di Paolo Pugni
Sergio, ma che c@§§£ dici! E soprattutto che c@§§£ fai!Scusa la parola, ma ci sta. Non tra uomini: tra due che si conoscono da quando avevano 11 anni, prima media. Mica che non sappiamo come parlarci noi. Te lo ricordi? Eri quello invidiato da tutti.
Bello, assomigliavi a Rocky prima che lo prendessero a pugni, quello che affascinava per quello sguardo dolce da vincente nascosto, non eclatante. Avevi fascino, parlantina: sapevi trattare con le ragazze quando, finiti gli anni dei calci al pallone, sono iniziati quelli delle feste in casa, quelle con “tavolo messo all’angolo con sopra le bevande, noi ballavamo i lenti chiudendo le serrande”. E sì, io ero quello che ti stava dietro, quello che “Io mi sedevo timido e non mangiavo mai, perché mi domandassero: Cos’hai?”.
Ti vedevo grande, sicuro: un esempio. Ti ritrovo adesso, dopo un buco di quasi vent’anni, e mi fai arrabbiare. No, non per quello sguardo velato o i capelli grigi, che condivido con te –lo sguardo forse no: stanco sì, ma non smarrito, deluso nonostante la vita ci abbia spento i sogni e sbucciato le speranze- neppure per le spalle chiuse e curve sulle quali porti il peso di un avvenire cupo e chiuso, come un cielo che ti schiaccia tanto quanto da ragazzo lo guardavi leggendoci dentro futuri senza confini, infinite scelte come le ciliegie di un frutteto, tutte dolci e intercambiabili. Ma per quel che mi racconti della tua vita, di come l’hai rovinata non per un colpo di testa, ma per una fuga che non ti sta addosso. No, non a te. Non a chi attirava per la sua linearità, perché charmant sì, ma non puttaniere. Onesto. Sensuale, anche. Ma ci stava nell’età in cui gli ormoni invadevano il cervello. Sbagliato sì, ma si comprende. Ma leale, diritto, retto.
Ora che una sbandata ti abbia fatto vedere stella quand’ombra lo capisco: non lo giustifico, ma lo capisco, che siamo sempre qui a combattere con una tentazione che si fa più astuta e animale giorno dopo giorno, e ti avvolge la vita come un sudario, e picchia duro dove sa che può far male. Perché cambia questa bastarda, come un camaleonte si adatta e come serpe si infila nelle crepe e morde; si nasconde tra le amicizie per apparire inoffensiva: così da ragazzino a tentarti sono le amiche di tua madre, poi quelle di tua moglie, infine quelle di tua figlia. Forse un giorno quelle di tua nipote. Perché American Beauty non è solo un film, e ogni uomo lo sa anche se lo nega. Negarlo conta, ma nelle azioni non nelle battute.
Ti scandalizzi perché parlo così? No, dai, non è da te. Lo sai bene che il mostro bisogna guardarlo in faccia, descriverlo, dargli un nome. Verbalizzare! Così ne ammorbidisci la violenza, inizia a domarli. L’errore è fingere -per millantata signorilità- di non chiamarlo, di non conoscerlo: ce l’hai dentro, per natura e per potenza diabolica. E il diavolo ha quale migliore alleato la follia di pensarlo inesistente. Eccome se c’è e morde. Per questo più lo sbandieri, più lo esponi alla luce, più lo confessi, più te ne liberi. Certo, lo so che questa roba qui che entro rugge finisce per tesserti attorno una rete dalla quale è difficile scappare. E credimi, non da solo. Non lo sconfiggi o gli sfuggi se ti ostini a restare isolato: non senza Grazia, che non è quella di 3B che ti sorrideva fuori da scuola e a me non mi filava mai.
