Imparare a pensare

di Jane

Un mio professore coglie sempre l’occasione a fine lezione per ripeterci una delle sue massime (che poi è una delle mie preferite): prima di voler cambiare il mondo, mettete ordine nei vostri pensieri. La tentazione di parlare e di agire senza pensare, è molto forte, sempre, in tutti. I motivi sono tanti. Ciascuno ha i suoi. Il fatto però rimane: se non si pensa prima, ogni parola ed ogni gesto ricadono sotto il comune denominatore della superficialità. Certo, essere superficiali non fa del male a nessuno, figurarsi, alla fine siamo tutte brave persone. Però a noi, in quanto persone, esseri umani, appartenenti alla specie homo sapiens sapiens, per come siamo fatti, per quello che siamo per natura, è chiesto molto di più.

Certo, non a tutti è richiesto. Alcuni hanno saltato un passaggio dell’evoluzione o non hanno completato il ciclo di sviluppo ancora. Darwin c’aveva un po’ ragione. Sennò non saprei proprio spiegarmi, a fronte dell’ ultimo tragico evento di cronaca milanese, una tale mostruosità disumana, e a fronte dell’ultima dichiarazione sull’amore omosex proveniente da un noto oncologo italiano, una tale stupidità (scientificamente provabile).

Un’educazione a pensare, insomma, secondo me, sarebbe una soluzione a molti problemi, morali, sociali, comportamentali. Ma che cosa vuol dire imparare a pensare? Cartesio col suo cogito ergo sum non è che fosse stato proprio molto chiaro.

Chiaro è stato invece un filosofo francese che si chiama Jean Guitton. In un suo libro (bellissimo e alla portata di tutti) intitolato Arte nuova di pensare, spiega chiaramente i passaggi che descrivono come si impara a pensare, partendo ovviamente da lui, Aristotele. Proverò indegnamente a sintetizzarlo.

Dapprima c’è lo stupore. Ci si stupisce di fronte a ciò che non si conosce, e che si è curiosi di conoscere. La curiosità è un elemento distintivo dell’intelligenza e, quindi, del pensiero. La curiosità è quella che spinge verso ciò che ci stupisce e che stimola a cercare di capire meglio, a domandare. Sempre quel mio professore diceva che una persona intelligente più che formulare delle risposte deve saper porre delle buone domande. Probabilmente lo diceva in attesa che qualcuno alzasse la mano per fare una domanda pertinente anziché per chiedere di andare in bagno. Sta di fatto che è vero. Imparare a pensare significa imparare a fare e a farsi domande, a mettere in discussione le cose, a ripensare alle proprie certezze per metterle alla prova.

Pensare è anche discutere, parlare e riflettere a voce alta sulle cose, più o meno importanti. Io credo che uno dei problemi oggi sia proprio la mancanza di questo dialogo, con gli altri e con se stessi. Non si parla più, non si ascolta più, si ha l’impressione che tutti vogliano stare soli con se stessi, con l’iPod nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto. E’ giusto anche saper stare da soli, con se stessi, per riflettere sui fatti propri. Ma noi non siamo fatti per stare da soli. I pensieri vanno condivisi con gli altri, con gli amici. Anche se il primo posto dove bisogna farlo è la famiglia. Parte tutto da lì. Poi si prosegue nel mondo.

Io credo davvero che imparare a pensare porti le persone a riflettere molto di più su di sé, sulle persone intorno, sulla vita, sulle cose importanti, sulle proprie aspirazioni, sul proprio futuro, insomma, su tutto. E quindi a comportarsi meglio, e ad evitare molti, anche tragici, errori. Penso davvero che bisognerebbe sempre ritagliarsi del tempo per farlo. Sennò, se non si pensa, si finisce a fare dichiarazioni come quelle accennate sopra e, magari, ti ritrovi pure il Premio Nobel. Non sia mai.

