“Sceglierà lui da grande…” questa risposta, in riferimento al sacramento del Battesimo per un figlio, è conforme ai dogmi del moderno politicamente corretto. Vorrebbe essere massima celebrazione ed esaltazione della libertà individuale fin da bambini. Ma è così? Cosa rispondere? Questa impostazione apre domande pesanti non solo sulla comprensione del sacramento del Battesimo, ma anche sull’idea di educazione e sul ruolo che abbiamo come adulti. Sicuramente questo secondo incontro dei Cinque Passi* 2013-2014 è aperto ad affrontare anche altre questioni di attualità come lo “sbattezzo” o l’influenza della Chiesa nella società.
* I Cinque Passi sono catechesi della durata di 30 minuti precisi misurate con clessidra. Al termine della catechesi, i partecipanti che lo desiderano possono scrivere le loro domande sul tema proposto in modo anonimo su biglietti che verranno poi estratti a caso. Questa fase dura un’ulteriore mezz’ora, alla quale segue, ma solo per chi vuole, un’ulteriore ciclo di risposte per altri 30 minuti. Le catechesi e le risposte alle domande sono affidate a Padre Maurizio Botta della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Roma.
13 Dicembre 2013 alle 21.00 – Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) lungo Corso Vittorio Emanuele.
Anche io avrei voluto scegliere da grande: essere alta, magra, bionda con gli occhi azzurri… Sono stata limitata nella mia liberta? 😉
la sua risposta non ha alcun senso. non si può scegliere se essere alti, biondi e con gli occhi azzurri ma si può scegliere che religione seguire come si può scegliere se essere onnivori o vegetariani o vegani indipendentemente da come mangiano i nostri genitori; come si può scegliere che partito votare indipendentemente da quello che votano i nostri genitori; penso di essere stato sufficientemente chiaro.
E intanto che il bambino è in grado di scegliere cosa fa lo fa morire di fame? A maggior ragione non gli va negato il cibo spirituale!
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire… mi arrendo, ha ragione lei!
andrea anzani: un po’ di ironia, nooooo? Ho scritto quel commento e lo riscriverei tranquillamente perché credo profondamente che le scelte fatte da grandi sono sempre e comunque condizionate da quello che abbiamo ricevuto da “piccoli”. Non solo… Credo anche che le scelte si fanno quando si decide cosa fare tra “a” e “b” e “c” e “d”… etc. Quindi tra qualcosa che si conosce altrimenti è una scelta condizionata dalla mancanza di conoscenza, dalla cosidetta “ignoranza”, cioé ignoro la realtà che sto scegliendo o scartando.
Una delle mie sorelle è vegana, anticlericale al limite della decenza, ma lo è diventata poco più di un anno fa. E’ stata battezzata, cresimata, etc. Poi ha cambiato rotta, per modo di dire perché, comunque, oltre ai sacramenti ricevuti “perché si fa’ così” non ha avuto altro dalla mia famiglia, quindi quel poco che ha conosciuto della religione cristiana è stato attraverso il catechismo frequentato per ricevere i Sacramenti. Secondo te, mia sorella, ha fatto una scelta libera? Secondo me no. Lei ignora tantissime cose della religione cristiana. Come si fa’ a “scartare” una cosa che non si conosce? Potrei risponderti che io, come lei, l’ho fatto per tanti anni, ma le motivazioni? Ognuno di noi è diverso.
Vedi, io da “grande” ho scelto di essere cristiana, anche se in relatà è stato Dio che mi aveva scelta come figlia, come fa’ con tutti. Battezzata, etc. ma atea e anticlericale. Non me ne poteva frega’ de meno se i miei mi avevano battezzata. Il Battesimo ricevuto non condizionava le mie scelte. Però, attenzione… il Battesimo ricevuto ha portato i suoi frutti, ne sono certa, ed è grazie al fatto che l’ho ricevuto… quindi ho ricevuto lo Spirito Santo… che poi non sono più riuscita a “rinnegare” quel dio che mi stava aspettava.
Non è che dicendo: “Deciderà da grande…” lo si fa’ perché si ha un po’ di paura dello Spirito Santo? Magari faccia lo stesso scherzo che ha fatto a me… che ne so?
continuo a non capire la sua “ironia” ma non ha importanza, sarà sicuramente un mio limite.
tutto ciò che lei ha scritto è molto interessante, suggestivo e sicuramente vero ma non c’è nulla che lo supporti, manca la contro prova. lei dice che sua sorella è diventata “anticlericale al limite della decenza” perché non conosce abbastanza la religione cristiana ma non c’è nulla che lo provi. molto probabilmente sua sorella non è interessata all’argomento come magari non è interessata alla fisica quantistica o alla filologia romanza.
come ho scritto, ho ricevuto battesimo, comunione e cresima, ho anche fatto il chierichetto fino a 11 anni. mio padre, finchè è stato vivo, era osservante e praticante; mia madre è osservante e praticante ma nessuno dei due cercò di forzarmi quando decisi di non frequentare più né chiesa né oratorio. non ho idea se fecero bene o male ma li ringrazierò sempre per avermi dato la possibilità di scegliere, non solo in capo religioso.
ciò che a me sgomenta e mette anche una certa paura, ma non mi riferisco a lei che mi sembra una persona equilibrata, è in fanatismo da hooligan calcistico di molti sedicenti “fedeli” che giudicano in modo sprezzante chi non la pensa come loro millantando una superiorità etica e morale che, proprio a causa della sicumera che usano, non gli può appartenere.
andrea arzani: non ho scritto che mia sorella è diventata tale perché non conosceva abbastanza la religione, ma che la scelta che ha fatto, secondo me, è stata una scelta condizionata dalla sua lacuna sulla religione cristiana.
La contro prova di quel che di “interessante, suggestivo e sicuramente vero”? Il fatto stesso che io sia ancora cristiana. Per me è più che sufficiente, soprattutto perché la Chiesa è, sì, santa… ma anche peccatrice… e le assicuro che più volte ho pensato: “Signore, se io no credessi in te… sarei già mussulmana!”. Nulla contro i mussulmani, oh! Tanto per dire. Ma tra questo lato per me “negativo” della Chiesa che amo tantissimo, in realtà di chi ne appartine, c’è anche il fanatismo, il volere imporre agli altri la propria fede… Come vede qualcosa in comune lo abbiamo.
Paragonare la scelta religiosa alla scelta di interessarsi di quantistica o meno, beh, piuttosto riduttivo come discorso.
Ma visto la mia cocciutagine… credo che potremmo stare qui a scriverci una serie infinita di commenti e ognuno di noi restare sulla propria posizione.
questo, a proposito di sua sorella, lo ha scritto lei “Lei ignora tantissime cose della religione cristiana. Come si fa’ a “scartare” una cosa che non si conosce?” ma non ha importanza.
