La Chiesa omofoba e cattiva è solo nella vostra testa (e nei vostri articoli)

di Costanza Miriano

Il premio per l’articolo più intellettualmente disonesto del 2017, salvo sorprese dell’ultimo giorno, per me va a Paolo Rodari, col suo pezzo sul sacerdote omosessuale che fa coming out ed è applaudito dai parrocchiani. Se lo merita perché invece lui sa benissimo come stanno davvero le cose, ma racconta, ovviamente sempre virgolettando e attribuendo ad altri, una realtà che non esiste.

Cioè una Chiesa omofoba e cattiva, che giudica e opprime le persone, che le fa vergognare e le costringe a vivere nel segreto, e infine un prete coraggioso che rompe l’omertà. Non è assolutamente vero che le cose che stanno così. Solo dentro la Chiesa ho incontrato persone davvero capaci di abbracciare il vero bene delle persone con attrazione per lo stesso sesso, capaci di dire loro la verità ma anche di dire loro “ti voglio bene qualunque cosa tu scelga di fare”, perché tu vali il sangue di Cristo. Capaci di dire: se non stai bene nella tua condizione, se vuoi aiuto per guardare alla tua ferita, io posso starti vicino nella ricerca della tua verità. Solo nella Chiesa ci sono persone capaci di questa virilità, di questa chiarezza di giudizio.

Dunque, i fatti: padre Gregory Greiten, un sacerdote di non so quale ordine religioso (forse dei Gesuiti di padre Martin?), parroco a Milwaukee ha sentito il bisogno di raccontare ai suoi parrocchiani di provare attrazione per persone del suo stesso sesso. I parrocchiani avrebbero applaudito, il vescovo avrebbe“timidamente approvato, e tutto ciò ha subito indotto Repubblica, notoriamente molto interessata alla vita spirituale delle persone, a dare alla vicenda la prima pagina.

Vorrei innanzitutto ricordare al sacerdote che gay è una parola ideologicamente connotata, ed è contro il Catechismo, perché vuol dire contento, mentre per il Catechismo della Chiesa Cattolica, che non è cambiato nonostante la nuova veste editoriale e il commento di Enzo Bianchi (tra gli altri), se gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, evidentemente l’omosessualità viene da una ferita, se fosse una condizione naturale gli atti conseguenti sarebbero ordinati).

Vorrei ricordare anche che a noi fedeli non interessa affatto l’orientamento sessuale del sacerdote, che comunque, che si senta attratto dagli uomini o dalle donne, deve vivere nella castità del corpo e del cuore, e la cosa decisamente non riguarda l’assemblea, ma lui e il suo confessore. Altro che “I preti della chiesa cattolica romana e del mondo dovrebbero incoraggiare a rompere il muro del silenzio e dire la verità sulla propria identità sessuale”. L’identità sessuale è una: maschio o femmina, e quello che interessa i fedeli è solo questo.

Il padre, e con lui Rodari, appare scandalizzato dal fatto che dai seminari venissero allontanate le persone “sessualmente attive”, mentre a me sinceramente pare il minimo. Se uno chiamato al celibato è sessualmente attivo, c’è qualcosa che non torna, ed è preciso e necessario dovere dei formatori far ripensare la scelta. O forse la si vuole incoraggiare perché così i giornali hanno qualcosa di cui (s)parlare quando un sacerdote fa sesso con una parrocchiana, o meglio ancora un parrocchiano, o magari un bambino così possiamo sparare (giustissimamente) sui preti pedofili? E’ un preciso dovere della Chiesa non permettere il sacerdozio a chi non ce la fa neppure all’inizio, quando l’entusiasmo dovrebbe essere al massimo, a mantenere l’impegno della castità.

Una parentesi: ho visto seminari in cui si respirava una particolare virilità tra i ragazzi (ne ho visti altri in cui non era così), e sono i seminari del Cammino Neocatecumenale, che peraltro sono oltre 110, e tutti strabordanti di giovani (a differenza degli altri): è stata una vera gioia. So che si fa una grande attenzione alla chiarezza su questi temi. Il sacerdote deve essere molto virile, perché dare la vita, saper morire è una cosa da maschi.

E infine la perla: “Fin dai giorni del seminario negli anni 80, mi è stato insegnato che l’omosessualità è qualcosa di disordinato, indicibile, qualcosa da punire”. Riportare il virgolettato senza un minimo di commento vale da solo il premio disonestà. La Chiesa non dice affatto di punire l’omosessualità. Anzi, a volte, a giudicare da quanto fanno carriera certi, è fin troppo indulgente. La Chiesa non dice che è qualcosa di indicibile ma anzi incoraggia il guardare con verità alla propria storia, e propone dei cammini (Courage, obiettivo Chaire) per partire con onestà dalle proprie ferite, che sono sempre delle chiamate: per tutti, perché tutti siamo feriti, e la Verità ci fa liberi. E’ dalla nostra particolare e unica ferita che passa Cristo, da quel punto in cui ci scopriamo particolarmente non autosufficienti. Solo nella Chiesa ci sono persone veramente libere e veramente felici, perché solo Cristo ti dice chi sei davvero, ma ti ama lo stesso.

Detto questo, ma che noia questi pezzi sulla Chiesa cattiva e omofoba. Eddai, cambiate genere per il 2018, fateci divertire un po’.

117 pensieri su “La Chiesa omofoba e cattiva è solo nella vostra testa (e nei vostri articoli)

  1. In pratica ogni altro sacerdote potrebbe annunciare in chiesa: sono eterosessuale! Ma ai fedeli non dovrebbe importare un tubo delle preferenze sessuali del sacerdote.
    Certo che se l’eterosessuale si trova anche la findanzatina o il gay il fidanzatino le cose prendono un altro aspetto! 🙂

  2. Gabriella Redolfi

    Standing Ovation per Costanza!
    Mandalo a Repubblica come “lettera al direttore”
    Buon 2018 !

  3. Patrizia

    Che tristezza però vedere così distorte le verità fondamentali di chi è chiamato al sacerdozio.
    Grazie Costanza per la tua chiarezza e determinazione!
    Buon 2018 a tutti i lettori.

  4. Mario

    Costanza, alcuni pastori sono colpevolmente sopiti ma il Signore sta suscitando in alcuni parole coraggiose che indicano la strada. “Vi assicuro che anche le pietre parleranno”. Grazie.

  5. Nicoletta

    Brava Costanza!!
    Una cosa che nessuno ha mai spiegato è come mai un sacerdote ( normale? Eterosessuale? Decidete voi) può liberamente e coscientemente decidere di vivere la propria vocazione in castità come chiede Santa Romana Chiesa, e uno con tendenze omosessuali non può assolutamente fare la stessa scelta, se non sentendosi represso! C’è qualcosa che non torna…

  6. claudia

    grazie! ne avevo bisogno. un raggio di chiarezza e verita` nelle tenebre della stampa mondiale.
    come si fa a spiegarlo anche a chi non legge il tuo blog? come si fa a comunicarlo senza ferire o alienare o essere alienati come pazzi o fascisti? non si può tenere dentro. solo per noi stessi. e` come rubare. vorrei poterlo scrivere sui muri a lettere cubitali e che tutti lo potessero leggere.
    l’ho post in facebook, ma non sono popolare e meta dei miei amici parlano inglese. mi piacerebbe che il tuo blog fosse ANCHE in inglese, così molta più gente lo leggerebbe.
    comunque grazie dal profondo del mio cuore e che Dio ti benedica.

  7. Vorrei ricordare anche che a noi fedeli non interessa affatto l’orientamento sessuale del sacerdote…

    Ciò che veramente interessa è vedere che anche l’orientamento sessuale è orientato a Dio, in Dio vissuto e subliminato a dimostrare per tutti (anche gli sposati) che Dio basta! (e per la verità “ne avanza” se volessimo fare una battuta).

    Per cui, veramente, che cavolo ce ne frega della proclamazione delle “attrazioni” o degli “orientamenti” del singolo/a consacrato/a??
    A meno che costoro ci rendano noto che seguono e traducono in pratica tali attrazioni o orientamenti… allora ci sarebbe da piangere, altro che da applaudire.

    Tutti hanno da vivere il combattimento, nella propria carne per la maggior Gloria di Dio …e questa è la vera virilità!
    (Che a ben vedere lo stesso si dovrebbe dire per chi ha una disordinato orientamento verso il cibo, il denaro, la fama, gli idoli di questo mondo)

    1. Personalmente non avrei da aggiungere a quello che avete scritto.

      Però non si può tenere conto di questo:

      https://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/12/10/news/papa-francesco-omosessualita-se-sei-gay-in-seminario-non-entri-stretta-vaticana-su-futuri-preti-110272/

      Al punto 199 si legge infatti che “in relazione alle persone con tendenze omosessuali che si accostano ai seminari, o che scoprono nel corso della formazione tale situazione, in coerenza con il proprio magistero, la [C]hiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay. Le suddette persone si trovano, infatti – prosegue il documento della congregazione per il Clero – in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne”. E, ancora, “non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate”.

      Frasi tutt’altro che scontate o banali, al punto che il sociologo Massimo Introvigne ha sottolineato come “per essere esclusi dal seminario bastano le tendenze, anche in assenza di pratica”. Francesco lo disse già un anno fa [ndr. nel 2015]: “Occhio alle ammissioni ai seminari, occhi aperti”. Spesso tra chi cerca riparo in seminario, si nascondono “disturbi psichici”.

      Questo documento conferma, mi pare, una decisione già presa da Benedetto XVI precedentemente (forse anche prima). Notate che qui facciamo certamente riferimento a disposizioni che non sono necessariamente dogmatiche e che in linea di principio potrebbero essere cambiate; che però non vuol dire che debbano essere necessariamente cambiate.

      Ma il punto è: che senso ha emanare disposizioni se poi rimangono lettera morta? Perché proprio le disposizioni ortodosse rimangono lettera morta, anzi si fa tutto il contrario, con entusiasmo? Don Ariel Levi di Gualdo – ma non solo lui, anche mons. Oko dalla Polonia – da parecchio tempo (molto prima del 2013) fa presente – pubblicamente e con argomenti – che ci sono parecchi preti omosessuali; certi seminari sono contaminati, essendolo pure gli insegnanti, e sostiene che ci sono vari motivi per cui questo succede (comodano preti preda delle passioni carnali e ricattabili). Ha denunciato apertamente più volte queste cose. Non è mai successo niente; non è stato ripreso lui per aver detto cose non sostanziate, né sono stati ripresi i responsabili.

