Lost in translation

di Paolo Pugni

Leggere fa male. Non nel senso che è dannoso. Nel senso che è doloroso. Ogni volta che, grazie ad un libro, sia esso un saggio o un romanzo, la consapevolezza cresce, ne deriva una ferita: perché ti rendi conto che sbagli, che potresti fare meglio, che hai perso una occasione. E c’è poco da schermarsi dietro alla buona fede. I tagli rimangono, sia in te sia nelle persone che ami. Prendi questo studio: i cinque linguaggi dell’amore. Sei arrivato agli ultimi due dei cinque idiomi, quelli apparentemente più semplici: il dono e i gesti di servizio. E che cosa scopri? Che c’è dono e dono, che il dono per essere tale deve essere gratuito (niente condizioni se… allora), deve piacere al destinatario e non a te (ehm, parliamone) e deve essere consegnato con le dovute cerimonie, non buttato sul tavolo del tipo “tiè pija!”. E già qui l’esame di coscienza segna un meno duemila punti. Se poi approfondisci scopri che ci sono dei falsi doni, quelli fatti per compiacere chi regala: per sostituzione, per compromesso, per corruzione, per calmarsi la coscienza, per debolezza.

Quindi sei già un po’ in crisi perché hai capito di avere sbagliato molto fino a qui (vogliamo mettere sul tavolo le magliette Hard Rock rifilate ai figli come souvenir?) e stai iniziando a fare un piano di rientro, quando ti piomba sul collo la scure dell’altro linguaggio. Che per par conditio stava approfondendo la moglie, rendendomi edotto delle scoperte sino ad indurmi a leggere con attenzione il testo.

Ora ogni uomo sa che, comunque vada, sbaglia lui: non solo, sbaglia sempre, per definizione, senza possibilità di redenzione. Perché ti dicono: guarda che non hai mai fatto questo, guarda che mi aspetto che tu faccia quest’altro, guarda devi cambiare. Allora ti sforzi, ci provi, ci riesci. E che cosa ti dicono: bella forza te l’ho detto io! Non comperi mai fiori? Una domenica lo fai. Torni felice come un bambino, che si aspetta sorriso e carezza. E che cosa ricavi? “Era ora, se non te l’avessi detto…”. Quindi, sapendo questo, lasciamo perdere. Sorridiamo comunque e procediamo. Noi, e sottolineo noi, non teniamo una lista delle rimostranze lunga anni…..

Torniamo alle lingue: ora scopro che c’è un linguaggio fatto di gesti di servizio, come dicevo ieri, che consiste nel portare via un lavoro alle donne di casa, coniuge in primis. Nei suoi tempi. Perché anche qui c’è una grossa differenza: il tempo è liquido. Quando una donna chiede al marito di mettere in ordine la cucina, e lui, che è disciolto sul divano a guardare la partita, acconsente, sta facendo una affermazione della quale è profondamente convinto. Nessuno dei due ha indicato una scadenza temporale. Ovviamente l’uomo sa quando sarà il momento giusto: nell’intervallo, dopo la fine della partita, dopo le interviste con i tecnici, dopo i commenti da studio. Per la moglie è sempre hic et nunc: ora. Siamo su fusi orari diversi: diciamocelo una volta per tutte ed evitiamo dolorose incomprensioni, specie mentre la tua squadra del cuore è sotto e sta attaccando a tutto organico.

Quindi, se c’è un linguaggio dei gesti di servizio nel fare, c’è anche nel ringraziare. Così studiando e leggendo casi da manuale riportati dall’autore, ho scoperto che, se non si può addurre come mia colpa l’aver lesinato complimenti sulla bellezza, l’intelligenza, la caparbietà, lo stile educativo, la professionalità, ho di certo mancato di elogiare con i giusti termini la “servizievolezza”; chessò qualche cosa del tipo: come pieghi bene le camice, anche questa sera hai fatto da mangiare, ma quante lavatrici hai steso oggi!, come butti via la spazzatura tu non lo fa nessuno, non avevo mai visto una lavastoviglie caricata in questo modo, grazie per non lasciare mai il frigorifero vuoto, ce ne vorrebbero di donne che compilano la lista della spesa come te, e via dicendo.

Ma vi rendete conto che noi ci accontentiamo di molto meno?

Non importa, siccome vi amiamo tantissimo, impareremo anche a lodare il modo sublime e inavvertito con il quale conducete la vita quotidiana, servendoci come re senza farcene accorgere, perché siete fate silenziose e serene e ci perdonate la sindrome del guerriero, che ritorna stanco dalla battaglia e vuole essere celebrato e riverito. Perché anche voi ci amate tantissimo.

Solo, per favore, la prima volta che riusciremo a concentrarci e, con un sorriso fanciullesco e compiaciuto, con l’ansia di chi finalmente risponde giusto alla crudele prof di greco che ha chiesto un aoristo passivo, vi diremo “come è apparecchiata bene la tavola”, non rispondeteci “eh già, dopo che te l’ho detto e ridetto, finalmente ci sei arrivato: e non dirlo con quel tono che mi sento presa un giro”. Più di così noi non riusciamo a fare….

