Uno dei tanti

di Cyrano

L’altro giorno, in metropolitana, ho rivisto dopo anni Clark Kent: a dirla tutta non gli assomigliava molto (i capelli ormai sale e pepe, un pizzico di pancetta e la barba rasata con una certa approssimazione), però non mi sbagliavo, era proprio lui. Un lampo negli occhi l’aveva tradito, quando la carrozza aveva avuto un sensibile sbandamento, e il buon Clark aveva istintivamente cercato un posto dove cambiarsi (sempre più difficile, da quando i cellulari hanno estinto le cabine).

Ha subito abbassato gli occhi, Clark, quando s’è accorto che l’avevo riconosciuto, così ho fatto lo stesso anche io, restando fermo al mio posto: insomma, se non ci si capisce tra noi… non dico di essere un supereroe, ma uno straccio di identità segreta da difendere ce l’ho pure io, diamine! E, se la cosa riguardasse davvero soltanto “noi”, potrei evitare di stare qui a sciorinarvi le lagne che di solito riservo per le serate al segretissimo “Marvel Club” (non saprete mai dov’è!): il problema non è che nessuno ringrazia i supereroi, ma proprio che i supereroi sono terribilmente ordinari nel momento in cui non hanno la forza di passare inosservati. È vero: l’Uomo Invisibile e Flash hanno sborsato fior fior di quattrini da strizzacervelli d’alto bordo per il motivo opposto, ma se c’è una cosa che veramente spinge anche Batman e Robin sull’orlo di una crisi di coscienza, quella è la persuasione che nella serata nessuno avrà bisogno di loro.

Lo so, noi poeti spadaccini siamo degli avventori appena tollerati, al Marvel Club, ma in fondo io ci vado soprattutto per parlare con Paperinik: Clark non si fa vivo là da molto tempo, ma la cosa non ha mai sorpreso nessuno (non è un caso se a nessuno di noi salta in mente di chiamarlo col nome d’arte). Paperinik era d’accordo con me, quando alla sera gli ho raccontato di averlo incontrato: in realtà solo un ingenuo direbbe che Clark è un disadattato, perché è piuttosto vero il contrario. Clark è l’unico, tra tutti, che non ostenta quell’imbranataggine mista a sorniona ironia tipica degli altri: pensate soltanto a Diego de La Vega che si sforza d’impugnare la spada in modo goffo… viene da ridere pure a lui, si capisce che se la gode. Paperinik sarà di parte, perché in fondo lui è l’unico supereroe che nella supervita è solo appena meno imbranato che nella vita normale, però osservava giustamente che Diego sembra bofonchiare sotto i baffi: «Se’, se’, faccio lo scemo, ma lo faccio per voi, ché sennò che fate stanotte, quando arrivano i cattivi? Beh, io non mi faccio scoprire, ma lo dovete capire tutti lo stesso che grande spadaccino sono io in realtà!»

Intendiamoci, a me Diego sta simpatico, anche se un paio di volte abbiamo rischiato di fare scintille al Club, ma la sostanza dell’affermazione del superpapero ci sta tutta: Clark è l’unico supereroe che ha tanta forza da riuscire a vivere una vita normale, è l’unico tanto super da saper veramente essere uno dei tanti.

E di nuovo, se questa fosse una faccenda tutta contenuta nei manuali di sindromi depressive di Supereroi & Affini non avrei mai fatto uscire dal Marvel la chiacchierata con Paperinik (che, per inciso, è informato e vi saluta). Ora, invece, il fattaccio è che la “sindrome del supereroe” è discretamente diffusa un po’ dappertutto anzichenò. Un paio d’anni fa, per esempio, leggevo in un libro che i Papi avrebbero avuto nella storia un rapporto col divino tale da far sì che si credessero oggetto di una cura particolarissima di Dio, e questo non solo perché si dicevano, si credevano ed erano detti e creduti vicari di Cristo, ma semplicemente rivestendo il cliché di innumerevoli re e imperatori appena appena non del tutto irreligiosi. Il potente (questa era la tesi) non può permettersi di credere che Dio, che in un modo o nell’altro lo aveva fatto essere quello che era, si prenda cura di lui solo come si prende cura dei suoi soldati, che egli manda a morire per un tanto alla dozzina.

Ma se questa sindrome fosse solo un problema dei potenti sarebbe ancora tutto sommato ben tollerabile: in realtà ogni credente (e in particolare i cristiani, che si credono, si dicono e sono realmente incorporati al Re della gloria!) si trova esposto al rischio di credersi perpetuamente sulla ribalta del mondo. Del resto, se basta un occhio di bue per sentirsi al centro di un palcoscenico, quanto più facilmente l’occhio di Dio non ci porrà al centro del grande palcoscenico del mondo?

