di Vera Schiavazzi per “la Repubblica“
C’è l’anziano avvocato col loden verde che legge Fini naturali, il ponderoso saggio di Robert Spaemann che ha rilanciato il pensiero teologico. E la ragazza con i leggins e le ballerine colorate che tiene lo sguardo fisso su Due di due di Andrea De Carlo. A molti dei torinesi che nel loro sabato pomeriggio passavano in piazza Carignano, sotto il palazzo barocco dove c’è ancora la prima aula del Parlamento Subalpino, le “Sentinelle in piedi” immobili e silenziose, che riempivano gran parte dello spazio, devono essere sembrate i testimonial di qualche rassegna culturale.
Solo chi si è fermato o ha preso il volantino, ha scoperto che si trattava di un nuovo movimento «apartitico e aconfessionale» che si batte contro il disegno di legge Scalfarotto per il contrasto dell’omofobia. «Per finire in carcere a causa delle proprie opinioni, basterebbe dire che la famiglia è basata su una coppia uomo-donna », denunciano le Sentinelle.
In realtà, il decreto, già approvato alla Camera, arriverà (forse) in Senato con grande ritardo, modificato (anzi «stravolto», secondo molte associazioni Lgbt) da emendamenti che vorrebbero cancellare qualsiasi sanzione. Ciò nonostante, la legge appare ancora troppo inquietante a una parte del mondo cattolico che la combatte insieme alle iniziative di contrasto all’omofobia nelle scuole.
Ma le Sentinelle, create a immagine e somiglianza dei Veilleurs Debout francesi che a Parigi manifestarono contro il matrimonio omosessuale, rappresentano un fatto nuovo nel panorama classico della politica conservatrice italiana.
Silenziose e proprio per questo iper-mediatici, non vogliono essere liquidate come la versione evoluta del Movimento per la Vita o di Alleanza Cattolica, non indottrinano, non minacciano anatemi né scomuniche, non sventolano argomenti di etica generale, men che meno mostrano immagini choccanti.
Mentre le 260 sentinelle torinesi (altri facevano la stessa cosa nello stesso momento a Genova, Como, Varese) restano in piedi con i loro libri, tra le quattro e le cinque del pomeriggio, i loro promoter, quattro o cinque giovani armati di un megafono e qualche pacco di volantini, chiacchierano con i più curiosi tra quelli che vanno a vedere le vetrine o escono dal Museo Egizio.
Qualcuno ha alle spalle anni di esperienza, qualcun altro è un neofita entusiasta, come Pietro Invernizzi, trent’anni, una laurea alla Cattolica e un lavoro nella finanza a Milano. Pietro è alla sua terza veglia, è venuto a dare una mano agli esordienti torinesi. In maglietta e jeans granata,occhiali da sole e collanina, crea un piccolo capannello dopo l’altro («non ho mai fatto neanche lo scout, al massimo da piccolo andavo all’oratorio, non troppo contento »).
Racconta la storia di Adrian Smith, un impiegato comunale inglese vittima di un taglio allo stipendio per le sue opinioni a favore della famiglia vecchia maniera, cita statistiche americane secondo le quali l’Italia sarebbe nella top ten dei paesi gayfriendlye poi dice: «Ma se esistesse un grave problema di omofobia, come potrebbero la Puglia e la Sicilia avere due presidenti gay dichiarati?». Già, come potrebbero?
L’Arcidiocesi di Torino ha intuito con qualche anticipo le potenzialità dell’iniziativa, e l’ha annunciata sul suo sito. Un aiuto che le Sentinelle hanno accolto con gratitudine, ma senza facili entusiasmi: «Ci ha fatto piacere – spiega Carmelo Leotta, giovane avvocato torinese, l’uomo che col megafono detta l’inizio e la fine della manifestazione – Ma noi siamo apartitici e aconfessionali, in questa piazza non ci sono solo cattolici. Vedo un paio di religiosi, ma anche qualche persona musulmana…».
