di Costanza Miriano
Deve essere un po’ di stanchezza. Forse le lenti a contatto, e i fiocchi di pioppo che nevicano abbondanti qui a Roma, e magari anche un po’ di matita negli occhi, ma insomma ieri mi sono commossa. Sono entrata in una delle più antiche chiese di Roma dove dovevo incontrare il mio amico don Massimo Vacchetti, e ho visto sei sacerdoti in ginocchio che recitavano la coroncina alla Divina Misericordia.
Ognuno ha il suo debole. Io quando vedo un sacerdote che prega davvero non resisto. Il mio cuore si scioglie per questi figli prediletti del Padre, per questi uomini, veri uomini, che rinunciano a se stessi per dare la vita per noi, virilmente offrendosi a scudo di tutta l’umanità, spesso in cambio di un prestigio e una considerazione inadeguati al sacrificio che hanno scelto.
A loro, ai sacerdoti, dobbiamo molto più di quanto sospettiamo, e un giorno, quando vedremo tutto chiaramente, quando le segrete trame delle nostre storie, di quelle dell’umanità intera ci saranno svelate, vedremo chi davvero ha fatto la storia. L’avranno fatta i sacrifici e le preghiere nascoste, l’avrà fatta la dedizione di tante persone normali al proprio dovere, l’avranno fatta tante donne e tanti uomini che hanno accettato semplicemente di stare lì, al proprio posto, di abbracciare insieme alla gioia anche il disgusto di giornate opache.
Ma più di tutti l’avranno fatta loro, i sacerdoti, che rendono presente Dio, che ogni giorno ripetono il miracolo dell’Eucaristia, che rimettono i peccati, che battezzano, che uniscono due vite in una carne sola. Sono loro le ossa del corpo mistico, della Sposa dell’Agnello radiosa e materna che è sempre lì pronta ad accogliere tutti, anche quelli a cui ha appena detto che stanno andando a dare una craniata. Sono loro che rinnovano la grazia, comunque siano personalmente, eroici e bellissimi come Padre Maurizio, Padre Emidio, don Fabio (auguri per i 25 anni di sacerdozio) e tanti altri, oppure un po’ più modesti: non importa, perché la loro grandezza non viene da loro, ma da Dio.
Avrei parlato per ore con don Massimo e i suoi sacerdoti, così belli, così puliti, così pieni di zelo, ignorando le richieste delle mie bambine (voglio il gelato, no l’acquabolle, portami al parco) che ballavano la danza dei pinguini e chiedevano di arrampicarsi su pozzi antichissimi, solo che a un certo punto mi è apparsa la mamma di una compagna di scuola di mio figlio appena uscita, e questo mi ha ricordato che forse era il caso di andarlo a prendere affidando la bella comitiva a un’amica speciale, perché è opportuno non scendere troppo sotto il livello base della madre decente. Questo ogni tanto cerco di ricordarmelo, quando faccio sogni di gloria, e mentre già mi raffiguro il mio santino con l’aureola e i fiori mi accorgo che ho bruciato la lasagna, che una figlia ha due calzini di colori diversi e che dimentico di mettere la crema che ci ha prescritto il dermatologo almeno una volta su due.
A ognuno la sua chiamata: i sacerdoti mandano avanti il mondo rinnovando la presenza di Dio nel pane tutti i giorni, e nutrendoci. Noi, riconoscenti a loro, mandiamo avanti le nostre vite normali, cercando di fare il meno peggio, che è poi, personalmente, il mio manifesto di vita.
A questo proposito accetto consigli e ammonizioni da chiunque. Se qualcuno, per esempio, mi avesse detto che a questo punto della stagione i carciofi sono ormai duri, sabato scorso mi sarei risparmiata una notte passata a bollire vanamente foglie rossastre dalla simpatica consistenza del cartone.
La coroncina della Divina Misericordia è infatti una preghiera bellissima, umile, sembra il grido ultimo dei figli di Dio verso il loro Padre, da farsi in ginocchio, non si può non fare in ginocchio. E’ un consegnare a Dio la passione di suo Figlio Uomo come noi. Noi, Padre, non abbiamo saputo fare nulla, guarda come abbiamo ridotto questo mondo, abbi pietà di noi, ma ti offriamo la Passione di Gesù come frutto supremo di questa umanità.