Non funziona, però, non funziona: a questo punto Paperinik non mi seguiva più (siamo bestie strane, noi uomini, mica come i paperi Disney!), ma io continuavo a osservare che in fondo non è nemmeno così strettamente una questione teologica. Ho visto diversi uomini atei dare i loro biglietti da visita come i re merovingi elargivano parche reliquie dal loro cuoio capelluto, e proprio ci vuole troppa fede per credere che tutti quelli che per la città girano con passo tale da farmi voltare a cercare la macchina da presa siano dei ferventi adoratori di Dio. No, la convinzione di costituire in qualche modo misterioso, ma certissimo, il cardine dell’universo (o perlomeno un suo importante punto d’appoggio) è una costante dell’uomo religioso come dell’uomo irreligioso: le variabili sono, in un certo senso, trascurabili.

Sarà che eravamo al quinto succo di frutta, ma Paperinik proprio non capiva come mai gli uomini s’illudessero che tutti gli altri fossero lì per loro. E io: «Abbi pazienza, ma non credo tu possa capirlo: in fin dei conti tu esisti solo in quanto sei su vignette, e quindi non capisci cosa voglia dire esistere senza essere osservati» – «Sei tu che non capisci: che ne sai di come si resta in una soffitta di ex-bambini, schiacciati tra centinaia di pagine impolverate che non saranno mai più aperte? Eppure, credimi, posso sorridere e sorrido senza deprimermi anche in quelle migliaia di pagine che vanno per qualche ragione dalla tipografia al macero, senza essere aperte neanche una volta sola, perché gli occhi del mio disegnatore hanno seguito e tirato con cura ogni mia linea, e io lo so per sempre».

Chi non sa quali grandi verità si possono dire sull’orlo della sbronza? Paperinik filosofava fluentemente sul fondamento dell’essere, e io cominciavo a osservare in controluce la sindrome del supereroe (potenza del succo di frutta!) che pullula nelle nostre città: il vero grande stupore che attanaglia le nostre vite (e per il quale finiamo anche noi carne da strizzacervelli) è dato dall’inspiegabile fatto che gli altri non sembrano considerarci tutti un punto fermo del mondo. Peccato, perché basterebbe proprio il contrario: paradossalmente, gli altri ci trovano interessanti nel momento in cui noi smettiamo l’ossessione di esserlo, e cominciamo a essere punti fermi nei mondi altrui proprio quando il nostro interesse si rivolge ad essi.

Un’altra eccellente ragione dell’opportunità della Chiesa: scoprire giorno per giorno che si è in cammino con altri, i quali non dovranno prendere da noi più esempio di quanto noi dobbiamo prenderne da loro, questo disinnesca il meccanismo idolatrico per cui ci si persuade che il mondo avrà serie difficoltà ad andare avanti dopo la nostra morte.

I supereroi sono in fondo dei messia falliti, perché sono fortissimi ma non sanno perdere, possono dare ma non sanno ricevere, amare e non essere amati; talvolta sono immortali ma non riescono ad attraversare la morte. Clark è forse quello che l’ha capito meglio, che il vero Messia è quello che sa esercitarsi lungamente nell’arte di essere semplicemente uno dei tanti, e di esserlo semplicemente. Queste cose, però, è inutile che le dica al Marvel: è un bel posto, sì, ma necessariamente triste, quello in cui tutti hanno la forza di salvare e nessuno il coraggio di farsi salvare. Posti pieni di Gesù Cristi, di Giulii Cesari e di Napoleoni si chiamavano pure, brevemente, manicomi: sono stati chiusi non quando la sindrome del supereroe è stata debellata, ma quando è dilagata per tutta la società.

Tutto al contrario la Chiesa, che è il posto dove ciascuno è gioiosamente uno dei molti, perché l’Unico che è veramente il Messia sa dare e sa ricevere, non viene per essere servito ma per servire, ama e chiede amore.

98 pensieri su “Uno dei tanti

  1. C’è una bella differenza tra Clark e tutti gli altri: lui è Superman, Clark è il suo alter Ego. Lui è un grande che si è fatto piccolo, lui ha preso esempio dal mondo per “vivere nel mondo senza essere del mondo”. Per tutti gli altri succede il contrario, il Super è l’alter Ego di uno che è del mondo, il lato Super spunta ogni tanto.
    È la differenza tra noi ed i Santi. Chi è Super non sente la necessità di ostentarlo, lo è e basta.

