(DIRE) Roma, 3 dic. – “Ancora una volta in commissione Giustizia al Senato, com’e’ accaduto alla Camera sia in Aula che in Commissione, il dibattito sulla legge contro l’omofobia si fa di notte. Per motivi che ci sfuggono, la discussione su questo testo di legge continua a svolgersi in ore in cui c’e’ meno attenzione da parte dell’opinione pubblica e della stampa, in modo frettoloso e alla chetichella. Non sara’ che PD, SEL (e M5S – nota dell’admin) e chi sostiene questo testo e’ perfettamente consapevole della mancanza di consenso nel paese?”. Lo dice Eugenia Roccella (Ncd).
“Nonostante la vocazione al dibattito notturno- aggiunge – l’opinione pubblica italiana ha capito che questa legge non è finalizzata a proteggere le persone da violenze e discriminazioni, ma, come nel caso Barilla, a impedire la libera espressione delle proprie idee”
Che cosa giustificherebbe una tale accelerazione?
Si va in notturna per una legge di stabilità o per un decreto che altrimenti va in scadenza, ma per discutere una legge come quella sull’omofobia certo non c’è bisogno di un “golpe” notturno, a meno che non si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico. Vorrei sapere quando mai in questa legislatura si è agito così. Tra l’altro proprio quanto avvenuto alla Camera dimostra che l’urgenza non c’era, se fra la discussione notturna in commissione e la discussione notturna in Aula fecero passare settimane… Non ha senso: se vado in notturna, il giorno dopo all’alba chiudo la legge.
Il vero motivo quindi è un altro.
Non si vuole fare un dibattito aperto e onesto, sia nei confronti dell’opinione pubblica, sia di Camera e Senato. Il punto fondamentale è che questa legge non è fatta per proteggere qualcuno, ma per censurare idee e opinioni, rendendo un reato punibile affermazioni del tipo che la famiglia è quella naturale, la stessa citata dalla Costituzione come unica e vera. È una legge da “caso Barilla”, che nulla ha a che fare con il suicidio del ragazzino romano. Se vuoi proteggere davvero le persone, com’è noto, non impedisci la circolazione di idee, ma fai cultura, formazione nelle scuole, insegni il rispetto reciproco e l’accettazione di ogni persona. Si tenta di inserire l’omofobia nella legge Reale-Mancino, che però contrasta le idee razziste partendo da una definizione di razzismo codificata a livello internazionale. Qui invece si vuole colpire una indefinita “omofobia” per nulla codificata, cercando di reprimere la libertà d’espressione e di opinione.
Tra l’altro rappresentativa del pensiero comune alla stragrande maggioranza degli italiani…
Proprio per questo si agisce di notte. Comunque il vero interrogativo che si apre è che cosa farà ora Forza Italia? Che posizione prenderà? Sarà coerente con quanto detto e fatto in tutta la sua storia o è diventata “altro”? Questa sarà la prova del nove.
Bondi soprattutto, ma anche Galan e altri, sembrano in effetti il risultato di una mutazione a 180 gradi…
Noi ci siamo scissi da Forza Italia per reggere il governo e quindi l’unità del Paese in un momento di forti pressioni da parte europea sulle riforme, ma la salvaguardia del governo non è a prescindere, anzi, è molto relativa al momento. Resta dunque molto importante, adesso, definire con chiarezza le nostre culture di riferimento: noi abbiamo una posizione precisa su tutti i temi etici, siamo conservatori sulla questione antropologica e innovatori dal punto di vista sociale. Forza Italia cos’è? I ripetuti attacchi a noi da parte di Bondi e dei giornali d’area pongono dei dubbi sulla natura del nuovo partito, ma per fortuna ora, di fronte a un provvedimento ben preciso e al voto in Aula, si definirà chiaramente se la loro posizione è quella di Bondi, Capezzone, Galan o è quella che hanno sempre espresso. Ad esempio sapremo se Forza Italia è cambiata rispetto al caso Englaro e alle grandi battaglie che in passato ha coraggiosamente portato avanti.
Suicidi dei gay, l’omofobia non c’entra
di Frank Doyle da La nuova Bussola Quotidiana
Il punto maggiormente controverso della prossima legge contro l’omofobia sembra concernere la libertà di espressione, tant’è che alcuni parlamentari cattolici si sono detti disposti a votare la legge purché sia garantita a sacerdoti e catechisti la possibilità di esprimere pubblicamente quanto prevede la morale cattolica circa l’omosessualità.
Pochi mettono in discussione l’opportunità di tale legge, convinti del fatto che lo spropositato numero di suicidi tra le persone con tendenze omosessuali siano la conseguenza dell’omofobia sociale.
Ora: è senz’altro vero che il tasso di suicidi tra le persone con tendenze omosessuali è più alto rispetto a quello della popolazione generale.
