di Leone Magno
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l’impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, «e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo» (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque «l’uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.
————————————————————————————-
Appuntamento al prossimo post martedì 27 dicemnbre.
Buon santo Stefano a tutti.
Che bello…che meraviglia…ogni volta è una nuova meraviglia!
Buon Natale del Signore a tutti noi
Pure a te Anna da parte mia!
Belle e profonde, dirette e semplici le parole di Leone Magno.
Un Inno al Signore nato per la Nuova Luce del Mondo.
Vengo da una meravigliosa S.Messa Solenne Cantata iniziata alle 23.30 e finita all’una. Il mio piccolo Cosimo ha fatto il chirichetto col cerimoniere mentre il nostro Sacerdote Celebrava (ed ha vinto orgoglioso la sua battaglia con morfeo).
Abbiamo fatto molti canti . All’annunzio liturgico della nascita del Salvatore tutti i campanelli hanno suonato per minuti, erano in 7 e con tipi tutti diversi ed è stato sorprendente….emozionanante.
Si sentiva uno spirito d’accoglienza, d’affetto per quel Santo Bambinetto che poi abbiamo baciato tutti in ginocchio in fila alla balaustra mentre il Sacerdote procedeva da destra verso sinstra. Segni antichi che fanno bene al cuore. Mi sentivo abbandonato, sereno e sorridente, mia moglie commossa mi ha chiesto il fazzoletto.
Fratelli è vera, e va vissuta fino in fondo la riflessione di oggi (nel profondo dell’anima e della carne).
Dobbiamo esultare e rallegrarci, questo giorno taglia in due il tempo, la storia, l’eternità.
Prima di Lui e dopo.
E dopo, nulla è più come prima, l’uomo vecchio muore ed il nuovo, partecipe della natura divina non può tornare all’abiezione, alle tenebre (quante volte magari depressi e scoraggiati bisognerebbe ripeterci queste Parole di Luce e coraggio del vivere in Lui).
Non possaimo sottometterci alla schiavitù del principe del mondo, il demonio. Siamo riscattati dal Suo Preziosissimo Sangue versato per noi e per i nostri peccati e questo l’abbiamo scolpito nel cuore anche se non lo vogliamo ammettere o non lo sappiamo.
Lui nasce lo stesso per ciascuno di noi, lui muore lo stesso per ciascuno di noi.
In Xto Rege , Domine vobiscum.
continuo a scusarmi con te caro Umberto, i tuoi commenti devo andarli a ripescare nello spam e ancora non riesco a capire come questo possa succedere, abbi pazienza, mi dispiace.
Di questo passo mi convincerò che dal mio “nulla” può uscire solo spazzatura!!
Il 27 martedi è lavorativo e forse sarebbe in caso di esaminare la cosa tecnicamente, in azienda ho persone che come competenza hanno la delega a seguire la parte software. Se mi raggiungi allo 0586 27333 (centralino), oppure 0586 273101 / 3 si può cercare di chiarirne la causa.
grazie
Umberto
…un post di un certo livello! grazie Cyrano per avercelo proposto.
Buon Natale a tutti
Sulle prime mi ero chiesto chi si fosse dato un nick così pretenzioso…
Auguri a tutti voi!
è proprio lui, don Fa’! 🙂
Tra l’altro, non è la prima volta che un Papa scrive per noi! 😀
Buon Natale anche a te e alla tua comunità!
