Il ruolo della luce, del sale e del lievito

san-giovanni

di Antonello Iapicca

La piazza del Family Day costituì un fatto politico, e oggi ne vediamo gli effetti. Ma quella Piazza è stata molto di più, un evento profetico, capace cioè di leggere la realtà presente, interpretarla, e offrire un discernimento sicuro per camminare nel futuro, perché solo chi ha un passato certo come una Roccia e luminoso come il perdono può inoltrarsi senza paura nella storia. Quella Piazza fu un fatto politico perché ancorato nella fede che sorge nella Chiesa ed è fondata sulla Roccia che è Cristo, la fede verso e nella quale cammina la stragrande maggioranza di quanti vi hanno partecipato.

Per questo in quella piazza non c’erano solo slogan e voti, ma volti e storie che il “potere” non ha mai compreso e accolto, perché il potere è in mano al principe di questo mondo e odia quei volti e quelle storie. Il potere arrogante di “chi governa le Nazioni” non serve ma si serve delle persone. Per questo possiamo brindare al risultato di questo referendum solo con la “serena” consapevolezza che la Storia la guida Colui che dall’alto se ne ride dei progetti dei popoli (Sal 2) invitando i governanti alla saggezza. Possiamo rallegrarci oggi solo a patto che sappiamo riconoscere in questo evento un nuovo “kairos”, un tempo favorevole di conversione per tutti noi. I cristiani sono persuasi che nessun referendum offrirà mai a un uomo la capacità di amare sino alla fine sua moglie, così come nessun voto saprà dare a una donna la forza di donarsi senza riserve accogliendo suo marito esattamente come egli è.

La Costituzione è un pezzo di carta molto importante ma non è Parola di Dio, si può cambiare e adeguare, così come una Legge di bilancio o sul codice della strada. Quello che, come ci hanno insegnato il Signore e il suo Apostolo Paolo, nessuna Legge può dare è la certezza del suo compimento. Può solo arginare (pochissimo) il male e impedire che la deriva morale si trasformi rapidamente in uno tsunami devastante. Ecco, oggi l’argine ha tenuto, e nonostante alcune leggi sconsiderate e sataniche siano state approvate, quel Popolo che si nutre di fede ha mostrato che quella fede ha la capacità di farsi carne e pure voto se necessario.

“Per amore dei suoi figli” e di quelli di ogni italiano…. Per dare anche a un voto popolare un pochino di sapore celeste, una luce profetica sulla storia contemporanea dell’Italia offerta a chi ha o sta per prendere il potere. Arriveranno altre tempeste, ben più terribili, sono tutte profetizzate è inutile illudersi, ma se quel Popolo che scese in Piazza saprà perseverare nella Chiesa (nonostante alcune miopie) e restare saldo nella fede ancorando la casa sulla Roccia, non ci sarà da temere.

La vita divina e il martirio quotidiano, fino al sangue chissà, saranno il NO a satana e alle sue menzogne che salverà il mondo, esattamente come quel giorno a Piazza San Giovanni quel Popolo offeso e non considerato gettò le premesse del risultato di oggi. Nessuno o quasi lo riconoscerà, come nessuno sa e può riconoscere il ruolo decisivo della Chiesa nella storia. Non potrebbe essere diversamente, ma non ci preoccupa, anzi. Questo referendum rivela una volta di più il ruolo decisivo dei cristiani, anche nella società. Il ruolo cioè della luce, del sale e del lievito, che offrono se stessi per salvare una massa inconsapevolmente votata al suicidio per aver creduto supinamente alle menzogne del seduttore di tutta la terra.

Ecco, dietro la vittoria del No vi sono i piccoli, le famiglie derise e dimenticate, ma senza le quali oggi l’Italia sarebbe stata un pochino peggio. E non è poco…. Coraggio allora, perché in ogni evento Dio continua a parlarci e a chiamarci a conversione, ciascuno nella sua chiamata e vocazione, chiedendo senza posa la comunione, vitale anche per chi si affaccia alla res-publica.

Antonello Iapicca Pbro da Facebook

111 pensieri su “Il ruolo della luce, del sale e del lievito

  1. Francesco Carraro

    Questa volta non approvo e certamente non c’è niente a cui brindare, l’Italia è bloccata, divisa ed in piena crisi etica e Valoriale. Non c’è nulla a cui brindare.

    1. Procopio

      Si e’ votato No pur subendo minacce di default. Si e’ difeso una costituzione che si basa sulla comunita’, l’uguaglianza, la solidarieta’ e la famiglia contro la cultura dell’individuo e dei diritti individuali. Forse la societa’ italiana non e’ cosi’ marcia.

    2. Saverio

      Assolutamente d’accordo con francesco. Si è fatta una gran confusione. Che tristezza..

  2. Con la legge sulle unioni civili Renzo si è autoaffondato, ma bisognava votare sul merito e non su Renzi, purtroppo in questo momento la alternativa è peggiore di lui. Finché non ci sarà una persona che si incarichi di rappresentare i veri bisogni della gente le alternative sono la palude della vecchia casta e i grillini! Renzi paradossalmente è stato salvato dal no! Se ne esce in pompa magna figurando come il grande riformatore incompreso! Se fosse rimasto ancora un anno finiva bollito definitivamente e forse c’ era il tempo di trovare una alternativa. In questo modo ci teniamo un mare di buoni a nulla al senato, al cnel, alle province e per i prossimi venti anni non si muoverà più nulla!

  3. Francesca

    Anche io penso che non c’ è niente a cui brindare, ma approvo e sottoscrivo tutto il resto. Grazie don Antonello, Iddio la benedica!

  4. Fabrizio Giudici

    C’è da brindare eccome. Semplicemente è solo una battaglia, come la Battaglia d’Inghilterra, non la fine della guerra. Ma questo è chiaro a tutti.

    L’Italia è bloccata e in piena crisi di valori? Vero, ma se vinceva Renzi invece cosa succedeva? Si sbloccava la crisi valoriale? Ma date i numeri?

    I grillini sono peggio? Sì, ma alla fine che mi interessa se la legge Scalfarotto o sull’eutanasia la fa Renzi o la fanno i grillini? Come paragonare Brezniev a Mao. Uno sarà stato pure peggio dell’altro, ma non esisteva un male minore. E con la nuova costituzione chiunque avesse vinto le elezioni avrebbe spadroneggiato per lungo tempo: grillini inclusi.

    Quanto a Renzi è già bollito. L’unica sua forza era la narrazione del rottamatore e del vincitore. Finite entrambe. Vedrete con che velocità i venduti che ha cooptato passeranno su un altro carro. Inoltre era la marionetta delle lobby europee e di oltreoceano. Anche quelle lobby hanno bisogno di marionette vincenti, non perdenti. Dovranno tirare fuori un altro buffone. E pazienza, attenderemo che tutti facciano la loro figura di merda. Quando il popolo si sarà convinto che tutte le soluzioni proposte sono fallimentari, si renderà conto che ciò avviene perché sono tutti figli di una stessa matrice: la modernità. E in quel momento la modernità sarà al capolinea e cambieranno le cose.

    1. Sottoscrivo, Fabrizio. E’ la terza volta in pochi mesi che i potenti di questo mondo si prendono una labbrata dal popolo bue. Non è poco.

    2. Procopio

      Non capisco le frasi fatte che l’Italia e’ spaccata. Tipico del piddino deluso. E’ ovvio che l’Italia e’ spaccata dopo 5 anni di crisi sistemica dovuta alle politiche neoliberiste che vengono chiamate austerita’. Come dovrebbe essere un paese che segue ideologie che creano pochi ricchi e tanta poverta’? Soprattutto la vecchia costituzione si basava su un assunto di non lasciare nessuno dietro, di culture distanti come quelle cattoliche e socialiste che pero’ erano avevano trovato un terreno ed una cifra comune. Renzi cosa proponeva? una costituzione JP Morgan scritta coi piedi per nascondere l’imponderabile e con dodici volte un riferimento ad un’istituzione esterna che sta per collassare sotto l’immensa idiozia dei suoi fautori.

  5. L’ unica cosa certa è che l’ agenda Obama: omosessualismo, disgregazione legislativa delle famiglie, immigrazione indiscriminata non è più tollerata dalla gente. A proposito, sembra che la maggior parte delle donne nigeriane che sbarcano siano destinate alla prostituzione dalla mafia del loro paese! E il governo fa finta di nulla! Il progressismo dei salotti scic conosce una sconfitta dopo l’ altra in America, in Francia e ora in Italia. Il problema è che loro l’ alternativa ce l’ hanno. Noi non la vediamo nemmeno all’ orizzonte!

    1. Piero

      Il progressismo dei salotti scic conosce una sconfitta dopo l’ altra in America, in Francia e ora in Italia. Il problema è che loro l’ alternativa ce l’ hanno. Noi non la vediamo nemmeno all’ orizzonte!

      Ma come? Ma se per mesi, anche e soprattutto da parte CATTOLICA (capisc’ammmmmme’!) l’hanno menata su quanto sia brutto sporco e cattivo Trump! Adesso ad un tratto e’ diventato “alternativa”?
      Facciamoci meno condizionare dai “progressisti” (in realta’ questi sono solo “pagani”) e dalla sinistra radical-chic e non, che pretende di dare patenti di rappresentativita’ ,di presentabilita’ e di democraticita’, proprio essa che dovrebbe soltanto tacere…

  6. Anna Maria Spotti

    Grazie ad Antonello Iappica per l’artico lo che condivido pienamente. Soprattutto per i riferimenti evangelici e cristiani!
    Io contribuisco colla preghiera di ringraziamento a Dio per la Sua presenza costante.
    Un saluto e un pensiero di gratitudine a voi che contribuite con i vostri interventi, a maturare nella Fede
    ANNA MARIA

  7. Gianfranco Falcone

    Bell’articolo. Non vedete alternative politiche? Pregate, pregate e abbiate fiducia nella fantasia di Dio, infinitamente più grande della nostra.

    1. Piero

      La verita’ e’ che Dio si serve anche dei “peggiori” (ma ci siamo guardati dentro anche noi?) per “raddrizzare” le “righe storte”… quindi non scandalizziamoci

  8. Maria Silvia

    Magari questo comitato difendiamo i nostri figli potesse entrare a far parte della politica ‘sana’ della nostra bella Italia!!!!

    1. Fabrizio Giudici

      @admin

      Deve averlo capito benissimo, perché alla fine nelle parrocchie non mi sembra che ci sia andato. O per lo meno, ha rifiutato ogni confronto esplicito.

  9. “…nessuna Legge può dare è la certezza del suo compimento. Può solo arginare (pochissimo) il male e impedire che la deriva morale si trasformi rapidamente in uno tsunami devastante.” Magari servisse almeno ad arginare (un poco) il Male… É quando assistiamo a leggi che che il male promuovono e spacciano per un bene, che la cosa si fa drammatica e su questo ci sarà ancora molto da combattere, perché alcune battaglie già sono state perse.

  10. Fabrizio Giudici

    “L’ unica cosa certa è che l’ agenda Obama: omosessualismo, disgregazione legislativa delle famiglie, immigrazione indiscriminata non è più tollerata dalla gente.”

