Io e il cinghiale

Sabato scorso su Il Foglio Camillo Langone ha raccolto una serie di voci, di riflessioni, di opinioni sui piaceri della carne (quella degli animali). Quello che segue è il piccolo contributo di Costanza.

di Costanza Miriano

Devo sicuramente avere uno scarso potenziale mistico contemplativo, perché quando guardo un animale vedo soprattutto cibo che cammina, se l’animale è commestibile. Il mio potenziale lo investo tutto con Dio, e anche nello sforzo di voler bene – e se ci riesco magari anche amare – le persone.

Non provo quindi quella commozione profonda, quel vibrante trasporto parareligioso che ha chi descrive le peripezie degli animali da allevamento. Certo, trattarli giustamente sarebbe una cosa buona: se potessero tutti vagare liberi nei boschi, ed essere lealmente uccisi da un cacciatore dopo averlo guardato negli occhi sarebbe sicuramente meglio, ma non la ritengo una priorità per la mia capacità di indignazione (la finisco tutta pensando all’aborto).

Non conosco, infine, persona che tratti meglio gli animali di mio padre, cacciatore da quando aveva sette anni: con il suo fido cane – trattato con amore, ma da cane – nella solitudine della macchia umbra affronta con disciplina monastica le contrarietà e le sfide del corpo a corpo con la natura, tornando dopo ore con una carne che ha il sapore della superiorità dell’uomo sul creato (e che io posso cucinare dignitosamente: siete tutti invitati).

83 pensieri su “Io e il cinghiale

  1. Io invece vorrei spezzare una lancia in favore degli animal da allevamento, che sono in una condizione totalmente diversa dai cinghiali cacciati dal padre di Costanza.
    Non in quanto portatori di qualche diritto, dato che, si sa, per evere diritti s’ha da essere persone, ma per via del dovere che abbiamo noi di non essere inutilmente crudeli.
    Non v’è dubbio infatti che la sofferenza di un animale sia vera sofferenza e noi abbiamo il dovere di ridurre queste sofferenze al minimo, dovere non verso l’animale, ma verso la nostra stessa anima, verso il Creatore che ci ha posto in questo mondo per farne un giardino e non per violentarlo a nostro piacimento.
    E’ del tutto ovvio che gli animali possano essere mangiati, anche se questo è vero, biblicamente, solo nella condizione del dopo-peccato-originale, come una concessione data da Dio in forza della mutata condizione umana, il che lascia presumere che al di fuori di una condizione di peccato non dovrebbe esserlo, ma non voglio impelagarmi in questa discussione che mi porterebbe oltre ciò che voglio dire. Il punto è che questa concessione che Dio ha dato all’uomo deve essere temperata dal dovere etico di una vita in armonia.
    Basta guardare gli animali che vivono negli allevamenti per rendersi conto delle inutili sofferenze a cui sono sottoposti.
    E’ vero che questa non è una questione primaria, l’indignazione riserviamola per cose più serie, ma dal momento che qualcuno solleva l’argomento non vedo perchè non lo si dovrebbe dire.

  2. G

    Si’ vero, gli animali sono creature di Dio e non dovrebbero soffrire, e noi ne usufruiamo per Sua concessione. Per la sperimentazione scientifica, in particolare, esistono protocolli molto rigidi per la loro cura e manutenzione. Se soffrono, sono soggetti a sevizie gratuite o vivono in condizioni igienico-sanitarie inadeguate si incorre in multe molto salate o anche peggio.
    Ma la sperimentazione in vivo (cioè sull’animale) di farmaci ad esempio è necessaria perchè il ricercatore (che per lavorare sugli animali di solito ha seguito corsi specifici, anche su come non farli soffrire, ed è considerato un grande privilegio) prima di iniziare l’eventuale studio di fase clinica sull’uomo deve essere sicuro che il farmaco non abbia tossicità su un organismo più complesso, ne verifichi gli eventuali effetti collaterali, eccetera.
    Poi, c’è il fatto che per studiare i diversi modelli di malattia esistono diversi modelli animali, vale a dire che non per tutte le sperimentazioni scientifiche sono sufficienti ratti o topi, ma in certi casi si devono utilizzare mammiferi più grandi, più simili all’uomo, come cani o scimpanzè.
    Scusate, questo è un tema che mi sta molto a cuore… Saluti a tutti!

  3. danilo

    la vera “superiorità dell’uomo sul Creato” sta nella sua capacità di Custodire ciò che non gli appartiene , ciò che il prestito di un patrimonio inestimabile affidatogli dal Padre !
    La cura delle cose , ci rende Fedeli, essere in grado di avere uno sguardo autentico d’amore , rende l’uomo sensibile a 360 gradi, alle sofferenze , e ai soprusi e alla violenza , anche quella inferta agli animali , che spesso , nel loro prezioso esserci , e non solo come cibo, sono fonte di meditazione e ispirazioni , come tutto il Creato , per intelleggere nel linguaggio di Dio verso l’uomo , che ha il compito arduo di occuparsi come padre , come il Padre di tutto ciò che gli è stato affidato, compreso gli animali ! Non scartiamo nessuna possibilità per essere di Cristo , ovviamente iniziando dalle giuste priorità.

  4. sweety

    ciao a tutti!!!io non indosso pellicce, mangio carne ma cerco di comprare cose biologiche, almeno uno spera che lì gli animali siamo trattati bene….un po’ mi fa arrabbiare quando sento gente che dice “ah ‘sti animalisti, l’indignazione lasciamola ai bambini che muoiono di fame” perché mi pare che l’uno non escluda l’altro…anzi…una persona buona con conigli e simili sarà più buona anche coi bambini, e in fondo la superiorità dell’uomo sul creato significa responsabilità (cioè prendersi cura di).
    Però davvero, gli eccessi sono da evitare, tipo Goebbels che mandava gli ebrei nei campi e amava gli scoiattolini…cmq il tema è interessante…perché “limitare l’indignazione”? Forse una persona ha un limite di indignazione? Io mi indigno per i cani uccisi in Cina come per i bambini mandati a prostituirsi. Penso la qualità dell’indignazione sia diversa, non la quantità, o che l’una escluda l’altra…voi che ne dite?…cmq buon sabato! Ciao Costanza, cucina cucina,il ragù di cinghiale poi ce lo mandi? Mmh..un bel po’ di tagliatelle al ragù…:)

  5. Alessandro

    Catechismo:

    “2416 Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d’Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.