è vero, potremmo discutere per secoli ma la cosa apprezzabile sarebbe che nessuno dei due cercherebbe di far cambiare idea all’altro, e questo io lo apprezzo.
andrea anzani: mi pare che stiamo dicendo la stessa cosa e non vedo qual’è il problama, nel senso che mia sorella, appunto perché ignora tantissime cose della religione cristiana, secondo me non ha fatto una scelta ponderata ma condizionata dalla sua ignoranza in materia.
Non sono una che di solito cerca di far cambiare idea… non sono le mie parole che fanno cambiare idea e, nemmeno convertono qualcuno. Però, anche se mi interrogo sempre e su tutto, quando sono arrivata ad una scelta precisa… non c’è nessuno che riesce a farmi tornare indietro. Quindi il rispetto è fondamentale in ogni caso.
@Andrea, “Come si fa’ a “scartare” una cosa che non si conosce?”
Si fa, lo si fa tutti i giorni con tantissime cose e peggio con tantissime persone… “quello non mi convince…” “questa cosa – mi puzza…”!
In realtà il più delle volte non conosciamo nulla o poco di ciò che stiamo giudicando “scartabile”.
Cristo, la “pietra” angolare, è stata scartata dai costruttori… e sì che come costruttori dovevano intendersene di “pietre”. Eppure, eppure non gli quadrava, non rientrava nei loro schemi mentali o nei loro “progetti”…oppure il semplice atto di superbia di chi sa già tutto.
Forse a lei queste dinamiche risultano estranee (buon per lei… :-)), ma le assicuro che sono le più comuni e, senza parlare d’altri, sono quelle che per anni (parecchi anni) mi hanno tenuto lontano dalla Fede e dalla Chiesa.
Mi rendo conto oggi che non ne sapevo un tubo, o meglio sapevo le superficialità (quando non sono vere e proprie menzogne) che tutti – credono – di sapere in giro per il mondo… eppure avevo “scartato” e l’una e la seconda.
Anzi per essere più preciso, scartando principalmente la Chiesa, mi ero precluso la seconda. 😐
Riprendo un commento che già avevo fatto su http://costanzamiriano.com/2013/12/06/il-jolly/ e che non era stato commentato da nessuno: ““deciderà da solo, noi non lo vogliamo condizionare” … Come se davvero fosse possibile non condizionare un figlio. Che idioti.”. Lo riprendo perché davvero mi pare importante riflettere su questo aspetto: è lecito imporre ai figli la propria “visione della vita”? E’ lecito, è giusto, è corretto trasmettergli la nostra fede e le nostre più intime convinzioni? Battezzare e crescere nella fede e nella tradizione cristiana i propri figli non equivale a condizionarli indebitamente? Per rispondere a queste domande faccio notare che la religione, qualunque religione, costituisce l’essenza più profonda e vera della cultura. Infatti si parla di cultura cristiana, o musulmana, o indù, proprio perché ogni cultura è relativa ad una ben precisa religione e non ad altre. L’unica religione che non è stata capace di produrre una cultura degna di questo nome è l’ateismo.
Ora, privare i figli della propria religione equivale a togliere loro il codice sorgente della cultura nella quale crescono. Ma, soprattutto, è totalmente illusorio pensare di non influenzare e condizionare i propri figli: già il semplice insegnar loro una lingua equivale ad inserirli in una cultura, a dar loro degli indirizzi. Inoltre, i figli hanno bisogno di senso; non dar loro una formazione religiosa significa privarli di senso.
Giancarlo: “privare i figli della propria religione equivale a togliere loro il codice sorgente della cultura nella quale crescono”. Concordo in pieno. Ma se i genitori non hanno una “loro religione” o, per vie traverse sonoapprodati ad altro? Da generazioni tanti Battesimi sono stati chiesti dai genitori solo perché “si fa’ così…”, senza una vera fede.
Per anni, quando ero lontana da Dio, ho creduto che il Battesimo fosse solo una tradizione per festeggiare il neo-nato… del fatto religioso non me ne poteva frega’ de meno. E così in tutta la mia famiglia. Tant’è vero che adesso, gli ultimi nati, il Battesimo hanno rischiato di grosso di non riceverlo. W la santa intercessione… 😉
Santa Lucia apra i nostri occhi per vedere le meraviglie che Dio compie ancora oggi. Anche se la fede non vede che con la speranza.
Giustissima la notazione di Giancarlo rispetto la velleità (se non ipocrisia) di una affermazione del tipo. “…non lo voglio condizionare”.
In qualche modo TUTTI (così Alvise è contento…) “condizioniamo” i nostri figli… preferirei la parola “educhiamo”, ma certamente la stortura può essere il condizionamento e chi non crede (ma anche a volte chi crede) lo fa su tanti fronti della vita dei figli: lo studio, la carriera, gli obbiettivi, i “valori” – che divengono talvolta “dis-valori” o veri e propri idoli – sino alla scelta a volte, del coniuge!
Quindi se tale frase detta da un non credente è priva di un reale fondamento logico, proferita da un credente poi, diviene vera e propria negazione del valore di ciò che si afferma credere…
Ma se in questo secondo caso è assolutamente riprovevole, rispetto al primo caso (il non-credente) non posso che associarmi al commento di Angela, che ricalca quanto avevo già espresso sul precedente articolo pubblicato sull’argomento.
http://costanzamiriano.com/2013/12/06/il-jolly/#comment-68915
In questo caso l’esperienza comune di “lontani”, ci fa ben comprendere come, senza una personale conversione, non si può trovare alcun senso – senso profondo intendo – ad un Sacramento svuotato di qualunque significato, sia per sé stessi che per i propri figli… triste a dirsi ma è la realtà.
Io stesso sono stato battezzato perché “a quei tempi” solo i figli dei più incalliti comunisti non venivano battezzati ;-), dopo di che non ricevetti neppure la Cresima, poi desiderata, voluta e richiesta in età adulta… e fu una gran festa. 🙂
Il non credente di “sani principi” (uso la frase tento per capirci…) e responsabile verso i figli, dà e cercherà di dare comunque un senso alla vita propria come a quella dei propri figli, chiaro che senza il “senso religioso”, ma ancor più un solida Fede, questo “senso della vita”, mostrerà inevitabilmente tutti i suoi limiti – soprattutto se messo alla prova -, sino a far apparire senza senso, ciò che prima pareva avere un senso.
Momento propizio e prezioso per l’inizio di un cammino di vera conversione, che porterà alla scoperta del tesoro dei Sacramenti… anche quelli già ricevuti, a volte.
Ottimo, con i file audio sono a posto per i prossimi 3 mesi di footing, grazie mille.
Comunque il poster dell’evento è veramente inquietante, funziona.