    Non mettiamo il carro davanti ai buoi. Quello che possiamo dire è questa agenda non è così popolare come volevano farci credere: c’è ancora una forte opposizione, rilevante. Ma il resto della gente quell’agenda se la sarebbe pure bevuta, e se la berrebbe tutt’ora se arrivassero i benefici promessi. Ma inizia a capire che erano fandonie. Quindi per ora è solo un’inizio di presa di coscienza dell’inganno. Ci vorrà ancora un po’, per arrivare prima di tutto ad una presa di coscienza completa. E a quel punto saremo solo a metà dell’opera, perché finita la pars destruens dovrà iniziare quella costruens. Dobbiamo dotarci di molta pazienza.

    @Bariom
    È così. Ma le battaglie perse non sono guerre perse.

  11. Andrea

    Vorrei sottolineare che per tanti il voto è stato nel merito. Non come certi sinistri che dopo aver votato 6 volte in parlamento gli hanno voltato le spalle solo perché cercavano una vendetta su Renzi.
    Se fosse stata una riforma fatta bene l’avrei votata nonostante la legge sulle coppie di fatto contro il popolo del Family Day. Ritengo che si debba partire dai contenuti e dalle motivazioni politiche del no. Bisogna cercare di dare uno sguardo “olistico”, d’insieme a quello che sta accadendo. Siamo in guerra contro le elite, e queste hanno sicuramente già il loro piano B. Lo schema, alla fine, non è poi così difficile da intravedere. Se dici qualcosa fuori dal coro si passa per populisti o complottisti. Io aggiungerei cristiani: divergenti per dna!

    1. Cupo

      Quando ha creato quella schifezza della buona scuola ho promesso di fargliela pagare. In ogni aula c’è un bel teleschermo al posto di un crocifisso e nei libri di antologia al posto di Pascoli ci sono le letture sul rispetto di genere.

      1. Navigare necesse est

        Egli è un piazzista del pensiero unico in salsa nazionalpopolare. Sia per età e sia per estrazione socioculturale è impregnato di sottocultura pop, quella che da qualche decennio detta – disastrosamente – la linea e che trova espressione nei nobel a Fo o a Robert Allen Zimmerman, nelle isole dei famosi, nella consacrazione scolastica delle tiritere di De Andrè, nella mistica di féisbuc, di tuìtter e uozàp, nella retorica dell’ibridazione genderista… Immigrazione/invasione, giustizia (riforma drastica della magistratura!), famiglia, sono questioni congenitamente fuori dal suo radar. Non va però dimenticato che in quell’area politica albergano numerosissimi soggetti assai peggio di lui. E non solo in quella: in campo opposto c’è da stare allegri.

  12. Per combattere le battaglie ci vogliono anche i generali. Purtroppo, ho l’ impressione che, tra ponti e dialoghi, si siano dimenticati che nessuno regala niente. Infatti è passato il divorzio breve, le unioni civili, con la beffa della reversibilità delle pensioni, che sono un invito a “nozze” per i furboni. Senza nemmeno una flebile obiezione! Mi sembra che dai tempi di Giovanni Paolo II e Papà Benedetto siano passati secoli! Alzare bandiera bianca, fino ad ora non ha mai fatto vincere nessuno! Se i primi apostoli avessero fatto così, non sarebbero stati martirizzati, ma del cristianesimo non si sarebbe conservato nemmeno il ricordo!

  13. sara

    Questa volta non sono riuscita a trattenermi dal commentare, perché leggere parole del genere da un cattolico come me mi spezza il cuore, davvero. Per me, seguire il messaggio di Cristo significa amare l’altro, il diverso da sé, come sé stessi, anzi più di come noi umani possiamo amare noi stessi: addirittura come Cristo, che è amore e accoglienza infinita, ha amato noi. L’amore per ogni altro essere umano è talmente forte per il cristiano da dargli la facoltà sovraumana di amare come un Dio.
    E invece qui leggo che sarebbe satanico e deviante sancire legalmente che tutti gli uomini, a prescindere da ogni loro caratteristica ma per il solo fatto di essere umani, sono uguali e meritano pertanto gli stessi diritti, tra cui quello fondamentale di vedere la propria unione con la persona che amano riconosciuta e accolta dalla comunità al pari di ogni altra.
    Ci sarebbero tante altre considerazioni da fare e su alcune cose sarei anche d’accordo con le posizioni di questo blog: ad esempio sulla gpa, alla quale sono contraria non perché creda che per un bambino essere cresciuto da una coppia omosessuale sia meglio o peggio di una coppia eterosessuale, bensì perché trovo questa pratica in certa misura lesiva della dignità della donna e della sua sessualità. Infatti, penso che la soluzione più rispettosa della dignità e dei bisogni di tutti sarebbe riconoscere pari diritti ad entrambi i tipi di coppia su matrimonio e adozione e pari divieto della gpa.
    Tuttavia a prescindere da considerazioni sul merito della riforma, sul futuro che si prospetta per l’Italia – che almeno io, europeista convinta e spaventata da certe derive populistiche che considerano la cultura con insofferenza e sospetto, vedo problematico -, sulla stessa legge per le unioni civili, quello che davvero mi premeva di dire è che il Cristo in cui credo non è quello di chi manifesta contro l’accoglienza dell’altro in ogni sua forma, contro l’uguaglianza, contro il divieto di offendere e emarginare il prossimo. Renzi ha certamente commesso degli errori che gli sono costati questa sconfitta, ma non posso credere che Cristo abbia voluto punire proprio un passo in avanti in direzione della libertà e dell’uguaglianza, fulcro del Suo messaggio, che non lede in alcun modo la dignità e i diritti altrui.

    1. Roberto

      Amare come Dio significa far della propria volontà la volontà di Dio, che desidera la nostra salvezza e che odia il peccato. Convincere se stessi o il prossimo che peccare (e peccare di un peccato che grida vendetta al cielo) è una cosa buona, un diritto, significa odiare il prossimo e se stessi e rendersi invisi a Dio. Permettere che una tale infezione aggredisca il corpo sociale è ancor peggio, e porta infelicità sia in questa vita che nella prossima, perché significa promuovere comportamenti radicalmente contrari alla natura umana.

      Credere che amare sia un mero moto sentimentalistico, che “spezza il cuore”, invece che volere il vero bene del prossimo, che è Dio, e addirittura arrivare nei fatti, anche se inconsapevolmente, a bestemmiare sostenendo che peccare e promuovere il peccato sia “amare come Dio”, è proprio il peggior appiattimento alla logica del mondo, si sposa bene con il commento di @cacioppogiuseppe, sopra: questi sono i frutti dei nostri “generali” che non si identificano con facce inespressive e non a caso non si ricordano neppure la fine fatta da Sodoma e Gomorra: un impasto di luoghi comuni, vuoto spinto elevato all’ennesima potenza…

    2. Fabrizio Giudici

      @sara

      Dici bene il “Cristo in cui credo”, perché ti sei fatta un’immagine che non corrisponde al Cristo reale. Non ami nessuno, anzi fai il suo male, se non lo esorti a rimanere nella Legge di Dio. E l’amore di cui parli è quello delle pubblicità di profumi, non quello dello Spirito Santo.
      Così come le “derive populistiche che considerano la cultura con insofferenza e sospetto” sono un parto della tua fantasia.
      Tutto il tuo discorso è un minestrone insipido di filantropismo, che con il cattolicesimo non c’entra niente.

  14. M. Cristina

    Calma. Immedesimiamoci. I primi cristiani erano martiri (testimoni) anche senza leggi a favore, anzi, proprio dentro il contesto pagano in cui, questo sì, loro non adoravano il Potere ma Dio. Questo mi sembra il punto di partenza possibile sempre, si o no al referendum, leggi giuste o ingiuste. Che non vuol dire non cercare di “esserci” dentro la politica per il bene comune, ma che c’è qualcosa che viene prima, che il Papa continua a richiamare, e che sta a fondamento della presenza politica dei cattolici. Se si dimentica questo, scambiamo le priorità, e nel passato si è visto che in questo modo, nonostante governi favorevoli, la realtà sociale è andata deteriorandosi…penso dobbiamo concentrarci sulla guerra in corso, che è in noi (me) e intorno a noi, guerra di senso, di desiderio, di fede, perché altrimenti rischiamo di accanirci a cercare di conquistare piccole postazioni e piccole vittorie di una guerra persa…mentre occorre riconoscere Chi ha già vinto la guerra, e partire dal costruire luoghi dove la Sua vittoria sia evidente, come hanno fatto i primi cristiani, i monaci, i missionari, ecc…dalla presenza di comunità così, pian piano, vien fuori anche il livello politico attento al bene comune…

  15. M. Cristina

    Starei anche molto attenta ad evitare schematizzazioni, tipo: cattolico=voto no o sì o quello che è…la politica non è un dogma di fede…

    1. Ma potrebbe essere un campo in cui esercitarsi in opere di di misericordia corporale…
      «Il popolo italiano ha infatti dato un segnale impressionante per forza e commovente per intensità, quasi un grido. Se non si vuole che a raccoglierlo ci sia solo l’ennesimo leader di cartone — nuovo o reimbiancato — che condurrebbe all’ennesima delusione o a una dittatura 2.0 è ora che chi ha cultura e radicamento sociale si dia una mossa. In primis la Chiesa italiana, con le dovute modalità in tutte le sue articolazioni, dalla gerarchia all’ultimo dei fedeli. Anche questo sarebbe un gesto di misericordia, forse il più grande, nei confronti del nostro povero Paese.»

  16. Gianfranco Falcone

    La differenza tra i NO e i SI è stata di circa sei milioni di voti. Il che significa che se tre milioni di quelli che hanno votato no avessero votato sì il risultato sarebbe stato inverso. Nessuno fa notare che, per quanto piccolo sia il gregge (ma neanche tanto, a giudicare da quello che si è visto al Circo Massimo) che è stato ignorato, quando non irriso, una politica attenta alla famiglia, ai suo valori su cui per secoli si è basata ogni società e il sentire comune della gente, non solo cattolica – sono sicuro che sono ben più di tre milioni gli italiani disgustati dall’andazzo delle ultime leggi approvate in Italia in pedissequo ossequio ai dettami del pensiero unico – avrebbe consentito di fare oggi tutt’altro discorso?

  17. Gianfranco Falcone

    Letto l’articolo di Guzzo segnalato da Bariom, bisogna dedurne che alla fine, visto che ancora Brexit, Trump e Referendum hanno potuto rompere le uova nel paniere, prima o poi non potranno fare altro che toglierci quest’ultima possibilità del voto

  18. La riforma aveva delle cose buone: eliminava i parassiti del cnel che prendono stipendi da nababbi senza far nulla, limitava i poteri delle regioni che sono diventate centri di sperpero del denaro pubblico, metteva la parole fine alle provincie. Quanto al senato, la seconda camera non ha impedito l’ approvazione di leggi inique come la Cirinnà, di fatto non garentisce nulla se non qualche centinaio di parassiti da stipendiare! La verità è che gli assetti costituzionali non possono garantire nulla se gli eletti sono degli stolti! A mio parere il no ha fatto un favore a Renzi che passerà come un riformatore incompreso, pronto a tornare al momento opportuno! La costituzione rimarrà così come è ad ingessare il paese e a favorire la palude pararassitaria che sperimentiamo da settanta anni! La gente ha messo tutto questo in secondo piano e ha trasformato il referendum in un voto pro o contro Renzi. I soli vincitori sicuri sono quelli che non hanno perduto le loro comode e ben remjunerate poltrone!