      Perché la Chiesa è diventata una burletta, un circolo anarchico dove ognuno fa quello che vuole – però solo certi poi vengono ripresi pubblicamente, come il card. Sarah, o Mueller, o altri? Perché lo tolleriamo?

      1. Però non si può NON tenere conto di questo:

        [e vi avverto che fino ad oggi ho fatto l’infermiere in casa, ma adesso la febbre ce l’ho pure io, quindi potrei scrivere più strafalcioni del solito]

        1. Ovviamente il gaio padre Gregory Greiten, non è uscito da un seminario l’altro ieri, quando cioè l’attenzione dei Papi non era così centrata sul tema…

          Auguri Fabrizio per l’influenza ( speriamo che la febbre non porti con sé “deliri mistici” 😀 😀 )

          1. Grazie. Ma parrebbe non influenza, nel senso classico, visto che prende le parti del corpo in posizione opposta alla sede del pensiero (tranne che per qualche noto eretico).

  8. Albe

    Scusami Cost, forse a te non interesserà sapere l’orientamento sessuale del sacerdote ma a me importa eccome. Per un semplicissimo motivo: un omosessuale non può accedere a nessun grado dell’ordine.

    Il “fattaccio” denota il buonismo di certi formatori che hanno dato accesso l’ordine per via di un ideologia buonista. Oggi c’è anche l’aggravante “denuncia”.

  9. Francesco Paolo Vatti

    Bellissimo articolo! Mi ricorda la frase di Chesterton, secondo cui sarebbero arrivati tempi in cui bisognerà dimostrare che le foglie sono verdi. Mi pare che questi tempi siano pienamente arrivati.

  10. fra' Centanni

    Scusate, forse sbaglierò, ma a me l’orientamento sessuale dei preti interessa eccome. Non sarei per niente contento di sapere che i miei figli o i miei nipoti sono seguiti spiritualmente da un prete asessuale omoerotico.

    Ma porca miseria, ma possibile che non ci rendiamo conto che un prete deve essere normale? Quando un prete arriva a manifestare le sue pulsioni omoerotiche, siamo già alla follia! Ma il male comincia molto prima. Il male comincia quando si ha paura a dire che una persona turbata da pulsioni omoerotiche non è normale! E se non è normale, se non è equilibrato e forte, non è giusto forse tenerlo lontano dai bambini e dai giovani? Invece non solo non ci si preoccupa di difendere i più deboli dagli abusi, ma addirittura si tollera che diventino preti purchè stiano zitti?

    La Chiesa è impestata di questa gente, prima ce ne rendiamo conto e meglio è.

  11. Mi viene in mente una cosa…..Nella vita ogni persona ( maschio e femmina ) abbiamo una chiamata, sia per il matrimonio, sia consacrati, sia celibe ect….
    .voglio dire che per un Cattolico è bene che fa un vero e sincero discernimento…. a cosa è chiamato./a .Soprattutto se vuole diventare un bravo prete casto, cosi anche per le consacrate di ordine religiose:( non so spiegare meglio )….

    Buon anno !! a tutti voi……pace e bene.

    Ps scusatemi se il mio italiano non è coretto…Grazie.

  12. Dico che chi ha questa ferita deve affrontarla e chiedere al Signore la guarigione, così come va fatto per tutte le altre ferite. la conversione è un cammino, anche per i sacerdoti. Non esorto certo a convivere pacificamente, ma a fare un cammino. Questo vale per tutti. Se un prete è avido, se calunniatore, se attaccato alla carriera, se non prega etc., deve fare un cammino di guarigione.

    1. Raffaella

      Concordo, la vita e, di conseguenza, la vocazione è un cammino che porta, come hai detto, a guardare le ferite e, con l’aiuto di Dio, a guarire. Poco importa se queste hanno creato nella persona dubbi sulla propria sessualità, dubbi che possono guarire solo in Gesù Cristo. È importante che la scelta della vocazione sia certa è salda. Ho sentito testimonianze incredibili che si sono risolte in matrimoni saldi e vocazioni salde, il nostro peccato è la spina nel nostro fianco ( vedi San Paolo) sta a noi non cedere. Chi è senza peccato?…… Preghiamo per la Chiesa, per sante vocazioni e per l’ordine sacerdotale. Ogni giorno. Auguri

  13. fra' Centanni

    Cara Costanza, lo sai che ti stimo e ti seguo da tanto tempo. Però su questo punto non mi sembra sufficiente quello che dici, scusami.

    Chi ha questa ferita ha un grave problema che però può risolvere o comunque contenere, nel silenzio e con pudore, con la Grazia di Dio. Certo.

    Aggiungo, di mio, che se non riescono a risolvere il problema, cioè se non riescono ad essere casti, devono almeno stare zitti! Devono vergognarsi ed in nessun caso devono dare adito al benchè minimo sospetto. Devono tacere e con vergogna nascondere il loro peccato. E tutto questo, naturalmente vale anche (non solo!) per i sacerdoti che hanno questo problema. Tacere e vergognarsi.

    Concordo poi sul fatto che tutti, non solo le persone asessuali omoerotiche, devono chiedere la guarigione al Signore e devono imparare a convertirsi ogni giorno camminando sempre dietro a Gesù. Certo. Senza la Grazia siamo tutti egualmente peccatori.

    Però… però questo non basta ad essere buoni sacerdoti, mi spiace. Naturalmente, un sacerdote che si vergogna sarà sempre incomparabilmente migliore di chi si rende protagonista di affermazioni oscene e volgari, quali quelle rese da padre Gregory Greiten. Ma sarà comunque un sacerdote emotivamente non equilibrato, con un’identità ferita, incapace, a mio avviso, di essere un buon educatore. Tanto meno per i giovani.

    Allora la soluzione è quella di chiudere i seminari a questi signori. E chi riesce ad infiltrarsi e poi si fa scoprire, deve essere spretato senza tanti complimenti. Non è per tutti essere sacerdote.

    1. Se tu credi che sacerdoti non siano anch’essi uomini feriti dal peccato originale e da ogni altro genere di peccato (non per forza consumato e fatto proprio, meno che meno sbandierato siamo d’accordo), che ogni giorno lottano per mantenere la Grazia, forti solo in Dio, ti sbagli di grosso.

      Questo non basta a fare di loro dei buoni sacerdoti?
      Forse …non lo so, ma io sarei già contento.

      Emotivamente equilibrati? Mah… tanti Santi parevano non esserlo più di tanto.
      Ho idea che tu idealizzi un po’ troppo.

      In un Uomo Santo, brilla la Forza di Dio, la presenza dello Spirito Santo, non il suo “equilibrio” o le sue doti umane.
      Ne conosco di persone molto, molto equilibrate, ma non per questo sono segno di Gesù Cristo.

      1. Luigi igiuL

        San Giovanni di Dio fondatore dell’ordine religioso Fatebenefratelli era affetto da turbe mentali.

        Santa Luisa de Marillac, fondatrice delle Figlie della Carità di san Vincenzo de Paoli, era affetta da un attaccamento di natura nevrotica al figlio.

        Fonte: Ritratti di santi di P. Antonio Maria Sicari, ocd
        E di santi con qualche rotella fuori posto ce ne saranno sicuramente di più. Al momento non me ne vengono in mente altri.

      2. fra' Centanni

        Bariom, qui non si sta parlando di essere o non essere peccatori. Certo che anche i sacerdoti sono peccatori, è normale. Ma qui si sta parlando di una perversione che incide profondamente sul loro equilibrio e sulla loro identità; non si tratta di un gesto d’ira o di una omissione dovuta a viltà (per esempio), queste sono cose che possono succedere a tutti e da cui chiunque, se vuole e con la Grazia di Dio, può emendarsi. Ma le pulsioni omoerotiche, se profondamente radicate, rendono impossibile il sacerdozio. Attenzione: rendono impossibile il sacerdozio, non ho detto che rendono impossibile la santità. Perché il sacerdote è anche un educatore, uno capace di mediare tra il popolo e Dio, uno capace di sacrificarsi fino a dare la vita per i suoi. Roba da uomini veri, non da maschi deviati.

        L’equilibrio, la sanità di mente, l’aver realizzato pienamente la propria natura maschile diventando un uomo vero secondo il modello di Gesù Cristo, è presupposto indiscutibile per chiunque voglia diventare sacerdote. Per tutti gli altri c’è comunque la santità.

  14. roberto

    dico semplicemente che l’apparato digerente non è quello sessuale. od erotico o mi sbaglio?

    buon anno di verità

  15. Sunrise

    Mia cara Costanza, una cosa su cui concordiamo é il clamore mediatici eccessivo e che distorce la realtà dei fatti.. Anche per me l’orientamento sessuale dei preti é irrilevante; se arrivi al voto di castità, quello lo devi mantenere: si presume che nel tuo cammino tu abbia acquisito una certa sicurezza sulla tua vocazione..
    Queste sono le regole, se vuoi stare con un uomo/una donna, bene, ma non sei sacerdote.

    Si può essere comunque omosessuali, credenti e contribuire alla Chiesa a proprio modo.. ma dire che la Chiesa non é omofoba, non é Vero.. si sta camminando, molte persone aperte ci sono, ma non potrei mai dichiarmarmi al mio prete e pensare che lui mi faccia leggere in Chiesa come se nulla fosse..

    1. “…se vuoi stare con un uomo/donna bene…”

      Se vuoi stare con un uomo donna da sposati bene, se no male.
      Se vuoi stare con una persona del tuo stesso sesso, molto male (consacrato/a pure peggio).

      Per il resto la castità e continenza sono per tutti (anche per gli sposati, nei tempi e nei modi necessari).

      Se, il “tuo prete” non ti farebbe leggere in chiesa “come se nulla fosse”, sapendo dei tuoi orientamenti sessuali (tuoi o di chi sia) – peraltro l’evenienza è una tua idea – la cosa NON basta a dichiarare la Chiesa “omofoba”. Visto poi che a contrapporre l’idea dici “molte persone aperte ci sono” (aperte a cosa?).
      Un prete può decidere di non farti “leggere” per molto… meno 😉

      “Leggere in chiesa”, non è un riconoscimento onorifico, ma un servizio e chi presta tale servizio dovrebbe correttamente sentirsi “servo inutile”.
      Sei chiamato a svolgerlo? Fallo al meglio.
      Non ti interpellano, va bene lo stesso.

      Infine sarebbe bene ricordare (anche ai parroci) che il “leggere” all’ambone è un preciso ministero:
      “Il lettore è la persona addetta alla lettura a voce che ha ricevuto il ministero del lettorato, che nella chiesa cattolica conferisce l’incarico di proclamare la parola di Dio. Un tempo all’interno degli ordini sacri minori, oggi anche un laico può essere lettore.”