    2417 Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.

    2418 È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. È pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini. Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone.”

    Sottolineo: “È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti”. Il divieto assoluto di cibarsi di carne animale, così come il divieto assoluto di ricavare indumenti da animali, non trova giustificazione nel cristianesimo.

    1. lidia

      beh certo….amare un cane o un gatto più di un essere umano è da folli (anche se purtroppo quanti anziani hanno solo cani e gatti perché gli uomini li abbandonano? Io questa la considero una vera indegnità!! Naturale che poi uno si attacca al cane o al gatto!). Io ho amici vegetariani, non condivido le loro teorie e il loro proselitismo esasperante, ma sulle pellicce mi trovo del tutto d’accordo: forse nella preistoria le pellicce animali erano indispensabili, oggi non più, e ammazzare venti cincillà per farne una stola da portare una sera mi pare una crudeltà inverosimile. Però siccome porto scarpe di pelle dovrei tacere…
      la miseria umana secondo me potrebbe ben essere sollevata smettendo di produrre armamenti, ma vabbè. Cmq anche io trovo indegno spendere milioni per le cure di bellezza del chihuahua quando si potrebbero dare quei soldi in beneficenza, penso che il CCC si riferisca a cose così. Ciaoo!.

      1. 61Angeloextralarge

        Lidia: conosco benissimo una che ama gli animali più delle persone. ma è solo apparenza! Dice di essere diventata vegana (dopo mesi da vegetariana) per amore degli animali. Beh, tratta le persone, bambini, meridionali ed extracomunitari in prima fila, in un modo che è incredibilmente cattivo! Le danno fastidio! “Ma perché non sono affogati nel barcone?”…Quando sente i bambini che giocano inizia a sbraitare contro loro e contro le mamme “deficienti”. Una volta mi ha vista mangiare carne e mi ha “fatto nera”: “Che cristiana sei se mangi gli animali? Cosa ti hanno fatto di male?.. etc”. L’ho lasciata fare, poi quando non ne potevo più le ho risposto molto secca: “Io mangio animali e tu mangi le persone con i panni addosso. Chi è migliore tra te e me?”. A parte che non tratta bene nemmeno gli animali perché ha due poveri bengalini che se non fosse la madre ad accudirglieli sarebbero già morti di fame e sete da un pezzo! Non l’ho mai vista fare una carezza ad un animale: che “amore” è?
        A parte questo, conosco vegetariani che, ovviamente, non mangiano carne ma usano la pelliccia: le scarpe, le borse… quante cose hanno origine animale? Eppure vengono usate! Quindi… poche p…. (Admin non mi censurare ti prego!). 😉

        1. 61Angeloextralarge

          Aggiungo: la “tipa” che ho citato sopra non mangia carne ma è a favore dell’aborto.. non usa medicine se non omeopatiche ma prende la pillola anticoncezionale…

  6. 61Angeloextralarge

    “Devo sicuramente avere uno scarso potenziale mistico contemplativo, perché quando guardo un animale vedo soprattutto cibo che cammina” Costanza? Abbiamo qualcosa in comune! 😉 Tranquilla sul potenziale mistico contemplativo… conosco mistici contemplativi che sono ottime forchette! 😀
    “che io posso cucinare dignitosamente: siete tutti invitati”: prenoto! Il cinghiale se cotto bene è da buongustai! 😀
    Torno dopo…

  7. Costanza:
    Chiedilo al tuo babbo cacciatore(sic!) come sono tenuti tanti cani da altri cosiddetti cacciatoti o semplici proprietari di cani da pagliaio da guardia eccetra…
    Parlo qui solo dell’animale che vive con noi (il cane) (anche il gatto) il quale è ridotto spesso e volentieri in condizioni
    spaventose. Soffermarsi a considerare anche questo tipo di inumanità nulla toglie alla pietà cristiana canonica.
    Certo c’è anche persone che si danno anima e corpo alla cura e alla protezione dgli animali torturati, come c’è quelli che hanno altre ossessioni di ogni tipo. Ma non vedo contraddizione né che una cosa tolga energia a un’altra.
    Certo se uno intende passare tutto il suo tempo a indignarsi e a manifestare e a scrivere eccetra contro l’aborto certamente poco il tempo resuduo. Ma nell’animo, credo (animo, non anima) c’è posto per tutto, per marito, figlioli,
    aborti, persone comuni, e anche cani straziati.

    1. 61Angeloextralarge

      Alvise Maria (e anche Lidia): l’equilibrio è sempre nel mezzo. Gli eccessi sono comunque negativi.

  8. Alessandro

    “Desideriamo esprimere a voi [veterinari], e, per il vostro tramite, a tutti i vostri colleghi, il Nostro compiacimento per la competenza, il senso del dovere, con cui vi prodigate sia per l’utilità del consorzio civile, nel campo specifico a voi riservato, sia per la cura che prestate agli animali, anch’essi creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono tuttavia un segno dell’universale stigma del peccato, e dell’universale attesa della redenzione finale, secondo le misteriose parole dell’apostolo Paolo: «L’intera creazione anela ansiosamente alla manifestazione gloriosa dei figli di Dio . . . Anch’essa verrà affrancata dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla liberta della gloria dei figli di Dio» (Rom. 8, 19, 21).”

    (Paolo VI, Udienza generale, 28 maggio 1969)

    “Altri testi, tuttavia, ammettono che anche gli animali hanno un alito o soffio vitale e che l’hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l’uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi. Così il Salmo 104 non pone distinzione tra gli uomini e gli animali quando dice, rivolgendosi a Dio creatore: “Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono” (Sal 104, 27-28). Poi il Salmista aggiunge: “Se togli loro il soffio, muoiono e ritornano nella polvere. Mandi il tuo soffio, sono creati e rinnovati la faccia della terra” (Sal 104, 29-30). L’esistenza delle creature dipende dunque dall’azione del soffio-spirito di Dio, che non solo crea, ma anche conserva e rinnova continuamente la faccia della terra.”

    (Giovanni Paolo II, Udienza generale, 10 gennaio 1990)

    ” Mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano. Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto. Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una salvezza. Questa pienezza di vita ci viene data nel Battesimo.”