    1. Thelonious

      @cacioppogiuseppe.

      La riforma aveva, è vero, cose buone, ma non è giusto mescolare cose buone e cose cattive e far passare una riforma – a mio giudizio – pasticciata solo perché ci sono ALCUNE cose buone, facendo finta che le cose cattive non ci siano.

      Se il Paese è ingessato o se le spese della politica sono eccessive (e lo sono, eccome !) questo non è attribuibile alla costituzione, ma ad un sistema viziato da anni di clientele e di parassitismo. Non è mettendo mano (malamente) alla Costituzione che si risolvono questi problemi.

      Inoltre è un’affermazione generalizzante dire: “La gente ha messo tutto questo in secondo piano e ha trasformato il referendum in un voto pro o contro Renzi”. Io, personalmente ho votato NO, ma non ho pensato di dare un voto politico ma un voto NEL MERITO della proposta e basta. Conosco tante persone che si sono impegnate a capire il merito della riforma e non hanno votato “di pancia” contro Renzi. Poi, ci saranno senz’altro anche i controesempi, ma questo è da mettere in conto per ogni referendum.

      Concludo dicendo che chi, come me, ha votato NO non è un immobilista, nel senso che pensa che le cose vadano bene così. No, io sono convinto che le riforme vadano fatte eccome, ma non va bene QUESTA riforma.
      Quello che deve passare al governo è questo concetto (severo ma giusto): il NO è alla riforma, non a qualunque cambiamento.

  19. Gabriele Schiaffino

    ma era così difficile votare nel merito della riforma della Costituzione senza pensare a Renzi e alle Unioni Civili?!? e questo indipendentemente da cosa si è votato…

  20. Fabrizio Giudici

    Siccome c’è troppa fuffa in giro quando si parla di cattolici e politica, il che mi disgusta parecchio perché mi pare una replica del politichese che disprezzo, e come me molti, e francamente non me lo voglio ritrovare all’interno della Chiesa, forse sarebbe opportuno partire da quello che dice il Catechismo. Il Catechismo parla di “Chiesa che manifesta la regalità di Cristo… sulle società umane”. Se non si parte dalla regalità sociale di Cristo e non si ha il coraggio di mettere quest’espressione per iscritto, si fa poca strada.

    Questo vuol dire che, oltre che le testimonianze personali, siamo chiamati a forgiare le società in cui viviamo secondo i Comandamenti di Dio. Questo non vuol dire teocrazia, non vuol dire che non ci sia spazio per fedeli di altre religioni e non credenti, eccetera. In calce riporto tutti i passaggi del CCC che affrontano questi aspetti (di cui, poi, si è già commentato qui in passato). Non vuol dire che la cattolicità deve “appoggiarsi” acriticamente ad una forma di potere politico, perché è vero che questa cosa, che è stata fatta in passato, ha portato molti guai.

    Ma non è vero che è del tutto indifferente l’indirizzo delle società in vui viviamo. Quando parliamo dei nostri antenati all’epoca dei Romani, quelli effettivamente trasformarono una società pagana e totalmente refrattaria al cattolicesimo, per via di questioni rilevanti sia politiche (incompatibilità con la concezione dell’imperatore), sia sociali (costumi totalmente incompatibili con il cattolicesimo) che culturali (l’idea di un dio che muore in croce e risorge, alla luce della cultura classica, appariva come roba da dementi). Noi, che ci troviamo con secoli di eredità cattolica, abbiamo lasciato paganizzare la nostra società in tempo assai breve, e questa è già una GRAVE COLPA che ci portiamo addosso (seppur sociale, fortunatamente, e non imputabile personalmente: a meno che uno non aderisca personalmente). Abbiamo presente la parabola dei talenti? Bene, applicata a livello sociale i nostri antenati li fecero fruttare con il sangue, noi contemporanei invece non siamo neanche stati capaci di conservare il capitale che ci è stato affidato. Vediamo di ricordare come finisce la parabola:

    28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30 E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

    Ancora più grave è la colpa se ci adeguiamo a questo andazzo; e ancora più grave la colpa, all’intero della Chiesa, è di chi, non ancora contento, sta cercando di risolvere il contrasto al contrario, adeguando la Chiesa al mondo.

    Se poi guardiamo alla storia moderna, nel 1689 Santa Maria Alacoque ricevette l’ordine da Cristo in persona di ammonire Luigi XIV perché consacrasse il suo regno al Sacro Cuore di Gesù (ne ha riparlato ieri Donadoni su C&DM). Questa richiesta, lungi dall’essere puramente formale, includeva l’adesione del re alla Legge di Dio, non solo dal punto di vista personale, ma dal punto di vista politico, ovvero della gestione del regno e delle sue leggi. Il re ebbe anche molti altri segnali dallo Spirito Santo di tipo più “laico”: p.es. il maresciallo Vauban, pochi anni dopo, gli consegnò un rapporto sullo stato del regno, in cui c’era scritta chiara e netta la necessità di un cambiamento. Il re e la corte, pieni della loro superbia, li ignorarono tutti. Cento anni più tardi i discendenti del re, l’aristocrazia, le gerarchie ecclesiastiche e l’intera società francese avrebbero pagato caro quel rifiuto, e lo stiamo pagando noi ancora oggi.

    All’epoca il re era un monarca assoluto, e quindi la responsabilità politica era solo della monarchia. Oggi che abbiamo voluto la bicicletta della democrazia la responsabilità è di ognuno di noi. Se nei suoi messaggi successivi la Madonna ha richiesto la consacrazione di intere nazioni al suo Cuore Immacolato, il messaggio è chiaramente lo stesso. Nessun Papa ha potuto ottemperare a questo comando, se non con iniziative private o parziali, proprio perché è mancata la comunione dei vescovi e di tutto il gregge. Ostiniamoci a non farlo, nascondendoci dietro cortine di fumo politichese, e ne pagheremo le conseguenze. E questa consacrazione vuol proprio dire ottemperare, per quanto possibile, alla realizzazione della regalità sociale di Cristo. Chi fa finta che non sia così, be’ è proprio costui il fariseo e l’ipocrita, che si fa scudo di questioni di fede astratte e non fa seguire le opere.

    Venendo al concreto dell’attualità: come regola generale certo che ci sono decisioni politiche anche molto diverse che possono essere compatibili con la regalità sociale di Cristo. Personalmente, come Andrea, avevo una serie di motivazioni solide e nel merito della questione per oppormi alla riforma costituzionale, per cui non ho avuto il minimo problema a prendere una decisione. Ma anche se fosse stato vero il contrario… Se vedo un presidente del consiglio che per tre anni adotta una politica totalmente contraria, facilmente ascrivibile al mondialismo filantropico che ben sappiamo da dove arriva, se vedo esponenti della sua maggioranza, come la Cirinnà, che non si fa problemi di snocciolare uno per uno le leggi progressiste che quel governo attuerà dopo aver ottenuto la riforma costituzionale; se vedo tutta la stampa, l’establishment, realtà ben identificabili come JP Morgan; se vedo addirittura, persa ogni dignità e decenza formale, presidenti americani, loro ambasciatori, primi ministri europei, esponenti delle istituzioni europee intervenire nel dibattito a gamba tesa prendendo posizione… ecco, francamente devo essere totalmente fesso per non capire che quella riforma è funzionale a quell’agenda mondialista ed anti-cattolica. Non ci sono possibili vantaggi (tralasciando poi la totale inconsistenza di Renzi, un fuffaiolo) che riscattano questo quadro. E se non sono fesso, la mia responsabilità è grave.

    PS Per non dire poi che, secondo le analisi dei flussi che sto leggendo, sono state le classi più disagiate delle “periferie” a votare in maggioranza “no”, e i quartieri borghesi delle grandi città le “isole” dove il “sì” ha prevalso. A dimostrazione di una totale incoerenza di quello che certi predicano.

    2105 Il dovere di rendere a Dio un culto autentico riguarda l’uomo
    individualmente e socialmente. È « la dottrina cattolica tradizionale sul
    dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l’unica
    854 Chiesa di Cristo ».25 Evangelizzando senza posa gli uomini, la Chiesa si
    adopera affinché essi possano « informare dello spirito cristiano la men-
    898 talità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità » 26 in cui vivono.
    Il dovere sociale dei cristiani è di rispettare e risvegliare in ogni uomo
    l’amore del vero e del bene. Richiede loro di far conoscere il culto
    dell’unica vera religione che sussiste nella Chiesa cattolica ed apostolica.
    27 I cristiani sono chiamati ad essere la luce del mondo.28 La Chiesa
    in tal modo manifesta la regalità di Cristo su tutta la creazione e in
    particolare sulle società umane.29
    160 2106 « Che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la
    sua coscienza, né impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità al-
    1782 la sua coscienza privatamente o pubblicamente, in forma individuale o
    1738 associata ».30 Tale diritto si fonda sulla natura stessa della persona umana,
    la cui dignità la fa liberamente aderire alla verità divina che trascende
    l’ordine temporale. Per questo « perdura anche in coloro che
    non soddisfano all’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa ».31
    2107 « Se, considerate le circostanze peculiari dei popoli, nell’ordinamento giuridico
    di una società viene attribuito ad una comunità religiosa uno speciale
    riconoscimento civile, è necessario che nello stesso tempo a tutti i cittadini e
    comunità religiose venga riconosciuto e rispettato il diritto alla libertà in materia
    religiosa ».32

    2108 Il diritto alla libertà religiosa non è né la licenza morale di 1740
    aderire all’errore,33 né un implicito diritto all’errore,34 bensì un diritto
    naturale della persona umana alla libertà civile, cioè all’immunità da
    coercizione esteriore, entro giusti limiti, in materia religiosa, da parte
    del potere politico. Questo diritto naturale deve essere riconosciuto
    nell’ordinamento giuridico della società così che divenga diritto civile.35
    2109 Il diritto alla libertà religiosa non può essere di per sé né illimitato,36 né 2244
    limitato semplicemente da un ordine pubblico concepito secondo un criterio
    « positivistico » o « naturalistico ».37 I « giusti limiti » che sono inerenti a tale
    diritto devono essere determinati per ogni situazione sociale con la prudenza
    politica, secondo le esigenze del bene comune, e ratificati dall’autorità civile 1906
    secondo « norme giuridiche conformi all’ordine morale oggettivo ».38

    1. Roberto

      Senza poi dimenticare che in una società pagana, anticattolica, è anche più arduo conseguire la salvezza eterna. Nessuno si scandalizzi per questo: non è un difetto di Giustizia, ma un inaridimento dei canali della Misericordia. Se infatti Dio lascia sempre la possibilità di salvarsi, tuttavia un ambito che opera tutto per contrastare l’opera di santificazione, individule E sociale, riduce le opportunità di beneficiare della Misericordia Divina, il che rende ancora più stretta la porta stretta. Questo non può mai arrivare a strappare a Dio la sovranità del creato, ma è sufficiente a diminuire quelle vie che la Divina Provvidenza aveva previsto dall’eternità come mezzo di salvezza da manifestare attraverso le cause seconde – cioè noi e la società umana.