…a me mi sembra “opinabile” che in a tutte le famiglie gli venisse questo problema del battesimo dei figlioli. Gli potrebbe venire come anche non gli potrebbe venire, Se gli venisse, a qualche famiglia, drammaticamente, questo problema (del battesimo) lo potrebbe risolvere, come c’è scritto nel manifesto sopra, battezzandoli, che tanto non gli fa male, e se gli facesse bene gli farebbe bene!
p.s. perchè quesi musi lunghi dei genitori sul divano? E’ così che ve li immaginate i genitori degli altri?
Alvise: ma… ma… ma quello di sesso maschile non sei tu da giovane? Scusa, avevo sbagliato… 😉
A me, più che musi lunghi, fanno pensare ai volti di coloro che non accettano imposizioni e vogliono “essere liberi” e che si sia “tutti liberi”. Va beh, facciamo “tana libera tutti”… 😀
Mo comincia: e noi, voi e gli altri e tutti……
Io sono credente e battezzerei i miei figli. Ma al mondo siamo in tanti e ritengo “doveroso” per chi non crede non battezzare i figli. Del resto non credo sia nemmeno possibile, in quanto per la Chiesa i genitori devono essere “i primi testimoni della fede” per i figli per i quali chiedono il battesimo.
Per cui se non sono credenti gli si deve imputare di non battezzare i figli? Stiamo sragionando, ve ne rendete conto.
Se poi la domanda se la facesse una coppia cattolica…non sarebbe tale, è chiaro, nonostante le etichette familiari parrocchiali o sociali che possa avere appiccicate addosso.
Certamente chi non crede non battezza i figli, Livia, e qui nessuno vuole “imputare di non battezzare i figli” ai non credenti. Il punto della questione è un altro, te ne renderai conto: è dire “Sceglierà lui da grande”. Chi è convintamente non credente, non battezza suo figlio e non si pone minimamente il problema di cosa da grande il figlio penserà del battesimo: non lo battezza e basta. Ma dire “sceglierà lui da grande” con la convinzione che questo eviti un’imposizione e garantisca libertà è un’ingenua e superficiale falsità! Per non dire irresponsabile e dannosissima dal punto di vista educativo!
solo una precisazione. l’ateismo non è religione, nè è la negazione, è rispetto e educazione verso ogni visione anche le più inverosimili e assurde. ecco perchè rappresenta la cultura molto più di qualsiasi religione o credenza varia.
grazie del contributo mister OK, la prossima volta però per partecipare alla discussione è necessario fornire un indirizzo emali valido.
@ caro “ok”, che rappresenti “cultura” molto più che ecc. è teoria molto opinabile e direi anche smentita dalla Storia e dall’Arte, anche non guardando necessariamente alla sola Religione Cristiana.
Soprattutto il rispetto è quello che colpisce:
http://www.direttanews.it/2013/12/08/argentina-abortisti-e-lgbt-sputi-e-botte-a-cattolici-che-reagiscono-pregando-bruciata-effige-del-papa/
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sentinelle-in-piedi-aggreditea-bergamo-7926.htm
http://www.cristianicattolici.net/vescovo-di-bruxelles-assaltato-dalle-femministe.html
http://www.uccronline.it/2011/08/26/gmg-2011-foto-e-video-della-violenza-atea-contro-i-pellegrini-cattolici/
Potrei continuare per chilometri, termino con una meravigliosa dimostrazione di tolleranza, educazione, rispetto e cultura presenti in uno dei tanti commenti contro Costanza alla Zanzara:
lobbygay scrive:
13 dicembre 2013 alle 09:16
Se ci fosse una lobby gay quante ve ne darei volentieri, per le vs vigliaccate cariche d’odio e per vendicare il 21enne che si è suicidato (a causa di porcate come le vostre), per tutti quei ragazzi e ragazze che nessuna legge di questo immondo paese tutela…e vi lascerei nello stesso stato in cui gli amici di putin lasciano le loro vittime…siete fortunati che in italia siano divisi tra gay carrieristi-individualisti-invidiosi gli-uni-degli-altri e lesbiche-irrisolte-separatiste-omofobe. Ma tra 30 anni vi verrò a cercare uno ad uno…
Ah Ok, come diceva il comico Maurizio Micheli, vergognati la faccia!
@a bariom
beh, ma visto che parla di “cultura” sarebbe prima opportuno stabilire cosa s’intende per cultura.
anche la ” merda d’artista” di Piero Manzoni è stata spacciata per cultura, anzi, per arte. anzi per tutt’e due.
tant’è che ti spaccia per rispetto verso le opinioni-dicasi relativismo od ognunismo- quella famigerata parola che è “tolleranza”.nel senso politicamente corretto del termine.
alzi la mano chi pensa che lo sia….
@Vale hai perfettamente ragione… purtroppo quando penso alla “cultura” perso subito a qualcosa che eleva lo spirito, la dignità e le conoscenze dell’Uomo e mi dimentico delle “merde” di questo o di quello. E’ un mio limite 😉
@ bariom
non è un tuo limite, ovviamente. è la piacevole battuta di chi ha ancora il senso del ridicolo. o del pudore( azz….termine non utilizzabile in questi tempi?).
elevare lo spirito? ma se persino a new york c’è qualche pirla che ha fatto istanza presso la corte suprema dello stato di new york per far dichiarare gli scimpanzé “persone legali”( vedasi “libero” di oggi pagg.32 e 33, per esempio)….
sei veramente un’anima candida….
Si, giusto per una mezz’oretta dopo un bella confessione… 😉
Così tanto? 🙂
Beh Giusi, come sai, l’esercizio fortifica !! 😀
…arte degenerata?
@filosof0
dipende cosa intendi per arte….
io sono formalmente cattolico – i miei genitori mi fecero battezzare, comunicare e cresimare – ma non ho il dono della fede e se avessi avuto un figlio non lo avrei fatto battezzare proprio per dargli la possibilità di scegliere, se interessato, la religione che più gli si confaceva.
credo che appartenere a una religione – qualunque essa sia – o non appartenere ad alcuna religione non abbia alcuna influenza sul valore di una persona. conosco non credenti e credenti che sono ottime persone come conosco non credenti e credenti che sono fior di carogne.
Io mi chiedo dove sia il problema nel lasciare la libertà di scelta. Dio non ha per caso lasciato il libero arbitrio agli uomini o il libero arbitrio è solo un’invenzione fatta per poi per farcene privare dalla chiesa e dai fondamentalisti cattolici? Visto che Dio è misericordioso se il bimbo morisse prima del battesimo non credo che nella sua magnanimità e nella sua infinita bontà Dio lo lascerebbe nel limbo solo per le colpe di quei peccatori senza Dio e liberali dei genitori.
Penso sinceramente che sia giusto che uno possa battezzarsi come cresimarsi e sposarsi quando meglio crede. Se non ricordo male un’infinita pletora di santi e martiri della chiesa sono stati battezzati da adulti e non per questo hanno vissuto vite meno pie e meno illumintate.