Ci vuole virilità per combatterla e fuggire: che non è la fuga del disertore, ma quella del prigioniero che vuol tornare a casa.In conclusione lo capisco che la biondina magari timida, ma maliziosa, ti abbia fatto partire l’embolo: e non è che sto accusando lei, sia chiaro, che la tua parte tu l’hai fatta e mica perché lei ti ha manipolato.Ma dopo, dopo quando improvvisamente ti sei risvegliato, quando hai troncato lì, e lei, quella lei che ti conosce da quando Rocky non era ancora arrivato alla rivincita contro Apollo Creed, che siete la coppia eterna, che già allora faceva tendenza e scuola, lei insomma, quella che ti ha dato –come si dice- tre figli oltre che i migliori anni della giovinezza, quando lei ti ha riaperto le porte di casa oltre che le sue braccia e ha detto “ma sì, pazienza, ripartiamo che i ricordi sono ancora pochi per metterli via” come ti è saltato in testa di mollare il colpo alla terza ripresa perché la fiamma s’è spenta, e non la sento più come prima e non riesco a riaccendere la passione? È finita la favola? La favola? Ma quale favola! Rocky non è mica una favola! È un dramma. Mica era facile stare accanto ad un pugile suonato!Che cosa credevi bello? C’hai quarantìanni di più. Sì, tu, mica lei. Tu. Che passione vuoi provare? Te lo vuoi ficcare in testa, in quella testa che sapeva convincere tutti: che proprio il giorno che mi ero detto “devo per forza studiare greco che sennò domani mi frega” e mi ero messo anche d’impegno m’hai chiamato per dirmi che avevi piantato Grazia, questa volta sì quella di prima, della 3B, che io ci morivo dietro e invece lei era stata con te, e che dovevamo andare al cinema insieme a vedere Rollerball. Aurora di Paolo Sarpi. Che adesso, dopo essere stato un cinema a luci rosse, è diventato un centro commerciale cinese. Ma allora era proprio bello, seconda visione mica terza o di più come diceva La Notte. Ecco te lo vuoi ficcare in testa che l’amore non è passione? Che si combatte su tutti i palloni per tenere duro, come Mourinho in semifinale con il Barcellona: due file parallele 5 e 4, che poi la vita te ne espelle sempre uno, e a stringere i denti e correre.
Altro che fuoco e fiamme. Come dice Al Pacino in Quella maledetta domenica, la vita è come il football: devi conquistarla centimetro dopo centimetro, e questi centimetri sono tutti intorno a noi. E mica te li portano su un piatto d’argento. Te li devi sudare. E il matrimonio, è come Rollerball, quello di Johnatan, ma la finale, dove si deve sopravvivere, dove gli uccidono l’amico più caro, ma lui –come tu: ti ricordi che ti vedevi così? Come James Caan, stanco e vincente, triste e orgoglioso- li fa secchi tutti e infila quella dannata palla nel cesto alla fine. Ti vuoi tirare indietro? Vieni a fare i conti con me! Fa mica il pirla, Sergio.
Bell’esempio di amicizia, la tua caro Paolo… E’ ora che se ne parli ancora in questo blog, no?
E noi? Quale cesto da infilare ci aspetta noi, che si sta diventando dei poveri vecchi con le nostre famigliole col pedigree? Come film, invece, io consiglio la visione di “Cinque pezzi facili” con Jack Nicholson, non so se mi spiego!!!
@Alvise
Salmi 91
13 Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
14 piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
15 Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
16 per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c’è ingiustizia.
…non tutti i Salmi finiscono in gloria!!!
Le storie no, ma i Salmi si… 😉
Ma che bello!! Anzi bellissimo… 🙂
Più invecchio (ma capelli bianchi non ne ho,niente tinta,niente ricrescita) mi rendo conto che l’amore non è un sentimento,non è un’emozione,è una decisione.Non c’è niente di più virile di un uomo deciso,e la fedeltà è la capacità di portare fino in fondo la propria decisione.
Una volta si riusciva a dare la vita per un’ideale,ora pochi e poche riescono a dare la vita per colei o colui a cui hanno promesso fedeltà.
A volte l’Amore si perde per la strada… spesso perchè lo si cerca più che donarlo. Perchè lo si cerca e lo si aspetta da chi ci sta accanto, dimenticando che chi ci sta accanto ha le nostre stesse attese e i nostri stessi limiti. E per donarlo l’Amore, devi esserne ripieno, pervaso. Averne tanto da poterlo donare senza diseccarti, perchè che tu sia pozzo o poco più di una pozzanghera, l’acqua si prosciugherà se non hai trovato l’unica fonte zampillante. Unica, eterna, inesauribile.
bello questo articolo!!!
la vita è come il football: devi conquistarla centimetro dopo centimetro, e questi centimetri sono tutti intorno a noi. E mica te li portano su un piatto d’argento. Te li devi sudare. E il matrimonio, è come Rollerball..
fagli leggere, al tuo amico,la storia di isabella Viola morta a 34 anni a Roma di malattia e fatica. in metro.(ilprimo a parlarne-sembra-sia stato Gramellini sulla “Stampa” del 28 nov.2012,ma oramai si moltiplicano gli articoli anche su internet)
l’ultima frase scritta da Isabella su Facebook: «Una donna il suo gioiello più prezioso non lo indossa, lo mette al mondo»
…come la madre dei Gracchi!!!
