“Ci saranno santi tra i bambini”

di Costanza Miriano

Dalla madia accanto al mio letto la foto dei tre pastorelli di Fatima fotografati poco dopo avere visto l’Inferno – regalo di padre Serafino Tognetti – mi guarda quando vado a dormire, e quando mi sveglio. Non è facile togliersi dalla mente quello sguardo, e le parole di padre Serafino. I bambini dopo avere visto quanto soffrono i dannati, accettano di trasformare la loro vita – che per Giacinta e Francesco sarà brevissima – in una continua offerta di sofferenze piccole e grandi per la salvezza dei peccatori. Alcune sono sofferenze accettate, la malattia, la solitudine, altre invece ricercate, mortificazioni e sacrifici piccoli e grandi, continui, scelti per offrire in riparazione qualcosa che salvi i fratelli (il tema della sofferenza riparatrice è troppo grande, bisogna tornarci).

Combinazione, la foto è appoggiata sopra la pila infinita dei libri da leggere, e mi accorgo che sta proprio sul libro “Ci saranno santi tra i bambini”, di Pina Baglioni (ed. Paoline), che racconta quattro storie incredibili. Due ne conosco già, quella di Carlo Acutis e Sara Mariucci. Le altre due invece non le avevo mai neppure sentite nominare; comincio a sbirciarle, ma presto mi accorgo che non riesco a smettere di leggere. Le vite di Manuel Foderà e dei fratelli Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina sono un intreccio incredibile di segni di presenza concreta e tangibile di Dio nel quotidiano. Sono storie segnate in modo decisivo e pesante dal dolore, ma anche da una certezza profonda: è Dio che guida la storia, ogni storia, e che anche la croce più assurda si può attraversare con allegria, se si è certi di essere tenuti per mano. Anzi.

“A un certo punto – scrive l’autrice  – Manuel (che ha nove anni e sta per morire, n.d.r.) comincia a rifiutare gli antidolorifici. Nonostante il dolore, rimarrà fermo nella sua decisione, che spiegherà così: “Gesù ha bisogno della mia sofferenza per salvare le anime… Durante uno degli ultimi ricoveri in ospedale, nel corso di una conversazione telefonica con il vescovo di Trapani, il bimbo ne approfitta per parlare del dono dell’eucaristia e chiedergli una cosa che gli sta a cuore: “Vescovo, per favore, puoi dire ai tuoi sacerdoti di abituare tutti ad almeno cinque minuti di silenzio per poter parlare e ascoltare Gesù nel proprio cuore? Pensa all’ultima persona che fa la comunione, non ha neppure tempo di dire ‘ciao’ a Gesù!” Addirittura in una lettera, suggerisce al vescovo cosa dire ai fedeli: “Imparate a stare in silenzio, e qualcosa di meraviglioso succederà, perché quando lui entra diventa una bomba di grazia che vi fa sentire protetti e al sicuro. Rimanete in compagnia con lui, Se state male, lui vi darà la forza di sopportare ogni sofferenza. Se siete tristi, vi darà la forza di sorridere. Se siete annoiati, vi darà la sua gioia. Se siete pieni di rabbia e nervosi, vi darà la forza di calmarvi. Tutto potrà accadere solo se avrete fiducia in lui, perché lui vi ama molto più di quanto voi lo possiate amare!”

Manuel è molto appassionato di fuochi artificiali, e una sera dice alla mamma che la Madonna glieli ha promessi. La mamma risponde che per quella sera non sono previsti, ma all’ora detta da Manuel, arrivano. Chissà, forse anche a noi Dio parla così, ma abbiamo perso la povertà di spirito dell’infanzia e non lo sentiamo più, non vediamo i segni. Non i segni straordinari o i miracoli, ma il significato profondo di ogni cosa che accade. O forse Dio dà concede questa intimità con Lui a chi accoglie docilmente il mistero della croce nella sua vita; tutti e sei i bambini sono morti piccoli. E mi chiedo perché tanti santi bambini: conosco anche altre storie simili a queste, non famose ma semplicemente raccontatemi da genitori o dai loro amici. “Ci saranno santi tra i bambini” aveva detto Pio X. Chissà perché. Forse per mostrare quello che anche Santa Teresina e Chiara Corbella Petrillo, e madre Speranza e santa Faustina hanno detto con le loro vite. Non dobbiamo puntare a grandi opere, ma solo lasciarci amare. O forse c’è qualcosa di più che Dio vuole dirci ancora, visto che la rivelazione è sempre in atto. Se qualcuno ha spiegazioni, sono tutta orecchie.