118 pensieri su “Lost in translation

  1. Adriano

    Uomo e donna comunicano in modo diverso… Come se fossero di due pianeti differenti. Che so: Marte e Venere? 🙂

  2. anna

    Seconda!!! Quando mai?!?! Mi piace già l’inizio però lo leggo con calma domani, perdonami Paolo 😉 notte a tuttiiiiiiiiiiii

  3. oh pugni….ma stai diventando un abituè?
    Sul fatto che maschi e femmine parlano due lingue diverse sono assolutamente d’accordo. Io ho risolto adeguandomi al linguaggio maschile quando serve. E’ più semplice. Sarebbe troppo chiedere ad un uomo di settarsi sul linguaggio femminile (a volte non ci riesco neppure io!)
    Così mi sono abituata a dire le cose che penso esattamente per come le penso, che non vuol dire che sia più semplice visto che i miei pensieri sono sempre incasinati, ma almeno se chiedo a mio marito se sono ingrassata voglio sentirmi dire la verità e non farmi fare un complimento. Mentre se ho bisogno di un complimento gli chiedo “mi fai un complimento?” Si perde molto meno, ci si risparmiano incazzature e litigate e magari ci si rimedia pure una frase carina 🙂

    1. Velenia

      Quel sant’uomo di mio marito ringrazia sempre i miei gesti di servizio,oggi ha persino lodato il mio esperimento di tabulè con pesto e gamberi( e avevo usato cuscus precotto e gamberi surgelati,che vergogna),solo che a me sorgono, nell’ordine, 3 dubbi
      1) Mi loda perchè sa che io,distratta come sono,ho raramente gesti di cura per lui.
      2)Mi loda perchè ha l’indole dell’adulatore.
      3)Mi loda perchè ha combinato qualche guaio che io non so e vuole farsi perdonare.
      E’ proprio vero che siamo complicate!

      1. beata te che hai un marito che ringrazia e ti loda.
        Secondo me è semplicemente un gran furbo (in senso buono) e vuole farti contenta in un modo che costa poco e rende molto.
        Se i maschi capissero il potere di un complimento inatteso!!!

    2. Miriam

      Io dico “ho bisogno di coccole” e per coccole intendo tenerezza… per il resto (che non esclude la tenerezza) non è necessario chiedere esplicitamente 😉
      E le coccole qualche volta arrivano, qualche volta no…

  4. Sono un precario, sto facendo uno stage con la speranza che mi confermino….
    Certo che sto parlando di Marte e Venere, non ho nessuna pretesa di scoperta dell’acqua calda, quello che conta è contestualizzare, chiarire, provocare, scuotere, far parlare.
    E se con questo post non supero i 100 commenti, ripongo la tastiera nella custodia e me ne vado a piangere sul muretto. Un muretto da qualche parte lo troverò pure…

    1. Adriano

      Niente di male a ribadire il concetto che uomo e donna tendono a comunicare in modo diverso. Anzi, ripeterlo da un punto di vista maschile (dopo che in passato lo hanno fatto delle donne) può solo far bene.
      Anch’io, come lacorsianumerosei qui sotto, faccio notare che non conta chi “ce l’ha più lungo” (l’elenco dei commenti) ma è meglio avere la soddisfazione di aver scritto qualcosa di bello e interessante.

  5. giovanni dm

    Bisonga ammettere che i libri di Chapman sono davvero notevoli, in grado di cambiarti la vita e la “temperatura” della coppia.
    Personalmente, ormai regalo “I cinque linguaggi deLl’amore” a tutti gli amici che si sposano, a tutti quelli in difficoltà, a tutti quelli che – senza essere in difficoltà – vogliono migliorare la loro vita di coppia.

  6. Premessa: Ho rimesso il mio contrassegno cifrato, mi fa sentire più “ganzo”, anche se non lo sono per nulla.
    Secondo: su “Novella duemila” o simili di discorsi come quelli del libro se ne trovano tutti i giorni da anni, con la consulenza anche, a volte di psicologi (cosiddetti) o socologhi (cosiddetti) o sacerdoti (cosiddetti). Questo per sottelineare la banalità e la melensità fino a arrivare al ricolo di libri di questo genere.
    Terzo: tutte le volte vorresti che i commenti superassero almeno il numero cento, perché?
    Non ti basterebbe aver scritto (se fosse) un bell’articolo vada come vada. Tanti scrittori bravi che non pubblicarono quasi nulla all’inizio e poi andarono meglio. Vedrai che il momento verrà anche per te. Potrebbe anche essere oggi, tranquillo.

  7. Ovviamente non è né l’unico, né il peggiore, figlio sì di quella vanità che Al Pacino precisa essere il peccato preferito del diavolo….
    … quanto a Chapman e Novella 2000, può anche essere che ci sia poco di nuovo, in fin dei conti siamo tutti nani sulle spalle di giganti, ma ciò che c’è di geniale in autori come lui è la sistematicità: mettere ordine, dare uno schema, spiegare con esempi e con buon senso. E con una coerenza di fondo ad un idea di persona umana che ahimé nelle riviste di gossip o non si trova o è così simile ad una velina da disgustare.
    Qui si combatte per ricordare al mondo che cosa è la persona e quale sia la sua dignità, per evitare che un vecchio mal vissuto, in crisi di demenza senile, arrivi ad affermare che ha fatto solo quello che qualunque italiano avrebbe fatto. Qualunque italiano che ritiene che la persona sia solo passione istinti e voglie da soddisfare.
    Non è la mia visione di persone. Né credo quella di Chapman.

    1. Dicevo, ieri sera, Don Gallo, proponeva Che Berlusconi andasse a farsi ricoverare, o in comunità, a cercare di ripigliarsi.Silvio Berlusconi.
      Di Chapman mi è rimasta impresso solo il nome della gola Chapman, nel film “R AMBO”, dove lui si butta giù verso il fiume.