    (Benedetto XVI, Omelia della Celebrazione per la Festa del Battesimo del Signore, 13 gennaio 2008)

  9. Le pappardelle con il sugo di capriolo sono buonissime. Come animali ammiro il mulo, il dromedario, la mucca e il cane. Odio la zanzara, le mosche, i ragni, i coleotteri. Le formiche mi danno fastidio perché devono sempre trovare qualcosa da fare.

    1. P. Ave Maria

      Anche a san Francesco non piacevano le formiche, confidano poco nella Provvidenza divina; preferiva la cicala che canta le lodi di Dio aspettando da Lui il necessario. 😉

  10. Alessandro

    – Benedetto XVI, che ha una predilezione per i gatti, ha ribadito di recente che per gli animali la morte significa la fine dell’esistenza. Eppure Paolo VI pare abbia detto: «Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo»…

    R. “Non ci sarà un’altra vita per gli animali perché non hanno un’anima spirituale e immortale. Essi hanno un’anima (sono detti animali proprio per questo!), ma solo vegetativa e sensitiva. Tuttavia l’affermazione attribuita a Paolo VI ha un significato ben preciso perché nulla esiste se prima non sia stato pensato da Dio. Pertanto l’intera vicenda di ogni singolo animale si trova fissa nella mente di Dio”.

    – Lei nega un Paradiso per gli animali. Quindi siamo destinati a non rivederli più?

    R. “Chi va in Paradiso vede direttamente nella mente di Dio. E nella mente di Dio si vede tutto ciò che Dio ha creato, tutto ciò che Dio conserva nell’esistenza istante per istante e anche tutto ciò che Dio che avrebbe potuto creare. Per questo in Dio vedremo tutti gli animali che sono esistiti sulla faccia della terra. Li vedremo in tutto il corso della loro esistenza, anche nelle relazioni che hanno avuto con noi. Li vedremo soprattutto in rapporto a Dio e al suo piano salvifico perché anche per mezzo loro si è manifestata la Provvidenza di Dio nei nostri confronti.”

    http://labussolaquotidiana.it/ita/articoli-ma-gli-animali-non-vanno-in-paradiso-2633.htm

  11. Erika

    Non vedo nulla di male nel mangiare carne, ma le condizioni in cui sono tenuti gli allevamenti sono indegni di un essere umano.
    Credo che soprattutto chi e’ credente, vedendo il mondo come creato, come un dono di Dio, non dovrebbe tollerare oltre un certo limite l’abuso di questo dono.
    Non mangio carne più di una volta a settimana,

    1. Erika

      Potendomi così permettere di comprare cacciagione o comunque carne di animali non allevati in batteria. Più sano sia per me che per gli animali.
      Non dobbiamo neanche dimenticare che, se l’umanità intera mangiasse la quantità di carne che si mangia nel mondo occidentale, non resterebbe terra sufficiente da coltivare e le emissioni di CO 2 ci asfissierebbero.

    1. Alessandro

      Il curato d’Ars e l’animalismo natalizio

      di Vittorio Messori (10-12-2010)

      Ho pensato al santo curato d’Ars in questi giorni, sfogliando i giornali gonfi di pubblicità per gli acquisti natalizi. Ha colpito particolarmente la mia attenzione un settimanale che pubblica ben quattro intere pagine ai prodotti e agli oggetti dedicati agli animali domestici. C’è di tutto e di più: dal cappottino per cani alla cuffia per gatti, dalla gabbietta climatizzata a un ricco assortimento di proposte gastronomiche elaborate da chef specializzati. Si possono acquistare pasti differenziati a seconda che si tratti della colazione, del pranzo o della cena del nostro amico a quattro zampe.

      A scanso di equivoci vorrei precisare che amo moltissimo gli animali, in particolare cani e gatti. Qualcuno ha definito me e mia moglie “gattolici praticanti”, perché accogliamo sempre con una carezza e un po’ di cibo i randagi che passano per il nostro giardino. Considero gli animali un dono di Dio e pur essendo lontano mille miglia dall’ideologia animalista, ritengo che anche la caccia abbia fatto il suo tempo, essendo nata per rispondere a un’esigenza, quella alimentare, che oggi non esiste più, almeno nelle nostre società.

      Devo dire però che quelle pagine pubblicitarie hanno oltrepassato ogni limite: stiamo trasferendo i nostri desideri sugli animali, pensando che abbiano bisogno di differenziare la prima colazione dal pranzo o dalla cena, pensando che ambiscano a portare un cappottino alla moda per ripararsi dal freddo.

      E così mi sono tornate alla mente le parole del santo curato d’Ars, che un giorno fece questa profezia: «Togliete a un villaggio il parroco, e dopo cinque anni in questo villaggio adoreranno gli animali». Credo che proprio queste parole si stiano realizzando: venuta meno la prospettiva religiosa, si finisce per trasformare gli animali in idoli.

      http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-il-curato-dars-e-lanimalismo-natalizio-96.htm

  12. Alessandro

    “Vi diamo il Nostro paterno benvenuto, diletti figli, lavoratori del Mattatoio di Roma. L’opera vostra, riguardante uno degli elementi più efficaci dell’alimentazione umana, è particolarmente importante, anche perchè sono noti i danni che potrebbero derivare dall’uso di carni malsane. Perciò gli uomini hanno avuto sempre cura di evitare quei perniciosi effetti, sebbene solo relativamente tardi sono giunti alla fondazione razionale dei primi mattatoi.

    Bisogna dire che Roma, per opera del Nostro Predecessore Leone XII, fu tra le prime città ad avere il suo mattatoio, edificato nel 1825, a pochi anni, cioè, di distanza da quello, che iniziò la costruzione dei macelli moderni, in Vienna, sul principio dell’Ottocento. Oggi anche il problema dei mattatoi viene risolto con l’uso dei più moderni ritrovati della scienza e della tecnica; nulla in essi manca di quel che può giovare alla buona amministrazione degli stabilimenti.

    Sappiamo, d’altra parte, come debba essere accurata la vostra preparazione tecnica, e quanto sia necessaria la massima diligenza nell’adempimento di tutte le precauzioni richieste dalla delicatezza del vostro lavoro. Una distrazione, una negligenza potrebbero mettere in pericolo la salute di molti e talvolta perfino la vita di alcuni.

    L’azione vostra, sulla quale andavamo riflettendo nei giorni che hanno preceduto questa Udienza, ha fatto nascere nel Nostro cuore taluni pensieri, che Ci sembra utile di confidarvi, offrendoli alla vostra meditazione, per cooperare così al bene e alla santificazione delle anime vostre.

