di Maria Elena Rosati trentamenouno
Ci sono cose che continuano a stupirmi, ogni giorno. Mi sorprende vedere la bellezza del cielo azzurro sulla mia città, a febbraio quando fa freddo e l’aria punge, ed ora, quando il sole caldo di luglio bacia i monumenti e li illumina della luce d’estate.
Mi stupisco a ricordare cose fatte anni fa, con la domanda che sorge spontanea “ma davvero è successo?”, e regolarmente penso che oggi non riuscirei mai a rifarle allo stesso modo, segno che la Grazia arriva al momento opportuno.
Quello che però mi stupisce sempre di più è rendermi conto di quanto, nonostante anni e anni e anni di studi matti e disperatissimi, io sia in fondo ignorante di tantissime cose, e di come molto spesso siano gli amici a darmi le lezioni più importanti.
Sì, lo so, non ne potete più di sentir parlare di amicizia su questo blog. Ne ho parlato in tutti i modi e in tutte la salse, con post, nella maggior parte dei casi, lunghissimi. Mi dispiace, ma ci torno anche stavolta, perché quando l’evidenza di certe cose arriva agli occhi e riempie il cuore, non è che si può stare zitti, e scrivere, che ne so, di vacanze e letture sotto l’ombrellone.
Sono orgogliosa di poter imparare dagli amici, sono i maestri migliori. Misericordiosi e severi al punto giusto, sanno spiegarti e rispiegarti e rispiegarti le cose milioni di volte….e se serve tornano a spiegartele ancora. Cosa si impara dagli amici, oltre alla lealtà, all’affetto, alla capacità di perdonare e di correggere, il sostegno nelle difficoltà? Molto, molto di più, su ogni materia. Perché ogni amico ha alle spalle un cammino di formazione scolastico e personale, che lo ha arricchito e formato, e che lo ha reso diverso da te, ricco di altre sfumature, di magnifiche variazioni, di incredibili profondità. E così puoi ritrovarti a ricevere lezioni gratuite di filosofia, di storia, di musica, di arte e di letteratura, di teologia e di architettura, lezioni che risuonano non solo della competenza di chi sa di cosa sta parlando, ma soprattutto della passione di chi ha speso tempo, fatica, e amore per approfondire e curare la conoscenza di tutte quelle cose.
Parlando con gli amici ho imparato che esistono storie incredibili che non vengono raccontate, e autori di cui ignoravo la conoscenza, tanto che i libri migliori che ho letto sono nella maggior parte dei casi opere prestate, o caldamente consigliate, o regalate, perché “so che ti potrebbe piacere”. Ho imparato dai discorsi del dopo pranzo, dalle chiacchiere estemporanee, dalle telefonate a sorpresa, che esistono dischi a cui io non ho mai dato nessun peso, e che invece sono dei capolavori della musica, da riascoltare pensando a chi te l’ha consigliati; che le storie dei santi hanno costruito la nostra cultura, e che esiste una santa che si chiama Ildegarda di Bingen, presto nuovo dottore della Chiesa. E ancora, che i libri e le sceneggiature si scrivono in un certo modo, che la poesia studiata fino allo strazio a scuola, è più bella quando un amico te ne spiega il significato più profondo, che c’è differenza tra un pilastro e una colonna, o tra un arco a tutto sesto e uno a sesto acuto. Inoltre solo gli amici esperti sanno spiegare in poche parole come funziona il sistema economico, come è strutturato il motore della macchina, come sfruttare la luce per fare una foto perfetta, o anche solo definire i numeri primi in poche battute anche a chi di matematica non capisce nulla ( a proposito, Betta, qui necessiterei di urgenti ripetizioni).
Tralascio volentieri i consigli di vita spicciola, da come fare una perfetta raccolta differenziata a come stendere bene lo smalto, fino a come si preparano i brownies o le crostate di Kamut, perché magari sono argomenti meno elevati (per quanto utili).
