di Costanza Miriano
Oggi è il giorno in cui faccio pace con Roma, il giorno in cui quasi amo le reti arancioni che circondano buche per anni, il traffico, lo sporco, la confusione, le strisce di plastica che impediscono il parcheggio perché arriva l’ambasciatore del Tuvalu e che spuntano come funghi appena ti giri, le ore necessarie a fare qualsiasi cosa, la disorganizzazione e, ogni tanto, quell’euforia incredula quando trovi un posto sulle strisce bianche proprio davanti a dove devi andare, e ti guardi intorno con fare circospetto, in attesa dell’asteroide che decreterà la fine della vita sulla terra, perché non c’è altra spiegazione a un evento tanto eccezionale. Oggi però festeggiamo i santi patroni della città, i santi Pietro e Paolo, e allora mi ricordo del privilegio che abbiamo noi che possiamo andare a trovarli senza dover fare ore di viaggio.
Qui abbiamo le tombe, e qui ancora risiede fisicamente l’eredità dei due grandi apostoli, del capo della Chiesa e di colui che ha percorso tutto il mondo per portare la gente a Cristo. Sulle loro tombe, sul colle Vaticano e sulla via Ostiense, si fonda tutto ciò in cui crediamo, qui possiamo toccare con mano la prova che la fede non è un parto della nostra fantasia, ma una Verità per la quale tantissimi fratelli hanno dato il sangue, tutto insieme, i martiri, o una goccia per giorno, i cristiani che hanno cercato di essere fedeli. Qualcosa per cui ancora oggi si continua a morire, come ha ricordato stamane Leone XIV.
Mi sembra dunque il giorno giusto per ricordarci che il 20 settembre faremo insieme un piccolo pellegrinaggio aperto a tutti proprio dalla Basilica di san Paolo a quella di san Pietro, le due basiliche che – come ha detto proprio oggi il Papa – ci raccontano ancora oggi che Dio sceglie ciò che è scartato e lo rende grande e glorioso, proprio come Cristo, la pietra scartata, è diventata testata d’angolo.
Il 20 settembre andremo sulle tombe di dei due più grandi Apostoli di cui “Il Nuovo Testamento non nasconde gli errori, le contraddizioni, i peccati” e il pellegrinaggio è per “scoprire – dice Leone XIV – che anche noi come loro possiamo vivere di conversione in conversione. Perché il Risorto, più di una volta, è andato a prenderli per rimetterli sul suo cammino. E la loro grandezza è stata modellata dal perdono”.
Anche per noi, in qualunque punto del cammino di fede ci troviamo, con l’entusiasmo degli inizi o con la stanchezza di chi deve riconoscere che è sempre alle prese con lo stesso combattimento, quel giorno è pronto un grande perdono, se lo chiediamo. Perché cominceremo al mattino con due catechesi proprio sul perdono, e su Cristo che è la vera porta santa passando la quale si cambia il cuore, o meglio, si chiede che Dio ce lo cambi. Poi cammineremo per circa 7 chilometri (un’oretta e mezza a passo molto tranquillo) tutti insieme lungo il Tevere pregando e ascoltando ancora parole che ci aiutino a preparare il cuore. Infine passeremo la porta santa di san Pietro e sulla sua tomba parteciperemo alla messa.
Abbiamo pensato gli impegni collocati nella parte centrale della giornata, in modo che chi non vuole o non può dormire a Roma possa farcela ad arrivare da quasi tutte le città di Italia. Sarà sufficiente arrivare a san Paolo alle 10 anche se noi cominceremo prima con la preghiera di “attesa”, e si potrà ripartire da san Pietro alle 16.30, tagliando corto con i saluti (ma per chi potrà fermarsi ci saranno anche quelli).
Il link per l’iscrizione è QUI
per scaricare la LOCANDINA QUI
Vi chiediamo di iscrivervi per tempo in modo da allertare con la massima precisione coloro che ci scorteranno – ovviamente sono già allertati, ma più riusciamo a essere precisi sui numeri, più l’evento avrà possibilità di riuscire in modo ordinato e tranquillo – e da predisporre le sedie nella Basilica di partenza e in quella di arrivo, e anche, per il cammino, di un’amplificazione adeguata. Si può partecipare anche solo in parte, per esempio solo a San Paolo (anche quella porta è Santa!), o solo a san Pietro, magari unendovi da via della Conciliazione per il passaggio della porta e la messa. Oppure si può essere presenti nelle due basiliche, ma invece del cammino a piedi si può prendere un taxi, la metro, l’autobus, la macchina: ci sono persone che non se la sentono di camminare e va benissimo lo stesso, ognuno sa quello che può o preferisce fare. Per chi volesse contribuire, anche solo con 5 o 10 euro, per coprire le spese che quest’anno saranno doppie, l’Iban del conto intestato a MONASTERO WI FI è sempre il solito:
IT70C0303201400010000709065
BIC/SWIFT:BACRIT22GEN
Oppure, per tenerci allenate le coronarie, potrete donare direttamente quel giorno, così fino alla fine saremo costretti a fidarci della Provvidenza, che è sempre un bell’esercizio.
Quel giorno sarà possibile confessarsi, ma se si riesce ad arrivare confessati è anche meglio; magari anche con un piccolo cammino preparatorio alle spalle, sappiamo che più le facciamo magari preparati, la grazia di Dio agirà con più forza se le avremo un po’ spianato la strada. Di sicuro questi sei anni sono stati una lunga catechesi di preparazione: il primo anno abbiamo riflettuto su come mettere a tema la vita spirituale, e avere un piano; il secondo abbiamo ascoltato catechesi sulla Parola di Dio, il terzo sulla preghiera, il quarto sulla confessione, il quinto sull’eucaristia, il sesto sul digiuno. In tante città italiane sono nate piccole comunità di persone di buona volontà che hanno ascoltato catechesi su questi temi. Siamo pronti per chiedere un cuore nuovo!


Cara Signora Costanza, Civis Romanus Sum e lo sono fino al midollo. Anche io piango per i buchi dei marciapiedi, per il traffico caotico, per la disorganizzazione delle nostre istituzioni (basti pensare alle tribolazioni subite da tante persone, soprattutto anziane, per ottenere la carta di identità elettronica) ma poi, quando penso a tutto ciò che trascende le nostre difficoltà quotidiane e che vedo incarnato nello stesso nome di ROMA, io mi commuovo e capisco che amo la mia città come fosse una creatura umana. Basta così: ho detto tutto.
Lo so, sono una goccia nel mare, ma durante il vostro pellegrinaggio chiedo umilmente una preghiera per il mio matrimonio che sta andando a pezzi. Grazie! Spero che Costanza legga. Claudio da Empoli. Grazie.
Buongiorno Claudio. Non sono Costanza ma sono Silvia: aiuto Costanza nella gestione del Monastero WiFi romano. Da parte sua e da parte mia e del nostro Monastero posso comunque assicurarti la nostra preghiera per il tuo matrimonio.
Coraggio!
Grazie, mi è di molto conforto. Davvero. Grazie!
Penso che ci lasciamo, sai. Dopo 33 anni di matrimonio.
Caro Claudio anche io ho passato la notte oscura nel mio matrimonio; ma ricorda esso andrà a pezzi solo se smetterai di pregare. Nel cammino degli anni può accadere che il giogo lo porti uno soltanto..portalo con dolore e gioia, con amore e speranza incrollabile. E’ un Sacramento e tu hai fatto una promessa. Ricordalo!
Ti ringrazio.
Evidentemente state davvero pregando per noi: le cose vanno (un pochino) meglio. Continuate, per favore.
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