Memorie dell’oratorio

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di Emanuele Fant  per Credere

Se vuoi giocare passi prima in cappellina. Ombra fresca come solo le chiese sanno fare, mettine un po’ nei pantaloni perché per tutto il pomeriggio sei tu da solo contro il sole. Don Paolo è un prete ma sa suonare la chitarra. Si chiede quanto ci metteremo ad imparare la canzone di quest’anno, se la nostra memoria è prigioniera della tapparelle chiuse della scuola.

Il campo regolamentare di pallone è una distesa di sassolini e niente da bere, ha misure più grandi se sei un bambino. Gli animatori superano i pali della porta, sorridono nonostante non sia chiaro a nessuno se chi è preso a pallabase torna indietro o è eliminato. Si danno da fare col megafono che non vuole collaborare. Io sono nei Blu e l’assegnazione casuale per sorteggio vale quanto un segno dal cielo: per tutto l’oratorio estivo vedrò blu, parlerò di cose blu, mangerò cibo di questo colore (ghiaccioli all’anice intenso, mirtilli, forse melanzane). La mia estate ora ha un obiettivo oltre il mare: moltiplicare i nostri punti sul tabellone.

A metà del pomeriggio, con i volti che stanno per scoppiare e le bandane declassificate a tampone del sudore, la chiamata del ghiacciolo. È un succo Billy fatto ibernare nel congelatore, ma ce ne sono per tutti senza spingere, al contatto con le labbra siamo certi di poter tornare al mondo. Forse domani c’è la sfida al femminile, proveremo a stare insieme maschi e femmine. Se non bastasse, venerdì di nuovo la piscina: passeremo il tempo a congelare sugli scalini del Kamicazee (lo scivolo da cui qualcuno, negli anni scorsi, non è stato in grado di tornare); Paolone ricorderà, come ogni volta, il vero motivo per cui è calda la vasca bassa dei bambini, ottenendone l’evacuazione; io e Simone insisteremo con i nostri tuffi a bomba, finché l’ultima goccia non avrà lasciato la piscina.

Sulla corriera, faremo a botte per i posti in fondo, ci accontenteremo della terzultima fila; l’importante è non finire accanto alla chitarra sempre accesa di don Paolo, che devo dormire.

15 pensieri su “Memorie dell’oratorio

  1. fiore

    Mi auguro che anche i cento bambini/ragazzi e animatori del nostro Grest possano conservare viva negli anni la memoria di questi favolosi periodi estivi trascorsi insieme al nostro Don Francesco. Anche lui suona la chitarra, canta a squarciagola e ti invita in cappellina prima di giocare. Che bello avere qualcuno che accoglie i tuoi figli e li fa divertire, li fa pregare, insegna loro il significato vero dello stare insieme. Evviva tutti i Don del mondo che si spendono per noi e per i nostri figli e nipoti.

    1. vittore

      Sì, concordo: “Evviva tutti i Don del mondo che si spendono per noi e per i nostri figli”. Una preghiera per loro affinchè siano innamorati di Gesù e della vita.

  2. Giusi

    ATTENZIONE CHE TUTTO QUESTO E’ SOTTO ATTACCO!
    Avete visto cosa è successo a Montreal?

    Il prete ormai è un “mostro”: mai più da solo con bimbi
    di Andrea Zambrano

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-prete-ormai-e-un-mostro-mai-piu-da-solo-con-bimbi-16597.htm

    Invito tutti a leggere il bell’articolo di Padre Giovanni Scalese:

    Obiettivo raggiunto
    di Padre Giovanni Scalese

    È dei giorni scorsi la notizia che nella diocesi di Montreal in Canada, da settembre, i sacerdoti non potranno piú avvicinarsi da soli ai bambini: potranno farlo solo alla presenza di un testimone. Si tratta di una decisione ecclesiastica, non civile: la diocesi, evidentemente stremata per i risarcimenti milionari pagati per le cause di abusi, cerca ora di coprirsi le spalle. Si può quindi anche comprendere il provvedimento; ma ciò non toglie che esso provochi ugualmente una grande tristezza. Praticamente, la grande campagna mediatica contro i preti pedofili — che ebbe il suo culmine nel 2010, proprio durante l’Anno sacerdotale, e che sembrava essersi attenuata con l’avvento del nuovo pontificato — ha conseguito il risultato che si proponeva, quello di screditare in maniera generalizzata e definitiva il clero cattolico. Ormai, diciamocelo chiaramente, tutti — e sottolineo tutti, anche i cattolici piú tradizionalisti — sono convinti che i preti — tutti, senza eccezione — sono dei pedofili. Per carità, si può anche nutrire stima e rispetto per alcuni preti, specialmente per quelli che si conoscono personalmente; ma nel fondo rimane la convinzione, o perlomeno il sospetto, che anche quei preti, che tu conosci e stimi, sotto sotto siano dei pedofili come gli altri. Ora, finché si tratta del giudizio, per quanto ingiusto, che la gente nutre sul nostro conto, può dispiacere; ma possiamo anche accettarlo, in spirito di penitenza, come la croce che ci tocca portare in questo tempo in cui viviamo. Il vero problema è un altro. Il problema è che in questo modo nessun prete oserà piú avvicinarsi ai bambini e ai giovani in generale; si limiterà a fare un lavoro d’ufficio, molto meno rischioso. Lo accuseranno forse di essersi ridotto a fare il burocrate; ma almeno non potranno piú accusarlo di essere un pedofilo. Voi capite però che questa sarà (o meglio, in molti luoghi, è già stata) la fine di tutte le attività giovanili della Chiesa. Il problema non è tanto il sacramento delle Penitenza: per questo, basta tornare all’uso dei vecchi confessionali, con tanto di grata (se li avevano inventati, ci sarà pure stato un motivo…) in chiesa, sotto gli occhi di tutti; e il problema è risolto. Il problema sono tutte le attività pastorali che vedevano il prete in mezzo ai giovani. Magari potevano essere anche considerate attività poco qualificate, una perdita di tempo; ma avevano comunque un profondo valore educativo e costituivano pur sempre una presenza capillare della Chiesa nella società. E chi si sognerà piú di avere il gruppo dei chierichetti o degli scout, o di fare l’oratorio, o di organizzare una gita, una vacanza o un campo-scuola? D’ora in poi, il prete si limiterà a celebrare la Messa; il catechismo per la prima Comunione lo farà fare alle mamme; i giovani, una volta terminato il catechismo, non metteranno piú piede in parrocchia e non avranno piú alcuna occasione di incontrare un prete nella loro vita. E poi ci si lamenterà (sta già avvenendo) che i giovani sono abbandonati, che non hanno piú punti di riferimento, che crescono senza valori, ecc. ecc. È esattamente quel che volevano quanti hanno promosso la martellante campagna contro gli abusi del clero. Credete che avessero a cuore le vittime? Se cosí fosse stato, si sarebbero interessati anche alla pedofilia diffusa in altre confessioni religiose, nella famiglia, nella scuola, nello sport e, soprattutto, alla pedofilia d’alto bordo (rock star, registi, musicisti, parlamentari, ministri, capi di stato e di governo…); e invece no, di quella pedofilia non interessava niente a nessuno. In quei casi non c’erano vittime da difendere; in quei casi si poteva tranquillamente coprire, occultare, insabbiare (basti pensare alla BBC…). Al massimo, quando la notizia veniva a galla e non poteva piú essere ignorata, si trattava del caso singolo (come è giusto che sia); nessuno si sognava di criminalizzare la categoria. Quel che fa riflettere poi è che, contemporaneamente alla campagna contro gli abusi del clero, è stata portata avanti un’altra campagna, quella per i “diritti civili”, tra i quali prima o poi si arriverà a comprendere anche la pedofilia. Ha già iniziato a farsi sentire qualche voce sommessa per rivendicare il diritto dei minori ad avere una propria sessualità… In alcuni paesi sono stati addirittura fondati dei partiti politici che si propongono la legalizzazione della pedofilia. C’è qualcosa che non torna: si va verso lo sdoganamento della pedofilia e, allo stesso tempo, essa costituisce un motivo di criminalizzazione per il clero. C’è una sola spiegazione: evidentemente la pedofilia era solo una scusa: l’obiettivo vero era colpire la Chiesa, impedirle di svolgere liberamente la sua missione e cosí scristianizzare la società. Obiettivo raggiunto.