Luigi, mi hai fregato per un pelo, stavo per scrivere “PRIMA”!!!
Però ora, a pensarci bene, leggendo il tuo commento, mi vergogno a mettere il commento che avevo in mente, e cioè che io, i carciofi, non li faccio manco sotto tortura…
Ok, provo con una cosa più impegnata:
da quando frequento questo blog (poco più di un anno) e conosco alcuni di voi, nella mia vita è entrato un nuovo modo di pregare, e cioè quello attraverso le novene.
Un mondo a parte, che richiede un pizzico in più di attenzione e di dedizione, ma che sembra commuovere davvero Chi ci ascolta, e spesso ha effetti incredibili.
Per esempio Costanza mi ha insegnato la novena delle Rose di Santa Teresina.
Nella prima parte si chiede alla trinità (che poi non è la Santa che fa il miracolo, ma semmai intercede presso Dio) la Grazia desiderata. La seconda parte, che è quella che mi commuove di più tutte le volte, inizia così: “Aumentate la mia fede e la mia speranza, Santa Teresa di Gesù Bambino…”
E in effetti la Grazia che si riceve è duplice, perché recitando recitando, il cuore si scioglie, la durezza diventa poco a poco meno impenetrabile, è incredibile come faccia effetto!!!
Anna, ma che ci fai già alzata a quest’ora? Prepari un bel caffè? Ma la novena delle rose è più da femmine:- )
Veramente i bambini si sono alzati alle 6:10, e ora stanno facendo la lotta… Velenia, i carciofi surgelati sono eccezionali, concordo!
Nonpuoiessereserio,visto che si parla di carciofi troveresti più virile la novena dei cardi?
Io di novene ne ho sempre almeno una in corso,adesso ne occorrerebbe una proprio tosta,della serie casi disperati,avete suggerimenti?
P.S.SorellinaGenoveffa,i carciofi surgelati vanno benissimo, secondo me.
@Velenia – Una novena virile può insegnarcela Alvise, coi muri a secco, ogni pietra posata e incastrata una genuflessione con segno di croce e una breve invocazione del tipo:
“San Pietro, tu che sei stato pietra angolare, lanciami una doppia per il Paradiso affinché se decidessi all’ultimo di entrare, io sia attrezzato”
MITICO!!
Smack! Troppo forte sta novena virile! 😀
Questa qui ce l’hai già?
http://www.piccolifiglidellaluce.it/novenamarianodi.htm
Efficacia provata 😉
Ok,me l’ha già suggerita la mia dirimpettaia di scrivania,comincio al più presto.
Aggiungo un “Ave” per te! 😉
Grazie!
Velenia, sorella mia, la novena dei nodi è stupenda!!!! Davvero potente!!!
E’ una preghiera molto forte. Santa Maria che scioglie i nodi, a Roma si trova nella Basilica di Sant’Anastasia dove c’è l’Adorazione Perpetua…
Anch’io voglio un tazzone di caffè!!!
che bello leggere le parole di alcuni tra coloro che mi stanno più cari al mondo tra gli amici!
ora scappo chè raggiungo uno degli “eroi” per la messa del mattino….
ps: ha ragione Velenia, i carciofi surgelati vanno benissimo!
pps: Coky, è vero che i carciofi ormai stanno finendo la stagione, ma tu le foglie esterne le togli? anche nel pieno della maturazione è inutile tentare di salvare l’inservibile, il meglio del carciofo è nel cuore!
Vacchetti!Furbone! c’è l’ha fatta, l’altro giorno mi chiedeva il tuo numero..”magari don!” gli ho risposto. Un abbraccio. Coky so che non è il migliore dei modi ma noi aspettiamo il secondo!speriamo seconda…
Auguri Elena, di cuore!
Auguri Ele! Che cosa bella! 😀
“tante donne e tanti uomini che hanno accettato semplicemente di stare lì, al proprio posto, di abbracciare insieme alla gioia anche il disgusto di giornate opache.”
in una parola: l’umanità.