      Il Ministero del Lettorato, viene conferito dopo un preciso cammino di formazione presso la Diocesi di appartenenza.

  16. Da Roit Silvano

    Se gli esseri umani devono seguire gli istinti e le tendenze
    nessuno dovrebbe essere ordinato prete e neppure sposarsi.

    Comunque sia sono convinto che gli esseri umani siano
    esseri liberi, consapevoli e responsabili, capaci di bene come di peccato,
    gli animali non mi risulta che abbiano queste facolta’.

    Dio e’ colui che “salva”, ovvero ci tira fuori
    dalle angustie, strettezze, inconsistenze, sofferenze, male ….
    in una parola dai peccati,
    per portarci in spazi dove ci si puo’ muovere e respirare, vivere e gioire.

    A me risulta che Peccato e’ sbagliare il bersaglio,
    ovvero sprecare la vita e tramutare in male cio’ che e’ fatto per il bene.

    Salvezza ivece e’ venir riportati da Dio e dal suo amore
    sulla via della vita veramente umana e della gioia.

  17. Tupacamaru

    Ma e’ mai possibile che lei posta solo quanto le aggrada e non quanto si discosta anche minimamente dal suo pensiero? Insomma, mi sembra una linea assai poco coerente per chi si erige a fustigatrice dei costumi mondani e fa’ dell’onesta’ intellettuale la propria bandiera…

    Ricordiamo che gli ecclesiastici sono persone con i loro pregi e difetti, vizi e virtu’, debolezze e possanza; gente normale che si e’ portata la propria indole nella chiamata al ministero. Alcuni debordano quando farebbero bene a tacere o a soppesare le parole, come il sacerdote di Milwaukee, mentre altri rimangono compassati e fanno carriera. Ho letto l’articolo di Rodari e trovo che abbia solamente sottolineato il disagio esternato dal prete di Milwaukee, niente di piu’ e niente di meno; piuttosto ritengo sconcertante l’uscita estemporanea del sacerdote, che ricorda, per i toni, quella di monsignor Krzysztof Olaf Charamsa, il teologo del Vaticano che rivelo’ la propria omossessualità: in conferenza stampa a Roma, nell’ottobre 2015, Charamsa si alzò in piedi davanti ai microfoni e disse: sono gay, ecco il mio compagno.
    Qual’e` la ragione che ha spinto il sacerdote a fare coming out?
    Charamsa, con quel gesto inusitato e del tutto simile a quello del sacerdote in oggetto, puntava il dito contro il divieto introdotto da Benedetto XVI di accogliere i gay nei seminari e invitava la Chiesa, senz’altro audacemente, a rivedere le proprie posizioni omofobiche, aprendosi all’ascolto dei tanti preti gay che albergano in seno ad essa.

    1. Piero

      Il divieto non è stato affatto introdotto da Benedetto XVI, Benedetto lo ha ribadito, come ha poi fatto anche Francesco.
      Comunque non ci si può lamentare contemporaneamente della non idonietà degli omosessuali al seminario e dei preti pedofili, visto che la stragrande maggioranza dei casi ha per oggetto ragazzini maschi adolescenti e preadolescenti (sono quindi atti che nascono dalla tendenza omoerotica del prete). Se fosse stata osservata più attentamente la norma che vieta agli omosessuali di farsi prete sarebbero anche molto, molto, molto inferiori i casi di pedofilia nella chiesa.

    2. @tupacamaru
      Capisco che ormai qualsiasi ignorante si senta in diritto di salire in cattedra; non ci sarebbe neanche bisogno di rispondere, perché tutti i tuoi argomenti sono già stati confutati da altri commenti precedenti (che molto probabilmente non hai letto, e comunque non ti sei preso la briga di affrontare)… Ma non posso non osservare una cosa: tu apri attaccando Costanza di aver scritto secondo una propria opinione soggettiva, e concludi che siccome il sacerdote americano, Charamsa e tu avete un’idea diversa, allora dev’essere così. Ridicolo!

      Ma perché quelli come te stanno a rompere i coglioni nella Chiesa Cattolica? Visto che ormai pure Papa Francesco dice che una religione vale l’altra, vatti a fondare la dodicimilaeunesima comunità Luterana, riscriviti le Scritture e il Catechismo a capocchia tua e poi goditi gli interventi dal pulpito, che sicuramente una dozzina di seguaci li trovi…

      1. Tupacamaru

        @Sig. Giudici: Non ha capito nulla di quanto ho scritto e voluto significare e
        qualche volta, non dico sempre, potrebbe cogliere l’occasione per tacere anziche’ salire in cattedra con la solita protervia che la contraddistingue, ergendosi ad improvvisato tuttologo.
        Non minus interdum oratorium esse tacere quam dicere .

        (Speriamo che mi venga concesso questo diritto di replica)

    3. “Qual’e` la ragione che ha spinto il sacerdote a fare coming out?
      Charamsa, con quel gesto inusitato e del tutto simile a quello del sacerdote in oggetto, puntava il dito contro il divieto introdotto da Benedetto XVI di accogliere i gay nei seminari e invitava la Chiesa, senz’altro audacemente, a rivedere le proprie posizioni omofobiche, aprendosi all’ascolto dei tanti preti gay che albergano in seno ad essa.”

      No dico @Tupacamaru, siamo alla follia (?)

      Quindi bene avrebbe fatto Charamsa, con quel “gesto inusitato” (sic!) a presentarsi come “gay” pubblicamente, quindi con la sua giusta dosa di “gay pride” e oltre a ciò, prersentando “urbi et orbi” io suo “compagno”????

      Cioè oltra a rendere pubblico un suo personale disordine, trasformato in peccato e vizio (vizio diviene quando il peccato viene accettato su di sé senza se e senza ma), cirende nota una posizione sacrilega, dove egli disonora il proprio corpo che è (dovrebbe essere) votato al servvizio di Cristo e della Chiesa, unito ad Essi con un vincolo che è Sacramento!

      Invito “audace”? Blasfemo e basta, altro che audace…
      E costui sarebbe titolato a “puntare il dito” verso chicessia??

      Mentre tu hai il coraggio di fare le pulci a Costanza, che tra l’altro scrive qui su un blog, che se ancora non lo sai, per quanto pubblico e spazio del tutto personale per parlare di ciò che preferisce e come preferisce??

      Mi sa che sei completamente fuori bolla…

      Anzi sai cosa? Credo che forse ti saresti scandalizzato di più se Charamsa si fosse alzato a dire: “Mi piacciono le donne, questa è la mia amante!”.

        1. Tupacamaru

          Bariom, Bariom, almeno tu nell’universo…Non ho detto di trovarmi d’accordo con Charamsa, ci mancherebbe! Intendevo solo porre l’accento su cosa egli volesse significare con quel gesto fuori luogo e, a mio avviso, egli e’ solo la punta dell’iceberg di un disagio assai piu’ diffuso di quanto non si creda.

          1. mio avviso, egli e’ solo la punta dell’iceberg di un disagio assai piu’ diffuso di quanto non si creda.

            Bariom ti sta dicendo che il disagio è reale, ma quel tizio cerca di risolverlo andando nella direzione opposta a quella che dovrebbe prendere; peggio ancora, pretende di tirarsi dietro altri come lui.

            E comunque: la frase in sé cosa vorrebbe dire? Io potrei dirti che qui, ad essere incazzati neri per questo proliferare di preti balordi, siamo la punta dell’iceberg di un disagio assai più diffuso di quanto non si creda. E allora? Le categorie di male e bene oggettivo sono totalmente assenti dalle tue considerazioni.

          2. @Tupacamaru, probabilmente non sarò così unico nell’universo, ma come ha commentato Fabrizio, non hai fatto alcuna sottolineatura di bene o male nel riportare l’increscioso episodio, quindi è lecito pensare che se lo giustifichi (una giustificazione l’hai data mi pare) tu ti trovi in linea.

            Io, mi dispiace, nei termini dell’accaduto, non trovo alcuna possibile giustificazione, neppure quella della punta dell’iceberg del disagio.

            Quale disagio? Quello di non sentirsi a posto, con gli altri o con la propria coscienza?
            O la colpa è degli altri che ti ricordano il tuo disordine?
            E qui non si sta parlando di lazzi, frizzi, allusioni o beceri insulti alla persona, che sono sempre condannabile e che non mi appartengono.

            Io potrei capire il disagio di chi ti addita come peccatore, per ciò che peccato non è, o peggio ti accusa di peccati che non hai commesso solo perché così pare a lui, ma qui qual è il disagio?

            Non essere liberi di “esprimere il proprio orientamento sessuale”, oppure pretendere di esprimerlo, viverlo e al contempo essere prete, essere educatore scout, ecc., ecc. …spiegami tu, perché io non capisco.

  18. exdemocristianononpentito

    In primis buon anno (anche se non vedo l’ora che le feste siano finite, perché sono oggettivamente defatiganti) poi vorrei dire alcune cose su quello è stato detto dagli altri.
    Che la Chiesa non debba essere omofoba , è ovvio in quanto ciò contrasterebbe con l’universalità dell’amore cristiano, anche se ,per onestà, bisogna riconoscere che in passato, di fatto, lo è stata (ci sono documenti pontifici, in merito), però, come giustamente, la sig.ra Costanza ha precisato la Chiesa attuale non è omofoba, ma accoglie l’omosessuale; ma attenzione! lo accoglie in vista del riconoscimento del suo peccato e del superamento, perlomeno tendenziale, del suo comportamento.
    Perché su una cosa Fabrizio, fra cent’anni ed altri, hanno ragione (e l’ho già detto altre volte) non è possibile conciliare cattolicesimo e omosessualità “praticata”. La lettera della Scrittura e la tradizione si oppongono inesorabilmente a tale ipotetica conciliazione. Non c’è niente da fare! E lo dico con dispiacere personale, perché, da buon democristiano, dire di ” no” a gente che chiede insistentemente qualcosa e di cui, sente il bisogno, è sempre spiacevole. Perché in effetti ci sarebbero tanti omosessuali che sarebbero ben contenti di ritornare alla Chiesa, se questa fosse accondiscendente con il loro orientamento sessuale, PRATICATO, s’intende..
    Ma nemmeno io, di solito possibilista, intravedo una qualche possibilità di “transazione” (diciamo così).
    Anch’io penso che se il presbitero pratica l’omosessualità, ciò abbia rilievo. Certo che ce l’ha.
    Da ultimo vorrei consigliare a fra cent’anni di non usare il termine “asessuali” per indicare i gay, perché gli asessuali sono una categoria ben distinta e autonoma dagli omosessuali. Sono coloro che rifiutano ogni tipo di sessualità, e chiamare cosi i ggay ingenera confusione.
    Inoltre tale condizione (l’asessualita’) non è condannata né dalla Scrittura ne. dalla tradizione e non impedisce per niente l’accesso all’ordine, anzi, se vogliamo, rende più facile rispettare il voto di castità.