    http://querculanus.blogspot.it/2016/07/obiettivo-raggiunto.html

    1. Purtroppo non è solo questo:

      “E chi si sognerà piú di avere il gruppo dei chierichetti o degli scout, o di fare l’oratorio, o di organizzare una gita, una vacanza o un campo-scuola? D’ora in poi, il prete si limiterà a celebrare la Messa; il catechismo per la prima Comunione lo farà fare alle mamme; i giovani, una volta terminato il catechismo, non metteranno piú piede in parrocchia e non avranno piú alcuna occasione di incontrare un prete nella loro vita. E poi ci si lamenterà (sta già avvenendo) che i giovani sono abbandonati, che non hanno piú punti di riferimento, che crescono senza valori, ecc. ecc.”

      C’è un altro risvolto ben triste e demonico (certamente)…
      Chi tra i tanti ragazzi avrà modo di conosce e ammirare un sacerdote? Desiderare per sé quella vita, ammirarne la ricchezza, conoscerne i Doni di Grazia? Quale famiglia, vittima della mentalità distorta, contemplerà e proporrà ai propri Figli questa possibile scelta di vita (che certo deve anche essere scoperta di una Vocazione…)?

      Quindi non è solo “scristianizzare” la società (già ampiamente scristianizzata). Come facile intuire è ben altro!
      Far mancare a questa Società (non solo a quella dei credenti), la possibilità del Perdono e l’alimento dello spirito (e se lo spirito “muore”…).

      Sono però convinto che Dio troverà la strada per un rinnovamento (d’altronde il Demonio aveva pewnsato di vincere con la crocefissione di Nostro Signore… e invece!).

      Putroppo questa mentalità velenosa si sta diffondendo anche al di là del soggetto “preti”… ricordo questo articolo di Paolo Pugni:
      https://costanzamiriano.com/2013/09/04/e-questo-che-volevamo/
      e chiedo a voi uomini (soprattutto), non vi è mai capitato di sentirvi sotto osservazione se vi intrattenete “troppo” a lungo a parlare con un bimbo/a che non è il vostro o ad accarezzarne il capo? O se vi attardate a fotografarne i giochi (privacy o non privacy a parte…)?

        1. Giusi

          Questa è una santa. Chi muore così ha visto lo sposo e gli sta andando incontro:

          “Ora l’amato mio prede a dirmi:
          Alzati, amica mia,
          mia bella, e vieni, presto!
          Perché, ecco, l’inverno è passato,
          è cessata la pioggia, se n’è andata;
          i fiori sono apparsi nei campi,
          il tempo del canto è tornato
          e la voce della tortora ancora si fa sentire
          nella nostra campagna.
          Il fico sta maturando i primi frutti
          e le viti in fiore spandono profumo.
          Alzati, amica mia,
          mia bella, e vieni, presto!
          O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
          nei nascondigli dei dirupi,
          mostrami il tuo viso,
          fammi sentire la tua voce,
          perché la tua voce è soave,
          il tuo viso è incantevole”.

        2. luigi igiul

          Grazie Bariom!
          Articoli del genere fanno tanto bene. Del resto quello che ho apprezzato molto più di Teresa e i santi del Carmelo Teresiano rispetto ad altri fondatori di istituti religiosi] è proprio questo puntare il dito all’essenziale che è Dio Amore e la Sacratissima Umanità di Cristo… Teresa conosceva i mali del suo tempo, ma preferiva puntare al positivo che al negativo, mettendo più in evidenza il primo che il secondo…

          Mi sovviene ora un aneddoto della prossima santa carmelitana scalza, la beata Elisabetta della Trinità: passeggiando, se ricordo bene, con la madre e un’amica, davanti al teatro esclamò: “Quanto mi piacerebbe lavorare lì dentro!” L’amica sorpresa e scandalizzata da tale affermazione (il teatro all’epoca era considerato un luogo di peccato, soprattutto per chi vi lavorava) chiese spiegazioni. E Elisabetta rispose candidamente: “Almeno lì ci sarebbe qualcuno che ama Dio!”