Ecco Alvise,bravo l’umanità,Cristo è venuto a salvare tutto l’uomo,(e la donna) se non si è prima di tuto uomini cosa c’è da salvare?
PS,in campagna dai miei c’è un muro a secco quasi completamente crollato,quanto potrebbe costare al metro ripararlo.
Sono MOLTO invidioso! 😀
Comunque stavo proprio rimuginando stamattina cosa potevo pensare per farmi piacere i preti; quindi questa cosa mi ci voleva…!! Grazie infinite!
Che bello, Costanza, Grazie!
Leggendo questo post mi veniva in mente che forse per i sacerdoti vale lo stesso discorso dei mariti; dovete prenderci, cioè, con la dolcezza, la stima, la preghiera (tanta) più che con la lista delle cose che dovremmo fare e non facciamo (mica perché non sia vero… il problema è che ognuno ha la sua lista da presentare ed è difficilino accontentare tutti… speriamo, almeno, di accontentare il Padre Eterno, qualche volta). Partendo da un pregiudizio positivo basato non tanto sulle cose che facciamo o che non facciamo ma, come hai ricordato tu, Costanza, guardando al dono di Grazia che ci è stato fatto e che ci rende capaci di azioni sovrumane (come quel pezzo di pane, tra le mie mani, diventi il Corpo di Cristo, è un mistero anche per me!)… grazie Costanza!
PS
Il mio confratello ottuagenario Massimiliano, grande esperto di orto e ortaggi (ma, ahimé, tifoso della Fiorentina… ognuno c’ha i suoi difetti!), mi dice che questo è proprio il tempo giusto dei carciofi e che al suo paesello proprio in questi giorni c’è stata la sagra dei carciofi; non è che ti avranno rifilato davvero dei pezzi di cartone colorati?
fra Filippo Maria: mi piace questo commento! Di al bambino ottuagenario che siamo nelle Marche e da noi i carciofi arrivano per il primo di maggio… quando a Roma è un paio di mesi che ci sono… 😉
“guardando al dono di Grazia che ci è stato fatto e che ci rende capaci di azioni sovrumane (come quel pezzo di pane, tra le mie mani, diventi il Corpo di Cristo, è un mistero anche per me!)… ”
…cosiccome è umano (per rifarmi al mio commento sopra)credere anche nei misteri e nella magìa.
Per me è umanissimo credere che i miei figli mi vogliano bene,non posso darne una dimostrazione scientifica ma direi che è perfettemente ragionevole!
può essere…dal momento che l’ho comprati io 😉
comunque credo che quaggiù la stagione dei carciofi (quelli bboni, romaneschi) finisca prima
Può essere Guido… ad ogni modo, con buona pace dei carciofi surgelati, “quelli bboni, romaneschi” sono tutta un’altra cosa!!!
Costanza e giudo: non è un’ammonizione, ma confermo sui carciofi romani. Vengono prima degli altri ed infatti quando arrivano da noi (nelle Marche) i primi carciofi sono sempre “i romani”. Adesso oltre che ad essere duri, hanno anche il pelo dentro… Ma ormai stanno arrivando i nostrani, cioè i marchigiani, più piccoli e più violacei, e nel frattempo abbiamo mangiato i “pugliesi”…
Confermo anche che farli bollire se sono “fuori stagione” è difficile, ma se ci metti un tappo di sughero insieme, cuociono prima (lo stesso vale per totani, polpi, seppie troppo grandi).
Ma farli bollire per metterli nei barattoli o per mangiarli subito? Se è per mangiarli subito, non conviene farli bollire…
Mi capita spesso di avere discussioni sui preti.
Nel mondo degli atei, dai preti ci si aspetta spesso che abbiano i superpoteri, ma naturalmente sono uomini, a volte grandissimi, a volte mediocri, come tutti noi.
Ed è vero che è bello vederli pregare.
Ci si ricorda della dimensione alta della vita che hanno scelto, perché a volte le circostanze (o l’indole) li costringono a trasformarsi piuttosto in animatori da villaggio vacanze o esperti di fund raising.