Trovo che siano i soliti argomenti sollevati per parlare dell’aria e far parlare del nulla che riempie le giornate di certe persone.
@Luca e come di grazia la Chiesa o i fondamentalisti cattolici l’avrebbero privata (lei o chi per lei) del libero arbitrio?
Mi scusi ma mi sfugge…
Poi sa, non è che uno “si battezza”, “si cresima” e “si sposa” (intendendo ovviamente i Sacramenti corrispondenti) “quando meglio crede”… che significa “quando meglio crede”?
Forse dovrebbe approfondire meglio il senso, il significato e la prassi dei Sacramenti… oppure se poco ne sa e ne conosce, dato che non sono cosa sua, né mia, evitare di avenzare simili prestese.
Grazie di aver ritagliato un po’ del suo preziosissimo tempo per intervenire tra chi solleva simili argomenti, con il solo scopo di riempire la giornata 😉
Nel suo intervento c’è un errore, il limbo non esiste, non è una verità di fede e non lo è mai stata. E’ soltanto un’ipotesi teologica. Tanto che se apre il catechismo della chiesa cattolica non lo trova neanche nell’indice.
Si veda comunque questa pagina per maggiori chiarimenti.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20070419_un-baptised-infants_it.html
@Giovanni da Patmos
c’è un imprecisione nel suo intervento. Proprio perché l’esistenza del limbo non è verità di fede ma è pur sempre “ipotesi teologica possibile” (come afferma testualmente anche il documento della CTI da lei citato), il cattolico non può affermare con certezza che il limbo non esiste.
Si può al massimo registrare che l’opinione prevalente tra i teologi non è favorevole all’ipotesi dell’esistenza del limbo, ma solo un intervento del Magistero (almeno di quello ordinario e universale) può vincolare il cattolico a riprovare l’ipotesi teologica del limbo, e solo allora diverrebbe illecito per un cattolico sostenere che il limbo esiste.
Finché ciò non accadrà, si rimarrà nel campo di ipotesi teologiche diverse; le quali – è bene precisare – per essere tutte “possibili”, debbono essere tutte rispettose di tutte le verità proclamate tali dal Magistero della Chiesa (almeno da quello ordinario e universale).
Mi permetti qui di aggiungere una riflessione puramente logica, giacché ritengo, come ho già scritto altrove, che Dio non è né “illogico”, né “astruso” (seppure i Suoi Pensieri non possano essere i nostri pensieri, come ben sappiamo) e la Fede non è “irrazionale”…
Se Dio è l’Unico Creatore che crea e dona la vita e con la partecipazione dell’Uomo, crea appunto nuove vite fisiche alle quali, sempre si associa la “creazione” di un’anima, destinata, con il corpo alla Vita Eterna (senza accezioni qui di “premio”o “castigo”).
Se Dio si fida dell’Uomo in questa partecipazione alla Creazione e lo fa indipendentemente dal fatto che l’uomo e la donna genitori siano credenti o non credenti.
Se Dio è onnisciente e conosce il “destino” di quel nascituro (che non è destino precostituito che neghi la libertà dell’uomo – tanto per chiarire…), conosce quindi l’eventualità e la possibilità che questi venga o meno battezzato, in che tempi ed in che modi e opera con i suoi strumenti di Grazia e attraverso la Sua Chiesa perché ciò si compia.
Se infine sappiamo grazie al compimento della Legge donataci da Cristo, che la colpa dei padri NON ricade sui figli.
Come si può pensare che Dio permetta la dannazione di un’anima (per di più innocente a esclusione del Peccato Originale) che è ciò che in assoluto NON VUOLE, tanto da aver dato Suo Figlio perché questo rischio trovasse il mezzo per essere scongiurato, dopo aver concesso Egli stesso la vita, magari in un contesto non favorevole al Battesimo stesso? (!)
Per assurdo, un simile ragionamento giustificherebbe coloro i quali, credenti, rispettando magari i tempi stabiliti dal proprio parroco per la celebrazione del (o dei) Battesimo, vedendo morire il loro figlio/a prima che questo venga impartito, chiamino a giudizio davanti a Dio o (visto che è tanto di moda) agli uomini il parroco stesso, che in che modo poi potrebbe risarcire la perdita di una Vita Eterna? (!)
Il mio, magari puerile e certamente improprio ragionamento, in quanto a terminologia, non vuole certo sminuire o mettere in dubbio quanto ci insegna Santa Madre Chiesa, rispetto l’importanza, il valore infinito e i tempi e i modi che riguardano questo preziosissimo Sacramento, ma, se da una parte da una parte è molto precisa in alcune affermazioni perché questo Sacramento non ricada sotto opinabili “fai da te” o appunto il “sceglierà lui da grande” deleteri in primo luogo per il credente, dall’altra ha la santa prudenza di non fare affermazioni categoriche che andrebbero (a mio parere) a cozzare (anche ma non solo) con i punti che ho sopra espresso.
Gioverà in fine ricordare, che agli albori della Cristianità, il battesimo era già un punto di arrivo al quale il Catecumeno accedeva, dopo un (più o meno lungo) percorso, in cui, seguito da quelli che potremmo oggi identificare come i Padrini/Madrine, dava segni concreti di conversione e di Fede.
Ritenuto idoneo, accedeva nella stessa notte del Battesimo, alla Confermazione e alla Santa Eucarestia.
Comprensibile che in quelle che via via nascevano come Famiglie Cristiane, il santo e sacrosanto desiderio del Battesimo per i propri figli, abbia mutato quello che era il cammino del Catecumenato per gli adulti. Cammino che è comunque rimasto sino ad oggi ed è percorso di chi – da adulto non battezzato – desideri esserlo.
…………………………
Ringrazio sin d’ora chi volesse meglio precisare o correggere mie affermazioni. che fossero inesatte o lontane dal vero. 😉
BARIOM:
.
..nessuno, che ragioni col PROPRIO cervello, potrà fare precisazioni o correzioni assolute su un cotale argomento .
(dal punto di vista della semplice logica umana io direi che quello che dici è giusto, ma chi sono io per dirlo?)
(gli unici, forse, che potrebbero avventurarsi in queste quistioni, sono, forse, presumo, . Alessandro o Giancarlo o quant’altri apprendisti teologi)
…quindi, restiamo in attesa 😉
@Bariom
Riassumo ciò che la Chiesa insegna a riguardo
“Il frutto del Battesimo o grazia battesimale…. comporta: la remissione del peccato originale” (CCC 1279)
“Il Signore stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza” (CCC 1257)
Ossia: nessuno che sia macchiato del peccato originale è nella beatitudine eterna, può essere beato
“La Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna” (CCC 1257)
Se fosse tutto qui, sarebbe evidente che bambini morti senza Battesimo non potrebbero accedere alla beatitudine eterna, perché nessuno che sia macchiato del peccato originale è nella beatitudine eterna (“il Battesimo è necessario per la salvezza”), e il Battesimo cancella il peccato originale, ma il bambino morto senza Battesimo, appunto non avendo ricevuto il Battesimo, è macchiato del peccato originale.
