A chi perde il sonno per le sorti dell’orso marsicano ma dorme benissimo nonostante i milioni di aborti ogni anno nel mondo, a chi dice “maternità di sostegno” e non utero in affitto, a chi dice “famiglie omogenitoriali”, ai genitori2 che sciacquano accuratamente le scatolette di tonno prima di buttarle, a chi pensa che tutto sia buono perché love is love: provate a venire a parlarne venerdì prossimo, 14, alle 21, a Chiesa Nuova, con Padre Maurizio Botta, per l’ultimo (di già?) dei cinque passi.
Per noi che siamo già convinti, un’occasione per affinare qualche freccia in caso di discussione. Prenotare tate e treni, non andare a dormire all’alba la sera prima (o trovare un vicino di panca morbido)., a chi dice “maternità di sostegno” e non utero in affitto, a chi dice “famiglie omogenitoriali”, ai genitori2 che sciacquano accuratamente le scatolette di tonno prima di buttarle, a chi pensa che tutto sia buono perché love is love: provate a venire a parlarne venerdì prossimo, 14, alle 21, a Chiesa Nuova, con Padre Maurizio Botta, per l’ultimo (di già?) dei Cinque Passi.
Per noi che siamo già convinti, un’occasione per affinare qualche freccia in caso di discussione. Prenotare tate e treni, non andare a dormire all’alba la sera prima (o trovare un vicino di panca morbido). C.M.
Questo incontro nasce stimolato da queste parole di un autore tutto da scoprire:
“Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente. Vorrei però affrontare con forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi come ieri: esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere.
L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana.”
A quando, quindi, anche un’ecologia a favore della persona umana? Che cosa inquina e deterpa questa natura? Questa e tante altre domande per il Quinto dei Cinque Passi 2013-2014.
* I Cinque Passi sono catechesi della durata di 30 minuti precisi misurate con clessidra. Al termine della catechesi, i partecipanti che lo desiderano possono scrivere le loro domande sul tema proposto in modo anonimo su biglietti che verranno poi estratti a caso. Questa fase dura un’ulteriore mezz’ora, alla quale segue, ma solo per chi vuole, un’ulteriore ciclo di risposte per altri 30 minuti. Queste catechesi sono aperte a tutti, ma sono rivolte particolarmente ai “lontani” e ai giovani.
Le catechesi e le risposte alle domande sono affidate a Padre Maurizio Botta della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Roma.
14 marzo 2014 alle 21.00 – Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) lungo Corso Vittorio Emanuele.
L’ha ribloggato su mondidascoprire.
Il sottotitolo “tradisce” l’autore. .
Cmq tranquilli.. mantengo il segreto!
Unico rammarico. .. abitando a Palermo non potrò esserci! !!
Ma è possibile avere le registrazioni delle serate? Ho visto che sul sito ci sono quelle degli anni precedenti. . A quando quelle di quest’anno?
I files audio dei Cinque Passi di quest’anno saranno online il 26 maggio, festa di San Filippo Neri.
Lo so! (L’autore). E lo amo!
Auguro “buoni passi” a voi che ci sarete. E grazie, perché condividete così tanto con noi.
E intanto:
Aborto. Consiglio d’Europa: in Italia troppi medici obiettori. Scienza e Vita: l’obiezione è un diritto
2014-03-08 Radio Vaticana
Con 13 voti favorevoli e uno solo contrario il Consiglio d’Europa ha accolto un reclamo di una Ong internazionale secondo la quale in Italia ci sarebbero troppi medici obiettori di coscienza, con la conseguente violazione del diritto delle donne ad abortire, stabilito dalla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Il servizio di Paolo Ondarza:
Sarebbero oltre il 70% i medici obiettori di coscienza, troppi secondo il Consiglio d’Europa che, accogliendo il reclamo dell’organizzazione non governativa International Planned Parenthood Federation European network ha richiamato l’Italia, perché violerebbe i diritti stabiliti dalla Legge 194. In altre parole il diritto delle italiane che vogliono interrompere la gravidanza sarebbe calpestato dal diritto dei medici di rifiutarsi di praticare l’aborto e costringerebbe così – secondo il Consiglio d’Europa – molte donne a spostarsi da una struttura ad un’altra. Il commento di Paola Ricci Sindoni, presidente dell’Associazione “Scienza e Vita”:
R. – C’è una sorta di accanimento contro quello che è un diritto: il diritto dell’obiezione di coscienza. In fondo, è vero che secondo gli orizzonti della Legge 194 la donna ha diritto ad abortire, ma qui c’è un conflitto e anche una compresenza di diversi diritti. Mi pare che in Europa ci sia una visione antropologica che assolutizza certi diritti piuttosto che altri. Credo che questa, da un punto di vista giuridico, sia una malformazione, cioè una cattiva formazione del valore del diritto che è ugnale per tutti i cittadini. L’obiettore non è quello che non ha voglia di lavorare – come viene percepito da un certo senso comune – ma è una persona che vuole aderire a dei principi personali – quindi ai principi della propria coscienza – che vanno rispettati, così come vanno rispettati gli altri diritti.