La ricerca più conosciuta circa la suicidalità omosessuale è quella di Remafedi, che ha dimostrato come i tentativi di suicidio nella popolazione giovanile siano più frequenti tra soggetti omosessuali che tra eterosessuali: tra gli uomini ha tentato di togliersi la vita il 28% dei soggetti omosessuali rispetto al 4% dei soggetti eterosessuali, e tra le donne il 20% contro il 15%1.
Anche Fergusson ha dimostrato che soggetti gay, lesbiche e bisessuali hanno tassi significativamente superiori, rispetto al campione eterosessuale, di ideazioni suicidarie (67,9% contro 29,0%), tentativi di suicidio (32,1% contro 7,1%) e, tra i 14 e i 21 anni, di disordini psichiatrici (depressione maggiore 71,4% contro 38,2%, disturbo d’ansia generalizzata 28,5% contro 12,5%, disturbo della condotta 32,1% contro 11,0%, dipendenza da nicotina 64,3% contro 26,7%, abuso e dipendenza da altre sostanze 60,7% contro 44,3%)2.
Una maggior incidenza di pensieri suicidari e tentativi di suicidio sono stati riscontrati anche tra la popolazione gay e lesbica in Italia: “[…] un terzo dei gay e un quarto delle lesbiche italiane hanno pensato qualche volta a [sic] togliersi la vita e che il 6% ha provato a farlo […]3.
Il dato, quindi, è acclarato: “Nella letteratura scientifica c’è un considerevole corpo di dati che suggerisce che gli adolescenti GLB [gay, lesbici e bisessuali] abbiano un rischio maggiore di comportamenti suicidari”4.
I casi sono due: l’elevato tasso di suicidi tra persone con tendenze omosessuali è dovuto o a cause endogene (cioè è legato in qualche modo alla tendenza omosessuale stessa) o a cause esogene (all’omofobia sociale).
Molti (compresi i parlamentari contrari alla legge anti-omofobia) danno per scontata la seconda ipotesi, ossia che l’elevato tasso di suicidalità nella popolazione GLBT sia una conseguenza dell’omofobia. L’omofobia sociale provocherebbe una situazione di malessere cronico nelle persone con tendenze omosessuali, e questo malessere porterebbe, in molti casi, al suicidio. La prima ipotesi (endogena) è scartata a priori perché metterebbe in discussione il dogma (indimostrato) della “naturalità” dell’omosessualità: per quale motivo una tendenza “naturale” dovrebbe causare di per sé sofferenza?
La ricerca scientifica, però, dice tutt’altro.
Un importante studio5 ha confermato il malessere psichico della popolazione omosessuale: “I disturbi psichiatrici sono risultati prevalenti tra la popolazione omosessualmente attiva piuttosto che in quella eterosessualmente attiva. Gli uomini omosessuali hanno avuto, nell’ultimo anno, una prevalenza maggiore di disturbi dell’umore e di disturbi ansiosi rispetto agli uomini eterosessuali. Le donne omosessuali hanno avuto, nell’ultimo anno, una maggior prevalenza di disturbi da utilizzo di sostanze rispetto alle donne eterosessuali.
Nel corso della vita gli indici di prevalenza riflettono identiche differenze, con l’eccezione dei disturbi dell’umore, che sono stati osservati più frequentemente nelle donne omosessuali piuttosto che in quelle eterosessuali. […] I risultati supportano l’ipotesi che le persone con comportamenti sessuali omosessuali corrono rischi maggiori per disturbi psichiatrici”. Questo studio è particolarmente significativo perché è stato condotto su un enorme numero di soggetti: oltre settemila (7076), tra i 18 e i 64 anni. Presenta inoltre una particolarità che lo rende decisamente interessante: è stato condotto in Olanda, paese nel quale – per ammissione degli stessi autori – “Il clima sociale nei confronti dell’omosessualità è da tempo e rimane considerevolmente più tollerante” rispetto a quello di altri stati6. In altri termini, persino in un paese dove la cosiddetta “omofobia” è inesistente, le persone con tendenze omosessuali presentano un livello di benessere considerevolmente inferiore agli eterosessuali.
La ricerca è stata replicata qualche anno più tardi7, e ha (nuovamente) evidenziato che l’omosessualità è significativamente correlata con suicidalità e disturbi mentali; e (nuovamente) gli autori sottolineano che “persino in un paese con un clima relativamente tollerante nei confronti dell’omosessualità, gli uomini omosessuali sono esposti ad un rischio suicidario molto più elevato rispetto agli uomini eterosessuali”8.
In uno studio studio di Warner e colleghi l’avere ricevuto un attacco nei precedenti 5 anni incrementava il rischio di pensiero suicidario del 70%; elevato, ma lo stesso effetto in termini di grandezza dato dall’essere studente (Odds Ratio 1,7)9 o essere disoccupato (OR 1,8)10. Seguendo il ragionamento dei favorevoli alla legislazione anti-omofobia, varrebbe la pena di vietare l’iscrizione all’università di persone con tendenze omosessuali, o di imporre l’assuzione di soggetti con tali inclinazioni in modo da azzerare la disoccupazione gay.