  2. Cyrano, questa mattina aprire la giornata con il tuo post è stato proprio bello! Sarà perché in quanto Paperella sono di parte e adoro Paperinik!
    O forse è perché per me l’eroe è mio padre, che a 54 anni e 160 chili sulle spalle si alza tutte le mattine alle 5 e rientra la sera alle 10 per darci di che vivere e un tetto sulla testa. Una volta dopo un’intera giornata di lavoro gli si ruppe la macchina, era inverno e fuori diluviava. Mio fratello mi guarda e fà ” Chissà se papà ci porta i cornetti che ci aveva promesso per fare colazione domani mattina “. Io gli ho risposto che non credevo, che gli ci sarebbe voluta una vita solo per tornare dal lavoro ( dall’altro capo della città ).
    Papà arriva all’una di notte, grondo acqua e con i cornetti in mano. Io lo aspettavo e non avevo chiuso occhio, lo guardo, lo saluto, gli porgo un’asciugamano e mentre gli scaldo la cena guardo i cornetti ( miracolosamente asciutti )e gli dico ” Grazie ma perché non hai lasciato stare per questa volta?” e lui ” Perché ve lo avevo promesso!”.
    Altro che Clark Kent!

  3. Ps scusate per gli errori ma scrivo di volata, tra poco devo svegliare i miei fratelli, fargli la colazione e portare a scuola il piccolo.
    Buona giornata anche a voi!

  4. Mario G.

    Complimenti a Cyrano (per quel che possono contare, i miei…): bel tocco di fioretto alla nostra giornata!

    Lasciatemi anche ringraziare Paperella per questo spaccato di sana umanità… Che Dio benedica te e tuo padre!

    1. Velenia

      Grande Cyrano,io comunque di super eroi in giro per casa non ne ho,in compenso ho sposato uno dei tre moschettieri:sono la moglie di Athos,è vero nella versione originale è un prete,ma nella realtà è un papà che spadaccia dall’alba al tramonto per i suoi figli e con accanto una querula mogliera.”Uno per tutti,tutti per uno”,altro che Milady,altro che cardinale Richeleu,il tumulto delle nostre giornate,un figlio da portare dal pediatra,un altro da seguire, uno per cui imparare il metodo”natura”,e una bimbetta tutta pepe,i genitori col loro affetto e le loro paranoie,il lavoro,i conti che non tornano.Insomma la vita di ogni giorno.E il mio Athos,impavido accanto a me.-Pensa a Maria,mi ha detto stamattina,come sarà stata felice all’ annunzio dell’ Angelo,ma quanti momenti faticosi poi,fino a quella spada nel petto,ma come sarà stato vederLo crescere quel bambino,chissà quanti piccoli miracoli avrà visto nell’intimità della casa di Nazareth,chissà come sarà stata la sua quotidianità con quel Bimbo accanto,chissà quale dialogo tra lei e Giuseppe-
      Grande il mio Athos

  5. 61Angeloextralarge

    “a dirla tutta non gli assomigliava molto (i capelli ormai sale e pepe, un pizzico di pancetta e la barba rasata con una certa approssimazione)”: della serie ANCHE I MITI INVECCHIANO ?
    Ragazzi (come direbbe Paperella) ci sentiamo più tardi! Vado a fare il presepe e l’albero: quanto mi piaceeeeee!

  6. Rispondo di qua all’ultimo commento di Lidiafederica nel post:

    http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/12/05/il-navigatore/

    anche perché mi sembra abbastanza in tema con il post del nasone supereroe

    Lidia, condivido quello che scrivi, ma il senso del mio commento era un altro. Sono la prima a dire che chi può ha il dovere di impegnarsi in prima persona anche nel pubblico, e bisogna pensare in grande, perché essere cattolici non significa nascondere la testa sotto la sabbia e lasciare che il mondo sia governato dagli “altri”, morire e fare frutto può in alcuni casi voler dire esporsi in prima linea, dare la faccia, anche salire su un piedistallo senza nascondersi dietro una falsa umiltà che tante volte è inedia o vigliaccheria . Prima che cattolici siamo uomini e donne, cittadini, intellettuali, professionisti, ma anche insegnanti, operai, casalinghe, baristi, camerieri….
    Io penso che un cattolico che voglia cercare davvero di vivere la sua vocazione nel mondo, cercare la santità vera, cooperare con la sua vita al progetto di Dio abbia il dovere di cercare l’eccellenza in quello che fa. E se è un insegnante cattolico deve prima di tutto essere un bravo insegnante, e se è un professore universitario, un magistrato, un politico debba sforzarsi sempre di raggiungere l’eccellenza nella sua professione, senza vittimismi, senza scuse “perché tanto il mondo è in mano ai furbi, ai cattivi, ai soliti senza scrupoli”. Far fruttare il talento che ci è stato dato significa questo, senza dimenticare però che sempre ci viene chiesto di “dare la vita”, perché quello che dovrebbe fare la differenza tra il bravo professionista cattolico e il bravo professionista ateo è la consapevolezza del primo che la sua vita è prima di tutto dono.
    Detto ciò, su cui sono sicura che io e Lidia conveniamo, mi premeva sottolineare che per tutti è possibile sognare in grande: tutti abbiamo in mano la possibilità di cambiare il mondo, anche chi non scriverà mai libri, anche chi non avrà mai una cattedra universitaria. Anzi di più: il mondo si cambia prima di tutto da “dentro”. Senza il lievito silenzioso di tante persone normali che ogni giorno fanno fermentare la massa delle persone che hanno loro accanto, la luce sul lucerniere chi dovrebbe illuminare? Alcuni forse sono destinati ad essere un po’ più luminosi di altri che hanno invece più la vocazione del lievito. Ma quanto è bello essere lievito!
    Sognare cose grandi e trasformare i nostri sogni in vita vera è alla portata di tutti. Anche di chi passa la notte in bianco a ripulire il vomito dei figli malati o della mia barista che mi sorride tutte le mattine. Forse a volte chi è chiamato ad essere luce dovrebbe imparare a sognare proprio da chi è chiamato ad essere lievito. Mentre il lievito dovrebbe prendere maggiore consapevolezza che se smettesse di mescolarsi alla farina la luce illuminerebbe un panorama desolato.

