Scusa Dante, qual è lo scopo della tua vita? Dalla Vita Nova alla Divina Commedia, la genesi di un’opera che parla al cuore dell’uomo Venerdì 9 ottobre alle ore 21, presso il Teatro Orione a Roma, inizia la rassegna denominata El Dante, nove appuntamenti con Franco Nembrini dedicati alla Divina Commedia in occasione dei 750 anni dalla sua nascita. Di seguito riportiamo un testo liberamente tratto dall’incontro introduttivo tenuto da Nembrini durante il mese di settembre.
Per comprendere a pieno la Divina Commedia bisogna chiedersi seriamente da dove nasce e quali sono le circostanze della sua composizione. Scopriremmo allora che tutto ebbe inizio dalla Vita Nova, l’opera che Dante scrisse da giovane dopo l’incontro con una certa ragazza. Se a quell’epoca fossimo riusciti ad incontrarlo per le strade di Firenze, lo avremmo di certo trovato talmente trafelato che guardandolo di istinto gli avremmo chiesto: «Scusa Dante, ma dove corri? Qual è lo scopo del tuo agitarti, della tua vita? Che senso ha tutta questa fatica? Cosa ti aspetti dal tempo che passa?». Lui senza esitare ci avrebbe risposto: «E’ ovvio che il tempo e la fatica servono a compiere la persona, a fare in modo che la felicità si compia. Siamo nati per essere felici. Io corro dietro alla felicità». A questo punto sarebbe stato inevitabile domandargli: «Ma cos’è la felicità?»; lui dapprima ci avrebbe guardato sbalordito, come a dire: «Possibile che a questo tizio tocca spiegare le cose più semplici!», poi più docilmente avrebbe risposto così: «La felicità ha a che fare con il vero, con il bene e con il bello, cioè con le tre dimensioni dei desiderio.
Noi medievali queste dimensioni le chiamiamo fede, speranza e carità. Ogni uomo desidera conoscere la verità, qualcosa del bene e del male, della gioa e del dolore, del vero e del falso, dell’amore e dell’amicizia. Ma non basta, perché desideriamo anche che la verità conosciuta possa essere praticata, che dia forma ai rapporti, alle cose, alle persone, al mondo intero. Ma non è ancora tutto perché questo bene praticato deve consentirmi di costruire qualcosa di bello, che mi dia la certezza che la mia vita sia in qualche modo utile. Queste tre cose insieme sono la felicità». Osando l’inosabile avremmo infine domandato: «O Alighieri, ma tutta questa roba che racconti tu l’hai trovata?». Allora lo avremmo visto sospirare e superata ormai ogni diffidenza cu avrebbe confidato: «Il primo ricordo che ho risale a quando ero ragazzino, avrò avuto all’incirca nove anni. E’ il ricordo del primo incontro con la “gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice”. Un secondo incontro avvenne nove anni dopo. Lei camminava insieme a due amiche, io incrociai il suo passo e ad un certo punto accadde una cosa pazzesca: Beatrice “volse li occhi verso di me e mi salutò”. Da quel momento sono andato fuori di testa: sento chiaramente che in quella ragazza si condensa tutta l’attesa di bene della mia vita. Guardandola ho questo presentimento: sarà lei la persona che mi renderà beato, pienamente felice. Io la felicità l’ho trovata: è una persona». Qualche anno dopo Beatrice però morì. Subito viene in mente A Silvia di Leopardi: «O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi?». Perché natura inganni i tuoi figli, illudendoli che la felicità sia possibile? Che fregatura è la vita se tutto muore, se tutto finisce, se le cose vive ci tradiscono? Possibile che in serbo per noi ci sia solo latragedia? Dante si trova di fronte allo stesso dilemma di Icaro: la vita che appare un labirinto in cui ci si sente persi. Solo che Dante non può fare la fine di Icaro, la vita di Dante non può finire in tragedia: Dante è cristiano, e per un cristiano qualcosa ad un certo punto accade. Accade un fatto, uno si fa presente. Il primo canto dell’Inferno parte proprio da questo labirinto, da questa crisi acuta in cui Dante versa.
Ormai ha trentacinque anni (nel mezzo del cammin di nostra vita), ha una famiglia, ha un incarico politico, è all’apice del suo successo mondano, eppure si ritrova in una selva oscura, si sente finito. E’ questo il momento in cui compare Virgilio, qualcuno cui gridare il proprio bisogno. «Sono venuto a prenderti», gli dirà il vate, «perché l’universo si è mosso per te. Di fronte alla tua pena il cielo si è mobilitato». Questa capacità di Dante di sentire il cielo come una presenza buona, fu ciò che gli permise di dire anche di fronte alla morte di Beatrice: «C’è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non capisco. Nonostante tutto il dolore che provo, la vita come la conosco non può essere una fregatura. Fino a che non capisco perché è successo questo fatto non scriverò più nulla». Così si chiude la sua Vita Nova, l’opera giovanile in cui raccoglie tutte le memorie legate al suo grande amore. Per dieci anni non parlò più. Poi arrivò un giorno in cui disse “ho capito”. Da qui ha inizio la Divina Commedia. Non quindi un viaggio nell’aldilà, ma un racconto scritto in favore di “coloro che mal vivono”, affinché possano entrare pienamente nel viaggio che è la vita. Renato Calvanese L’elenco completo delle date è il seguente: venerdì 9 ottobre 2015, venerdì 6 novembre 2015, lunedì 14 dicembre 2015, venerdì 8 gennaio 2016, lunedì 8 febbraio 2016, venerdì 18 marzo 2016, lunedì 11 aprile 2016, venerdì 13 maggio 2016, giovedì 26 maggio 2015. Tutti gli incontri si terranno alle 21.00 al Teatro Orione, Via Tortona 3, Roma. L’ingresso è libero. Maggiori informazioni qui. Per iscriversi alla newslettere ricevere tutti gli aggiornamenti cliccare qui.
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Le date di tutti gli appuntamenti
1° incontro. Venerdì 9 ottobre 2015
Inferno. “A te convien tenere altro viaggio”: la selva, Virgilio, gli ignavi.
2° incontro. Venerdì 6 novembre 2015
Inferno. “Amor ch’ a nullo amato amar perdona”: Paolo e Francesca.
3° incontro. Lunedì 14 dicembre 2015
Inferno. “Ma misi me per l’alto mare aperto”: Ulisse e il conte Ugolino.
4° incontro. Venerdì 8 gennaio 2016
Purgatorio. “Libertà va cercando ch’è sì cara”: Catone.
5° incontro. Lunedì 8 febbraio 2016
Purgatorio. “Ma la bontà finita ha sì gran braccia”: Manfredi.
6° incontro. Venerdì 18 marzo 2016
Purgatorio. “Pianger ti convien per altra spada”: l’incontro con Beatrice.
7° incontro. Lunedì 11 aprile 2016
Paradiso. “La gloria di Colui che tutto move”: Piccarda Donati
8° incontro. Venerdì 13 maggio 2016
Paradiso. “Quella cara gioia sopra la quale ogni virtù si fonda”: San Pietro.
9° incontro. Giovedì 26 maggio 2015
Paradiso. “Tu m’hai di servo tratto a libertate”: epilogo nella gloria.
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spero siano registrate e condivise!
quando a Milano?