P.S. Il don Fabio che “compie” 25 anni di sacerdozio è il “nostro” don Fabio? Augurissimi a un buon (non dico ottimo, non vorrei si montasse la testa…) esponente della categoria! 🙂
P.P.S. Costanza, ma al di là di tutto, perché far bollire i carciofi? Sono molto più buoni in tegame…
Comunque ha ragione Velenia: vanno benissimo anche quelli surgelati.
sì è proprio il “nostro” don Fabio Bartoli e la data precisa è il 16 maggio
Non dimentichiamoci dei diaconi 🙂
…dannunziana la tua foto, (ma coi capelli e la barba!!!) o da film di Germi, o “Paolo il caldo”!!!
Idem sui carciofi! Settimana scorsa dopo ore che cuocevo carciofi che non volevano saperne di ammorbidirsi, chiamo mia mamma e le chiedo: ma i carciofi devono andare sul fuoco tutta notte?? L’indomani ho provato pure a farli cuocere ancora… Alla fine li ho buttati!
Comunque bellissimo post!
“Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo” (Giussani)
Mi faccio sentire poco, ma ci sono 😉
Pur essendo un accannito sostenitore del congelatore e per niente schizzinoso nel mangiare, ritengo che i carciofi congelati perdano un po’ rispetto ai freschi (oppure è la specialità che usano per quelli già pronti?)
Costanza,se proprio vuoi usare i carciofi freschi cucinali così:htpp://ricettefacilissime.blogspot.it/2010/05/carciofi-ripieni.htlm
Carciofi? Per chi può (andarci, beato lui/lei): Roma, Ghetto, Piazza delle Cinque Scole, «Sora Margherita» 8-D
@media-e-midia – finalmente qualcuno che mette nero su bianco dove se magnano sti benedetti carciofi, ho l’acquolina in bocca, quasi i brividi de fame. Queste sono indicazioni vitali altrimenti tutto questo poetar sui carciofi a che pro?
E mica solo i carciofi… Però armati di pazienza, il posto è microscopico e la fila potrebbe essere lunga. Ma merita, merita, merita 🙂
Ho visto che si trova pure vicino al “Fate bene Fratelli” quindi se mangio troppo mi faccio ricoverare lì.
Credo sia proprio il ristorante dove ho mangiato il mio secondo giorno di matrimonio.carciofi alla giudia!slurposissimi!
Devono essere di esempio per tutti noi, anche in momenti difficli come questo dove ad esempio, dopo aver assistito con i miei figli in prima serata ad un bacio tra due uomini, viene la voglia di imbracciare un fucile, andare in Viale Mazzini e fare un po’ di pulizia in questo mare di melma che ci circonda.
“Una grande famiglia”?
Il curato d’Ars, patrono dei sacerdoti, diceva che un sacerdote sia che vada in paradiso, sia che vada all’inferno, non ci va mai da solo, ma trascina con sé molte altre anime.
Dice bene Costanza: ce ne sono di eroici e bellissimi, che portano a Cristo tutte le anime che attirano. E ogni volta che fanno bene qualcosa che è loro specifico (pregare, inginocchiarsi, celebrare Messa, confessare, o anche banalmente vestire da prete) diventano vere calamite per le anime.
Vorrei aggiungere piccolo piccolo, in corpo minore, che è un vero peccato che alcuni preferiscano essere invece sociologi, psicologi, animatori, entertainers, politicanti. Vorrebbero essere più di quel che sono, ma per questa strada diventano assai meno.
“Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti.”
(Benedetto XVI, Udienza generale, 25 aprile 2012)
“Perciò la cosa più importante nel cammino verso il sacerdozio e durante tutta la vita sacerdotale è il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo.
