Le domande del Vaticano sulla famiglia

Famiglie_pellegrinaggio_Roma-615x380

In vista del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia convocato per ottobre 2014 da papa Francesco, il Vaticano ha inviato ai vescovi di tutto il mondo un documento preparatorio che tra le altre cose contiene un  questionario indirizzato a tutti i cattolici. Le 38 domande toccano i principali temi legati oggi alla famiglia , dalle coppie di fatto alle unioni tra persone dello stesso sesso. Le chiese locali si potranno confrontare con i fedeli e con i sacerdoti, fornendo le risposte che saranno poi raccolte dalle diocesi e inviate al Vaticano.

Ecco il questionario.

SINODO DEI VESCOVI

III A S S E M B L E A G E N E R A L E S T R A O R D I N A R I A

 LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL’EVANGELIZZAZIONE

DOCUMENTO PREPARATORIO

CITTA’ DEL VATICANO  2013

1 – Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia

a) Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della “Gaudium et spes”, della “Familiaris consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare sul valore della famiglia secondo la Chiesa Cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare secondo l’insegnamento della Chiesa?
b) Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali?
c) Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia?
d) In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia?

2 – Sul matrimonio secondo la legge naturale

a) Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni dell’antropologia sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia?
b) Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale?
c) Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali?
d) Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono?

3 – La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione

a) Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”?
b) Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuale?
c) Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede?
d) In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare percorsi esemplari?
e) Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi?
f) Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi?

4 – Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili

a) La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente?
b) Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati statistici affidabili?
c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti?
d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?
e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?
f) Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme?
g) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede?

5 – Sulle unioni di persone della stesso sesso

a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?
b) Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?
c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?
d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?

6 – Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari

a) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?
b) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione?
c) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di offrire un’educazione cristiana ai propri figli?
d) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione del sacramento e l’accompagnamento?

7 – Sull’apertura degli sposi alla vita

a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista pastorale?
b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?
c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?
d) Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e nella partecipazione all’eucaristia?
e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al riguardo? f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite?

8 – Sul rapporto tra la famiglia e persona

a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo privilegiato perché questo avvenga?
b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo all’incontro della persona con Cristo?
c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita familiare?

9 – Altre sfide e proposte
Ci sono altre sfide e proposte riguardo ai temi trattati in questo questionario, avvertite come urgenti o utili da parte dei destinatari?

77 pensieri su “Le domande del Vaticano sulla famiglia

  1. Su un quotidiano on-line della mia città, che non cito perché non si merita nemmeno una reprimenda, questa notizia era riportata come ennesima conferma delle “aperture” del Papa, il quale avrebbe promosso questa sorta di “sondaggio” tra i fedeli per vedere che aria tira verso le unioni di fatto, unioni gay, sacramenti ai divorziati per poter ADEGUARE la dottrina della Chiesa al mondo e alla modernità. Mi chiedo se giornalisti e commentatori a corredo siano dei deficienti in buona fede o degli zolfanelli in malafede.

    1. Giusi

      Qualsiasi cosa sia, spero abbiano torto. Io, può darsi pure che sia una deficiente, ma, avendo letto questa notizia prima ancora che la postasse admin, la prima cosa che ho pensato è stata: ma un Papa, più che fare delle domande, non dovrebbe dare delle risposte? Ma ripeto: sarò una deficiente e magari pure in cattiva fede….

      1. Sara

        Anch’io, Giusi, ho pensato subito la stessa cosa, ma poi mi sono detta che devo aver fiducia che le cose stiano come dice Costanza: se i Vescovi riferiranno come stanno le cose nella loro diocesi, forse il Papa potrà presentare la Verità su questi argomenti in modo che possa essere recepita al meglio. Preghiamo perché i cattolici riscoprano la bellezza delle verità della loro fede!

        P.S.: Concordo anche sul fatto che il Catechismo di Pio X sia il migliore! Personalmente lo sto rispolverando anche per fare catechismo ai bambini.