  7. Erika

    Come sempre, grandissimo Cyrano.
    Mi sto ancora riprendendo dalle risate per “i biglietti da visita come reliquie dei re merovongi”…
    Quella che poni è una riflessione che faccio spesso anch’io, anche se magari in un’ottica diversa.
    Quando mi sento sopraffatta, mi concentro sul fatto che “nulla sono e nulla ritornerò”.
    Che il mondo non finirà con me, che sono un microscopico granello nell’universo.
    E questo pensiero, che alcuni amici ritengono insopportabilmente triste, stranamente mi rasserena.

    1. Certo che è rasserenante, Erika, perché la nostra verità sta lì: la maggior parte dei libri della Scrittura vive in questa semplice consolazione, che è già permeata di grande sentimento religioso, perché la negazione dell'”autoidolatria” comincia da sempre a mostrare scoperto (e vuoto) il posto che Dio “avviene” a rivendicare. In questo senso, Erika, e ti auguro di lasciarti sorprendere da quest’esperienza veritativa, Dio non “esiste”, bensì con-siste, in-siste, per-siste, spiando dal suo adorabile e terribile silenzio i nostri autofallimenti. Avvento di Dio è l’evento che distrugge gli idoli e supera la semplice consolazione che già dici di provare (e che pure ritengo essere propria del sentimento religioso, come dicevo), mostrando che anche se “siamo nulla e nulla ritorneremo” è ancora più vero che siamo pensati e desiderati da sempre, e che per sempre esisteremo (noi stessi!) nel nostro disegnatore. Il macero del fumetto in cui il Disegnatore ci ha posti non basterà a distruggere la nostra esistenza, e anche se la nostra storia non venisse mai letta, essa è tutta sempre compresente all’intelletto divino, infiammato d’amore. Buon Avvento, Erika!

      1. Velenia

        Infatti Cyrano,è vero che Memento Mori è già un ottimo inizio,ma è vero pure che,come dice una canzone che amo molto,”tutta la vita chiede l’Eternità”,saper che un Altro conta persino i capelli del nostro capo e che niente va perduto non è una consolazione,è una certezza.Buona Immacolata,amici miei.

      2. Erika

        Grazie, anche a te, Cyrano.
        E’ un periodo strano, per me.
        Non riesco a essere credente e non riesco a non esserlo.
        C’è una piccolissima chiesa, vicino al mio ufficio, in cui mi piace entrare durante la pausa pranzo e starmene un po’ lì.
        Non saprei dire se quello che faccio è pregare, però sto lì e mi piace.
        Certamente Dio ci toglie un gran peso dalle spalle se ci dice che non dipende tutto da noi, anzi, che da noi alla fine dipende ben poco.

        Spero con tutto il cuore che questo periodo dell’ Avvento possa portare a me un po’ di chiarezza e che ai tanti amici “supereroi” del blog (che hanno pesi enormi sulle spalle, come il papà di babyducking o come chi sta combattendo contro la malattia di un figlio), auguro che possano smettere di esserlo, almeno per un po’.

  8. Clark

    “Un paio d’anni fa, per esempio, leggevo in un libro che i Papi avrebbero avuto nella storia un rapporto col divino tale da far sì che si credessero oggetto di una cura particolarissima di Dio, e questo non solo perché si dicevano, si credevano ed erano detti e creduti vicari di Cristo, ma semplicemente rivestendo il cliché di innumerevoli re e imperatori appena appena non del tutto irreligiosi”

    Questa mi pare un’osservazione piuttosto temeraria.