      Il cattolico che dimentica questo si lascia mutilare spiritualmente, con piena soddisfazione dei padroni del mondo di ieri, di oggi e di sempre. Per questo il fondamento dei principi non-negoziabili è così importante: è la base dalla quale ripartire sempre nell’azione sociale.

      1. Perché, aggiungo, il principe di questo mondo (e delle tenebre) è uno e opera precisamente e pesantemente perché si attuino proprio gli “inaridimenti” di cui parli, Roberto.

    2. Klaus B

      Ma tutta la stampa, l’establishment, le realtà ben identificabili come JP Morgan, i presidenti americani, i loro ambasciatori, i primi ministri europei, gli esponenti delle istituzioni europee ecc., dopo la musata della Brexit e quella di Trump non avevano ancora capito qual è l’effetto delle loro prediche sull’elettorato? e non avranno capito neanche dopo quest’altra? continueranno a esibire la loro presunta superiorità morale e intellettuale e a parlare di populismo per chiunque non la pensa al 100% come loro su tutto? speriamo, perché allora continueranno a prenderle. Ma c’è anche da temere che prima o poi si facciano più furbi.

      1. Fabrizio Giudici

        @Klaus

        “Il nuovo esecutivo – avverte il braccio destro di Angela Merkel – dovrebbe chiedere un programma di aiuti all’Esm”. Il Meccanismo di stabilità europeo, altrimenti noto come Fondo salva-Stati, aprirebbe le porte ai rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale. […]
        Nei piani di Wieland “anche l’Fmi dovrebbe essere coinvolto nel programma di aiuti” a sostegno dell’Italia. Il piano “da un lato rappresenterebbe uno ‘scudo’ in caso di crisi debitoria in Italia e, dall’altro, Esm e Fmi assieme potrebbero esercitare le giuste pressioni per sbloccare le riforme”.

        Figurati se mollano. Dal loro punto di vista sono ad un passo dal completare un piano secolare… La guerra è all’ultimo quartiere.

    3. Giusi

      Pensa Fabrizio che c’è qualcuno che lo vuole cambiare il catechismo. Ci vorrebbe un novello San Nicola che lo prendesse a schiaffoni! Speriamo che Bariom non lo trovi OT………..

      Dopo Amoris laetitia qualcuno vorrebbe rivedere il Catechismo. Nessun “dubia”.

      http://sinodo2015.lanuovabq.it/dopo-amoris-laetitia-qualcuno-vorrebbe-rivedere-il-catechismo-nessun-dubia/

      https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/15326551_10210902970760705_3792577688932556678_n.jpg?oh=be2e1dfe61f07d068cd4641ce9d6e4d7&oe=58C48280

      1. Gli OT sono un fatto piuttosto oggettivo, che qualunque persona di buon senso può capire… checché ne pensiate tu e Fabrizio.

        Alcuni ci possono anche stare, altri dimostrano palesemente che chi commenta – parlando di mele anche se l’articolo ci invita a parlare di pere, con la scusa che sempre frutta è – ha solo l’obbiettivo di riproporre il tema che gli preme (e forse il suo stesso commentare) perché questo non “scivoli” nel dimenticatoio di due o tre thread precedenti dove sarebbe più giusto inserirlo nel rispetto dei temi trattati.

        E questo è quanto, cara Giusi.

        Peraltro in occasione recente lo stesso admin era intervenuto in tal senso su frangente molto simile… ma si sa, la memoria talvolta è corta.

      2. Fabrizio Giudici

        @Giusi

        Ma è un po’ indietro il tipo… Non deve chiedere semplicemente un aggiornamento del Catechismo; deve chiedere che ogni diocesi possa stamparsi una variante a sua scelta, così si fanno tutti contenti.

  21. Dani

    Mi sembra un’ analisi a dir poco delirante, scusi, ma quale ruolo decisivo dei cristiani, il No lo hanno votato grillini in primis e poi tutti gli altri partiti che volevano cacciare Renzi, PD incluso!
    La vittoria del No era scontata per questo motivo, non per il popolo del Family Day (peraltro, io al Family Day c’ero e domenica ho votato Sì, perché era un voto per dei contenuti, non a un governo che comunque non appoggerei mai).
    Saluti

    1. Fabrizio Giudici

      “Mi sembra un’ analisi a dir poco delirante, scusi, ma quale ruolo decisivo dei cristiani, il No lo hanno votato grillini in primis e poi tutti gli altri partiti che volevano cacciare Renzi, PD incluso!”

      In questi giorni i troll sono scatenati. Buon segno.

      1. Piero

        Piu’ che troll, mi sembra che sia una ennesima conferma di quello che penso io di molti “cattolici”.
        Molti “cattolici”, tipo Dani, lo hanno votato proprio Renzi…
        Sarei curioso di conoscere come ha votato al referendum confermativo precedente, giusto per…

        1. Fabrizio Giudici

          @Piero

          Certo. Ma un conto è votare, un conto argomentare. Altri commentatori hanno espresso il loro punto di vista per il “sì”, ma non hanno tentato di ridicolizzare il peso del popolo del Family Day. Cosa che è un po’ priva di logica: si suppone che uno che scende in piazza per un’idea poi non vada a dire che lui e quelli come lui non contano niente.

          Uno che si presenta con l’affermazione apodittica “mi sembra un’affermazione delirante” – per carità, ben vengano le espressioni forti, basta siano fondate – e poi completa il ragionamento con quattro banalità, se non è un troll, trolleggia. La lista dei partiti che hanno votato “no” la sappiamo. E allora? Non c’è un partito cattolico, per cui non è possibile trarre conclusioni su questo fronte. Tuttavia, chi può escludere che in quel 25% di PD che ha votato “no”, oltre alla componente di estrema sinistra, non ci siano cattolici? E in FI un 25% ha votato “sì” (l’atteggiamento di Berlusconi è stato ambiguo sino all’ultimo). Potevano essere di più: chi dice che tutti gli altri hanno semplicemente seguito Brunetta? Per non dire che poi non sappiamo quanti indipendenti o astenuti cronici hanno votato.

          Il fatto è che dei 6 milioni di voti di differenza che ci sono stati, facendo riferimento al numero di partecipanti delle piazze, si può legittimamente dedurre che una parte rilevante è stata influenzata dal voto del Family Day. Si noti che io non faccio affermazioni apodittiche, perché bisognerebbe avere dei dati sottomano con le analisi delle motivazioni. Ma è chiaro che non c’è nessuna base per definire “delirante” l’articolo che stiamo commentando.

          Poi, la sconfitta del “sì” è stata schiacciante, e sarebbe probabilmente avvenuta lo stesso anche senza il nostro contributo. Ma venti punti di differenza Renzi non se li aspettava proprio. Se avesse perso, che so 47/53, l’impatto sul governo e sul suo futuro politico sarebbe stato molto diverso.

          PS Che qualcuno del Family Day abbia votato “sì” è credibile: dopotutto persino un 10% del M5S e della Lega l’ha fatto. Ma sono percentuali fisiologiche e non cambiano la sostanza.

  22. Capisco che ascoltare il programma della Cirinna fa venire i brividi e votare no diventa
    spontaneo, però lo stesso programma lo hanno i grillini che con ogni probabilità, nel vuoto totale, vinceranno le prossime elezioni. Del resto chi può contrastarli, se anche la Chiesa ormai zittisce i pochi vescovi coraggiosi che rimangono? Cadremo così dalla padella nella brace. Così mi godo il vicepresidente del cnel che intervistato dice : ” Ringraziamo Dio!” “Finalmente la gente ha riconosciuto i nostri meriti!” Per questi veramente questa è “la costituzione più bella del mondo”!

  23. Giusi

    LUCIDA ANALISI DI PADRE SCALESE

    “Renzi non è espressione del fronte laicista. Renzi è un “cattolico”; proviene dalle file del “cattolicesimo democratico”; è uno scout dell’AGESCI, e perciò figlio di quel settore della Chiesa che per molti anni si è posto in piú o meno aperto dissenso nei confronti della gerarchia e che ora ha finalmente raggiunto il potere nella Chiesa. Cascioli afferma che, con Renzi, hanno perso anche Galantino e Paglia. Io aggiungerei: con Renzi ha perso la “Chiesa di Papa Francesco”. Intendo dire che con Renzi noi abbiamo potuto toccare con mano quali siano gli esiti della deriva ideologica della Chiesa odierna, ammantata di “rinnovamento pastorale”: l’appiattimento sull’agenda globalista, la riduzione all’insignificanza e, come se non bastasse, l’incapacità di distinguere i veri cambiamenti in atto. Ebbene, è anche a questa deriva che il popolo dice NO. Nella Chiesa non è possibile indire referendum; ma ciò che la gente — dalle Filippine all’Italia, passando per la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Francia — sta cercando di esprimere attraverso le sue scelte elettorali, riguarda anche la Chiesa: è un appello perché la Chiesa ritrovi sé stessa, si liberi una volta per tutte dai lacci dell’ideologia e si rimetta a fianco dei popoli nella loro secolare lotta contro le élites illuminate, che cercano di stravolgerne l’identità. È questo l’autentico “accompagnamento pastorale” che la gente si attende dalla Chiesa”.

    Referendum e… accompagnamento pastorale
    di Padre Giovanni Scalese

    http://querculanus.blogspot.it/2016/12/referendum-e-accompagnamento-pastorale.html#more

      1. Klaus B

        Tanto di cappello all’analisi di padre Scalese. Lo avevo già letto qualche volta, in genere apprezzandolo, ma qui ha superato tutti gli analisti politici che ho letto sul tema.

    1. Alessandro

      A propostito di padre Scalese e di vincitori e vinti, è del tutto evidente che non si può dire che ha vinto il popolo del Family day senza riconoscere contemporaneamente che ha perso la Conferenza Episcopale Italiana, guidata dal plenipotenziario mons. Galantino, che l’ha voluta collaterale al governo Renzi e ha perciò sistematicamente e pervicacemente boicottato i Family day.

      Come segnala Tosatti:

      “Qualcosa, sui rischi di una pesante sconfitta del “Si!”, deve essere filtrato persino ai vertici della Chiesa italiana, se negli ultimissimi giorni Gandolfini ha ottenuto un minimo di presenza su Avvenire e su TG2000, i feudi informativi gestiti in maniera molto presente dal Segretario generale della Cei, mons. Galantino.
      Se la legge sulle unioni civili è potuta passare grazie anche al quasi silenzio-assenso della Segreteria di Galantino, portatrice di un neo-collateralismo con l’esecutivo Renzi; maligni come siamo pensiamo che la presenza all’undicesima ora dell’esecrato Gandolfini sui media Cei possa non essere casuale. Ma invece essere il frutto di un qualche campanello di pericolo suonato a Circonvallazione Aurelia sull’esito referendario. Per evitare di associare una segreteria così contigua a Palazzo Chigi nella catastrofe delle urne.”