Il sacerdote non è l’amministratore di una qualsiasi associazione, di cui cerca di mantenere e aumentare il numero dei membri. È il messaggero di Dio tra gli uomini. Vuole condurre a Dio e così far crescere anche la vera comunione degli uomini tra di loro. Per questo, cari amici, è tanto importante che impariate a vivere in contatto costante con Dio. Quando il Signore dice: “Pregate in ogni momento”, naturalmente non ci chiede di dire continuamente parole di preghiera, ma di non perdere mai il contatto interiore con Dio. Esercitarsi in questo contatto è il senso della nostra preghiera. Perciò è importante che il giorno incominci e si concluda con la preghiera. Che ascoltiamo Dio nella lettura della Scrittura. Che gli diciamo i nostri desideri e le nostre speranze, le nostre gioie e sofferenze, i nostri errori e il nostro ringraziamento per ogni cosa bella e buona, e che in questo modo Lo abbiamo sempre davanti ai nostri occhi come punto di riferimento della nostra vita. Così diventiamo sensibili ai nostri errori e impariamo a lavorare per migliorarci; ma diventiamo sensibili anche a tutto il bello e il bene che riceviamo ogni giorno come cosa ovvia, e così cresce la gratitudine. Con la gratitudine cresce la gioia per il fatto che Dio ci è vicino e possiamo servirlo.
2. Dio non è solo una parola per noi. Nei Sacramenti Egli si dona a noi in persona, attraverso cose corporali. Il centro del nostro rapporto con Dio e della configurazione della nostra vita è l’Eucaristia. Celebrarla con partecipazione interiore e incontrare così Cristo in persona, dev’essere il centro di tutte le nostre giornate.”
(Benedetto XVI, Lettera ai seminaristi, 18 ottobre 2010)
“l’Apostolo non predica un Cristianesimo “à la carte”, secondo i propri gusti, non predica un Vangelo secondo le proprie idee teologiche preferite; non si sottrae all’impegno di annunciare tutta la volontà di Dio, anche la volontà scomoda, anche i temi che personalmente non piacciono tanto. E’ la nostra missione di annunciare tutta la volontà di Dio, nella sua totalità e ultima semplicità. Ma è importante il fatto che dobbiamo istruire e predicare – come dice qui san Paolo – e proporre realmente la volontà intera di Dio. E penso che il mondo di oggi sia curioso di conoscere tutto, tanto più dovremmo essere curiosi noi di conoscere la volontà di Dio: che cosa potrebbe essere più interessante, più importante, più essenziale per noi che conoscere cosa vuole Dio, conoscere la volontà di Dio, il volto di Dio?”
(Benedetto XVI, Lectio divina con i parroci della diocesi di Roma, 10 marzo 2011)
Daniela: smack! 😀
A questo punto mi sento in dovere i carciofi alla giudia di mia suocera (veneziana doc)…meritano!
Ogni tanto mi omaggia dei suddetti carciofi e delle favolose sarde in saor…che io ricambio con olive all’ascolana e vincisgrassi.
P.S. Consiglio la preparazione delle olive all’ascolana come attività di coppia: ogni oliva va denocciolata manualmente con un coltello, quindi io e mio marito di solito occupiamo quasi un intero fine settimana per farne una quantità industriale, da surgelare. In genere si crea un buon gioco di squadra 😉
Tra le attività più snervanti che si possano immaginare (la produzione casalinga di olive ripiene). Molto, molto più che far capolino per la prima volta, da laureandi implumi, in un Archivio di Stato di quelli seri …
Olive all’ascolana? Mi trasferirei ad Ascoli solo per questo… ,-) Perché quelle che si trovano altrove… non sono le stesse… è inutile dirlo.! 😀
Scusate, il commento sopra era in risposta a Velenia!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Eleeeeee!!!! Auguri!!! Ma che bello, benvenuto/a/(i??: sicura che è uno??).
I carciofi li ho fatti in padella, ma non riuscivo a piegarne la resistenza, per cui ho continuato ad aggiungere acqua fino alle sei di mattina.
Io avrei lasciato perdere, avrei tolto qualcosa dal congelatore e sarei andata a letto… Complimenti per la… costanza! 😉
ahahaha!!!! Sempre fortissima Costanza!! Che bel post! Grazie, come sempre!