          Oppure, ricordo ora le parole di Teresa del Bambino Gesù che durante la malattia, parlando con la sorella, monaca e priora, esternò la sua convinzione all’interlocutrice che sottolineava l’importanza della giustizia divina. Teresa affermò (vado a memoria, ma potrei trovare più tardi la citazione completa): “Se lei cerca la Giustizia, giustizia avrà. Io tengo la misericordia. Da Dio si ottiene quello che si spera”.
          All’epoca la via di Teresina, la Piccola Via, non era cosa scontata e facile da digerire, tanto che promise in punto di morte che se si fosse sbagliata e ingannata, sarebbe tornata ad avvisare le consorelle. Avrebbe fatto lo stesso qualora avesse avuto ragione, cosa che di fatto successe nel 1903 nel monastero di Gallipoli (Lecce). Lì, apparendo alla priora, nel consegnarle i soldi che avrebbero salvato il monastero dai debiti, disse tra le altre cose: “La mia via è sicura e non mi sono ingannata seguendola”. E poi è diventata Dottore della Chiesa!

          Ah, i santi del Carmelo! Mi affascinano sempre di più e me li sento vicini…

          1. I Santi sono TUTTI affascinanti! 😉

            Perché tutti ci mostrano una realtà di Dio incarnato e un fulgido riflesso del Suo Amore per noi.

            1. luigi igiul

              Sì, ok Bariom, ma come le amicizie “orizzontali” (tra persone viventi sulla Terra) nascono per affinità, anche con i santi nascono amicizie “verticali” per affinità. Io dai santi del Carmelo sono stato proprio cercato. In primo luogo da Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e Teresa d’Avila.

              1. Per carità Luigi, non volevo sminuire… volevo sottolineare la ricchezza che abbiamo.
                Magari conoscerli tutti i Santi e avere anche solo qualche “santa” amicizia “orizzontale” 😉

                Se poi sei stato “cercato” è certo che è Provvidenza 🙂

    2. ba

      secondo me c’è un problema legato alla dottrina. come benedetto xvi ha provato con il discorso di ratisbona ad avviare un dialogo con gli islamici per far capire che ”non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio” e quindi se un imam dovesse incitare alla violenza in nome di Dio quella non può essere la volontà di Dio. e questo non significa dire che tutti gli imam sono terroristi o tutti i musulmani sono potenziali kamikaze ma è pur vero che c’è un problema sistemico che riguarda l’interpretazione letteralista del corano. lo stesso problema sistemico riguarda la dottrina cristiana cattolica a proposito della gerarchia, del coprire i peccati dei preti, dell’ubbidire acriticamente al superiore, del difendere ideologicamente la famiglia e la chiesa e via dicendo. questo non significa dire che tutti i preti sono pedofili o che tutti i cristiani cattolici sono complici ma c’è un problema di ignoranza, di ignoranza di ciò che realmente vuol dire ministero sacerdotale, soprattutto da parte dei laici, e questo può avere conseguenze. è un caso che in diocesi cattoliche di molte parti del mondo distinte si siano ripetuti gli stessi fenomeni? sarebbe lo stesso che dire che non c’è un problema con la violenza nell’islam. il problema c’è, ed è nella dottrina cattolica che per certi suoi aspetti deriva dal diritto romano e dal primo reich piuttosto che dal vangelo. poi se a un bambino viene insegnata una fede realmente evangelica (lasciate che i pargoli vengano a me, è scritto), penso che in una società evoluta come è la nostra i mezzi per fermare in tempo un abuso ci sono. ma bisogna avere gli strumenti per poter capire gli abusi, bisogna vivere in una società dove tutti capiscano che ”non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio” e ne sappiano trarre le conseguenze.