        1. Salvatore Scargiali

          Cara Sara, il Papa dovrebbe dare solo risposte? nei secoli ci sono state guerre violenze e morti per discutere su domande e risposte. Se un Papa chiede delle risposte, si mette al servizio e saprà fare sintesi con l’aiuto dello Spirito Santo, molto meglio che mettersi in guerra e fare crociate o genocidi come nel passato. Per quanto riguarda il matrimonio, che è uno dei temi da analizzare, Il matrimonio è stato sempre un elemento di potere per chi lo ha gestito amministrativamente. La Chiesa se ne è presa la responsabilità nel XIII secolo e lo definì sacramento nel XV secolo, un grande potere per controllare la società e la politica. Lutero ne contestò la sacramentalità considerandolo solo un atto amministrativo come lo era stato fino ad allora secondo il diritto romano. Era invero un dibattito di potere, niente di sovrannaturale. Oggi noi assumiamo come naturali delle cose che per secoli sono state oggetto di gestione politica amministrativa. Ti rimando al testo edito da ZENIT, giornale elettronico cattolico, per un approfondimento: http://www.zenit.org/it/articles/perche-la-chiesa-ha-fatto-del-matrimonio-un-sacramento

  2. Oggi sono stata alla conferenza stampa di presentazione del sinodo, alla sala stampa della santa Sede, ed è stato detto chiaramente che si tratta di prendere il polso della situazione, per capire meglio come far arrivare meglio il messaggio della Chiesa

  3. Escluderei che il questionario sia farina del sacco Papa. Però, vedendo come è formulato, mi diventa più chiaro il perché di tanti disastri della comunicazione inanellati dai monsignori vaticani negli ultimi anni. Quante lauree magistrali occorreranno (e in che gamma di materie) per potersi definire cattolici in grado di rispondere a tono a tutte le domande?

      1. Giusi

        Il problema è che ognuno risponderà così come gli gira in testa e la mia paura è che passi il messaggio: che bello il Papa chiede il mio parere, la qualcosa è già di per sé destabilizzante….

        1. Giusi io sono dell’idea (come riportato da Costanza) che si tratti di “avere il polso”, o se vogliamo “scattare una fotografia”, dell’attuale sentire e pensare della “Chiesa Militante”, giusto che su questo sentire e pensare si vagheggia molto e anche ognuno dice la sua, con commenti più o meno apocalittici (nel corretto senso del termine…).
          Non quindi un cercare risposte o “ditemi che dobbiamo fare o che pastorale seguire…” (che poi voglio vedere i “quantimilioni” di diverse risposte).

          E anche ci fosse un “schiacciante” maggioranza per questo o quello, grazie a Dio, la Chiesa non è una democrazia 😉

          Il “che bello il Papa chiede il mio parere…” lasciamolo ai commentatori più sprovveduti 😉

          1. Giusi

            Bariom, non so tu, ma io ne sento e ne vedo di tutti i colori: in Chiesa, mica fuori……

            1. Certo, perché siamo tutti peccatori e dobbiamo convertirci e cmq credo siano più le cose che NON vediamo (in chiesa e fuori) di quelle che “vediamo”…

              Io penso sempre ad una frase che mi mette i brividi: “con il metro con cui giudichiamo, saremo giudicati” e mi vedo già spacciato!! 😉

              1. Giusi

                Non parlo di giudizi sulle persone, parlo di interpretazioni dottrinali singolari….. Non vi è chi non pecchi ma sono sempre di più quelli che ritengono di non farlo e soprattutto sui temi oggetto delle domande di cui sopra.

    1. Alessandro

      Premesso che nonostante tutto penso possa rivelarsi uno strumento di qualche utilità, anche a me sembra che il questionario non brilli per concisione e facilità ad essere maneggiato.

      Ad es. al n. 7:

      “È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?”

      E’ evidente che la seconda domanda presuppone che tale dottrina non sia accettata dalla maggior parte della coppie, quindi la prima domanda diventa superflua.

  4. Lalla

    Se ho capito bene sono linee guida fornite ai Vescovi per fotografare la situazione nelle varie diocesi, non un questionario inviato a chiunque. Comunque concordo sul fatto che sia un’operazione gestita in modo goffo, come minimo.

    1. Sì, hai certamente ragione, è chiaro che si tratta di linee guida per persone pratiche di questioni anche piuttosto complesse. Ma non credo di far peccato (non mortale almeno 😉 ) se penso che anche su questa iniziativa si scateneranno le chiacchiere più inverosimili…

  5. Sì, ma di per sé detto questionario non è eterodosso. E’ solo verboso, tautologico, retorico. Ha ragione Giusi: la Chiesa, in quanto detentrice per volontà e grazia divina del depositum fidei, non pone domande, ma dà risposte. Come ha sempre fatto. Che poi servano ulteriori sforzi per rendere le risposte più intelligibili in questi tempi corrotti e derelitti, in cui tra l’altro all’alta scolarizzazione fa corollario una scarsissima alfabetizzazione unita ad una tragica insipienza di Dio, dell’uomo e delle cose, può anche darsi. E allora lo sforzo principale potrebbe essere quello della semplicità, della limpidezza, della brevità. Cfr. il Catechismo Maggiore di S. Pio X, senza andar tanto lontano.