  8. Intervengo per tre motivi:
    Prima di tutto per aumentare di uno il numero dei commenti, perché questo post mi è piaciuto e spero proprio che, Paolo, la tua tastiera non finisca nel cassetto davvero (ma nei cassetti hai poi così tanto spazio da farci entrare una tastiera intera? E tua moglie non se n’è ancora accorta? Io ho riempito tutto il riempibile da subito, ho cassetti che se li apri esplodono!)
    Secondo perché stamattina qui ancora nessuno ha litigato, anche se visto il clima dei giorni scorsi mi sa che non ci vorrà molto anche in questa bella domenica, durante la quale è previsto un calo delle temperature di 8-10 gradi, era ora…
    Terzo, e questo è serio anche se un po’ fuori tema, perdonatemi: ieri sera ho fatto una strillata terribile a mia nipote (6 anni ma veste 10 per quanto è alta, la figlia della sorella di mio marito) che vicino alla ringhiera della mia terrazza (quarto piano) aveva tentato di prendere in braccio mio figlio (3 anni, 10 kg) per farlo sporgere a vedere i fuochi d’artificio.
    A me si era fermato il cuore, lei si è spaventata perché io, me ne vergogno, ho urlato come una pazza, poi lei è stata consolata ampiamente da mamma e nonna come se avesse ricevuto la più terribile delle ingiustizie.
    Io mi sono sentita un verme pur sapendo che lei si è tanto agitata perché non è abituata a essere sgridata, fa tutto quello che vuole.
    Subito dopo aver riacquistato un po’ di lucidità sono andata da lei, le ho chiesto scusa per aver urlato e per averla spaventata, ma le ho ribadito che non deve mai prendere in braccio mio figlio (cosa che, peraltro, le era già stata detta nel pomeriggio in condizioni meno agitate) e che la cosa che ha fatto è molto pericolosa. L’ho coccolata e baciata, e lei mi ha chiesto scusa.
    Dov’è il problema? Eccolo: mia cognata è nera con me perché mi sono permessa di fare una cosa simile, addirittura strillare a sua figlia, e a parte che ce la farà scontare con i suoi malumori e interferendo nell’aiuto che la nonna in comune dovrebbe darci, la mia vera difficoltà è nel comunicare con lei, che sebbene donna, quindi in teoria proveniente dal mio stesso pianeta, non riesco a incontrare né a metà strada e né facendo più strada io verso di lei… ok, lo ammetto, il vero problema è che mi sento in colpa. Che faccio, mi scuso?

    1. Maxwell

      Qualsiasi mammifero che avesse preso mia figlia e sporta dal balcone, di età compresa fra 1 e 99 anni si sarebbe preso una bastonata, non un’urlata!!! ( 3 punti esclamativi )
      Se tua cognata non capisce certe cose non si merita la tua amicizia……..poi vizi sua figlia come meglio crede.

    2. “Che faccio, mi scuso?”

      Decisamente NO.
      Pregarci su perchè si freddino gli animi e Maria ricuci i nodi creatisi involontariamente affidando nella preghiera il tutto alla Mamma ( io così fo sempre)
      Ma la verità ha un prezzo sempre.
      E non è carità dire bugia scusandosi per qualcosa in cui non si crede aver torto nè che abbia obiettivamente un torto.
      Per tutto il resto io sempre mi scuso.
      Ma ripeto: solo nella verità o/e nella carità.
      Il quieto vivere è un pianeta che io non conosco nè riconosco.
      – MAI.
      Amo la verità visceralmente in ogni più piccola cosa. E le antepongo solo l’amore, ma mai mentendo.

      Per me “chiedere scusa” in questo caso è + una beffa alla verità. Comoda beffa (che tua cognata arde di ricevere) che acquieta gli animi a breve termine ma che snobbo con tutta convinzione, e senza un filo di rimorso ( ci sono passata mille volte: tipo col mio parroco che pretende io la pensi sempre come lui e che “mi scusi” quando ho avuto l’ardire di contraddirlo specie davanti ad altri e specie quando ad esempio mi chiedeva parere sulla sua omelia – lui sa benissimo che io sarei l’unica a dirgli esattamente quanto mi è sembrata insopportabile se mi è sembrata insopportabile – con dolcezza sorridente , e immancabilmente, ma SEMPRE la verità, sempre, con amore, MA LA VERITA’: niente di meno, niente di più. E a qualsiasi costo; poi per il resto ci ha sempre pensato la Madre ogni benedetta volta che le ho affidato il tutto accaduto).
      Stai tranquilla, Jenove’: tu hai fatto il necessario: temperare le tue urla dando spiegazioni alla bambina e scusandoti per la tua veemenza.
      Chiedere scusa alla madre equivale per me ad una prostituzione della verità.
      Io non dico MAI quello che non penso. E chiedo perdono per grazia Dei quando quando ho sbagliato.
      Dov’è il TUO errore verso quella madre?

      Stai serena e affida il tutto a Maria. Col tempo tutto si placa.
      Maria fa.
      Non è superbia non chiedere scusa per amore della verità e snobbando la quiescenza.

      1. sorellastragenoveffa

        Grazie Daniela, hai assolutamente ragione, mi serviva solo un rinforzo e me l’hai dato, grazie davvero.

  9. Miriam

    Molto interessante questo “punto di vista” maschile.
    Io l’ho apprezzato molto. Però il materiale preso in considerazione dà indicazioni abbastanza ovvie e non entra molto in profondità come, ad esempio la nostra Costanza.
    Ma questo dipende dal materiale consultato e non da Paolo Pugni, che merita un ‘bravo’ per come si è lasciato interpellare e per come lo ha espresso!