In queste lezioni così semplici ma così straordinarie, in questi corsi super concentrati e carichi di affetto, ho sviluppato lo stupore e la gratitudine per le persone di fronte, a me, per la complessità e per la meraviglia che ciascuno di noi, nella sua esperienza di vita acquisisce, e cura, e per come poi la trasmette agli altri.
Di fronte a tutto questo torna evidente, come al solito, che tutti cerchiamo quella completezza che da soli non sappiano darci, anche nella conoscenza, e che è bello pensare che nel tempo sia la relazione con gli altri, la scoperta della profondità e degli interessi di un’ altra persona a regalarti un pezzetto di quella pienezza, e soprattutto da aprirti la porta di orizzonti sconosciuti.
Così, qualche giorno fa, in viaggio con alcuni di questi amici, mi sono tornate in mente all’improvviso poche parole di San Paolo nella lettera ai Romani, quel “gareggiate nello stimarvi a vicenda”, che è di un profondità inarrivabile. Non sono in grado di fare un’esegesi di questo passo, parte di una lettera che racchiude alcune dei significati più profondi dell’Amicizia cristiana, ma imparo a riconoscere che è proprio una stima, profonda e sincera, così diversa da quella di cui oggi tutti sono così abituati a riempirsi la bocca, che nasce in me quando posso guardare negli occhi un amico, e scoprire un universo meraviglioso di conoscenza e complessità.
Certo, mettersi a conoscere un’altra persona, e aprire il cuore alle lezioni che un altro sa dare, non è così facile come sembra: vuol dire comunque riconoscere umilmente un pezzetto in più della propria miseria, il bisogno di essere arricchiti dalle conoscenze di uno che non siamo noi, e comporta il peso di mettere al silenzio l’orgoglio che farebbe parlare solo l’invidia e il desiderio di confronto. E’ vero, però, che basta uno spiraglio per aprire uno spazio di luce impensabile, e che quando il dono sono amicizie così piene di ricchezza e profondità, disegnate con i colori della stima, e della riconoscenza,vale la pena provare a mettersi in discussione. E vale la pena amare fino alla fine, secondo quel modello di Amore maiuscolo, di fronte al quale non esistono confronti.
Prima! ma dove siete tutti? Bellissimo,da rileggere e meditare.
Bravo admin per aver proposto ai lettori di Costanza quest bel post di M. Elena.
Mi permetto di suiggerirti il prossimo: Erich Segal: tiè! (di don Fabio). E’ splendido.
A presto!
“E vale la pena amare fino alla fine, secondo quel modello di Amore maiuscolo, di fronte al quale non esistono confronti.”
Questa chiusa con il bel pensierino te la potevi anche risprmiare, tutto stava funzionando alla perfezione e era già completo in se stesso. Purtroppo, noi tutti, siamo ancora, e per sempre, forgiati mentalmente dalla scuola, il cappello, il corpo, la coda, così andavano fatti i temi, dicevano, per fortuna ci sono stai anche ALTRI scrittori che ci hanno fatto capire che è possibile altro, ma per loro. Noi ormai siamo condannati ai temini, o alle incollature copiate da altre copiature di temini etc. Basta tornare indietro al post antievoluzionistico e lì si vede chiaro.
Ho fatto un’esperienza simile ieri pomeriggio/sera, prima con le riflessioni di un antropologo e storico delle religioni (Mario Polia) sul tema «Cavalleria come milizia ieri e oggi» e più tardi con una breve straordinaria antologia di cultura orale e scritta siciliana (Pietrangelo Buttafuoco e Baldo Licata). E’ proprio come dici tu: non siamo soli e basta aprire occhi e orecchi per scoprire cose eccezionali tutto intorno a noi.
Sono felice d’aver conosciuto anch’io qualcosa riguardo a questo stupore, riguardo all’amicizia vera.