Per la cronaca, io all’università di buone domande non ne ho mai fatte. E quando vado in giro ho sempre l’iPod nelle orecchie. Ma questa è un’altra storia.

72 pensieri su “Imparare a pensare

  1. Mi piace!
    Il mio padre spirituale di un tempo suggeriva almeno una revisione mensile. Tipo quella che si fa alla macchina, proprio. I settori da controllare, gli obiettivi. Scrivere, fare schemi, tenere un diario. Almeno per chi, come me, se non scrive non pensa.

  2. Lo stupore è filosofia..Anche il mio amato professore Giovanni Reale amava ripetere che saper porre delle buone domande è più importante di saper dare buone risposte..
    Proprio alcuni giorni fa, sul mio blog, ho scritto un post in merito..”L’armonia dell’anima”
    Baci Eleonora

  3. “Per la cronaca, io all’università di buone domande non ne ho mai fatte. E quando vado in giro ho sempre l’iPod nelle orecchie. Ma questa è un’altra storia.”

    Video meliora proboque, sed deteriora sequor!
    Questa mirianide è gajarda

  4. Luigi

    Bel post Laura, scrivi anche: ” Io credo che uno dei problemi oggi sia proprio la mancanza di questo dialogo, con gli altri e con se stessi”. Deduco che dialogherai un po’ di più con noi.

  5. Maxwell

    Imparare a pensare significa imparare a fare e a farsi domande, a mettere in discussione le cose, a ripensare alle proprie certezze per metterle alla prova.
    E’ BELLISSIMO!!!!

    P.S. ” mi sono sposata in mondovisione col Principe del Galles, diventerò la Regina d’Inghilterra……. e tutti parlano del culo di mia sorella”

  6. Alessandro

    Amiche femmine nonché amici maschi der blogghe,

    segnalo che Costanza esordisce come editorialista di Avvenire (p. 2 del numero odierno) e mi congratulo!

    Quanto al post, penso si debba veramente parlare di più, guardarsi in faccia, chiedere “come stai?”, prendersi tempo per ascoltare, per ragionare insieme, per cercare di capire insieme.

    1. Alessandro

      @genoveffa (e chi ci sta), rilanciamo l’idea di un blog meeting (che fine ha fatto l’idea del pellegrinaggio? o magari anche non un pellegrinaggio…)!!

      se parli di incontrare me personalmente, sono nordoccidentale e a Roma vado di rado… però se vuoi possiamo sentirci via mail… in tal caso puoi chiedere all’Adm il mio indirizzo…
      Buona giornata a te e a Filippo!

  7. alvise

    Non c’è un “sistema per imparare a pensare. Il solo sistema, a scuola, all’università (con la minuscola) sarebbe il colloquio continuo serrato incoraggiato tra professori e studenti.
    Ancora di più in una facoltà come filosofia dove credo la nostra giovane “collaboratrice”
    di blog si sta formando (o formattando?). Purtroppo ( l’ho letto qua e là non essendo Io pratico di università e tantomeno di universitari) non è MAI così, Non è MAI così o perché il sitema dell’insegnamento è impostanto, come sempre stato in Italia, nel modo opposto, da professore astudenti, o perché il numero degli studenti (specialmente nelle facoltà umanistiche, cosiddette) non rende possibile nessun rapporto professore studente studente studente professore durante i corsi e nemmeno fuori dei corsi (letto da me). Inqueste condizioni resta solo la curiosità (giusto!) chi ce l’ha, di andarsi a leggere i libri farsi le domande andare su altri libri a vedere come altri hanno risposto o cercato di rispondere a queste domande (anche a Cartesio)sì quella è la cosa più importante e la tenacia chi ce l’ha di addentrarsi nella babele dei ragionamenti vari. Così uno impara a “pensare”.Ho letto che Popper (quel dinosauro stronzo e scientisata vilipeso da tutti chissaperché) invitava i suoi studenti singolarmente a stare con lui nei momenti della giornata più impensati, dal barbiere, dal meccanico in metropolitana apasseggio nel parco a csa sua a mangiare un panino, Qui da noi una cosa del gnere sarebbe almeno improbabile e rara. Quindi va benn ele cuffie tanto sarebbe ugualeanche senza

    1. Miriam

      cercare sui libri è sì importante e necessario.
      Ma la cosa più bella e fruttuosa viene dalla ‘maieutica’ del rapporto personale.
      Ricordate che Gesù rispondeva spesso suscitando nuove domande, col metodo rabbinico?