    1. Clark! Non pensavo che avresti letto! Beh, mica ti sei offeso che ho raccontato dei capelli sale e pepe, no?
      Quanto a ciò che riportavo da quel libro, sì, concordo con te. Del resto, però, non solo io non condivido quell’opinione, ma anche l’autore del libro la esponeva come opinione di altri…
      La prossima volta ci prendiamo una birra, ok?

  9. “paradossalmente, gli altri ci trovano interessanti nel momento in cui noi smettiamo l’ossessione di esserlo, e cominciamo a essere punti fermi nei mondi altrui proprio quando il nostro interesse si rivolge ad essi.”

    “è un bel posto, sì, ma necessariamente triste, quello in cui tutti hanno la forza di salvare e nessuno il coraggio di farsi salvare”

    Cyrà, vedi che ti fa bene lasciar perdere per un po’ Aristotele e Platone e passare a Topolino?

  10. A me piacciono gli hobbit, creature semplici e di buon senso, che amano le cose belle e buone della vita e diventano eroi riluttanti, solo quando un mondo è in pericolo. Talora ci vogliono piccoli uomini che compiano grandi imprese.

  11. 61Angeloextralarge

    Grazie, Cyrano!

    “Posti pieni di Gesù Cristi, di Giulii Cesari e di Napoleoni si chiamavano pure, brevemente, manicomi: sono stati chiusi non quando la sindrome del supereroe è stata debellata, ma quando è dilagata per tutta la società”: dilagatissimaaaaaa!

    “Tutto al contrario la Chiesa, che è il posto dove ciascuno è gioiosamente uno dei molti, perché l’Unico che è veramente il Messia sa dare e sa ricevere, non viene per essere servito ma per servire, ama e chiede amore”: che bello essere una dei tanti, insieme a tanti!

      1. perfectioconversationis

        Da me TUTTE le tate hanno una reazione simile a quella del film… mi devo preoccupare?

    1. Alessandro

      lidiafederica
      non c’entra niente ma mi ha colpito la tua affermazione in commento a qualche post fa: non c’è un intellettuale cattolico italiano di livello (o qualcosa del genere). Capisco lo sfogo e lo condivido anche in molta parte, ma non posso credere che non ti venga in mente nessun italiano E intellettuale E cattolico degno del nome.
      Scusa, è una mia curiosità (ovviamente puoi anche… avvalerti della facoltà di non rispondere 🙂 )

      1. lidiafederica

        Mmh..no (vivo, intendo)
        Ok ok, aspetta: il cardinal Martini.
        Però io intendo un laico intellettuale, scrittore, filosofo, non teologo o sacerdote, perché di sacerdoti e teologi bravissimi in Italia ce ne sono tanti, ma non intendo loro.
        Dimmi, tu a chi pensi?

      2. lidiafederica

        Aspè: Eugenio Corti ha scritto un romanzo significativo, IL cavallo rosso, non è il mio libro preferito, ma insomma, ci sta. Però Corti ormai c’avrà 90 anni…io dico qualcuno di più verde.

        Oh, Benigni! Beh lui sì, è anche da Oscar 🙂 E se non erro è cattolico, giusto? Ok, uno.

        (Beh poi sicuramnete ci saranno nelle Università grandi prof cattolici ed eccellenti in studi danteschi, o filosofia, etc. Ma non tanto conosciuti al grande pubblico..)

            1. lidiafederica

              è uno scherzo, vero? 🙂
              (O un omonimo?)

              Cmq, io intendo un filosofo tipo Maritain o Edith Stein, un grande scrittore, un grande poeta (Mario Luzi è cattolico? Boh..cmq anche lui viaggia sugli 80), un grande qualcuno insomma…
              Se guardiamo alla cultura laica o “di sinistra” l’Italia ha prodotto Umberto Eco (può non piacere – a me non piace – ma non se ne può negare la competenza), Dario Fo, Gianni Vattimo (ahimé), Asor Rosa…Vabbè insomma, molti. Poi molti schierati schieratissimi, certo.
              Il mio appello ai giovani cattolici a prendere il coraggio in mano e dedicarsi alla ricerca, alla filosofia deriva anche dalla ecessità di ricreare un’élite culturale cattolica.

