Il Bambino Ardente

babeGrazie ad un bellissimo articolo di Antonio Socci (che potete leggere QUI), sono venuto a conoscenza della storia di Robert Southwell,  gesuita mandato in Inghilterra nel 1586 come missionario, nonostante il decreto della regina Elisabetta che vietava ai sacerdoti cattolici di soggiornare più di 40 giorni in Inghilterra, pena la morte. Svolse il suo lavoro missionario di sacerdote cattolico come clandestino. Fu denunciato nel 1595 e accusato di tradimento e giustiziato il 20 febbraio 1595 a Tyburn. Beatificato nel 1929, fu canonizzato da papa Paolo VI il 25 ottobre 1970 insieme ai Quaranta Martiri di Inghilterra e Galles.

 Di Robert Southwell è questa poesia.

 

 

IL BAMBINO ARDENTE (The Burning Babe)

Una bianca notte d’inverno, tremando nella neve,
fui sorpreso da un improvviso calore che mi infiammava il cuore;
e alzando gli occhi timorosi per vedere quale fuoco avessi accanto,
un bel bambino avvolto in viva fiamma nell’aria apparve;
bruciato dall’eccessivo calore, versava fiumi di lacrime,
quasi che tali fiumi dovessero soffocare le fiamme alimentate dal suo pianto.

“Ahimè!” disse, “appena nato brucio in fiamme ardenti,
eppure nessuno si avvicina a riscaldarsi il cuore o a sentire il mio fuoco!
il mio petto innocente è la fornace, la legna ha laceranti rovi;
amore è il fuoco, sospiri il fumo, e le ceneri vergogna e insulti;
giustizia porta la legna, e misericordia soffia sui carboni;
il metallo lavorato in questa fornace sono le anime degli uomini;
e come ora sono io per esse infiammato per modellare al loro bene,
così mi dissolverò in un bagno per lavarle nel mio sangue”.
Dette queste parole sparì dalla mia vista dissolvendosi d’improvviso,
e un subito mi ricordai che era il giorno di Natale.

Robert Soutwell (1561-1595)

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7 pensieri su “Il Bambino Ardente

  1. …questa è la prova provata (come balordamente si dice) che ognuno può dire o pensare quello che vuole di qualsiasi cosa, andando anche sfruzzicare nella storia, magari, come, anche, la canzone del ragazzo giustiziato perchè aveva ammazzato un cervo nella foresta del re (quelli stronzi di inglesi) vendendolo per danaro, come è sempre stato nei tempi fin dai tempi dei tempi che ognuno è (o non è) alla ricerca della sua strada o semplicemente di vivere (o di non vivere) come disse il poeta “vivendo non vivea che nulla cosa” e siamo nel XIV secolo d.C.!!!
    Ahhh, i giovani oggi! Perche invece i giovani nel 1920? o 30? o 40′ o nel 1650? eccetra?

  2. Fas

    Una domanda ai commentatori: qualcuno di voi ha mai consigliato o citato un libro di racconti, narrativa di un autore minore (autopubblicato o sconosciuto) nei commenti di questo blog negli ultimi mesi? Ho spulciato un centinaio di articoli ma non riesco a ritrovarlo, mi interesserebbe molto riscoprire tale libro.

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