      Ma chi l’ha voluto lì, mons. Galantino, e lo conferma e gli lascia fare il bello e il cattivo tempo malgrado la palese inadeguadezza del presule, è Papa Francesco.

      Quindi partecipanti e organizzatori dei Family day (da Gandolfini ad Adinolfi, per intenderci), almeno dopo questo esito referendario che i vertici CEI non hanno fatto alcunché per favorire (anzi…), dovrebbero finalmente (dopo l’ennesima ennesimissima riprova) arrendersi a quest’evidenza solare: non sono sostenuti da Papa Francesco. Meglio tardi che mai.

      Ne scrivevo già ad ottobre:

      https://costanzamiriano.com/2016/10/14/sacerdozio-cattolico-e-tentazione-protestante/#comment-118718

  24. Andrea

    Parto dalle premesse della riforma costituzionale Boschi/Renzi depositate al Senato 8/04/2014

    Le ragioni della riforma
    Dopo un dibattito ormai più che trentennale e dopo numerosi tentativi di riforma naufragati o riusciti solo in parte, ma con esiti che quasi tutti giudicano controversi, la revisione della parte seconda della Costituzione non può più attendere.
    Negli ultimi anni il sistema istituzionale si è dovuto confrontare con potenti e repentine trasformazioni, che hanno prodotto rilevanti effetti sui rapporti tra Governo, Parlamento e Autonomie territoriali — incidendo indirettamente sulla stessa forma di Stato e di Governo — senza tuttavia che siano stati adottati interventi diretti a ricondurre in modo organico tali trasformazioni entro un rinnovato assetto costituzionale.
    Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea (da cui sono discesi, tra l’altro, l’introduzione del Semestre europeo e la riforma del patto di stabilità e crescita) e alle relative stringenti regole di bilancio (quali le nuove regole del debito e della spesa); le sfide derivanti dall’internazionalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale; le spinte verso una compiuta attuazione della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione tesa a valorizzare la dimensione delle Autonomie territoriali e, in particolare, la loro autonomia finanziaria (da cui è originato il cosiddetto federalismo fiscale), e l’esigenza di coniugare quest’ultima con le rinnovate esigenze di governo unitario della finanza pubblica connesse anche ad impegni internazionali: il complesso di questi fattori ha dato luogo ad interventi di revisione costituzionale rilevanti, ancorché circoscritti, che hanno da ultimo interessato gli articoli 81, 97, 117 e 119, della Carta, ma che non sono stati accompagnati da un processo organico di riforma in grado di razionalizzare in modo compiuto il complesso sistema di governo multilivello articolato tra Unione europea, Stato e Autonomie territoriali, entro il quale si dipanano oggi le politiche pubbliche.

    Cerco quindi di sintetizzare i motivi che muovono i mancati riformatori:
    1. cessione di sovranità all’Europa (sottrazione di sovranità al popolo italiano)
    2. vincoli di bilancio…..
    3. globalizzazione.

    Mi sembrano motivazioni e obiettivi che antepongono all’individuo e ai suoi diritti inalienabili fattori economici e di sfruttamento. Se una comunità di destino è basata sulla pura convenienza economica (per di più di pochi) cesserà di esistere nel momento in cui non converrà più (o si trasformerà in schiavitù 2.0).
    Troppo negativo? spero di sbagliarmi.

  25. interessante il commento di Padre Scalese sopratutto quando parla di “cattolici democratici”,mi chiedo da cosa si differenziano dai cosidetti “laicisti, forse perchè credono in Dio? Anche i protestanti, i mussulmani, credono in Dio. In che cosa consiste per loro l’ aggettivo cattolico? Forse nel fatto che fanno la comunione? E’ ancora valida per loro
    la confessione? Se è valida dovrebbero sapere che per il catechismo cattolico esistono i peccati e che questi vanno
    confessati prima della comunione.Non opporsi alle leggi contrarie alla morale cattolica anzi favorirle non è peccato?
    Forse il loro Dio è talmente “democratico” che esegue “democraticamente” quello che loro hanno deciso, in scienza e coscienza, essere il volere delle maggioranze!

  26. Fabrizio Giudici

    Nel frattempo, il Corsera ha ripreso a tentare di dare una linea anche ai cattolici, ovviamente con il solito articolo del Cazzullo:

    http://www.corriere.it/opinioni/16_dicembre_06/destra-ha-voti-cerchi-leader-b6e25c4a-bb26-11e6-8d3b-c05118807aea.shtml

    È evidente che il centrodestra ha bisogno di rinnovarsi e aprirsi a nuove energie, in arrivo dalle professioni, dall’impresa, dall’università. E dal mondo cattolico, che non può essere ridotto né a minoritarie avanguardie gauchiste, né a caricaturali misoneisti.

  27. Giuseppe Raucci

    Sono perplesso sulla presa di posizione dietro a questo articolo. La mia impressione netta è che sia stato appoggiato il “no” al referendum unicamente contro Matteo Renzi. Questa è la posizione di chi ha guidato le piazze dei Family Days, dove c’ero anch’io, ad entrambi. E se è così, questa è una personalizzazione del confronto, in questo caso politico, che non porta a niente di buono. Adesso avremmo bisogno più che mai di trovare un punto d’incontro con gli “altri” per ricostruire questo luogo fisico e culturale che si chiama Italia, che mi sembra ridotto in coriandoli. I nostri padri e nonni ci riuscirono alla fine dell’ultima guerra dopo essersi vicendevolmente scannati; solo in seguito a questo portarono prosperità. Ma noi, ci riusciremo????

    1. Piero

      I nostri padri e nonni ci riuscirono alla fine dell’ultima guerra dopo essersi vicendevolmente scannati; solo in seguito a questo portarono prosperità. Ma noi, ci riusciremo????

      Sogni di un mondo fatato e idealizzato.
      Nella piu’ cruda realta’ il Partito Comunista era pronto a prendere, armi in pugno, il potere in Italia.
      Aspettava semplicemente l’ordine da Mosca. Alla faccia del pacifismo, dell’eurocomunismo e del dialogo…
      E non si puo’ certo dire che anche durante questi anni non ci siano stati scontri aspri. Hai dimenticato gli anni ’70?

      In piu’ e’ stata semplicemente una divisione di potere e ricchezza…

    2. Luigi

      E chi ha voluto la personalizzazione del confronto?

      Non è stato forse Matteo Renzi – che, ricordo, non è un usciere di Palazzo Chigi ma il Presidente del Consiglio dei Ministri – a opporsi frontalmente a chi non voleva fosse fatto definitivamente strame della legge naturale e della costituzione?
      Mutando, per inciso, radicalmente idea rispetto a pochi anni or sono?

      Ciao.
      Luigi

        1. Thelonious

          …commettendo probabilmente lo stesso errore del PCI nel 1985 circa i risultati del referendum sulla scala mobile

  28. Fabrizio Giudici

    “Adesso avremmo bisogno più che mai di trovare un punto d’incontro con gli “altri” per ricostruire questo luogo fisico e culturale che si chiama Italia, che mi sembra ridotto in coriandoli.”

    Si può essere un po’ meno vaghi, per favore? Per esempio: quale sarebbe questo punto d’incontro? Quali compromessi dovremmo essere disposti a fare? E chi lo dice che questo punto d’incontro esiste? A volte esiste, e c’è un compromesso ragionevole. A volte non c’è, ed è un “noi o loro”. Renzi è stato al governo per tre anni, mica due mesi. Quando ha dimostrato di voler cercare un punto d’incontro? Mai. Ha applicato la sua agenda come uno schiacciasassi, ricorrendo persino alla fiducia per una questione, la Cirinnà, che non mi pare legata in alcun modo alla ricostruzione fisica e culturale dell’Italia. Semmai il contrario. Sopra PaulBratter ha richiamato un discorso della Cirinnà che già, sfacciatamente, annunciava come sarebbe andato avanti il rullo compressore dopo la riforma. Il Corriere ricorda che, tra le leggi ora bloccate, c’è quella sulla legalizzazione della droga leggera, eccetera. Non cita la Scalfarotto, che ci imporrebbe il bavaglio; o quelle sull’eutanasia, che comunque già girano come bozze di proposta. D’altronde è la stessa roba che altri governi dell’internazionale socialista hanno fatto in giro per il mondo. In Francia siamo arrivati ad un passo dalla galera per chiunque “osi” proporre alternative all’aborto.

    Quando uscì il “ce ne ricorderemo”, Renzi disse che avrebbe girato parrocchia per parrocchia per spiegare le sue ragioni. Ma, come al solito, è stata una menzogna. Gandolfini ancora una settimana fa lo ha invitato al confronto, che il presidente del consiglio ha rifiutato sino all’ultimo.

    Vito che citi l’ultima guerra mondiale: se mi ritrovo in casa un maresciallo Petain che ha in mente di devastare il paese facendo spadroneggiare gli invasori, e che prova a zittirmi con la forza non appena ne ha la possibilità, non cerco più il dialogo, ma cerco di buttarlo giù. Certo non vado a facilitare l’applicazione del suo programma!

    Per cui, scusa ora se mi riscaldo un po’, Giuseppe, ma in quale realtà parallela vivi? Dove cazzo sarebbe la disponibilità a trovare il punto d’incontro dalla loro parte? Se ti paio maleducato, be’ sappi che un po’ mi girano le palle a dover ripetere le stesse cose che la stampa del Family Day sta ripetendo da mesi, e che sono state richiamate non solo nell’articolo che stai commentando, ma anche dai commenti precedenti al tuo. Ma li hai letti?

    PS E non ripeto che ci sono motivi validi e fondati per sostenere il “no”, nel merito dei contenuti della riforma.

  29. Paul Candiago

    Signori,

    troppo tardi per qualsiasi manifestazione religiosa, politica ed economica perche’ le parole mostrano solo che non avendo avuto cura della Provvidenza Divina, da un punto di vista morale, etico ed economco, nelle decadi passate ora vogliamo con il nulla fare l’impossibile.

    Se solo, dal punto di vista della sostenibilita’ giornaliera del tenore di vita’ della Nazione, ci vogliamo ricordare che e’ costatntemente necessario prendere prestiti, giro per il mondo, ci renderemmo conto che cosi’ non si puo’ andare avanti.

    (Nota: 3.000.000.000.000 di euro di debito Nazionale come realta’ e non fantasia o chiacchiere di politici, ognuno di noi puo’ vedere che futuro ci aspetta )

    Cordiali saltuti e Buon Natale a tutti di Pace e Prosperita’ che verra’ se mettimamo in ordine la “Casa” che avra’ nuovamente luce, sale e lievito provato da millenni di storia nostra.