  8. Credo che Cartesio abbia sbagliato la sequenza dei verbi. “Sum, ergo cogito” E mentro cogito mi accorgo effettivamente che proprio sono, ci sono. Potevo non esserci e porca paletta ci sono mio malgrado. Per tanti è un dono per alcuni, per certi momenti solo magari, pesa come una maledizione. Rimane un dato, che forse almeno a me spesso capita di affogare nell’immediatezza – registro tipico dei nostri tempi. Invece serve mediatezza. Termine bruttarello però vero. Farsi domande e poi imprare a farle a un altro (al quale prima o poi crescerà la maiuscola)

  9. Credo che il pensiero di una persona sia direttamente proporzionale al suo intelletto! I grandi “pensatori” della storia son quelli con grandi orizzonti intellettuali.

    W la cultura!

  10. alvise

    Dani- cor: mi raccomando anche, se lo so, è di certo meno gustoso, ma, almeno qualche volta, CAMISINHA!!!

    1. A me non serve la maglietta della salute! Io non pratico il “sexo seguro”, ma la castità nel matrimonio. Mi dà molto più soddisfazioni!
      (e meno rischi provato scientificamente)
      🙂

  11. alvise

    UN’ALTRA DOMANDA: leggevo citato da qualcuno S. Paolo dire ” le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura” cosa vuole dire? a cosa si riferisce?

  12. giuliana z.

    meno male che Guitton parla dello stupore, perchè sulla profondità di pensiero io faccio un po’ cilecca….e se mi vengono le domande, succede sempre con molto ritardo! prima ascolto (di solito prendo appunti), poi con calma rileggo e e a scoppio ritardato faccio la domanda. Mica tutti abbiamo il motore della Ferrari!

    1. oboe

      Cara Giuliana, secondo me fai benissimo!!! 🙂 Ultimamente ho imparato a diffidare un pochino delle persone alle quali dici una cosa ed in mezzo secondo ti hanno fatto già analisi, diagnosi, prognosi e terapia del problema e concludono con un… tutto qui!!!

  13. paulbratter

    1 luglio 2011
    USA

    Strauss-Kahn in libertà?
    La cameriera avrebbe mentito

    Le accuse di violenza sessuale mosse contro l’ex presidente del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss Kahn starebbero per crollare, secondo quanto riferisce il New York Times, che cita alcuni funzionari secondo i quali la vittima, cameriera di un hotel, avrebbe fornito ripetutamente false testimonianze. Nonostante l’evidenza forense mostri che vi sia stato un rapporto sessuale tra i due – scrive il giornale citando due esperti in giurisprudenza vicini al dossier – la sua accusatrice avrebbe ripetutamente mentito e gli stessi magistrati non darebbero grande credito alle sue dichiarazioni.

    I procuratori – scrive ancora il New York Times – avrebbero incontrato i legali di Strauss Kahn, per discutere l’eventuale archiviazione delle gravissime accuse mosse contro di lui. Il difensore dell’ex presidente dell’Fmi Benjamin Brafman aveva fatto sapere che il suo cliente tornerà in tribunale, per cercare di ottenere una modifica delle condizioni impostegli dopo il suo arresto.

  14. paulbratter

    29 giugno 2011

    Christine Lagarde è il nuovo presidente del Fondo Monetario Internazionale

    fiuuu appena in tempo….però siamo tutti più contenti: E’ UNA DONNA!!!