E anche (ma Leotta sorvola) un piccolo drappello di consiglieri comunali e regionali di Ncd, Forza Italia e altri (tra loro il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, eletto con i Moderati, alleati al centrosinistra), ognuno col suo libro in mano. Del resto c’è chi legge Pascal, chi (una provocazione?) ha rispolverato La rivoluzione sessuale di Wilhelm Reich o ha scelto Bella Ciao di Giampaolo Pansa, le opere di e su Papa Ratzinger, o chi si è portato semplicemente fotocopie perché non aveva un volume a portata di mano. Leotta tenta un approccio sorridente: «Adesso finiamo e ci mangiamo un gelato».
La verità è che le Sentinelle, collocate a due metri una dall’altra, sono e si sentono dei perseguitati. Un gruppo che paradossalmente si crede discriminato da un altro, tra i veti incrociati, proprio come in America, dove si scontrano abortisti e antiabortisti, liberisti e protettori delle minoranze, donne e uomini, neri e ispanici, gli uni contro gli altri, mentre la folla del sabato pomeriggio passa senza guardare. Su tutti vigila la bandiera arcobaleno che Angelo Pezzana, pioniere dei movimenti per i diritti gay, ha fatto appendere all’angolo, sulle insegne della libreria Luxemburg. E il 5 aprile le Sentinelle torneranno, questa volta davanti al Pantheon, a Roma.
fonte: La Repubblica
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leggi anche “Da Roma a Milano uniti”
Qui ci siamo noi genovesi (definiti prontamente da Repubblica “ultras cattolici”… dovrò comprarmi almeno un fumogeno o una tromba da stadio per la prossima volta!):
http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/03/29/foto/legge_contro_lomofobia_disfida_in_piazza_di_de_ferrari-82262618/1/#1
I militanti dei centri sociali “comodamente seduti, ma in maniera altrettanto civile” dopo poco si son scocciati di starsene li, comodamente seduti, ma bellamente ignorati nonostante le battutine sarcastiche profuse a nostro beneficio, per cui hanno voluto iniziare a gironzolare fra noi. Cortesemente richiesti di non disturbare la manifestazione, e poi avvicinati da alcuni agenti in borghese che hanno agito con estrema calma, hanno cominciato a dire con mirabile coerenza che loro stavano solo passeggiando. Ah… e io che mi credevo che facessero coraggiosa opposizione agli ultras cattolici… Malpensante che sono…
In effetti mi ha fatto ridere leggere che sarei un “ultras cattolico”. Scritto da Repubblica lo considero un complimento, anche se capisco che non è usato come tale, bensì per circoscrivere un fenomeno a pochi “ultras” esagitati. Fra l’altro l’aria di “ultras” ce l’avevano se mai i ragazzi dei centri sociali venuti a contestarci, non noi, che eravamo per lo più gente mista di mezza età. Comunque mi ha fatto piacere vedermi in foto con mia moglie. Chissà se la nostra protesta servirà a qualcosa! Mi consola però il fatto di avere, per una volta, preso parte a una manifestazione politica in cui credo, perché la manifestazione era “apartitica”, non certo “apolitica” o “antipolitica”. Spesso si confonde la politica (= gestione del bene comune), con la partitica (= difesa di un interesse di parte).
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabilie ha commentato:
In piedi, con le sentinelle!
Beh, c’era anche una mamma tecnologica che leggeva sul Kindle Le serate di San Pietroburgo di Joseph de Maistre, i cui figli leggevano rispettivamente La vita di san Francesco scritta da san Bonaventura, Io robot di Asimov, Il cavaliere inesistente di Italo Calvino e Harry Potter. La piccola non leggeva, ma era con tutti i più piccoli, intrattenuta da una multi-mamma, la quale ha confessato di averle dato cibo e bevande per interrompere le sue chiacchiere a raffica. Il pater familias leggeva un testo di Città Nuova sul monachesimo antico, mea culpa, non ricordo quale. I miei vicini di veglia leggevano a sinistra un testo di don Giussani e a destra Non so niente di te di Paola Mastrocola. Questo giusto per fornire ulteriori dettagli sociologici 😉
Le Sentinelle in piedi non sono un movimento! Ma proprio non riescono a farlo il proprio mestiere, sti giornalisti
Io ero a Perugia, eravamo 270, silenziosi davanti ai gruppi che ci contestavano e ci fotografavano. Leggevo “Il potere dei senza potere” di V. Havel, che mi ha sostenuto e confermato.