Due anni fa ho fatto esperienza di un’amicizia gratuita sin dall’antitesi: ci siamo trovati in una citta’ nuova, Friburgo, in una cultura nuova senza conoscere assolutamente la lingua; molte persone come una vicina di casa, alcune mamme dell’asilo, una coppia conosciuta al parco, ci hanno offerto il loro aiuto ancor prima di conoscerci, ancor prima di sapere se eravamo simpatici o gentili. Queste persone hanno perso intere mattinate con me in comune, dal meccanico,ecc. Ci siamo sentiti davvero amati gratuitamente. Il mio stupore e’ ancora grande anche perche’ oltre al mio fantastico tiramisu’ non so ancora come ricambiare.
e invece è sempre bello parlare e scrivere di amicizia! cosa conta di più se non l’amicizia , l’amore, la famiglia? l’amicizia è l’unica cosa che veramente può e deve appartenere a tutti!! è il più grande dono da ricevere e da fare!
grazie per l’articolo.
Una persona che conosco è stato a Medjugorje. Lo hanno colpito la calma e il silenzio che ci sono dappertutto in quel posto. Si sentono – ha detto – parlare solo gli Italiani. Qualcuno – mi ha raccontato – ha chiesto a una suora cosa c’è nell’aldilà. Sarà ‘ pieno di Italiani – gli ha risposto.
Ho sempre pensato che la frase di Erich Segal volesse dire semplicemente che, quando due si amano davvero, chiedere scusa perde di senso in quanto, come dite voi, essendo un tutt’uno, nela magia dell’amore, come si fa anche solo a pensare di chiedere scusa, a chi, di che? Allora si tratterebbe di una pura formulazione di cortesia formale.
“La magia dell’amore”, see ora chiamiamo Silvan! lLunica magia che vorresti fare in certi momenti è dire : sim sala bim .E puff… sparire all’istante.
Molto più prosaicamente e realisticamente io preferisco fare come suggeriva un grande santo e dico:- Mi dispiace di aver perso la pazienza-.Funziona sempre.
Velenia:
…che brutto commento!
Brutto, ma vero.
…vero,ma brutto!!!
Ora chiamiamo l’estetista!
Ciao, Concordo pienamente un post ricco di spunti e idee. Sono rimasto piacevolmetne colpito dalla citazione del passo di San Paolo, sono pochi che ormai riescono apprezzare la bellezza e gli insegnamenti delle sacre scritture. Comunque concordo con te sull’importanza dell’amicizia: dal banale ” chi trova un amico trova un tesoro” a proverbi 18.24
“Esistono compagni disposti a spezzarsi l’un l’altro, ma esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello”. La vera amicizia a mio parere è molto rara, forse uno o due possiamo davvero definirli VERI amici, ma è proprio grazie anche questi “uno o due” che noi diventiamo quelli che siamo
Domenica 22 luglio alle otto di sera a Roma teatro a Ripa, discesa dal ponte Cestio (isola Tiberina) Costanza parlerà del suo libro, invitata dal Forum della Associazioni Familiari
PS
Lo spazio Teatro a Ripa si trova sulla banchina del Tevere sottostante Lungotevere Ripa. Prendere la discesa da Ponte Cestio, di fronte all’Isola Tiberina, poi, una volta sulla banchina del Tevere, percorrere circa 200 mt. in direzione di Porta Portese.
Bel post. Mi ha fatto venire in mente una frase di Sant’Agostino: “Nemo cognoscit nisi per amicitiam”, nessuno conosce se non attraverso l’amicizia, nel senso che la trasmissione di conoscenza (di qualunque tipo) può avvenire in modo proficuo soltanto quando tra i due c’è un profondo rapporto di affetto e stima. Per questo a volte a scuola è tanto più difficile imparare che in altri contesti.
Io penso che comunque il donare agli altri quello che si conosce sia una delle cose più belle che si possano fare, forse seconda soltanto al donare la vita. Altrimenti per cosa ci è data la facoltà di imparare le cose, se non per poterle donare agli altri?
Cristian: grazie! Mi hai fatto riflettere su un po’ di cose che (non) faccio.