Slalom gigante

di Cyrano

Roma scongela.

O meglio, fa finta di scongelarsi, come prima aveva fatto finta di congelarsi: come quando da bambini si sta fermi e zitti a letto coi fratellini, quando mamma e papà passano a vedere se si dorme o se ancora si fa baldoria… ecco, così a Roma: perché la neve non c’è, ma il piano antineve sì (stavolta non ci si burla di noi, eh!). Dice che però c’è ghiaccio per terra: no, quello è sale, stavolta si son portati avanti sul lavoro… E poi, via, anche il Tevere si porta avanti col lavoro: di tombino in fogna, non dovrà aspettare Ostia per prendere un po’ di sapore! Anche a letto da bambini, a ben ricordare, quando mamma e papà facevano la ronda, era sempre per questo motivo che si veniva scoperti: si stava troppo immobili, troppo zitti. Chi dorme (per davvero) non piglierà pesci, però non sta fermo al punto da occultare i moti del respiro dal petto, non sta zitto al punto da non russare (almeno un po’, almeno ogni tanto, su siate onesti!) o almeno da non biascicare qualche settenario sciolto nel sonno, e soprattutto… non si mette a ridere all’improvviso perché lo si sta per scoprire!

Con tutto ciò: tana per Roma sotto due centimetri di neve!

Lo ammetto, è tutta invidia la mia. Proprio in questi giorni sarei dovuto essere sulle Alpi a sciare: pensavo che certe cose capitassero solo a Gastone Paperone, e invece a dicembre mi è stato segnalato che avevo vinto una settimana bianca! Sincerarsi della veridicità della notizia e notare che il premio cadeva in una settimana assolutamente proibitiva per ogni spostamento è stato un tutt’uno. «Basta!» mi dissi, distruggendo l’agrodolce notifica: «Non ci voglio pensare oggi – mi salivano alle labbra le liriche battute di Rossella O’Hara – ci penserò domani!»

E c’ho pensato, il giorno dopo, e mica solo quello: ogni tanto lo sguardo mi si accigliava su quella settimana oscura (questa) del mio calendario. «Il nostro destino è crudele – diceva l’Attila di Abatantuono, giunto coi suoi, assetatissimi, in riva al mare –: dover morire di sete davanti a tanta e tanta acqua!»

Così pensavo, nei giorni scorsi, a vedere la neve che fioccava: che fa, sfotte pure? Poi su internet i filmati delle feste per strada (okay, due palle di neve le ho tirate anch’io), e le notizie di quei matti che erano andati a fare sci di fondo in piazza San Pietro. Ecco, prima di proseguire devo rivolgere a quei matti (chiunque essi fossero) i sensi della mia più profonda e ammirata stima: lo ammetto non c’avevo pensato, ho perso l’attimo.

D’altro canto, anche se c’avessi pensato, mica mi sarei potuto unire a voi coi miei Salomon da discesa?! Già mi vedo, arrivo affannato al colonnato con le movenze di Armstrong sulla Luna, infilo gli scarponi, attacco gli sci, faccio dieci metri canticchiandomi la colonna sonora di Momenti di gloria e poi rovino al suolo con un paio di menischi compromessi. Uno dei miei più grandi limiti sulla neve è che non capisco proprio la gioia dello sci di fondo, al punto che non m’è mai saltato in testa di provarne un paio, di quegli affari snodabili. Non è solo che li commisero mentre sfreccio da cima a valle e li vedo arrancare su e giù per dei sentierini a sette chilometri orari… è proprio che lo sci di discesa e lo slalom (ancora di più!) sono per me metafisica, poesia e teologia insieme. Lo sci alpinismo poi è mistica, e quando ne avvisto un paio, da lontano (da molto lontano), guardo quegli eroi con lo sguardo infatuato degli uditori di un culto misterico.

Sul serio, qualche volta ho anche pensato di fornire questa giustificazione, alla mia coscienza, davanti a ghiotte occasioni innevate: «Beh, in fondo è un po’ come se andassi a seguire un corso intensivo, su…».

È vero, non ho mai avuto l’ardire di esporre queste motivazioni ai miei colleghi, ma certamente non per mancanza di argomenti!

La prima cosa che uno scopre, quando inforca gli sci, è che la metafisica è sperimentabile tanto quanto la fisica: la grande differenza tra i pattinatori e gli sciatori è che sui pattini il busto sta proteso in avanti tanto quanto basta per accompagnare la spinta delle gambe, mentre sugli sci “è la neve che spinge”, e le gambe possono dosarne la spinta solo se il busto è tanto proteso in avanti da dare allo sciatore un baricentro eccentrico. Lo so, chi non ha mai sciato non avrà capito niente di ciò che ho provato a dire, mentre agli altri sembrerà solo un modo astruso di dire una cosa ovvia: sugli sci si può tenere l’equilibrio, senza finire a gambe all’aria, solo finché si accetta di stare fortemente sbilanciati in avanti. Lo sci di discesa è una splendida metafora della fede: per di più, oltre a contare sulla forza di gravità (e chi l’ha mai vista? David Hume non se la sarebbe quasi sentita, di affermarne categoricamente l’esistenza), conta pure sulla presa degli sci su di una base paurosamente scivolosa.

Sugli sci la fisica si dimostra vera base della metafisica: non si accelera e non si frena – si cade soltanto – se non si ha “una postura estatica”, protesa fuori di sé. Dopotutto nascere, innamorarsi, generare, insegnare, vivere e morire non funzionano solo a patto di questa fiducia originaria? La lama dello sci che raschia il ghiaccio sotto la neve, ed ecco il baleno della vita: può terminare fuori pista al primo muro, ma basta questa possibilità a negarsi il brivido dello sfrecciare leggeri tra cielo e terra, sfiorando entrambi?

E poi ci sono i pali, c’è la dura legge delle porte: con lo slalom, la fisica e la metafisica si riversano nella teologia. Quei sedicenti teologi che sognano “una teologia senza dogmi” (ossia uno slalom senza porte) non devono mai essere stati a sciare su piste di discesa di grandi vette alpine: scendi dall’impianto, in cima, e vedi solo un’indistinta coltre di gelido bianco. La terra e il cielo, in quei momenti, sono più un postulato della ragione che un’evidenza: fortuna che di solito c’è un branco a cui accodarsi – non sarà molto nobile, va bene, non ci starà la colonna sonora di Momenti di gloria, però si capisce da quelli davanti e attorno a noi se la pista scende o sale, se curva, se si sta andando verso un dirupo… Ecco il campo della teologia: si può sciare su ogni neve, con le varianti del caso, ma ci sono tratti in cui la paziente esperienza di tanti ha segnato dei passaggi obbligati, in cui la bravura sta nel seguire il percorso con la propria grinta e cercando il tempo migliore. Nessuno chiamerebbe tontoloni i campioni di un gigante, che si sfidano sul filo di centesimi e millesimi di secondo, ma ci sono dei teologastri che snobbano con aria di sufficienza i colleghi che si attengono al dogma. «Bleah, ancora Magistero?» Come se uno tagliasse dritto tutte le porte in un gigante e pretendesse la medaglia d’oro!