Anche altre ricerche hanno escluso o notevolmente ridotto il ruolo della discriminazione sociale nella suicidalità di persone con tendenze omosessuali11.
Di fronte a questi dati il luogo comune secondo il quale un atteggiamento ostile o una legislazione “discriminatoria” nei confronti di gay e lesbiche causerebbe elevate percentuali di suicidio si rivela poco più che un pregiudizio.
Quali sono dunque le cause dell’elevato tasso di suicidalità nella comunità GLBT?
Stando a quanto ci può dire la ricerca, sembra confermato che la causa della maggior suicidalità di soggetti con tendenze omosessuali sia da attribuirsi perlopiù a frustrazioni nella vita di coppia (gelosie, infedeltà) che non alla “persecuzione omofobica”12.
Anche Bell e Weinberg hanno rilevato la maggior suicidalità delle persone con tendenze omosessuali rispetto agli eterosessuali, e che il 43% dei tentativi di suicidio tra uomini bianchi e il 67% tra donne bianche con tendenze omosessuali sono causati da problemi derivanti da una relazione omosessuale (rottura del rapporto, litigi…)13.
Una recente ricerca condotta in Danimarca nel corso dei primi dodici anni di legalizzazione delle unioni omosessuali (1990-2001) ha riscontrato che per uomini con tendenze omosessuali legalmente uniti ad un altro uomo il tasso di suicidio è otto volte quello di uomini che hanno una unione eterosessuale e il doppio rispetto a quello di uomini single. Il tasso di suicidalità tra uomini con tendenze omosessuali che vivono una unione omosessuale è risultato il più alto rispetto ad ogni altro dato sulla suicidalità in soggetti con tendenze omosessuali14.
Nello stesso paese una importante ricerca (condotta su 6,5 milioni di danesi tra il 1982 e il 2011) ha evidenziato come la suicidalità tra uomini sposati con un uomo sia quattro volte quella di uomini sposati con una donna e molto più alta rispetto a qualsiasi altra condizione (solitudine, divorzio, vedovanza)15. E’ da notare che la Danimarca, anche grazie alla legalizzazione delle unioni omosessuali, è considerata un paese gay-friendly e quindi la particolare rilevanza del tasso di suicidalità di persone con tendenze omosessuali non è imputabile alla “omofobia sociale”16.
Stando a questi dati, dunque, non solo l’omofobia sociale non ha nulla a che fare con la suicidalità GLBT; ma pare che il matrimonio omosessuale aumenti il tasso di suicidi tra la popolazione omosessuale. Il modo migliore per contrastare i suicidi tra la popolazione con tendenze omosessuali sarebbe dunque quello di vietare le unioni ed il matrimonio omosessuale.
La ricerca sulla suicidalità GLBT offre però la possibilità di altre riflessioni ed approfondimenti.
Herrell ha condotto un interessante studio su 6553 coppie di gemelli veterani dell’esercito USA tra il 1965 e il 1975; di queste, 6434 erano concordanti per l’orientamento eterosessuale, 16 concordanti per l’orientamento omosessuale e 103 discordanti17. Il 21% dei gemelli entrambi eterosessuali avevano avuto pensieri di morte contro il 50% dei gemelli entrambi omosessuali; il 6,7% dei gemelli eterosessuali desideravano morire contro il 25% dei gemelli omosessuali; il 15,3 dei gemelli eterosessuali presentavano idee suicidarie contro il 56,3 % dei gemelli omosessuali; il 2,2 % dei gemelli eterosessuali avevano tentato il suicidio contro il 18,8 dei gemelli omosessuali. Questi dati confermano nuovamente la maggior inclinazione al suicidio da parte delle persone con tendenze omosessuali rispetto a quelli con tendenze eterosessuali; ma il dato più significativo è un altro. La ricerca ha analizzato gli stessi sintomi anche in coppie di gemelli nei quali uno aveva tendenze omosessuali e l’altro no. In questo gruppo, i gemelli con tendenze omosessuali fornivano esiti simili a quelli delle coppie di gemelli entrambi omosessuali (47,6 % avevano pensieri di morte, 26,2 % desiderio di morte, 55,3 % idee suicidarie e il 14,7 % tentativi di suicidio); tuttavia, i gemelli con tendenze eterosessuali hanno fornito risposte che li collocano a metà strada tra le coppie di gemelli entrambi con tendenze eterosessuali e le coppie di gemelli entrambi con tendenze omosessuali. Ecco le loro percentuali: 30,1 % pensieri di morte, 9,7 % desiderio di morte, 25,2 % idee suicidarie e 3,9 % tentativi di suicidio.
Cosa significano questi dati? Gli esiti di questo studio inducono a pensare che sia le tendenze suicidarie che le tendenze omosessuali siano legate ad un malessere che si origina nell’ambiente familiare.
A sua volta, questo può significare due cose.