14 pensieri su ““Ci saranno santi tra i bambini”

  1. Una possibile spiegazione l’avrei: in un mondo disumano dove gli adulti, nel migliore dei casi, recitano la parte di se stessi i bambini sono gli unici a essere ancora “umani”.
    La santità (almeno per come la si intendeva un tempo) scarseggia tra gli adulti (ricordate l'”apostasia silenziosa” di cui parlava Giovanni Paolo II?) e il Signore la suscita tra i bambini. Per completare, dicono i teologi, il numero stabilito dei santi, che compensa quello degli angeli caduti.
    Ma il Demonio non sta a guardare e probabilmente per questo oggi non si fanno più figli. La tentazione può presentarsi anche sotto forma di “comoda” vita di devozione e di pietà, per evitare responsabilità e scelte esigenti. Non a caso, anche i conventi sono vuoti. Il 50% delle donne tra i 18 e i 49 anni non ha figli e ne vedo tante “parcheggiate” in chiesa. Sarà che non ci sono uomini alla loro altezza…

    1. JillPole

      Mi sembra che la seconda parte del commento, oltre a trascendere un po’ il contenuto del post, sottintenda un giudizio un po’ affrettato su una realtà che molte volte non deriva da una scelta, anzi, spesso rappresenta una croce per tante persone. Appartengo al 50 % delle donne tra i 18 e i 49 anni senza figli che tu menzioni, e al momento mi ritrovo parcheggiata in chiesa, come dici tu, non certo per libera scelta. Non entro nei dettagli della mia vicenda personale, perché ci sono ferite che non hanno ancora smesso di sanguinare. La Chiesa però è il luogo dove il mio dolore viene preso sul serio e accompagnato. Conosco molte altre giovani donne (e uomini) nella stessa situazione, che ogni giorno chiedono al Signore la grazia di poter costruire una famiglia, che sentono forte in loro questa vocazione e che soffrono ogni giorno per la solitudine in cui vivono. Non nego che in alcuni casi possa anche essere come dici tu, non lo so, ma per favore, vorrei invitare tutti voi a non essere precipitosi nel tirare le somme sulla vita altrui, specialmente di chi non conoscete. Questi giudizi implacabili sono come sgambetti per chi sta cercando di portare la propria croce. Grazie, scusate se sono uscita dall’argomento del post di Costanza.

  2. Non è certo a caso la Parola:

    «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.»
    Matteo 18,3

    Storie da cui abbiamo tanto da imparare e lodiamo Dio per avercele regalate attraverso questi fanciulli.

  3. 61angeloextralarge

    “Dio dà concede questa intimità con Lui a chi accoglie docilmente il mistero della croce nella sua vita”: grazie Costanza! Concordo ed aggiungo che la cosa più profonda che hanno i bambini e che dovremo avere anche noi è la capacità di vedere le cose con la stessa semplicità di Dio. Lodarlo per un ciclamino spuntato dal fango seccato dopo un’alluvione devastante… Lodarlo per il sorriso di qualcuno che si conosce e si sa sofferente, ma anche e soprattutto per quello che ti rivolge uno sconosciuto. e così via: il nostro cuore crescerà e si abbandonerà come un bimbo svezzato in braccio a sua madre o padre. E’ un dono da chiedere!!!
    Santi bambini e/o giovani ne potremmo citare tanti, attualissimi. Nennolina, Marietta, il “nostro” Filippo. O un po’ più grandicelli, Maria Chiara Messina. Poco conosciuti a volte, ma fonte di Grazia e di grazie. Chiediamo il loro aiuto, che non mancherà di certo. Smack!