    Cerchiamo dunque di penetrare — con lo sguardo dello spirito — nel luogo del vostro lavoro.
    Entriamo nel mattatoio. Ecco: nelle tettoie di sosta temporanea gli animali, ignari della loro sorte, attendono di essere portati nella sala di macellazione. Vi giungono, e subito (Ci grava il dirlo) vengono abbattuti e sottoposti alle varie operazioni di scoiatura, di sventratura e di visita. Passano alcuni minuti — non più di quindici o venti – e già l’animale è stato ridotto in quarti o « mezzene » di carne.

    Certo la scena, che or ora abbiamo tentato di descrivere, non è di quelle che vengono offerte alla vista di tutti; errerebbe però chi stimasse riprovevole l’uccisione degli animali necessari per il nutrimento degli uomini. La vostra opera, diletti figli, è dunque giusta e — a certe condizioni — meritoria. Tutto infatti è stato creato da Dio : gli uomini, gli animali, le piante, le cose; e per conseguenza tutto a servizio di Lui deve essere usato.

    Ma come può questo avvenire?

    La nostra meditazione, diletti figli, prende le mosse da una forte espressione di S. Paolo; in essa troverete anche voi il perchè dell’onestà del vostro lavoro e, quel che è più, la condizione indispensabile per renderlo meritorio al cospetto di Dio. Dice dunque l’Apostolo : « Omnia enim vestra sunt, vos autem Christi » (1 Col. 3, 23).

    I° – Omnia vestra sunt: tutto, nell’universo, appartiene agli uomini. Appena invero Iddio ebbe creato l’uomo e la donna, li benedisse, dicendo loro : « Crescete e moltiplicatevi e popolate la terra e sottomettetela, e abbiate potere sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra » (Gen. 1, 28). E di nuovo il Signore, benedicendo Noè e i suoi figliuoli, esclamò: « Tutto ciò, che ha moto e vita, sarà cibo per voi; io ve lo do tutto, come già i verdi erbaggi » (Gen. 9, 3).

    Se dunque tutto appartiene all’uomo, esso è per volontà di Dio padrone dell’universo. Perchè? Quale scopo ebbe il Signore nel dare agli uomini questo dominio? Dicevamo, diletti figli, che tutti gli uomini e tutte le cose devono nel mondo essere a servizio di Dio; tutti gli uomini e tutte le cose devono dar gloria a Lui. Ma le creature materiali, prive come sono di conoscenza e di volontà, si trovano nella impossibilità di dare a Dio la gloria formale : solo gli uomini, infatti, conoscono Dio, possono lodarlo, amarlo; solo gli uomini possono vivere coscientemente secondo i dettami della sua legge. E allora per divina disposizione i minerali serviranno le piante, le piante serviranno gli animali, gli animali l’uomo: affinchè attraverso l’uomo tutti servano Dio.
    Ma l’uomo, per servirsi degli animali, deve spesso — purtroppo — farli soffrire, deve spesso ucciderli; nulla è dunque per sé di riprovevole in questo.
    Certamente dovranno essere ridotte al minimo le sofferenze, interdette le inutili crudeltà (abbiamo letto, per es., che nel mattatoio si ha particolare cura che il bestiame vivo non si incontri con coloro che trasportano le carni), ma non vi è nemmeno posto per ingiustificati rammarichi. I gemiti delle bestie abbattute e uccise per giusto motivo non dovrebbero destare una tristezza maggiore del ragionevole, mentre non ne procurano i colpi del maglio sui metalli roventi, il marcire dei semi sotterra, il gemere dei rami al taglio della potatura, il cedere delle spighe all’azione dei mietitori, il frumento che viene stritolato nella macina da mulino.

    2° – Ma affinchè la vostra opera divenga anche atto meritorio, è necessario che ognuno di voi appartenga a Cristo : Omnia vestra sunt, vos autem Christi.

    Lo sappiamo, diletti figli, e dovete saperlo anche voi: voi, di diritto, siete già di Cristo, appartenete già a Cristo. Infatti a Lui dovete, come a Creatore, il vostro essere e il vostro operare: « Omnia per ipsum facta sunt, et sine ipso factum est nihil, quod factum est »: « Tutte le cose per mezzo di Lui furono fatte, e senza di Lui nulla fu fatto di ciò che esiste » (Io. 1, 3). Ma inoltre voi appartenete a Cristo, perchè Egli, come Uomo-Dio, vi ha redenti, soffrendo e morendo in Croce per voi. Da Cristo dunque — come da Padrone — dipende la vostra vita, la vostra morte; a Lui appartiene ogni vostro respiro, ogni vostro pensiero, ogni vostro volere, ogni vostra azione. Tutto in voi è da Lui; tutto quindi è di Lui: Cristo solo è il vostro assoluto Signore « Tu solus Dominus » (Ex S. Liturgia), Egli solo è vostro Re : Re della gloria, Re della maestà: « Rex gloriae, Rex tremendae maiestatis » (ibid.).

    A questo punto Ci nasce in cuore e sale alle Nostre labbra una domanda, che vi rivolgiamo con paterna franchezza, diletti figli; e voi dovete risponderCi con altrettanta filiale sincerità; la vostra risposta sarà come il solenne impegno, che voi assumete con Cristo alla presenza del suo Vicario in terra. DiteCi dunque : voi, che di diritto appartenete a Gesù Cristo, volete esser suoi anche di fatto? Volete essere suoi per libera accettazione del suo dominio? Volete che Egli regni su ciascuno di voi? sulle vostre famiglie? sul vostro lavoro?”