Innanzitutto, le tendenze suicidarie sono connesse all’omosessualità stessa (cioè ad una causa endogena, non esogena); secondariamente, entrambe le tendenze sono connesse ad un certo tipo di ambiente familiare. In altri termini, l’omosessualità sarebbe l’esito di un malessere profondo legato a particolari dinamiche familiari.
Dopo quello dell’omofobia “che causa i suicidi gay”, anche il totem del “si nasce omosessuali” va dunque in frantumi di fronte al dato scientifico.
Chi vuole l’approvazione delle leggi anti-omofobia e per il matrimonio gay non può dunque sfruttare (cinicamente) i frequenti suicidi che avvengono nel mondo GLBT; essi indicano infatti una sofferenza profonda che non è causata dall’omofobia o dal mancato riconoscimento di alcuni “diritti”. E che rimette in discussione il dogma dell’omosessualità come “variante naturale della sessualità umana”.
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1 G. REMAFEDI, J. A. FARROW, R. W. DEISHER, Risk factors for attempted suicide in gay and bisexual youth, in “Pediatrics”, n. 87, 1991, pp. 869–875.
2 D. FERGUSSON, L. HORWOOD, A. BEAUTRAIS, Is sexual orientation related to mental health problems and suicidality in young people?, in “Archieves of General Psychiatry”, vol. 56, n. 10, 1999, pp. 876 – 888.
3 M. BARBAGLI, A. COLOMBO, Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, Il Mulino, Bologna 2007, pp. 61 – 62; cfr. CHIARA BERTONE, ALESSANDRO CASICCIA, CHIARA SARACENO, PAOLA TORRIONI, Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area metropolitana, Guerini e associati, Milano 2003, pp. 195 – 197.
4 M. GRAGLIA, Psicoterapia e omosessualità, Carocci, Roma 2009, p. 66.
5 T. G. M. SANDFORT, R. DE GRAAF, ROB V. BIJL, PAUL SCHNABEL, Same-Sex Sexual Behaviour and Psychiatric Disorders, in “Archives of General Psychiatry” vol. 58, gennaio 2001, pp. 85 – 91.
6 Cfr. http://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/386-FRA-hdgso-part2-NR_NL.pdf, consultato il 06/09/2013.
7 R. DE GRAAF, T. G. M. SANDFORT, M. TEN HAVE, Suicidality and Sexual Orientation: Differences Between Men and Women in a General Population-Based Sample From The Netherlands, in “Archives of Sexual Behavior”, vol. 35, n. 3, 1 giugno 2006, pp. 253 – 262.
8 La ricerca ha preso in considerazione anche l’effetto interattivo della “discriminazione percepita”.
9 L’odds ratio (OR) è uno degli indici utilizzati per definire il rapporto di causa-effetto tra due fattori.
10 JAMES WARNER, EAMONN MCKEOWN, MARK GRIFFIN, KATHERINE JOHNSON, ANGUS RAMSAY, CLIVE COURT, MICHAEL KING, Rates and predictors of mental illness in gay men, lesbians and bisexual men and women: Results from a survey based in England and Wales, in “British Journal of Psychiatry” vol. 185, 2004, pp. 479 – 485.
11 D. SHAFFER, P. FISHER, R. H. HICKS, M. PARIDES, M. GOULD, Sexual orientation in adolescents who commit suicide, in “Suicide and Life Threatening Behavior”, N. 25 (Suppl.), 1995, pp. 64–71; S. L. HERSHBERGER, L. SCOTT, A. P. D’AUGELLI, The impact of victimization on the mental health and suicidality of lesbian, gay, and bisexuals, in “Developmental Psychology”, vol. 31, n. 1, 1995, pp. 65–74; J. P. PAUL, J. CATANIA, L. POLLACK, J. MOSKOWITZ, J. CANCHOLA, T. MILLS, D. BINSON, R. STALL, Suicide attempts among gay and bisexual men: Lifetime prevalence and antecedents, in “American Journal of Public Health”, n. 92, 2002, pp. 1338–1345.
12 Secondo Remafedi il 19% riporta un motivo affettivo per giustificare il loro atto; il 44% riporta motivazioni di carattere relazionale (G. REMAFEDI, J. A. FARROW, R. W. DEISHER, Risk factors for attempted suicide in gay and bisexual youth, op. cit.).
13 A. P. BELL, M. S. WEINBERG, Homosexualities: A study of diversity among men and women, Simon & Schuster, New York 1978, p. 457.
14 ROBIN M. MATHY, SUSAN D. COCHRAN, JORN OLSEN, VICKIE M. MAYS, The association between relationship markers of sexual orientation and suicide: Denmark, 1990-2001, in “Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology”, 24 dicembre 2009.
15 MORTEN FRISCH, JACOB SIMONSEN, Marriage, cohabitation and mortality in Denmark: national cohort study of 6,5 million persons followed for up to three decades (1982 – 2011), in International Journal of Epidemiology, vol. 42, n. 2, pp. 559 – 578.