    1. Giusi

      Mitico catechismo di San Pio X imparato a memoria! Non vi era bambino che non sapesse che Dio è l’essere perfettissimo Creatore e Signore del Cielo e della Terra etc. etc. Ma non l’imparavamo mica a pappagallo! Ce lo spiegavano eccome! Adesso fanno la Comunione, fanno la Cresima e alla fine non sanno neanche di essere al mondo!

      1. Ecco… tutto da rifare, tutto da buttare, tutto tanta fatica per nulla!
        Si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni…

        Ma dai Giusi… 😉

        1. Giusi

          Il nuovo catechismo è bello ma quello di San Pio X per semplicità, sintesi, immediatezza e in definitiva “modernità”, a mio avviso, resta insuperabile. Secondo me per i bambini andava meglio. Infatti avevamo tutti una copia e la leggevamo anche perchè mi ricordo che si faceva l’esame alla fine dell’anno. Ho ancora gli attestati e le medaglie. Una volta sono andata pure a Roma! Figurati se non mi piace il nuovo del mio amato Benedetto ma non lo puoi dare in mano ai bambini, non lo capirebbero. Pertanto sono in totale balia dei catechisti. Tanti sono bravi, ma alcuni te li raccomando…..

  6. Blas

    Domanda. Come sapranno quale é la situazione della Chiesa? Per fare un inchiesta ci vuole tutta una tennica, decidere la popolazione, cioé definire “Chiesa” o “cattolico”, definire come arivare a loro, la proporzione in cui si arriverá come si potranno estrapolare i risultati. Mi pare qualcosa di inutile che si userá per strumentalizzare i risultati. Cioé i risultati diranno quello che chi ha il potere vuole che dicano. A questo punto meglio gli anglicani, li si sa chi vota é i risultati sono certi.

    1. Giusi

      Interpreto: se sondaggio dev’essere almeno rivolgetevi a Mannheimer! Che alla fine si può sempre fare una bella puntata di Porta a Porta speciale in prima serata col plastico delle diocesi e Papa Francesco che telefona a Bruno Vespa in lacrime: l’apoteosi!

  7. vale

    toh, una iniziativa che non mi dispiace.giusto per fare il bastian contrario.
    forse, il Papa, si rende pian piano conto che le informazioni che arrivano in vaticano non sono del tutto attendibili o sono, per così dire,piegate alla visione che si vuol dare. per un appuntamento così importante come quello del 2014 forse la fotografia reale ed aggiornata, serve. sempre ammesso che parroci, diocesi, ecc rimettano i questionarii o loro riassunti senza edulcorare od omettere i risultati( cosa che potrebbe benissimo essere: ve lo immaginate la figura del parroco o del vescovo che fino al giorno prima diceva tutto bene, e poi viene a scoprire che la sua parrocchia o diocesi è-su quegli argomenti, ma di conseguenza anche su molti altri- più allineata al mondo che al catechismo?)

      1. vale

        proprio perchè ne vedi di tutti i colori incluse interpretazioni dottrinarie singolari. ( e vuoi che il parroco non lo sappia?perché se non lo sa allora vada a fare il monaco,visto che non conosce lo stato del gregge a lui affidato….)
        per una volta pensiamo bene.( questo non vuol dire che, poi, ne trarranno conclusioni che servano a qualcosa.magari peggioreranno pure la situazione-speriam di no-ammesso sia possibile.)

  8. Scusate, ma dalle vostre parti il catechismo si fa col Catechismo?
    Da noi vige la creatività. Da quest’anno, per esempio, dopo che il Vescovo ha deciso di mettere in soffitta tutte le varie sperimentazioni fatte sinora, il parroco ha comunicato bel bello che da oggi si cambia. I bambini che si preparano alla Prima Comunione seguiranno un cammino di iniziazione cristiana (…) che parte da zero, perché “bisogna rendere attraente il Vangelo”. Quindi tanti giochi, la “drammatizzazione” della parabola del Buon Pastore, magari aggiungendo qualcosa, inventando i dialoghi, … poi facendo conoscere ai bambini l’edificio della chiesa (con i suoi due altari, quello dell’Eucarestia e quello della Parola), poi inventandosi delle liturgie, come quella dell’iscrizione al cammino durante la Messa comunitaria, ecc. Devo continuare?