Si si uno/a di quello ne siamo certi. tra le altre cose io rischi davvero i gemelli. Grazie di cuore!
il tema del sacerdozio è delicato: prima di tutto ce ne sono pochi, troppo pochi rispetto al numero dei fedeli nel mondo, in media uno ogni 2800 fedeli. Parlando dell’Italia, quelli che ci sono non sono molto visibili, li vedi vestiti in ogni modo tranne che da preti, li vedi fare qualunque cosa ma se cerchi nel confessionale non li trovi. Ed è altrettanto vero che sono molto soli, spesso non hanno un aiuto materiale nelle faccende burocratiche, devono sbrigare tante cose da soli perchè i laici, a meno che non siano delle pie vecchiette, frequentano pochissimo le parrocchie al di fuori della messa domenicale. Il vero eroismo di quei preti che stanno al loro posto senza clamore, senza rivendicazioni, è nel rendersi disponibili a compiere il ministero non per una amore d’attivismo, ma proprio perchè riconoscono nelle cose da fare l’origine del loro sì a Dio. Tutte le vocazioni sono una chiamata non a guardare il cielo col naso all’insù perchè è arrivata l’illuminazione ma a guardare le cose che hai davanti e amarle perchè ci sono e sono per te.
Non so se il paragone calza, ma stamattina ho incontrato una amica che è insegnante di sostegno e lei mi raccontava di come molto spesso i genitori, specie le madri, dei ragazzini portatori di handicap più o meno gravi siano perennemente incazzati col mondo, sempre pronti a dire che nessuno si può lamentare perchè ogni problema nn sarà mai grave quanto il loro. Ecco, il nodo è precisamente qui, vedere il reale come un ostacolo e non una strada al compimento.
Il prete è solo anche quando ha tanti amici, come Gesù nell’orto degli ulivi, con gli apostoli che si addormentano, ma la sua unione alla Chiesa ed al Papa sono la linfa per cui quel suo essere un tralcio porterà frutto nella misura in cui starà attaccato alla vite. Grazie a tutti i sacerdoti che ci mostrano in preghiera ed opere il loro amore alla Chiesa e a Cristo!
@giuliana z.,è certo che sono incazzati,come non esserlo quando tutti non fanno altro che chiederti,ma non lo sapevi prima? ma che esami hai fatto in gravidanza?Ma perchè non hai abortito?
Roba da imbracciare un Kalascinkof e iniziare a sparare ,altro che incazzarsi,e con quest’ultima dichiarazione credo che verranno a prendermi per un T.S.O.
Dopo aver lasciato comenti “cibari e terreni”, ed essere ingrassata altri due kg., provo a decollare verso il Cielo! 😉
Grazie Costanza per questo post! Anche a me fa un bellissimo effetto vedere un sacerdote che prega! Mi si stringe il cuore. Che c’entra, non volendo bestemmiare, il sacerdote che prega lo vedo spesso: ogni volta che celebra la Messa, per esempio, ma vederlo inginchiato, magari solo, davanti al tabernacolo, mi fa tantissima tenerezza.
Dobbiamo volergli bene ai nostri sacerdoti, a tutti i sacerdoti. E visto che qui c’è n’è più di uno (don Fabio, fra Filippo Maria, don Giovanni…) credo che sia giusto offrire almeno un’Ave Maria al giorno per losor! 😀
ortografia: -5 nessun miglioramento! 🙁
Oui, c’est moi. 25 anni non son pochi, specialmente se sono stati talmente pieni di vita ed esperienze da sembrare 200 a voltarsi indietro. Il giorno è il 16 maggio, l’ora le 19.00 e se volete venire a ringraziare il Signore per il dono che insieme abbiamo ricevuto (perché un prete è innanzitutto un dono per la Chiesa, mica per se stesso) mi fareste felice. Naturalmente poi sarei felice di avervi anche a cena (ma in quel caso vi prego di avvisare perché possiamo attrezzarci sui coperti).
Per quanto riguarda i preti invece vorrei dire che la tecnica della sottomissione insegnata da Costanza funziona anche con loro: invece di prendere i vostri parroci, che a volte son più duri delle foglie di carciofo (e sospetto che geniocosmico li abbia accostati volutamente), a muso duro provate ad applicare la “sottomissione intelligente” (ti spiace Coky se la ribattezzo così?) e li vedrete rifiorire.
Auguroni, don Fabio!
