Le due città

s.michael

Leone XIII  – Humanum Genus  – 

Il genere umano, dopo che “per l’invidia di Lucifero” si ribellò sventuratamente a Dio creatore e largitore de’ doni soprannaturali, si divise come in due campi diversi e nemici tra loro; l’uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per il trionfo del male e dell’errore. Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo; e chi vuole appartenervi con sincero affetto e come conviene a salute, deve servire con tutta la mente e con tutto il cuore a Dio e all’Unigenito Figlio di Lui.

Il secondo è il regno di Satana, e sudditi ne sono quanti, seguendo i funesti esempi del loro capo e dei comuni progenitori, ricusano di obbedire all’eterna e divina legge, e molte cose imprendono senza curarsi di Dio, molte contro Dio. Questi due regni, simili a due città che con leggi opposte vanno ad opposti fini, con grande acume di mente vide e descrisse Agostino, e risali al principio generatore di entrambi con queste brevi e profonde parole: “Due città nacquero da due amori; la terrena dall’amore di sé fino al disprezzo di Dio, la celeste dall’amore di Dio fino al disprezzo di sé (De Civit. Dei, lib. XIV, c. 17).

In tutta la lunga serie dei secoli queste due città pugnarono l’una contro l’altra con armi e combattimenti vari, benché non sempre con l’ardore e l’impeto stesso. Ma ai tempi nostri i partigiani della città malvagia, ispirati e aiutati da quella società, che larga mente diffusa e fortemente congegnata prende il nome di Società Massonica, pare che tutti cospirino insieme, e tentino le ultime prove. Imperocché senza più dissimulare i loro disegni, insorgono con estrema audacia contro la sovranità di Dio; lavorano pubblicamente e a viso aperto a rovina della Santa Chiesa, con proponimento di spogliare affatto, se fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati al mondo da Gesù Cristo nostro Salvatore.

Gemendo su questi mali, spesso, incalzati dalla carità, Noi siam costretti a gridare a Dio: “Ecco, i nemici tuoi menano gran rumore e quei che t’odiano hanno alzato la testa. Hanno formato malvagi disegni contro i tuoi santi. Hanno detto: venite, e cancelliamoli dai numero delle nazioni”

fonte: vatican.va

47 pensieri su “Le due città

  1. fra' Centanni

    Chi s’illude che la vita sia una commedia rischia, un giorno, d’avere un brusco e pessimo risveglio. La vita è un dramma, e bisogna sapere da quale parte stare.

    1. @fra’, David Maria Turoldo ha scritto “Il dramma è Dio”. 😉

      Io la Vita solo come una dramma non la vedo (e lasciami dire che la mia sin qui non è stata un “letto di rose”…) anche se è vero che guardandosi attorno a volte pare non si possa vedere altro…

      Può essere commedia e dramma assieme, come è gioia e dolore, come è riso e pianto… come ci ricorda la Scrittura “c’è un Tempo per ogni cosa…”
      Se devo dire per me, direi una incredibile “avventura” (sarà colpa dei romanzi di gioventù), come trovo una affascinante avventura la “scoperta” di Dio nella mia storia. “Avventura” che non è certo terminata 😉

      Buona giornata. 😀

      1. Thelonious

        beh, però stavolta concordo con Giancarlo. La vita è drammatica nel senso letterale del termine. Ogni azione che facciamo ha uno spessore e una densità drammatica perché galleggiano sull’eterno.
        E perché non c’è il lieto fine obbligato. Dobbiamo volerlo noi

        1. @Thelonious,

          e io non volevo essere in “disaccordo”, ma nel senso comune della parola dramma (e anche letterale) sono compresi sinonimi quali: triste, infelice, doloroso, tragico…

          Ora, personalmente e ancor più da cristiano, non riesco a pensare alla mia vita associata a questi sinonimi e anche quando avvenimenti “drammatici” il Signore ha permesso, per quanto dolorosi e per certi versi “tragici”, questi non hanno lasciato diciamo come “summa” finale, un senso di infelicità e tristezza.