16 Cfr. http://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/370-FRA-hdgso-part2-NR_DK.pdf, consultato il 03/09/2013.
17 R. HERRELL, J. GOLDBERG, W. TRUE, V. RAMAKRISHNAN, M. LYONS, S. EISEN, M. TSUANG, A co-twin control study in adult men: sexual orientation and suicidality, in “Archieves of General Psychiatry”, vol. 56, n. 10, 1999, pp. 867 – 874.
Può darsi che agiscano di notte per evitare manifestazioni e sit-in visto che le vari movimenti come le Sentinelle, la Manif, Uomini Donne e Bambini etc. hanno dimostrato di non stare con le mani in mano.
Ma soprattutto penso sia un altro il motivo:
immagino che l’opinione pubblica anestetizzata da anni di bombardamenti ideologici (più o meno subliminali), importerebbe poco se passasse questa legge, però credo anche che se la discussione parlamentare fosse diurna la gente si renderebbe conto dell’incomprensibile urgenza con cui si vuole agire in un momento dove sono ben evidenti le gravi priorità di un paese che sta precipitando.
Insomma, oltre ad essere qui considerati fatti male, peccatori, quando non, più o meno velatamente, associati ai pedofili, adesso mi si viene a dire anche che siamo degli sfigati neurolabili, e sempre “in quanto omosessuali”. Alcuni punti di riflessione
• E’ interessante notare fra gli esempi qui riportati lo studio di Herrel, che fa riferimento a ex soldati….non so se mi spiego…nell’esercito americano fino agli anni 90 si veniva sbattuti fuori se si dichiarava la propria omosessualità, da Clinton ad Obama l’omosessualità veniva “tollerata” bastava che non fosse dichiarata. Insomma un clima proprio ideale per fare sentire le persone omosessuali serene e tranquille in merito alla propria sessualità.
• E’ interessante notare che ogni qualvolta si discutono possibili implicazioni genetiche dell’omosessualità il fronte cattolico le mette sempre da parte, salvo poi dare per certe alcune “innate” caratteristiche (ovviamente sempre negative) all’omosessualità stessa che porta, perentoriamente, a conclusioni simili a quella che segue
“Innanzitutto, le tendenze suicidarie sono connesse all’omosessualità stessa “. Punto e così è. Fine.
• Infine…le analisi nei paesi come l’Olanda, in cui correntemente esiste un clima “più” favorevole agli omosessuali dimostrano ben poco. Mi sembra logico infatti che le trasformazioni sociali e culturali seguono tempi molto più lenti che non la semplice approvazione di una norma o di una legge. In altre parole, se approvare, ad esempio, il matrimonio omosessuale facilita certamente l’accettazione e l’integrazione degli omosessuali nella società, questo non significa che con la semplice approvazione di una legge secoli di pregiudizi vadano via in un lampo. Vorrei portare, ad esempio, la condizione della popolazione nera negli Stati Uniti. Le leggi razziali sono state ormai abolite da decenni…eppure i tassi di alcolismo, povertà e criminalità, presso questo gruppo etnico rimangono alti….come mai ? Forse perchè la popolazione nera è “geneticamente” più soggetta a questi tratti ? Ovviamente non è così…ma per cambiare la condizione sociale e culturale di una minoranza, tenuta per secoli in una condizione subalterna occorrono decenni, se non secoli.
…o non avrà mica ragione la Chiesa per cui l’omossessualità è “un’ inclinazione oggettivamente disordinata” come dice il CCC?
E per questo lo stesso Catechismo raccomanda che gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.”
@Saverio Maratti:
“Insomma, oltre ad essere qui considerati fatti male, peccatori, quando non, più o meno velatamente, associati ai pedofili, adesso mi si viene a dire anche che siamo degli sfigati neurolabili, e sempre “in quanto omosessuali” ”
Questo modo di interloquire è pretestuoso e disonesto.
-Qui (e per qui intendo il blog, Costanza, e gli altri autori) pensiamo che l’omessualità sia “un’ inclinazione oggettivamente disordinata” come dice il CCC, e “fatti male” è una sua espressione;
-“peccatori” lo sono gli omosessuali che hanno rapporti omosessuali perché compiono peccato (come anche gli eterosessuali che hanno rapporti sessuali al di fuori del matrimonio) e non perché siano peccatori per il solo fatto di avere delle tendenze, anzi il CCC dice che gli omosessuali “attraverso le virtù della padronanza di sé […] possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”. Quindi anche questa è una sua tendenziosa approssimazione;
-l’associazione alla pedofilia ha veramente paternità diverse e ben più (per lei) autorevoli come Mario Mieli ideologo e icona omosessualista, quindi anche per questo si rivolga altrove;
-quanto ai “neurolabili” come al solito il termine lo introduce lei, nell’articolo non c’è. L’articolo presenta delle ricerche scientifiche, se non ne vuol tenere conto faccia pure.