«Per finire in carcere a causa delle proprie opinioni, basterebbe dire che la famiglia è basata su una coppia uomo-donna », denunciano le Sentinelle.”
…io non ci credo! (forse vi piacerebbe, questo sì)
Io ho partecipato a due veglie, entrambe a Modena. Alla prima eravamo 200, alla seconda siamo letteralmente raddoppiati!
«Per finire in carcere a causa delle proprie opinioni, basterebbe dire che la famiglia è basata su una coppia uomo-donna », denunciano le Sentinelle.”
…nel barbarico linguaggio di oggi, che d’altra parte tutti siamo portati a adoprare, questa sopra potrebbe essere definita, a giusto titolo, una “mistificazione”. “Basterebbe dire…”: ma per favore!
La legge Mancino è una chiara e consapevole deroga al principio universalmente riconosciuto della libertà d’opinione, con l’intento di un bene “superiore” e cioè evitare la ricostituzione di gruppi nazifascisti. Su di essa sono stati sollevati dubbi di incostituzionalità, anche se la questione rimane controversa. Se poi sia applicata ogni volta che qualcuno pronuncia le parole sporco ebreo o viva Hitler, questo è un altro discorso.
Voler estendere i principi generali e le sanzioni della legge Mancino alla lotta contro la discriminazione antigay, questa a me sembra una, come tu dici, “mistificazione”. Perché allora non estenderla ai disabili (chi aggredisce una persona palesemente debole è un vigliacco prepotente, no?), agli obesi (ciccione di m****, il grasso t’è andato al cervello; capita che ci siano obesi depressi e isolati socialmente…), e così via. Che poi, se ci sono dei Guidi e dei Pancalli che non sembrano aver problemi nella società, o Ferrara e Adinolfi (Platinette?), nonostante la loro condizione di “diversi”, il che potrebbe indurre a ritenere che non necessitino di leggi ad hoc, bisognerà allora ricordare anche che almeno due governatori regionali in Italia sono omosessuali, nonché diversi parlamentari eletti: attenzione all’emergenza omofobia, i numeri non la fanno distaccare da molte altre “emergenze”.
Allarghiamo la legge Mancino e saremo in mano alla discrezione dei magistrati quando sarà necessario definire che cos’è “omofobia” e quali ne siano gli indicatori oggettivi. “Spero che mio figlio non diventi mai omosessuale”: questa frase è o non è discriminante? Per qualcuno sì, per altri forse no: ma la certezza del diritto dove va a finire?
Ma per favore….trova degli argomenti invece di punti esclamativi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino
La legge Mancino non dovrebbe esistere; trattasi della solita strategia a grimaldello: introdurre una legge che viola un principio che (dovrebbe essere) inderogabile, almeno nella prospettiva di una società “liberista-plurale”. Una volta introdotto il principio della derogabilità a ciò che non andrebbe derogato, estenderne le casistiche.
Prima che arrivi qualcuno (leggasi: il nostro quadratino nero) a sostenere che i cattolici facevano lo stesso eccetera eccetera, rispondo che io pretendo che i cosiddetti liberisti siano coerenti e sottomessi a quelli che sbandierano come loro principi. Uno dei cavalli di battaglia dell’aggressione agli Stati detti “confessionali” consisteva proprio nel superare ciò che veniva considerato un abuso (lasciamo perdere poi che cattolicamente non va considerato tale).