    Paul

  30. Cecilia

    Perdonatemi l’intrusione, ma trovo eccessivo questo inebriamento collettivo post referendum.
    Il Family Day è stato indubbiamente un efficacissimo collante, che ha riunito un popolo che da tempo non aveva voce e che ha dato grandi frutti. E auspico di tutto cuore che in futuro ne dia molti altri.
    Tuttavia, ad oggi, i cattolici, inutile nasconderselo, non godono di alcun credito politico.
    Non siamo certo pochi, ma da soli non andiamo da nessuna parte e non vedo tentativi (da parte di chi, poi?) di alleanze intelligenti.
    Ci siamo ricordati della c.d. legge Cirinnà domenica? Splendido. Non sono favorevole a tale legge e non critico chi ha votato no. A condizione però che sia consapevole che ne conseguiranno mesi di assoluta nullafacenza politica e di chiacchiere sterili. Ipotesi, a mio avviso, ben peggiore che tenersi Renzi fino alle prossime elezioni. Non che avessi chissà quali aspettative, ma poco sarebbe comunque stato meglio del niente che ora ci si spiana davanti.
    Ho 27 anni, e tre tirocini post lauream (in giurisprudenza). Guadagno 400 euro al mese. Alla mia generazione è sostanzialmente precluso farsi una famiglia, salvo avere genitori abbienti. La quasi totalità dei miei coetanei ha serie difficoltà a mantenersi autonomamente (figuriamoci a mantenere una famiglia). Più della metà dei miei attuali colleghi ha la valigia pronta per trasferirsi all’estero.
    Non ho tempo per aspettare che il centro destra degni i suoi elettori di un nuovo leader. Con Grillo e Salvini non ho nulla da spartire.
    Noi cattolici, qui ed ora, in politica, non ci siamo.
    Una valida alternativa a Renzi, qui ed ora, non c’è.
    Questo è il motivo per cui domenica scorsa mi sarebbe piaciuto molto ricordarmi della l. Cirinnà e votare no. Ma, nelle condizioni in cui siamo, proprio non me lo potevo permettere. E, dopo un bagno di sano realismo, ho votato sì.
    Un abbraccio.

    1. Fabrizio Giudici

      @Cecilia

      È vero che oggi, anche dopo il “no” al referendum, non abbiamo una rappresentanza cattolica politica.

      Ma adattarsi a Renzi secondo te la favorisce o no? Pensi che standocene con le mani in mano si materializzerà da sola?

      Poi… Tralascio che andrebbe considerato che se guadagni 400 euro al mese è anche a causa di una serie di politiche di cui Renzi è semplicemente il continuatore. Non capisco come si pensi che i problemi possano essere risolti dagli stessi che li hanno causati. I grandi numeri sparati da Renzi a proposito di quanto ha ottenuto sono farlocchi: sia per il PIL che per la disoccupazione. Traparentesi, sei in controtendenza: sono stati chiaramente i redditi più bassi a votare “no”, mentre il “sì” è riuscito a vincere solo nei quartieri benestanti delle grandi città. Ma non vado a citare statistiche e richiamare grafici perché un punto ce l’hai: il M5S, dal punto di vista dell’economia e del lavoro, farebbe certamente peggio.

      A questo punto mi chiedo però che comprensione hai del termine “valori non negoziabili”. Non vuol dire solamente che non devo accontentarmi di meno aborti, meno divorzi, meno “matrimoni” gay o meno eutanasia e che devo fare di tutto per farli sparire. Vuol dire anche che non posso negoziarli con altre cose. Per esempio, se qualcuno mi convincesse: votando Tizio il PIL andrebbe al 10% e si raddoppierebbero gli stipendi; contemporaneamente con Tizio mi tengo aborti, eutanasia, e tutte le altre porcate; non posso moralmente votare Tizio. La mia convinzione, peraltro, sarebbe falsa: perché se è vero che Cristo ha detto “non potete fare niente senza di me”, evidentemente è impossibile che una società possa mantenere quegli obbrobri e contemporaneamente essere florida.

      Per cui il tuo “sano realismo” è invece una insana utopia. Mi rendo conto che è l’insano frutto di una Chiesa che da troppi decenni parla solo di giustizia sociale e, avendo perso ogni dimensione verticale, induce i fedeli a ragionare solo in questa prospettiva e non è più in grado di spiegare quanto è scritto in CCC 1929: “La giustizia sociale non si può ottenere se non nel rispetto della dignità trascendente dell’uomo.”

      1. Piero

        Ma poi si decidessero: prima tante parole sul fatto che i cattolici avrebbero votato NO per “vendetta” contro Renzi… Adesso bisogna votare SI perche’ non c’e’ alternativa a Renzi… Ma il voto non doveva essere nel merito?
        Sempre detto che i cattolici (almeno in Italia) non ci hanno mai capito niente di politica e sono sempre andati appresso alla sinistra (nella FALSA convinzione che aiutassero i “poveri” e per invidia sociale)

      2. Cecilia

        L’unica cosa che vorrei favorire è la possibilità di sposarsi sotto i 30 anni e riempire il mondo di pargoli.
        Mi sto solo chiedendo quale sia il modo più rapido, qui ed ora, per farlo.

    2. Luigi

      “Ho 27 anni, e tre tirocini post lauream (in giurisprudenza). Guadagno 400 euro al mese. Alla mia generazione è sostanzialmente precluso farsi una famiglia, salvo avere genitori abbienti. La quasi totalità dei miei coetanei ha serie difficoltà a mantenersi autonomamente (figuriamoci a mantenere una famiglia). Più della metà dei miei attuali colleghi ha la valigia pronta per trasferirsi all’estero”

      E quindi la soluzione sarebbe aumentare ancora più la dose di ciò che ha portato l’Italia e gli italiani a questo punto?
      Come se il medico dicesse a un tabagista con un tumore ai polmoni, “fumi di più. Ci sono buone probabilità che lei guarisca”.
      Come scriverebbe il tuo presidente del consiglio, “#credici”.

      Qui non si tratta di politica spicciola, o di affermazioni trancianti stile “Con Grillo e Salvini non ho nulla da spartire” (con Renzi sì, invece?).
      Si tratta solo di logica, buon senso e realismo cristiano.
      Inutile lamentarsi della situazione, propria e della propria generazione, quando poi si avallano abomini come la legge Cirinnà, lo “scafismo di Stato” (cit.) e l’utero in affitto.

      Qualsiasi problema – mio o tuo o di chiunque altro – scompare, letteralmente, di fronte ai sei milioni e mezzo di italiani sterminati in meno di 40 anni di aborto di Stato.
      Pensare altro è come lamentarsi di un’unghia incarnita con uno che sta morendo di peste polmonare… ma grazie al Cielo, tra i votanti dai 18 ai 34 anni il “No” ha passato l’80%!

      Come Bartleby, cominciamo a dire “no”; che questo venga ascoltato o meno.
      Ieri alla legge Cirinnà, oggi allo stupro della Costituzione (la quale, piaccia o meno, è tutt’ora il “patto” fondamentale su cui si basa la vita della Nazione), domani chissà.
      E poi sempre meglio un re travicello, come penso sarebbe Salvini, che un re serpe come è (stato?) Renzi.

      Un’osservazione a margine, infine.

      Il tratto distintivo della gioventù, dalla notte dei tempi, è stato sempre il coraggio.
      Il coraggio dell’azione e del pensiero, del vedere oltre i propri limiti, del non scendere a compromessi degradanti e comunque inutili… purtroppo il coraggio è l’unica qualità umana che non necessiti di teoria, ma solo ed esclusivamente di pratica.

      Ciao.
      Luigi

      1. Oltre al coraggio umano e di gioventù (ma non è detto in senso esclusivo), possiamo forse dimenticare il coraggio che viene dalla Fede?

        Quella Fede che dà coraggio anche ai tremebondi?

        Altro coraggio che non necessità di teoria (anzi men che meno) ma di pratica e di fiducia.

        Sul resto (e credo di averlo scritto qui da qualche parte) saremmo degli stolti a credere che un stato sociale e civile che promuove leggi aberranti contro Dio e contro gli stessi uomini (checché se ne dica), veda poi la benedizione di Dio che si concretizza anche nella sua ricchezza e nel suo benessere.

        Dal Salmo 126:
        “Se il Signore non costruisce la casa,
        invano vi faticano i costruttori.
        Se il Signore non custodisce la città,
        invano veglia il custode.
        Invano vi alzate di buon mattino,
        tardi andate a riposare
        e mangiate pane di sudore:
        il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.”

        Ma chissà com’è tendiamo sempre a pensare che Parola di Dio come questa, sia poco più che una forma lirica…

        In una giornata come questa, impariamo da Maria (sarebbe molto meglio…)

        1. Piero

          Dici bene Bariom!
          eh se non ci fosse stata QUELLA fede, oggi il Cristianesimo sarebbe ridotto alla stregua dell’epicureismo…

          1. @Piero, io credo che nel cammino della Chiesa ci siano tempi, come nella vita di ognuno, come peraltro nella Storia della Salvezza che apprendiamo dalle Scritture, di sconfitta e di vittoria, di morte e di resurrezione… “un tempo per piangere e un tempo per ridere,
            un tempo per gemere e un tempo per ballare.” (vedi Ecclesiaste 3) e questo è il Tempo che Dio ci concede – e che certo che in parte ci siamo “costruiti” – ma è SEMPRE un tempo di Grazia, perché è Dio che domina la Storia e in ogni tempo ci è concessa la grazia della conversione.

            In OGNI tempo si compie e ci richiama la parola di Dio che oggi si proclama da San Paolo agli Efesini:

            (Ef 1,3-6.11-12)
            «Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.»

            Non è un Parola FANTASTICA?!

            Ma anche qui, potrei ripetere quando dicevo prima… crediamo VERA, PROFETICA, questa Parola?
            Crediamo VERAMENTE, concretamente, che siamo scelti per essere SANTI?

            E come operiamo per parte nostra. perché non siamo di ostacolo a questa Opera di Dio?
            Siamo segno nel mondo della LODE della SUA GLORIA?

            Perché se lo siamo, in questo tempo come per ogni altro tempo, poco conta se siamo 12 o 12 milioni, perché un pugno di uomini, a suo tempo, hanno cambiato la Storia del mondo (per sempre), aperti allo spirito Santo e fedeli a Cristo.

            Buona Festa dell’Immacolata Concezione.
            (anche noi resi santi e immacolati da Dio, possiamo oggi, “generare” Cristo al mondo)

            1. Piero

              Ma anche qui, potrei ripetere quando dicevo prima… crediamo VERA, PROFETICA, questa Parola?

              Cadiamo sempre, Bariom, cadiamo sempre… Specialmente io…

              1. Io non sono da meno, ma come ben sai Piero l’importante è SEMPRE rialzarsi! 😉

                Anche le cadute hanno un senso… che noi, e gli altri vedendo la nostra debolezza, abbiano ben presente che la forza non viene da noi, ma da Dio.

        2. Luigi

          “Oltre al coraggio umano e di gioventù (ma non è detto in senso esclusivo), possiamo forse dimenticare il coraggio che viene dalla Fede?”

          Se ho ben compreso la tua osservazione, Mario, non posso che condividerla.