Grazie per il pretestuoso e disonesto, questi sono esattamente gli aggettivi per i quali avreste censurato un posting, se lo avessi scritto io.
Se in un articolo in cui si parla di omosessualita’ si incomincia a parlare di pedofilia (cosa che viene purtroppo fatta spesso, e non solo in questo blog) come e’ avvenuto in un articolo qui pubblicato qualche giorno fa, l’associazione tra le due cose non me la invento certamente io.
Citare Mario Mieli e Busi non credo abbia molto senso….ancora una volta si tratta di “due” omosessuali, non si può identificare una intera categoria di persone col pensiero di due individui…Sarebbe come se qualcuno andasse in giro a dire che i preti sono pedofili perchè “alcuni” preti (peraltro proprio tanti) hanno manifestato tali tendenze… non mi sembrerebbe un ragionamento corretto.
Quello che comunque, in generale, emerge da questo articolo, come da altri pubblicati su questo tema, è il solito quadro degli omosessuali disperati, suicidi, frustrati, come se tutto ciò avesse a che fare con la condizione omosessuale in se’ e non con il contesto in cui queste persone vivono (o la storia individuale di ognuno). Sembra proprio impossibile accettare che esistano delle persone omosessuali che vivono a pieno la loro condizione e sono felici, tranquille e serene, soprattutto allorquando si ritrovano a vivere in contesti socio-culturali in cui la loro sessualità non viene minimamente percepita come qualcosa di sbagliato.
Un altro appunto…
Il titolo è lapidario
SUICIDI GAY L’OMOFOBIA NON C’ENTRA ! Proprio NON C’ENTRA….. non “forse”, o “in alcuni casi”..no proprio non c’entra niente gli omosessuali sono tutti dei disperati.
E non serve che lo scorso Ottobre (tanto per fare un esempio) quel ragazzo suicida di Roma lo abbia proprio lasciato scritto..
“Sono gay. L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza»
No, è che anche lui proprio non doveva aver diritto a lamentarsi del mondo in cui veniva trattato in quanto omosessuale, perchè non importa quanta evidenza possiamo avere davanti, l’omofobia non esiste….
-Certo signor Maratti lei ci attribuisce pensieri ed espressioni che non ci appartengono, per me questo è pretestuoso e disonesto
-Ci sono studi statistici che dimostrano che l’incidenza della pedofilia è nettamente più alta tra gli omosessuali rispetto agli omosessuali* (da 4 a 20 volte) ma naturalmente questo non vuol dire assolutamente che gli omosessuali sono tutti pedofili semmai solo che una parte relativamente consistente di pedofili è omo o bisessuale ma mi lasci dire che gli argomenti di Busi e Mieli sinceramente non fanno una gran bella impressione (e poi davvero signor Maratti c’è qualcuno che tirerebbe fuori l’argomento dei preti pedofili a sproposito e in maniera tendenziosa? Sul serio? No dài non ci credo…)
-Quanto al caso del ragazzo suicida mi dica, mi interessa molto se ha aggiornamenti la prego di linkarli, ho ricercato sviluppi sulla vicenda se fossero emersi elementi che provassero l’esistenza di situazioni oggettive di “omofobia” ma da quello che so non è emerso nulla. Se così fosse anche questo tragico caso non farebbe che confermare l’articolo.
*Hall, Ryan C.W.; Hall, Richard C.W. (2009). A Profile of Pedophilia: Definition, Characteristics of Offenders, Recidivism, Treatment Outcomes, and Forensic Issues. Focus, 7, 522-537
E non solo Busi e Mieli come si precisava in questa discussione alla quale il sig. Maratti ha partecipato:
http://costanzamiriano.com/2013/11/26/gli-psichiatri-usa-sdoganano-la-pedofilia-da-malattia-a-orientamento/#comments
E’ molto più facile cercare di ‘vincere’ una discussione mettendo in bocca ai propri avversari cose che non dicono così da farli apparire ciò che non sono. Anche questa legge, d’altronde, è a servizio della stessa logica. Giochetto tipico dei giacobini di ogni tempo e luogo, che misura la dimensione dell’onestà intellettuale dell’interlocutore.
“Questo modo di interloquire è pretestuoso e disonesto.”
Perché? Perchè disonesto? Perché pretestuoso?
Ma scusa Alvise l’ha spiegato perfettamente Admin: perchè si argomenta a partire da affermazioni che non sono state fatte e Saverio Maratti non è l’unico che l’abbia fatto in questo blog.
…ma allora hanno valore o no le “ricerche scientifiche” in quanto “ricerche scientifiche”?
O hanno valore di “ricerche scientifiche” solo quelle portate e valutate e interpretate da VOI?
Mioddio Alvise se sei monotono !!!! 😐 🙁
…sono io cahe parlo sempre di omosessuali eccetra?
Se non capisci come e quanto sei monotono nel tuo pseudo-interloquire che te lo spiego a fare?