E qui si apre la questione più dolorosa, perché si possono sopportare i crampi a cosce e polpacci, si gestisce l’abbassamento della vista per l’esaurimento delle energie, ma i centesimi e i millesimi per cui si lotta sono stabiliti in base alla partenza e all’arrivo: è davvero una partenza, ciò che ci ha buttati sulla pista? Ed è davvero un arrivo quello che ci aspetta, o non ci sarà piuttosto un trampolino, dopo l’ultima curva, e un salto nel vuoto?

Ecco perché guardo agli sciatori alpinisti come ad animali di un’altra razza: io faccio le mie piste, studio le traiettorie e sego decimi di secondi alle porte… tanto a fondo pista un bombardino ad aspettarmi lo trovo senz’altro. Quelli invece vedono la pista anche tra gli scogli della montagna, le porte su della neve che nessuno ha mai battuto (o sì?), e possono fermarsi o muoversi quando vogliono, perché sembrano già da sempre arrivati.

139 pensieri su “Slalom gigante

  1. E’ proprio vero che viviamo ogni minuto sulla fiducia. Ogni momento della nostra vita è basato sulla fiducia in quelli che ci precedono.
    Quando un bambino piange si fida che verrà qualcuno a dare da mangiare…
    Quando inizia a comunicare usa i termini che le persone che lo circondano usano…
    Un bambino che inizia a scoprire il mondo e porre domande si fida degli adulti…
    A scuola ci si fida dell’insegnante…
    Quando vai dal medico ti fidi (e un poco speri) delle competenze dei medici e del personale…
    Quando prendi un aereo ti fidi del comandante, del manutentore…
    Con il tempo impari a giudicare, a capire meglio, a porti delle domande, ma di base parti da quello che hai ricevuto, parti dalla realtà che ti circondano, ripercorri piste già percorse.
    Sarebbe folle ripartire da capo su ogni cosa, ripartire da capo, anno zero…
    Ma con la fede pare che molti la pensino così. E non parlo solo di teologi, filosofi, intellettuali. Parlo di un immenso numero di persone che vogliono una fede e una chiesa “fai-da-te”, parlo di chi vuole capire l’infinito e non vuole partire da millenni di pensiero già elaborato.
    A me verrebbe lo sfinimento solo al pensiero.
    Qui nella bassa padana “quando c’è la nebbia non si vede, la nebbia c’è e non si vede”, e quando devo guidare per tornare a casa nella provincia sperduta dove abito (dove secondo la mia esperienza si fabbrica la nebbia) mi solleva parecchio trovare davanti a me un’altra macchina che va nella stessa direzione, io mi metto dietro tranquilla e diventa estremamente più facile arrivare a destinazione.

  2. Sai qual’è il problema Cyrà? Che un sacco di imbranati si cimentano con lo sci alpinismo, mentre non puoi, proprio non puoi, provare un fuori pista senza aver fatto ore ore e ore di allenamento tra le porte… E il buffo è che se glielo fai notare di danno pure dell’oscurantista e del dogmatico, non gli verebbe mai in mente che in questo caso l’avvertimento è a loro stesso beneficio per evitare a loro stessi fratture multiple e gravi danni all’anima.

  3. nonpuoiessereserio

    La parabola dello sciatore. Bellissimo post Cyrano. Sai che io ho un neurone solo e dato che amo tantissimo la montagna, non riuscivo, leggendo, a staccare l’immagine di essa per approdare alla metafora del cristiano. Devo leggere due volte e far rifare la discesa dello scritto al neurone sull’altra pista. Ma quello nella foto in basso sei tu?

    1. Magari, Luigi! Te l’ho detto, che io quelli li guardo dal basso (molto basso) in alto… se fossi io, quello, sarei solo un altro degli imbranati che dice don Fabio. Invece con le mie care vecchie dogmatiche porte mi sento più a mio agio… e mi alleno a segare millesimi e centesimi ai miei tempi.

  4. Sì, lo devo ammettere, il post è proprio bello. Ma rosico. Essì, perchè io proprio lo sci da discesa non l’ho mai digerito. Ci ho provato tante volte, ma niente, sono proprio negata. L’ultimo tentativo ha comportato il travolgimento di una fila di ragazzini allo skilift, conseguente vergogna mista a senso di colpa, nonchè caduta di braccia dell’amico che volontariamente si era proposto di insegnarmi. Ecco, ora lo posso dire: ho fifa, ma una fifa incontrollabile. La sensazione di non controllare la pendenza scivolosa sotto i piedi mi paralizza le ginocchia e vedo come sola via di uscita il poggiare il deretano sulla neve. Mi sono rifatta con lo sci di fondo. Davanti avevo uno splendido laghetto svizzero, la pista era tutt’intorno, silenziosa, piana, solo qua e là c’era una discesina o un piccolo rilievo. E la disponibilità a sudare. Non ci sarà l’ebbrezza della velocità o delle bandierine, ma la fatica è garantita, e dopo 3 ore di passo pattinaggio o anche di fedele e costante passaggio nel solco di chi è venuto prima di te…. bè, assicuro che la soddisfazione è grande. E sedersi a tavola dopo una mattinata così ha davvero il sapore di un premio (non sarà come sentire Momenti di Gloria, ma sai che io amo la buona cucina).
    Vedi, Cyrano? anche nel fondo c’è un po’ di teologia. La strada da percorrere non la decidi tu, è già lì segnata e tu non devi fare altro che seguirla. Ed è possibile a tutti, anche alle schiappe come me che hanno una fifa nera del baricentro eccentrico….

    1. nonpuoiessereserio

      Giuly, come ti capisco. La mia prima discesa sugli sci è stata in Plan de Corones, tutti i miei amici sapevano sciare tranne me. Mi hanno fatto salire su uno skilift su una pista nera ovviamente.
      Non appena riesco a divincolarmi dall’arnese mi trovo davanti un vecchio romano e sotto di lui un muro bianco verticale. Ho falciato il vecchio cadendo e siamo scivolati entrambi lungo questo muro. Ho proseguito a pancia in giù fino a metà pista dove c’era il noto rifugio “Uccio piccio pré” (mi pare si chiamasse così). Ho mangiato goulasch, polenta e strudel + caffè e punch. Poi sono uscito, ho guardato l’altro pezzo di pista sotto e mi sono sdraiato a pancia in giù fino a valle. Mi sono anche divertito. Nel corso della giornata poi ho anche imparato a sciare. Il fondo è bellissimo, sottoscrivo. Si fatica nel silenzio. Mi piace andare in mezzo ai boschi. E alla fine tagliatelle al capriolo. Se proprio devo trovare una metafora cristiana posso dire che il capriolo è il mio paradiso.

      1. Grande Luigi!
        ma poi non ho mai capito una cosa: esistono gli impianti di risalita, ok, ma dovrebbero fare anche gli impianti di discesa, almeno per evitare che gli imbamboliti come me si facciano il culo di cuoio a forza di scivolare per centinaia di metri verso valle (tra lo sfottò dei pischelli… che umiliazione!)