  9. vale

    @franz
    bene. un po’ di creatività e spazio per nuove forme di pastorale e catechismo. e magari anche liturgie.( altare della parola? cos’è: il politicamente corretto del leggio?o mi son perso qualcosa?) p.s.un cicinin di spazio per quella in latino l’han lasciato? o è l’unica che deve scomparire?( e va bene che ha almeno 1600 anni e dovrebbe riposarsi un po’….)

    1. Giusi

      L’altare della parola è quello dove il sacerdote può fare il divo, quello dell’Eucarestia è quell’angolino dove viene relegato quel Povero Cristo di Gesù e che non si azzardi a credere di poter rubare la scena! E se lo vuoi adorare mentre ascolti la messa devi farti venire il torcicollo (sempre che non sia in un’altra stanza…)

    2. Latino? Orrore! La Messa è Partecipazione, è Assemblea, è Celebrazione Della Parola. Basta con le tiritere, le preghiere delle vecchiette, le robe imparate a memoria. La Chiesa va riformata, deve aprirsi all’oggi, bisogna coinvolgere i laici, renderli consapevoli della loro ministerialità. Siamo tutti ministri. Il catechismo si fa alla Caritas, il corso dei fidanzati è un dialogo, il Consiglio Pastorale (bello perché democratico) dev’essere organizzato in Commissioni di Studio. L’importante è aggiornarsi, essere al passo coi tempi. Benvenuti nel 1968.

      1. Rosanna

        Ma meno male che abbiamo avuto il Concilio Vaticano II, non so quanti anni hai franz ma io ricordo, anche se ero bambina, le noiosissime messe in latino dove non si capiva nulla ma erano tanto belline. Mia madre sapeva tutte le preghiere in latino e rispondeva a tutte le invocazioni durante la messa. Peccato che non sapesse una parola di latino!
        Anch’io ho vinto una gara di catechismo , perché sapevo tutto a memoria , ma la cosa non mi esalta. Il catechismo non si fa alla Caritas ma negli oratori con tanti catechisti che ce la mettono tutta per preparare i ragazzi. I laici devono essere coinvolti, non siamo vasi da riempire.

        1. Giusi

          Non erano e non sono affatto noiose, erano e sono dense di sacralità e di adorazione del Signore. Le preghiere in latino le sapeva pure mia nonna che non sapeva il latino ma sapeva perfettamente quel che diceva e ce lo trasmetteva pure. I canti poi erano bellissimi altro che quelle ciofeche di adesso malamente strimpellate. Imparare le cose a memoria non preclude di capirle anzi ne rafforza la comprensione ed è un ottimo esercizio per la mente che sarebbe bene ripristinare.

          1. Rosanna

            Ripristiniamo anche le punizioni corporali così’ si chiude in bellezza! Noi avevamo un bravo sacerdote che ci menava per bene però era un santo leggeva il breviario in latino.

            1. Giusi

              Dubito fosse un santo se vi menava. Come dire che a causa dei preti pedofili la Chiesa fa schifo. Mi sembrano discorsi da Repubblica.

              1. Rosanna

                Infatti non ho detto che la chiesa fa schifo, e’ fatta di uomini che possono sbagliare. Certo che, cara Giusi, senti odor di zolfo ad ogni angolo. Rilassati!

                1. Rosanna, ieri sera leggevo una cosa che in qualche modo “risuona” e te la propongo.

                  «A chi pensa che un santo sia una brava persona, questa storia risulterà indigesta. A chi cerca la salvezza nella linearità dei comportamenti, questa vicenda apparirà scandalosa. A chi agogna la risposta immediata per dirimere le infinite contraddizioni del quotidiano, questo racconto sarà d’inciampo, e velocemente da dimenticare. Ma a chi, solo per una volta, sarà capitato l’accidente di riflettere che questa nostra esistenza è impasto di stelle e letame, cui nemmeno un Dio disdegnò di partecipare, la storia di padre Damiano e Robert Louis Stevenson parrà conferma e conforto che nulla è impossibile sul terzo pianeta del sistema solare.» (continua in http://www.tempi.it/per-capire-cosa-e-il-cattolicesimo-leggete-come-ateo-stevenson-difese-padre-damiano-il-santo-lebbroso)

    3. Altare della parola (vulgo ambóne?). Perché, intorno a quell’altro altare non si parla? L’ombra di Bruno Migliorini si sta rivoltando nella tomba 🙁

      1. vale

        @wsenmweb
        insomma,il leggio…quello che un tempo era l’ambone….( si ironizzava sulle nuove architetture,eh! 🙂 )