  19. Mah, vedo molte idee e confuse sopra. Innanzitutto bisogna ribadire che molti di questi preti omosessuali sono anche omoeretici, ovverp rifiutano il Magistero della Chiesa sull’omosessualità; potete immaginare p.es. quale corretta guida spirituale possono essere per i loro fedeli. Altro che “cammino di conversione”.

    Ma anche sulla questione del prete omosessuale non praticante vedo interventi superficiali. Innanzitutto non ha senso paragonare un santo ad un prete, perché sono due cose diverse. Un santo può essere benissimo un uomo laico (o una donna), il prete invece riceve un sacramento che richiede condizioni oggettive e qui il punto da discutere è se esse siano compatibili con l’omosessualità, fosse anche solo a stato mentale. Per esempio, anche se un po’ estremo, ci sono anche stati santi posseduti dal demonio: questo non ha impedito loro di diventare santi; ma non ditemi che avrebbe avuto senso ordinarli, nel caso l’avessero voluto.

    Ma voi mettereste un prete con tendenza alla spesa compulsiva a dirigere un economato? Un prete dongiovanni a fare il padre spirituale in un convento di monache? E allora, già che ci siamo, un prete con tendenze pedofile a fare catechismo ai bambini? A casa mia questo si chiama “mettere la volpe nel pollaio”.

    In ogni caso, il problema va discusso su un piano diverso. Va bene che come laici possiamo intervenire su molte questioni, ma solo se abbiamo le competenze. Le questioni correlate al problema sono molto più complesse e richiedono un’analisi specialistica,di cui possiamo trovare un esempio qui:

    http://isoladipatmos.com/dubbi-circa-la-legittima-validita-delle-ordinazioni-sacerdotali-degli-omosessuali/

    Se avete la pazienza di leggerlo, il concetto è che l’autore menziona requisiti _oggettivi_ (non a nostra capocchia) per l’ordinazione sacerdotale e sostiene che l’omosessualità non è compatibile. Peggio ancora, potrebbero esserci problemi di ordinazioni non valide, non solo in violazione alle regole; in altre parole, certi preti di cui stiamo parlando potrebbero non essere veramente preti; i sacramenti che amministrano, dunque, sarebbero nulli. Mica un problema da ridere…

    Anche un solo banale criterio di prudenza porta alla conclusione che, nel dubbio, queste ordinazioni non s’hanno da fare; perché nessuno ha il “diritto” a diventare prete, e prima di tutto la Chiesa deve pensare ai fedeli e al loro “diritto” (questo sì) di avere dei pastori veri e validi.

    1. Roberto

      E non solo questo: il disordine omoerotico differisce dalle altre imperfezioni e inclinazioni cattive di cui tutti noi soffriamo per un verso o per l’altro (anche) perché il seminario in particolare, in quanto tale, è “occasione prossima di peccato” per ovvie ragioni. La Chiesa non ha mai permesso a persone afflitte da questo disordine di accedere al sacerdozio, con l’unica eccezione del tempo relativo all’ubriacatura ideologica sessantottina, durante la quale si infiltrò l’idea che, poiché il sacerdote è chiamato alla castità, il fatto che fosse normale piuttosto che invece attratto da persone del suo stesso sesso, fosse la stessa cosa. Errore terribile, del quale Benedetto XVI in particolare cercò di porre rimedio ma troppo tardi. Il veleno, una volta entrato nell’organismo, non si può espellere tanto facilmente.

    2. Appunto *banale criterio di prudenza” (volpi galline ecc.).

      Non è di questo che si stava parlando e vorrei anche vedere che qualcuno non lo tenesse in considerazione (seppure pare in diverse occasioni non lo si è osservato).

      Per il resto usare la parola “omosessuale” tout court, per poi stabilire qualunque tipo di azione o decisione è anch’esso un modo piuttosto superficiale di affrontare l’argomento.

    3. francesco b

      @fabrizio giudici
      Vorrei farti una domanda: nelle letture di domenica si sente che Dio ha scelto abramo, un uomo “già segnato dalla morte”. Per cui perchè dici che è così impensabile che il Signore chiami al sacerdozio un uomo che ha problemi con la propria sessualità?

  20. Sunrise

    Comunque ‘Omoerotico’ non si può sentire! L’eros é un lato dell’amore da non demonizzare.. sembra si parli di mostri, siamo persone normali!

    Caro Bariom, ringrazia Dio per la parrocchia in cui vivi, fidati!

    1. Luigi igiuL

      Sunrise, qui bisogna fare attenzione a usare l’attributo “normale” per una persona omosessuale: qualcuno ci metterebbe volentieri al rogo! 😀

      A parte questo, sono sempre più convinto che molti parlono della realtà omosessuale filtrando la propria conoscenza esclusivamente attraverso quello che appare attraverso media e social network. Il che è ovviamente fuorviante.

    2. @Sunrise, la questione non è affatto la parrocchia dove vivo io, che avrà di certo i suoi problemi di uno o dell’altro tipo…

      L’eros può essere una componente dell’amore, non necessaria, non indispensabile, non corretta in più di una circostanza nei rapporti affettivi tra le persone.
      E quando l’eros è certamente devianza (ma è questo il problema giusto?), non c’è amore che tenga.

      Facciamo un esempio ancora accettato da tutti? L’eros nell’amore tra un genitore e un figlio…

      “…siamo persone normali!”

      Soprattutto sei una persona. Allora perché ti identifichi con un “noi” che ha evidentemente a che fare con le tue tendenze omosessuali?
      Come vedi sei il primo a ghettizzare te stesso… (e in generale lo fanno molti con questa tendenza disordinata).

      Il nocciolo del discorso è alla fine sempre uno, riconoscere il proprio peccato e chiedere a Dio la forza di accettare un fruttuoso combattimento (certo vale per tutti e per ogni peccato che ci schiavizza) o sposare il proprio peccato come la migliore delle situazioni possibili e pensare di poter continuare ad avere un rapporto santificante con Dio (vale per tutti e per ogni peccato che accettiamo di fare nostro).

      1. Sunrise

        Vorrei che il mondo fosse facile come lo descrivi tu.. tendenza disordinata.. muhahah! É poi..
        Omosessualità = peccato???

        1. Il mondo non è facile, perché è pieno di trappole e inganni ecco perché è più facile, ma non memo faticoso, orientarsi secondo la Verità di Cristo in cui la Chiesa ci ammaestra.

          E credimi so di cosa sto parlando…

          “tendenza disordinata.. muhahah! É poi..” Appunto e poi?

          “Omosessualità = peccato???” Intanto dovremmo intenderci sul termine “omosessualità” applicato ad una persona. Cosa comporta? Come è vissuta?

          Quindi, peccato??? Se abbracciata, vissuta, praticata come fosse il proprio bene o il proprio stato naturale SI.

          Ma sono portato a credere che sulla cosa tu abbia dei dubbi.

  21. fra' Centanni

    Ottimi, come al solito, Fabrizio e Roberto.

    Un chiarimento ad ex dc. Le persone che vengono comunemente designate con il termine “omosessuali” non praticano la sessualità, per questo sono asessuali. La parola “omosessuale” è un vero e proprio ossimoro perché la “sessualità” fa riferimento alla scissione, alla separazione che esiste tra gli individui di una stessa specie, ossia al fatto che gli individui di una stessa specie si distinguono tra maschi e femmine.

    Tenuto conto di questo, la parola “omosessuale” è semplicemente un non senso. Ben fondato invece il termine “asessuali omoerotici” perché dà pienamente conto della realtà.

    Altro termine da cui prendere risolutamente le distanze: omofobia. Anche in questo caso se si fa un’analisi del termine si approda al non senso. Con “omofobia” intendono fare riferimento al naturale disagio che provoca, nelle persone normali, la vicinanza di una persona omoerotica. Solo che con la loro parola magica “omofobia” riescono a trasformare un naturale disagio in uno spregevole sentimento discriminatorio. Io non ci sto! Il mio disagio è perfettamente conforme alla natura umana, sono le loro passioni infami ad essere perverse. Si vergognino loro! Certamente non io.

    Sono parole ideologiche che servono solo per puntellare le loro zozzerie, rifiutiamoci di usarle. Usiamo invece omoerotismo al posto di “omosessualità” e disagio (che può trascendere fino allo schifo!) al posto di “omofobia”.

    1. parola magica “omofobia”
      Concordo. Costanza ha usato la parola nel titolo, chiaramente contestandone il senso. Ma non si può usare seriamente in una discussione una parola il cui significato è incerto, peraltro imposto da una lobby di pensiero. È come quando, sul piano politico, i sinistri danno del “fassista” all’interlocutore: assurdo scendere su quel piano.

      “occasione prossima di peccato”
      Giusto, grazie Roberto. Si può dire che il concetto “volpe nel pollaio” viene generalmente invocato a difesa dei polli, ma c’è anche la prospettiva di difendere la volpe. Se si riesce a convincerla a star lontana, è tutto suo interesse; se invece le si permette di entrare dove non deve, finirà a beccarsi le fucilate del contadino.

    2. exdemocristianononpentito

      Si fra cent’anni, ma un asessuale “specifico” la cui condizione non è, ovviamente, di peccato, potrebbe dirti: “perche questo equivoco, che finisce col chiamare in causa me e quelli come? La gente non sempre (anzi quasi mai) con precisione, e indirettamente, noi, che non svolgiamo alcuna attività sessuale, neppure omoerotica, ne veniamo coinvolti. Per errore, dunque, qualcuno, a seguito dell’ambiguità del termine ” asessuale”, ci può trascinarle in una disputa che non ci riguarda! Noi che c’entriamo?”
      Attenzione fra’, qui è l’asessuale che parla, non l’omosessuale.

        1. exdemocristianononpentito

          Mi spiego meglio: tu all’asessuale propriamente detto cosa rispondi? Quanto segue (evidentemente): “Il termine “asessuale omoerotico” è ben fondato e da’ pienamente conto della realtà. Mi dispiace che voi ci possiate andar di mezzo, ma noi dobbiamo portare avanti questa battaglia anche se si verifica qualche effetto collaterale. Siamo addolorati se qualcuno vi prenda per quello che non siete, ma noi dobbiamo proseguire per questa strada.”