P.S. una testimonianza:
Mi piace moltissimo celebrare l’ufficio mattutino passeggiando sotto le finestre dei miei parrocchiani (se un giorno mi arresteranno per stalking sappiate che questo è il vero motivo), a volte capita che qualcuno mattiniero mi veda ed è sempre con un misto di stupore e gratitudine che mi saluta… mi sa che ho trovato una forma semplice e bella di Evangelizzazione
Comprensiva di neve! 😉
Buon anniversario don Fabio
sì è vero è bello vedere dei sacerdoti che pregano; al contrario è brutto vedere quello che ho visto io qualche giorno fa: un giovanissimo sacerdote (dall’aspetto 26-27 anni) attraversare la Chiesa senza inginocchiarsi e senza fare il segno della Croce.
Joe: vedere alcuni frati anziani che si inginocchiano TUTTE le volte che passano davanti al tabernacolo è bellisimo, soprattutto sapendo che la loro salute non è al 100%…
anche a me a volte capita di essere frettoloso e/o distratto, non ne farei una tragedia…
Don Fabio: mi sono fatta per tanto tempo lo scrupolo di inginocchiarmi o di inchinarmi passando davanti al tabernacolo quando “preparavo” l’altare per la Messa, quindi ci passavo davanti dalle 3 alle 5 volte nel giro di pochissimi minuti, e sempre “di corsa”. Poi una sera ne ho parlato al sacerdote e già il fatto di averlo fatto mi ha fatto passare gli scrupoli. Adesso, quando capita che tocca a me “preparare” l’altare per la Messa, mi inginocchio la prima e l’ultima volta, le altre volte cerco di inginocchiare maggiormente il cuore e gli dico (a Gesù): “Ti voglio bene”. Tra l’altro per me inginocchiarmi è piuttosto doloroso ma lo faccio molto volentieri, non per martirizzarmi, e se mi accorgo che proprio non ci riesco, lascio perdere: Lui lo sa e mi basta.
Per questo quando vedo qualcuno che si inginocchia mi da tanta gioia. 😀
Mica intendo dire che sia giusto non inginocchiarsi, volevo solo dire che potrebbe anche esserci una motivazione trascurabile e non una questione di principio alla base e quindi di non essere frettolosi nel giudizio, potrebbe anche essere un peccato veniale…
Grazie! 😀
«Poiché è difficile distinguere i profeti veri dai falsi, è bene avere in sospetto tutti i profeti; è meglio rinunciare alle verità rivelate, anche se ci esaltano per la loro semplicità e il loro splendore, anche se le troviamo comode perché si acquistano gratis. È meglio accontentarsi di altre verità più modeste e meno entusiasmanti, quelle che si conquistano faticosamente, a poco a poco e senza scorciatoie, con lo studio, la discussione e il ragionamento, e che possono essere verificate e dimostrate».
(P. Levi, Appendice a Se questo è un uomo)
“È meglio accontentarsi” ?
dici ?
Non vedo cosa altro uno potrebbe fare…
che profeta, Primo Levi… 🙂
e perché dovrei ritenerlo autentico? Perché l’ha detto lui?
Un po’ tautologico…
Cyrano
Mi sono solo permesso di citare, non a sproposito, l’opinione di un grande scrittore che stimo.
Naturalmente anche il suo è solo un punto di vista.
Perché usi il termine “autentico”? Certo che lo credo autentico.
Come credo autentico quello che dici te. Non vero, autentico.
Intendevo “autentico” in senso tecnico-giuridico, non morale-esistenziale. In quel senso, dunque, né lui né io siamo autentici. 🙂
Dice Levi:
1) “(è vero che) è difficile distinguere i profeti veri dai falsi”
2) “(è vero che) è bene avere in sospetto tutti i profeti”
3) “(è vero che) è meglio rinunciare alle verità rivelate”
4) “è meglio accontentarsi di verità che possono essere verificate e DIMOSTRATE”
ma Levi non sa DIMOSTRARE (che sia vero) né 1, né 2, né 3, quindi né 1 né 2 né 3 possono appartenere al novero delle verità di cui 4, cioè delle verità di cui è meglio accontentarsi in quanto verità che possono essere verificate e DIMOSTRATE, perciò Levi avrebbe dovuto dire:
“NON è meglio accontentarsi di considerar vero che è meglio rinunciare alle verità rivelate (cfr. 3), e non è meglio accontentarsi di ciò perché è meglio accontentarsi di verità dimostrate (cfr. 4), ma che sia meglio rinunciare alle verità rivelate NON è una verità dimostrata”.