    2. 61Angeloextralarge

      Giuly! Smack anche a te! 😀
      Io non ho fifa per me… ho fifa di causare una valanga! Con gli sci soltanto però! Per il resto ho una faccia tosta incredibile. Dovrei vergognarmi! Me lo dico da sola ma non ci riesco proprio, forse perché ho collezionato tante di quelle figuracce che ormai la mia faccia è irrimediabilmente persa e me ne rendo conto benissimo. 😉

  5. vale

    vabbè,siccome le previsioni ridanno temperature più dignitose e sole,venerdì vado a lavorare in macchina,a mezzodì parto,passo in prov. di bz a pigliare gli sci da mia mamma e me ne vo a Carezza e a farmi i 4passi. grappe alla pera e spatzli (con la dieresi,lo so..) inclusi ( ed incluso del fuoripista. ma essendo mezzo crucchen son sugli sci da quando avevo 3 anni….). e se becco qualche teologo che si burla dei dogmi chiamo aiuto…(perché se ridico ke metto mano alla p. qualcuno poi pensa che lo farei davvero…)

    1. DaniCor

      Vale, domenica parto anch’io, Dio volendo. Ma vista la mancanza di allenamento, i quattro passi lo lascieremo stare!!!

      1. vale

        beh,ma guarda che anch’io mi alleno poco ultimamente. mi alleno di più nei rifugi,su uno sdraio al sole,dall’una in poi…..

  6. 61Angeloextralarge

    Cyrano, bellissimo post! Ho riso tantissimo per quel che riguarda lo sciare! 😀
    Poi, per quel che riguarda la parabola, cercherò oggi di inquadrarmi bene e capire a quale categoria di sciatori appartengo, se ne faccio parte.

  7. Alberto Conti

    Si ma anche il più misero fuoripista devi prima provarlo con qualcuno che l’ha già fatto, che è più esperto, che conosce i passaggi e te li insegna affinchè la volta dopo tu possa farlo da solo. C’è sempre bisogno di Qualcuno di più grande che passi prima di te: per aprire una nuova pista (anche in salita, in arrampicata) ci vuole tantissimo tempo ed esperienza, buttarsi giù da un dirupo non battuto senza conoscerlo è follia non Fede.

    PS: fuoripista sono imbranatissimo 😉

  8. DaniCor

    Carissima Giuli,
    Consolati, una brasiliana sugli sci è un po’ come la nazionale giamaicana di bob!!!!
    Ma io mi butto perché abbiamo una bella compagnia!

  9. Adriano

    Cyrano

    Permetti un appunto: non è corretto dire che sugli sci si deve sempre tenere il peso in avanti per avere equilibrio.

    Basta vedere gli scialpinisti che ammiri tanto, i quali tendono a stare indietro, a volte quasi seduti, per evitare di impuntarsi nella neve fresca; ma anche con attrezzatura standard e in pista, il peso indietro (e addirittura l’accucciarsi) non solo è possibile ma in alcuni casi (es. falsipiani) permette di viaggiare più velocemente, diminuendo la superficie d’attrito degli sci. Provare per credere!

    Per quanto riguarda la gioia dello sci di fondo, ti assicuro che esiste, e può essere compresa se si pensa che quegli sciatori hanno maggiore libertà, visto che il tallone non è attaccato allo sci. Ti consiglio vivamente di provarci (insistendo anche un po’) e vedrai che è proprio quella libertà (di movimento, ma non solo) a rendere tutto così speciale… E lo sci di fondo non è l’unico sport da neve con queste caratteristiche… 🙂

    Buona settimana bianca (spero sia solo rimandata)

  10. Buon giorno ragazzi, scusate ma tra i problemi tecnici di un’inverno da incubo non arrivava più neanche la mia connessione.
    Tranquillo Cyrano, se vinco una settimana sugli sci mi dai l’indirizzo e te la spedisco, poiché a quanto pare sono tra i pochi che non ci andrebbero mai, neanche morta.
    Io odio l’inverno il buio, il freddo e il rischio di fratturarmi una gamba.
    Sto benone con 40° all’ombra anche in città.
    Al massimo una crociera o una vacanza ai caraibi, ma niente neve per carità.
    Quanto alla fiducia, trovo che vada guadagnata, non mi fido affatto di molta gente. Quelli dei quali mi fido sono le stesse tre persone da una vita e per validissimi motivi ( mi sono stati sempre accanto anche nei momenti più neri ).
    Quanto al Magistero, scusatemi ma mi fido solo di quello che ha detto Gesù, non dei papi, che in fondo erano solo comuni esseri umani, quindi decisamente non infallibili. Non basta proclamare di esserlo per sistemare le cose.

    1. ma che ha detto Gesù? Di che fonti parliamo? Chi li ha scritti i Vangeli, che peraltro si contraddicono su cose non di poco conto? Chi li ha scelti? Chi li ha tramandati? Dove sta questa millantata differenza tra l’autorità di Gesù e quella della Chiesa? L’autorità della Scrittura è certamente maggiore di quella della Chiesa, ma si basa su di essa: la Bibbia è credibile perché la Chiesa è la viva testimone della Risurrezione. Sennò, leggi altro.

    1. 61Angeloextralarge

      Paperella, ben tornata!
      Niente esecuzione per ora! Poi si vedrà! Ma non andarla a cercare… 😀
      Se ti fidi solo di quello che ha detto Gesù dovresti fidarti anche di quello che dice il Magistero, e del Papa visto che è stato Gesù stesso ad investire Pietro (ed i suoi successori) di quella croce in terra che è l’essere Papa.
      “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. (Mt 16, 17-19)
      Proviamo a rifletterci un poco:
      “né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”, quindi non è stato Pietro a parlare di testa sua, ma guidato dal Padre!
      “tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”, quindi quello che il Papa “definisce” e “stabilisce” è come se lo “defiisse” e “stabilisse” Gesù stesso. Quanta fiducia ha riposto Gesù in Pietro e nei suoi successori! Se sifida Gesù, perché non debbo fidarmi io? Chi sono per poter giudicare inaffidabile un Papa ed il Magistero? Nessuno!

      L’errore che facciamo in molti è quello di credere che il Papa sia uno che comanda e soprattutto che lo fa a seconda dell’umore con il quale si è alzato la mattina. Poveretti noi se così fosse: ti immagini quando non digerisce bene cosa potrebbe fare?
      L’errore che facciamo in molti è quello di credere che la Chiesa ci imponga solo una serie di divieti, vecchi come il cucco e quindi da “emancipare” ed “evolvere”, ovviamente a favore delle nostre idee libertine.

  11. vale

    x Cyrano
    la penultima risposta della paperella -sola sciptura,vagamente luterana- è un po’ come uno che vuol sciare senza aver mai preso un maestro che le insegni(non parliamo poi,di addentrarsi tra i paletti a limar centesimi o a fare del fuori pista…)

  12. paperella… ci sei mancata!
    ti fidi solo di quello che dice Gesù? bene, allora riprendi in mano il Vangelo di Matteo capitolo 16 “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa….”. Lo conosci questo libretto? o vai per sentito dire? perchè molti dicono di fidarsi di Cristo, ma la loro versione è quella favoletta del “siate buoni e vogliatevi bene” che va per la maggiore. Se la Chiesa, coi suoi Pontefici e i Sacramenti, ha la assurda pretesa di essere la prosecuzione di Cristo nella storia direi che vale la pena provare a vedere se è vero, standoci dentro.