Il Santo Natale, San Leone Magno e… Benedetto XVI, novello Leone Magno
” A proposito del Natale, il Papa san Leone Magno afferma: “Anche se la successione delle azioni corporee ora è passata, come è stato ordinato in anticipo nel disegno eterno…, tuttavia noi adoriamo continuamente lo stesso parto della Vergine che produce la nostra salvezza” (Sermone sul Natale del Signore 29,2), e precisa: “perché quel giorno non è passato in modo tale che sia anche passata la potenza dell’opera che allora fu rivelata” (Sermone sull’Epifania 36,1). Celebrare gli eventi dell’incarnazione del Figlio di Dio non è semplice ricordo di fatti del passato, ma è rendere presenti quei misteri portatori di salvezza. Nella Liturgia, nella celebrazione dei Sacramenti, quei misteri si rendono attuali e diventano efficaci per noi, oggi. Ancora san Leone Magno afferma: “Tutto ciò che il Figlio di Dio fece e insegnò per riconciliare il mondo, non lo conosciamo soltanto nel racconto di azioni compiute nel passato, ma siamo sotto l’effetto del dinamismo di tali azioni presenti” (Sermone 52,1). […]
Occorre riscattare questo Tempo natalizio da un rivestimento troppo moralistico e sentimentale. La celebrazione del Natale non ci propone solo degli esempi da imitare, quali l’umiltà e la povertà del Signore, la sua benevolenza e amore verso gli uomini; ma è piuttosto l’invito a lasciarci trasformare totalmente da Colui che è entrato nella nostra carne. San Leone Magno esclama: “il Figlio di Dio … si è congiunto a noi e ha congiunto noi a sé in modo tale che l’abbassamento di Dio fino alla condizione umana divenisse un innalzamento dell’uomo fino alle altezze di Dio” (Sermone sul Natale del Signore 27,2). La manifestazione di Dio è finalizzata alla nostra partecipazione alla vita divina, alla realizzazione in noi del mistero della sua incarnazione. Tale mistero è il compimento della vocazione dell’uomo. Ancora san Leone Magno spiega l’importanza concreta e sempre attuale per la vita cristiana del mistero del Natale: “le parole del Vangelo e dei Profeti … infiammano il nostro spirito e ci insegnano a comprendere la Natività del Signore, questo mistero del Verbo fatto carne, non tanto come un ricordo di un avvenimento passato, quanto come un fatto che si svolge sotto i nostri occhi… è come se ci venisse ancora proclamato nella solennità odierna: «Vi do l’annunzio di una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore che è il Cristo Signore»” (Sermone sul Natale del Signore 29,1). Ed aggiunge: “Riconosci, cristiano, la tua dignità, e, fatto partecipe della natura divina, bada di non ricadere, con una condotta indegna, da tale grandezza, nella primitiva bassezza” (Sermone 1 sul Natale del Signore, 3).
Cari amici, viviamo questo Tempo natalizio con intensità: dopo aver adorato il Figlio di Dio fatto uomo e deposto nella mangiatoia, siamo chiamati a passare all’altare del Sacrificio, dove Cristo, il Pane vivo disceso dal cielo, si offre a noi quale vero nutrimento per la vita eterna. E ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, alla mensa della Parola e del Pane di Vita, ciò che abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo fatto carne, annunciamolo con gioia al mondo e testimoniamolo generosamente con tutta la nostra vita”
(Benedetto XVI, Udienza generale, 5 gennaio 2011)
Prima che la tastiera sia completamente sommersa… grazie! Buon Natale!
Buon Natale di cuore anche da parte mia!
Il 21 dicembre scorso, all’Udienza generale, ancora una volta Benedetto XVI ha lasciato la parola a san Leone Magno per meditare sul Natale:
“Il Natale, dunque, mentre commemora la nascita di Gesù nella carne, dalla Vergine Maria – e numerosi testi liturgici fanno rivivere ai nostri occhi questo o quell’episodio -, è un evento efficace per noi. Il Papa san Leone Magno, presentando il senso profondo della Festa del Natale, invitava i suoi fedeli con queste parole: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, e apriamo il nostro cuore alla gioia più pura, perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Sermo 22, In Nativitate Domini, 2,1: PL 54,193). E, sempre san Leone Magno, in un’altra delle sue Omelie natalizie, affermava: «Oggi l’autore del mondo è stato generato dal seno di una vergine: colui che aveva fatto tutte le cose si è fatto figlio di una donna da lui stesso creata. Oggi il Verbo di Dio è apparso rivestito di carne e, mentre mai era stato visibile a occhio umano, si è reso anche visibilmente palpabile. Oggi i pastori hanno appreso dalla voce degli angeli che era nato il Salvatore nella sostanza del nostro corpo e della nostra anima» (Sermo 26, In Nativitate Domini, 6,1: PL 54,213).”
A Benedetto XVI sta molto a cuore il Sermo/Homilia 22 di san Leone Magno sul Natale, e soprattutto il passaggio che ha citato il 21 dicembre 2011, al quale Papa Ratzinger s’era già riferito, sempre nel corso dell’Udienza generale, il 17 dicembre 2008:
“Tutto questo però non basta per cogliere nella sua pienezza il valore della festa alla quale ci stiamo preparando. Noi sappiamo che essa celebra l’avvenimento centrale della storia: l’Incarnazione del Verbo divino per la redenzione dell’umanità.