Mi pare un’obiezione lecita. I principi cristiani si poggiano su basi che per loro natura non possono essere revisionate, aggiornate o rimodulate secondo il metodo scientifico sperimentale.
Ancora, cercare il “conforto” della scienza sperimentale su certi temi significa quasi sempre indebolire i propri argomenti.
Logica estremamente fallace.
La ricerca scientifica non può che confermare la Verità, perché la verità è una. La ricerca scientifica può non essere tale, laddove non venga sviluppata attraverso i parametri adeguati a quella branca di scienza (la scienza storiografica possiede parametri assai diversi da quella chimica, ma entrambe sono scienza), oppure laddove venga falsata o distorta per venir messa a servizio non del vero ma dell’ideologia.
Un esempio sono le cosiddette “implicazioni genetiche” dell’omosessualità, del tutto inesistenti in quanto nessun “gene gay” è stato trovato nonostante l’enorme impiego di risorse utilizzato per scovarlo, che è cosa ben diversa dal riconoscere che vi possono essere soggetti più proni rispetto ad altri a certe inclinazioni disordinate (e l’inversione della propria identità sessuale può essere considerata una tra tante). E’ voler ridurre l’uomo a un mero “pacchetto genetico” a essere ascientifico.
Io conosco una psicologa atea e di sinistra che ha lavorato pure per il Tribunale dei Minorenni la quale non vuole neanche sentire che omosessuali si nasce! Ma proprio da un punto di vista scientifico sulla base della sua lunghissima esperienza professionale. La considero particolarmente attendibile perchè non si è mai occupata di terapia riparativa, cioè per lei omosessuali si diventa e si può tranquillamente rimanere. Il suo è un parere assolutamente disinteressato. Viene considerata valida e preparata , ha anche pubblicato diversi libri (presentati sempre alla Feltrinelli) sia pure non sull’argomento che ripeto non le tange, per lei non è un problema. Non posso fare il nome perchè oggi si rischia l’ostracismo per un’affermazione del genere.
Mi dispiace Giusi ma te e la tua amica dovrete adeguarvi alle nuove direttive, la scuola l’ha già fatto con questi meravigliosi libri di testo, e i nostri figli non avranno mai più questi disdicevoli dubbi….
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/12/3/SCUOLA-Omosessuali-si-nasce-o-si-diventa-/448848/
…da dove potresti essere bandita te con l’ostracismo? Da Padova?
… e te Alvise da dove potresti essere bandito senza neppur tirare in ballo alcun ostracismo? 😉
…dal pianeta?
Dal gotha dei presunti illuminati. Non io, la psicologa.
.ROBERTO:
..invece di ripetere sempre le solite sciocchezza sulla verità o che altro, considera il fatto che più sopra si parlava di “scienza” riferendosi a indagini nel campo della statistica applicata ai fenomini sociali. Converrai che il campo delle cosiddette RICERCHE sociali non riesce a fornire certezze assolute ma solo indicazioni ORIRENTATIVE. Ogni sfilza di dati può essere smentita da altre sfilze di dati, o può essere inficiato il metodo di raccolta deI dati o quello della loro interpretazione. Del resto siete VOI i primi a lamentarvi quando qualcuno “osa” PROPORRE qualche dato pseudoscientifico denunciandone (VOI) la parzialità la mala fede la falsità eccetra eccetra. Allora restiamo a uno stadio il più onesto possibile di considerare le cose senza tirar fuori la genetica o che altro. Che esista o non esistA IL GENE DELL’OMOSESSUALITA’ NON CAMBIA E NON CAMBIEREBBE NULLA. SAREBBE COME SI SI TROVASSE (O NON SI TROVASSE) IL GENE DEL CATTOLICESIMO…
Roberto,
attenzione. Se, come scrivi, una ricerca scientifica può essere definita tale solamente se conferma la Verità,
a ben vedere stai ammettendo proprio l’obiezione di filosofiazzero.
Omosessualità e pedofilia? Purtroppo non solo Mieli, ma anche Busi, che imperversa ancora in tv, dopo tutte le sue esternazioni vomitevoli sulla bellezza dell’amore con un bambino, e legge le favole dei bambini con il tono della voce ambiguo e non certo da padre amorevole (io un mio figlio non glielo lascerei a balia). Quanti ragazzini, ancora incerti nel loro orientamento sessuale, sono finiti fra le braccia di omosessuali e da lì hanno iniziato il loro percorso di esperienza e vita omosessuale! Potrei citarne svariati nella mia esperienza professionale.
Questo non vuol dire che tutti gli omosessuali siano pedofili, per carità, sarebbe una generalizzazione assurda e falsa, ma che vi sia una relazione fra le due cose eccome se c’è, e diciamolo, senza falsi pudori.
i gay sono infelici, una bella ironia degna del grande bugiardo
Di notte come i ladri………..
Dici?
