Piccoli “monasteri wi-fi”

In diverse parti d’Italia ci stanno chiedendo come dare vita a piccoli “monasteri wifi” locali, cioè luoghi di incontro e di preghiera ispirati al nostro annuale Capitolo generale.
Stiamo cercando di capire come organizzarci… Posto che chiunque voglia trovarsi per pregare può farlo come preferisce, ovvissimamente, è anche ovvio che se qualcuno desidera innestarsi nel nostro Monastero wi-fi e prenderne il nome, è bene che le scelte siano condivise con noi, semplicemente parlandone insieme. Con una mail o una telefonata.
L’intento è stare sempre più dentro la Chiesa, per ravvivarla così come è, senza far nascere nuove spiritualità, quindi sempre con l’appoggio dei sacerdoti, e, se c’è, dei vescovi o cardinali locali.
Speriamo di aggiornarvi presto sulle realtà locali, in certe città stiamo cercando sacerdoti, in altre li abbiamo trovati.
Intanto, per chi vuole cominciare a seguire questo cammino di un anno sulla preghiera, che seguirà il Catechismo della Chiesa Cattolica, mettiamo qui a disposizione l’audio e la trascrizione della catechesi fatta sulla prima parte del CCC da don Pierangelo Pedretti, padre spirituale del Monastero, e incaricato di guidare gli incontri di Roma.
Grazie agli eroici volontari romani!

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Dove due o tre sono insieme nel mio nome… #monasteroWiFi

di Costanza Miriano

Dopo il pieno che abbiamo fatto il 2 ottobre a San Pietro, o, per chi non c’era, attraverso le registrazioni delle catechesi, la strada tracciata fino al prossimo Capitolo generale del Monastero wi-fi è chiara: approfondire il tema della preghiera. Con tre punti fermi: 1) pregare; 2) pregare; 3) pregare. Nel senso che tutto quello che si è detto è stato prezioso, ma adesso è tempo di metterlo in pratica, e quello che non si è detto ci verrà rivelato dallo Spirito se pregheremo. Il nostro caro padre Emidio diceva sempre che Dio è cortese, e non vuole disturbare. Per questo si manifesta a noi solo se lo convinciamo che lo vogliamo, se “je facemo ‘na capoccia così, perché ce manni lo Spirito Santo”. Questo è il manifesto di quest’anno. Fare una capoccia così a Dio!

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Quale aiuto senza verità?

di Costanza Miriano

Quindi alla fine la diocesi di Torino è andata avanti, e dopo avere rimandato ha infine tenuto davvero il corso per “insegnare la fedeltà alle persone dello stesso sesso”. 
Il Catechismo della Chiesa Cattolica però continua ad annunciare che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, quindi non vedo come una diocesi della Chiesa Cattolica possa permettere che si insegni la fedeltà a un disordine. Come si può insegnare a rimanere in qualcosa che ferisce l’uomo nella sua più profonda identità, come si può aiutare qualcuno a rimanere nel peccato, che vuol dire “sbagliare mira”? E’ come se una mamma che vede suo figlio che si fa del male lo aiutasse a rimanerci sempre più dentro.

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Abbiamo bisogno di un vertice di Verità

di Costanza Miriano

Comincia fra due giorni il Vertice per la protezione dei minori: dal 21 al 24 il Papa, i vertici delle conferenze episcopali e dei dicasteri interessati ascolteranno le testimonianze di alcuni sopravvissuti agli abusi ed elaboreranno le linee di comportamento da adottare per far fronte a questo dramma. Il Papa vuole la massima trasparenza, è il punto su cui più si è insistito ieri alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, davanti alla folla delle grandi occasioni (la stampa si interessa della Chiesa quasi solo quando può rimestare nel torbido), e vuole fare le cose molto sul serio, come mostra anche il provvedimento da lui preso con sentenza inappellabile su McCarrick (anche se, lo ricordiamo, il suo non è un caso di pedofilia ma di abuso di giovani uomini a tutti gli effetti, sebbene in alcuni casi non avessero compiuto 18 anni).

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CRISTO DISCESE AGLI INFERI

dal Catechismo della Chiesa Cattolica (632-635)

 Le frequenti affermazioni del Nuovo Testamento secondo le quali Gesù « è risuscitato dai morti »  presuppongono che, preliminarmente alla risurrezione, egli abbia dimorato nel soggiorno dei morti.  È il senso primo che la predicazione apostolica ha dato alla discesa di Gesù agli inferi: Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti. Ma egli vi è disceso come Salvatore, proclamando la Buona Novella agli spiriti che vi si trovavano prigionieri. 

