Un pescivendolo nel diorama

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di Emanuele Fant  per Credere

Dalle mie parti c’è un negozio di addobbi natalizi dove puoi fare la foto sulla slitta, comprare finti ghiaccioli, selezionare centrotavola invernali. Noi ci andiamo perché i bambini iniziano ogni nuovo Avvento come se fosse il primo, quindi dobbiamo perlomeno rinnovare qualche pallina dell’albero.

Quest’anno ho assistito a un fatto strano. Un enorme plastico riproduceva il villaggio di Natale, rendendo più appetibili le singole confezioni in vendita sugli scaffali intorno: la giostra con i cavallini, il negozio di dolciumi, i lampioni di foggia ottocentesca che nascondono una lampadina led.

In un angolo, con la base affondata nella neve di polistirolo, c’era un pescivendolo di proporzioni inadatte. Era evidente che qualcuno in vena di scherzare lo aveva trasferito lì dal settore presepi. Ma il personaggio non si rassegnava.

Trascinava i piedi scalzi verso la piazza con le vetrine, dove le dame si levavano di torno per l’odore. Bussava sulle casette di mattoni, ma nessuno sapeva bene a chi si riferisse quando nominava un certo Salvatore.

Si è gettato nella pista di pattinaggio, guadagnando un ruzzolone, e da terra implorava la ragazzine di levarsi i paraorecchie, indicargli un sentiero. Ha raggiunto la fabbrica di Babbo Natale, ma il direttore volava in tondo a una spanna dal tetto, facendo sempre lo stesso giro, perché per restare sospeso era fissato a un bastoncino.

Quasi in cima alla finta montagna di sfondo al diorama, il pescivendolo ha scoperto una chiesina con le finestre calde di luce arancione. Purtroppo non c’era una porta per entrare, perché era un blocco unico di plastica, stampato in Cina.

Stavo per intervenire, quando ho notato che dalla vetta finalmente scorgeva il bagliore della capannina nell’altra zona del negozio. Mentre con fatica si cavala sul pavimento; più sopra iniziavano a scambiarsi, insieme ai pacchetti, alcuni interrogativi. I gentiluomini eleganti, coi sorrisi dipinti a mano, domandavano l’un l’altro: “In effetti, perché ridiamo?”.

 

 

2 pensieri su “Un pescivendolo nel diorama

  1. Cos’è accaduto che ha reso il Natale un fatto per bambini?
    Com’è possibile che un avvenimento così eccezionale possa essere diventato una fiaba per bambini?
    La memoria del Natale è per uomini.
    Non esiste nessuna fiaba, ma puzza di stalla nel caino freddo invernale.
    L’unico bambino della Storia è Dio incarnato.
    Gli angeli che cantano in cielo sono i guerrieri dell’Altissimo. Coloro che sono rimasti fedeli a Dio padre.
    I doni che si raffigurano sono latte e formaggio, pane e coperte.
    Il Dono per eccellenza è Gesù. Dio che nasce dal travaglio di Maria. Senza ostetrica né ginecologo.
    Tra gli ultimi degli ultimi.
    Com’è che tutto questo si è trasformato in una melensa occasione formale?
    Dov’è la gioia della festa?
    Dove sono gli uomini che piangono di fronte a Gesù?
    Dove sono le donne che si inginocchiano davanti al bambino?
    Dove sono le frecce tricolori a festeggiare la memoria dell’Altissimo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi?

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