di Andrea Torquato Giovanoli
Qua in casa nostra il treenne ha finalmente cominciato ad interfacciarsi verbalmente col mondo: ci ha messo parecchio, d’accordo, ma alla fine ce l’ha fatta anche lui (la piccola ha la metà dei suoi anni e già balbetta senza requie, ma d’altronde è femmina). Ed in quest’ultimo periodo, quindi, siamo passati ad un livello superiore nella sua educazione: visto che sta imparando a parlare, in famiglia cerchiamo di farglielo fare bene. Così, quando chiede qualcosa, o lo chiede “per favore” o non l’ottiene.
Parimenti, una volta ricevuto ciò che vuole, o ringrazia o gli viene portato via. Saremo anche severi secondo gli standard contemporanei, ma tale metodo d’indottrinamento ha funzionato egregiamente col fratello maggiore e per noi la cortesia ha un valore, soprattutto il rendere grazie, poiché abitua che niente nella vita è dovuto, ma tutto è dono, e ciò va riconosciuto.
Ecco allora che oggi a pranzo l’indomito pargolo mi urla che “ha sete” ed io, come da copione, lo ignoro. Allora gli si accende la lampadina nel cervello e mi chiede di dargli l’acqua “peffavooore”, ma lo dice sottovoce e con una faccietta furba che non me la conta giusta, perciò faccio finta di non aver sentito e lui finalmente ripete la sua richiesta come si deve, al che prontamente ottiene il suo bicchiere d’acqua fresca.
È in quel momento esatto che mi viene in mente quella sorta di reprimenda dell’Aposotolo che cita: “Tu chiedi a Dio e non t’arriva nulla perché lo stai facendo sbajato!” (Cfr. Giacomo 4,3), e allora mi rendo conto come anch’io, pur desiderando di cuore esaudire la richiesta di mio figlio ho atteso che chiedesse nel modo giusto, non per mio capriccio o per ossequio ad una “formula magica”, ma perché nel maturare un’abitudine corretta egli possa crescere bene, diventare una persona migliore, in buona sostanza per fare il suo bene.
Allo stesso modo Dio, che è Padre, non lascia inascoltate le domande dei suoi figli e nemmeno s’arrocca nella reticenza per l’assolvimento di una rigida etichetta, ma anche in queste circostanze educa, e trattenendo salde le briglie del suo amore infinito che scalpita per esaudire il desiderio di cose buone dei suoi figli, attende, finché si adempia ogni giustizia, ed anche nel mutare la forma della sua domanda la creatura amata ne ottenga un bene per sé.
Ed un bene maggiore.
Grazie, Andrea: mi fa riflettere molto ciò che hai scritto…
Per quanto riguarda l’educazione dei figli, poi, sono pienamente d’accordo.
…molto belle le parole: “interfacciarsi verbalmente” (!)
Il tuo commento capita “a fagiolo”,proprio in questi giorni mi sto interrogando sulle preghiere non ascoltate.Conosco tanta gente che ha pregato per cose legittime che non si sono mai verificate,ed ha pregato tanto,anche per anni,anche sino alla morte.Mi chiedo se in questi casi ci siano dei segni del Signore che ti indichino che la tua preghiera non sarà esaudita,perché può essere frustrante,logorante,andare avanti ad oltranza.Il “no” del Signore invece aiuta a farsene un ragione,ti da la possibilità di rivolgere le tue energie e le tue preghiere altrove
A proposito Costanza stai attenta,rischi un’accusa (l’ennesima!) di omofobia!Hai scritto”già balbetta senza requie, ma d’altronde è femmina”;hai osato quindi insinuare che esistano comportamenti tipici di un sesso piuttosto che dell’altro,hai osato insinuare che esistono le differenze sessuali sin dalla nascita,ma che assurdità!!Eh!Eh!
Ma, sinceramente, anche se venisse approvata la proposta Scalfarotto, dire “che esistano comportamenti tipici di un sesso piuttosto che dell’altro” e “che esistono le differenze sessuali sin dalla nascita”, NON credo integrerebbe il nuovo reato di omofobia.