Ma la Chiesa insegna pure che “Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.”
Ciò significa dunque che, Dio essendo libero e capace di cancellare il peccato originale in un modo che non sia l’amministrazione del sacramento del Battesimo (in quanto “Egli non è legato ai suoi sacramenti”), i bambini morti senza Battesimo sono SENZA DUBBIO beati (grazie a un intervento di Dio che cancella il peccato originale senza amministrazione del sacramento del Battesimo?)
No. Infatti il CCC 1261 dice:
“Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, « il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati » (1 Tm 2,4), e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: « Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite » (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo. Tanto più pressante è perciò l’invito della Chiesa a non impedire che i bambini vengano a Cristo mediante il dono del santo Battesimo.”
Ossia: la Chiesa insegna che si può SPERARE in una “via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo” (evidentemente, una via che passa attraverso il non essere vincolato Dio ai propri sacramenti), ma che NON è CERTO, INDUBBIO che i bambini beati si salvino.
Ossia, i cattolici sono tenuti a professare, conforme all’insegnamento della Chiesa testé richiamato, che è POSSIBILE che i bambini morti senza Battesimo si salvino, ma è anche POSSIBILE che NON si salvino.
La cosa può suscitare delusione, se non un impulso di vero e proprio rifiuto (“ma come può la Chiesa non insegnare che i bambini morti senza Battesimo non possono non accedere alla beatitudine eterna? Non è possibile che costoro non siano beati, sarebbe una crudeltà… allora forse Dio non ha rivelato alla Chiesa che non possono che essere beati… ma come è possibile che Dio non abbia rivelato ciò alla Sua Chiesa?”).
Al riguardo rinvio a un precedente intervento di Roberto che ha trattato molto bene la questione:
http://costanzamiriano.com/2013/12/06/il-jolly/#comment-69076
Dimenticavo: “Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.” è al n. 1257 del CCC.
Errata corrige (comincio a dare segni di cedimento, è il fine settimana, devo riposarmi 😉 ):
“la Chiesa insegna che si può SPERARE in una “via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo” (evidentemente, una via che passa attraverso il non essere vincolato Dio ai propri sacramenti), ma che NON è CERTO, INDUBBIO che i bambini MORTI SENZA BATTESIMO si salvino.”
Grazie per la citazione, Alessandro 😉
Aggiungo solo alle tante parole che ho lasciato scritto qualche giorno fa che:
– chi muore con il solo peccato originale non rimesso, pure escluso dalla visione di Dio, non è “dannato” come noi ce lo immaginiamo. Il desiderio della visione di Dio è al di là e al di sopra di ogni natura creata; a nessuna creatura è dovuta, quindi la sua privazione senza che ci sia stata la possibilità di coglierla non ingenera alcuna sofferenza in sé. Nei dannati veri e propri, il primo, anche se non l’unico, dolore che nasce dall’essere eternamente separati da Dio è dovuto dalla coscienza di aver avuto a portata di mano, per così dire, la possibilità di godere eternamente di Dio, e di averla sprecata scegliendo al posto di Dio un bene inferiore al quale restare eternamente attaccati – il o i peccati mortali non mondati;
– nel caso dei catecumeni la questione è diversa, perché è comunemente riconosciuto che il catecumeno, avendo già raggiunto l’età della ragione, sta generando in se stesso un battesimo di desiderio che, nel caso di morte, potrà sostituire quello d’acqua. Ciò non è possibile per chi non ha il dono della ragione. Questa distinzione tra i due casi è ben esplicitata nel Catechismo del Concilio di Trento.
E queste ulteriori tue precisazioni Roberto, sono importantissime da tenere in considerazione anche per la comprensione e la giusta collocazione nella dinamica della Salvezza, di ciò che si deve intendere per “dannazione” e quali ne possono essere le spiritule cause.
Altrettanto importante la citazione di quello che viene inteso come “Battesimo di desiderio” che, sempre se non vado errato, abbraccia il caso e l’eventualità di quei genitori che desiderando il Battesimo per il proprio figlio (giacché come abbiamo gia visto per neonati il Battesimo “poggia” sulla Fede dei genitori), dovessero vedere impedita la possibilità di accedere al Rito, per motivi indipendenti dalla loro volontà e per la prematura morte della loro creatura.
Grazie 🙂
Prego 😉
@Alessandro, chiarissimo.
Ciò che riporti e anche ciò anche io conosco (come pure ricordo l’intervento di Roberto, peraltro recente…), che non smentisce il mio “ragionare” che – è del tutto evidente – propende e si poggia sulla speranza (e la “ragionevolezza”, se mi si passa il termine…) nella (e della) Misericordia di Dio. 😉
Credo (opinione del tutto personale) che quel “NON è CERTO che, ecc.” rimanga come giusto monito a non considerare il Battesimo come una sorta di semplice “accessorio” e in ogni caso a non presumere mai, della Misericordia di Dio.
Ho voluto solo richiamare i contenuti essenziali dell’insegnamento cattolico al riguardo, fatti salvi i quali è certamente lecito, come fai, esercitare la ragione sui contenuti stessi, impegnandosi nella elaborazione di ipotesi teologiche che, va da sé, siano compatibili con i contenuti stessi.
Concordo sul fatto che nel nostro tempo in cui si dipinge un Dio tutta misericordia e niente giustizia (come se senza giustizia potesse esserci vera Misericordia) sia importante ricordare la realtà del peccato originale e la centralità del Battesimo nell’economia della salvezza.
…vale:
…chi era che ce l’aveva già di traverso l'”arte” contemporanea? (“arte”, da ora in poi, sempre tra virgolette, d’accordo?)
Mio nonno, calvinista e poi anche socialista non fece battezzare i suoi 5 figli. Mia bisnonna saputa la cosa minacciò di non lasciargli l’eredità.”Motivo in più per non farlo” rispose il nonno. Prima di morire si pentì di non averli fatto battezzare. Tuttora sono gli unici atei di tutta la famiglia. Mia madre, atea, femminista, socialista e umanista mi fece battezzare nella Chiesa cattolica su richiesta di mio padre. Non ho avuto una educazione religiosa ma a 30 anni ho ricevuto il dono della fede e da allora prego per tutti, proprio grazie al battesimo ricevuto subito dopo la nascita.
🙂
Intendo rispondere ad alcuni interventi.