  10. Francesca Miriano

    Caro Paolo Pugni , scrivo anch’io per aumentare la tiratura perchè adoro le persone garbate ed educate anche quando rispondono a provocazioni ( Alvise non è così cattivo come pare).Chissenefrega se lo dice Novella 2000, a te è parso di commentarlo e lo hai fatto bene e comunque è quello che pensi e non sembri invasato.Si ,esistono linguaggi diversi ma non gender dependent: Ci si può intendere a volte meglio con un maschio che con una femmina: quello che a me garba sempre poco sono i ruoli fissi ai quali anch’io mi sono ‘sottomessa’ ma talora sono recalcitrante (tipo ieri sera) e in casa lo sanno bene. Mi sono accorta che a volte è pià efficace il linguaggio dei segni dell’urlata salvifica che scarica ma non quieta l’anima.Genove’ hai fatto benissimo a ululare (ho scritto ieri sera un pistolottone a Paola sulla permissività educativa):dopodichè si, chiedi scusa per il quieto vivere non perchè tu abbia torto e comunque fallo per il modo e non per la sostanza.

    1. giuliana z.

      sono d’accordo! anche a me è capitato di tirare le orecchie a mia nipote per aver messo in pericolo un mio figlio. Ci si scusa per i modi, ma della sostanza non ti devi preoccupare. I sensi di colpa ci sono perchè quando i rapporti sono così stretti è fisiologico. Ma poi passano. Pensa quanti altri spaventi ti sei risparmiata dopo queste “urla”!

  11. Personalmente sono convinto che manchi un sesto linguaggio o meglio ció che deve essere il fondamento di tutti e cinque cine ho scritto qui (spero che il link sia ammesso).
    con iPad si scrive malissimo. Appena torno alla tastiera aggiungo qualche idea che vorrei contribuire. E sì, si poteva scendere più in profondità. Prometto che lo faró.

    http://famigliefelici.blogspot.com/2011/02/il-sesto-linguaggio-missing-language.html

  12. Ecco l’aggiunta che richiedeva più di una tastiera iPad….
    I cinque linguaggi, come li presenta Chapman e come sembra a me, sono sicuramente trasversali, semmai ci possono essere delle preferenze, mi pare il linguaggio dei gesti di servizio sia più femminile che maschile.
    Concordo con Francesca, che ringrazio per le delicate parole, sulla loro trasversalità.
    Ciò che cambia è come questi linguaggi vengono parlati, per così dire i loro dialetti.
    Perché che esistano delle differenze, e notevoli, tra donne e uomini è evidente anche ormai alla scienza che studia le diverse configurazioni cerebrali, oltre che ai sociologi (e alle riviste gossip) che l’hanno capito da secoli.
    E di questo si può parlare per anni, con gusto spero.
    Grazie e buona domenica
    Paolo

  13. consiglio forse un po’ cinico ma pratico: chiedi scusa a tua cognata se serve per pacificare i rapporti. Ma non provare il minimo senso di colpa: con tua nipote ti sei già scusata per i modi e lei l’ha capito tanto che ha chiesto scusa a te. I bambini sono molto più intelligenti di noi. Ha fatto una cosa pericolosa, la tua reazione le rimarrà impressa. Se tua cognata è scema e non capisce falla contenta e chiedile scusa (per i modi, così non saranno scuse false). Meglio mantenere la pace in famiglia, se no da una scemata viene fuori una guerra

  14. Francesca Miriano

    Piuttosto che dire sempre la verità e scannarsi è meglio avere il coraggio di tacere e a volte ci vuole molto caraggio e umiltà a tacere di fronte ai pirla

  15. fefral
    18 settembre 2011 a 14:59 #
    il secondo fine c’è, solo che voi non lo sapete
    +
    Francesca Miriano
    18 settembre 2011 a 15:23 #
    a volte ci vuole molto coraggio e umiltà a tacere di fronte ai pirla
    =
    Fefral e dott.ssa Miriano2 for president

  16. Maxwell

    Dal sito http://www.rinocammilleri.com

    Titolo : MIRACOLO

    Fonte: associazionelatorre.com e centrostudifederici.org. La quindicenne inglese Lucy Hussey-Bergonzi nel 2009 è stata colpita da emorragia cerebrale a Londra. Dopo due operazioni inutili, i medici hanno avvisato la famiglia. La quale, anziché precipitarsi a donarne gli organi, ha voluto battezzarla cattolica. In ospedale, quando il sacerdote ha fatto gocciolare l’acqua sulla fronte di Lucy, questa ha avuto un sussulto e ha alzato un braccio. Il giorno dopo i tubi e le macchine cui era attaccata non erano più necessari. Oggi Lucy ha ripreso normalmente gli studi. I medici non sanno trovare spiegazione e parlano di «miracolo».

  17. Alberto Conti

    Paolo Pugni for president, grande post del tutto condivisibile (ovviamente da marito).

    @Daniela: non ti sentire in colpa per l’urlaccio alla nipote, ma condivido con Francesca scusati con tua cognata in primis per quieto vivere (usando la scusa della mamma apprensiva che si è spaventata ed ha perso le staffe, il che è forse anche un po’ vero).
    Oltre al quieto vivere è anche per un po’ per quel che diceva Paolo nel post: l’importanza della gratuità. I doni (o i gesti) fatti senza secondi fini possono essere spesso interpretati come ruffianeria (da mogli o cognate) ma a lungo andare rimangono ed emergono per ciò che sono realmente.