            2. Alessandro

              Mi sa che Mario Luzi è già passato a miglior vita (1914-2005).
              Se escludi i sacerdoti, allora niente cardinal Martini. Io tra i cardinali c’avrei messo Giacomo Biffi.
              Sai che di nomi noti di laici… in effetti… sarà l’ora, ma faccio fatica a trovare grandi nomi noti. Il padre di una delle autrici del blog è il primo che mi viene in mente. Secondo me Francesco D’Agostino ed Evandro Agazzi sono altri due nomi, non notissimissimi, ma insomma di primo piano.
              Ci penserò su…

            3. Alessandro

              paul, Blondet lo conosco poco, mi sembra un “irregolare” di talento, non ho ancora capito se geniale o solo genialoide (di lui ho letto solo “Gli Adelphi della dissoluzione” e qualche articolo sparso)…

            4. paulbratter

              guardo non so se lo definirei geniale ma ha una mente lucidissima. Lo seguo da anni e ho letto quasi tutti i suoi libri; i suoi articoli in questi ultimi giorni sulla crisi sono i migliori che ho letto e danno una visione d’insieme eccezionale.

            5. lidiafederica

              Io Blondet lo conosco pochissimo, perciò non mi esprimo, però da quel poco che so non mi piace molto, oltre tutto scrive su “La Padania”, e già questo mi ricorda di improbabili riti celtici e slogan razzisti…

              Se non sbaglio, Blondet afferma che gli USA si sono fatti da soli, con l’aiuto del Mossad, la strage dell’11 settembre, e che l’Italia deve stringere rapporti più stretti con Vladimir Putin, che -lo ricordo – è un dittatore che ha fatto imprigionare/ammazzare decine di persone, e lo so, purtroppo, perché mi sono occupata di Russia nel mio lavoro…insomma ha degli aspetti diciamo controversi.
              A me questa deriva anti-israeliana, anti-semitica, anti-europeista, e razzista/fascistoide degli estimatori di Putin non piace affatto, però è solo la mia opinione…
              Su una cosa sono d’accordo con Blondet, se ho ben capito la sua posizione, e cioè che la politica dei “bocconiani” è anti-cattolica nel senso che è anti-sociale, promuove una flessibilità sostanzialmente precaria e anti-familiare.

              Cmq io non mi riferivo tanto a personaggi del genere…se vogliamo prendere in conto anche giornalisti così, certamente c’è Vittorio Messori, che è decisamente un grande.

            6. paulbratter

              Le notizie che puoi trovare su Blondet sul web(la maggior parte delle informazioni tu le hai prese da wikipedia e dovresti sapere benissimo come funziona) sono per la maggior parte denigratorie, essendo un personaggio controverso e con idee fuori dal mainstream. Credo che abbia pubblicato qualcosa sulla Padania (ma parliamo di 2 o 3 articoli) ma si chiama “sbarcare il lunario” visto che mi risulta non navighi nell’oro (altro punto a suo favore), e il leghismo bossiano è quanto di più lontano da lui.
              Quanto al presunto antisemitismo è la solita infamante accusa mossa contro chi è contro la politica sionista di Israele e pensa che i Palestinesi sia un popolo oppresso. Sull’11 settembre poi la storia è complessa, Blondet come tutte le persone serie che si occupano di questa vicenda sostiene semplicemente che la versione ufficiale non sta in piedi ed è una bufala evidente, quello che c’è dietro realmente potrebbe uscire fuori solo con una seria inchiesta con poteri che potrebbe dare solo un tribunale federale e Blondet non ha mai parlato di autoattentato (che non vuol dire niente).
              Ancora più complesso il discorso su Putin, stringere rapporti commerciali con un paese non vuol dire fare l’esame della democrazia di quel paese altrimenti dovremmo rinunciare al petrolio dell’Arabia Saudita, o a qualsiasi partnership con la Cina. Avere rapporti con la Russia di Putin vuol dire uscire dal ricatto dell’economia e della finanza egemone (che quanto a democrazie lascia molto a desiderare basta guardare la deriva eurocratica e la spoliazione di sovranità di queste ultime settimane). Per finire razzista e fascistoide è una affermazione dettata dalla tua scarsa conoscenza della persona e dal tuo discutibile modo di informarti.

            7. lidiafederica

              Guarda Paul, hai ragione al 100%.

              Mi dispiace avere detto quelle cose di Blondet, posso solo dire che oltre wikipedia ho guardato effedieffe.com, dove lui scrive e ho letto un po’ di articoli. però “leggere un po’ di articoli” certo non dà quella conoscenza necessaria per esprimersi.

              A mia discolpa vada che ho pensato che non avrei dovuto scrivere cos’ senza conoscere il personaggio subito dopo aver spedito il post. Infatti in quello successivo ho scritto: “vado a studiarmeli (anche Blondet)”.

              Quanto al razzista/fascistoide è una mia illazione, verissimo, ma l’ho ritrovata purtroppo in tante persone che conosco o di cui leggo le opinioni, e fanno riferimento alla “area di rifrimento” di Blondet (diciamo ai giornali Libero, la PAdania, il Giornale).
              Però mia madre legge Libero e il Giornale ogni giorno, è di destra e certamente non è né razzista né anti-semita, visto che i suoi migliori amici sono ebrei. Ergo, ho ceduto alla tentazione di fare di ogni erba un fascio.