@ LIVIA Contrariamente a quanto sostieni, anche nel caso in cui i genitori siano atei, sarebbe doveroso, da parte loro battezzarli per una serie di motivi. Innanzitutto, nel caso in cui trattasi di paese cattolico, il battesimo sarebbe un modo per riconoscere la cultura di quel paese e favorire l’inserimento dei propri figli nel tessuto sociale. Ma, soprattutto, sarebbe una forma di rispetto nei confronti dei nonni e di tutti quei parenti che sono credenti e che sentono di avere una responsabilità nei confronti di questi piccini. Tralìaltro, come ho già avuto modo di dire in un precedente post, se mio figlio decidesse di non battezzare suo figlio perché è ateo, io non avrei alcuno scrupolo a battezzare di nascosto mio nipote, certo di porre le condizioni per la salvezza di mio nipote ed altrettanto certo di non mancare di rispetto in alcun modo a mio figlio, il quale, viceversa, avrebbe il dovere di battezzare suo figlio per rispetto a me, che sono suo padre e nonno di suo figlio.
@ andrea anzani Lei non ha capito una cippa del discorso che qui si vuol fare. In che modo, mi scusi, il battesimo di un figlio neonato impedirebbe allo stesso, una volta adulto, di cambiare religione o, semplicemente, di ignorare di essere un battezzato? Un figlio neonato ha da prendere tutto dai genitori, compresa la religione; né si vede come la religione, e solo quella, costituirebbe un condizionamento inaccettabile. La religione è, certamente, un condizionamento dei figli; ma anche la lingua che si insegna loro a parlare è un condizionamento, come, pure, il tipo di cucina a cui vengono abituati, o il modo di vestire, o le idee politiche che, inevitabilmente, si trasmettono ai figli……… ed un’infinità di altre cose. E allora? Dov’è il problema? Insegno e trasmetto ai miei figli le verità ed i valori che ritengo essenziali. Una volta grandi saranno liberi di fare le proprie scelte.
@Luca Vale anche per lei quello che ho detto ad Andrea Anzani (compreso il non aver capito una cippa!). Le chiedo: in che modo, battezzando i miei figli, ho tolto loro la libertà? Le ricordo che, come genitore, ho il diritto, oltre che il dovere, di allevare e formare i miei figli come meglio credo.
@Giancarlo, mi spiace, ma ancora una volta non posso trovarmi d’accordo con la risposta che dai a Livia… quelli che elenchi non li ritengo motivi sufficienti perché un ateo chieda il Battesimo per i propri figli.
Penso si buona cosa ricordare concretamente uno dei passaggi fondamentali della Liturgia del Sacramento:
112. Il celebrante si rivolge ai genitori e ai padrini con queste precise parole:
Celebrante:
Cari genitori, padrino e madrina,
il bambino che voi presentate
sta per ricevere il Battesimo.
Nel suo amore Dio gli darà una vita nuova
e rinascerà dall’acqua e dallo Spirito Santo.
A voi il compito di educarlo nella fede,
perché la vita divina che riceve in dono
sia preservata dal peccato
e cresca di giorno in giorno.
Se dunque, in forza della vostra fede,
siete pronti ad assumervi questo impegno,
memori delle promesse del vostro Battesimo,
rinunciate al peccato,
e fate la vostra professione di fede in Cristo Gesù:
è la fede della Chiesa
nella quale il vostro figlio viene battezzato.
113. Poi domanda:
Celebrante: Rinunciate a satana?
Genitori e padrini: Rinuncio.
Celebrante: E a tutte le sue opere?
Genitori e padrini: Rinuncio.
Celebrante: E a tutte le sue seduzioni?
Genitori e padrini: Rinuncio.
114. Oppure:
Celebrante: Rinunciate al peccato,
per vivere nella libertà dei figli di Dio?
Genitori e padrini: Rinuncio.
Celebrante: Rinunciate alle seduzioni del male,
per non lasciarvi dominare dal peccato?
Genitori e padrini: Rinuncio.
Celebrante: Rinunciate a satana,
origine e causa di ogni peccato?
Genitori e padrini: Rinuncio.
PROFESSIONE DI FEDE
115. Infine il celebrante richiede ai genitori e ai padrini la triplice professione di fede:
Celebrante:
Credete in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?
Genitori e padrini:
Credo.
Celebrante:
Credete in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
Genitori e padrini:
Credo.
Celebrante:
Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
Genitori e padrini:
Credo.
116. A questa professione di fede, il celebrante dà il suo assenso insieme con la comunità presente, dicendo:
Celebrante:
Questa è la nostra fede.
Questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla,
in Cristo Gesù nostro Signore.
Assemblea:
Amen.
A questa formula se ne può sostituire un’altra simile; si può anche eseguire un canto, con il quale l’assemblea a una sola voce proclama la sua fede.
BATTESIMO
117. Il celebrante invita la famiglia ad avvicinarsi al fonte; rivolgendosi ai genitori e ai padrini così li interroga:
Celebrante:
Volete dunque che N. riceva il Battesimo
nella fede della Chiesa
che tutti insieme abbiamo professato?
Genitori e padrini:
Sì, lo vogliamo.
………………………………………………………
Come possono in coscienza, genitori atei, aderire in piena verità a questa Liturgia?
Il senso di questo Rito, per un figlio che non ha età e possibilità di esprimere la propria completa adesione, sta proprio nell’ “appoggiarsi” sulla Fede dei Genitori.
E ancora tra i segni a conclusione del Battesimo:
Ricevete la luce di Cristo.
Uno dei presenti (ad es. il padre, il padrino) accende alla fiamma del cero pasquale la candela del battezzato; quindi il celebrante dice:
Celebrante:
A voi, genitori, e a voi, padrino e madrina,
è affidato questo segno pasquale,
fiamma che sempre dovete alimentare.
Abbiate cura che il vostro bambino, illuminato da Cristo,
viva sempre come figlio della luce;
e perseverando nella fede,
vada incontro al Signore che viene,
con tutti i santi, nel regno dei cieli.
@Giancarlo,
come ha ricordato Bariom, se siano cattolici rispettiamo le prescrizioni della Chiesa Cattolica.
Codice di diritto canonico:
Can. 868 – §1. Per battezzare LECITAMENTE un bambino si esige: 1) che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano; 2) che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori.
Ciao Alessandro
Non pensi che il punto 2 possa essere il rovescio della medaglia di “non ci crediamo, non lo battezziamo tanto per fare”?
Insomma, anche se non credenti, i genitori si devono impegnare in maniera credibile a dare una educazione cristiana al figlio. Qualora il celebrante ne avesse il dubbio, il Codice gli sconsiglia di procedere. E’ come dire “figliolo, torna quando sarai cresciuto (in fede, età e centimetri)”, non ti pare?
Insomma, nel dubbio, si lascia il piccolo non battezzato.
Osp, avevo visualizzato solo la risposta di Alessandro (chissà perché?) e non la precedente discussione.
Come non detto.