Si ma la madre dei Gracchi era ricca, vale di più detto da una povera.
Complimenti per l’articolo!
“Non è la fuga del disertore, ma quella del prigioniero che vuol tornare a casa…”. Tolkien? 😉
albero e foglia! 😉
Finalmente!!Se noi donne siam chiamate ad esser la base (come dice La Miriano, e concordo), ma gli uomini la vogliono smettere di fare i ragazzini coll’ormone impazzito? La donna è accoglienza, sopporta tutto con amore..ma se l’uomo la protegge, preserva, come “carne della sua carne”.Sveglia uomini!!!
Riguardo alla storia di Isabella Viola o a quella di Chiara Corbella io mi sto convincendo sempre di più che Dio abbia ben chiaro quello che sta facendo perché storie che a me paiono assurde a causa della mia miopia e miseria devono avere un risvolto di grazia e di germoglio veramente sorprendenti. I fiori più belli levati dal giardino, le anime più candide prese lasciando il marito e i figli soli. Tutto ciò profuma di mistero e di santità
…seri mai?
ci proviamo, nonostante le tue continue c@§§£te che interrompono il flusso dei nostri ragionamenti….
…ragionamenti?
Dai Alvise dacci un taglio… anche i tuoi non sono sempre e propriamente dei ragionamenti… giusto?
Mi sembra che da un po’ di tempo non fate altro che cantarvela suonarvela e autoapplaudirvela:
che è questo il modo di ragionare?
Mah, può essere… ma se vuoi “ragionare” un ragionamento fallo, non buttar lì frasette che son solo fatidiose come un mosca che si appoggia al naso.
Questo giro ero serio
errata corrige.la prima a parlarne: Bogliolo sul “messaggero”(avevosaltato il preambolo dove ho letto la notizia…
Alvise: non so se il mio fosse un ragionamento. ma su una storia del genere(che non è la prima,né,temo,sarà l’unica)il tuo-qualunque cosa fosse- era fuori luogo…
Posso dire che arrivo a capire che un uomo venga tentato dalle amiche della mamma o della moglie (capire, non giustificare) ma che lo sia da quelle della figlia o peggio delle nipoti mi fa schifo? Allora quand’è che ci si può fidare di un uomo? E non sto parlando di un uomo solo come marito ma di un uomo a tutto tondo. Mi permetto di fare questa considerazione perchè l’articolo lo ha scritto un uomo (grazie per la sincerità), non è la geremiade di una donna.
Temo Giusi dovrei dire mai… anche perché personalmente condivido quanto scritto da Paolo in questo articolo.
Credo però anche che la fiducia sia “un assegno in bianco”, cioè: “so che ci sono dei rischi, ma mi fido di te!” e in questo “mi fido” puoi mettre tutto quello che credi (mi fido del tuo impegno, della tua correttezza, del tuo amore, del tuo combattere, del tuo appoggiarti a Dio… quel che vuoi).
Altrimenti che fiducia è? Sarebbe come dire ad un cieco: “ho fiducia che non guarderai mai un’altra donna” (tanto per stare in tema 😉
La tentazione è natura. Resistere è grazia. E lotta si intende. Ricordo san Paolo: più volte ho chiesto di allontanare da me questa spina… mi è stato risposto ti basta la Mia grazia….
Ci sono tredicenni che si addobbano come ventenni o venticinquenni… non dico questo per giustificare alcunché sia chiaro, lo scrivo a lettere di fuoco.
E che un cinquantacinquenne sia attratto dalla venticinquenne amica della figlia…. è così più schifoso di quanto un ragazzino brufoloso tredicenne si senta attratto dall’amica della madre?
Dico solo che la natura sceglie le strade che vuole e che la letteratura, perché questo è quello che scrivo, si alimenta anche di paradossi, provocazioni, frasi ad effetto che facciano pensare, che scuotano dal torpore, che prodicano una reazione, anche violenta.
Le storie di Flannery O’Connors per esempio sono spesso di una violenza inaudita perché inattesa. E costringono a scendere in campo.
Per questo scrivo: non per fare (auto)biografia, ma per svelare la trama che sta sotto, per capirla io per primo.