    (Pio XII, Discorso ai lavoratori del mattatoio di Roma, 17 novembre 1957)

  13. Il discorso di PIO XII lasciamolo perdere, discorsi di un matto, in un mattatoio!!!
    Per quanto riguarda le sofferenze nel mondo: che uno, se non si dedica agli animali, si dedichi al contro-aborto, come Costanza, o ai carcerati, o ai malati di mente, o ai poveri, o non si dedichi a nessuno senza farla tanto lungo parlando di tempo portato via di tempo rubato o altre opere di bene o alla preghiera o alle processioni alle veglie alla raccolta dei vaticini al resoconto delle visioni magiche. Non è obbligatorio dedicarsi a nulla, questo è sicuro, tantomeno pignucolare sulla sorte degli animali, che, se hanno la radice di anima nella parola, è solo per caso.
    Il vero cristiano ci ha tante altre cose da pensare (o da non pensare) più importanti che gli animali!!!
    E’ vi dirò di più, chi si occupa degli animali non è un vero crsitiano in quanto non si occupa di altre cose di cui un vero cristiano si dovrebbe invece occupare (ma il vero crsitiano potrebbe occuparsi anche solo di pregare che sarebbe già tanto)

    1. Alessandro

      “ma il vero cristiano potrebbe occuparsi anche solo di pregare che sarebbe già tanto”
      Oremus!

  14. Twentyrex

    Finalmente qualcuno che parla e sa parlare della caccia. Io ho avuto la fortuna, cara Costanza, di avere un padre come il tuo. E da lui ho imparato l’uso delle armi ed il senso ed il valore della caccia. Poi, la mia generazione, in larghissima misura priva di ogni insegnamento, ha ritenuto di emanciparsi dotandosi di fucili automatici e di cani di razze pregiate per esercitare un’attività nella quale l’arma ed il cane costituiscono una parte di te che si conquista e si plasma con l’esperienza, il tempo ed il rispetto e l’amore per la natura. Ed io ho riposto nell’armadio la doppietta che era di mio padre e prima di mio nonno. Adesso potrei riprendere, ma la mia professione mi ha privato del fiato, e la caccia si fa immergendosi nella natura e camminando a lungo. Quanto alle note di Alessandro, senza entrare nel merito della questione del “secondo tempo” degli animali, vorrei sottolineare che il rapporto che si instaura con gli animali domestici è sempre segnato da un profondo sentimento di amore. Io ho avuto una bassethound per tredici anni e, quando ci ha lasciato, abbiamo sofferto tutti, persino la nostra colf. E poco tempo dopo, una mattina, quando il sonno ti consente di ricordare i sogni, mi sono visto passeggiare su una nuvola candida con la mia Doretta al guinzaglio. Cose che possono accadere là dove la gente ha la zucca bruciata dal sole e si lascia annebbiare la mente da vecchie credenze, direbbe il buon Guareschi. Il fatto è che la mia zucca è stata bruciata dalla luce dei neon per quasi dieci anni e poi dalle lampadine di un lampadario e di un lume da tavolo.
    Grazie di queste tue “provocazioni”.

  15. idee sparse
    1) ci sarà di mezzo il criterio di utile/superfluo? Sto pensando all’alimentazione, alle scarpe di pelle (e le borse? e l’industria del cuoio?) alle pellicce.
    2) questione di grado di importanza: se tutto merita o può meritare indignazione, ci saranno differenze tra un pollo o un cincillà di allevamento e un bambino abortito, o denutrito?
    3) differenze di dignità: mi indigna l’ipocrisia di quell’animalismo estremo che imponendo all’uomo il vegetarianesimo nega differenza di dignità tra persone e animali. ma se fossimo veramente uguali, senza distinzioni, perché non andare a predicare al leone di non cibarsi della gazzella? o non incarcerare il cane che sbrana il bambino? Non è forse proprio nella possibilità di decidere di astenersi dal mangiare altri animali che si evidenzia la differenza ontologica tra persona e animale?
    4) se la medicina deve avanzare per salvare vite, e se questo comporta la sperimentazione, è lecito sperimentare su altri esseri viventi?
    5) da ultimo il limite di ognuno di noi: possiamo anche indignarci per tutto ciò che merita, ma il fiato e l’energia per combattere ogni battaglia non c’è. Dobbiamo fare scelte secondo i nostri valori. I miei mi suggeriscono che se ho tempo (e voglia) per impegnarmi, lo farò a favore della vita umana e noi dei beagle, se avrò da donare tempo e soldi lo farò per bambini che hanno fame e soffrono, non per rifugi per gatti o altri animali. Con rispetto per tutti si intende, quindi anche per me e le mie decisioni.

  16. Erika

    Apprendo su “La Bussola Quotidiana” che la preoccupazione per i livelli di inquinamento da CO 2 trova “un’ entusiastica adesione ” da parte dei governi e dall’Unione Europea.
    Non me ne ero accorta.
    Anzi, mi sembrava che l’ Europa, l’America e la Cina si fossero dimostrate incapaci finora di rispettare persino i protocolli condivisi ( ritenuti finora ridicolmente insufficienti dalla gran parte degli scienziati).
    Comunque, ribadisco di non essere un’ambientalista esagitata.
    Anzi, proprio perché ritengo benvenuta ogni nuova vita umana sul pianeta, sono disposta a qualche piccolo sacrificio per non alterarne la straordinaria bellezza.

    1. avendo studiato il tema, anche in un libro pubblicato anni fa (Ecologis 2000) posso confermare che questa della CO2 è una bufala selvaggia come quella del buco dell’ozono (scomparso completamente dalla cronaca: e come mai se meno di 10 anni fa era un pericolo pubblico? colpa dello spread?) e altre analoghe (vogliamo parlare di Sars, suina e mucca pazza? che hanno fatto meno vittime di una influenza nel canton ticino?)

  17. Erika

    Se analizziamo lo stile di vita dei monaci cristiani nel Medio Evo, che certo facevano un uso sobrio ed oculato dei derivati animali, troveremo che essi avevano un equilibrio che noi, in larga parte, abbiamo perso.
    Non e’ animalismo, i cui eccessi sono francamente ridicoli.
    E’ normale buonsenso.

  18. Alessandro

    “Il carattere morale dello sviluppo non può prescindere neppure dal rispetto per gli esseri che formano la natura visibile e che i Greci, alludendo appunto all’ordine che la contraddistingue, chiamavano il «cosmo». Anche tali realtà esigono rispetto, in virtù di una triplice considerazione, su cui giova attentamente riflettere. La prima consiste nella convenienza di prendere crescente consapevolezza che non si può fare impunemente uso delle diverse categorie di esseri viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali -come si vuole, a seconda delle proprie esigenze economiche. Al contrario, occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato, ch’è appunto il cosmo.”

    (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Sollicitudo rei socialis, 34)

  19. G

    @Alessandro: sarei curiosa di sapere se la Chiesa Cattolica ha avuto qualche pronunciamento riguardo alla sperimentazione animale… Grazie in anticipo!