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
In un articolo del 2005, riguardante un libro pubblicato negli USA nel 1990, possiamo ritrovare previste tutte le tappe che si sono poi di fatto concretizzate dell’avanzata dell’attivismo gay, della sua “normalizzazione”, dell’ideologia del genere e, infine, dell’obiettivo ultimo: la normalizzazione della pedofilia. Per chi è interessato a capire come si sia potuti arrivare alla situazione presente e quali sono gli sviluppi che ancora ci attendono:
http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/marchesinir327.htm
http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/marchesinir327.htm
…ritornando al discorso dell’altro giorno:
aono queste, per esempio, le Vs. “fonti” oggettive ?!!
no vedrai che prendiamo come fonte Repubblica e il Corriere della Sera e i suoi sondaggi tarocchi…
…vade retro!!!
Saverio forse ti dovresti preoccupare di questo?
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3049
…ma non gliene fate passare una, a Saverio!!!
mah, non so se sia scientifico il link di perfectioconvers.( però la bibliografia in fondo dove son riportate le note qualcosa potrebbe suggerire….) però quella più divertente, si fa per dire, è la citazione di quanto accaduto al Vallini e l’intervista a Grillini.
così anche quell’altro che qualche post fa si era inalberato per aver citato la rivista babilonia( che c’entra con la pedofilia?) è servito.
“…..fra esse Francesco Vallini, redattore di Babilonia. Mensile gay e lesbico – la rivista gay fondata a Milano nel 1982 – e animatore del Gruppo P, un’associazione di pedofili. Il presidente dell’Arcigay, on. Franco Grillini, invece di prendere le difese del redattore della maggiore testata gay italiana, dichiara: “[…] bisogna essere masochisti, o non capire che chi rivendica politicamente la pedofilia danneggia i movimenti di liberazione sessuale, alimentando il pregiudizio popolare contro i gay” (12).”
dove,peraltro, il Grillini, non condanna la pedofilia. dice solo che non “rende” apparire pedofili. almeno per adesso…
mi sa che il loro ideale è il satyricon di petronio.se va bene….
chapeau.
Secondo me il fatto che il dibattito sulla legge contro l’omofobia sia stato fatto di notte è la prova definitiva della coscienza cattiva dei parlamentari a favore di una sua approvazione. Dovunque è entrata in vigore una legge simile si è immediatamente scatenata una repressione della libertà d’espressione. Ne ho parlato anch’io sul mio blog:
http://luis-apologeticon.blogspot.it/2013/08/la-legge-contro-lomofobia-una-nuova.html
Un saluto a tutti.
Nella notte… nelle tenebre…
Non fa un grinza. 😐
@Saverio Maratti
vedo che continua a tirare in ballo argomenti beceri e pretestuosi per questo i suoi ultimi commenti non sono stati approvati. Arrivederci, ma non qui.
admin:
…in quanto agli argomenti beceri non posso dire ma non mi ricordo che Saverio Maratti sia mai stato “becero”,
Argomenti pretestuosi è difficile capire cosa potrebbe significare. Che uno piglia a pretesto un commento per fare un altro commento qualsiasi? Non mi è nemmeno mai sembrato fosse questo il modo di fare di Saverio Maratti…
I commenti a cui mi riferisco tu non l hai letti perché non sono stati pubblicati, in ogni caso come anche ci racconta bene il post pubblicato oggi, di cacchiate omosessualiste siamo massicciamente bombardati da tutte le parti (adesso Marino a Roma pure le luminarie gay friendly per Natale ce mette) , per cui almeno in questo blog facciamo volentieri a meno di quelle del signor Maratti (ma anche delle tue eventualmente…)
…ovviamente!
Lo posto qui perchè quello del libro di Costanza è chiuso. E’ un articolo molto interessante, si parla anche di lei. Descrive una sorta di nemesi storica, femministe contro femministe che si rinfacciano la mercificazione del corpo femminile dovuta ad un malinteso concetto di libertà. Da leggere
http://www.uccronline.it/2013/12/04/se-le-femministe-constatano-il-loro-fallimento/
Anch’io rispondo qui, perché di là è chiuso.
@ Bariom: “a volte non basta “guardare” (come c’è differenza tra “sentire” e “ascoltare”…), bisogna avere occhi per vedere”.
La differenza fra le due azioni è proprio quello che intendevo dire (ma in un commento forse troppo sintetico): siccome c’è differenza tra “vedere” (che, secondo me, corrisponde al tuo “sentire”, bastando per queste azioni solo che sia funzionante l’organo di senso corrispondente) e “guardare” (corrispondente ad “ascoltare”, perché entrambi presuppongono non solo organi di senso funzionanti, ma anche disponibilità e attenzione), ribadisco: per vedere Dio, basta guardare!
@Sara 🙂
Decisamente esprimiamo lo stesso concetto invertendo il senso che diamo a “guardare” piuttosto che “vedere”… 😉
Anch’io mi permetto di ribadire il termine “vedere” che equiparo ad “ascoltare” (non a “sentire”) se non per questione linguistica – non ho titoli in merito – ma certamente per “assonanze” bibliche.