San Leone Magno, in una delle sue numerose omelie natalizie, così esclama: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, ed apriamo il nostro cuore alla gioia più pura. Perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso, all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Homilia XXII).
Su questa verità fondamentale ritorna più volte san Paolo nelle sue lettere. Ai Galati, ad esempio, scrive: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge…perché ricevessimo l’adozione a figli» (4,4). Nella Lettera ai Romani evidenzia le logiche ed esigenti conseguenze di questo evento salvifico: «Se siamo figli (di Dio), siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria» (8,17). Ma è soprattutto san Giovanni, nel Prologo del quarto Vangelo, a meditare profondamente sul mistero dell’Incarnazione. Ed è per questo che il Prologo fa parte della liturgia del Natale fin dai tempi più antichi: in esso si trova infatti l’espressione più autentica e la sintesi più profonda di questa festa e del fondamento della sua gioia. San Giovanni scrive: «Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis / E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).”
Tantissimi auguri per un Santo Natale ricco di significato e luce, a tutti voi e alle vostre famiglie, e per un anno nuovo carico di ciò che ci aiuti a diventare più vicini al progetto di Dio per noi, con grande affetto e riconoscenza
Paolo
Va bene che è Natale e io lo lo rispetto e vi rispetto, ma questo?
“E ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, alla mensa della Parola e del Pane di Vita, ciò che abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo fatto carne, annunciamolo con gioia al mondo e testimoniamolo generosamente con tutta la nostra vita”.
Intanto oggi c’è il sole, almeno qui da noi, nel Chianti rupestre, tra l’arcigna Firenze e la pur chiaroscura Siena (di Tozzi) vero emidiana?
Altro che chiaroscura, Siena è proprio balzana 🙂
E dato che è stato lei a tirar fuori Tozzi, non si lamenti se le dedico questo:
http://cristianesimocattolico.splinder.com/post/23606453/federico-tozzi-racconta-la-sua-conversione
Comunque, di nuovo buon Natale a lei, ma dai banchi di travertino del Piceno (assolati anch’essi)
Alvise, di che ti meravigli, che altro può e deve dire il Papa?
Non fare il burbero per partito preso, c’è il sole, Tozzi si convertì, Luzi è cattolico, buon Natale!
ALVISEEEEEE BUON NATALE!!!!
“L’amore si è lasciato trovare! Ditelo a tutti, ditelo a tutti!”
Santa Veronica Giuliani
Buon Natale a tutti voi, di vero cuore! 😀
Buon Natale!!!!!!!!!!
Buon Natale a tutti quanti!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
emidiana:
sono sempre stato un assiduo lettore e ammiratore di Tozzi.
Un grande scrittore!!!
Credo che la conversione fosse in lui fin dal principio nel vento freddo delle
vie di Siena!!!
ma tutto questo finto buonismo dove lo prendete?
quale buonismo? Parli di buoni sentimenti? Mica devono essere per forza finti…
Se lo sono, abbi compassione di noi; se vuoi considerare l’ipotesi che non lo siano, prova a dar retta agli angeli, e a chinarti sulla mangiatoia.
Non so gli altri, ma stamattina mi sono svegliato felice pensando a quella.
«Che ci trovi?», mi dirai… Ti dirò: il bello di quella mangiatoia è che, al contrario del sepolcro di Cristo, non è “empty”! 🙂
Direi che basta e avanza per essere felici.
…e a te veramente il Natale ti fa questo brutto effetto?
si mi fa questo brutto effetto…non ne sono contento, pagherei per essere contento.
anche voi, però, se foste nei miei panni provereste le stesse sensazioni: pensare che mentre tutti passano questa giornata in famiglia, rivedono i parenti, giocano, cantano e si divertono c’è gente come me che ha un parentado dalla vitalità di una mummia. Quando appena pranzato si dileguano tutti, chi a dormire, chi a lavorare, chi a fare i piatti…
In natale dovrebbe essere un’occasione per stare tutti insieme in allegria.