D. – Secondo il Consiglio d’Europa, sarebbe aumentato esponenzialmente il numero dei medici obiettori. Dal 58,7 per cento del 2005, sarebbe arrivato ad oltre il 70 per cento nel 2009. Ma si parla anche di cifre più alte. Si racconta poi di come in alcune regioni non ci siano medici non obiettori. Sono questi i dati che voi riscontrate sul territorio nazionale?
R. – Quando partecipo ai convegni, i competenti in materia – quindi gli operatori sanitari, i medici che operano all’interno delle strutture pubbliche – dicono chiaramente che sono delle percentuali molto al di sopra della realtà. Ora, temo – ahimè – che spesso per sostenere la propria visione del mondo, il proprio modello culturale si tenda un po’ ad enfatizzare queste cifre. Sembra, infatti, esagerato pensare che in Calabria ci sia stato un picco tale da costringere le donne a passare da una città all’altra. Questo – ripeto – non è di mia competenza, ma ho sentito chiaramente degli operatori sanitari essere molto perplessi su questi dati.
D. – È verosimile pensare che oggi la domanda di aborto da parte delle donne italiane non trovi risposta sufficiente?
R. – Secondo noi no, non sono veri questi dati. Intanto perché – in generale – c’è un leggero calo del numero degli aborti nel territorio nazionale, e poi perché i consultori – anche quelli previsti dalla 194, quelli appunto che ahimè non prevedono neanche la presenza dell’obiettore di coscienza al proprio interno – si dice che invece funzionino. Ora, delle due la verità è una: o i consultori non funzionano, e allora la donna effettivamente poi si trova in difficoltà, o come si dice, invece, i consultori funzionano e non sono di parte, sono consultori strutturati secondo la normativa della 194. Allora non sarebbe neanche vero l’assunto secondo il quale la donna è abbandonata.
D. – Questa notizia effettivamente non è una novità, se pensiamo che nei mesi scorsi erano partite delle campagne che miravano ad identificare come buon medico, il medico non obiettore …
R. – Questo è un po’ il clima che si respira, che tende sempre più – ripeto – a marginalizzare e a demonizzare la figura dell’obiettore. Se lei pensa che addirittura i farmacisti cattolici – che dovrebbero avere lo stesso diritto di obiezione a fronte di farmaci chiaramente abortivi – dal momento che nel loro quadro deontologico non è prevista l’obiezione, sono spesso esposti a denunce anche di carattere penale per omissione di soccorso … Questo dà il quadro della difficoltà a veder riconosciuto lo statuto giuridico del diritto dell’obiezione.
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Comunque la si guardi (anche con lo sforzo di vederla dalla parte di chi vive un aborto come un diritto), lo scontro tra due “diritti”. Secondo quale logica uno dovrebbe valere più di un altro e se l’uno prevale per questioni “numeriche”, l’altro dovrebbe venir negato?
Sono piacevolmente colpita nel constatare quanto siate attenti al veder riconosciuto il diritto di obiezione. Mi chiedo solo quanto possa essere coerente e sensata tale attenzione all’individuale libertà di coscienza se a portarla avanti sono le stesse persone che poi questa libertà non la riconoscono anche alla donna che vuole decidere della propria maternità.. detta in soldoni: è indubbio che un medico possa decidere della maternità di un’estranea ma non che una donna possa decidere se essere madre o meno?? mi pare una difesa delle liberta un po’ ipocrita..
Il bambino. Non c’è niente da fare l’essere più debole e indifeso lo ignorate sempre. Infatti è l’unico che fa una bruttissima fine. Il bambino!
@Claudia Admin ha già risposto e aggiungo, oltre al diritto di “venire alla luce” del bambino concepito di cui non si parla usando appunto termini come “decidere della maternità” come se fosse un “cosa” o il diritto a togliersi un dente o meno, come puoi, da donna che esige il rispetto di una propria libertà, chiedere a qualcuno che dovrebbe aiutarti ad ottenerla o praticarla, di macchiarsi di qualcosa che per lui/lei è un omicidio?!
Comprenderai che il fatto che tu non lo consideri tale (presumo) è in questi termini, del tutto ininfluente.
Per l’obiettore poi resta una pur magra consolazione non essere stato lui il carnefice, giacché la vittima, innocente ed indifesa – del tutto indifesa – ci sarà comunque… ed infatti non è questa sorta di pilatesca consolazione che per prima muove questa scelta di obiezione.
C’è una bella differenza tra l’obiezione di coscienza che consiste nel rifiuto di sopprimere una vita e il presunto diritto di essere madre che non esiste. La maternità è un dono, non è un diritto. C’è una legge che consente di abortire ma questo non significa che sia una legge giusta. Decidere di non essere madre avendo una vita dentro significa sopprimere quella vita. Se tua madre avesse deciso di non essere madre quando era incinta di te tu non saresti mai nata, era la tua unica possibilità. Il bambino concepito vuole sempre vivere basta guardare (anche se è dura) il video di un aborto per capire come cerca di difendersi, come urla. Lui si avrebbe il diritto di nascere ma non gli viene riconosciuto.