    PS: parlo io che faccio fatica a rapportarmi, non con la cognata, ma con la sorella (gli voglio un bene dell’anima ma le spaccherei la testa) 😉

  18. Genny, più che di scusarsi, se con questa persona ci devi comunque convivere e ci tieni, è sufficiente che tu le dica serenamente “Mi dispiace per quello che è successo ieri sera”, lei la prenderà come un tuo modo di chiedere scusa ma queste parole in realtà esprimono solo un dispiacere per l’intero accaduto senza torti o ragioni. Un’alternativa è quella di farti mediare da tuo marito (se credi che non combinerà casini aggiuntivi).

  19. Luigi, Fefral, Daniela, Giuliana (non avevo dubbi che avessi vissuto la stessa mia esperienza, sorella!), Maxwell, Alberto, Francesca, siete mitici….
    vi dico come è andata: lei non mi guarda neanche in faccia, con la bambina non ci sono problemi, la nonna in comune (mia suocera) ha trovato l’occasione per far sapere a tutti che la poverina stanotte non ha dormito per l’agitazione.
    Non mi sono scusata perché prima di vederla avevo letto solo il commento di Maxwell.
    Però prometto che seguirò Daniela e pregherò anche per questo (lei, la situazione, le mie ansie, il rapporto che c’è).
    Ribadisco, siete mitici. Grazie di cuore.
    Paolo, siamo solo a 34, io ce l’ho messa tutta… 🙂

    1. Maxwell

      Ipotesi verosimile se fosse capitato alle famiglie dei miei ex suoceri:

      Allora………la poverina chiama la mamma e le ha raccontato che sei una pazza isterica…..che la sua nipotina non aveva fatto niente di male…….stava solo giocando con il cuginetto……….il tutto con toni di voce particolarmente tristi , spaventati ed angosciati. Il tutto condito dalla perfidia femminile con alcune frasettine che colpiscono le mamme….”il povero fratellino mio con quale persona si è messo….” oppure….”ho paura ha lasciare la bambina in casa di quella pazza scatenata”…….
      Poi la domenica dopo aver scroccato il pranzo gratis fare appunto sapere che aveva avuto bisogno di ansiolitici per riposare un pochino, e far fare nei prossimi giorni una telefonata da una madre preoccupata al proprio figliolo ed incominciare ad inquinare le acque del matrimonio altrui.
      Per il resto…..ha ragione chi dice che a volte ci vuole molto coraggio e umiltà a tacere di fronte ai pirla, però…..
      anzitutto è “a volte”……poi nella MIA personalissima esperienza ho incominciato troppo tardi a capire la differenza tra il SILENZIO SANTO ed il SILENZIO COMPLICE.

        1. Ammazzami.
          Ammazzami di dolcezza. Rimanendo il dolce amico sempre e comunque accanto a me.
          (Tanto io già so’ morta: ecchedddiamine, i miei migliori amici maschi o sono già sposati, o sono gay o sono …separati…

          Affàààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààà

          sigh.

      1. Magari, Maxwell!!!
        La suocera era presente al fatto, e entrambe, cognata e suocera, si sono precipitate a consolare mia nipote addirittura dicendole frasi tipo “Respira, dai, respira, ti prego calmati, per favore bevi un sorso d’acqua che non stai respirando” solo per un urlaccio!!!
        Giuro, non esagero, la rendono una invalida, e poi lo sanno pure loro che io sono una strillona, ma quando le urla sono destinate a lei non ci vogliono proprio stare!!!
        Che fate Max, tu e Daniela vi fidanzate? Sarà complice la mia disavventura? 😀 😀 😀

        1. Maxwell

          Allora devi avere un marito speciale o…….molto sottomesso!! 🙂

          Io sono separato e non posso…..poi DanY è innamorata di Alessandro. 8)

          1. Alessandro

            ecco, sempre io son messo in mezzo, tra le iatture di invecchiare zitelli c’è che la gente comincia a pensare che tutte le nubili più o meno tue coetanee siano innamorate di te e/o tu sia in procinto di innamorarti di loro…

            lassa perde’, Maxwell, non partecipare a ‘sto giochino, non s’indovina mai, si corre solo il rischio di ferire la sensibilità delle persone.
            Per quanto mi riguarda, io sono parecchio sensibiluccio sull’argomento, quindi pregherei di non occuparsi in questo blog della mia vita affettiva, neanche per scherzo.
            Ma te lo dico col sorriso, Maxwell caro, augurandoti una buona serata e una splendida settimana 🙂

          2. Maxwell

            @ Ale
            so che hai capito che non intendevo prenderti in giro.
            Per la serata…..sai come sono ridotto io…..speriamo di non perdere punti in casa partenopea e un torneo di texas holdem dal pc……
            Insomma, una serata di merda!!!

          3. Alessandro

            ti abbraccio, carissimo Maxwell, certo che non mi sono offeso!

            Da juventino mi augurerei un pareggio con spettacolo (così mi diverto a veder la partita), un 2-2 spumeggiante… anch’io mi schiafferò il big match e poi a nanna… non è che farò ‘na serata granché più entusiasmante della tua 🙂

            Sursum corda!

          4. Gulp: ma dicevate tutto ‘sto poco mentre mi trattenevo in Amorosi Sensi col mio Amato Viso a viso tabernacolare?
            Si, innamoratissima di Alessandro, e di Anguria in egualissima misura 🙂 E di Andreas, e di Alvisuccio, e di Luigiotto e di Cyrano e di Scriteriato… ho dimenticato qualcuno?