            1. exdemocristianononpentito

              Colui che non pratica alcuna attività sessuale e che non è interessato né ai maschi né alle femmine. C’è la voce specifica su wikipedia, non mi sono inventato niente.

              1. fra' Centanni

                Wikipedia dice: “L’asessualità, nel suo senso più generale, si definisce come la mancanza di attrazione sessuale e l’assenza di interesse o desiderio per il sesso”. Intesa in questo senso, cioè come (mancanza di) attrazione o interesse sessuale, l’asessualità è scientificamente indimostrabile, esattamente come “l’omosessualità” (ma io preferisco parlare di omoerotismo!) o l’eterosessualità. Direi che l’unico criterio certo per capire se si tratta di “asessualità” è quello di osservare il comportamento.

                Wikipedia dice: “L’asessualità deve essere distinta dall’astensione sessuale, che ha piuttosto un’origine comportamentale…”. Questa, secondo me, è una sciocchezza. L’asessualità è un comportamento, se vogliamo stare ai fatti certi, dimostrabili, misurabili, verificabili, scientificamente dimostrabili. Se invece con la parola “asessualità” vogliamo riferirci a quello che dice di sé il diretto interessato, a quello che sente, a come lo sente oggi e come lo sentirà (forse) domani… beh, va benissimo, ma segnalo che siamo in ambito fantasy, non certo in ambito scientifico. Del resto la stessa cosa vale per “l’omosessualità”: se vogliamo parlarne in modo scientifico dobbiamo stare ai fatti ed i fatti dicono che “l’omosessualità” è un comportamento e nient’altro che un comportamento, almeno da un punto di vista scientifico. Naturalmente esiste anche la pulsione “omosessuale” e, forse, anche quella asessuale, ma le pulsioni non sono scientificamente dimostrabili e quindi siamo di nuovo in ambito fantasy o, se preferisci, nell’ambito della persona, delle sue scelte, niente a che fare con la scienza.

                Orbene, se l’asessualità è un comportamento (astensione dagli atti sessuali), come mi pare evidente, allora le persone omoerotiche sono certamente asessuali perché quello che fanno non ha niente a che fare con la sessualità.

                1. exdemocristianononpentito

                  Insomma per chi non pratica nessun tipo di sesso, nessuna comprensione: lo stigma, il disagio insopprimibile che provi per i gay, colpisce anche chi se ne sta senza fare niente. Non c’ è scampo dunque? Asessuali anche loro, punto e basta.

                  1. @exdcp,

                    il Cristiano, a meno che non sia sposato “non pratica nessun tipo di sesso” (non dovrebbe, quanto meno), ciò non significa affatto che sia un “asessuale”

                    *BUON ANNO” a TUTTI comunque.

                    E che la Luce del Volto di Dio possa splendere su di noi ininterrottamente durante questo anno.

                    1. exdemocristianononpentito

                      E che c’entra l’asessuale con chi, perché credente non sposato o perché ha fatto un voto, non pratica la sessualità.?

            2. Vale

              Mi vengono in mente le convergenze parallele d’antan. 😁
              Magari ci interesserebbe di più se Rep ci illustrasse il significato della presenza di un prete che dice che al posto della recita del Credo,Al quale nn crede più,è meglio cantare. Durante una messa. (Fonte bussola).

      1. Luigi

        “Noi che c’entriamo?”

        Questo tuo commento mi spinge a chiedermi: ma perché, semplicemente, le persone non tornano a confinare l’attività sessuale in camera da letto, o comunque in posti appartati e lontano dalla vista degli altri?

        A me sembra proprio che gente che senta il bisogno impellente di definirsi – o addirittura di organizzarsi politicamente! – a partire dall’uso che fa dei propri organi, genitali e no, non dimostri un grande equilibrio (eufemismo).

        Mi ricorda quei tali che iniziano ogni discorso col mettere le mani avanti: “Io non sono razzista…”
        Evidenti problemi a rapportarsi con gli altri e l’ambiente, mi pare.

        Ciao.
        Luigi

  22. Daniela

    Ti stimo tantissimo, Costanza cara, per il tuo spirito libero e per la “grazia” con cui scrivi i tuoi articoli. Ti auguro di continuare sempre così. Dio continui a benedire te e i tuoi cari!

  23. sabino

    Partirò da un dato pacifico, pacifico cioè anche per gli omosessuali attivi: il recente testo legislativo sulle unioni civili, esclude l’obbligo della fedeltà. La richiesta è evidentemente partita dalle associazioni arcobaleno. E si capisce il perchè. Gli omosessuali attivi non ne sono capaci, almeno nella loro stragrande maggioranza. E’ quindi un tipo di relazione in cui non c’è oblatività. ma solo possesso e anzi possesso compulsivo, come d’altronde risulta noto, per le testimonianze che vengono da loro stessi, per non parlare di quelli che sono riusciti a venir fuori dalla loro condizione. Naturalmente anche tra gli etero può succedere la stessa cosa. Solo che per questi si riconosce l’irregolarità di una simile condotta e si propongono perfino cliniche di disintossicazione per uscire da tale condizione. Che la tendenza omosessuale sia disordinata, non è quindi un’invenzione del catechismo, ma un dato di fatto che emerge, involontariamente, anche dalle modalità con cui si esprimono gli omosessuali attivi. Per rimanere nel mondo ecclesiale sono note le testimonianze che indicano il modo di vivere l’omosessualità: festini, uso di droga, mentre i preti etero infedeli di norma non sanno rinunciare ad una donna che diventa poi la loro compagna di vita.
    Naturalmente queste osservazioni, lungi dall’esprimere disprezzo per gli omosessuali, ci rendono se mai più consapevoli, che la loro tendenza è una ferita di cui essi non sono certamente responsabili, una vera e propria croce che deriva dal mistero del peccato originale. Ma non li si aiuta con una falsa pietà che li lascia in una condizione che non è di serenità e di gioia.
    Un ultima nota sugli asessuali, categoria di cui ignoravo l’esistenza. I preti possono essere solo uomini, perchè così ha previsto Gesù, non per capriccio, ma perchè ognuno di essi è il continuatore del suo ministero,è quindi un alter Crhistus. Esso deve essere pienamente uomo, anche nel senso di un’integra virilità. Costanza, visitando i seminari dei actecumenali non ha sentito nei seminaristi anche questa condizione?

    1. MenteLibera65

      I seminari neocatecumenali non sono propriamente “neocatecumenali”. I seminari , inclusi gli eventuali beni mobili ed immobili, appartengono alle diocesi, e possono essere dalle diocesi chiusi o spostati o modificati nella gerarchia a piacimento del Vescovo.
      Questo perchè così ha voluto l’iniziatore del cammino neocatecumenale, Kiko, acchè il cammino stesso non possedesse troppi beni. Quando anche il seminario fosse stato acquistato dal cammino neocatecumenale, immediatamente è stato poi donato alla diocesi di competenza geografica.
      Questo per chiarire un aspetto che sembra secondario ma che è invece molto importante.
      Per quanto poi riguarda i seminaristi, essi sono molti e spesso giovani, vengono di frequente da famiglie che frequentano il cammino neocatecumenale, e sono altrettanto spesso figli di famiglie numerose.
      Ovviamente vengono applicate le regole comuni della chiesa, compresa l’attenzione alla omosessualità. Io credo che la differenza non sia tanto nelle regole applicate, quanto nella materia prima…
      La virilità a cui fa riferimento Costanza risiede nel fatto che, essendo spesso figli di famiglie che vivono la chiesa in modo comunitario ma che vi sono arrivate attraverso percorsi difficili e spesso antitetici rispetto alla Chiesa stessa, sono in genere ragazzi pieni di quella vitalità tipica dei ragazzi della loro età , con tutti gli annessi e connessi.
      Non sono, insomma, come dire….dolci e timidi figliuoli un pò introversi ed ipersensibili, che fin da piccoli si sarebbero potuti identificare come futuri preti… Anzi….spesso sono tutto il contrario…-)

      1. dolci e timidi figliuoli un pò introversi ed ipersensibili, che fin da piccoli si sarebbero potuti identificare come futuri preti

        Ma secondo quale balzana narrativa i tipi introversi ed ipersensibili dovrebbero pensare, proprio in virtù della loro inclinazione, di diventare prete? Niente contro i tipi introversi ed ipersensibili – anzi, mi stanno simpatici e, contrariamente a certe vulgate psicologiche, non penso affatto siano portatori di un’attitudine da correggre, salvo casi estremi – ma non c’entrano niente con la vocazione sacerdotale.

        1. MenteLibera65

          Diciamo che la cosa da chiedersi è per quale motivo i seminari diocesani gestiti dal cammino neocatecumenale siano pieni , e pieni di giovani, mentre gli altri raramente lo sono.
          Non tutti alla fine, ovviamente, diventano preti, ma va intanto capita questa realtà che , come dicono quelli bravi, è “fattuale” (cioè un fatto).
          Che poi fino a qualche decennio fa vi fosse lo stereotipo del giovane che diventerà prete, questo pure secondo me era abbastanza evidente, ed è forse anche all’origine di quella particolare percentuale eccessiva (apparentemente più che proporzionale rispetto alla realtà complessiva dei giovani) eccessiva di seminaristi con tendenze omosessuali, più o meno evidenti o latenti.
          Comunque….non è facile fare una statistica delle tendenze omosessuali, e non è detto che l’apparente “virilità” neocatecumenale non sia poi , appunto, apparente, e le loro percentuali siano simili a quelle degli altri seminari…

    2. Beatrice

      @Sabino

      La richiesta di escludere dalle unioni civili l’obbligo della fedeltà viene da quei fresconi degli alfaniani perché pensavano in tal modo di poter salvare la faccia davanti ai propri elettori sostenendo “e ma le unioni civili non sono come il matrimonio, sono un tipo di istituto giuridico completamente diverso!” (ovviamente questa cosa non l’ha bevuta nessuno e ciò spiega perché AP stia praticamente sparendo in termini di voto). Mi ricordo infatti che la Cirinnà aveva protestato per questa “vittoria di Pirro” degli alfaniani dicendo che avrebbe fatto di tutto per togliere l’obbligo di fedeltà anche al matrimonio così da parificarlo alle unioni civili in tutto e per tutto (insomma gli LGBT e i loro sostenitori lo volevano mettere l’obbligo di fedeltà nelle unioni civili).