Ma se lo Stato liberista assume solo il volto diverso di uno Stato confessionale (e in realtà, non può essere che così, data l’inconsistenza dell’utopia liberista di immaginare che una collettività si possa fondare sul nulla; mentre è inevitabile che questo, umanamente, non sia possibile), se lo Stato liberista reintroduce le stesse norme che vantava di poter sorpassare per sempre in ragione di una migliore convivenza civile (risibile utopia, lo ribadisco, ma non è questo il punto) allora io voglio lo Stato che riconosce la vera religione e il diritto naturale.
Ciò che resta – e che resterà – senza un fondamento oggettivo, sono i capricci che volta per volta un’elite potente e ben organizzata deciderà di sponsorizzare. Da un certo punto di vista, è senz’altro corretta la chiosa finale della giornalista. E’ la “lotta di classe” portata a un livello superiore. Ciò che sfugge sono le ragioni di questa deriva. Tolto il fondamento, resta solo un movimento progressivo verso il caos.
@Roberto: è utopia uno stato liberale-plurale senza contraddizioni. Anzi, peggio, è impossibile, poichè sempre ci saranno persone che la pensano in modo diverso dalle altre: come c’è una maggioranza, ci deve essere una minoranza che DEVE essere protetta dallo Stato, a meno che essa non minacci lo Stato. La legge Mancino è una legge frutto di questa epoca: il terrore e il fascino del fascismo sono ancora forti, e lo Stato si vuol proteggere.
In secondo luogo, lo Stato liberale si professa LAICO, non ateo. Questo vuol dire che non rinnega le proprie radici cristiane (che, volenti o nolenti, ci porteremo avanti per tutta la Storia), ma semplicemente si apre anche ad altre religioni – leggi minoranze, che anche queste devono essere protette, in che modo è un discorso lungo e complicato che non voglio intavolare.
In ogni caso, poichè laico, uno Stato liberale a) non può basare il proprio diritto su un diritto naturale, b) non può riconoscere la dimensione del divino.
E’ come chiedere che la scienza dica che Dio esiste. E’ una cosa che non PUO’ fare, per sua stessa natura.
E se vuole intendere Dio, deve dire casualità o, al massimo, probabilità.
Per concludere poi, Roberto, mi asterrei dal definire la situazione attuale “capricci di un’élite senza un fondamento oggettivo”. Capisci bene che le tue stesse parole sono senza fondamento oggettivo – qualunque cosa questo significhi.
A parte che in cima alla lista di quel che andrebbe escluso si dovrebbe mettere quindi seduta stante l’ideologia comunista con tutte le propaggini ideologiche a essa associata, e che solo un gran fumato può credere sul serio che il fascio/nazismo oggi minacci alcunché, e che non è affatto vero che la legge Mancino sia frutto di un’epoca spaventata da certa paccottiglia ideologica, ma è ispirata dalla volontà di creare un precedente che permetta di comprimere la libertà d’espressione (e questa è la mia valutazione, che non ritengo com’è ovvio campata in aria) –
questo premesso, il tuo parallelo “E’ come chiedere che la scienza dica che Dio esiste.” è del tutto fuori bersaglio.
E’ come chiedere che la buona filosofia dica se Dio esiste, il che è possibilissimo.
Il tuo concetto di laicità sembra più quello illuminista che quello cattolico.
Ti rinvio al compianto Palmaro.