    1. 61Angeloextralarge

      Giuly, mentre scrivevo il mio commento, il tuo stava partendo, ma vedo con piacere che siamo in sintonia. Smack! 😀

  13. angelina

    La fede non è, dunque, soltanto un incontro faccia a faccia con Dio e con Cristo: è anche quel contatto che apre all’uomo la comunione con coloro ai quali Dio stesso si è comunicato. Questa comunione – possiamo aggiungere – è dono dello Spirito, che getta per noi un ponte verso il Padre e il Figlio. La fede non è, dunque, solo un “io” e un “tu”, essa è anche un “noi”. In questo “noi” vive il memoriale che ci fa ritrovare quanto abbiamo dimenticato: Dio e Colui che Egli ha Inviato.

    Per dirla in altri termini, non vi è fede senza Chiesa. Henri de Lubac ha dimostrato che l’”io” della confessione di fede cristiana non è l’”io” isolato dell’individuo, ma l’”io” collettivo della Chiesa.

    Quando io dico: “Credo”, significa che supero le frontiere della mia soggettività per integrarmi nell’”io” della Chiesa e, nello stesso tempo, mi integro nel suo sapere, che oltrepassa i limiti del tempo. L’atto di fede è sempre un atto con il quale si entra nella comunione di un tutto. È un atto di comunione con il quale ci si lascia integrare nella comunione dei testimoni, tanto che, attraverso loro, tocchiamo l’intoccabile, udiamo l’inaudibile, vediamo l’invisibile.

    Il cardinale de Lubac ha dimostrato anche che noi non crediamo nella Chiesa allo stesso modo con il quale crediamo in Dio, ma che la nostra fede è fondamentalmente un atto compiuto con tutta la Chiesa.

    Dunque, tutte le volte che si pensa di potere trascurare anche solo un poco, nella catechesi, la fede della Chiesa, con il pretesto di attingere alla Scrittura una conoscenza più diretta e più precisa, si penetra nel campo dell’astrazione. Allora, infatti, non si pensa più, non si vive più, non si parla più in ragione di una certezza che oltrepassa le possibilità dell’io individuale e che si fonda su una memoria ancorata alle basi della fede e derivante da essa; non si parla più in virtù di una facoltà che oltrepassa i poteri dell’individuo; al contrario, ci si butta in quell’altra sorta di fede che è solo opinione, più o meno fondata, su quanto non si è in grado di conoscere. (J. Ratzinger, Transmission de la Foi et sources de la Foi)

  14. Grazie ragazzi per il ben tornata. La questione del papa potrà essere stata vera per Pietro ( con nomina diretta ), ma su i successori sono un pò perplessa, soprattutto per via del fatto che per secoli i papi erano semplicemente membri di famiglie potenti, che facevano a gara per metterci un loro parente o per ” piazzare ” qualche vescovo.

  15. insomma se il papa dicesse che per essere cristiani bisogna buttarsi da un burrone io ” credo
    ” che mi metterei seduta sul ciglio per guardare chi lo fa.

    1. 61Angeloextralarge

      Tranquilla! Non saresti la sola a farlo. Credo che prima di tutto dovremmo pregare di più per il Papa, per i Cardinale, per i Vescovi, etc. se li lasciamo soli, soprattutto se li lasciamo senza la nostra preghiera, è più facile che venga fuori il lato umano di quello spirituale. Comunque, se il Papa mi parla di calcio, rimango tifosa dell’Inter anche se lui mi dice che l’Inter fa schifo. Invece se mi parla di cose spirituali, gli presto fiducia. Questo tanto per dirti di nuovo che non saresti sola sul ciglio del burrone. 😉

    2. facciamo un patto: tu fidati del Papa (e del Magistero in generale) con me, e comincia a diffidare quando ti dirà di buttarti da un burrone. Da quel giorno diffiderò io con te. Ci stai?

  16. Chiara

    @ babyduckling
    In molta semplicità: ma tu capisci sempre quello che c’è scritto nel Vangelo? io onestamente no, ho bisogno di qualcuno che mi spieghi, mi indirizzi e non mi consenta di sbalestrare. Se poi questo qualcuno, come il Papa ha alle sue spalle duemila anni di predecessori, allora forse devo ammettere che è più facile fidarsi di loro che di me, che – per dirla alla Cyrano – non sono proprio un granchè tra i paletti della teologia!

    @ Cyrano: Tutt’altra cosa per la montagna che amo sempre e in qualsiasi stagione, inverno, estate, autunno e primavera.
    La gioia, il senso di gratitudine a Dio per tanta magnificenza me la da solo la vetta e l’osservazione di ogni piccolo particolare dalle rocce, ai fiori, agli animali. Ogni fatica è appagata dalla vista e dalla gioia dei miei figli quando arrivano alla croce che è posta quasi su ogni cima (chissà perchè….)
    E allora viva lo sci, lo sci di fondo, lo sci alpinismo, ma anche le ciaspole (racchette da neve) che nel silenzio del bosco innevato facilitano preghiere di lode e ringraziamento!
    …e pensare che vivo sul mare!!!

    1. Anche le altre religioni hanno alle spalle millenni, qualcuna anche più della nostra, ma questo non significa che tu ci credi. L’uomo ha sempre bisogno di farsi guidare, per questo a mio parere la fede deve essere moderata dalla ragione ma anche il contrario. Possiamo credere quanto vogliamo e seguire l’esempio, ma come ci capita anche con i nostri genitori, se ci ragioniamo sopra non è che non vediamo quando sbagliano, ogni tanto glielo diciamo anche.
      Ecco, dovrebbe essere un rapporto equo, non tu lo dici e dato che sei papa io ti credo.

    1. 61Angeloextralarge

      Maria, quando l’Angelo le portò l’annuncio che sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio, rispose: “Com’è possibile? Non conosco uomo”, che comunque non vuol dire: “Spiegami tutto dalla a alla zeta e fammi vedere bene per riga e per segno..

        1. 61Angeloextralarge

          Ok! L’Angelo era l’Angelo, ma il vecchio Simeone era un uomo! Smack! 😀
          Se proprio vuoi “provarci” leggi Fides et ratio di Giovanni Paolo II (tanto per iniziare) e ti risponderà molto bene sul rapporto necessario, appunto, tra la fede e la ragione.
          Ueh! Paperella! Non è che per partito preso sei di quelle che non leggono i documenti del Magistero, no? Mi deluderesti moooolto. Mai giudicare senza aver prima verificato. 😛

          1. Non temere, leggo di tutto, mamma dice anche troppo, dato che dovrò montare la 16° mensola per i libri. Comunque fà piacere essere in buona compagnia sul ciglio del burrone! un’altro bacio!