    1. Alessandro

      Non mi risulta un pronunciamento ad hoc.
      Rimangono le parole del Catechismo, che ho riferito sopra:

      “2417 […] Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.
      2418 È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita.”

  20. Io, lo sapete, ho un cane, una canina, Emma, e ora mi avete fatto venire il rimorso di averla e di volergli bene, e di non volere bene, per esempio, a emidiana o a angelaextralarge, per citare solo qualche persona cui non voglio alcun bene, fuori e dentro questo blog. Non credevo, tranquillamente, e voi mi avete spiegato che sono agnostico, che non sono nemmeno capace di spiegare la diffrenza tra angostico e ateo e non so dimostrare comunque la inesistenza la di Dio mentre voi siete capaci (facilmente) di dimostrare il contrario. Credevo di potermene stare tranquillo lontano da Dio e da satana e tutte queste creature fatate e mi è stato speigato che non posso stare lontano che lui mi vuole bene anche a me e che anche io fo parte di tutto il creato. Anche i polli le scimmie i ramarri fne anno parte ,del creato,(da DIO) ma non dobbiamo avere per loro un rispetto esagerato che sarebbe quasi blasfemo paragonato al bene che si dovrebbe avere per altre categorie viventi. La caccia va bene, e tenere il cane a dormire fori come è giusto che dormano i cani, che c’è gente che non ha nemmeno non dico un tetto, ma un posto decente dove potere stare un po’ sdraiati! E poi c’è l’aborto: come può una persona con un po’ di cervello e di senso umanitario pensare ai cani e ai cuccioli dei cani e non pensare tutti i bambini assassinati ogni giorno nel seno alle madri (se si meritano il nome di madri) che sono miliardi e miliardi. Insomma ero entrato i un posto dove si parlava di un libro best seller che a me non è mai piaciuto e volevo dirlo (senza averlo naturalmente mai letto) e mi sono ritrovato pieno di sensi di colpa e con meno autostima di quella pochissima che avevo prima. E sono ancora qui a vaneggiare. Perché, mi sono anche io chiesto? Perché cose strane e inverosimili come qui dentro dove le trovo ?Dove li trovo i discorsi del papa ai macellai, ai fabbri, ai ciclisti, agli esploratori, ai geologi, ai muratori, agli imbianchini, ai pittori,ai taxisti, ai ferrovieri, ai lattai….?

    1. i discorsi ai fabbri, ai lattai, ai taxisti? nel sito vatican.va sotto le voci Pontefici. Perché il Santo Padre parla alle persone, non alle categorie sindacali. Parla i figli, non a sigle corporative. Parla ai fratelli non ai professionisti laureati.
      E se ti trovi male qui, invece di rimanere ed insultare e offendere, hai sempre la chance di riaprire la porta e, sarebbe meglio salutando, togliere le tende. Forse anche in disturbo. Ma quello lo si può dire solo quando si è un vecchio brontolone incontinente come me salvo poi confessarsi.
      Mi chiedo davvero quanto ci sia di studiato, di ricercato in questa continua provocazione che cerca il limite e quando lo otlrepassa di slancio, cerca di recuperare la posizione con scuse pubbliche, e poi ricomincia a lavorare ai fianchi… sembra che tu faccia di tutto per incarnare quelle due affermazioni violente del vangelo: non date le perle ai pòrci e tutto sarà perdonato all’uomo tranne che il peccato contro lo Spirito Santo.
      E vediamo che cosa ci suggerisce Fefral sul tema.

      1. Potrei chiedermi lo stesso io su voi: quanto c’è di studiato, di escogitato, nel trovare sempre nuove cose di cui dire male, libri, pensieri, epoche storiche, cinema, canzoni, cantanti, persone che vogliono o che non vogliono bene ai cani, o che gli vogliono troppo bene, o non nei limiti della dottrina, popoli, nazioni, donne, uomini, gay, e poi, da ultimo me, che sono l’ultimo rimasto a cercare di immginare un altro mondo possibile più arioso che di quello vostro e vengo trattato a questa maniera come sopra (o anche peggio) (Non è mica colpa mia se il Papa fa tutti questi discorsi alle corporazioni)

          1. a) io parlo per me e non per dei fantomatici NOI
            b) l’ultima affermazione è un esempio mirabile di manipolazione: dove ho scritto quello che mi attribuisci? Mi pare che le tue contestazioni siano più rivolte verso Dio che non verso noi, e contro una religione che descrivi spesso come follia, idiozia, risultato di uso smodato di droghe e amenità simili
            c) sei ospite qui, come me, i temi li stabilisce il padrone di casa; non sei neanche costretto a sentire gli schiamazzi di questo oratorio: se non ti va, prego andare, ma venire qui e poi dire che gli articoli provocano mi pare un tantinello azzardato anche secondo logica, non dico educazione, che peraltro mi pare, mista a pazienza ti viene elargita con inusitata generosità, ovvio che non mi considero della partita
            d) quindi saresti tu l’unico a difendere questo mondo dalle idiozie di questi pazzi guidati da un “pastore tedesco”, un mondo “più arioso”?
            e) e quindi sei tu a venir maltrattato? Interessante interpretazione di chi mena lo schiaffo e poi si proclama vittima.
            Mi ricorda la prima lettura di lunedì prossimo quando San Paolo verrà aggredito e malmenato dai giudei interrotti dall’irruzione della truppa romana che arrestano… Paolo. Come accade a Geppetto gettato in prigione innocente dal giudice acchiappacitrulli.
            Mah. Complimenti per coraggio e costanza.

        1. Un altro (nel dire male) che meglio non ce ne potrebbe essere.
          Nessuno non fa altro che dire male (e è per questo che piace) offendere, maltrattare, come Camillo Langone.

        2. Notare, Alvise, che riesci a dire tutto questo dopo un post in cui si parla bene dei cacciatori (di cui sei tu a parlar male) e della succulenta carne dei cinghiali (e qui nemmeno tu, impenitente bastian contrario d’un brontolone, hai il coraggio di dire il contrario! :-D)

    2. Alessandro

      ai ferrovieri:

      http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1952/documents/hf_p-xii_spe_19520706_ferrovieri-napoli_it.html

      “il macchinista, il capotreno, il verificatore, il bigliettinaio, il guardalinee, il telegrafista, l’impiegato, tutti, con le loro giornate di lavoro, dovunque il dovere li obbliga a trascorrerle, senza aggiungere fatica a fatica, anzi con lo stesso lavoro e con la stessa fatica — possono cooperare con Gesù a salvare tante anime, possono aiutare il mondo a divenire migliore.”