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3176
“”3) LA POLITICA
Grazie alla figura provvidenziale di Costantino, il cristianesimo diventa un fenomeno fondamentale per la ridefinizione dell’impero romano, e per la costruzione dei modelli politici futuri. L’idea di bene comune e di legge naturale, corroborate dalla Rivelazione, sono alla base dei sistemi politici cristiani. Sistemi che sono ben rappresentati dalla celebre espressione di Gesù, mentre gli viene chiesto se sia giusto pagare le tasse a Roma: “Date a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio”. Questa formula è densissima, e occorre sottrarla alla sua banalizzazione tipica dell’era contemporanea. Essa dice certamente della necessità di non confondere e sovrapporre la Chiesa allo Stato, il Papa all’imperatore. Ma non si ferma qui, come vorrebbe il pensiero laico e liberale contemporaneo. Innanzitutto, Nostro Signore ordina di dare a Dio ciò che gli spetta, e questo dovere ricade innanzitutto su ogni sovrano, sia esso un re o un parlamento. In questo modo, la fede si ritaglia un ruolo pubblico innegabile, e si propone come guida dello Stato per riconoscere il vero e il bene. La storia dimostra che, senza questa bussola, gli Stati scivolano sempre nel più disumano relativismo. Dall’altro lato, Gesù ricorda al cristiano che è suo dovere essere un leale suddito del potere costituito, a patto che l’autorità non sia iniqua e rispetti la Chiesa e il bene comune con le sue leggi e i suoi decreti. Questa mirabile lezione del cristianesimo fu alla base di secoli di ordinamenti politici, anche se oggi il mondo – sotto questo profilo – ha obiettivamente imboccato una strada completamente diversa.””
@Roberto
In Italia abbiamo sperimentato il fascismo. Abbiamo avuto bisogno di una guerra mondiale (prima) e di una civile (dopo) per liberarcene. Da quella esperienza nasce la nostra Costituzione.
Trovo del tutto normale che le nostre leggi citino esplicitamente quelle esperienze – e solo quelle.
“[la fede] si propone come guida dello Stato”
si propone, non s’impone.
Lo Stato ha un’etica, che si esprime nella sua Costituzione e nelle sue Leggi.
L’art.1 e l’art.7 della costituzione sono piuttosto chiari.
Qual è il tuo concetto di “laicità per un cattolico”?
Se il problema fosse questo, e non lo è, una legge del genere sarebbe stata congegnata nell’immediato dopoguerra; nella nostra Costituzione è già previsto il divieto di ricostituire il partito fascista; volere far credere che ci sia stata una “impennata” di paura verso il nazifascismo che ha spinto il legislatore ha concepire la Mancino, è francamente risibile e un insulto alla mia intelligenza. Se qualcuno vuol crederci, fatti suoi. La guerra civile seguita alla guerra mondiale non aveva come scopo “liberarsi dal fascismo”.
Inoltre la Mancino prevede altre fattispecie, e quindi?
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c1a1_it.htm
CCC 2105
2105 Il dovere di rendere a Dio un culto autentico riguarda l’uomo individualmente e socialmente. È « la dottrina cattolica tradizionale sul dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l’unica Chiesa di Cristo ».
E’ ovvio che la Fede non s’imponga; com’è ovvio che se il proporsi come guida per lo Stato fosse vincolato all’adesione della totalità dei soggetti che ne fanno parte, tale previsione non sarebbe mai praticamente possibile. La storia della Chiesa dimostra il contrario.
Il concetto di laicità per un cattolico? Comincia a tirar su gli occhi e leggi il “quote” di Palmaro che ho lasciato, intanto.
Tre sono i tipi di rapporto tra potere religioso e quello politico all’interno di una comunità.
Essi sono:
– confusione;
– separazione totalitaria;
– distinzione.
La confusione è tipica delle teocrazie (islam), la separazione totalitaria è tipica della nostra società: la democrazia totalitaria come definita da Giovanni Paolo II.
La laicità per un cattolico non può che esprimersi in un regime di distinzione.
In ogni caso, vorrei farti notare che la Legge Mancino non è altro che una legge che specifica qualcosa già previsto dalla Costituzione: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.” (XII disposizione transitorie e finali) – Inoltre, il legislatore in questione è un cattolico, vorrei far notare.
Cosa intendi per “la Mancino prevede altre fattispecie”?