    1. Alessandro

      tempistica mooooolto sospetta… appena sostituito al FMI ecco che DSK potrebbe essere scarcerato…. sì, mooooolto sospetta

  15. Velenia

    Questo post mi piace assai,un proverbio delle mie parti dice più o meno così:chi domanda non commette errore.Un mio grande amico ripeteva spesso che se nascessimo ora dal ventre di nosra madre,con il grado di coscienza che abbiamo adesso, la prima cosa che proveremmo è lo stupore,lo stupore di fronte al fatto che il mondo esiste,che le cose esistono,da lì nascerebbe la domanda.La domanda più grande,e più importante,per quella che è la mia esperienza,quella che ci fa uomini è la domanda di senso.
    Qui vorrei andare leggermente O.T. e rispondere a quanto detto da Barbara Favi ieri,non si tratta di essere corretti,io francamente me ne infischio di essere corretta, il punto è un altro e riguarda proprio la domanda.
    Forse l’ho già raccontato:quando ero molto giovane,chiedevo a tutti gli adulti che mi capitavano a tiro:-esiste l’ amicizia?Quella con la A maiuscola,quella che ti fa sentire come tuo il cuore dell’ amico,quella che non finisce mai?-Tutti mi rispondevano:-Amici e guardati-
    Allora chiedevo:-Esiste l’ amore vero,quello che dura tutta la vita,queelo per cui saresti disposto a dare la vita?-Risposta:-Il matrimonio è la tomba dell’ amore-
    Continuavo a domandare:-Esiste la Bellezza,la Giustizia,il gusto nel lavoro,insomma esiste la felicità?-Risposta:-Chi è felice è pazzo,bisogna accontentarsi,sopravvvivere-C’era un problema,io ero giovane e tutto in me era domanda,desiderio di Amicizia,Amore,Felicità.Io non volevo sopravvivere,io volevo vivere.Poi,un giorno,ho incontrato degli adulti che non solo non mi dicevano che quello che desideravo era impossibile,ma me lo mostravano già in atto nella loro vita,era la promessa del centuplo,avrei dovuto farmi violenza per non seguirli.
    Quello che ho avuto è stato veramente il centuplo,la possibilità di segiire sempre il desiderio vero,originale del cuore.Una febbre di vita che mi fa dire a 45 anni suonati,come Ada Negri,-Mia giovinezza non t’ho perduta-
    La differenza sta tutta qui,e sei tu che l’ hai detta,sopravvivere o vivere,.Guardare i miei amici per me vuol dire guardare gente viva,non gente corretta.
    Qualcuno sa come venivano chiamati i primi cristiani?

  16. @Alessandro
    Eih!!!
    Per me va benissimo il rilancio del blog meeting!!!
    Settembre/ottobre???
    Pellegrinaggio???
    Medjugorie mi piaceva, ma per semplificare avevamo detto Loreto, che è centrale e si arriva facilmente…
    L’Ospite però è sempre presissima, potrebbe indicarci lei delle disponibilità…

    1. Velenia

      …E se veniste tutti in vacanza in Sicilia? Mare, sole, belle spiagge,e potremmo andare a Siracusa al santuario della Madonna delle Lacrime.Costanza potrebbe presentare il suo libro nella terra del “matriarcato occulto” dove ,sono sicura,sarebbe accolto entusisticamente.

  17. alvise

    LAURA: …imparare a pensare prima di parlare (o scrivere) e questo vale per tutti, ma io mi voglio riferire al fatto delle cameriere di New York. Ora che il “maialone” sembra invece che sia innocente e sarà scarcerato (almeno così dice RADIO CHIANTI GALLO NERO) viene fuori che te avevi ragione e le cameriere (e anche noi?) no. Resta però l’uscita tua infelice sulle camiriere racchie con i mollettoni; e non per il senso del politicamente eccetra corretto, ma per una questione di stile. Se tu avessi pensato di più, credo, prima di metterti a scrivere, non avresti usato quel tono, avresti potuto dire le stesse cose, anche meglio, ma con più classe, e ora, scoprendo che avevi ragione non avresti (se ce lo avrai) il rimpianto di non avere usato uno stile più scarno sui crimini, misfatti presunti e presunzione di innocenza e fumo di complotto. Ti servirà per la prossima volta. Avere ragione senza sbrodolature lasciate dietro: molto meglio!!!