        1. D’altronde lo diceva anche Rino Gateano: “Agapito Malteni era un ferroviere / viveva a Manfredonia giù nel Tavoliere / buona educazione di spirito cristiano / ed un locomotore sotto mano”. 😉

    3. 61Angeloextralarge

      Alvise Maria: mi hai citato? Eccomi!
      Da questo tuo commento risulta, ancora una volta, che nemmeno tu sai cosa vuoi né cosa cerchi. Sei masochista? Se una cosa ti da fastidio… mollala, no? A me dispiace, non che non mi vuoi bene, ma che continui sempre su questo binario del “voi”, tirandoti dietro termini e giudizi (sempre quelli) sul Papa, sulla Chiesa, etc.
      Se Alessandro inserisce un testo di Benedetto XVI, accusi anche lui di quello che c’è scritto. Se qualcuno ti chiede rispetto, fai tu l’offeso. Se qualcuno ti risponde per le rime, fai il sarcastico e prendi in giro. Ma chi sei? Non mi sta più bene il tuo comportamento: ai miei occhi ti sei bruciato l’ultima possibilità, mi dispiace per te, anche se a te non te ne po’ frega’ de meno! D’ora in poi non ti “scuso” più. Il mio volerti bene resta, ma a tutto c’è un limite ed io, al contrario tuo, non sono una che soffre di “vittimismo”. Amen!

      1. Ma certo che parlo del Papa e la Chiesa, per dire di non parlarne più. Come posso non reagire quando leggo che il Papa è il nonno dei nostri bambini? Parliamo invece delle nostre cose, che sono tante.
        Ma le nostre cose, direste voi, sono il Papa e la Chiesa e Cristo. Ma quelli ci sono sempre. Non c’è bisogno di tirarli sempre in ballo. Non nominare il nome di Dio invano. Ecco.

  21. scusate mi sono fischiate le orecchie…
    Pugni… scusami ma sto ancora ridendo per il commento di Alvise, io ti suggerisco di fare lo stesso perchè nel suo delirio qualche scintilla di verità c’è, ma la riesci a vedere solo se sei capace di ridere un po’ di te stesso 🙂

    Alvì, ti voglio bene! Ciao

    1. 61Angeloextralarge

      Fefral. capisco quello che dici, perché anche a me Alvise, quando non è troppo pesante, fa ridere, ma poi mi rendo conto che il fatto stesso di ridere è un po’ come dire a me stessa: “Ma che c… spara!”… ed allora “rientro tra le righe” e medito sul fatto che lui insiste con lo stesso stile e che la cosa mi sta stancando. Credo che a tutto ci sia un limite: anche gli scherzi più belli se durano troppo danno fastidio, mi dispiace. Un abbraccio virtuale ma sincero! Smack! 😀

      1. perchè rientrare tra le righe?
        A me Alvise fa ridere non per le cazzate che spara (per quelle mi incazzo anche io) ma devo riconoscere che le caricature che fa del bravo cattolico hanno qualcosa di geniale, e a me insegnano molto. Ma bisogna avere una gran dose di autoironia, perciò suggerivo di farsi una gran risata.

        1. 61Angeloextralarge

          Fefral: a me le caricature piacciono, ma quando non sono volgari e/o offensive. E’ vero che insegnano qualcosa, ma sentirsele ripetere e sempre le stesse, alla fine non insegnano più tanto.Credo che questo discorso valga in molti altri campi.
          Ti faccio un’esempio concreto: nei corsi di evangelizzazione si spiega che una volta seminato, non devi seminare di nuovo nello stesso terreno, altrimenti il seme nuovo impedisce a quello già sotto terra di crescere e portare frutto.
          Se in un vaso di pochi cm quadrati metti troppi fiori, vengono su bruttarelli forte: hanno bisogno di respirare…
          Tra l’altro credo che siano già tanti quelli che ci fanno le caricature, anche nel quotidiano… Quante volte ci stanno a guardare in attesa del nostro immancabile errore-peccato-mancanza-controtestimoniana-etc? “E POI VAI ALLA MESSA!”…Questo presume arroganza-giudizio-critica ma soprattutto tanto guardare-la-pagliuzza-nell-occhio-del-fratello senza-vedere-la-trave-che-è-nel-proprio-occhio! Ma chi è Alvise per potersi permettere di buttare fango addosso agli altri? E’ uno ESATTAMENTE come quelli ai quali lo butta addosso! CHI E’ SENZA PECCATO SCAGLI PER PRIMO LA PIETRA! Se ne andarono tutti a partire dal più vecchio, cioè da quello che avrebbe dovuto essere più saggio e che avrebbe dovuto dare testimonianza con la propria vita a figli e nipoti.

          1. Solo una cosa su Alvise. A me sembra che il nostro sia il classico “mangiapreti” toscano. Sappiamo bene che la Toscana ha tutta una tradizione di “liberi pensatori” irriverenti e corrosivi, patria di un anticlericalismo “libertario” e “ghibellino” sicuramente ereticale nelle forme ma tutto sommato, a modo suo, non irreligioso. Questi toscanacci irriverenti si divertono un mondo a stuzzicare e sono il primo a essere lontano anni luce da questo spirito (dalle mie parti è tradizionale un’ironia meno caustica, più surreale e bonaria se vogliamo).Io direi che non c’è da farsi tante illusioni “conversionistiche”, certamente quando l’irriverenza supera i limiti del rispetto (anche se per definizione è sempre “al limite”), occorre farlo notare senza problemi. E credo che Alvise stesso, come ha dimostrato in un recente passato, sappia cogliere molto bene la differenza.

          2. …61angeloextralarge:
            …tu l’hai detto, sono uno come gli altri, uguale. Non butto fango, ma allo stesso tempo non mi fa piacere che TUTTO
            venga spudoratamente, SEMPRE, ricondotto a DIO, alla Madonna e a quelllo che dice il Papa. Anche voi, anche Langone anche Costanza fate critiche, e le fo anch’io. Tutti abbiamo travi negli occhi e tutti si procede il meglio possibile.
            Questo non è, mi risulta, né un tempio nè un’aula di teologia né un luogo di catechesi, ma un posto dove la padrona è cattolica osservante e si è offerta coraggiosamente di discutere con noi il suo libro, il suo nuovo libro, le sue convinzioni morali e religiose.
            Ci sono state discussioni, anche animate, e questo è tutto. Se io sono neo-ghibellino ci saranno da qualche parte i neo-guelfi. Ci sono stati anche in Toscana.