Insomma. Se Levi avesse voluto che risultasse stringente l’affermazione “è meglio rinunciare alle verità rivelate” avrebbe dovuto DIMOSTRARE che “è meglio rinunciare alle verità rivelate”: DIMOSTRAZIONE che è lui stesso a pretendere come condizione necessaria per assegnare qualcosa al rango di “verità”: “è meglio accontentarsi di verità che possono essere verificate e DIMOSTRATE”.
Anche tanti che hanno lottato per la libertà sono stati perseguitati. Che vuol dire?
Alessandro.
vedi il mio commento a Cyrano.
non metto in discussione lo scrittore. Mi pare invece che il Levi filosofo che disquisisce di verità rivelate e verità dimostrate lasci parecchio a desiderare.
Non ha certo la “potenza” di S. Tommaso. o di Ratzinger…
Si acquistano gratis, è vero ma che siano anche comode è da dimostrare. A volte qualche problema di martirio e/o persecuzione può capitare che lo comportino…
@Ele86: Congratulazioni!!! 🙂
Mi era solo sembrato, in un discorso che era partito col dire “e un giorno, quando vedremo tutto chiaramente, quando le segrete trame delle nostre storie, di quelle dell’umanità intera ci saranno svelate, vedremo chi davvero ha fatto la storia”
non fosse male mostrare un altro modo di stare in campo.
Allora, qualsiasi affermazione che uno facesse, lo dovrebbe prima (o dopo)dimostrare?
Solo voi non dovete dimostrare nulla, perchè è così che è, e punto (come direbbe Roberto)?
Per esempio uno dice, “la libertà di stampa è un principio fondamentale”. Come si fa a “dimostrarlo”?
Chi decide se è “dimostrato” o no? Non per nulla Primo Levi parla di verità più modeste conquistate faticosamente.
Come, credo, per esempio, il principio della libertà di stampa, penso.
“Non per nulla Primo Levi parla di verità più modeste conquistate faticosamente”.
No, parla di verità “che si conquistano faticosamente […] E che possono essere verificate e DIMOSTRATE”.
Le verità “modeste” devono essere DIMOSTRATE, secondo Levi.
“Allora, qualsiasi affermazione che uno facesse, lo dovrebbe prima (o dopo)dimostrare?”
Altrimenti ognuno può dire tutto e il contrario di tutto, tanto non è tenuto a dimostrare niente.
“Solo voi non dovete dimostrare nulla, perchè è così che è, e punto”
Se “voi” significa “voi cattolici”, “noi cattolici” si deve dimostrare parecchio.
Per quanto riguarda la Rivelazione, bisognerà mostrare che il/i rivelante/i sono attendibili (come prestare credito a signori palesemente inattendibili?). In soldoni: che NT non racconta frottole.
Per essere cattolici bisognerà pure un minimo mostrare di aver ragione rispetto a chi è cristiano e non cattolico.
Il tutto sempre tenendo presente che occorre mostrare almeno che non è impossibile il contenuto fondamentale di ogni fede nel Trascendente: e cioè che un Trascendente non è assurdo che ci sia.
Io avevo fatto l’esempio della libertà di stampa, per capirsi….
Alvise, sei capace da te di dimostrare la validità del principio della libertà di stampa, non sottovalutarti.
No, io no. Primo Levi non lo so.
Che vuoi, che ti faccia io la dimostrazione?
Perché no?
Stasera no. Magari un altro giorno…
Pingback: Dodici porte, dodici angeli | Uscite, popolo mio, da Babilonia
Complimenti Costanza! Scrive troppo bene!
Confesso di non aver ancora letto il libro ma rimedierò presto.
Dio ti benedica!
grazie perchè la tua è una testimonianza unica per noi donne mogli e mamme “comuni” .ps la chiesa di Roma di cui parli qual’è?