Quel mio piccolo «sì» all’Amore

A novantacinque anni compiuti, suor Maria Pia Giudici, autrice del volume Donne. Da Sara a Edith Stein. Ritratti di vita (Elledici, pp. 142, euro 11,90), conserva una straordinaria lucidità. Ha trascorso l’intera esistenza a testimoniare il Vangelo e ora risiede a Subiaco, in un antichissimo monastero da dove continua a offrire il suo esempio e la sua lezione di donna innamorata di Dio e pienamente realizzata. Le abbiamo rivolto alcune domande.

Maurizio Schoepflin

 

Molti ritengono che una persona consacrata abbia perso la libertà. Cosa può dire al riguardo?

Fin da piccola ho amato essere libera. Pensi che a tre anni, approfittando della porta di casa socchiusa, me ne andai da sola a passetti decisi all’aria aperta, facendo preoccupare molto i miei cari. Verso i sei anni da casa mia, a Viggiù, feci un esodo memorabile, che ricordai a lungo: una robusta magnolia mi invitò a cimentarmi con le arrampicate sugli alberi; ricordo bene il brivido che provai quando giunsi così in alto da far temere che il ramo su cui ero seduta si spezzasse.  Mi piacevano particolarmente i giochi all’aperto, osservavo divertita il comportamento materno della gatta Pucci coi suoi  micetti   e le schiere di formiche rosse in colluttazione con quelle nere. Nell’adolescenza i miei grandi amori furono i libri di avventura, le corse in bicicletta, il tennis e, d’inverno, prima una piccola slitta e poi gli sci.

E dell’educazione familiare cosa ricorda in particolare?

Ho avuto una mamma che mi accompagnava nelle piccole decisioni, soprattutto circa la scelta delle compagnie da frequentare. Un giorno di agosto le chiesi di prendere parte ai canti e ai giochi allo “snack bar” con dei giovani villeggianti appartenenti alla “società bene”. La risposta fu un no deciso, confermato poi da mio padre. Mia madre mi disse: “Lì c’è solo vuotaggine di pensiero e di parola. Anche in vacanza non è bello perdere la testa”. Mi invitò piuttosto ad accompagnarla dai poveri. Ricordo ancora quando andammo in una catapecchia per soccorrere una famiglia in miseria. Non fu l’unica volta che andai con mia madre in quel luogo. Lì avvenne il mio primo incontro con la morte: in piedi, in una cucina fuligginosa, stava una donna magrissima che teneva in braccio un bimbo di qualche mese. Arrivai appena in tempo per sentire qualche singulto del piccino. Poi lo vidi reclinare la testa. Era spirato. Quelle visite diventarono lezioni di vita e ben presto fui lieta di potermi dedicare a una specie di “doposcuola estivo” per i ragazzi dell’Oratorio.

Si trattò, dunque, di una vera e propria svolta nella sua esistenza?

Sì. Da allora cominciai  a vedere la vita “sub specie pulchritudinis”, cioè ad apprezzare i doni del Creatore, cercando di diventare io stessa dono, almeno per alcune ore al giorno. Tuttavia non tralasciai lo sport. Alle liete remate in barca a Porto Ceresio e a Porlezza alternavo le corse in bicicletta, spesso fin troppo sfrenate. Amavo avvertire la sferzata dell’aria pura sul volto e provavo una specie di brivido dell’infinito, quasi volando su strade in discesa. Finché un giorno percepii che l’Infinito, con tanto di lettera maiuscola, esiste realmente: è Dio, Amore senza confini. Credo di essermi consegnata a Lui quel giorno stesso.

A tanti anni di distanza rifarebbe quella scelta?