          Se poi vogliamo dire che la vita è cosa SERIA, non è un GIOCO né un scherzo, certo… forse stiamo solo usando termini diversi… e comunque, tu hai sempre esattamente la percezione della “drammaticità” delle tue azioni?
          Io no… credo sarebbe un incubo.

          Naturalmente l’estremo opposto (a cui certo si riferiva fra’) è chi vive la vita come un “farsa”, una burla e certo la presa di coscienza che così non è, rischia di essere “un brusco e pessimo risveglio”.

  2. vale

    Direttive del Gran Maestro della Massoneria ai Vescovi massoni: effettive dal 1962 (aggiornamento del Vaticano II), rielaborate nel 1993 come piano progressivo per lo stadio finale. Tutti i massoni occupati nella Chiesa cattolica
    debbono accogglierle e realizzarle.

    (Queste direttive sono state pubblicate nel libro di Don Luigi Villa: “La Massoneria e la Chiesa Cattolica”
    Editrice Civiltà, 2008, pp. 16-24)

    da: http://www.chiesaviva.com/

    numero di giugno 2015

      1. Anonimo69

        @ Serena

        beh, in ambito lefevbriano è effettivamente sostenuta questa tesi; e non da ora, però può darsi che ci siano altri seguaci di tale opinione..La prova provata, che io sappia, non c’è. A69

      2. vale

        @serena

        è un sito un tantinello estremo,me ne son reso conto dopo.il problema, se mai, sono i riferimenti che vengono portati a supporto delle argomentazioni addotte.

        ( che poi di chiacchere mai provate su Pontefici massoni( si è parlato perfino di Giov.Paolo II) o filomassonici ve ne sono state a bizzeffe. per tacer di cardinali e vescovi).

        sostengo,casomai, che il tanto decantato dialogo con chi dialogare non vuole, a meno che per dialogo s’intenda la semplice esposizione del proprio punto di vista e basta,quindi inutile ,sia dannoso.

        che nella chiesa, il dialogo, dovrebbe essere inteso alla Biffi( da poco nato al cielo)

        http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/07/14/il-cardinale-biffi-disprezzava-chi-praticava-il-dialogo-per-ridurci-tutti-a-un-minimo-comune-denominatore___1-vr-130825-rubriche_c109.htm )http://www.atfp.it/rivista-tfp/2015/233-marzo-2015/1053-cardinale-biffi-il-dialogo-ci-distrugge.html )

        o alla s.padre Pio

        Lettera di Padre Pio al Suo Padre spirituale P. Agostino
        in “Padre Pio da Pietralcina-Epistolario I”, Lettera N°123, Pietrelcina 7 aprile 1913, pp.350-352, ed “Padre Pio da Pietrelcina”, 2002.

        …Gesù, purtroppo, ha ragione di lamentarsi della nostra ingratitudine! Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della Massoneria! Preghiamo per costoro acciocché il Signore illumini le loro menti e tocchi il loro cuore.

        ( “Tutti sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo con i marxisti sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo “1963 e parmi valga anche per i massoni)

        Mi pare di capire che la chiesa distingua bene tra gli alti livelli massonici-che ,però sono quelli con i quali,spesso, “dialoga”- ed il semplice massone che non è addentro più di tanto alle secrete cose.

        se fino a metà anni ’70 la situazione era ancora come da link sotto

        http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19810217_massoni_it.html

        “Nell’83 esce il nuovo Codice di Diritto Canonico e non si trova più la scomunica alla massoneria, però il Cardinal Ratzinger, che allora era il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, fece mettere una specie di nota previa, che apparve sull’Osservatore Romano, nella quale stava scritto: “I fedeli che appartengono alla massoneria sono in stato di peccato mortale”. Quindi non ribadisce la scomunica, ma dice: c’è inconciliabilità ed è peccato mortale dare il nome alla massoneria” (http://www.doncurzionitoglia.com/testo_conferenza_vaticanoII_massoneria.htm )

        E pure l’attuale Papa Francesco non mi pare sia a favore di lobby massoniche:

        https://www.youtube.com/watch?v=gxyzxj0hx2I

        Papa Francesco contro la Massoneria ma il video viene censurato dai media.
        ( era la conferenza stampa in aereo di ritorno da Rio de Janeiro con la famosa frase chi sono io per giudicare. che sentita al completo è, ovviamente, un’ altra cosa. alla fine-minuto1,40 circa, parla contro le lobby citando anche la lobby massonica. giusto per la cronaca)

      1. vale

        @thelonius

        ho realizzato….tipo radiospada o altri.

        ma io leggo di tutto ,vaglio e trattengo quel che vale….

        però,ogni tanto si trovano cose interessanti.

        inoltre stavo leggendo, di quel numero, dell’altro. quello di auriti sulla moneta.