  4. MauroMaura

    Ciao Costanza! Abbiamo avuto ospiti nella nostra parrocchia di Oca Marina in provincia di Rovigo i genitori di Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina a luglio. Sono rimasti con noi 2 giorni per una testimonianza nella serata dedicata ai bimbi e giovani prematuramente scomparsi. Una vera grazia! Carolina e Giuseppe accompagnati da una giovane famiglia ci hanno regalato il quotidiano della loro normale e straordinaria famiglia! Miracoli nascosti nelle piccole cose di tutti i giorni… I tre vulcani della gioia li hanno definiti e non poteva essere diverso…. lode al Signore che ai piccoli svela i grandi misteri del Suo progetto d’Amore….

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  6. Nami8

    Nel libro “Giacinta” di p. Serafino Tognetti, dedicato alla santa pastorella di Fatima, c’è un’appendice molto toccante in cui sono raccolte diverse vite di santi bambini. Ve lo consiglio!

  7. Chiara bellani

    Conosco la vicenda di uno di questi “piccoli” sconosciuti: Riccardo Avanzini
    Cara Costanza, fattela raccontare da Don Pierangelo Pedretti…conosce la famiglia

  8. Laura

    Grazie Costanza, quanto mi fa bene leggerti ❣️Tvb
    Rinascere dall’Alto… Occhi e orecchie, tatto, gusto, olfatto e cuore che torni a stupirsi ed entusiasmarsi come un bambino.
    Vieni Spirito Santo ❣️🔥
    Vieni per Maria 🌹

  9. Roberto

    Il dolore e la sofferenza vengono dalla natura, dal peccato , dal nostro limite e dalle leggi che regolano l’universo . Da Dio non può venire il male. Lui è la Via, la Verità e la Vita.Non ci ha detto di soffrire come ha sofferto Lui ma di amarci l’un l ‘altro come ha fatto Lui. Solo la natura ci offre dolore e sofferenza.

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  11. Prov

    Ho una devozione particolare per i santi bambini. Più per loro, per dire, che dei santi che sono “solo” santi.
    La Gloria di Dio si manifesta potentissima nei bambini. Leggete le loro storie, sono meravigliosamente sconvolgenti.
    Come fa un bambino che parla a malapena a rivolgersi con tale confidenza e sapienza verso Dio, il quale non è da loro conosciuto con altri mezzi se non quello della grazia soprannaturale?
    Lo può fare perché… Dio esiste. Solo per questo.
    Tutto quello che si dice è giusto. In particolare che la loro innocenza è gradita (e affine) a Dio stesso. Ma il grande segno per noi potrebbe essere un altro: la prova (una delle tante) che Dio esiste e ci ama e non c’è necessità di cercare altro la prova di ciò.
    Come spiegare, ad esempio, la sicurezza di una bambina di nemmeno 6 anni che entrando in una qualsiasi chiesa mai vista si dirige speditamente e a “bomba”, senza alcuna istruzione in tal senso (nemmeno particolarmente religiosa), verso il tabernacolo e resta in preghiera davanti a lui perché “sa” che lì dentro è nascosto il Signore?
    O un’altra che della stessa età, passando distrattamente davanti alla TV, vede una scena del film su S. Giovanna d’Arco e osservando lo schermo per alcuni istanti se ne esce severa con queste parole: “Perché parla con il diavolo? Non si deve parlare con il diavolo!”. La scena era in realtà neutra: Giovanna parlava con un signore il quale non lasciava intendere alcunché della sua natura. Ma si, era proprio il diavolo che la tentava nella sua cella.
    Di casi così ce ne sono a decine: leggete le storie di questi bambini. Parlano con Dio perché Dio li chiama e loro, semplicemente, rispondono. Non escludo nemmeno che lo vedano.
    E un’altra bambina che sorridendo tranquilla dice: “Ho parlato con Gesù, mi ha detto che questa cosa non accadrà”. Ed in effetti non accadde, nonostante fosse assolutamente ragionevole che accadesse il contrario (e sarebbe stato un disastro).
    No… La fede dei bambini è potente e non ha bisogno di chiacchere né teologie… Dio esiste e ci ama e tramite la loro purezza la misericordia di Dio ce lo conferma al di là di ogni ragionevole dubbio.
    Di che altro abbiamo bisogno?

    Lo so… l’articolo parlava della sofferenza dei bambini… Ma non ho resistito alla tentaziaone di parlare della loro santità. D’altra parte… perché, Gesù non era puro e umile di cuore come un bambino?

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