            1. 61Angeloextralarge

              Alvise Maria: concordo con Andreas sul fatto di non farsi illusioni “conversionistiche” su di te, ma è ora passata che tu ti renda conto che per un cristiano TUTTO riconduce a Dio: guai se non fosse così!
              Mi dispiace per te ma cercherò di mettere Dio SEMPRE ed in OGNI MODO al centro dei miei discorsi: è Lui che mi da l’aria da respirare… è lui che mi da la possibilità di essere qui in questo momento a scriverti questo commento… ed è Lui che mi da perfino i tortellini! “Assurdità! Vaneggia!”: NOOOOO! A me i tortellini piacciono tantissimo e li considero anche e soprattutto “dono di Dio”, tenuto conto che c’è chi non ha nemmeno un tozzo di pane da mangiare! Ma soprattutto è Lui che MI HA DATO LA VITA!!! Non me la sono data da sola né me l’hanno data i miei genitori suoi strumenti…
              Spero di essermi spiegata bene! 😉

              1. 61Angeloextralarge

                Tortellini? Mangiati un bel piattone proprio oggi! Andreas ti ho pensato mentre li mangiavo… 😉

                1. Angela: più che pensarmi dovevi spedirmene un bel piattone come allegato via mail! 😀 Inventeranno prima o poi il teletrasporto? Ho già in mente il modo migliore di usarlo! 😀

                  1. 61Angeloextralarge

                    Magari! Conosco certe cuoche in giro per l’Italia… mi farei spedire certi piattoni di roba bbbbbona! 😉

                    1. 61Angeloextralarge

                      Per esempio il cinghiale cucinato da Costanza… Slurp… slurp.. slurp! 😀

                    2. Magari qualche corriere offre già un simile servizio di spedizioni culinarie. Sai che bello vedersi recapitare a casa un piatto ancora fumante di squisiti tortellini?! Sluuuurp!!!

              2. 61Angeloextralarge

                I bambini sono grati alla Befana che mette nelle loro calze giocattoli e dolci.
                Posso io non essere grato a Dio che mi ha messo nelle calze il dono di due meravigliose gambe?
                (Gilbert Keith Chesterton)

            2. Alvi’ sai che ti dico? Sono d’accordo con te.
              Non credo che sia questo il modo di testimoniare la fede di chi crede.
              Dio deve essere al centro delle nostre vite non dei nostri discorsi.
              Ma adesso mi daranno dell’eretica quindi scappo…
              bye!

              1. Fefral. Io faccio molto semplicemente mie le parole che ho letto qualche anno fa. Sarebbe bello riuscire a scrivere e parlare in modo che nelle nostre parole “Dio, anche se non vi è sempre nominato, non ne è mai assente”.Non è affatto necessario parlare sempre direttamente di Dio, anzi spesso il silenzio dice di più. Per questo amo la forma dell’aforisma. L’aforisma, il massimo di pensiero condensato nel minimo di parole, è la forma letteraria in cui la parola umana si avvicina di più al silenzio. Detto questo, non possiamo fare a meno delle parole, perché come essere umani ne abbiamo bisogno. Internet è un mezzo in cui si scambiano sia idee, dunque parole e discorsi, ma dove si allacciano anche relazioni, dove mettiamo in gioco noi stessi e le nostre vite. E non c’è contrapposizione di principio tra le parole che diciamo e le nostre vite, anche se poi nella pratica sappiamo tutti che uno scarto c’è sempre.
                Qualche giorno fa leggevo un bellissimo pensiero di Bernanos sulla comunione dei santi. Bernanos dice che solo Dio sa chi vi appartiene, chi siano i ricchi e i poveri di questa soprendente comunità, chi dia e chi riceva. E chissà quanti religiosi devono la loro salvezza o la loro vocazione a qualche incredulo “segretamente tormentato dall’angoscia religiosa e al quale Dio aveva incompresibilmente negato le consolazioni ma non i meriti della fede”. Certo, anche a me pare chiaro che Alvise deve aver incontrato soprattutto caricature di cattolici, ma non lo posso dire con assoluta certezza. Le realtà è che “non giudicare” non vale solo per il male altrui, vale anche per il bene. Non possiamo scorgere la notte altrui, ma nemmeno possiamo vedere la luce che forse un giorno ha rifiutato. Lo ha scritto anche Costanza in uno dei suoi post più profondi, a mio avviso: noi proprio non siamo in grado di giudicare, non ne siamo capaci. Per cui occorre anche chinarsi con pietà non solo sugli Alvise, ma anche su tutti i poveri scalcagnati cattolici della domenica che cercano, spesso con scarsissimi successi, di imitare come meglio possono il loro Signore.

              2. 61Angeloextralarge

                Fefral: ma che eretica! Concordo sul fatto che deve essere al centro delle nostre vite… ma in un blog non riesci a vedere se Dio è al centro della vita di quello che lascia un commento, tantomeno di quello che scrive il post! Quindi per logica di cose è NEI DISCORSI! Che vogliamo fare? Se mi interessava la cucina andavo in un blog di cucina… se mi interessava lo sport andavo in un blog di sport… E SE VENGO QUI ED IN ALTRI BLOG E’ PERCHE’ SO CHE QUI E IN QUEI BLOG POSSO PARLARE (cioè fare DISCORSI) con qualcuno che CERCA, come me, di mettere Dio al primo posto nella sua giornata! 😉
                La calzetta posso farla in altri blog! 😀

                1. 61Angeloextralarge

                  Fefral: non mi ricordo quale santo l’ha detto ma ricordo le testuali parole: “Se devi parlare, parla con Dio o di Dio”….

                  1. 61Angeloextralarge

                    questo per spiegare che con le parole tanto per… posso fare danni…

  22. MaLox

    Grazie Costanza, che hai scatenato un gran putiferio, ma per me molto utile e arricchente, in particolare nei post di Alessandro, che è un fenomeno. Grazie davvero.

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