    1. 61Angeloextralarge

      Ci sta tutta, ma Tommaso che voleva, non vedere ma toccare (se non metto il dito della mia mano…) per credere, alla fine ha creduto SENZA METTERE IL DITO NELLA PIAGA. Un salto di qualità non indifferente, no? 😀 😀 😀

        1. 61Angeloextralarge

          Bravaaa! Hai usato il termine esatto. Aver fede è anche un atto di coraggio, perché ci si “butta” in qualcosa, ops!!! in Qualcuno, che non tocchiamo con mano nel senso tattile e non ci offre riscontri concreti. lo tocchiamo e lo vediamo con i “sensi della fede” perché la fede è un dono spirituale, non è un piatto di tortellini o di lasagne (e se te lo dico ioooooo). 😉

  17. Bello il parallelo porte/dogmi… e mi trovo d’accordo sulle considerazioni che fai su “certi” teologi (“vi sono teologi atei”, diceva il diacono che teneva il corso per fidanzati che io e mia moglie abbiamo frequentato in preparazione al matrimonio…). Si può dire che allo slalom preferiscono il chilometro lanciato? Dritto, senza curve, dove si raggiungono velocità molto più alte e quindi più elettrizzante, ma dalle conseguenze più gravi in caso di caduta…

  18. Erika

    Una delle gioie dell’età adulta, per me, è stata scegliere di non andare più a sciare. 😉
    Dai vent’anni in poi non ho più praticato sport, a parte le arti marziali, ma credo che la metafora possa funzionare lo stesso.
    Non imparerai mai il karate, o il ju jitsu,o l’aikido, se non ti fidi degli insegnamenti di chi ti ha preceduto, se non accetti di ripetere lo stesso gesto, apparentemente senza scopo, centinaia e centinaia di volte.
    Oppure, peggio ancora, imparerai male, rischiando così di fare del male a te stesso e ai compagni con cui ti alleni.
    L’unico atto “indipendente” che fa l’allievo, prima di abbandonarsi con totale umiltà e disposizione a imparare, è scegliere il maestro.
    Ma non è cosa di poco conto. Se scegli il maestro sbagliato, ore e ore di allenamento saranno sprecate, spesso addirittura nocive.
    Quindi per me la vera domanda è: da cosa nasce quell’atto di totale, incondizionata fiducia nel maestro?

    1. “Da cosa nasce…?”

      E qui siamo nel mistero cara Erika, perché il Maestro in realtà non siamo noi che ce lo scegliamo, ma è Lui che sceglie noi, chiedi a chi vuoi dei tuoi amici cristiani e da tutti avrai la stessa risposta, perché la fede è Grazia, cioè “data gratis”, è un dono immeritato e tutti, ma proprio tutti noi sappiamo bene che non abbiamo scelto di essere cristiani, ma in fin dei conti siamo stati scelti.
      Così la domanda diventa: perché io si e quell’altro no? Perché io ho avuto l’assurda ed immeritata fortuna di essere stato attirato da una perla della sua collana (aka quel prete o quel catechista o nel mio caso la tipa che tampinavo a diciott’anni)?
      Non ho la pretesa di essere nella mente di Dio per interpretare le sue scelte e so anche bene che tanti sono stati chiamati e han fatto spallucce o si son girati dall’altra parte, però intanto il fatto resta, è Lui che ha scelto me e a me resta solo di ripagarlo per tanto amore e tanta fiducia cercando a mia volta di essere quella perla per tanti altri.

  19. nonpuoiessereserio

    @61angeloextralarge – se qui vi fossero solo interisti ti assicuro (giurin giurella) che non ci sarei mai venuto. Dopo farsopoli non li reggo più

    1. 61Angeloextralarge

      nonpuoiessereserio. non reggi più nemmeno me? Sigh, sigh! 🙁
      Non so per che squadra tifi ma mi sa che siamo tutti sulla stessa barca anche perché la partita sporca non la gioca solo una delle due squadre.
      Sono interista di vecchia data, anche se negli ultimi 15 anni non seguo più il calcio. I primi amori non si dimenticano, giusto? 😀

  20. non sono brava a sciare, mi sono decisa qualche anno fa a mettere gli sci perchè certi panorami li puoi godere solo con quelli ai piedi, quindi non ho tecnica, culo basso cercando semplicemente di non cadere o di cadere senza farmi troppo male, e non raramente mi faccio qualche pista seduta per terra perchè, oltretutto, soffro di vertigini.
    Quindi devo ammettere che del post del nasone stavolta io non c’ho capito un tubo 🙂
    Bye!

    1. Bhe, ma se sai andare in bici non è molto diverso (almeno per quanto riguarda l’equilibrio eccentrico), o anche a cavallo, Chesterton usava la medesima metafora applicandola al cavalcare.

  21. @ babyduckling 13 febbraio 2012 alle 11:20
    “Quanto al Magistero, scusatemi ma mi fido solo di quello che ha detto Gesù, non dei papi, che in fondo erano solo comuni esseri umani, quindi decisamente non infallibili. Non basta proclamare di esserlo per sistemare le cose.”

    Già hanno risposto in molti. Io aggiungo solo un esempio di cristiano (Dante) e una domanda (mia).

    Dante, se ti ricordi, è colui che afferma che Papa Bonifacio VIII – regnante nell’anno 1300 in cui D. viaggia nell’Aldilà – ha già pronto il posto all’inferno, girone dei simoniaci («Se’ tu già costì ritto, / se’ tu già costì ritto, Bonifazio?» Inferno, XIX).
    Eppure, Dante non ha dubbi: quando quello stesso Bonifacio viene oltraggiato ad Anagni, a essere oltraggiato in lui è Cristo in terra (per citare santa Caterina da Siena)

    «veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
    e nel vicario suo Cristo esser catto.
    Veggiolo un’altra volta esser deriso;
    veggio rinovellar l’aceto e ‘l fele,
    e tra vivi ladroni esser anciso.» (Purgatorio, XX, 85-89)

    E a dire il vero, se tu sapessi come si comportò Bonifacio dopo Anagni e come agì la gente nei suoi confronti (ci sono cronache coeve che lo raccontano) forse ti verrebbe qualche dubbio che il posto all’inferno sia stato davvero occupato.
    Considerazione che mi porta alla domanda: ma tu sei proprio sicura, ci puoi mettere la mano sul fuoco che tutto quello che ti hanno raccontato sui ‘papi-canaglia’, da Lutero a Dan Brown, sia oro colato? Ho qualche esperienza nel settore ricerca storica e ti posso assicurare che tra quello che “tutti sanno” e quello che “è successo per davvero” ce ne corre, e parecchio.

      1. «Un contadino sassone fu papa, in Adriano VI. Il figlio di un carpentiere, in Gregorio VII […] In quel dispregiato medioevo si poteva arrivare al posto più alto di tutti, semplicemente grazie alla cultura.» (T.H. White, The candle in the wind)
        E si potrebbe continuare con un ex guardiano di maiali in Sisto V. Le cose sono molto meno bianche e nere di come le raccontano i vari rivenditori di frottole che vanno tanto di moda.