            DI FEEEEEEEEEEFRAAAAAAAAAAL MIAAAAAAAA!!! E di Giuli, e di…

            ( e pure di Paolo Pugni, ma non glielo dite se no pensa che glielo scrivo solo per aumentare il num. dei commenti. Capì?)

          5. “Io per lei sono solo un passatempo, un’anguria….mi spolpa, sputa i semini e mi abbandona”

            Come osi, Maxwell, ma come osiiiiiiii???

            Ah, in punizione sei, ragazzo. In asprissima punizione.
            IOISEMINIMELIINGOIO E MAI LI ABBANDONO
            e poi….
            quando penso a te mi chiedo spesso che sapore abbia mai un’anguria alla brace.
            – Te sei un barbaro di Lui amante rovente.
            (“Figlio del tuono”, il Re chiamò così uno dei Suoi due cugini di sangue, apostoli martiri tra i primi.
            Nella fornace della Sua calma ogni fiamma ancora più alta arde e con una dolcezza che tutto trasfigura.
            Io spesso ti penso chiedendo al Re di ungerti della Sua dolcezza lasciandoti la tua meravigliosa fiamma.
            Una anguria dolce e alla brace così, capì?)

            Ti voglio tanto bene, anguria di Gesù

        2. Giuseppe

          @ Ale idem! e che pal…. ho preso l’abitudine, prima di accettare qualche invito, di chiedere chi ci sarà!
          E il peggio o il meglio è: si sai sno divorziata ma sono sposata solo l comune…etc Oppure lìamica i comune che cerca di combinare ha un figlio, ma ha solo convissuto ..

  20. Francesca Miriano

    Altra dimostrazione che la famiglia può diventare una gabbia tossica se i rapporti sono di convenienza e obbligati, Da quando passo il Natale con amici carissimi e parenti-amici c’è un’atmosfera rilassata e gioiosa che a volte mancava con la cosiddetta famiglia di sangue.

  21. Fefral

    Ok, oggi l’ingegnere ha deciso che doveva preparare il gattò. Ora spiegatemi perché quando lui cucina ha bisogno dell’assistente mentre quando cucino io non solo sono da sola ma nel mentre svuoto anche la lavastoviglie, carico la lavatrice, stendo i panni, faccio i compiti coi bambini e magari faccio anche una telefonata mentre scrivo nel blog.
    Adesso che “ha” finito mi chiede anche “una mano” per mettere a posto.
    Raga’ ma che parliamo a fare? Genny, non ti curar di lor ma strilla e passa! Baci!

      1. maschio per forza, se no come ci facevo tre figli? Ingegnere non me lo sono scelto apposta, ma è un ingegnere rotondo.
        Il gattò era veramente buono, ma ovviamente ho dovuto pulire io in cucina 🙁

  22. matrigna di cenerentola

    Oggi non me la sentivo proprio di intervenire, perché il problema di Genny con i parenti rischia di significare che tocca a me correre alla riscossa dei nipotastri per tutta la prossima settimana, quindi sto incrociando le dita e sperando in una soluzione rapida…

    Però , alla fine:

    “Quando una donna chiede al marito di mettere in ordine la cucina, e lui, che è disciolto sul divano a guardare la partita, acconsente, sta facendo una affermazione della quale è profondamente convinto. Nessuno dei due ha indicato una scadenza temporale. Ovviamente l’uomo sa quando sarà il momento giusto: nell’intervallo, dopo la fine della partita, dopo le interviste con i tecnici, dopo i commenti da studio. Per la moglie è sempre hic et nunc: ora.”

    Come è vero, se lo legge il mio sposo borbotta che sono 39 anni che mi comporto così. E’ la differenza di approccio? Però se a me il suddetto sposo si azzarda a dirmi che piego bene le camice lo mordo. Forse perché non le so piegare ancora? Grazie per questo bel post, e, anche, per la serenità che finalmente si respira… la domenica fa bene all’umore!

  23. Cara sorellastra, accendo solo ora il computer ma volevo dirti che quando una persona si sente molto ferita dai nostri comportamenti è perché questi l’hanno toccata in un suo punto debole, di sofferenza, di difficoltà. Tua cognata si rende sicuramente benissimo conto di non essere in grado di educare sua figlia. Per questo la tua reazione un po’ irruenta l’ha sconvolta, perché avevi ragione. Nello scegliere il comportamento da tenere dopo il tuo legittimo urlo (quando c’è in pericolo la vita di un bambino urlare è un dovere), cerca di avere compassione, misericordia per la sua difficoltà. E magari trova un momento di calma per dirle che imparare a contenere la sua bambina è il regalo più grande che le può fare. Tanto ormai è offesa con te, non puoi peggiorare le cose dandole un consiglio non richiesto, se lo fai con dolcezza e umiltà. Se trovassi anche il libro di Giuliana Ukmar da regalarle, Se mi vuoi bene dimmi di no, edizione Franco Angeli, e magari una piantina in segno di amicizia, non potrebbe resisterti…

  24. DaniCor

    Paolo,
    Io ho mandato a mio marito il tuo post: è troppo vero, abbiamo fusorari diversi!
    Per quanto riguarda i linguaggi, siamo diversissimi anche noi, ma non “negli schemi” classici (lui è romanticone ed io una maschia via a tratti)…
    Sorellastra, io cerco sempre di tacere per non peggiorare i rapporti (vedi Francesca Mitica Miriano), ma a volte è difficile! Prega la Madonna come ti ha suggerito l’altra Dani!

    1. Mmhhh…..la “MIA” MAAAAAAAMMOLA!!!
      Ma voi ci pensate a quando ce la guarderemo per benino?
      Ah….la Mamma, la Mamma….