  3. …io non so voi, ma a me mi sembra che tutti si viva nella stessa città (ma qualcuno se ne dichiara fuori: è nel mondo, dice, ma non è del mondo) (pur continuando a viverci e a usufruirne) (sì, a usufruirne!)

      1. Thelonius:

        …volevo solo dire 1 che non mi sembra appaia nessuna differenza tra la vostra città di Dio e la nostra dell’uomo (in pratica) 2 che tutti usufruiamo della Stato di Legge (Città dell’Uomo) (pur se pieno di falle)..
        3 se qualcuno, per esempio ha una casa è grazie allo Stato di Legge che gli è riconosciuta la proprietà., non all’intervento divino, ed è a un giudice (non a Dio) che ci si rivolge par vedre (se possibile) rispettati i nostri diritti
        qui in terra, 4 o a voi queste cose non interessano?

        1. Thelonious

          si Alvise, ci interessa la giustizia umana, se però non è in contrasto con quella divina
          siamo tenuti ad osservare la legge umana, se però non contrasta quella divina
          In sintesi: siamo tenuti a rispettare l’Imperatore, ma il primato spetta sempre a Dio.

          Questo è, in estrema sintesi, il motivo per cui i cristiani veri non sono assimiliabili ad alcun regime, di nessun colore.

          Meglio ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini

          1. Thelonious

            si, il cristianesimo conviene non lo sapevi? guadagni la vita eterna e il centuplo quaggiù, pensa un pò…

            1. Thelonius:

              …obbedienza, intendevo, all’Imperatore!(non si capiva?)
              …quindi te avresti il centuplo di me (il centuplo di che?) (di quasizzero?)?

              1. Thelonious

                @filosofiazzero

                “…obbedienza, intendevo, all’Imperatore!(non si capiva?)” all’Imperatore si obbedisce solo se non contraddice Dio

                “…quindi te avresti il centuplo di me (il centuplo di che?) (di quasizzero?)?” non ti rispondo, se vuoi capire capisci, sennò i giochi di parole non mi interessano

                  1. ” …in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.” Mc 10, 30

                    1. BARIOM:

                      …sì, finalmente, era quello avrei voluto vedere scritto (ma di cui te, opportunamente, hai trlasciato la prima parte)!

                      Eccola:”In verità io vi dico: non c’è nessuno che avrà abbandonato casa, o fratelli, o sorelle, o madre o padre, o figli , o campi per Me e per il Vangelo che non riceva il centuplo ora in questo tempo etc. etc.”

                    2. Non l’ho “tralasciata”… mi è sembrato di rispondere a tono.

                      Cmq si, il “centuplo” di ciò che si è lasciato per il Signore e per il Suo Vangelo… 😉

                    3. Bariom:

                      …ammetterai però che 1 La Città di Dio di Agostino è solo una grande opera letteraria. Come, per esempio, la Divina Commedia 2 che troppe volte qui dentro il blog l’espressione “il centuplo” è stata usata a sproposito (riferita, cioè, non a chi a lasciato tutto per il Vangelo, ma ai comuni abitatori della Città Terrestre, in tutto e per tutto) (dal momento che ne siamo tutti i docili abitatori) (o non siamo tutti parecchio docili, discorsi a parte?)

                    4. Alvise,

                      non mi sono appuntato il come qui (o altrove) altri abbiano interpretato il discorso del “centuplo” o se lo hanno fatto a sproposito, ma è certo che si riferisce più ancora che ad una “ricompensa”, al fatto che chiunque lasci seriamente qualcosa per seguire Cristo e per amore al Vangelo e alla predicazione, NON verrà a mancare di nulla… anzi.