  10. vale

    ah,l’altare conciliare…la mensa, la tavola,ecc…stavo già paventando qualche innovazione( e va bene che dopo aver visto l’aggiornamento architettonico del Duomo di Reggio emilia, la nuova chiesa di renzo piano a S.Giovanni Rotondo o di fuksas a Foligno (vedere link )poi uno dice che diventa un testimone di genova…. http://bruttechiese.blogspot.it/

    1. Vale questo solo perché la Chiesa (questo si) latita completamente sugli aspetti artistici-architettonici e viene lasciato tutto ai singoli Vescovi, quando non solo parroci (con tutto il rispetto) o alle “commissioni” di circostanza e rela tive + o – “archistar”…

      Ma non esiste solo la “galleria degli orrori” (e errori) 😉

    2. Giusi

      Vale, sono appena tornata da San Giovanni Rotondo. Non riesco a mettere piede in quella chiesa che peraltro è vuota. La gente si riversa nella chiesetta antica e in quella della Madonna delle Grazie. Turandomi il naso (per far contenta un’amica) sono scesa nel mausoleo di Tutankhamon dove hanno messo il pupazzo di Padre Pio che voleva stare nella nuda terra ma tant’è. Sono andata con i Francescani dell’Immacolata (quelli giusti: finché non li esilieranno tutti). Ti racconto un illuminante episodio. Sabato 2 novembre abbiamo percorso a piedi il vecchio sentiero che da San Giovanni Rotondo va a San Michele Arcangelo. Due ore e mezza di strada. Propro in quel giono c’era un pellegrinaggio dei Francescani dell’Immacolata da Sassoferrato (noi venivamo dal nord), il sentiero pullulava di frati e di suore oranti. Arrivati a destinazione nella meravigliosa grotta di san Michele il sacerdote che ci accompagnava ha detto la messa alle 17.30. Le suore si sono messe di fronte nel coro. E’ un santuario di grandissima affluenza pertanto non c’eravamo solo noi. La messa è stata celebrata secondo il loro stile quindi con una grande sacralità, canti e musiche celestiali, comunione solo in ginocchio e in bocca, ringraziamento dopo la Comunione. Il bello è che la gente era estasiata, tutti si sono inginocchiati, nessuno ha preteso la comunione in mano. Alla fine sono stata fermata da più di una persona che mi ha chiesto: ma chi siete? Ma che bello! Magari tutte le messe fossero così!

      1. Vedi Giusi, sono sicurissimo che sia stato come hai detto e penso avrei partecipato anch’io con gran raccoglimento e (mi auguro) frutti spirituali, ma per onestà devo dire che l’episodio conclusivo è capitato “pari-pari” al sottoscritto, anche al termine di Liturgie che si discostavano su alcuni punti (ma si discostavano né fuori dall’ortodossia, né perché meglio o peggio o così o cosà…).
        La “trasmissione (o percezione) del sacro”, non è per fortuna vincolata a ferree regole di tipo “matematico”, per cui 2+2 fa inevitabilmente 4.

        Questo dico non per polemica o altro ma per onore al “et-et” 😉

      2. vale

        fra poco di pieno ci saranno solo le moschee( appena inaugurata a colle val d’elsa quella tanto esecrata dalla fallaci)…..
        sono d’accordo-come ho già avuto occasione di dire- sull’et-et( ma su tutto l’et-et. anche quello preconciliare.)
        ( anche se questo prete brianzolo faccio un po’ fatica a digerirlo. e ve tocca pure il sito di repubblica-anatema sit-e 10 secondi di pubblicità prima di vedere il ridicolo…)

        http://video.repubblica.it/divertimento/il-parroco-canta-e-balla-mamma-maria-durante-il-matrimonio/135252/133786

  11. Ecco (come sopra)… tutto da rifare, tutto da buttare, tanta fatica per nulla!
    Si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni… (e la chiesa ha sbagliato tutto:-|)

    1. Giusi

      Ma perchè si stava peggio? Stai banalizzando. Lo stesso Paolo VI disse che dal Concilio non era derivato quello che si sperava. Il Concilio ha un senso solo alla luce della Tradizione della Chiesa, questo non lo dico io, lo dicono i Papi.

