CattoPride

 

di Costanza Miriano

A volte lo Spirito Santo arriva con rombo di tuono, a volte ci sussurra piccole rivelazioni tra le pieghe di gesti insignificanti, ripetendole anche più volte per quelli (quelle) particolarmente lenti di comprendonio. Nell’attesa della Pentecoste di domenica prossima, ieri mattina secondo me lo Spirito ha tentato per l’ennesima volta di spiegarmi una cosa, mentre bevevo il mio latte con la pelle (la panna che si raggruma sul latte intero scaldato, secondo mio figlio Bernardo).

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Sì lo voglio!

Dice Douglas Coupland: “Ma poi mi viene in mente questo: alle cene di famiglia, mamma e papà raccontavano spesso del loro primo incontro. Un giorno mamma, per andare in biblioteca, aveva preso una strada diversa da quella consueta, e aveva visto papà. Si erano scambiati un sorriso, e avevano rotto il ghiaccio. E’ una storia molto commovente, e non ci stancavamo mai di sentircela ripetere e ripetere, assaporando i dettagli del loro personale mito della creazione: che vestito indossava la mamma quel giorno, quali libri avevano sottobraccio, la prima bibita insieme. Nostro padre firmava sempre l’epilogo dicendo: “Provate a pensarci, ragazzi. Se quel giorno vostra madre fosse andata in biblioteca per la sua solita strada, oggi non sareste qui!”.

Ho riflettuto molte volte su questa dichiarazione di mio padre, e più ci penso più mi sembra assurda. So per istinto che in un modo o nell’altro io sarei qui comunque; per qualche motivo inspiegabile, ho la sensazione che non mi sarei perso la mia nascita per niente al mondo. Per cui deve esserci un tornaconto in questa esperienza”.

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Ma c’è anche la rana

 

Ieri mattina, miracolosamente sveglia a un orario dignitoso, mi sono avvicinata a mio figlio che usciva per andare a scuola. Lui era di spalle e ha fatto un balzo. “Oddio!”. Ha cominciato a pettinarsi freneticamente con tutte e due le mani. Poi si è girato e ha capito che l’ombra che aveva visto sulla porta di casa era la mia, non la sua. Era il mio cespuglio mortaccino e incolto quello che vedeva, non i suoi capelli forti e morbidi di giovanetto che si affaccia alla vita. continua a leggere

Sottomissione alla riscossa

 

Allora chiariamo subito una cosa. Ognuno deve fare la sua parte. C’è chi predica e chi razzola. Io mi candido per la parte della predicatrice, che razzolare bene è troppo faticoso.

Dopo l’uscita del libro ho ricevuto qualche bella dose di critiche. Quelle a me come persona – essendo io una mediocre razzolatrice, appunto – sono probabilmente tutte giuste, e anzi ce ne sarebbero molte altre da fare (ma certo non sarò io la delatrice, perché mi sto simpatica). continua a leggere

Oppure siamo liberi

 

La domanda non è da quattro soldi. Forse è la domanda dell’uomo moderno. Visto che sono libero, come devo vivere? Come devo o posso usare la mia libertà?

Una domanda a cui è difficile rispondere senza punti di riferimento esterni, quando l’orizzonte è basso come i soffitti delle chiese moderne, quando non si alza più lo sguardo verso le altissime volte di cattedrali che già da sole ispirano un senso religioso, perché da lì dentro sei certo che sei un nano e devi per forza aggrapparti a qualcosa che almeno ti faccia arrivare al finestrino. Non capirai tutto, da quei frammenti di immagini che riesci a rubare saltando su fino al vetro, ma almeno ti fai un’idea.

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Quando comincio col mambo

Fedele alla linea del maiale – non si butta niente – ho deciso di rispondere con un post alle osservazioni che mi ha mandato per e-mail una persona. La persona mi è molto cara e la ritengo intelligente, per cui vale la pena un piccolo sforzo di spiegazione. Le critiche sono più o meno di questo tenore:

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Il triangolo no

La fedeltà è superata. Bisogna ridefinire nuove regole.

Era questo più o meno il senso della risposta data dalla Aspesi a una lettrice in crisi matrimoniale nell’ultima puntata della Posta del cuore, mia settimanale lettura culto sul Venerdì di Repubblica.

Dopo che ho smesso di lacrimare dalle risate – anche il grottesco può essere esilarante – mi chiedo: che regole vuoi definire se togli la fedeltà? “Caro, sappi che da oggi vado a letto con altri uomini il martedì e il venerdì. Gli altri giorni no, perché io sono una donna onesta. Il venerdì me ne serve uno esperto di cinema iraniano. continua a leggere