Ti invito anche a definire “democrazia totalitaria” e “regime di distinzione”, per favore, se non si capisce di cosa si sta parlando si passa giornate a discutere sul nulla.
lo stato positivista si ritiene prima ed unica fonte del diritto e non ne ammette al di sopra di sé ( rileggersi kelsen aiuterebbe) quindi chiama etica solo la morale del gruppo di potere-o dei gruppi di potere o di influenza- che dominano in un certo periodo di tempo e luogo.forse per darsi un tono. chiamarla la legge del più forte sarebbe poco elegante.
per un cristiano la fonte prima ed immutabile della legge,anche umana, è altro.
Io preferirei definirla “veritas filia temporis”, più che legge del più forte, ma forse sono io troppo ottimista – o anti-dogmatico, come preferite.
( rileggersi kelsen aiuterebbe)
…perchè, qualcuno l’ha letto?
se studi legge ti potrebbe capitare….
…e non solo legge?
Vale, tanto per gradire, lascio questo stralcio da un’allocuzione ai Vescovi di Pio XII risalente al 1954 (la traggo da una nota a piè di pagina dall’ottimo “Somma di Teologia dogmatica” del Casali):
In un’allocuzione tenuta ai Vescovi il 2 novembre 1954 S. S. Pio XII, fra l’altro diceva: Anzitutto oggi si fanno notare correnti di pensiero e tendenze che tentano di impedire e limitare la potestà dei Vescovi — (non escluso lo stesso Romano Pontefice) — precisamente in quanto sono pastori del gregge loro affidato. Ne coartano l’autorità, la cura e vigilanza entro determinati limiti che riguardano le cose strettamente religiose, la predicazione delle verità della fede, la direzione delle pratiche di pietà, l’amministrazione dei sacramenti e l’esercizio delle funzioni liturgiche. Vogliono allontanare la Chiesa da tutte le iniziative ed affari che toccano come essi dicono la «realtà della vita», con il pretesto che queste cose sono di loro competenza.
Questo modo di pensare viene espresso concisamente talora nei pubblici discorsi di alcuni laici cattolici, anche
levati a posti di importanza, quando dicono: «Volentieri noi i Vescovi e Sacerdoti, li vediamo, e ascoltiamo, li avviciniamo nelle Chiese, nell’ambito della loro giurisdizione; ma sulle piazze e negli edifici pubblici, in cui si trattano o decidono le questioni di questa vita terrena, non li vogliamo vedere né possiamo credere che vogliamo ascoltare la loro voce. In questi posti, siamo noi laici, non il clero, di qualsiasi dignità o grado, i legittimi giudici.
In opposizione a questi errori, si deve tenere apertamente e fermamente, che il potere della Chiesa in nessuna
maniera è limitato, come si suoi dire, «alle cose religiose»; ma che tutta la materia della legge naturale, la sua esposizione, interpretazione e applicazione, qualora si consideri il loro aspetto morale, è di competenza della Chiesa…
Vi sono in sociologia, non una ma molte, e gravissime questioni, sia puramente sociali, sia sociali-politiche, che
toccano l’ordine etico, le coscienze, la salvezza delle anime. Non si può assolutamente dire che tali questioni si trovino sottratte all’autorità e alla cura della Chiesa. Anzi anche fuori dell’ordine sociale occorrono questioni, non strettamente «religiose», di politica, sia nazionale che internazionale, le quali toccano l’ordine etico, premono le coscienze, possono esporre e difatti spessissimo espongono, a non leggero pericolo il conseguimento dell’ultimo fine. Così il problema del fine e dei limiti del potere civile; le relazioni tra i singoli uomini e la società; i cosiddetti «Stati totalitari a, qualunque sia la loro origine e derivazione; la «totale laicizzazione dello stato a e della vita pubblica; la completa e laicizzazione» della scuola; la natura etica della guerra, la liceità o illiceità della guerra moderna; la cooperazione od il rifiuto ad essa da parte di un uomo di timorata coscienza, i vincoli e le relazioni etiche tra le Nazioni.