                      Di fatto è la precisa risposta che Gesù da a Pietro che chiede (anche se non in forma interrogativa): «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

                      Il tutto prende poi le mosse dal celebre episodio del “ottimo” giovane, che si arresta di fronte alla zavorra data dalle ricchezze che possiede, che gli impediscono di donarsi tutto a Cristo ed entrare nel “regno di Dio”.
                      Da qui la celeberrima frase: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

                      Quindi un centuplo che arriva certamente (assieme a persecuzioni… è bene ricordarlo), ma quando sostanzialmente già la rinuncia è stata fatta e non è più così fondamentale “possedere” delle “cose” o degli affetti, perché si ha già TUTTO, cioè Dio in Cristo.

                      Diversamente sarebbe una spirale piuttosto perversa, mi libero (con fatica e con l’aiuto dello Spirito Santo) delle ricchezze per poi ritrovarmi più ricco e più “inguaiato” di prima… un giochino perverso 😉 😐

                      Che poi avendo come Padre, Dio, Re dell’Universo, si possa godere anche nelle cose terrene della Sua Magnificenza e Provvidenza il cui braccio non si “accorcia” mai, è altra cosa… altra cosa diversa dal “centuplo”.

                  2. …che poi, alla fine, uno se le aggiusta, le cose, come gli sembra a lui (salva tamen la misericordia Di dio per tutti) (sia belli, la Miriano) (che brutti, Adinolfi)!

  4. Anonimo69

    “Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale. Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa che ‘viene dalla fine del mondo’ possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa-istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II. Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia, ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità, non il peso di un’istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall’amore. La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca, lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E’ questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo”. (G. Raffi, ex gran maestro della massoneria del GOI).

    Bah! se sono rose fioriranno! A69

  5. vale

    ah, beh, se i riferimenti sono bolivar, allende e josè martì, …..ce possiamo mette pure ‘na pietra sopra. tombale.

      1. Anonimo69

        Ma, cari signori, con la massoneria o ci si convive (come vorrebbe il Raffi) o le si fa guerra. Se si decide di farle la guerra, non c’è da stupirsi poi che “il nemico combatta aspramente”!
        D’altronde, come diceva un valente aforista, A. Morandotti: “L’amore, qualche volta è ricambiato, qualche volta no, l’odio lo è sempre”. A69

        PS: si può convivere con la massoneria, anche non avendo alcun rapporto con essa, nemmeno di combattimento (che è pur sempre un “rapporto”).

  6. vale

    @senmweb

    e brava. bella foto. la perfetta icona di una pietra tombale con natura morta. la stessa del trio di cui sopra.

  7. L’ha ribloggato su Blog di Salvowe ha commentato:
    “Due città nacquero da due amori; la terrena dall’amore di sé fino al disprezzo di Dio, la celeste dall’amore di Dio fino al disprezzo di sé (De Civit. Dei, lib. XIV, c. 17).

    1. “la celeste dall’amore di Dio fino al disprezzo di sé ”

      …che non mi sembra proprio sia il nostro caso( di tutti ) (se non a parole) (“tuttoquanto si può dire, no pretendere sia vero”) (quello che noi si dice) (ipso facto)!

  8. sandro

    Se poi, come sei stato diligente a procurarti questi libri, lo sarai anche a leggerli, comprenderai, per la tua esperienza personale, anziché per la mia assicurazione, quanto aiuto potranno arrecare.
    Ti prego di degnarti volentieri di dare, a coloro che li chiedono per copiarli, i libri di quest’opera su La città di Dio, che i nostri fratelli di costì a Cartagine ancora non hanno. A ogni modo non li darai a molti, ma solo a uno o al massimo a due; questi poi li daranno a tutti quanti gli altri.
    Inoltre, il modo con cui darli, non solo ai fedeli cristiani tuoi amici che desiderano istruirsi, ma anche a quanti siano legati a qualche superstizione, dalla quale potrà sembrare che possano essere liberati per mezzo di questa nostra fatica in virtù della grazia di Dio, veditelo da te stesso. (S.Agostino)

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