E sto considerando tutto solo dal punto di vista laico perchè ho una concezione della religione tutta mia, e non è condivisa dalla maggioranza dei credenti.
beh allora non posso fare altro che augurarti buon Natale e felice anno nuovo a te e alle mummie 😉
PS la tua definizione di buonista sinceramente mi ha lasciato un po’ perplesso perchè qualcuno qui, anche ultimamente, si è detto piuttosto imbarazzato da “noi” cattivelli….
beh, di cosa ti stupisci, se della tua religione “tutta tua” non trovi altri disposti a gioire? 🙂
Sarà mica che le cose sono collegate? Non c’è festa di Natale, fuori dalla condivisione della religione cattolica (cioè universale). Lo so che non solo i cattolici festeggiano il Natale, grazie a Dio, ma di sicuro il Natale è insignificante fuori da un quadro della condivisione della credenza.
Non ti conosco e non posso dirti altro, ma se fossi un mio amico che talvolta dice di queste cose ti consiglierei di preoccuparti un po’ meno dell’originalità della tua “concezione della religione”, e di guardare con un pizzico di fiducia in più a quello che i nostri padri ci hanno tramandato. Non è detto che siano tutte scemenze.
Un felice Natale a tutti voi!
Non si può che essere felici a Natale, lo dico a cuor leggero, lo dico non temendo chi possa obbiettare che la mancanza di un caro può farsi pesante. Si, la mancanza è dura, mio padre è mancato il 23/12/2009 e quest’anno ai festeggiamenti non c’è mia suocera che lotta contro un corpo che ha deciso di non ubbidirla.
Ma oggi è nato per noi il Signore e ho la speranza che mio padre sia a tavola con il festeggiato e dall’alto vegli su di noi e su mia suocera.
Abbiamo un dono prezioso che ci è stato donato, un Dio che si è abbassato per elevarci! Un dono che non dobbiamo tenere nascosto, dobbiamo spartirlo con tutti.
Alla messa solenne delle 11.15, con la chiesa addobbata con cura, coro, il mio Ale felicissimo che faceva da chierichetto io mi sono emozionata, ero felice, il cuore in festa, ho pensato alla famiglia e agli amici di sempre. Ma ho pensato, e pregato, per i nuovi amici fatti grazie a questo spazio che ha bucato il virtuale. Ho pensato al piccolo Filippo… Ho pensato anche te, Alvise, ho chiesto al bambino Santo di bucare la barriera che hai posto fra il tuo cuore ed il Suo perché tu possa un giorno provare ciò che provo!
Ancora una volta auguro a tutti voi un Natale di amore, speranza e vera gioia!
Grande Daniela!
Oggi su tutta la terra i cieli stillano dolcezza.
Buon Natale a tutti voi, in particolare ad Alessandro che non si è ancora convertito……(a facebook ovviamente).
Grazie Luigi, ricambio, non mi sono convertito a cheeeeeee? 🙂
La notte scorsa, durante la messa, il sacerdote ha detto che Dio ci ama “irrevocabilmente”… e credo che sia proprio vero! Non ho fatto nulla per meritare qualcosa eppure ho ricevuto due regali enromi: mia figlia Sofia, dieci anni, ha espresso il desiderio di andare alla messa di mezzanotte (e così abbiamo fatto, dopo anni di messa dei bambini il pomeriggio della vigilia) e, soprattutto, ci ha accompagnate mio marito – e questo vi assicuro che è un miracolo! La prima volta in ventidue anni…
Che ragali meravigliosi
«e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo» (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Veramente nulla è impossibile a Dio!
Davvero, nulla è impossibile a Dio.
A Loreto nel 2007 (1 settembre) Benedetto XVI l’ha ricordato con vigore straordinario ai giovani:
“Con amore e convinzione ripeto a voi, giovani qui presenti, e attraverso di voi, ai vostri coetanei del mondo intero: Non abbiate timore, Cristo può colmare le aspirazioni più intime del vostro cuore! Ci sono forse sogni irrealizzabili quando a suscitarli e a coltivarli nel cuore è lo Spirito di Dio? C’è qualcosa che può bloccare il nostro entusiasmo quando siamo uniti a Cristo? Nulla e nessuno, direbbe l’apostolo Paolo, potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Cf Rm 8, 35-39).
Lasciate che questa sera io vi ripeta: ciascuno di voi se resta unito a Cristo, può compiere grandi cose. Ecco perché, cari amici, non dovete aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Cristo ha fiducia in voi e desidera che possiate realizzare ogni vostro più nobile ed alto sogno di autentica felicità. Niente è impossibile per chi si fida di Dio e si affida a Dio.