        1. Giustissimo, perché Santa Romana Chiesa, checché se ne dica, è sempre stata molto meritocratica, o aghiocratica. Basta leggere la ‘Storia dei Papi’ di von Pastor

  22. Penso che il dogma dell’infallibilità del papa sia un modo come un altro (a parte l’investitrura divina su cui si potrebbe discutere come su tutto il Vangelo) per tenere in piedi la baracca della Chiesa, e in quanto tale riuscire utile per il mantenimento della “vera” tradzione. Come noi cittadini dello Stato, cosiddetto, di diritto ci siamo inventati la democrazia e i parlamenti e le votazioni eccetra, così altri tengono saldi i loro principi attraverso differenti istituti. Non c’è tanto da scandalizzarsi. Potrebbe, mettiamo, venire stabilito che dovessero, i dogmi in materia di fede, provenire da concistori o combriccole di cardinali che si accordassero sulle varie questioni. Basterebbe funzionasse, che ci fosse un punto fermo

    Quella ci ha du’ cojoni così, lo so, è forte di suo, ma abbiate lo stesso riguardo per l’anatroccolina pennilucente e la sua gaja scienza!!!

    1. non è scienza, la sua, lo sai: è sì e no un’infarinatura di Focus e Newton. In quanto tale si può dire ancor meno “gaia” che scienza.
      Quanto al Primato Petrino (cui il Magistero non si restringe e non si limita), le questioni sono troppo più intricate di come si possa dire qui, e in certa misura hai detto il vero anche tu: basta mettersi d’accordo. Il fatto curioso è che si sia universalmente riconosciuto il bisogno di mettersi d’accordo pur vivendo tutti disseminati sull’intera ecumene… come vedi è lo Stato, semmai, a essere l’analogato secondo (e ne risulta pallidino, al confronto).
      Se bisogna andare avanti a colpi di semplificazione, abbi pazienza, è più vicina al vero la semplificazione di un bel Tu es Petrus di Palestrina (o di chi ti pare, se preferisci altri).

  23. Laura C.

    Cyrano, sei un mito! Adoro sciare e abito a mezz’ora di macchina da piste meravigliose… Quest’anno ho fatto “la” pazzia: scii nuovi! Corti, morbidi, leggeri ma con una tenuta perfetta… Condivido le tue riflessioni sullo sci e aggiungo che quando stai lì, a 2.700 m d’altezza, sulla cima di una montagna, puoi contemplare un paesaggio talmente meraviglioso che devi per forza ringraziare Dio per averlo creato… Ma chi sta giù in valle, non sa nemmeno che cosa si perde… Un unico rammarico: scio meglio di quanto non riesca a vivere cristianamente…

  24. curiosa sta vicenda del sola scriptura, mi fido di quello che ha detto Gesù ma non della chiesa.
    Già perché sarebbe interessante capire come la parola di Gesù è arrivata fino a noi, come è stata scelta, selezionata, conservata, tramandata se non attraverso la Chiesa e chi l’ha gestita.
    Per cui mi colpisce questa faccenda perché mi pare più che si configuri, come diceva un sacerdote ad un recente incontro, come il supermarket della religione: questo lo metto nel carrello, questo no. Così quando una frase mi piace la prendo, quando non mi piace è interpolata o fraintesa. E poi mi raccomando solo ciò che ha detto Gesù, perché se lo dice san Paolo o san Pietro o san Giovanni allora non va bene….
    Mi sembra, come dire, una sorta di sconto che ci facciamo per alla fine far tornare il vero con la nostra vita, che è la sola a determinare i valori in un processo al contrario: non lo sforzo di vivere i valori, ma la forzatura di scrivere dei valori che giustificano la nostra vita.

    1. Paolo lo hai ammesso anche tu ” Già perché sarebbe interessante capire come la parola di Gesù è arrivata fino a noi, come è stata scelta, selezionata, conservata, tramandata se non attraverso la Chiesa e chi l’ha gestita.” In duemila anni di trascrizione, selezione e scelte, basta spostare un particolare per cambiare il senso di una frase. Sei sicuro che la Chiesa abbia conservato tutto com’era e non abbia interferito nel tramandare le cose? Non si tratta del supermercato, si tratta di non accettare tutto con il paraocchi solo perché lo dice un papa, la cui infallibilità è stata sintetizzata meglio sopra da alvise di quanto mai riuscirò a fare io.

      1. forse studiare ti aiuterebbe a capire perché siamo convinti così in tanti che quello che dice la Chiesa è quello che chiede Gesù. Forse perché c’è bisogno di fidarsi di qualcuno e lì dentro c’è gente affidabile.
        Forse perché i miracoli confermano le affermazioni.
        Forse perché c’è così tanta logica da essere evidente in sé.
        Ma a maggior ragione se scrivi che tutto potrebbe essere il contrario di tutto, come fai ad affermare che ti fidi della parole di Gesù e non della Chiesa?
        Dov’è il paraocchi? Nella fiducia in una istituzione che esiste ed è coerente da 2000 anni
        o in quello che si vuole che sia per sentirsi a posto?
        Questo faccio fatica a capirlo.

          1. 61Angeloextralarge

            Paperella! Ma chi te l’ha detto che noi consideriamo il Papa un dio? Il Papa parla a nome di Dio: è molto diverso. tantomelo pensa lui di essere un dio, cosa che invece il faraone proclamava! Smack!
            ops! Avevi chiesto a Paolo se ci crede e ti ho risposto io! Va beh! intanto ti ho detto la mia… 😀

          2. le patate cuociono meglio lesse o al forno? Io preferisco il gelato all’amarena.
            Questi due commenti non mostrano il mio grado di stanchezza o di follia, ma sono una semplice equazione matematica, stanno al tuo commento come il tuo sta al mio precedente.
            Stiamo parlando di storia e trasmissione di testi scritti (a proposito allora magari Giulio Cesare non è mai esistito, dato che qualcuno avrebbe potuto interpolare, modificare, manipolare…) e sulla tua affermazione a-sillogica che siccome ho dei dubbi su che cosa mi stanno raccontando ora e che hanno trasmesso allora io credo solo alla parola di Gesù e non a quella della Chiesa.
            Il commento sul faraone creduto Dio è del tutto fuori senso.
            Iniziamo a partire dalla logica e dalla consequenzialità per cortesia.

            1. Giulio Cesare era una persona come le altre, per questo non ci è difficile credere alle testimonianze au di lui, Gesù è presentato come uomo-dio, cosa di cui nessuno di noi, dopo Cristo, ha mai avuto l’esperienza e quindi, credo si possa anche capire che c’è qualcuno che non ci crede. Va bene, allora non esiste neanche il neutrino, dicevi,o il neutrone, o il neurone, o Saturno, o la mela che casca in testa a Newton, o li Romani che costruirono il Colosseo bbello bbello…
              Per me non è la stessa cosa
              Se uno ha fede ha fede, ma no pretendere che anche quegl’altri ce l’abbiano.. E se non ce l’avessero potrebbero, l
              stesso essere persone per bene (o per male)

          1. JoeTurner

            non tanti ma TUTTI i papi erano solo esseri umani,
            ma non gli uomini ma lo Spirito Santo, che agisce attraverso gli uomini, che è infallibile (infatti l’infallibilità non è negli atti umani del Pontefice ma solo quando parla ex cathedra).
            Ma non so se lo Spirito Santo è previsto dalla tua personale religione….