      Dio non voglia che alla mia benedettissima morte Qualcuno mi faccia scegliere, lì sull’anticamera del Cielo
      – ma te vuoi vedere prima il Figlio o la Mamma?

      Fortuna che avrei un’eternità per pensarci, io che solo a scegliere il gusto del gelato assisto alle rughe in avvenire del gelataio.

    1. o forse oggi che è domenica siamo rilassate noi e ci siamo riprese il “nostro” salotto mentre i maschietti soffrono (ehmmm maaaax???) davanti alla partita!

  25. Francesca Miriano

    WOW: il milan sta perdendooooooooooo! Funeral house nel mio salotto. Io navigo forsennatamente per trovare volo superecono per baires. C’ho già la testa in Patagonia. Ho trovato questo Skyscanner che non ho mai usato ed è ganzissimo. Se qualcuno conosce qualcosa di meglio batta un colpo. Scri’ nun me sfotte’: sangue terrone tengo!
    Avrei voglia di prendere indegnamente il posto di Alvisino Santo Subito per arrivare a 100 ma mi piace troppo questo clima dolce e rilassato : vi offrirei a tutti la crostata alla crema e frutti di bosco che ho fatto oggi e che mi è venuta proprio bene nonostante un inizio alla Mel Brooks.

    1. 😀 😀 😀

      dopo il mio gattò terrone e il risultato della partita la crostata ci starebbe benissimo.
      Come godo ragà!
      (Max, mi dispiace…. non è vero, non mi dispiace per niente!!! 🙂 )

      1. oh scri…. non fare l’offeso dai! Anche io ho pensato che sfottessi all’inizio 😀
        Noi donne siamo fatte così, smaniamo per ricevere complimenti, poi quando c’è qualcuno che ce li fa non gli crediamo!

      2. Oddio mi so’ persa un pezzo…Ma che succede, Scri? Chi ha sfottuto? Aiutatemi a capire (io prendo le munizioni intanto, ho tasconi militari oggi e pistole a caramella. Avanti, allora? Chi è stato? )

        1. daniè niente che meriti pistolettate e pistolotti!
          Un semplice malinteso. Scri’ ha riempito di complimenti la cugina del genio e lei ha pensato che lui sfottesse….
          Assolutamente in tema col post di paolo sui problemi di comunicazione tra maschi e femmine.

  26. Maxwell

    Il cliente al salumiere: scusi quanto va all’etto la mortadella?
    E che me ne importa…..io chiudo alle 20.00

  27. Roberto

    @ Fefral
    Ho risposto alla tua domanda di ieri e sono stato lungo in una maniera più che imbarazzante, ma non prendere per oro-colato tutto quello che ho scritto: fa’ pure conto che in primo luogo stessi mettendo ordine nei miei pensieri, ok? E’ per quello che ho preso il largo…

    1. ti ho risposto di là. Non ti preoccupare, anche a me scrivere serve per mettere ordine tra i miei pensieri. Infatti ieri commentavo ad alcuni amici che io scrivo nel blog soprattutto per me. Non mi interessa convincere nessuno delle mie idee, nè convertire nessuno. Certo se Alvise si convertisse ne sarei molto felice :-), ma più che pregare (per lui e per gli altri) e farmi conoscere, e voler bene io non sono in grado di fare.
      Lo stesso coi miei amici credenti: confrontarci serve in primo luogo a me, per rafforzarmi su alcune idee, sfrondarne altre magari sbagliate, riordinare i pensieri e soprattutto scaldare il cuore.

      1. Adriano

        “Infatti ieri commentavo ad alcuni amici che io scrivo nel blog soprattutto per me. Non mi interessa convincere nessuno delle mie idee, nè convertire nessuno.”

        “Lo stesso coi miei amici credenti: confrontarci serve in primo luogo a me, per rafforzarmi su alcune idee, sfrondarne altre magari sbagliate, riordinare i pensieri e soprattutto scaldare il cuore.”

        Pure a me.

  28. Velenia

    @Genny,ti dico la mia, da velenia come sono io non chiederei affatto scusa ma anzi passerei al contrattacco:da noi si dice :-“Megghiu’ arrussiare na vota,ca aggiannare centu vote”,(meglio arrossire una volta,d’ imbarazzo,che impallidire 100 volte,di rabbia),io chiamerei da parte la cognata e le farei presente che nessun bambino è mai morto per un’urlata, ma che molti sono morti per essere caduti dal balcone, e che tu sei molto seccata con lei perchè non ha impedito a sua figlia quest’imprudenza.Dopo tutto quello che hai passato mi pare il minimo che tu sia un pò apprensiva ed è veramente un’indelicatezza da parte di tua cognata non tenerne conto.
    Le Miriano,compresa la dott.Francesca,sono sicuramente molto brave a mediare,io no e mi sento di dirti questo,poi prega soprattutto per riuscire a non portare rancore a cognata e suocera,(io sono rancorosissima e devo pregare ogni giorno così,ne va della mia sanità mentale),Po,i quando i rapporti con tua cognata saranno di nuovo buoni,suggeriscile,tra il serio e il faceto,di mettere in cantiere un altro paio di figli,con una famiglia numerosa non vizierà più nessuno!

  29. Francesca Miriano

    SCRITERIATOOO non ti offendere , SCHERZAVO! Se mi stimi così tanto mi fai arrossire troppo e poi mi ci vogliono 2 burqa(con la q) per nascondermi.