      Quanto alla diffusa promiscuità degli omosessuali, io le percentuali non le conosco, però so per certo che esistono coppie dello stesso sesso che durano anche tutta la vita e questo è un dato di fatto ineludibile. Esistono omosessuali che non sentono la loro condizione come intrinsecamente disordinata perché sono riusciti a trovare una certa serenità in una relazione stabile e duratura con una persona del proprio sesso. In quei casi hai voglia a convincerli che sarebbero più felici nel vivere una vita casta e in solitudine! L’unica ragione per cui potrebbero fare una scelta del genere è l’amore a Gesù, così come una persona non sacrificherebbe la sua vita se non amasse qualcosa più di essa (esempi: il martire che per non rinnegare la sua fede accetta il supplizio, una madre che rinuncia alla vita per salvare il figlio, un uomo che per difendere la sua famiglia va incontro alla morte, etc.). Insomma io sono convinta che la Chiesa debba dire la verità alle persone con tendenze omosessuali per il loro bene, perché la salvezza dell’anima viene prima di tutto, però è sbagliato dipingere gli individui in quella condizione secondo una specifica caricatura che li vede promiscui, dediti a festini, droghe e chissà quale altra deprecabile consuetudine. Se dici a un individuo che pratica l’omosessualità che la sua è una condizione disordinata perché è dedito a promiscuità, droga e dipendenze varie, quello potrebbe benissimo risponderti che non è così perché sta felicemente insieme a qualcuno del suo stesso sesso da parecchi anni. Non esiste una correlazione tra stile di vita irregolare e condizione intrinsecamente disordinata, altrimenti il dongiovanni che va con tante donne dovrebbe portare a credere che anche l’eterosessualità è una condizione intrinsecamente disordinata, quando in realtà così non è. Il tema dell’omosessualità è particolarmente spinoso e va affrontato in una maniera tale da evitare rappresentazioni troppo superficiali che non tengono conto della realtà che vivono tante persone con attrazione per lo stesso sesso.

  24. exdemocristianononpentito

    Ma non mi risulta mica che un seminarista asessuale verrebbe espulso perché non ha “un’integrale virilità”. Io credo invece che ora, come in passato, i direttori del seminario gli direbbero (e gli avrebbero detto): “continua tranquillo, nulla ti impedisce l’ordinazione. Sei fortunato perché non porrai alcun problema.”.
    Cristo è modello irraggiungibile di perfezione, quindi non si richiedono tutti i requisiti che aveva lui. Specialmente l’integrale virilità” che, ad un prete, e a suoi superiori, puo’ creare tanti e tanti problemi.
    Insomma si richiede il voto di castità, ma quando unoi per ragioni psicofisiche non ha alcuna difficoltà a rispettarlo, ci lamenta che non sia virilmente integro!!!

  25. exdemocristianononpentito

    Mai! Mai ha sentito dire che un seminarista sia stato espulso per asessualita’.

  26. Antonio Spinola

    Quanto accaduto appartiene a quel genere di fatti “pesanti” dei quali desidererei sempre non sapere.
    Infatti, non avrò mai le spalle abbastanza larghe per poter sopportare qualsiasi peso, e il peso di notizie come questa mi sfianca, mi provoca un dolore superiore alla somma degli orrori di cui ci parla la cronaca dell’anno che tra poche ore finisce.

    Al di là dell’oggetto e del contenuto delle sue affermazioni (e dell’ovvio rimbalzo mediatico), quel cattivo pastore, invece di umiliare se stesso davanti alle Specie che indegnamente ha il divino mandato di consacrare, invece di battersi ripetutamente il petto davanti al Crocefisso, sale in cattedra, giudica accusa e ferisce la Chiesa con tutti i suoi santi, esaltando se stesso, esibendo tutto il suo vano orgoglio. Peggio ancora, passa soddisfatto all’incasso dell’omaggio plaudente delle sue (assolutamente e solo sue!) povere quattro pecore e del suo ineffabile tristissimo vescovo.

    Ma queste sono le pecore e questi i pastori che il mondo desidera, per potersi definitivamente abbandonare alle tentazioni del suo principe, senza l’intralcio della Rivelazione.

  27. Fabio

    Bravissima Costanza!
    Auguri di cuore a tutti per un 2018 colmo di grazie e soddisfazioni. Non praevalebunt!

  28. Con un po’ di ritardo causa febbre, ho recuperato finalmente un post di Mario Palmaro che calza a pennello. Credo sia il suo ultimo post, o uno degli ultimi. Vale la pena leggerlo tutto, ovviamente mi limito a due passaggi. È di QUATTRO anni fa.


    In tutta sincerità: ma il nostro problema è davvero Matteo Renzi? [qui devo tagliare: si riferiva in generale al mondo politico italiano] […] Il mio problema è la Chiesa cattolica. Il problema è che in questa vicenda, in questo scatenamento planetario della lobby gay, la Chiesa tace. Tace dal Papa fino all’ultimo cappellano di periferia. E se parla, il giorno dopo Padre Lombardi deve rettificare, precisare, chiarire, distinguere. Prego astenersi dal rispolverare lettere e dichiarazioni fatte dal Cardinale Mario Jorge Bergoglio dieci anni fa: se io oggi scopro mio figlio che si droga, cosa gli dico: “vai a rileggerti la dichiarazione congiunta fatta da me e da tua madre sei anni fa in cui ti dicevamo di non drogarti”? O lo prendo di petto e cerco di scuoterlo, qui e ora, meglio che posso?

    Caro direttore, in questa battaglia, dov’è la conferenza episcopale, dove son i vescovi?

    [Seguono citazioni, forse da troppi dimenticate, di vari vescovi italiani favorevoli alle unioni civili, che poi sono state effettivamente approvate con il compiacimento di buona parte della gerarchia, come denunciato da molti, ma con troppi che facevano finta di non capire. Ora che spuntano preti omosessuali come funghi, con il plauso delle gerarchie, spero che sia chiaro a tutti il perché.]

    […]

    Capisci, caro direttore? Fra poco prenderanno mio figlio di sette anni e a scuola lo metteranno a giocare con i preservativi e i suoi genitali, e la Chiesa di che cosa mi parla? Dei barconi che affondano a Lampedusa, di Gesù che era un profugo, di un oscuro gesuita del ‘600 appena beatificato. No, il mio problema non è Matteo Renzi. Caro direttore, dov’è in questa battaglia l’arcivescovo di Milano Angelo Scola? Fra poco ci impediranno di dire e di scrivere che l’omosessualità è contro natura, e Scola mi parla del meticciato e della necessità di comprendere e valorizzare la cultura Rom. E’ sempre l’arcivescovo di Milano che qualche settimana fa ha invitato nel nostro duomo l’arcivescovo di Vienna Schoenborn: siccome in Austria la Chiesa sta scomparendo, gli hanno chiesto di venire a spiegare ai preti della nostra diocesi come si ottiene tale risultato, qual è il segreto. Del tipo: questo allenatore ha portato la sua squadra alla retrocessione, noi lo mettiamo in cattedra a Coverciano. E guarda la coincidenza, fra le altre cose: Schoenborn – che veste il saio che fu di San Domenco e di Tommaso d’Aquino – è venuto a spiegare ai preti ambrosiani che lui è personalmente intervenuto per proteggere la nomina in un consiglio parrocchiale di due conviventi omosessuali. Li ha incontrati e, dice Shoenborn, “ho visto due giovani puri, anche se la loro convivenza non è ciò che l’ordine della creazione ha previsto”. Ecco, caro direttore, questa è la purezza secondo un principe della Chiesa all’alba del 2014. E il mio problema dovrebbe essere Matteo Renzi e il Pd? Prenderanno mio figlio di sette anni e gli faranno il lavaggio del cervello per fargli intendere che l’omosessualità è normale, e intanto il mio arcivescovo invita in duomo un vescovo che mi insegna che due gay conviventi sono esempi di purezza?

    […]

    E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola – che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.

    https://cristianesimocattolico.wordpress.com/il-testamento-di-mario-palmaro/

    1. Luigi

      “Fra poco ci impediranno di dire e di scrivere che l’omosessualità è contro natura […]”

      Profetico. E terribile.

      “Del tipo: questo allenatore ha portato la sua squadra alla retrocessione, noi lo mettiamo in cattedra a Coverciano”

      Beh, abbiamo visto anche questo…
      Buona convalescenza!

      Ciao.
      Luigi

  29. roberto

    Dio non ci deve mandare niente ma solo cristiani veri e da questi nasce tutto il resto.I preti escono dai cristiani ,è inutile che si chieda a Dio di mandarci preti se non ci sono cristiani , sono richieste inutili.

  30. fra' Centanni

    Che nostalgia, Caro Mario. Ora un s. Rosario per questa Chiesa così mal ridotta e poi… buona notte a tutti.

  31. Sabino

    Ex democristianononpentito.
    Se oggi si consente l’ordinazione di preti con tendenze omosessuali, figuriamoci se l’asessualita’ costituisce un problema! Ma anche questa è una tendenza manchevole, un disturbo della personalità’ perché influisce sulla capacità di amare. L’asessuale rischia di essere un frigido, se non riacquista un equilibrio e una maturità veramente umane. Magari rispetterà facilmente il celibato, ma il problema vero non è questo, quanto la capacità di amare e di donarsi agli altri.

    1. Luigi

      Concordo, Sabino.

      Infatti il punto fondamentale che ricordano sovente i francescani di Assisi è che l’ordinazione non è un “ripiego”, per chi non riesce a costruire una famiglia o – peggio – per chi non ha le idee chiare.
      Come dice padre Marini, se non sai corteggiare una donna figurarsi se sei in grado di corteggiare Dio…

      1. exdemocristianononpentito

        Senza offesa il paragone di p. Marini, non mi sembra edificante, e non lo e’ verso tanta gente che ha problemi seri a rapportarsi con ll’altro sesso (senza essere omosessuale). Mi ricorda la battuta del cardinal Lambertini, nell’omonima commedia, il quale dice no alla richesta di una donna molto brutta di farsi suora, perché ” vuol troppo bene al Signore per dargli una “moglie” come quella……”.
        In una commedia, OK, ma nella realtà…….

        1. Luigi

          “Senza offesa il paragone di p. Marini, non mi sembra edificante, e non lo e’ verso tanta gente che ha problemi seri a rapportarsi con ll’altro sesso (senza essere omosessuale)”

          E per quale motivo?

          Io la trovo, invece, una verità profondissima. Del resto non è che sia un’invenzione sua.
          Il sacramento dell’ordine non è, infatti, per chi non sappia dove sbattere la testa; bensì per gente che l’abbia ben piantata sulle spalle (e non la confonda con altri organi del proprio corpo).
          La crisi senza precedenti che stiamo vivendo discende anche da questo, che diventano sacerdoti uomini che non riuscirebbero nemmeno a fare la famosa “O” con il bicchiere.