            1. 61Angeloextralarge

              Dimenticato: “Tanti Papi erano solo esseri umani.” e cosa dovevavo essere se non esseri umani? E non “tanti” Papi, ma “tutti” i Papi: ESSERI UMANI, certo, ma GUIDATI DA DIO, e posti da Lui a custodire la Chiesa.

              Paperella del mio cuore, HAI DORMITO STANOTTE? O hai pensato solo a come ribattere ai commenti di questo post? Non ti offendere che mi dispiacerebbe, ma il dubbio mi è venuto. Smack! 😀

              1. 61Angeloextralarge

                Scusa, Joe! Ho il pc molto lento oggi, anzi è lenta la connessione e un commento arriva dopo un bel po’ che l’ho inviato, quindi non avevo letto la tua risposta! 😀
                Paperella sa benissimo la storia dello Spirito Santo e del Papa, visto che le è già stato detto.
                Paperella!!! Ritorni sugli stessi discorsi? A che serve? Credo che iin questo blog ci sia gente che i tuoi dubbi li ha già superati. Se a te restano che fare? Lasciati andare e apri ancora di più il tuo cuore all’evenienza che “forse” non hai ragione. Fidatiiiiii! Smack! 😀

  25. Cyrano:
    …ma mi concederai, almeno, che qui, come fuori di qui, per strada, siamo tutti uguali e tutti egualmente autorizzati alla comprensione e alla interpretazione e dei testi sacri e delle dottrine e delle encicliche e omelie papali e non papali e via discorrendo, e in quanto tutti egualmente partecipi, fraternamente, a averci idee proprio(e che altro potrebbero essere, o in accordo o in disaccordo con altri) anche partendo da dentro i testi e le parole magistrali, sulla religione, sulla morale, non è che uno di noi quando dice è così vuole dire che è così e finito, , non essendoci qui nessuno autorizzato
    a decidere, ma solo interpretazioni di interpretazioni di interpretazioni, nessuno, tra l’altro, avendo mai udito la parola di Cristo, che (come dice Paolo Pugni)dal vivo sarebbe stata molto più intellegibile che dallo scritto, e nemmeno paragonabile eventualmente a quella del suo vicario (cosiddetto) in terra. Tutti uguali, esserini uguali. O voi non siete “esserini”?

    1. esserinissimi, esserinucci, di infima portata. Proprio per questo resto stupito a vedere tanta sicumera in chi fa come se criticasse (la critica è un’altra cosa) costruzioni storiche e teoretiche plurisecolari.
      Tanto per dire una cosa anche alla paperella, se uno leggesse per esempio la Bellonci (o anche il più modesto Evangelista), invece di Brown, troverebbe pagine scritte da gente che di storia ne sa davvero, che la racconta così com’è andata (ché “le castagne” di Lucrezia e del Babbo non sono occultate), e che ciononostante non riesce a trattenersi dal portarsi la mano davanti alla bocca, per l’incantevole stupore di tutto quanto “subsistit in” quello che racconta.
      C’è poco da fare della gratuita ironia su papi e cardinali (chissà perché, poi, senza mai far nomi…): la Chiesa è una cosa immensamente grande, proprio mentre è terribilmente fragile, proprio come gli uomini tutti e ciascun uomo in particolare. Chi non dice queste due cose insieme – sempre insieme! – è un uccelletto che s’illude di volare tenendo un’ala legata alla schiena, e non dirà mai la verità sulla Chiesa. E neanche sull’uomo.

  26. Il fatto è che qui dentro tanti hanno preso (arbitrariamente, secondo me) a proclamare di volta in volta quale sia il vero senso della scrittura, della dottrina eccetra, facendo riferimento, anche riportando i testi, a parole che comunque sono sempre da essere intellegibili e interpretabili. Non è che in una discussione “normale” uno è autorizzato a tappare la bocca agli altri e amen. Potrà offenderli, dire che non capiscono nulla, ma non dire che è così e cosà senza lasciare replica ( non parlo di replica formale). In una discussione normale, alla quale io desiderassi ancora partecipare, non ci si può permettere di mettersi al di sopra degli altri.

    1. certo, Alvise, ma in una discussione normale non ci si può permettere di non ammettere che forse c’è chi su qualcosa è più qualificato di noi, e si continua lo stesso a parlare: la situazione irreale è quella della perfetta parità degli interlocutori (trovami un solo dialogo platonico in cui ci sia!). Detto questo, gli argomenti si espongono, ma se tu (non tu) vieni a incrociare la mia lama con la spada giocattolo comprata alle bancarelle della fiera non sto neanche a prender posizione. Prima Adriano m’ha detto che ci sono condizioni di sci che io non conosco, e in cui ciò che ho scritto non è vero. Fantastico, so una cosa di più, dov’è il problema? Che avresti detto, invece, se mi fossi impuntato a dire che è mia ferma opinione che le cose stiano altrimenti, anche contro i suoi argomenti, che sembravano comprovati da esperienza e scienza? Che sono un fatuo presuntuoso, e che non ho alcuna voglia di intavolare un vero dialogo. E avresti detto bene.
      Se uno ti dà prove e/o argomenti che le cose stanno (forse) diversamente da come pensi (qui si parlava di storia, non di senso della vita), perché non ti siedi, ascolti e impari? Non parlo di me, per carità, ma la freschezza ingenua di una paperella dovrebbe mettersi in ascolto della formazione robusta di una media-e-midia con molta più attenzione, umiltà e (direi anche) bramosia di quanto faccia.
      Chi è che non vuole/sa discutere?

  27. Fk

    Paperella lascia perde… Ti sei infilata in un discorso più grosso di te e i tuoi ragionamenti sono intrisi di luoghi comuni tra i più beceri! Con simpatia 😉
    Per Alvise invece non c’ è speranza… e il problema è che lui sa quello che dice!

  28. o non è vero che tutti i giorni (qui)c’è qualcuno o qualcosa contro cui sputazzare?
    O i gay, o gli uteri altrui, o le donne negre erruffate, o i libri, o i cinema, o i popoli, o le nazioni giapponesi,
    danesi, svizzere, anglicane, svedesi, le coppie non sposate, le scuole non omologate, i cristiani ritardati,
    i protestanti (perchè sono stati loro i primi a protestare, e senza ragione, anche, perché la Chiesa, coem insegna la storia, era tanto decorosa a quel tempo) o le femmiiste, o i filantropi, o i pacifisti, o Vasco Rossi, o Umberto Eco,
    bene Introvigne, bene Messori, bene Socci (non )sempre, bene padre Emidio, male don gallo, male i preti operai,
    male i preti “modernisti” populisti, comunisti….

  29. G

    Ringrazio tutti per le splendide catechesi che leggo ogni giorno in questo blog; post e commenti sono un materiale preziosissimo!

  30. 61Angeloextralarge

    Paperella e Alvise:

    “La Chiesa ha una immensa forza innovatrice che le deriva da Dio e non può essere scalfita da nessuna immondizia. Né interna, né esterna” (Card. Angelo Bagnasco)

  31. 61Angeloextralarge

    Paperella e Alvise:

    “Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo” (Mons. Fulton John Sheen, 1957)

    N.B.: notare l’anno! Quante accuse sono state fatte alla Chiesa? ‘Na marea! A torto e a ragione, ma la Chiesa è ancora viva e lo sarà sempre perché non è nostra ma di Dio. Noi ne siamo parte… la parte umana.