  3. flavio

    Tamarindo Emanuele, Tamarindo. Il ghiacciolo dalle mie parti lo chiamavamo “bif”.

  4. Preghiamo e facciamo penitenza di riparazione e riflettiamo che se c’e’ dello scandalo/i nella Chiesa e le sue conseguenze aiutano a coprire le malefatte con ubbidienza civile e carita’ Cristiana.

    Mettiamo innanzi tutto questi crimini nel contesto: ” lui, forse, e’ meno resposnsabile, parlando Gesu’ a riguardo di chi lo tradiva, di chi lo ha mandato”.

    Non sappiamo la cura spirituale, sorveglianza, aiuto, rimozione dall’incarico che questo prete/i ha ricevuto come di dovere e prevenzione da parte degli incarichi dei suo/i superiori?

    Alle volte penso: ma i fatti degl’altri, come cristiani. sono fatti vostri o miei?

    O che utilita’ spirituale ci danno, mi danno, il saperli e curiosarci tanto?

    La catechesi Cristiana insegna che di fronte allo scandalo si limita al massimo i danni dello scandalo e del suo impatto sul Gregge.

    Da quando in qua’ e’ caritatevole per un cristiano esplodere lo scandalo perche’ tutto il mondo lo sappia?

    Se la Chiesa, con tutto l’Ordine Ecclesiastico che ha, incaricato alla sorveglianza e salvaguardia della Purezza Pastorale e Parrocchiale fino alla Curia, non e’ capace di vigilare piu’ di tanto su questo problema della castita’ dei suoi sacerdoti, cosa pensano/pensiamo di compiere quattro curiosi di senzazionalismo di pedofilia innondando le reti telematiche con i loro punti di vista a fine perduto?

    Come il piu’ delle volte solo gomma da masticare per il cervello, o per riempire il tempo per non aver altro da fare di meglio.

    Rimane comunque la responsabilita’ vera e propria della mormorazione che Satana usa per inoculare sempre piu’ veleno nella Chiesa gia” moribonda nella sua salita al Calvario, che si ripete nella certezza della Speranza: saro’ con voi fino alla consumazione dei secoli.

    Cordiali saluti, Paul.

  5. ba

    secondo me c’è un problema legato alla dottrina. come benedetto xvi ha provato con il discorso di ratisbona ad avviare un dialogo con gli islamici per far capire che ”non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio” e quindi se un imam dovesse incitare alla violenza in nome di Dio quella non può essere la volontà di Dio. e questo non significa dire che tutti gli imam sono terroristi o tutti i musulmani sono potenziali kamikaze ma è pur vero che c’è un problema sistemico che riguarda l’interpretazione letteralista del corano. lo stesso problema sistemico riguarda la dottrina cristiana cattolica a proposito della gerarchia, del coprire i peccati dei preti, dell’ubbidire acriticamente al superiore, del difendere ideologicamente la famiglia e la chiesa e via dicendo. questo non significa dire che tutti i preti sono pedofili o che tutti i cristiani cattolici sono complici ma c’è un problema di ignoranza, di ignoranza di ciò che realmente vuol dire ministero sacerdotale, soprattutto da parte dei laici, e questo può avere conseguenze. è un caso che in diocesi cattoliche di molte parti del mondo distinte si siano ripetuti gli stessi fenomeni? sarebbe lo stesso che dire che non c’è un problema con la violenza nell’islam. il problema c’è, ed è nella dottrina cattolica che per certi suoi aspetti deriva dal diritto romano e dal primo reich piuttosto che dal vangelo. poi se a un bambino viene insegnata una fede realmente evangelica (lasciate che i pargoli vengano a me, è scritto), penso che in una società evoluta come è la nostra i mezzi per fermare in tempo un abuso ci sono. ma bisogna avere gli strumenti per poter capire gli abusi, bisogna vivere in una società dove tutti capiscano che ”non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio” e ne sappiano trarre le conseguenze.
    riprovo a ripostarlo…

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