Contraddice alla verità, anzi alla stessa retta ragione chi asserisce che queste cose e molte altre dello stesso genere non toccano l’ordine morale e che perciò sono o possono essere estranee al potere della Autorità stabilita da Dio» …
@ fortebraccio: “in Italia abbiamo sperimentato il fascismo”. Invece i fascisti riverniciati in antifascisti si continua a sperimentarli http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dossetti-era-fascista-ma-non-si-puo-dire-8830.htm
HAHAHAHA beh, devo dire che sul pezzo del comunismo non sono d’accordo. Però vabbè, non è il caso di fare propaganda politica qui.
Devo dire però che hai un’idea quanto meno… si può dire “totalitaria” della democrazia? La tua democrazia è una democrazia che annienta se stessa, una democrazia che, paradossalmente, ponendo dei principi inviolabili, inderogabili, assoluti, sconfina non dico nel relativismo (perchè poi ne parlerò) ma quantomeno nell’anarchia.
Per quanto riguarda il parallelo con la scienza, trovo invece che sia azzeccato: lo Stato non può avvalersi del divino come base del suo diritto come la scienza non può chiamare il divino a sostegno dei suoi teoremi.
Per quanto riguarda la filosofia, è una bella questione che è impossibile (per convinzione personale) dirimere. In ogni caso, ero rimasto a che un prete aveva dimostrato che di Dio non posso dire né che esiste né che non esiste, perdonatemi se sono rimasto indietro. (http://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_di_Ockham#Il_pensiero)
Per quanto riguarda il mio concetto di laicità, devo dire che allora, se sono riuscito a farmi scambiare per illuminista, so ben nascondere il mio nichilismo.
Per quanto riguarda il dottor Palmaro, senza assolutamente volerlo denigrare e/o sminuire nel suo lavoro, ma chi scrive certe amenità
“Il cristianesimo ha edificato le colonne della nostra civiltà: diritto, economia e politica. Trasformando la brutalità del mondo pagano in una società imperfetta, ma illuminata dall’idea di bene comune e di dignità della persona. Sempre ad maiorem Dei gloriam.”
perdonami ma ai miei occhi perde qualsiasi parvenza di credibilità.
In ogni caso, la mia umile opinione su quanto scritto dal dottor Palmaro non può che essere negativa: non posso permettere che la Fede si metta a guida di uno Stato, e sono fermamente convinto, credo, che il relativismo non sia assolutamente disumano. Intendiamoci, il relativismo quello buono, quello che si auto-relativizza, quello che è fecondo, che permette il dialogo, non quello sterile che si impone come dogma. In fondo, non siamo anche noi un po’ relativisti se ci permettiamo di discutere qui?
@angelina
Sottoscrivo alla grande tutto quello che hai scritto. Ma voglio anche aggiungere che io non vorrei un insegnante omosessuale orgoglioso di esserlo per i miei figli. Anzi, per dirla in maniera ancora più esplicita, a me fa vomitare il comportamento di persone omosessuali che amano la loro situazione, che la ritengono legittima e non censurabile. Inoltre ritengo non solo legittimo ma doveroso proteggere i miei figli da queste persone. Ebbene, se un domani decidessi di cambiare scuola a mia figlia e motivassi questa scelta con il fatto che un suo insegnante è omosessuale orgoglioso di esserlo (cioè gay), sarei passibile di denuncia? Dopo l’approvazione della legge contro l’omofobia, penso di si.
Qui siamo alla follia.
Giancarlo 😀
Zecchi: «Vigilare sui figli Il gender è la nuova dittatura»
…Ormai la nostra società ha consolidato un forte individualismo, la teoria del gender non diventerà un fenomeno di massa, lascerà il tempo che trova: io non sono terrorizzato, sono disgustato, che è diverso. Tuttavia bisogna avere delle attenzioni, attrezzarsi perché i nostri figli possano crescere in una dimensione – religiosa o laica che sia – di libertà.
http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/zecchi-vigilare-sui-gender-e-la-nuova-dittatura.aspx
Giuro che non conoscevo il libro.