  32. 61Angeloextralarge

    Paperella e Alvise:

    “Dio vuole che gli uomini si accorgano che non sono essi che conducono la storia. Egli sceglie persone che aderiscano al suo progetto. Per questo sceglie donne sterili per dare loro una discendenza numerosa quanto le stelle, sceglie una vergine per dare una madre al suo Figlio, sceglie un disabile balbuziente per liberare il suo popolo. Dio non sa che farsene dei superbi. Per questo ha scelto come apostoli una banda di persone fallimentari. Chi manda avanti la Chiesa non è né il sapiente, né l’intelligente, ma uomini disponibili al Suo Amore. Puoi esserlo anche tu” (don Oreste Benzi, da Pane quotidiano)

  33. 61Angeloextralarge

    Stavolta non riscrivo “P…. e A….”: non ce l’ho con voi! Smack!

    “Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto al mondo di più oscurantista, più compresso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello. Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porte della mia anima, quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure. No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo. Sono abbastanza vecchio per capire che non sono migliore degli altri. L’altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: “Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi, non è più credibile”. Mi fa pena! O è un sentimentale che non ha esperienza, e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri. Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra…
    …La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Forse che la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma? Quando Paolo arrivò a Gerusalemme portando nel cuore la sua sete di universalità, forse che i discorsi di Giacomo sul prepuzio da tagliare o la debolezza di Pietro che si attardava con i ricchi di allora e che dava lo scandalo di pranzare solo con i puri, poterono dargli dei dubbi sulla veridicità della Chiesa, che Cristo aveva fondato fresca fresca, e fargli venire la voglia di andarne a fondare un’altra ad Antiochia o a Tarso? Forse che a Santa Caterina da Siena, vedendo il Papa che faceva una sporca politica contro la sua città, poteva saltare in capo l’idea di andare sulle colline senesi, trasparenti come il cielo, e fare un’altra Chiesa più trasparente di quella di Roma cosi spessa, così piena di peccati e così politicante?…
    …La Chiesa ha il potere di darmi la santità ed è fatta tutta quanta, dal primo all’ultimo, di soli peccatori, e che peccatori! Ha la fede onnipotente e invincibile di rinnovare il Mistero Eucaristico, ed è composta di uomini deboli che brancolano nel buio e che si battono ogni giorno contro la tentazione di perdere la fede. Porta un messaggio di pura trasparenza ed è incarnata in una pasta sporca, come è sporco il mondo. Parla della dolcezza dei Maestro, della sua non-violenza, e nella storia ha mandato eserciti a sbudellare infedeli e torturare eresiarchi. Trasmette un messaggio di evangelica povertà, e non fa’ che cercare denaro e alleanze con i potenti. Coloro che sognano cose diverse da questa realtà non fanno che perdere tempo e ricominciare sempre da capo. E in più dimostrano di non aver capito l’uomo. Perché quello è l’uomo, proprio come lo vede visibile la Chiesa, nella sua cattiveria e nello stesso tempo nel suo coraggio invincibile che la fede in Cristo gli ha dato e la carità dei Cristo gli fa vivere. Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo Papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità. No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una roccia così debole, perché ne fonderei un’altra su una pietra ancora più debole che sono io…
    …E se le minacce sono così numerose e la violenza del castigo così grande, più numerose sono le parole d’amore e più grande è la sua misericordia. Direi proprio, pensando alla Chiesa e alla mia povera anima, che Dio è più grande della nostra debolezza. E poi cosa contano le pietre? Ciò che conta è la promessa di Cristo, ciò che conta è il cemento che unisce le pietre, che è lo Spirito Santo. Solo lo Spirito Santo è capace di fare la Chiesa con delle pietre mai tagliate come siamo noi!…
    …E il mistero sta qui. Questo impasto di bene e di male, di grandezza e di miseria, di santità e di peccato che è la Chiesa, in fondo sono io…
    …Ma poi c’è ancora un’altra cosa che forse è più bella. Lo Spirito Santo, che è l’Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri. Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo, il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice. È come se il male non avesse potuto toccare la profondità più intima dell’uomo. È come se l’Amore avesse impedito di lasciar imputridire l’anima lontana dall’amore…” (fratel Carlo Carretto)

  34. Gabriele

    OT di fine giornata:
    Quando era vescovo Wojtyla amava sciare sulle montagne polacche. Un giorno un giornalista vendendolo sciare gli chiese se era normale che un vescovo calzasse gli scii “Certo” rispose il futuro Papa, “Metà dell’episcopato polacco lo fa!” (a quei tempi in Polonia i vescovi erano due…).

      1. angelina

        Nel gregge, pecore nell’ovile
        Fuori del gregge, pecore smarrite, perse nel buio, prigioniere nel dirupo, incastrate tra i rovi: il pastore lascia tutte le altre anche per una sola pecora smarrita, rischia la vita per lei, e quando la ritrova se la mette sulle spalle, la riporta a casa e gioisce con i vicini per averla di nuovo con sè.
        Mica dice alla pecora “guarda come sei ridotta”, o “te l’avevo detto”, o “adesso dovrai pagare pegno, ..” E’ FELICE di averla ritrovata, punto.
        I lupi sono altri, stronzi e idioti non ne conosco. Tutt’al più sordi….

  35. 61Angeloextralarge

    Mi è appena arrivata questa richiesta, fuori tema ma importante:

    Zaccary è un bambino che non ha ancora 2 anni e ha passato più tempo negli ospedali che a casa, subendo vari interventi. Ora è di nuovo all’ospedale. Li e i suoi genitori hanno bisogno di aiuto per affrontare questa nuova emergenza.

    Grazie a quanti di voi si uniranno alla preghiera!

      1. 61Angeloextralarge

        Grazie, angelina! Filippo non ce lo dimentichiamo di sicuro! E c’è anche la piccola Sara. Il cuore di Dio è tanto grande che ha posto per tutti.

  36. angelina

    La sapienza è radiosa e indefettibile,
    facilmente è contemplata da chi l’ama
    e trovata da chiunque la ricerca.
    Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano.
    Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà,
    la troverà seduta alla sua porta.

    Suo principio assai sincero è il desiderio d’istruzione;
    la cura dell’istruzione è amore

    Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
    ho cercato di prendermela come sposa,
    mi sono innamorato della sua bellezza.

  37. scriteriato:
    “La sua tesi (del Pastor)fu sempre che le pecche del Papato riflettevano semplicemente difetti comuni delle varie epoche.” Direttamente da Wikipedia, ma corretto. A ogni modo la sua monumentale Storia dei Papi non può definirsi certamente un’opera “critica”. Che tanti vicari di Cristo siano stati a capo di una associazione di simoniaci non mi sembra tanto da vicari di Cristo, per parlare solo di questo.

        1. Non “controbatto2 nessuno, del resto che dovrei fare, scrivere io un’altra Storia dei Papi?
          E poi, mica esiste solo il Pastor. O è un dogma anche lui?

  38. Pingback: Pregare fuoripista | La fontana del villaggio

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