  30. Ohhh.
    Mi pare di aver risposto a tutto.
    Ohhh.
    E ora i commenti sono 100.

    Ho un pochino sonn…

    …ho un po’ son…

    …ho sonno e non ce la faccio a…

    …e non riesco a contare troppo ben…

    Ho tanto sonno e allora ades…

    …….facciamo finta che sono cen..

    ..cento commen….

    -CLIK.

  31. DaniCor

    @Roberto e @Fefral,
    Ho letto ora i vostri commenti in fondo al post di ieri e volevo ringraziarvi.
    Peccato che una persona che non sia perseverante non arriverà mai alla fine dei 225 commenti, anche perché i primi commenti erano decisamente fuorvianti.
    Buona settimana a tutti!

    1. con roberto ho una lunga storia (?) di discussioni protratte in coda a vecchi post che nessuno legge più 🙂
      Quando il salotto si svuota c’è il clima giusto per fare discorsi un po’ più personali 🙂

  32. DaniCor

    100
    Paolo,
    Così non devi decidere tra:
    1) rimangiarti la parola
    2) riporre nel cassetto la tastiera (non ci pensare neanche!!!)

  33. C’è che uno si sveglia al mattino e trova 100 commenti e si commuove anche, un pochino più di poco, ed è così felice di avere trovato un’altra compagnia, che visto il titolo del blog si può anche definire senza arrossire “dell’anello” nella quale si sta proprio bene.
    Grazie!
    Paolo

    1. Come sono felice! Questa è la prova che anche quando ho sonno da morire so contare benissimo! Erano dunque 100 già alle 2 stanotte 😉 ! Evviiiiva!

      (Paolone, io avevo una gran voglia, stanotte poche ore fa, sul cuscino a commentare, di scrivere il mio ultimo commento una lettera per invio 😀 ma l’Admin m’avrebbe sbattuta fuori peggio di un ovetto per frittata mentre la Danicor tutto puote 🙂 ! Evviva! Brava Daniela mia!

      Buoooongiorno, mooondo!!
      Nostro Papà stanotte ha tifato per Paolo e ha mandato giù un temporale splendidissimo! (Senti, senti ancora come saetta e tuona ancora! Che spettacolooo!)

      Buoooooooooongioooorno, mondo!!!

    2. oh pugni, e ora vedi di fare il bravo eh? Qua ci si sfotte, non ci si offende (quasi mai), ci si scanna e poi ci si offre il caffè (niente nespresso però!)
      E preparati per la fine del mondo, visto che al tuo ultimo post non ho (ancora) fatto neppure una critica 😉

      1. fine del mondo??? e mi sento ancora così giovane…. però, risolverebbe un bel po’ di problemi….
        Caffé solo Nespresso a casa nostra, I’m sorry, però signore in cambio vi porto George…
        Io sono un po’ permaloso, la frequentazione di questo consesso mi aiuterà a diluirla fino a cancellarla (la permalosità si intende)
        Grazie

  34. Buongiorno Mondo, e Buongiorno Velenia, quanto mi è piaciuta la tua risposta al mio piccolo dramma! Siccome i bambini non si stanno ancora picchiando e a scuola vado nel pomeriggio ora corro a dirmi un bel rosario con le intenzioni che mi hai consigliato tu!
    Paolo, evviva!!!! Al prossimo weekend!
    Caio a tutti e buonissima giornata quasi-autunnale (era ora!)
    PS: ma che fine ha fatto Cyrano???

  35. A me piace l’autunno più di qualsiasi altra stagione, mi piace la pioggia, i colori delle foglie, castagne, cachi, uva e soprattutto quella luce speciale che solo in ottobre e solo a Roma c’è nelle speciali giornate di tramontana.
    Cyrano, accidenti!!!!

    1. «L’autunno ti fa sonnolento,
      la luce del giorno è un momento
      che irrompe e veloce è svanita:
      metafora lucida di quello che è la nostra vita.

      L’autunno che sfuma i contorni
      consuma in un giorno più giorni,
      ti sembra sia un gioco indolente,
      ma rapido brucia giornate che appaiono lente…»

      Accidenti…

  36. Ascoltami, i poeti laureati
    si muovono soltanto fra le piante
    dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
    lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
    fossi dove in pozzanghere
    mezzo seccate agguantano i ragazzi
    qualche sparuta anguilla:
    le viuzze che seguono i ciglioni,
    discendono tra i ciuffi delle canne
    e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

    Meglio se le gazzarre degli uccelli
    si spengono inghiottite dall’azzurro:
    più chiaro si ascolta il susurro
    dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
    e i sensi di quest’odore
    che non sa staccarsi da terra
    e piove in petto una dolcezza inquieta.
    Qui delle divertite passioni
    per miracolo tace la guerra,
    qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
    ed è l’odore dei limoni.

    Vedi, in questi silenzi in cui le cose
    s’abbandonano e sembrano vicine
    a tradire il loro ultimo segreto,
    talora ci si aspetta
    di scoprire uno sbaglio di Natura,
    il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
    nel mezzo di una verità.
    Lo sguardo fruga d’intorno,
    la mente indaga accorda disunisce
    nel profumo che dilaga
    quando il giorno piú languisce.
    Sono i silenzi in cui si vede
    in ogni ombra umana che si allontana
    qualche disturbata Divinità.

    Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
    nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
    soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
    La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
    il tedio dell’inverno sulle case,
    la luce si fa avara – amara l’anima.
    Quando un giorno da un malchiuso portone
    tra gli alberi di una corte
    ci si mostrano i gialli dei limoni;
    e il gelo dei cuore si sfa,
    e in petto ci scrosciano
    le loro canzoni
    le trombe d’oro della solarità.

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