Giancarlo,
puoi iscrivere i tuoi figli dove pensi sia meglio senza dare spiegazioni a chicchessia.
Lo stato ti mette a disposizione un servizio. Puoi decidere di non avvalertene.
Ci mancherebbe!
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Non stanno pregando, stanno manifestando nella maniera più civile possibile il loro dissenso riguardo un’iniziativa politica. Tra l’altro il passo riguarda la sincerità nella preghiera e nei propri atteggiamenti (e il suo contrario, l’ipocrisia), non la posizione o il luogo dove si prega. 😉
Ma cosa cacchio hai capito genio
Se questa è una critica alle sentinelle, vorrei dire che non sono lì a pregare. Si tratta di una manifestazione che in quanto tale ha da essere, appunto, manifesta.
Una riflessione di Zecchi sulla politica.
“Oggi in politica c’è una forte difficoltà a dare un senso culturale alle proprie differenziazioni, così il laicismo proprio della sinistra ha trasportato il suo armamentario ideologico nel tema dell’abolizione dei generi. Dire che i generi non sono più maschio e femmina ma addirittura 56 tipi diversi diventa la battaglia per un’identità politica. Come prima credevano sinceramente che il comunismo salvasse il genere umano e si riconoscevano nella moralità ineccepibile, così oggi sostengono che il gender salva dall’abbrutimento.
…
Mia madre era maestra e per una vita ha insegnato nella scuola statale, io ho studiato e insegnato sempre nello Stato, lo stesso fa mia moglie… ma mio figlio studia in una scuola paritaria: lì ho la garanzia che cresca libero dall’arroganza degli “inappuntabili moralmente”. Lo ripeto, non voglio crociate, dobbiamo creare argini di confronto pacifico e informare i docenti, ma non fare violenza sui piccoli. Chi ha autorità morale – oltre alla Chiesa anche la politica – si faccia sentire, la buona sinistra parli, dica la sua, ne abbiamo bisogno.”
Adinolfi, in Voglio la mamma, dice qualcosa di simile. E’ un fatto di ragione, non di fede; l’invito è a parlarne, con un sorriso, senza tirar su barricate.
angelina:
Quando l’astio è manifesto
A risponder non mi presto.
Alvise:
mi spiace molto che la pensi così. Non ce l’ho con te, non più di quanto tu ce l’abbia con tutti in questo blog. Si fa baruffa per amore della discussione, credo.
E comunque, scusa se te lo faccio notare, mentre tu hai genericamente parlato di mistificazione, io ho cercato di proporre un ragionamento sulla legge Mancino. Non so dove tu intraveda l’astio, resta il fatto che non ho letto da parte tua considerazioni argomentate.
Stai sereno Alvise 🙂 Prima di arrivare a provare astio per te, ce n’ho una lista lunga così di gente che
mi pesa, e neanche virtualmente.
angelina:
…io non sono un ragioniere. La legge Mancino fa cacare?: vorrà dire verrà il tempo che sia cambiata.
idem per la eventualità della legge Scalfarotto. Un giorno constatate lucidamente che il mondo è in mano agli omofili-pedofili eccetra. Un altro giorno vi lagnate perchè è così. Un altro giorno proclamate che tanto voi ci avete la fede nel Signore e che siete contenti lo stesso e che tutto andrà per il meglio…Fate, allora, come stanno facendo in Francia votando per la Le Pen, e sperando che le cose cambino. O pigliate anche voi i forconi. O pregate di più. Quali ragionamenti dovrei fare io?Ce n’è tante di leggi che a me non mi garbano. Con chi me la devo pigliare? Con voi? Con i comunisti?Con Berlusconi? Con il pensiero liquido-relativista?
Con te stesso
LIRReverendo
Boh, pigliatela con filosofia!
…avete notato che libro legge il signore della foto in testa all’articolo?
l’ho riconosciuto : è un parente pagato apposta…. 🙂