              Quanto a Israele, io stessa non approvo la politica dello Stato, e mi dispiace per i Palestinesi. Infatti di solito leggo Haaretz, uno dei quotidiani più liberali israeliani.

              Con ciò, vadano le mie scuse a Blondet per aver parlato male di lui senza conoscerlo – tra l’altro, un atteggiamente del genere va propio contro quella ricerca della verità che si suppone ogni uomo onesto debba perseguire.

            8. Grazie, sono contento che ti sia ricreduta. Purtroppo gli articoli più interessanti di Blondet sono su fdf che è un sito a pagamento(io sono abbonato), altrimenti ti avrei fattio una selezione di link. In ogni caso le sue pubblicazioni sui giornali che hai citato credo siano sporadiche e occasionali (anche Costanza Miriano ha pubblicato un paio di articoli su Libero ahinoi)

          1. lidiafederica

            🙂 sì.
            Scherzi a parte, Benigni ha vinto un Oscar e questo è bene, ed è un grande (le sue letture dantesche sono il meglio prodotto dalla TV in questi ultimi anni) ma certo non è l’intellettuale che cerco io.
            Insomma vedete bene che non ne abbiamo…

      3. lidiafederica

        In caso ci sarebbe Rocco Buttiglione, si è prodotto soprattutto nel campo della filosofia del diritto…

        1. Alessandro

          Grande non lui, secondo me, ma il suo maestro Augusto Del Noce (morto però nel 1989)

          1. Alessandro

            AOH, SBILANCIATEVI, rispondetemi, non mi lasciate a interloquire con me stesso…
            CI SIETE????

            LIDIAFEDERICA!!!!!!!

          2. lidiafederica

            Scusa Alessandro, io ero andata a dormire! 🙂
            Sai, i nomi che hai fatto non li conosco, mi informo e poi ti dico, ok? 🙂
            Sono proprio felice di questa discussione, adesso ho delle belle cose da approfondire! (anche Blondet).
            Grazie a tutti!

            Vagando sul blog avevo letto di Alessandro D’Avenia, premesso che lui mi sta simpaticissimo e personalmente lo trovo un grande, “Bianca come etc.” non mi ha entusiasmato (anche se l’ho regalato al mio ragazzo, per es.), ci sono begli spunti, e la storia di per sé scorre bene, oltre al fatto che la prosa è buona, ma non “spicca il volo” – è troppo smaccatamente “morale” come romanzo, secondo me. è lo stesso guaio di “Bella” (che non mi è piciuto affatto): per voler fare la morale dimentica l’arte, e questo è, secondo me, il peccato originale di molta parte degli artisti cattolici, da Corti in poi…
            (La cosa vale ovviamente anche al contrario, per gli scrittori “comunisti”,,).

            Buona festa dell’Immacolata a tutti! E grazie ancora per gli spunti di approfondimento che mi date, ne faccio tesoro! Alessandro: prometto che studio questi autori e ti dico.

            1. Alessandro

              Grazie Lidiafederica, buona Immacolata anche a te.

              ps.: sono d’accordo su D’Avenia, e anche su questo che dici: “per voler fare la morale dimentica l’arte, e questo è, secondo me, il peccato originale di molta parte degli artisti cattolici, da Corti in poi”

            2. pensa che quando ho letto il primo libro di D’Avenia, sarà che ero molto prevenuta, l’ho trovato molto meno moraleggiante di quanto mi aspettassi. C’è qualche scivolone in predicozzi accennati ma rispetto a un Corti l’ho trovato molto fresco e piacevole.
              Ho letto Il cavallo rosso quando avevo 15 anni, all’epoca mi era piaciuto. Ho provato a rileggerlo qualche anno fa e l’ho trovato incredibilmente pesante…. non lo consiglierei ad un adolescente per non rischiare di annoiarlo.

            3. Forse il più grande intellettuale cattolico del ‘900 è stato Augusto del Noce. Tra i viventi, io metterei primo tra tutti Giovanni Cantoni (non conosciutissimo e non molto facile, lo ammetto).
              Per la storia, Marco Tangheroni – morto – Oscar Sanguinetti, Marco Invernizzi e Roberto De Mattei.
              Sociologia delle religioni: Massimo Introvigne.
              Letteratura: Eugenio Corti.
              Apologetica: Messori, ancora Introvigne, Socci.
              Economia: Gotti Tedeschi (padre).
              Aggiungiamo pure un Buttiglione.
              Pochissimi di fama internazionale, lo ammetto.
              Ho escluso ogni membro del clero, ma Don Giussani – morto- e il cardinale Siri -morto – andrebbero citati. Anche Dossetti – morto -, seppur mooolto ma moooolto – aggiungerei un mooolto – lontano dal mio modo di vedere, è imprescindibile per capire una parte di mondo cattolico italiano.