Non mi sono mai pentita di quel mio piccolo «sì» all’Amore senza sponde, che non mi impedì tuttavia di continuare gli studi universitari con interesse. Da allora in poi anche la mia femminilità dispiegò le sue possibilità e capacità. Ciò che ho scritto nel libro Donne esprime in qualche misura la mia gioia di appartenere a quella schiera di persone che oggi vogliono essere la continuazione del «sì» di Maria: come Lei vergini, come Lei in certo modo madri, purché ogni giorno la Parola di Dio, letta, pregata e vissuta, potenzi in noi «l’eterno femminino» in cui lo Spirito Santo genera Gesù ogni giorno. Così la piena consapevolezza della mia identità sessuale mi fa essere lieta e libera di amare nel vento vivificante del Vangelo.

Dunque, la fede in Gesù le ha permesso di realizzare anche la sua femminilità?

Sì, perché la donna  si esprime soprattutto attraverso alcune qualità specifiche: l’intuizione, la mitezza, la tenerezza, il coraggio nel dolore e nelle decisioni benefiche e ardite, la dimenticanza di sé per  promuovere la vita e debellare ogni volontà di egoismo, di vendetta, di  potere esercitato a danno dei piccoli, dei deboli, dei poveri. Invoco spesso Maria perché acconsenta a renderci, almeno un po’, simili a Lei, che il libro dell’Apocalisse presenta come la “Donna vestita di sole”.

fonte: Giornale di Brescia del 23/1/2018

19 pensieri su “Quel mio piccolo «sì» all’Amore

  1. Da Roit Silvano

    E’ bello poter avere la testimonianza di fede gioiosa e convinta di una persona consacrata. Nonostante l’eta’ si avverte una giovinezza ed una forza particolare.
    Gioia ed energia, amore allo sposo Gesu’ Cristo e a tutti i fratelli e le sorelle, e’ cio’ che noi ci aspettiamo da chi ha dedicato tutta la sua vita in modo speciale al vangelo.
    Grazie

  2. Maurizia

    E, una bellissima testimonianza mi ha commosso, non ho mai commentato a nessun ma questo bellissimo articolo mi ha toccato nel più profondo grazie.

    1. exdemocristianononpentito

      Sicuramente la gande fede ha aiutato suor M.pia, però io credo che fosse una persona già molto sana, di mente di corpo, “di suo” come si dice.
      In un certo senso la sua grande fede e la sua buona salute, stiano fra loro in rapporto dialettico, reciprocamente rafforzandosi.
      Purtroppo io non arriverò a qeull’età lì:
      in primis perchè non ho quella po’ po’ di fede che ha la suora (mi si perdoni l’espressione, – po’ po’ di fede – ma penso che sia quella più efficace),
      in secundis perchè, a 59 anni, io, tutti i giorni, devo prendere le pillole per la pressione, per la prostata e per il colesterolo: : figuriamoci se c’arrivo a 95 aanni!!

      Se l’admin mi consente benevolmente e cortesemente solo un piccolo OT rivolto ad alessandro e Bariom, vorrei dire che non discuto sullle loro argomentazioni filosofico teologiche sul divieto di contraccezione, in risposta a quanto dicevo io, perchè non è questa la sede per farlo, però riguardo al fatto che il sesso fra coniugi NON sia un diritto nascente dal matrimonio canonico, hanno torto, perchè in diritto canonico è solitamente riconosciuto questo diritto in capo agli sposi, e il diritto canonico ha, alla base, la scrittura e la tradizione, non le chiacchere, ed inolltre io, modestamente, l’esame di diritto canonico all’università, l’ho fatto………….e presi pure un bel voto………………

      Tal diritto lo si evince dal combinato disposto degli artt. (“canoni”) 1084, 1088, 1134 e 1697 del vigente Codex Juris Canonici…

      1. Alessandro

        @exdc

        Hai affermato che i coniugi hanno “diritto a fare sesso”.
        Dillo a un canonista con la testa sulle spalle, presentandogli pure tutto il combinato disposto che vuoi, e poi dimmi se questo canonista è d’accordo con te sull’affermazione che per la Chiesa cattolica i coniugi “hanno diritto a fare sesso”.
        Se è d’accordo con te, se non ti contesta, allora ha bisogno anche lui sicuramente di qualche pastiglia, perché evidentemente ha perso la trebisonda…