          Tanto si potrebbe dire del furore egualitario e democratico che sottende a questo.
          È la stessa allucinante, prometeica, luciferina insofferenza per ogni limite, confine, finitezza che contraddistingue fin nel minino aspetto la “civiltà” occidentale.
          Lo vediamo ogni giorno, solo volendolo.
          Dalle persone senza gambe che pretendono di correre i cento metri piani alle Olimpiadi, alle femmine-soldato, ai maschi-balia, ai vescovi che riempiono di affreschi pornografici e contro natura le chiese.

          Nessuno che sappia più stare al suo posto. Ma poi i risultati si vedono, sia chiaro.
          Del resto, avendo rinunciato a coltivare la nostalgia dell’Infinito gli esseri umani non possono che ripiegare sul diguazzamento nel fango (e scrivo fango perché sono educato).

          Un’ultima osservazione.
          La sessualità costituisce una realtà indipendente e autonoma, nonché commerciabile, solo per la weltaanschauung occidentale.
          Per quella cristiana (i.e. cattolica) essa è solo una componente di quel sistema organico che è l’essere umano; avendo per giunta un senso solo se ordinata alla procreazione (materiale o immateriale che sia).

          Ciao.
          Luigi

          P.S.: secondo il tuo metro di giudizio, io dovrei essere letteralmente piagato dal rancore verso padre Marini; non avendo infatti problemi ad ammettere come, secondo la succitata weltaanschauung occidentale, io sia la quintessenza del “fallimento” nei rapporti con l’altra metà del cielo (ciò che tu chiami, dozzinalmente, l’altro sesso).
          E invece non è così, perché la visione del mondo occidentale non è la sola, né tanto meno è un obbligo aderirvi… 😛

          1. exdemocristianononpentito

            In “cosi è, se vi pare” è detto molto opportunamente che non offendersi (e quindi anche offendersi) non è un dato oggettivo, ma dipende dalla sensibilità di chi ascolta.
            A me, se avessi difficoltà a rapportami con l’altro metà del cielo (da 30 anni in poi no, ma prima si, l’avevo) me ne avrei molto a male e risponderei in tono aspro ad un presbitero che mi facesse certi discorsi.
            Non so voi, ma qualche volta mi è capitato di discutere animatamente anche con dei preti…..
            Quindi un pastore di anime dovrebbe anche tener conto della sensibilità di chi ha di fronte e calibrare le sue parole. Anche perché, se si sbaglia a parlare con una persona suscettibile, la si “urta” e non la si aiuta.
            Te sei giovane, avrai tempo per stabilire una buona relazione con l’universo femminino.

          2. ola

            @Luigi +1 per la menzione del grandissimo P. Marini!

            Ma poi chi l’ha deciso che la scelta sia solo tra voti, ordine e matrimonio? Come spiega bene anche don Leonardo Pompei, si puo’benissimo santificarsi da laici, se questa e’la propria vocazione e la Divina Volonta’, si veda per esempio la vita di San Giuseppe Moscati.

            1. ola

              Dimenticato: Colgo l’occasione per augurare un buon anno nel Signore a tutti i commentatori e ai padroni di casa! 🙂

    2. exdemocristianononpentito

      E chi l’ha detto che il disinteresse verso il sesso comporti aridità e anaffettivita? Ne conosco tante di persone sessualmente attivissime ma aride quant’altre mai!

      1. exdemocristianononpentito

        TUTTI siamo chiamati a stabilire un equilibrio e una maturità veramente umane. E non basta essere dei vigorosi eterosessuali per stabilirlo.

      2. Sabino

        Exdemocristianononpentito. Ha mai letto delle giovani giapponesi che , forse per reagire ad una socita’ Maschilista, cancellano il sesso dalla loro vita? Ebbene esse vivono chiuse in se stesse. Del resto se Dio ci ha creati maschi e femmine, vuol dire che la sessualità e’ una componente fondamentale per la nostra vita di relazione. Con la Grazia essa ci rende capaci sia di una vita coniugale e familiare ricca e feconda, sia della scelta della verginità, per sposare subito Dio senza prima fare la prova nel matrimonio (l’immagine e’ di don Barsotti ).
        Naturalmente il dono di Dio si può sprecare con una vita sessuale disordinata ed egoista e si può divenire aridissimi ed incapaci di qualsiasi relazione affettiva, come oggi avviene sempre più frequentemente.

        1. @Sabino, concordo.

          Chi si trovasse in una seria situazione di asessualità (dall’indifferenza sino alla repulsione per la sessualità), che può anche falsare i rapporti personali al di là degli aspetti sessuali, dovrebbe farsi qualche domanda, perché se nello stato laicale di non-sposati, la cosa può portare apparentemente qualche vantaggio nel mantenere ad esempio la verginità-castità, questo stato può impedire la piena realizzazione di una vocazione.
          Se è quella al Matrimonio, la indifferenza rispetto l’altro sesso, può inibire questa tensione-ricerca, se si arriva al Matrimonio, può divenire motivo di nullità del medesimo.
          La Consacrazione poi come detto, non è questione di “ripiego” (non mi interessa il sesso, allora “faccio il vergine”), ma di una sessualità pienamente offerta e vissuta in Dio.

          1. fra' Centanni

            A me pare che questa storia dell’asessualità stia davvero debordando dai limiti. Sono stato io il primo a parlare di asessualità riferendomi alle persone omoerotiche, qui:
            https://costanzamiriano.com/2017/12/29/la-chiesa-omofoba-e-cattiva-e-solo-nella-vostra-testa-e-nei-vostri-articoli/#comment-132853
            ed ho anche spiegato il perché le persone omoerotiche sono asessuali: perché non sono interessate alla sessualità, bensì all’erotismo. E’ importante distinguere tra sessualità ed erotismo, perché si tratta oggettivamente di due cose diverse. Qualificare le persone omoerotiche come asessuali, oltre a non essere affatto sbagliato, è importante perché mette subito in evidenza la realtà, e cioè il fatto che i loro atti omoerotici non hanno niente a che vedere con l’atto proprio degli sposi, cioè non sono atti sessuali”. Se l’atto omoerotico non è un atto sessuale, allora le persone omoerotiche non praticano la sessualità e, se non praticano la sessualità, significa che non sono interessate alla sessualità e quindi (le persone omoerotiche) sono persone asessuali.

            Chiaro? Questo non significa che tutte le persone che non praticano la sessualità siano asessuali, nel senso che sono motivate da una condizione psicologica che le spinge a non praticare la sessualità. I preti o le persone consacrate, ad esempio, pur non praticando la sessualità, non sono affatto asessuali.

          2. Roberto2

            La Consacrazione poi come detto, non è questione di “ripiego” (non mi interessa il sesso, allora “faccio il vergine”), ma di una sessualità pienamente offerta e vissuta in Dio.

            @Bariom: stai parlando de“la “Virginitas mentis”, cioè il costante proposito della verginità.
            A quanto mi risulta’ pero`, poi magari saro’ smentito, la Chiesa pur imponendo la “castita`” non nega la possibilita’ di pratiche diciamo onanistiche in seno all’ecclesia; e` una “valvola di sfogo” concessa.
            Solo a Maria fu` concessa la
            “Virginitas sensus”, cioè l’immunità dagli impulsi disordinati della concupiscenza sensuale, questo perche’ il Figlio di Dio fatto uomo, essendo l’unigenito del Padre, doveva anche essere l’unigenito della madre. Maria divenne pertanto il santuario in cui lo Spirito Santo formò il corpo di Gesù.

        2. exdemocristianononpentito

          Il fenomeno degli “hikikomori” cui facevi riferimento è un fenomeno tipico della società giapponese,non è estensibile all’ipotesi della a-asessualita che non ha motivazioni esogene. All’asessuale manca proprio la libido, nel caso giapponese viene rimossa
          Quello dei giapponesi è un rifiuto derivato da un’aridita’ di base, preesistente, dal carrierismo e dall’avidità. Ci sono altre variabili in gioco, il fatto poi è tipico di una società molto diversa dalla nostra (che il cristianesimo non ha forgiato) per cui, l’esempio non è “calzante”.
          A mio avviso, l’assenza di libido (senza le altre variabili di cui sopra) dovrebbe più che mai spingere il soggetto , ai rapporti umani, all’amicizia, anche per colmare un vuoto nella sua vita.
          Non vediamo forse che coloro i quali non hanno vita sessuale sono assorbiti dalla scienza o dall’arte? Perché non potrebbe essere l’attività pastorale ad assorbirli?
          E la mancanza di qualsivoglia secondo fine nel rapportarsi con gli altri, può agire vieppiu positivamente.

    1. Sabino

      La verità è l’amore coincidono. Senza la verità si ha solo un’idea falsa d’amore ( e infatti si lascia il coniuge, si rompono le famiglie, si uccidono i bambini prima della nascita e anche dopo, si uccidono i vecchi che non vogliamo assistere e che, sentendosi soli, preferiscono morire, e si mette a posto la coscienza con qualche opera di assistenza sociale, magari ricavandone anche qualche utile). Senza l’amore, la verità è solo un pretesto per sentirsi migliori e per giudicare gli altri. Basta vedere com’e’ questa societa occidentale che ha voluto separarli.

    2. Romano Amerio (autore per me molto difficile, che sto capendo per ora a barlumi) individuava una chiave del problema con il concetto di “dislocazione della divina Monotriade”, la più grossa, la più potente, la più subdola e misconosciuta astuzia di Satana per vincere Dio.

      Riporto da un’intervista di Radaelli:

      Questa «dislocazione» consiste nello spostare la Terza Persona della ss. Trinità sulla Seconda e questa sulla Terza: l’amore al posto del Logos, la volontà prima dell’intelletto, la libertà in luogo della legge, il sentimento sopra la ragione. In tutti i miei libri prima o poi si incontra questa dislocazione di essenze, e in molti essa costituisce il centro metafisico del loro argomentare, qualsiasi sia il loro orizzonte tematico.

      A partire da questa radice, tutto viene ribaltato, dai massimi sistemi teologici ai mini dettagli quotidiani.

      1. Molto interessante…

        Lo stesso si potrebbe dire, fatti i doverosi distinguo, di tutte le varie componenti dell’Uomo (che volendo si potrebbero anche riportare a tre nel segno trinitario che contraddistingue l’Impronta del Creatore), che vengono continuamente “dislocate”, “traslate” o assolutizzate.