Guardate alla giovane Maria! L’Angelo le prospettò qualcosa di veramente inconcepibile: partecipare nel modo più coinvolgente possibile al più grandioso dei piani di Dio, la salvezza dell’umanità. Dinanzi a tale proposta Maria, come abbiamo sentito nel Vangelo, rimase turbata, avvertendo tutta la piccolezza del suo essere di fronte all’onnipotenza di Dio; e si domandò: com’è possibile, perché proprio io? Disposta però a compiere la volontà divina, pronunciò prontamente il suo “sì”, che cambiò la sua vita e la storia dell’umanità intera. E’ grazie al suo “sì” che anche noi ci ritroviamo qui stasera.
Mi chiedo e vi domando: le richieste che Dio ci rivolge, per quanto impegnative possano sembrarci, potranno mai uguagliare ciò che fu domandato da Dio alla giovane Maria? Cari ragazzi e ragazze, impariamo da Maria a dire il nostro “sì”
Grazie Alessandro carissimo!
Grazie a te! 🙂
BUON SANTO STEFANO!
“La cosa più importante da notare è che, oltre ai servizi caritativi, Stefano svolge pure un compito di evangelizzazione nei confronti dei connazionali, dei cosiddetti “ellenisti”, Luca infatti insiste sul fatto che egli, «pieno di grazia e di fortezza» (At 6,8), presenta nel nome di Gesù una nuova interpretazione di Mosè e della stessa Legge di Dio, rilegge l’Antico Testamento nella luce dell’annuncio della morte e della risurrezione di Gesù. Questa rilettura dell’Antico Testamento, rilettura cristologica, provoca le reazioni dei Giudei che percepiscono le sue parole come una bestemmia (cfr At 6,11-14).
Per questa ragione egli viene condannato alla lapidazione. E san Luca ci trasmette l’ultimo discorso del santo, una sintesi della sua predicazione. Come Gesù aveva mostrato ai discepoli di Emmaus che tutto l’Antico Testamento parla di lui, della sua croce e della sua risurrezione, così santo Stefano, seguendo l’insegnamento di Gesù, legge tutto l’Antico Testamento in chiave cristologica. Dimostra che il mistero della Croce sta al centro della storia della salvezza raccontata nell’Antico Testamento, mostra che realmente Gesù, il crocifisso e il risorto, è il punto di arrivo di tutta questa storia. E dimostra quindi anche che il culto del tempio è finito e che Gesù, il risorto, è il nuovo e vero “tempio”. Proprio questo “no” al tempio e al suo culto provoca la condanna di santo Stefano, il quale, in questo momento — ci dice san Luca— fissando gli occhi al cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra. E vedendo il cielo, Dio e Gesù, santo Stefano disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (At 7,56). Segue il suo martirio, che di fatto è modellato sulla passione di Gesù stesso, in quanto egli consegna al “Signore Gesù” il proprio spirito e prega perché il peccato dei suoi uccisori non sia loro imputato (cfr At 7,59-60).
[…]
La storia di Stefano dice a noi molte cose. Per esempio, ci insegna che non bisogna mai disgiungere l’impegno sociale della carità dall’annuncio coraggioso della fede.
Era uno dei sette incaricato soprattutto della carità. Ma non era possibile disgiungere carità e annuncio. Così, con la carità, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio. Questa è la prima lezione che possiamo imparare dalla figura di santo Stefano: carità e annuncio vanno sempre insieme. Soprattutto, santo Stefano ci parla di Cristo, del Cristo crocifisso e risorto come centro della storia e della nostra vita. Possiamo comprendere che la Croce rimane sempre centrale nella vita della Chiesa e anche nella nostra vita personale. Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione per i nuovi cristiani. Cito le sue parole: «Noi ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani» (Apologetico 50,13: Plures efficimur quoties metimur a vobis: semen est sanguis christianorum). Ma anche nella nostra vita la croce, che non mancherà mai, diventa benedizione. E accettando la croce, sapendo che essa diventa ed è benedizione, impariamo la gioia del cristiano anche nei momenti di difficoltà.”
(Benedetto XVI, Udienza generale, 10 gennaio 2007)
“Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori.