Che poi, pur con tutte le differenze del caso, che ben conosciamo rispetto le dinamiche del desiderio nelle nostra amate donne, loro non hanno mai a combattere o a sentirsi tentate “nella carne” (ma fosse anche nel cuore e nel sentimento)?
Mi sa più di “quel che le donne non dicono”… 😉
Bariom non era un discorso della serie gli uomini sono peggio anzi in tante cose penso che siano meglio. C’è questo aspetto specifico che non ho mai tollerato perchè crea delle vere e proprie devastazioni. Non me ne importa nulla se Briatore si mette con la Grecoraci e perchè: cavoli loro: erano liberi, ma ho conosciuto una ragazza che il padre si era messo con la sua amica: è una cosa terribile: è un tradimento della moglie, della figlia , dell’amica è una cosa da cui non ci si riprende più! Ci può anche essere qualche fulminata di donna che fa una cosa del genere ma converrai che è raro. Poi le donne hanno tanti altri difetti. Veramente datevi una martellata (scegliete voi il sito) prima di fare una cosa simile perchè il dolore che create è intollerabile per il vostro stesso sangue!
Giusi, alleggerivo un po’, ma non ho il minimo dubbio che su queste particolari peccati di uomini (e donne) si innestino dei veri macelli. Storie da lacrime e sangue che lasciano dei segni difficilissimi da rimarginare anche con l’aiuto della Grazia e storie che non risparmiando i credenti, creano scandali da “meglio per loro una macina legata al collo” ecc ecc.
Martellate si, ma non al basso ventre che non si anima da solo, ma agli occhi, ai pensieri, ai desideri… è una lotta una lotta dura, che un po’ tutti (chi più chi meno secondo dell’indole che ci si ritrova) combattiamo, o almeno chi decide di combatterla. E la combattiamo per amore di colei (parlo da uomo) che amiamo, per Dio e – sono profondamente convinto – anche per noi stessi, perchè questo peccato conduce alla morte.
Si per me è più schifoso perchè il tredicenne ha la tempesta ormonale e non ha responsabilità di famiglia ma il cinquantacinquenne, cavolo, è padre e dovrebbe proteggere una che ha l’età di sua figlia anche da se stessa! Ha un ruolo educativo e non solo nei confronti di sua figlia! Allora può essere attratto pure dalla morosa del figlio! Avete presente il film Il danno?
Pensa Giusi che Cristo non ha schifo neppure di costoro…
Lo so ma io sono ben lontana da essere Cristo.
Giusi:
…uno deve fidarsi, sempre, degli altri (uomini e donne) poi, eventualmente, si vedrà !
Come la vostra fede, è una cambiale in bianco, ma è giusto che chi ci crede ci creda, seriamente..
(sì, ho capito, nel vostro caso non è una cambiale in bianco etc.etc.)
Per me la “cambiale in bianco” ci sta tutta anche nella Fede…
Poi a forza di “cambiali” e di fiducia, ti rendi conto che Dio non ti ha mai fregato e le cose diventano un po’ più semplici (un po’…).
Per me Gesù non è una cambiale in bianco di lui mi fido ciecamente.
Tu Giusi sei sempre così categorica… buon per te.
Mai dubitato una volta? Hai incontrato / conosciuto Gesù e paff, più nessun dubbio…
I Discepoli hanno dubitato, tutti i Santi hanno avuto la “notte della Fede” e alcuni più di un dubbio.
L’unica di cui si può dire “non ha mai dubitato” è Maria. Se sei come Lei, m’inchino. 😉
Non è andata così. Non sto nascendo adesso. Dopo varie vicissitudini Gesù è diventato la mia unica certezza. Non è che ne abbia poi tante. La notte della fede Gesù la manda a chi è in grado di sostenerla. Se la manda a me devono raccogliermi col cucchiaino e non ritroveranno mai tutti i pezzi. Diciamo che ha avuto pietà di me.
Paolo: arrivo in ritardo ma ti faccio i complimenti per questo post! Smack! 😀
a Pugni tanto di cappello
purtroppo è una rara avis come rappresentante di quella generazione
io consiglio la lettura del Vangelo di domani, Luca 1,26 38….e visto che il Blog pullula di grecisti, chi può farlo lo legga in greco
Poi per chi non ne vuole sapere di Sacra Scrittura, c’è sempre la Letteratura Russa di fine ‘800
buona festa dell’Immacolata a tutti quanti!