      1. Ho usato male un modo di dire… lungi da me dire “si stava peggio”… si stava come era dato di stare, secondo quanto disponeva Santa Madre Chiesa, quindi bene. 😉

  12. vale

    @ bariom
    infatti non generalizzo. però tali orrori ( ai tempi delle polemiche sul Duomo di Reggio Em. avevo trovato anche link su chiese all’estero ecumenicamente-gli orrori- piazzati in ogni dove. il cattivo gusto non è prerogativa solo italiana. inoltre trovai un link con foto di chiese preconciliari con già l’altare verso il popolo, mi pare degli anni ’20 sia in Italia che in altri paesi.quindi non è neppure una novità conciliare quella dell’altare rivolto al popolo.figurati. .-)

    1. Ah, sul duomo di Reggio Emilia pollice verso sicuramente, ma personalmente per evidenti e stridenti forzature di tipo estetico-architetonico-logistico (volevo anche scriverci un articolo…)
      I link sulle chiese di cui parli, li conservo ancora… visto che sei interessato, potresti dare un occhio anche a questi:

      http://wp.me/p20fJu-od
      http://wp.me/p20fJu-oj

      Aspetto le “batoste” 😉

  13. StefyB.

    Se non ricordo male non è la prima volta, almeno a Roma, che viene rilasciato un questionario da discutere nelle parrocchie da usare poi come base di discussione, poi non ricordo se negli altri casi si trattava di convegni minori. Ben venga, considerando che spesso le alte cariche sembrano ignorare cosa succeda nel mondo reale. Preghiamo che venga compilato bene, che per me è anche dare risposte che ti girando in testa a patto che siano sincere e che poi non vengano abbellite per lasciare una sorta di giudizio ottimistico, ma soprattutto preghiamo perché le risposte vengano davvero lette.

  14. Franca 35

    La mia impressione, forse errata e domando scusa, è che mentre ci stiamo a gingillare con questionari-domandine-discussioni per arrivare alla fine del 2014 e definire finalmente cos’è la famiglia, cristiana o non, intanto in Italia e in Europa saranno varate le leggi sulla omofobia e nelle scuole si inizierà ad insegnarle dai sei anni in su. Parliamo della famiglia come se avessimo un sacco di tempo a disposizione, ma non è così. I segni di distruzione della famiglia sono già evidenti da un bel pezzo, e se vogliamo porre rimedio a questo stato di cose non credo proprio che ci sia tempo da perdere. Che poi magari al resto del mondo non interessa quel che dice la Chiesa, lo vediamo già ora, ma ricordiamoci che proprio nell’ambito cristiano esiste una ignoranza crassa e destabilizzante, e non ci si rende conto di dove si sta andando a finire. Il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, il “poveretti se sono nati così che colpa ne hanno?”, sono tutte cose considerate “buone” proprio da quelli che si definiscono cristiani. E mi fermo qui.

    1. Giusi

      🙂 La faccina che ride è perchè apprezzo quello che hai scritto ma ci sarebbe da piangere.

    2. Sara

      Purtroppo, Franca, credo proprio che tu abbia ragione. Ma al Signore non sfugge nulla: affidiamo a Lui la Chiesa e la famiglia! Questo possiamo continuare a farlo o iniziare a farlo subito ed è potentissimo!

  15. Salvatore Scargiali

    Se la famiglia divide dal mondo e viene considerata dai componenti luogo da privilegiare anche a scapito degli altri, come in moltissimi casi avviene, è da riformare pesantemente. Se la famiglia è un luogo di responsabilità e crescita sociale aperta al mondo dove i componenti operano con giustizia ed equità sia all’interno come verso l’esterno è da sostenere. Se la famiglia è considerata l’unico paradigma sociale dove uomini e donne devono affermarsi è un limite insopportabile per chi non ha vocazione matrimoniale o familiare, per questi i silenzi e la poca attenzione da parte della Chiesa non è accettabile…..

    1. E’ vero, Salvatore, se il cielo è bello azzurro tutto bene, ma se è grigio o piove bisogna riformarlo pesantemente. Se il sole scalda ma non troppo è da sostenere, ma se scotta non è accettabile e soprattutto è imperdonabile il silenzio della Chiesa su tutto questo scottìo.

      1. Salvatore Scargiali

        Una famiglia che divide dal mondo perché vede se stessa come la cosa primaria pecca di egoismo e moltissime pensano così, esse vedono nei figli lo scopo primario della loro vita e così spesso è insegnato e avallato da una cultura bigotta. Non si tratta di “tempo grigio” si tratta di una concezione della famiglia come gruppo privilegiato nei confronti degli altri. E’ una visione egoistica, una cittadella fortificata contro i vicini, contro il mondo. Ricordo cosa dice Luca 14:26 “Se uno viene a me non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita,non può essere mio discepolo”. Dice Matteo 19,29 “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” Cioè devi amare il Signore sopra ogni cosa e come lo ami il Signore? cito Matteo 25 35,40: Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il Signore dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Concludo: amare la propria famiglia e mettere in secondo piano gli altri è una visione della famiglia che divide, che crea contese e male, altro che tempo grigio. Questo concetto di visione della famiglia va completamente rivisto e non è cosa facile.