        Lo dimostrano anche taluni commenti e/o tesi qui, dove si finisce per appiattire l’Uomo su un singolo aspetto (quello della sessualità poi, va per la maggiore) o dislocarlo, traslarlo in una diversa sede rispetto quella deputata a favore dell’equilibrio e della completezza del tutto.

      2. Luigi

        “l’amore al posto del Logos…”

        Non a caso il “rito antico”, quello che la santità di Benedetto XVI fece oggetto del documento cardine del suo pontificato, prevedeva e prevede, al termine della Santa Messa, la lettura dell’incipit del Vangelo secondo Giovanni: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio […]”.

        Inutile obiettare, tout se tient.

        Ciao.
        Luigi

        1. al termine della Santa Messa, la lettura dell’incipit del Vangelo secondo Giovanni:

          Ovvero, detto al contrario: non a caso i “novatores”, per spianarsi la strada, hanno deciso di eliminarlo.

  32. Cara Costanza, per la prima volta mi trovo in disaccordo con lei, non per quanto riguarda la sua riflessione generale sulla sessualità dei consacrati e /o dei laici, ma per aver scritto che il giornalista Paolo Rodari dovrebbe avere il premio come giornalista in mala fede e anticattolico. Perchè ? Semplicemente perchè il nostro sembra essersi limitato a tradurre un articolo apparso il 18 dicembre sul Journal Sentinel. Detto giornale a sua volta, pubblica una notizia apparsa in contemporanea sul National Catholic Reporter, dove il racconto del parroco “finalmente felice e osannato dai parrocchiani” è riportato con maggior dovizia di particolari. Compreso il fatto dell’atteggiamento punitivo e repressivo della Chiesa Cattolica degli anni ’80 quando lui, poveretto (!?) era in seminario. Tra le altre cose il Journal Sentinel nello stesso numero raccoglie le firme per una petizione da rivolgere al Papa per rimuovere il vescovo Joseph Morlino dalla diocesi di Madison per non essere favorevole ad una vita sessualmente attiva- e perciò felice – delle persone omosessuali di entrambi i sessi. A quanto pare il vecchio detto di Mao che il periodo è pieno di confusione perciò è un periodo positivo (non ricordo le parole esatte per cui ho scritto il senso) è attualizzato nell’ambito cristiano. La prima reazione è quella di chiedersi dove starebbe il positivo, poi mi vine da pensare che il positivo sta nel fatto che molte cose che erano nascoste (non solo l’affaire “gay” che è già comunque una bella pietra d’inciampo) e che, come un cancro silente (ma non troppo) rodevano la Chiesa dall’interno, ora sono davanti agli occhi e alle coscienze di ognuno. Ora ognuno non tanto può, ma deve scegliere cosa pensare e cosa fare, alla luce della propria fedeltà a Cristo Signore. Sono sempre più convinta che davanti a ciò che viene alla luce debba intensificarsi la preghiera perchè la Santa Madre di Dio orienti verso il Suo amatissimo Figlio il pensiero e la fedeltà del popolo di Dio e, di conseguenza, ispiri ciò che è giusto dire e fare, Ovunque e ad ogni ora.

  33. Beatrice

    Io penso che il tema “omosessualità” vada affrontato con una particolare delicatezza, che devo dire ho visto presente nell’articolo di Costanza (l’unica cosa che non ho condiviso è il concetto per cui il “dare la vita” sarebbe proprio dell’uomo quando in realtà anche la donna è portata per natura a “dare la vita” soprattutto nell’esperienza del parto dove arriva a donarsi a volte anche fino alle estreme conseguenze). Bisogna andarci coi piedi di piombo quando si parla di questo tema non solo perché si rischia di non essere compresi e di perdere efficacia nelle argomentazioni, ma soprattutto perché si ha a che fare con storie spesso drammatiche (penso per esempio al regista Pedro Almodovar vittima di abusi quand’era bambino, o alla vita piena di sofferenze indicibili del noto trans Vladimir Luxuria di cui ho letto le tristi vicende in questo articolo di Benedetta Frigerio http://www.lanuovabq.it/it/il-prete-che-usa-luxuria-e-lex-trans-che-lo-smentisce ). Ma anche pensare a quello che può aver provato un individuo con tendenze omosessuali evidenti soprattutto di sesso maschile (l’emarginazione che può aver patito a scuola o in famiglia, i dubbi e la paura per la propria condizione, il conflitto interiore che scaturisce tra il voler vivere una storia d’amore e il voler vivere la propria fede cristiana), beh è una croce mica da ridere. In casi del genere non puoi andare come un carro armato su queste vite già tribolate con giudizi impietosi. Evitiamo per favore di demonizzare le persone che si trovano in questa condizione, come se fossero degli anormali o degli psicopatici verso cui provare solo disgusto. Mi sembra che si commetta lo stesso errore dei promotori dell’Amoris laetitia: la mancanza di fiducia nel potere della Grazia. Dai commenti che ho letto sembra quasi che se uno ha tendenze omosessuali sia praticamente spacciato, debba per forza comportarsi in una maniera contraria alla Legge divina, quando in realtà avere solo tendenze non è peccato e non se ne può fare una colpa alla persona, è peccato se quelle tendenze danno luogo a pratiche sessuali moralmente sbagliate e dannose per l’anima. Penso invece sia giusto ricordare che una persona con tendenze omosessuali anche profondamente radicate può raggiungere la salvezza se con l’aiuto della Grazia riesce a praticare la castità (cosa che con l’aiuto di Dio è fattibile per chiunque anche se per alcune persone può certamente risultare più difficile da attuare).

    Detto questo, capisco che la Chiesa, considerando anche i gravi problemi emersi in questi ultimi anni, ritenga prudente non ammettere al sacerdozio persone con tendenze omosessuali profondamente marcate. Del resto se persino un giornalista dell’Espresso come Nuzzi è arrivato ad accendere i riflettori sulla pericolosa lobby gay attiva in Vaticano ormai da molti anni, vuol dire che siamo arrivati a una situazione veramente drammatica. Riporto alcune affermazioni di Nuzzi che ho visto trascritte su “Campari e De Maistre”:

    «A che gioco gioca Nuzzi? Ad 8 e Mezzo, Nuzzi ha presentato il suo nuovo libro, “Peccato Originale”. Riportiamo alcune frasi interessanti pronunciate dal giornalista: “Esiste una lobby gay così potente da essere pericolosa per la sicurezza di Papa Francesco”, “Eravamo partiti da una speranza alimentata da Benedetto XVI che aveva detto di aver sciolto la lobby gay”, “E’ stato Ratzinger a fare la lotta contro la pedofilia nella Chiesa”, “Francesco ha fatto una commissione sui pedofili dove i membri se ne sono andati tutti”, “Non cambi le cose andando a comprare un paio d’occhiali, quello è marketing, i festini nel Sant’Uffizio non si erano mai visti”. Secondo Nuzzi, in pratica, il grande spazzino della situazione sarebbe stato Benedetto XVI, che però è stato messo fuori dalla lobby dei sodomiti. Francesco avrebbe dovuto continuare il lavoro, ma non lo fa (è sotto minaccia? non vuole farlo? non è capace?). In più, aggiungiamo noi, continua a fare (volutamente?) caos su questioni dottrinali.
    Dunque la domanda è: Nuzzi, che ha contribuito alla fine del pontificato di Benedetto XVI e ora lo descrive (giustamente) come un santo, a che gioco sta giocando? Cosa è cambiato? Sicuramente la capacità di Nuzzi di fare soldi non è cambiata… ne renderà conto a chi di dovere un giorno.»

    http://www.campariedemaistre.com/2017/11/il-riassunto-del-lunedi-e-tornata-la.html

    1. Dai commenti che ho letto sembra quasi che se uno ha tendenze omosessuali sia praticamente spacciato, debba per forza comportarsi in una maniera contraria alla Legge divina, quando in realtà avere solo tendenze non è peccato e non se ne può fare una colpa alla persona, è peccato se quelle tendenze danno luogo a pratiche sessuali moralmente sbagliate e dannose per l’anima. Penso invece sia giusto ricordare che una persona con tendenze omosessuali anche profondamente radicate può raggiungere la salvezza se con l’aiuto della Grazia riesce a praticare la castità (cosa che con l’aiuto di Dio è fattibile per chiunque anche se per alcune persone può certamente risultare più difficile da attuare).

      A me pare invece che in generale (qualche eccezione può scappare e generalmente rimane isolata) i commenti qui ribadiscano esattamente quello che hai scritto, che altro non è che la posizione della Chiesa sull’argomento e sulle persone che vivono questa croce (e ricordiamo che ognuno ha la sua).

      Che poi talvolta non si facciano tanti giri di parole per ribadire quale sia la strada maestra, questo può talvolta risultare “ruvido” all’ascolto, ma la sostanza non cambia.

      Si può avere tutta la comprensione possibile per i trascorsi e le ferite che nella storia di un uomo o di una donna hanno generato devianze o disordini che li hanno portato ad essere vittime di pratiche deleterie, ma quando costoro – certamente nell’inganno profondo – si fanno promotori e difensori a loro volta della menzogna (vedi Vladimiro Guadagno, alias Luxuria) proponendola come verità liberatoria, non si può non contrapporre l’Unica Verità, anche se in toni duri e perentori, questo perché come usava dire, “il toro va preso per le corna”.
      In questo caro cornuta non è la Persona, ma il demonio che in costoro si agita rendendoli succubi… anche queste parole possono sembrare eccessive, ma la realtà è che tutti abbiamo un Padre e se non agiamo in comunione con questo Padre, abbiamo qualcun altro per padre (e anche su questo Gesù non usava giri di parole), senza nulla togliere alla gradualità dell’azione della Grazia e della comprensione del proprio peccato.

      Sulle sofferenze e le colpe altrui che nella vita spesso generano “strutture di peccato” da cui il singolo talvolta non trova via di uscita, lasciamo a Dio il giudizio, che nella Sua Infinita Misericordia, saprà ben valutare, ma può essere grave rischio presupporre noi di una misericordia che ci svincoli dall’obbligo di combattere la menzogna del peccato, il nostro in primis e quello altrui, quando vi è perlomeno occasione di chiamare le cose con il loro nome pur continuando ad amare il peccatore come Creatura ferita.

      1. Per il resto non partirei certo dalle analisi del sig. Nuzzi per arrivare a conclusioni degne del contesto.

        Certo è che anche di un Nuzzi, Dio potrebbe servirsi per il bene e per la Sua Azione (la storia del Popolo d’Israele insegna).
        Ai posteri l’ardua sentenza.

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