Ignorate pure.
mi è bastato il suo incipit “lei non ha capito una cippa” per non farmi proseguire nella lettura della sua risposta. certo frasario lo riservi ai suoi parenti stretti.
spiacente ma con i maleducati non m’interessa dialogare.
Oh con la BBC come è andata?
Ci sono notizie ? soprattutto tradotte!
ieri ha fatto 5 interviste,con la BBC (World, Radio, news…) poi è uscito un articolo sul Daily Telegraph e stasera sarà in collegamento di nuovo con la BBC nel programma NewsNight (mi dicono molto seguito e importante)
nuovo con la BBC nel programma NewsNight (mi dicono molto seguito e importante) é ovvio …c’è Costanza!
Faccio il tifo!
Ottima intervista! Davvero brava Costanza!
Brava anche all’intervistatrice che probabilmente la pensa in modo molto diverso da Costanza ma correttamente le ha dato modo di rispondere alle domande senza interromperla ogni secondo…
Concordo con Alessandro. Aggiungo che la classe di Costanza è la stessa anche in versione inglese.
Credo che la giornalista sia stata più coerente con la sua professione di tanti altri. Magari, guardando Costanza avrà pensato: “Ma questa non mi pare che sia una sottomessa con modi rudi e violenti da suo marito… Gli spagnoli non hanno letto il suo libro, ma hanno nemmeno guardata lei… ” 😉
Ehi-ehi, stiamo preparando le grandi manovre per invadere la perfida Albione? 😀 Wow! Vai Costanza!
😉
Credo che il Battesimo non sia un bollino da appiccicare ad un bambino solo perché il paese dove nasce è cattolico. Vorrebbe dire anche che se un bambino nasce in India, ma da genitori cattolici, il bambino deve diventare indù?
Che senso ha che un ateo faccia battezzare il figlio se poi non gli da’ un seguito? Se anche ai padrini e madrine viene chiesto di sostenere nel cammino di fede i genitori… che stiamo dicendo?
@Bariom, Alessandro, 61Angeloextralarge
Mi sembra che, come al solito, il politicamente corretto la faccia largamente da padrone. Se il mio neonato nipote rischiasse di non essere battezzato, per colpa dello stupido ateismo di mio figlio, non mi farei alcun scrupolo a battezzare mio nipote di nascosto. Qualcuno ha qualcosa da ridire?
A 61Angeloextralarge dico che il battesimo non è affatto un bollino da appiccicare, ma un sacramento in grado di salvare l’anima di mio nipote; non mi interessa niente di come la pensano i suoi genitori: IO LO BATTEZZO! Anche di nascosto, se necessario. Ma di cosa stiamo a parlare….
Ma non riusciresti a farlo tecnicamente: che gli racconti al prete? A meno che non intendi dire che, ritenendola una situazione di emergenza, lo battezzeresti tu personalmente. Vabbè, male non fa, potrei farlo anch’io della serie i genitori non vogliono Signore conferisci valore a questo mio gesto: io ti battezzo….
@Giancarlo il “politicamente corretto” non centra una beata mazza!
Se ha questa fissa che se il tuo nipotino PERDA L’ANIMA per lo stupido ateismo ecc, ecc….
BATTEZZALO!!
(Ammesso che poi questo battesimo abbia un valore, dati i precisi canoni da rispettare che non sono né io né tu a stabilire dati che il Battesimo non è cosa tua che amministri a chi ti pare… perché scusa dato lo zelo che ti divora non vai in giro a battezzare chiunque non lo sia?)
Alessandro, Angela, ci metto anche Giusi e io certo per ultimo… persone diverse, certamente che hanno esperienze, cultura, preparazione e sensibilità diverse, ma che con sfumature diverse sostengono un punto che non ha nulla di personale contro di te (altrimenti ricominci a fare la vittima che poi cerca difensori e sostegno…), non è che ti sorge un dubbio? No!
Siamo il prototipo dei buonisti-ateo-fiancheggiatori e mai, dico mai, hai risposto a tono alle obbiezioni mosse.
Ma di cosa stiamo a parlare… e qui ho proprio chiuso.
Ti saluto.
Giancarlo: hai mai sentito parlare di camomilla profumata? Un po’ meno di aggressività non ci starebbe male.
Ti ho risposto già che non puoi far battezzare tuo nipote. Leggi i commenti? Grazie. Senza offesa, ma sono state lasciate da Ale, Mario e altri (se non faccio confusione con i nomi…) tutte le motivazioni.
E’ vero Giancarlo, la “correttezza politica” non c’entra: il Battesimo può essere amministrato a un bambino solo se c’è una fondata speranza che venga educato ai rudimenti della Fede cattolica.
E già oggi come oggi si chiude un occhio, un occhio e mezzo, a questo indispendabile requisito. Considera che l’eccezione è proprio il rischio di morte del bambino. Se tale pericolo non sussiste, il sigillo battesimale resta, ovviamente, ma l’incapacità, o grave difficoltà, di rispettare i precetti e i doveri che al Sacramento sono connessi, una volta raggiunta l’età della ragione, può rovesciarsi nell’opposto di una benedizione. Come chi si nutre del Santissimo in stato di peccato mortale “mangia e beve la propria condanna”, così chi riceve il Battesimo per poi essere del tutto privato di un’educazione che ne permetta, almeno decentemente, l’uso (come nel caso in cui si abbiano due genitori manifestamente atei), rischia di allontanare la grazia. I peccati commessi da chi ha ricevuto il sigillo battesimale sono agli occhi di Dio più gravi e comportano una più grave punizione, temporale e/o eterna. E di questa maggior gravità nel peccato sarebbe responsabile anche colui che avesse agito di testa propria, contro quanto stabilito canonicamente dalla Chiesa.
Pio XII raccomandò caldamente, ricordo, in un discorso alle infermiere, di essere sempre pronte a battezzare bimbi che sembravano in punto di morte… ma non ordinò di certo mai loro di battezzare tutti i bambini che passavano per le loro cure! Vorrà pur dir qualcosa. Non è lecito battezzare di nascosto neppure il nipote, salvo quast’unico caso. Si può solo pregare, soffrire e offrire la propria sofferenza (e magari, discretamente ma senza insistere troppo, rompere un po’ le scatole al figlio).
Chi fosse pronto a fare come dici, dovrebbe per coerenza anche esser pronto a sequestrare il proprio nipote per crescerlo secondo Fede cattolica – non la vedo molto percorribile…
Roberto: smack! 😀
Ok! Sulla questione del battesimo contro la volontà dei genitori forse ho sbagliato. Comunque vorrei ribaltare anche la prospettiva ed analizzare la questione dal punto di vista delle responsabilità del figlio ateo: la verità è che trovo la scelta di essere atei una scelta non degna di rispetto e non giustificabile. Tanto più se la scelta ha conseguenze così gravi come quella di privare un figlio del battesimo e dell’educazione alla fede. E’ per questo motivo che, quando valuto le scelte degli atei, tendo ad assumere atteggiamenti che, forse, vanno oltre il lecito (moralmente).