  12. babyduckling:
    quindi, ricapitolando da capo, il fidanzato meglio del mondo, il babbo meglio del mondo, gli altri due anatrini due amori, te niente male (dicono), di buon carattere,
    cattolica il giusto…

    1. Speriamo che tutto proceda per il meglio Alvise, si ho persone che amo tantissimo accanto e difetti e tutto li adoro, non oserei mai definirmi ultracattolica, sono una Papera io, e ci tengo a rimanere tale difetti, pregi e tutto, non ho mai sognato di essere wonder woman, che a dirla tutta mi stà anche un pò antipatica.

      1. Alessandro

        babyduckling, non dare spago ad Alvise, che vuole solo farti raccontare vita e miracoli e tutto di te, è un vecchio burbero atrabiliare uggioso curioso della vita altrui 🙂

        1. Io lo trovo simpatico!
          Se mi fate domande rispondo non c’è problema!
          Poi non c’è problema, perché io ogni tanto di anni ne ho 126, come dice mia madre, quando pensa che mi comporto troppo da ” vecchietta “.

  13. Sai, sei mesi fà papà ha avuto un brutto incidente, un pazzo con il taxi per poco non lo ammazza.
    Lui per non far preoccupare mamma firma il foglio per uscire dall’ospedale e neanche ci chiama, si fà portare a casa da un’amico.
    Quando l’ho visto tutto rattoppato sono riuscita a farmi venire 40 di febbre e abbiamo passato tutta la settimana a casa insieme. La settimana dopo gli ho fatto un predicozzo infinito sul fatto che era stato un’incosciente a farsi dimettere e a non chiamare ( anche il mio eroe mi fà arrabbiare), ma ero decisamente più felice che fosse vivo.

    Il mio ragazzo mentre scherzavamo mi ha detto ” Quando ho avuto un’incidente io tu non ti sei ammalata” e io gli ho risposto che il primo amore della mia vita è stato decisamente mio papà, anche se ogni tanto ” gli tiro le orecchie ” è un piacere sentirlo ancora russare sul divano quando è a casa!

  14. Alvise se proprio devo fare una lista dei miei difetti………………………ce lo abbiamo un post per elencarli tutti? Diciamo che sono immensamente fortunata io ad avere loro, tutto il pacchetto ( genitori, anatroccoli e fidanzato ).
    Poi ultimamente l’anatroccolo più piccolo mi tiene testa e devo dire che…………mi piace! Anche se la prima volta mi ha tolto le parole.

  15. ehm…. ho letto dio corsa, recupero solo ora, ma vado via subito….
    scusate… sono troppo impegnata a farmi salvare dal mio Clark….. bye bye!

    1. Ragazzi e ragazze, buona notte a tutti, domani il Principe Azzurro lo salvo io ( ma senza cavallo bianco ) dagli addobbi di Natale. Insomma, sua madre decora tutta casa, e lui taglia la corda con la scusa di accompagnare me al cinema. Ci ” risentiamo venerdì, spero che possiate passare una bella giornata domani, con tutte le persone che amate!

      1. lidiafederica

        grazie!
        divertitevi!
        Posso dirti solo una cosa piccola piccola, che non c’entra niente con la grande paperella che sei? (scusa, ti chiamo paperella, ma è bellissimo come nickname):)

        un pò, stà, và e fà si scrivono senza accento : un po’, sta, va, fa 🙂

        1. Alessandro

          ma lei scrive così perché s’abbaruffa con la tastiera, oltretutto deve litigarsela con i fratellini

          1. ma tu guarda a questo come si difende la paperella!
            No, Lidia, la verità è che babypaperella con apostrofi e accenti ci ha un po’ litigato. Ci abbiamo provato fin dal primo giorno, ma non è arte sua!

            1. Alessandro

              mo adesso va a finire che m’accusi di provarci con la paperella, dopo che c’ho litigato di brutto (e paulbratter se lo ricorda). La verità è che sono un gentiluomo 🙂

            2. lidiafederica

              mmh…ma per trovare lavoro a volte è importante! Noi glielo ricordiamo e sicuramente al momento del fatidico colloquio/CV le verrà bene 🙂

    1. e invidia per chi, caro Paolo? «Io sono solo un’ombra…», e se scrivo bene non c’è neanche un nome a prendersi elogi 😉
      In-vidia necessariamente buona, perché non sono visibile! 🙂
      Buona serata dell’Immacolata.

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