        Inoltre, va tenuto presente che alll’interno del tuo commento in questione (come ciascuno può constatare rileggendolo) la stravagante affermazione suddetta era funzionale a giustificare la liceità in taluni casi della contraccezione.
        Liceità invece che non è alcun modo ammissibile, come ho mostrato

        p.s. ringrazio qui Bariom per il ringraziamento che mi ha fatto nella risposta a quel commento…

        1. Di nuovo Alessandro mi precede e c’è poco da aggiungere a quanto scrive.

          Se hai studiato exdcp e sei stato tanto “bravino” da prendere un bel voto, abbi il rispetto del Diritto Canonico per non far dire ad Esso quel che non dice (“diritto di fare sesso”! e magari con la contraccezione in aggiunta) o almeno abbi la decenza di usare i corretti termini che il “fare sesso” non è di certo contemplato.
          Altrimenti il tuo bel voto vale tanto quanto zero.

          Non risponderò oltre.
          Non voglio abusare di questo OT.

      2. Emanuele

        Non sono un canonista e non entro nel merito se esista un diritto ad avere rapporti sessuali per una coppia sposata. Quello che certamente non esiste è il diritto a peccare.

        Provo a fare un parallelismo. I lavoratori hanno diritto a ricevere il giusto salario, tant’è che non pagare gli operai è un “peccato che grida vendetta al cospetto di Dio”, uno dei più gravi. Chi non da la giusta paga, non solo compie un reato civile ma anche un gravissimo peccato.

        Però, nonostante il diritto di essere retribuiti, qualora il padrone non lo facesse, non esiste il diritto di rubargli il denaro, di minacciarlo o aggredirlo o di protestare in modo facinoroso (nuovamente sono reati e peccati). Ancor meno esisterebbe questo diritto di prendere con violenza ciò che ci spetta se il datore fosse in acclamate difficoltà economiche (es. Fallimento), quindi per cause accidentali.

        Quindi gli sposi, anche se avessero diritto a consumare i loro rapporti intimi, non hanno quello di farlo in modo peccaminoso (es. Usando anticoncezionali, facendo sesso in modo disordinato) neppure se è sorto un impedimento accidentale che impedisca loro di avere normali rapporti. Infatti, tutti i peccati contro il 6° comandamento si possono commettere anche se si è legittimamente sposati…

  3. exdemocristianononpentito

    Chiudo l’O.T con queste brevissime precisazioni:
    1) l’espressione “fare sesso” era impropria, ma si capiva che io volevo riferirmi al “diritto di esplicare lecitamente l’attivià sessuale con il coniuge nell’ambito di un matrimonio canonico regolarmente celebrato”;
    2) la questione della contraccezione è logicamente e cronologicamente successiva a quella del diritto di cui sopra, e su quest’ultima io ho detto che non entro più-

    Direi che la questione può dirsi definita. Ringrazio l’admin per la pazienza e mi scuso per aver intnrodotto questo OT

  4. Bellissima testimonianza di suor Maria Pia Giudici,

    Nel mio piccolo posso dire questo,
    è verissimo che Dio ci parla già nella tenera eta …si percepite di più, ma nel caso mio non sono stata molto attenta, eppure capisco sempre di più che il Suo piano per me ,era diverso del mio.( Ecco perché dico che non sono stata molto attenta….
    Sicuramente per le condizione famigliare di allora, penso !!..
    Non lo so….ho scelto il matrimonio,fondare famiglia,..ma era questo la mia strada ?? per raggiungere la vera libertà interiore…non ne sono certa….
    Questo non vuole dire che non sono felice con il mio marito NO…ma il dubbio rimane è una cosa più forte di me, ci sarà un perché che non conosco del tutto, sicuramente…..
    Un giorno Dio me lo dirà, i Suoi piani sono sempre migliori.
    Grazie, e buona notte a tutti voi che Dio vi Benedica e protegge compreso la mia famiglia.

