caldo
    ristoratore
    qui le montagne sono innevate e il vento viene dall’Altopiano
    “SE GIASSA”

    1. 61Angeloextralarge

      Chiara: mi accodo al vin brulè anche se non bevo mai… quindi possono esserci conseguenze serie! 😉

  9. chiara

    e comunque anche per preparare un buon vin brulè ristoratore
    CI VUOLE pazienza, amore, buone materie prime e -certamente- COSTANZA nel perseguire buoni obiettivi

    vado a fare qualcosa
    che il Signore mi perdoni

  10. Giusi

    Che poi Alvise dove lo trova un intero blog che si preoccupa per lui? Solo gente “timorata di Dio” poteva far questo! 😀

  11. angelina

    “Facce che si susseguono ridenti, scherzanti, tristi,assorte,meravigliate,sconvolte,intense, “di fori”, ammiccanti,serie, ruvide, burrose,sognanti. tutte sono sognanti. sono le facce dei nostri 20 anni. ce le hanno rubate. ce le hanno estorte truffandoci con un baratto per una possibilita’ di successo che poi la maggior parte di noi non ha nemmeno realizzato. non ce le danno piu’ indietro. dicono che l’affare ormai e’ fatto e che non si puo’ pretendere. …

    …siamo esseri supini che non hanno il diritto di elevare la propria statura, di allargare le proprie spalle contro quel sole rosso di rabbia e caldo come un deserto. siamo carne da macello echissenefrega dei nostri pensieri e delle nostre paure.
    ….
    c’e’ una sola, blanda, futile, improbabile, sognante possibilita’: il dopo.
    ma, oramai disincantato dagli anni gia’ trascorsi non posso fare a meno di risentire quella mano stretta sul mio braccio , quegli occhi neri piantati sul mio viso e quella voce calda e ferma che mi disse: dopo, non c’e’ piu’ nulla.”

    QUI ci vuole Costanza

  12. 61Angeloextralarge

    Commento leggermente un po’ più serio, come il post merita…
    La costanza, nella mia natura, mi manca! Mea maxima culpa e mea maxima fatica! Soprattutto se vedo che non “riesco”… tendo a mollare tutto! Fin da piccola. Quanti lavori all’uncinetto “mollati” a metà perché mi sembrava che non finissero mai… Per questo mi costa moooolto “tenere duro”. Sigh… sigh… sigh! Grazie fra Filippo Maria per questo post! Smack! 😀

  13. Twentyrex

    Mi convinco sempre di più che ci volete entrambi tu, caro Fratel Filippo Maria, e Costanza. Ringrazio il Buon Dio che in questa enorme babele della rete mi ha fatto il dono di trovarvi. Oltre a darmi uno straordinario conforto nei momenti, purtroppo assai frequenti di smarrimento, mi offrite preziose opportunità di meditazione che avevo dimenticato di praticare da troppo tempo. Grazie.

  14. Mario G.

    Resto in costante attesa di un tuo prossimo scritto caro fr. Filippo Maria. Costanza occorre… E qui la troviamo, anzi la incontriamo… E ne siamo grati al buon Dio.

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