          Ovviamente il coraggio non è esclusivo della gioventù.
          Anzi, sulla scorta anche di quanto scrive Riccardo Paradisi nel suo Un’estate invincibile, penso che il coraggio sia il segno distintivo di quella giovinezza “eterna” oggi sempre più rara; parodiate, la gioventù dell’età e la giovinezza del sentire, da quel giovanilismo che vede i vecchi atteggiarsi da giovani e i giovani comportarsi da vecchi.

          La gioventù del coraggio – e il coraggio della gioventù – è ciò che faceva dire, sempre a monsieur de Charette, che “Di fronte a questi demoni che rinascono di secolo in secolo, noi siamo la gioventù, signori! Siamo la gioventù di Dio. La gioventù della fedeltà”. Parole che, alla fine, non sono che la trasposizione laica dell’immortale “Introibo ad altare Dei – Ad Deum qui laetificat iuventutem meam”.
          Giusto per non dimenticare il motivo profondo, sotteso al tentativo di eliminare il Vetus Ordo Missae…

          Come vedi il coraggio della Fede (e il coraggio dalla Fede) è alla base di tutto.
          Parafrasando san Tommaso, ogni stilla di coraggio non può che venire da Dio; ne sia o meno consapevole chi lo esercita. Dal demonio arrivano invece quei surrogati di esso, che sono l’avventatezza, l’arroganza e l’incoscienza.
          Se non ho nominato espressamente tale coraggio, è perché mi sembra che nei nostri tempi sia piuttosto dimenticato quel passo delle Scritture che recita:”Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.
          E poi così tu hai potuto chiosare e ampliare il discorso 😀

          Purtroppo il coraggio, come già ricordavo, si impara solo esercitandolo.
          L’unico modo per avere coraggio è comportarsi da coraggiosi, giorno dopo giorno, un passo dietro l’altro.
          La mentalità borghese che avvelena l’Europa ormai da alcuni secoli è invece l’antitesi di tutto questo.
          Il culto della partita doppia, la politica personale e sociale del bilancino (tanto dò, tanto deve tornare), il mito dell’interesse – morale o materiale che sia – sono la base della cultura necrofila che ammorba le nostre vite.

          E poi, infine, trovo fastidiosa questa retorica del “così fan tutti”.
          Non è vero. Qualcuno deve pur dirlo: il coraggio esiste ancora, ma non te lo regala il presidente del consiglio per farti votare… devi pagare di tasca tua.
          Ho conosciuto ragazzi che, per tener fede a un giuramento, il due luglio del 1993 erano al Pastificio; e ad anni di distanza ancora non ne volevano parlare (en passant, qualcuno non avrebbe potuto farlo nemmeno volendo).
          Un paio di anni fa una giovane amica mi confidava, tra le lacrime, del figlio che non arrivava; non di come riuscire a comprargli, eventualmente, i pannolini (infatti, quando il figlio è arrivato, i pannolini non sono stati un problema).

          Come dice il saggio, “improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo!”.

          Ciao.
          Luigi

          1. Luigi

            Addendum.
            Ho recuperato la frase centrale del libro di Paradisi:

            “coltivare la giovinezza non è voler restare per sempre ragazzi, ma il rifiuto di relegare l’età adulta nel tempo del disincanto, la volontà di provare ogni giorno le proprie idee e passoni contro la realtà, per vedere se tagliano”

            Ciao.
            Luigi

            1. Bella…

              Mia moglie mi dice spesso che le sembro un “eterno ragazzino”… spero non sia segno di “eterna imbecillità”, ma che un po’ rimandi alla frase che hai riportato 😀 😀

              (non perché essere ragazzini e sinonimo di imbecillità, ma ci siamo capiti) 😉

          2. Grazie Luigi.

            Aggiungo dal Demonio vengono anche tutte le paure, i “fantasmi”, che agitano la nostra mente perché arretri il coraggio della Fede e si insinui il dubbio… “ma se poi…”; “e se io mi fido e il Signore mi tira un ‘bidone’?”; “se mi fido di questa Parola e poi non è vera?”.

            E così di seguito…

            Io trovo bellissimo un aforisma che dà la risposta come in un lampo di luce:
            “La paura bussò alla mia porta. La Fede andò ad aprire… non c’era più nessuno!”

            😉

          3. Bri

            @luigi
            Per amor di precisione, il saggio stava solo divulgando uno dei motti non ufficialissimi del corpo dei marines 🙂

      2. Cecilia

        @Luigi
        Privi di qualunque rappresentanza politica, i cattolici, oltre al legittimo e comprensibile no sulla Cirinnà, non hanno nulla da dire, meno che meno da proporre, su tutto il resto.
        A LIVELLO POLITICO (sottolineo, politico), liquidare la questione asserendo che qualunque problema economico e sociale scompare di fronte ai milioni di aborti, non credo porti a molto.
        Sul coraggio, brevissima. Per carità, valgo meno di zero, ma più che invitare amiche in condizioni precarie a far figli tentando di convincerle che il Cielo sicuramente le aiuterà, bombardarle di Rosari e consigliare libri, non posso fare altro. Più che spargere sorridente santini e immaginette a ragazzi che mi dicono che o pagano il mutuo o fanno un figlio, non so che fare. Sono senza coraggio, va bene. Ma non sono pessimista, glielo assicuro.
        Se, oltre al vostro no, avete ricette migliori, se avete misure a favore delle giovani famiglie da presentare, se avete soluzioni concrete che aiutino le mamme, sono ben contenta di accettarle. E lo dico senza nessuna ironia.
        Con fraterno affetto.

  31. Giuseppe Raucci

    Non sono sogni di un mondo fatato e idealizzato.
    Sto parlando della generazione di mio padre, il quale, lui personalmente, è uscito vivo per miracolo dalla guerra, dopo 19 mesi di campo di prigionia dei nazisti. E non c’era niente di fatato o idealizzato. Le ferite e le lacerazioni del popolo erano di quel livello (penso anche ai massacri dei comunisti in Emilia). Eppure, nonostante questo, l’Italia è stata letteralmente ricostruita.
    Riformulo la domanda di prima, con altre parole: dobbiamo (noi Italia) ripassare per forza attraverso quel calvario per riuscire a guardarci di nuovo in faccia e ritrovare una strada comune, pur nelle nostre diversità culturali??

    1. Piero

      Allora dovresti ripassare meglio la storia recente…
      Anche PRIMA dell’avvento del fascismo, ci “scannavamo”… Mai sentito parlare del “Biennio Rosso”?
      E anche, DOPO… fino agli anni ’80 il terrorismo rosso (e quello nero) hanno falciato vite innocenti… Senza contare i problemi economici derivanti da questo costante stato d’assedio… Se lo ritrovo lo posto, un articolo che cercava di monetizzare le derive 68ine, il movimento “studentesco”, il terrorismo rosso…
      l’Italia è stata letteralmente ricostruita. NONOSTANTE il continuo SABOTAGGIO delle forze di sinistra e delle loro “chinghie di trasmissione”, i sindacalisti ideologizzati… Ma che storia avete studiato fino ad oggi? Su quali libri? Quelli editi dalle Frattocchie? O_O

      1. E anche dopo… appena dopo.

        Tante sono le storie, mi sovviene quella del Beato Alessandro Rivi, perché “di queste parti”:

        “Il 10 aprile 1945, durante le ultime fasi della guerra di liberazione, fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo quattordicenne(seminarista che non abbandonava mai l’abito talare) a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto “Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani”. Accusandolo di fare la spia per i fascisti, dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano.”

        Più che per una accusa di essere una spia (ammesso la cosa potesse essere una giustificazione) per puro odium fidei…

        1. Piero

          uno zio mio e’ passato da essere prigioniero dei nazsti (era militare), dopo un agguato dei partigiani titini a prigioniero dei comunisti… non l’abbiamo più rivisto…

      2. Piero

        Tanto per dirne una, il PCI di allora non voleva ne’ le autostrade, nè la televisione a colori…

  32. M. Cristina

    “Il compito dei cristiani non è «direttamente cambiare la faccia al mondo risolvendone i problemi»,ma «portare Cristo, cioè mettere nel mondo il seme della soluzione» (“Risposte cristiane ai problemi dei giovani ora in Realtà e giovinezza”)….solo da questa certezza potrà venire un’espressione culturale adeguata alle circostanze in cui siamo chiamati a vivere, secondo tutte le dimensioni del reale…(nella chiesa si genera) un adulto certo, un adulto che abbia una tale certezza da introdurre nel mondo una posizione originale davanti a ogni dimensione della vita umana, personale e sociale.” (“La forma della testimonianza”)
    Ma noi, come fa notare giustamente Bariom, non crediamo fino in fondo che la verifica della fede nella vita (come dice lui, “pratica e fiducia”) sia l’unica cosa necessaria per affrontare tutti i livelli del vivere umano, politica inclusa…resta una bella forma lirica, appunto, o ispirazione sentimentale…abbiamo fretta di partire da posizioni prese in prestito da altri…

  33. Fabrizio Giudici

    @Giuseppe “dopo 19 mesi di campo di prigionia dei nazisti. E non c’era niente di fatato o idealizzato. Le ferite e le lacerazioni del popolo erano di quel livello (penso anche ai massacri dei comunisti in Emilia). Eppure, nonostante questo, l’Italia è stata letteralmente ricostruita.”

    Ripeto quello che ho detto prima. Coi nazisti non abbiamo dialogato: ci abbiamo combattuto. Con i comunisti, invece, no. Durante la guerra sarebbe stato impossibile: non si può combattere con troppi nemici contemporaneamente. Dopo la guerra, invece, sarebbe stato possibile e bastava farlo sul piano culturale e politico. Invece no: abbiamo voluto dialogarci, e oggi vediamo con quali grandi risultati.

    “dobbiamo (noi Italia) ripassare per forza attraverso quel calvario per riuscire a guardarci di nuovo in faccia e ritrovare una strada comune, pur nelle nostre diversità culturali??”

    Risposta breve: sì. Abbiamo peccato, dobbiamo accettare una penitenza. Ora anche nella Chiesa la penitenza e i castighi vanno poco di moda, ma è una bugia. Sono inevitabili. Tutte le apparizioni mariane parlano di penitenza. Certo, per i nostri peccati personali, da cui nessuno è esente, e se non è uno, è l’altro. Magari molti di noi non hanno peccato direttamente per l’aborto, il divorzio, eccetera. Ma i peccati di una società ricadono su tutta la società: non viviamo su questo pianeta come degli individui isolati, questo la Chiesa ce l’ha sempre detto. Se abbiamo difficoltà a capire che il terremoto è uno dei tanti castighi divini per il peccato originale, non dovrebbe essere troppo difficile capire che una società si tira addosso il castigo per le sue iniquità; e mentre il terremoto colpisce “a caso”, come la torre di Siloe, il castigo per i peccati di una società è proprio la convivenza con le conseguenze di quel peccato. Però, ancora a parziale similitudine con il terremoto, ne patiscono anche gli individui che quei peccati non li hanno commessi.

    Come se ne esce, nel dettaglio? La risposta l’hanno già data sopra Luigi e Bariom, ma la riprendo usando la parabola del figliol prodigo. Questa volta non come metafora di ognuno di noi, ma della nostra società.

    Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta.

    Abbiamo voluto prenderci la “libertà” rinnegando le regole del Padre.

    partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.

    Abbiamo vissuto la miseria morale, e per conseguenza – avendo dissipato tutte le ricchezze (morali e materiali) – siamo finiti a subire anche la miseria materiale.

    Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.

    Ci siamo resi schiavi dei nuovi padroni, i proprietari del porcile. Ora siamo in questa fase:

    Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.

    Non abbiamo ancora capito l’errore e che bisogna rinnegare il nuovo padrone, responsabile delle miserie morali e anche di quelle materiali (i milioni di bambini morti ricordati da Luigi; l’attacco alla famiglia; e tutto il resto). Invece continuiamo a pensare ad un dialogo di piccolo cabotaggio: ah, ma non c’è alternativa, “non possiamo permettercelo”. Crediamo ancora che la soluzione sia robetta tipo una riforma istituzionale, come se la soluzione fosse solo una riorganizzazione umana della società. Così elemosiniamo dal nuovo padrone le carrube per i porci. Che non arriveranno. Il passo da compiere è invece rientrare in sé:

    Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;

    Il figliol prodigo a questo punto capisce che da solo non può niente; niente; niente. Invece di cercare una soluzione di piccolo cabotaggio, umana, deve chiedere perdono al Padre. Come ha ricordato Bariom con quel salmo, il Padre è l’unico che può tirarlo fuori dalla sua miseria. Non è poesia; è una cosa concreta e realista. Ma viviamo una specie di dissociazione mentale, e pensiamo che sul piano pratico noi possiamo fare da soli. Invece, per chiedere perdono, dobbiamo tagliare tutti i ponti con il padrone, e andarcene.

    non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.

    Qui la parabola non è esplicita, ma certi dettagli si capiscono bene se si tiene tutto in mente. Il ragazzo andò in un “paese lontano”, quindi anche il viaggio di ritorno sarà lungo. E più doloroso dell’inizio, perché ora lui non è in salute, ma è affamato. Sappiamo com’era il paese di Gesù: tra un paese e l’altro c’era il deserto. Ora, questo fa parte della pena da scontare per la colpa.

    Notare che il ragazzo, proprio come noi in questo momento, non ha la più pallida idea di come risolverà la situazione, né di come affronterà il viaggio, né di come finirà. Forse non potrà più riprendere la vita di prima. Sa solo che l’unica soluzione è compierlo. La consapevolezza è che il Padre gli verrà incontro. Mi pare inutile sottolineare che “fede” è anche iniziare un cammino pur non sapendo bene come compierlo (ma la direzione, quella sì che la sappiamo). Questo, quindi, implica dire dei forti “no” anche se non capiamo cosa verrà dopo.

    Finché il piccolo gregge non avrà questa consapevolezza, il castigo continuerà.

    Noi ora siamo in questo stadio. Dobbiamo rigettare il dialogo e i compromessi con il mondo. Basta con la falsità dei ponti. Muri di cinta, ci vogliono, per difendere la cittadella presa d’assedio ma non ancora caduta. Un ponte levatoio, semmai, per accogliere quelli che, tra gli assedianti, si convertiranno e vorranno essere dei nostri. Il muro per tutti gli altri che vogliono la nostra capitolazione.

    1. Fabrizio Giudici

      Riscrivo:

      … responsabile delle miserie morali (i milioni di bambini morti ricordati da Luigi; l’attacco alla famiglia; e tutto il resto) e anche di quelle materiali (la crisi economica).

    2. Molto interessante la rilettura della parabola del Figliuol Prodigo in una visione sociale-ecclesiale 😉

      Assolutamente aderente alla realtà.

      1. Piero

        CLAP CLAP CLAP!

        P.S.: ma voi ve lo immaginate un Presidente del Consiglio, magari di area PD, ma anche qualche ex-DC, intronizzare solennemente Gesù Cristo sul trono d’Italia?
        E il primate italiano al suo fianco?

      2. Fabrizio Giudici

        @Bariom

        Volendo riprendere anche il tuo precedente commento sulle cadute continue, si potrebbe discutere se il figliol prodigo se ne tornò dal Padre per la strada diretta, o dopo aver preso qualche bivio sbagliato. Il Vangelo non lo dice e non facciamogli dire cose che non dice. Ma l’Esodo parla di un altro viaggio, questa volta proprio di popolo, il senso poi alla fine è lo stesso (c’era sia la miseria morale che l’aspetto materiale), e sappiamo che fu proprio una strada lunga e tortuosa, con cadute, resurrezioni e cadute. Partirono nella direzione che Dio aveva loro dato, ma senza troppi dettagli su come avrebbero affrontato il percorso. Sin dall’inizio si presentarono ostacoli insormontabili: il Mar Rosso, la fame, i popoli nemici lungo la strada. Ad ogni difficoltà c’era qualcuno che voleva tornare indietro e fare compromessi con il Faraone e le sue vessazioni (sempre per malinteso realismo). Nel momento topico, quando Mosè riceveva la Legge, pensarono bene di ubriacarsi. Lo stesso Mosè aveva momenti di dubbio in cui non sapeva che fare; ma in quelle circostanze chiedeva lumi al Signore. E trovava la strada. Quelli che insistettero a far da sé, come Dathan, perirono. Quelli che perseverarono, arrivarono alla Terra Promessa.

        @Piero “P.S.: ma voi ve lo immaginate un Presidente del Consiglio, magari di area PD, ma anche qualche ex-DC, intronizzare solennemente Gesù Cristo sul trono d’Italia?”

        Dio manda le facciate a scopo pedagogico, ma il tonto di Rignano non ha capito niente. Nella sua ultima newsletter rivendica tutto quello che ha fatto, incluso Cirinnà e divorzio breve. Tonto è tonto. Quello che mi piacerebbe sapere è se c’è qualcuno, nell’ambito “cattolico” in cui vive – famiglia, parrocchia, eccetera – che ha provato a spiegargli come stanno le cose, o se sono tutti tonti.

        1. @Fabrizio, le vicende dell’Esodo sono molto istruttive rapportate alla vita nostra e anche “sociale”, se vogliamo restare nell’analogia.

          Dall’Esodo emerge un popolo, lamentoso, anzi di più, mormoratore, che non sa riconoscere l’Opera di Dio non solo in chi Egli ha mandato loro come guida, ma anche nei Suoi continui interventi, mediati o meno da Mosè in loro favore. Un Popolo profondamente disubbidiente… di “dura cervice”!

          Un Popolo che arriva a rimpiangere la schiavitù solo perché gli sembrava di avere almeno la pancia piena (piena si fa per dire…). Le “famose cipolle d’Egitto”.

          Un popolo che vuole il pane e ottiene la manna, poi la manna non gli bastava e si badi bene la scrittura ci dice che aveva gusto di focaccia e miele.
          (Molto istruttiva anche tutta la vicenda della manna che “durava un giorno solo”, ma tutti i giorni bastava e per il Sabato… doppia razione, così che gli Ebrei potessero rispettare il Riposo – riposo Domenicale che ormai ci è stato anch’esso sottratto.)

          E così chiede la carne e ottenne le quaglie e via via così, sinché la pazienza del Signore viene meno e il Popolo sarà condannato ad aggirarsi per quarant’anni nel deserto e quella generazione non entrerà nella Terra Promessa.
          Pure il Signore sempre misericordioso si preoccuperà che in quei 40 anni né le vesti, né i calzari si logorino (ricorda la cacciata dall’Eden prima della quale Dio procura le vesti ad Adamo e Eva).

          Interessante poi che neppure Mosé entrerà nella Terra Promessa, per essersi scandalizzato del suo popolo a Massa e Meriba e aver dubitato che il Signore avrebbe avuto ancora misericordia quando gli Ebrei tentarono il Signore per l’ennesima volta…

  34. Giuseppe Raucci

    Di una cosa sono sicuro: quelli della generazione sopra la mia davano molte meno lezioni saccenti (come alcune di quelle esposte sopra), si facevano molto di più il paniere tondo (= capaci di grande sacrificio) di quello che vedo oggi e non personalizzavano il confronto come succede oggi. Nonostante i comunisti, nonostante le loro violenze, nonostante tutto. E costruivano.

    Ma forse qui ho perso il mio tempo, tra chi mi chiede dove ca*** vivo e chi mi chiede se so cosa sia il Biennio Rosso, tutti accomunati dall’ansia di dare qualche lezione a prezzi modici e di sparare qualche sentenza.
    Credo che questo sia parte della difficoltà di comunicare e di incontrarsi tipica della cultura in cui viviamo e che ho cercato di esprimere.

  35. Patrizia

    Mi dispiace non sono d accordo! Il voto del referendum è lo specchio di una società arrabbiata con il potere e nessuno si è accorto del voto di alcuni cattolici che hanno voluto punire il governo. Io sono cattolica e aspirante cristiana ( xche’ cristiano l è soloCristo) Manon condivido il giudizio sul governo( dove sono fratelli come Delrio e Lupi) che ha combattuto x fare una legge sulle unioni civili che non le uguagliasse al matrimonio e che non prevedesse la streptchild adotion! In Italia nn c’è la sharia non è possibile tenere conto solo dei valori cattolici da parte di chi ha responsabilità di governo. Il cristiano dà testimonianza con la sua vita nn con l imposizione x legge( la legge ha ucciso Cristo). Voi con il No avete dato forza proprio alle forze avverse a Cristo A Grillo a Vendola a Berlusconi ecc. Mi spiace ma x me avete preso un grande abbaglio. Rimango con la certezza è fiducia che è Dio che conduce la storia è ci farà superare questo pasticcio in cui ci ha cacciato chi ha fatto cadere Renzi che non è il maligno anzi tutt’altro ma nn è stato compreso.

    1. Piero

      che ha combattuto x fare una legge sulle unioni civili che non le uguagliasse al matrimonio e che non prevedesse la streptchild adotion

      Infatti lasciano il “lavoro sporco” alle sentenze creative che gia’ sono andate in quella direzione.

      Voi con il No avete dato forza proprio alle forze avverse a Cristo A Grillo a Vendola a Berlusconi ecc.

      Quindi dovevamo votare SI alla “costituzione modello JP Morgan” per non fare un torto ad un governo di PRESUNTI (MOOOOOLTO PRESUNTI) cattolici?

      Mi ricredo Fabrizio, quando si trolla qui, si trolla alla grande!

    2. Antonio Spinola

      Ma quale sharia!
      Le leggi sul divorzio, sull’aborto, sulla “scelta” dell’identità di genere o sulle “unioni” tra omosessuali, non sono leggi contrarie alla “morale cristiana”, sono leggi contro l’uomo, indegne di un popolo “civile”.
      Sono leggi inaccettabili per una molteplicità di ragioni di principio, e per le intrinseche conseguenze etiche. Ma, se il primo a non capire la spaventosa drammaticità di tutto questo è proprio qualcuno che si vanta di proclamarsi cristiano, allora la situazione è proprio disperata, e il Papa dovrebbe essere molto ma molto preoccupato.

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