Perciò noi oggi, nella santa Messa, preghiamo il Signore che ci insegni “ad amare anche i nostri nemici sull’esempio di [Stefano] che morendo pregò per i suoi persecutori” (Orazione “colletta”). Quanti figli e figlie della Chiesa nel corso dei secoli hanno seguito questo esempio! Dalla prima persecuzione a Gerusalemme a quelle degli imperatori romani, fino alle schiere dei martiri dei nostri tempi. Non di rado, infatti, anche oggi giungono notizie da varie parti del mondo di missionari, sacerdoti, vescovi, religiosi, religiose e fedeli laici perseguitati, imprigionati, torturati, privati della libertà o impediti nell’esercitarla perché discepoli di Cristo e apostoli del Vangelo; a volte si soffre e si muore anche per la comunione con la Chiesa universale e la fedeltà al Papa.
Nella Lettera Enciclica Spe salvi (cfr n. 37), ricordando l’esperienza del martire vietnamita Paolo Le-Bao-Thin (morto nel 1857), faccio notare che la sofferenza è trasformata in gioia mediante la forza della speranza che proviene dalla fede. Il martire cristiano, come Cristo e mediante l’unione con Lui, “accetta nel suo intimo la croce, la morte e la trasforma in un’azione d’amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto d’amore che si dona totalmente. La violenza così si trasforma in amore e quindi la morte in vita” (Omelia a Marienfeld – Colonia, 21 agosto 2005).
Il martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte.”
(Benedetto XVI. Angelus, 26 dicembre 2007)
E’ curioso che molti, quando si parla di martirio, pensino a qualche cosa che appartiene ai tempi dell’Impero Romano. E’ certamente così, però sarebbe anche bene che non soltanto i cristiani – direttamente coinvolti – ma tutti sapessero che, da un punto di vista storico, l’epoca dei martiri è la nostra. Secondo uno studio statistico del maggiore specialista di statistica religiosa moderna, David Barrett, i martiri cristiani dalla morte di Gesù Cristo, ai giorni nostri, sono stati 70 milioni, ma di questi, 45 milioni – più della metà – sono concentrati nel XX secolo e negli inizi del XXI. (M. Introvigne a radio vaticana)
Il Santo Natale suscita in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano morte e nel mondo possano regnare la giustizia e la pace. Ma la nostra terra continua ad essere intrisa di sangue innocente. Ho appreso con profonda tristezza la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria. Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono l’unica via per giungere alla pace. (Benedetto XVI, alla recita dell’Angelus 26.12.2011)
Sono una donna Cattolica di origine Brasiliana, vivo da 15 anni in Italia. Trovo bellissimo questo blog che seguo da un po’, e bellissimo questo post di oggi.
Se posso fare una domanda, mi chiedo come mai un sito Cattolico metta tra i suoi link anche il giornale “Libero”, piu’ volte portatore di tesi xenofobe. Io sono una donna di colore, mi riconosco nel messaggio di Cristo e odio la propaganda xenofoba di certi italiani.
Buon S.Stefano a tutti!
cara Silvana benvenuta sul blog.
Quello che lei dice essere il link di Libero in realtà si trova sotto l’intestazione RASSEGNA STAMPA (ormai è diventata talmete nutrita che forse si perde), e non è altro che uno dei tanti articoli dove si è parlato del libro di Costanza Miriano, come può vedere si va dall’Osservatore Romano al Fatto Quotidiano, da Raiuno a tele Padre Pio, da Il Foglio a la Stampa, e c’è anche Libero.
La sezione invece dei “siti amici” va sotto l’intestazione blogroll ( e lì naturalmente Libero non c’è).
Grazie e torni a trovarci.
Grazie mille per la risposta, non avevo visto!
E mi chiedevo come faccia un vero Cristiano ad essere xenofobo. Complimenti ancora per il vostro sito e complimenti a Costanza per il bellissimo libro, lo dico da sposa, e madre di tre figli in attesa del quarto.
Ancora grazie.
Auguri per il bimbo in arrivo!
auguri anche da parte nostra.
Io lascio piccolissimi segni di me, piccole riflessioni di persone normali non in linea con tutto quanto leggo sopra.
Sono credente e per me il Natale è la gioia di una nascita che si offre al mondo.
E’ condivisione, è la gioia di vedere le persone che ami insieme.
Per me è stata la gioia di una Messa a quasi cinquant’anni seguita tra i miei genitori…