    1. Miriam

      L’importante non è tanto avere ragione, ma dire quello che si pensa. Quando si è tra amici si può anche sbagliare e se succede si viene corretti e si impara qualcosa dalla correzione.
      Quanto al ‘maialone’ mi chiedo se non si è comprato dei testimoni come a volte capita, ma è solo diffidenza da parte mia. E non voglio mettermi a giudicare chi non conosco. Ma ne stiamo parlando accademicamente, mi pare. Quindi mi permetto un’illazione.

    2. Miriam

      Caro Luigi, forse hai ragione tu sull’uso della maschera.
      Ma io penso che dipende dal contesto e soprattutto dalla maturità psicologica e spirituale raggiunta dalla persona.

  18. Alessandro

    Imparare a pensare.
    Quello che il ministro Meloni (non meno dei suoi predecessori di sinistra, peraltro) vuole scoraggiare nei giovani. Ieri parlavo di Travelsex, il passaporto dell’amore (http://travelsex.sceglitu.it/), ossia invito per i giovani vacanzieri a spassarsela praticando il “sesso sicuro”.
    Adesso leggo che oltre al passaporto il ministero italiano ha patrocinato la guida dettagliata per il giovane mandrillino vacanziero, che spiega come il preservativo sia per “un tipo da una botta e via”, la pillola anticoncezionale “una vera amica” che “odia il fumo” e “esige puntualità”, la pillola del giorno dopo “una tipa frettolosa, che si scatena nei fine settimana e piange sempre sul latte versato”. Dulcis in fundo: la lista dei musei e dei luoghi da visitare proposti ai ragazzi dal ministero e dai medici della Società ginecologi e ostetrici. Spiccano: il museo dell’antica cultura del sesso di Shangai, il Museum of Sex di New York, la Hall of Contraception di Toronto, mentre Condom è un piccolo paese a sud della Francia che ospita il “Museo del preservativo”.
    Commenta l’articolista (e non aggiungo altro): “E questo sarebbe uno strumento educativo? Per favore, non scherziamo sul futuro dei nostri ragazzi”

    http://www.scienzaevita.org/rassegne/156c1a6aaf15571543d7b8975da295b7.PDF

    ecco come il ministero della gioventù considera i giovani. Come dei perfetti deficienti. Altro che imparare a pensare…

    1. Alessandro

      sì paul, la guida vacanziera del ministero potrebbe intitolarsi così. Si può consigliarlo alla ministra per l’anno prossimo, però forse il latino (anche se maccheronico) fa troppo fino secondo il ministero per i ragazzi di oggi, secondo il ministero il giovane vacanziero è troglodita irrecuperabile da assecondare

  19. alvise

    Paola Belletti: Cartesione già c’era e nemmanco lo sapeva!!!
    Prima uno ce fosse e poi pensasse, no il contrario!!!
    Ma ne stassimo sicuri?
    Ce se fosse o ce se facesse?

  20. alvise

    DANI-COR: cosa vuole dire, in pratica, “castità nel matrimonio”? E’ una domanda da vecchio maiale?

    1. DaniCor

      Vuol dire col marito, quando vuoi… Vuol dire essere fedele ed essere aperti alla vita (ma sempre responsabilmente se necessario usando i metodi naturali per un controllo della prole). Cosa che a me non serve visto che il nostro problema è farli arrivare!!! Penso che per averne un altro mi toccherà andare a Medjugorie un’altra volta!!!
      (ma prima proverò il metodo molta caipirinha quest’estate)

  21. Velenia

    Ciao a tutti,io vado per il fine settimana in quell’angolo di Sicilia tanto caro ad Alberto,spero di mettere un pò di sale in zucca visto che vado in luoghi dove è abbondante!