    2. Personalmente non mi ritrovo con il concetto di famiglia che descrivi… non dico non esista, ma non mi pare sia il “modello”, né tanto meno il modello che la Chiesa propone.

      Chi non ha la vocazione matrimoniale ha certamente altra vocazione e se viene da Dio (come quella matrimoniale) la Chiesa ne ha cura.
      Posso concordare invece che troppo spesso oggi, nelle famiglie (anche cristiane) c’è troppo “silenzio” su vocazioni che non siano quelle al matrimonio (se non ancora ben più mondane).

  16. Franca 35

    Salvatore, ce l’hai con la tua famiglia? Succede! Ma le famiglie in generale non sono come le descrivi tu. Ci sono sempre le eccezioni, nel bene e nel male, e il concetto della famiglia che descrivi è il tuo, e sono d’accordo che va completamente rivisto: provvedi! Auguri!

    1. Salvatore Scargiali

      Mi spiace che dai queste risposte, è inutile dirti che non ho problemi in famiglia proprio perchè ho sempre gestito in modo aperto i miei legami. Ho figli di 40 anni che fanno la loro vita autonoma e con mia moglie abbiamo tanti interessi in comune e non, ringrazio il Signore dell’aiuto che mi dà e non do niente per scontato, le cose sono sempre complesse. Vedo invece molte chiusure ed egoismi nel mondo, a partire dalla difesa del proprio orticello e del proprio nucleo familiare, che si allarga poi a campanilismi di regione, di gruppi, di amici con il condimento del disprezzo dei diversi. Il mondo non va bene e mi sembra che ce ne accorgiamo tutti. La frase che spesso sento dire a padri di famiglia è: “quando torno a casa e chiudo la porta mi sento bene”, è una frase banale, pigra ed egoista, ma passa come una frase saggia e di cui vantarsi. All’interno delle famiglie, poi, quando i genitori puntano tutto le loro soddisfazioni sui figli spesso li rendono reclusi, li caricano di sensi di colpa, per tali ragione e per tante altre si creano contese che vedono lo scollamento totale tra genitori e figli. I problemi sono tanti e fa bene il Papa ad approfondire la questione, la famiglia una questione banalizzata, ma centrale, luogo della trasmissione della cultura e della educazione ma anche fonte di molti egoismi.

  17. Giusi

    Per interpretazione autentica del pensiero di Salvatore Scargiali:

    Origini culturali della sessuofobia e della famiglia

    La sessuofobia, riscontrabile in molte culture, sembra avere origine da problematiche legate alla sopravvivenza della specie umana, all’ “igiene” in senso lato. È evidente che, nelle ere primitive dell’uomo, per la donna rimanere incinta e partorire senza adeguate cure, che oggi definiremmo di carattere sanitario, era esporsi ad un rischio elevato di morte. L’alta percentuale di mortalità al momento del parto e di complicazioni durante la gestazione in una società primitiva ha evidentemente portato a “difendere” il “sesso” femminile, fattore della prosecuzione della specie. Quasi tutte le culture lo hanno reso accettabile solo in adeguate circostanze, come all’interno di una coppia riconosciuta e protetta dalla comunità. Molte di queste usanze, invero, hanno avuto origine da intuizioni che oggi definiremmo “igieniche” dovute al profeta-sacerdote-stregone di turno . Così come la proibizione di cibarsi di alcuni animali o bevande, l’obbligo di fare le abluzioni quotidiane sono divenute regole o leggi religiose, anche la definizione dei comportamenti sessuali sono rientrate negli obblighi o nelle leggi religiose. Inoltre le relazioni uomo donna sono state guidate dall’istinto di trasmissione dei geni, il desiderio di sopravvivenza si è tradotto nella voglia di paternità del maschio. Per assicurarsi la discendenza, la donna veniva protetta e relegata in modo da avere rapporti solo con l’uomo che l’aveva “presa”, il piacere femminile veniva represso per diminuire il pericolo di libertà sessuale da parte di tale sesso, caso più evidente ancora oggi il fenomeno africano dell’infibulazione . Il maschio, più forte, sottometteva la donna per assicurarsi la paternità dei generati. Nel corso della storia, poi, le relazioni sono state guidate non solo dal desiderio di trasmissione dei geni, ma anche dalla voglia di perpetuare in qualche modo la propria esistenza trasmettendo ai propri eredi diretti quello che si è conquistato in vita. La famiglia ha un’origine che potremmo oggi definire di natura economica. La struttura familiare assicurava una gestione sinergica dei beni, che venivano difesi e ampliati per mantenere salda la sicurezza di sopravvivenza e di continuità della specie e del proprio seme. Tali desideri nella storia hanno comportato il dominio delle famiglie più ricche, e, allargando il concetto, il dominio delle etnie più agguerrite e, nel corso della storia, delle nazioni più potenti. Leggi e ideologie hanno difeso e difendono ancora oggi questa impostazione. Ma un cammino di cambiamento si è intrapreso, bisognerà capire quali saranno le spinte giuste per tale evoluzione. Spinte che diano ad ognuno, uomo donna o altro che sia, la possibilità di riconoscere, al di fuori di schemi e vecchi paradigmi etici, il proprio carisma e di metterlo a frutto per se e per gli altri in armoniosa sinergia.