Dovrebbe, a mio avviso, trattarsi di espressione dal contenuto inequivocabilmente ingiurioso. Poi, immagino, che varrebbe, per tale reato, il principio già stabilito per l’ingiuria e la diffamazione (i delitti contro l’onore), dalla S. C. di Cassazione, per cui si deve tener conto del “contesto” in cui le parole incriminate vengono pronunciate e del legittimo diritto di critica dei cittadini.
Ad es. nell’ambito di un dibattito politico molte espressioni potrebbero essere dichiarate non punibili.
E sicuramente, i giudici di merito, non mancherebbero di precisare i limiti della nuova figura di reato (così come hanno fatto per tutti i reati “a condotta libera”, quali i suddetti delitti contro l’onore).
Si pensi ad es. che il reato di “apologia di fascismo” è stato, di fatto, reso praticamente inapplicabile dalla giurisprudenza (e secondo me questo non è stato un bene). A69
Appunto, il contesto…
Se io mi agghindassi come molti fanno per partecipare alle manifestazioni omosessualiste, sarei preso e sottoposto minimo a TSO.
A loro, invece, è permesso.
Del resto la Suprema Corte di Cassazione – tutte le maiuscole al loro posto, non sia mai – ha appena stabilito che un uomo può vestirsi da donna anche al di fuori del carnevale.
Non solo, tutti devono fingere che sia una donna anche se è e continua ad essere un uomo.
Con tutto il rispetto, all’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, alla certezza del diritto, al diritto stesso, non crede più nessuna persona dotata della quota sindacale minima di buon senso.
Ciao.
Luigi
Ma scusa, se è bastato dire una cosa simile per far sollevare un polverone che ha fatto cambiare la pubblicità della huggies, quella sui pannolini specifici per lei e per lui… e ora è ineffetti molto più corta e non cita più altre differenze se non quelle anatomiche. Non che abbia seguito esattamente la vicenda, però avendo una bimba piccola in quei rari momenti in cui guardiamo la tv ho visto diverse volte la pubblicità, sia prima che seconda versione. Anche senza legge approvata è evidente che bastano frasi di un certo tipo per provocare brontolii e indignazione da parte degli “uguali contro ogni evidenza”.
Un conto è una reazione politica e mediatica, ben altro il configurarsi di un reato. A69
Anonimo 69:guarda che ero ironica!Stavo immaginando i possibili commenti dei paladini dell’uguaglianza al di là di ogni evidenza.
In effetti è vero, ormai dovremmo aver capito tutti che non esistono giudici che con le loro sentenze cercano visibilità mediatica e politica, quindi possiamo stare tranquilli che applicheranno l’eventuale legge esattamente come intende lei.
@ Freya
quello che lei dice (avendo frequentato vari uffici giudiziari, per lavoro) non lo penso sicuramente. Aver di fronte un giudice (o un PM) piuttosto che un altro, cambia le cose, eccome!
Però è un fatto che la giurisprudenza di Cassaz. ha finito col delimitare i confini dei reati come l’ingiuria e la diffamazione, e, ovviamente non mancherebbe di farlo col nuovo (ipotetico) reato di omofobia.
Certo, se la norma fosse fatta bene ed indicasse dei criteri per distinguere ciò che è omofobia da ciò che non lo è, sarebbe meglio! A69
A proposito di pubblicità, non ti perdere questa…
https://manipoloelampredotto.wordpress.com/2015/01/16/il-sonno-del-genere-genera-mostri/
P.S. esortazione rivolta a Freya.
Spassosissimo e realista. Grazie per la segnalazione.
Fra l’altro, noto che mi accomuna ai due blogghisti l’ammirazione per il cosiddetto priore della cosiddetta comunità monastica di Bose:
https://manipoloelampredotto.wordpress.com/2015/03/04/enzo-lo-stilista
Ciao.
Luigi
L’ha ribloggato su sapereperscegliere.
Carissimi commentatori:vogliamo tornare all’argomento del post ossia la preghiera di richiesta?E’ oltretutto molto più interessante delle divagazioni su gender,omofobia etc. di cui non so voi,ma io ne ho abbastanza!