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Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?

di Costanza Miriano

Caro don Gian Luca Carrega,  mi dispiace molto che lei abbia ricevuto in un anno un solo invito a un matrimonio (non si dice “tradizionale” come scrive la Stampa: è l’unico matrimonio possibile, quello senza aggettivi, quello sacramentale, quello fra un uomo e una donna) e ben tre unioni civili, che lei definisce gay, e che invece si chiamano omosessuali, perché gay è una parola supina all’ideologia omosessualista. I gay infatti non sono affatto più contenti della media delle persone.

Mi dispiace molto per lei, ma si faccia due domande. Forse lei non è abbastanza credibile, come sacerdote. Forse non profuma di Cristo, forse nessuno attraverso di lei segue la proposta di fede della Chiesa perché lei non fa evangelizzazione per inseguimento, come vuole il Papa. Forse attrae solo un determinato tipo di persone perché lei gliela manda per il verso loro: cioè dice loro che va bene così, che va bene quello che stanno vivendo, che nella vita è tutto uguale purché si stia bene. Che non c’è bene e male assoluto. Discerniamo. Non è questo il compito di un pastore, di un sacerdote. Il suo compito sarebbe quello di annunciare la Verità di ogni uomo, che è Cristo.

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Rendete a Dio quello che è di Dio

 

Omelia di padre Maurizio Botta di questa mattina nella chiesa di Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giuseppe Benedetto Labre a Roma, dove è conservata una reliquia di san Giovanni Paolo II

La pigrizia mentale e la pigrizia di amore sono compagne. Anche con Gesù siamo pigri nell’applicare il dono della nostra intelligenza alle parole che ascoltiamo di lui. Anche in questo si manifesta la nostra mancanza di amore per lui. Riflettendo scopriremo che con la sua piccola risposta, rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, Gesù scontentò proprio tutti. Tranne il Padre suo, tutti furono delusi. Scontenti i collaborazionisti alleati dei Romani, come politici avrebbero preferito che la frase si concludesse con Cesare, rendete a Cesare quello che è di Cesare, punto. Scontenti restarono i focosi zeloti che quella frase di rendere a Cesare quello che è di Cesare, proprio non avrebbero voluto sentirla. Tra questi delusissimi molti dei dodici di Gesù che aspettavano da un momento all’altro la svolta politica, con un Messia politico e liberatore dall’impero romano. Scornati i farisei che avevano posto quella domanda con malizia, per trarre in inganno e si videro sgusciare dalle mani Gesù. Gesù è intelligente e ironico e troppo spesso lo dimentichiamo. Da risposte con non sono né bianco né nero, ma nemmeno un grigio democristiano di mezzo, Gesù da risposte di luce che sono sempre sopra. Rendete a Dio quello che è di Dio Continua a leggere “Rendete a Dio quello che è di Dio”

Gay scout dell’Avvenire

di Costanza Miriano

Il problema della pagina che l’Avvenire ha dedicato domenica al caso degli scout omosessuali è principalmente la collocazione all’interno del giornale: la pagina denominata catholica. Sarebbe stato più appropriato la pagina varie, o altro, o liquida, se si preferisce il latino. Perché nel modo di affrontare la questione non c’è assolutamente niente di cattolico. Se si fosse affrontata la conversazione in un qualsiasi salotto di gente non credente, ovviamente aperta, multiculturale, di larghe vedute, refrattaria ai dogmi come impone il pensiero medio, non retriva come noi cattolici che pensiamo che la Verità sia una sola possibile, gente che beve uno spritz la sera in riva al mare, sarebbero venute fuori più o meno le stesse conclusioni. Conclusioni di buon senso, forse, ma incuranti delle posizioni del magistero della Chiesa, e persino del Papa a cui forse credono di conformarsi: il caso è sempre da affrontare, bisogna discernere, includere eccetera eccetera.

Ma entriamo nel merito, con un’ultima nota preliminare. Accettare la parola gay senza neanche un cosiddetto davanti significa inchinarsi alla mentalità omosessualista di cui quella parola è figlia. La parola gay non è mai usata nei documenti della Chiesa, e si sa che la lingua è la prima scelta culturale che possiamo fare. Continua a leggere “Gay scout dell’Avvenire”

«Cristo tutto intero» nella Croce

di Claudia Mancini

«La bellezza e il colore delle immagini [sacre] sono uno stimolo per la mia preghiera. È una festa per i miei occhi, così come lo spettacolo della campagna apre il mio cuore a rendere gloria a Dio» [1]. Tutti concorderanno con queste parole di San Giovanni Damasceno, nel sottolineare il connubio fecondo tra immagini sacre e preghiera: rinviano l’una all’altra in ciò che raffigurano come in ciò che esse significano. Con l’approssimarsi della Pasqua di Resurrezione vorremmo presentare alcune opere dell’iconografia cristiana, magari come sostegno e stimolo per la preghiera. La nostra presentazione inizia dall’iconografia del Crocifisso, e, alla fine dell’esposizione, saranno chiare le ragioni più e meno evidenti di questa scelta. Continua a leggere “«Cristo tutto intero» nella Croce”