    1. Miriam

      Infatti. Intendevo dire, se avesse detto “cogitor” invece che “cogito”, avremmo evitato tutto l’antropocentrismo di oggi, che ha espulso Dio…
      Io penso perché sono e, se ci sono, è perché Qualcuno mi ha creato.
      Quindi, sono pensato dal mio Creatore, perciò esisto.

  22. alvise

    Sia Cyrano a guidarci ,verso posti che nemmeno ci potremmo immaginanre quali posti lo fossero, ma lo stesso benissimo che Velenia ha accennato,
    Siracusa, Ragusa, Noto, e vai e vai sulle spiagge assolate, Capo Passero e avanti, , Montelusa, Vigata, Donnalucata, Scoglitti, Agrigento, e vai e vai, Petrosino, Marsala, Favignana, S.Vito lo Capo, Castelluzzo, Scopello…..

    1. oh, bella! E a che titolo potrei mai azzardarmi a tanto? La Sicilia non l’ho visitata molte volte, anche se m’ha sempre rapito quando ci sono stato!

  23. Verissimo!Come diceva Weber, il problema è il disincantamento del mondo…non ci si stupisce più di nulla perchè tutto è alla portata di tutti, superficialmente, senza che emerga quella sana curiositas che spinge le persone all’indagine, a scavare, a fare esperienza a parlare per aver provato o perlomeno per essersi documentati, per aver fatto proprie le esperienze altrui….manca la curiosità laddove manca l’intelligenza, quell’intelligenza in cui anche l’empatia è fonte di “sapere” di “conoscenza”e di “condivisione”…

  24. anna

    Perché si vive meglio Alessandro. Più si è sciocchi, meno domande ci si fa e meglio è! Fidati!

    1. Alessandro

      Kant in un saggio del 1786 diceva che all’inizio dei tempi dominava la beata serenità dell’istinto, senza patemi e preoccupazioni, poi s’è messa in moto la ragione che ha prospettato all’uomo possibilità prima ignote, spezzando la indolore beata ignoranza dell’istinto, portando al peccato e precludendo all’uomo di “ricadere in questo stato di semplicità e di ignoranza, da cui essa [la ragione] lo fece uscire”… non son convinto, ma son questioni grosse, ne riparleremo! Buonanotte

    2. Alessandro

      Ecco, vedo che è intervenuto anche Luigi, anch’io penso che si debba cercare di essere “consapevolmente felici”

  25. fefral

    quello che ho scritto sopra che vorrei imparare a non pensare, non era una battuta. Ma non era neppure quello che scrive Anna “vorrei non avere imparato a farlo”.
    Perché il passaggio per la razionalità è importante. Fermarsi a elaborare i dati che riceviamo ogni istante della nostra vita, gli stimoli che ci arrivano dalla realtà, metterli in ordine, trovare un filo che li unisce, trarre delle conclusioni coerenti, e decidere le azioni conseguenti non in base all’istinto ma ragionandoci, pronti anche a cambiare idea se il nostro percorso logico risulta fallace in qualche punto e qualcuno ci aiuta a capirlo, confrontare i nostri pensieri con gli altri, mettersi in relazione e anche in discussione ogni tanto…. è la base per quell’essere “consapevolmente felici” cui fanno cenno Alessandro e Luigi.
    Ma esiste un passaggio ulteriore.
    Vorrei imparare a non pensare, a fermare il cervello e a non conoscere la realtà attraverso la razionalità. Vorrei imparare a contemplare, e a stupirmi. E godere di questa realtà senza per forza doverla smontare e studiare.
    Ma per arrivarci bisogna superare la fase dell’istinto e dell’impulsività, poi quella della razionalità, e arrivare a quella del cuore.

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