    Da quanto detto prima, oltre che parlare dell’origine del controllo dei rapporti sessuali, si deduce che l’origine della famiglia, e di molte regole religiose di varia natura e credo, non possono essere valutate di carattere trascendente. Le definirei necessarie, decise per utilità sociale e trasmesse alla massa come leggi divine dai leader del momento. Questo inquadra la famiglia o il gruppo familiare non come valore assoluto , ma come struttura economica utile. Sotto questo aspetto può essere soggetta a cambiamenti. Difatti la storia lo conferma e così si presenta ancora oggi. Gli islamici sono poligami; al tempo di Abramo, e per molti secoli, erano in uso le concubine, avendo l’uomo il dovere di mantenere le donne rimaste sole, o perché vedove o perché orfane o non maritate. Nelle isole oceaniche non esisteva la famiglia ma c’era una promiscuità diffusa, dovuta penso all’esiguo numero di persone che vivevano o sopravvivevano in quelle comunità a risorse ristrette. Oggi nel mondo occidentale, grazie alle conoscenze sanitarie raggiunte e grazie anche alla crescita economica, la donna può essere indipendente sessualmente, socialmente ed economicamente. Di fatto oggi accade che quasi tutti i genitori raccomandano alle figlie di assicurarsi l’indipendenza economica; non è più prioritario cercargli un marito come lo era nel pensiero dominante fino a 60 anni fa. Che sia un fatto positivo o meno non lo voglio giudicare, merita una analisi e un dibattito approfondito e forse si potrà dare una valutazione reale nei prossimi 100 anni. Per i cristiani questo non dovrebbe intaccare affatto la loro Fede, chi legge il Vangelo nella sua essenza, sa che il Signore ha insegnato che dobbiamo essere in contatto con Dio attraverso di Lui e che il contatto con Lui si realizza nell’amore verso il prossimo al di sopra di famiglie, parentele o altro. Il Vangelo di Cristo, invero, nel suo messaggio interiore, rimane al di fuori della storia e al di sopra della Legge. Come dico sopra, il compito dell’uomo è ricercare il proprio carisma, metterlo a frutto per se e per gli altri in armoniosa sinergia.

    Salvatore Scargiali

    1. Salvatore Scargiali

      Quella di sopra è una sintesi fatta da letture di testi di etnografia ed altro e da mie considerazioni, che rimangono solo ipotesi o valutazioni personali. Il problema esiste e il problema della famiglia non si risolve nascondendo i problemi. Il mondo ha tanti problemi e ha vissuto nei secoli con la sopraffazione di gruppi di uomini su altri gruppi: nazioni, popoli, etnie che siano. Dobbiamo sperare di raggiungere un tempo dove si possa convivere insieme senza sopraffare nessuno. Il cammino è ancora lungo. Dobbiamo avere fiducia nel progresso, non vederlo con sospetto. Nel Vangelo il Signore ci indica il regno di Dio come un luogo dove non ci sono più padri madri figli mogli nipoti, è ridicolo quando sento dire, per consolare chi muore, che rivedrà la mamma i parenti etc, bisognerebbe imparare a volare più in alto molto più in alto.

  18. Pingback: Le domande del Papa sulla famiglia e sull’amore per il prossimo Sinodo | Italia Domani

I commenti sono chiusi.