Mi sento profondamente sdegnato di fronte a persone che liberamente, consapevolmente ed orgogliosamente rifiutano Dio. Forse perché ne sto facendo un’amara esperienza in casa. Le reazioni, talvolta eccessive, che ho avuto su questo blog, ma anche parlando di mia figlia con altre persone (ad esempio mia sorella), mi aiutano a prendere consapevolezza dei miei limiti e, forse, mi aiuteranno a non sbagliare con mia figlia. Lo spero.
Caro Giancarlo, permettimi ancora una volta di intervenire solo a dimostrazione del fatto che le mie posizioni e il mio dire (a volte anche duro…) non sono un fatto personale o posizioni “contro”…
Per di più (già te lo avevo detto) condividiamo la stessa esperienza di una figlia che si è allontanata da tutto quanto aveva ricevuto (o non vi ha mai aderito – non so quale sia il tuo caso) e si è posta su posizioni, apparentemente ma certamente nella prassi, atee.
Non si può non porsi la domanda dei motivi di questa scelta, di questo cambiamento o rifiuto… domanda che dobbiamo porci principalmente come genitori, ma dovremmo anche sempre, rispetto chiunque. Personalmente ho trovato un precisa risposta alla scelta di mia figlia, ma senza entrare troppo nel personale e grazie all’esperienza che ho all’interno della chiesa che mi ha fatto incontrare tante famiglie ma anche tanti giovani che sono passati attraverso questa “notte oscura”, mi sento di poter tratteggiare alcuni motivi comuni a tanti.
La difficoltà di passare dalla “fede dei padri” ad una propria, profonda e personale… dal Dio “per sentito dire” al “ora veramente Ti ho conosciuto”.
Una seria sofferenza in cui non hanno trovato risposta, non hanno trovato sollievo da quella fede che è stata loro sempre annunciata e che magari pure credevano di avere… (la prova della Croce).
Una seria sofferenza che imputano a Dio proprio perché sanno che Dio esiste ed agisce nella loro esistenza. La non accettazione della storia.
Il compiersi della ben nota parabole del “figliuol prodigo”, che li trova protagonisti nei panni dell’uno o dell’altro figlio.
Ultimo (ma solo nell’elenco che qui mi è venuto in mente), lo scandalo! …il ben noto scandalo dei piccoli. Ma quello che maggiormente ci chiama in causa come genitori, per cui dobbiamo cercare lo scandalo non tanto lontano da noi, è la contro testimonianza che spesso ahinoi diamo, rispetto la nostra fede… quella dicotomia per cui i figli – che sempre a noi guardano, ci scrutano e ben ci conoscono – spesso ci troviamo a vivere…
E non servono grandi cose. parliamo sempre di Provvidenza, ma siamo sempre lì preoccupati dei soldi, di quanto spense nostra moglie o loro, delle tasse che ci tocca pagare (governo ladro!) e via discorrendo: parliamo di Carità, ma non risparmiamo giudizi per nessuno e molto facilmente i giusto giudizio sull’atto, si tramuta in condanna del peccatore; parliamo di Amore, ma ci dimostriamo incapaci di perdonare nostra moglie per uno stupido battibecco; parliamo di Umiltà, ma non accettiamo mai una critica sulla seppur minima cosa; parliamo di Fede in Dio, ma risulta evidente che la nostra fede è riposta per lo più in “IO”.
Nonostante questo, la mia esperienza mi dice (e spero ti sia di conforto come lo è per me…) che il buon seme gettato nei loro cuori, con il tempo e lasciando fare a chi ha seminato (senza esimerci dal discernimento sui figli a cui dio ci chiama), porta frutto… sono molti i casi che conosco in cui anche dopo anni, questi figli che definiremmo “ribelli”, sono tornati alla “casa del Padre”, hanno riconosciuto il loro errore, la loro cecità e anche il loro giudizio verso i genitori (giusto o sbagliato che fosse, perché il giudizio allontana, non crea comunione…) e hanno benedetto Dio proprio per la storia che aveva permesso.
Ti invito a “deporre il tuo sdegno” Giancarlo, a guardare anche gli altri con gli occhi con cui guardi a tua figlia, occhi di un amore certamente ferito, ma di amore come quello che il Padre ha per TUTTI i suoi Figli, lo sguardo che Dio vorrebbe avessimo per tutti i nostri fratelli.
Lo sdegno, viene avvertito sempre da chiunque e chi lo avverte lo avverte inevitabilmente come giudizio… nessuno ama sentirsi giudicato, seppure tutti dovremmo esserlo in un modo o nell’altro perché nessuno è senza colpa. ciò che converte il cuore dell’Uomo e l’Amore che Dio che non guarda alle nostre miserie.
Le sofferenza che proviamo (come ne caso di una figlia o figlio che rinnega la fede) ci porta a reagire spesso come persone ferite (o animali feriti che meglio rende l’idea), ma questa non è la reazione del Cristiano e di Cristo, che sulla Croce, all’apice della Sua Sofferenza dice: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno…”
Buona Domenica Giancarlo.
Buona domenica anche a te ed a tutti gli amici di questo splendido blog. Grazie anche alle parole, sempre piene di giudizio, di Roberto che, ormai, è il mio eroe.
… Scusate le mie intemperanze. Ciao a tutti.
Urca, addirittura…
Scusate l’OT, ma visto che è un tema recentemente toccato da Costanza… e non so dove scrivere 😉
Dalla recentissima intervista rilasciata da Papa Francesco ad Andrea Tornielli:
“E sull’intenzione di nominare delle donne cardinale, che qualcuno gli ha attribuito, [il Papa] taglia corto: «È una battuta uscita non so da dove. Le donne nella Chiesa devono essere valorizzate, non “clericalizzate”»”
Ed ha aggiunto: “chi pensa alle donne cardinale soffre un po` di clericalismo”
Oh meno male, il papa è anticlericale 😉
Conoscete questo video? Fa venire i brividi! Ci sono genitori che magari non battezzano i propri figli ma poi gli trasmettono questi disvalori! Ma in America non funzionano gli assistenti sociali? E comunque io sono contaria anche a quelle trasmissioni italiane dove i bambini scimmiottano i grandi, forse non arrivano a questi eccessi ma sono deleterie lo stesso.
allora se fossimo (fossero) davvero coerenti dovremmo (dovrebbero) lasciargli anche la libertà (che eserciterà naturalmente solo quando sarà grande) di scegliere se andare a scuola o rimanere un analfabeta, se imparare o no ad andare in bicicletta, se praticare qualche sport o non far niente, ecc. ecc. o vale solo per la religione ????