    1. fra' Centanni

      Molto, davvero molto interessante marierose. Anch’io ho un’inquietudine del genere; credo di essere stato molto distratto da piccolo ed anche in giovane età. Però ho la sensazione che con Dio sia sempre possibile recuperare. La mia vita è molto più piena di significato e di valore oggi che non trent’anni fa. E dire che sono quasi un vecchio, ormai. Eppure… non sono mai stato così pieno di entusiasmo e di curiosità come ora. Non è strano in fondo: il fatto è che prego molto, ma molto di più oggi che non quando ero giovane… e che Dio esiste e mi ama, ci credo davvero ora.

      1. “Quasi un vecchio…” mammamia hai solo un anno meno di me! Vero che l’uomo nella sua vecchiaia sarà rigoglioso e darà ancora frutti, ma non acceleriamo i tempi 😉

      2. Grazie Fra’ Centanni,……
        sono d’accordo con te.. le distrazione giovanile passano…e credo che tutti le abbiamo avuti…..
        Poi arriva il momento della riflessione della tua vita, è un grande grazia veramente grande.

        Nonostante tutto credo che nei cuori di ogni uomo una luce c’era, e c’è tuttora anche se non stavi attenti, con l’eta ed esperienza di vita, comprendi molto meglio il tuo vivere, e tutto prende un senso profondo di crescita per il bene con il bene.

        Per me questo è avvenuto negli anni 90 e posso veramente ringraziare per questa grazia.
        Anch’io non sono più giovane anzi mi avvicino più verso i 70, oramai..c’est la vie…

        Che Dio esiste ci credo,e mi ama cosi come sono.pregi e difetti …
        Ti auguro una bellissima giornata e ancora grazie. Ciao !!!

    2. @marierose, fai attenzione, spesso il dubbio è il terreno dove il Maligno gioca d’astuzia e ci trae in inganno…

      Così quando magari le cose in famiglia dovessero non andare bene, ecco che inizia come un tarlo: “vedi, lo dicevi che non era la tua strada, hai fatto di testa tua e ora ti trovi fuori del piano di Dio per te e le cose vanno male…”

      Resta ai fatti: hai un Marito, una Famiglia, siete uniti da un Sacramento che CERTAMENTE Dio benedice.
      Rimani alla concretezza della tua storia, non inseguire fantasmi.

      Il passato è passato, il futuro non ci appartiene, nell’OGGI possiamo scegliere ogni giorno di compiere la Volontà di Dio.

      Buona notte 😉

      1. Buongiorno Bariom,

        Ti ringrazio amico,
        in fatti è vero devo accettare e amare la mia storia,nulla è per caso, anzi….
        Quello che è stato è stato, ho coscienza che devo vivere l’oggi , ieri è passato, il domani è nelle mani di Dio……concordo pienamente. ne ho fatto l’esperienza e ci credo.

        Certo il maligno attacca sempre quando meno te l’aspetti, questo lo visto. Ed è furbo…..
        Ma so che la Potenza di Dio è più forte, è li che mi rifugio, e certamente non piace al maligno …

        I fantasmi non le voglio……..cerco il Volto di Dio nella mia storia, camminare nei Suoi sentieri, sentiero della vita…..non altro.. credimi…
        La mia famiglia è una benedizione senza dubbio, anche se mi manca la mia carissima figlia, sono certa che prega per noi, e io per lei.

        Buona giornata e grazie per la risposta.

  5. Guendalina d'Alba

    Sig.ra Costanza, sono ancora in tempo per farle gli auguri di buon onomastico? Ecco…tantissimi auguri e che San Costanzo la protegga…buona serata,Guendalina.

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