Monologhi molesti

luciana-littizzetto-e-fabio-fazio-la-quarta-sera-di-sanremo-2013

di Raffaella Frullone

Giochiamo per un attimo a invertire i ruoli. Cosa sarebbe successo se il monologo di San Valentino di Luciana Littizzetto al Festival di San Remo fosse uscito dalla bocca di Fabio Fazio e la Lucianina nazionale gli avesse invece fatto simpaticamente da spalla?

Immaginiamo che per scaldare la platea così, en passant, Fazio la apostrofi, in tutta amicizia e con la simpatica fraterna che lega soltanto due cari amici, con un “cretina”. Anzi due. Così, non al tavolo del Bar Sport o nei camerini di Uomini e Donne, ma dal palco dell’Ariston, un tocco di galanteria che neanche Sgarbi dalla D’Urso quando si infervora.

La Littizzetto parte col botto: “Prova a dire ti amo? C’è più amore negli occhi di una lucertola che nei tuoi.  Si perché voi maschi, cara altra metà della mela, quella col verme… fate fatica a dire ti amo.. Lo dite solo in caso di estrema necessità. Come c’è scritto negli armadietti di vetro degli estintori… Dite dei surrogati. Dei derivati del ti amo. Che fanno danni come i derivati delle banche”.

Ecco immaginiamoci il corrispettivo maschile. Una cosa del tipo: “Le donne vogliono sentirsi dire Ti amo. Cominciano a triturarci gli zebedei con questa storia più o meno a cavallo tra il secondo e terzo appuntamento, che poi per noi non è nemmeno un appuntamento, visto che non mi ricordo nemmeno il suo cognome. Invece lei sta già stendendo la lista degli invitati al matrimonio, scegliendo la nuance delle partecipazioni e pianificando i prossimi 25-30 anni insieme. Ma ti amo ddde che? Datte ‘na calmata altrimenti abbandono il campo”. E in effetti in genere finisce così.

Poi Luciana accatta il ritornello del “Vi amiamo lo stesso…”. Per chi non lo avesse sentito ecco qualche estratto: “Vi amiamo quando avvitate la caffettiera fino allo spasimo che per aprirla dobbiamo chiamare i pompieri, e poi non chiudete i barattoli, appoggiate solo il coperchio sopra cosi appena lo prendi sbadabam cade tutto. Vi amiamo quando sparecchiate la tavola con la tecnica del discobolo, mettendo in frigo la pentola della minestra che poggia su due mandarini.  Vi amiamo quando a Natale scavate il panettone con le dita, quando per farvi un caffè sporcate la cucina che neanche 10 Benedette Parodi…, e pure quando per farvi la doccia allagate il bagno e lasciate la malloppa di peli nello scarico, che sembra di stare insieme a un setter irlandese! Vi amiamo quando diciamo voglio un figlio da te e voi rispondete “Magari un cane” e noi vorremmo abbandonare voi  in autostrada non il cane. Vi amiamo quando andate a lavare la macchina e ci chiudete dentro coi finestrini aperti, vi amiamo quando fate quelle battute tipo prima di fidanzarti guarda la madre, perché la figlia diventerà cosi, Voi no. Voi spesso siete pirla fin da subito. Vi amiamo quando mettete nella lavastoviglie i coltelli di punta, che quando noi la svuotiamo ci scarnifichiamo, e quando invece di sostituire il rotolo finito della carta igienica usate il tubetto di cartone grigio come cannocchiale. Vi amiamo perché amiamo l’amore che è un apostrofo rosa tra le parole: E’ irrecuperabile …ma quasi quasi me lo tengo”.

Proviamo a immaginarla al maschile: “Vi amiamo lo stesso. Anche quando cercate di cambiare i canali della televisione usando il joystick della plyastation e non sapete la differenza tra hardware e software. Vi amiamo anche quando ci telefonate con una precisione svizzera mentre siamo in riunione dicendo che la macchina si è fermata inspiegabilmente quando spesso la spiegazione sta nella spia gialla accesa, sì,  proprio quella a forma di pompa di benzina. Vi amiamo anche quando esclamate entusiaste: “Stasera ho invitato mia mamma e le mie sorelle coi bambini” incuranti del fatto che stasera ci sarebbe la Champions. Vi amiamo quando ci chiedete di attaccare le mensole nuove del bagno pretendendo che nessun granello di polvere si depositi nemmeno temporaneamente sul pavimento. Vi amiamo anche quando ci chiedete “Amore sto bene vestita così?” e nessuna risposta è mai giusta o quando dite voglio un figlio e c’è solo una risposta giusta (e non implica il cane). Vi amiamo quando parlate fino allo sfinimento raccontandoci la vita privata del figlio del vicino di casa della collega dell’ufficio di fianco e ci guardate indignate quando non ci ricordiamo che il prologo di questo avvincente romanzo ce lo avete raccontato circa 7-8 mesi fa mentre leggevamo il giornale una domenica mattina. Vi amiamo anche se durante la guida ci chiedete “sei stanco, vuoi fermarti?”, e noi rispondiamo “No”, voi vi offendete perché non consideriamo che volevate fermarvi voi. Vi amiamo anche quando scatta l’allarme rosso: ovvero improvvisamente tacete, e se chiediamo “Cosa succede?” rispondente “Niente” e quel niente è il preludio di un uragano che Katrina al confronto è una brezza estiva. Vi amiamo perché  l’amore è un apostrofo tra le parole: ma chi me l’ha fatto fare?… Ma ormai è fatta.

In realtà non so se il monologo sarebbe potuto arrivare a questo punto. Certamente non arriverebbe alla fine perché fuori dall’Ariston starebbero cominciando ad arrivare orde donne indignate sul piede di guerra. Dalle Se non ora quando in divisa d’ordinanza della (Collezione Bindi, t shirt: “Presidente, non sono una donna  a sua disposizione”), alle Femen in assetto da battaglia, e dunque senza reggiseno, fino al Popolo Viola, rigorosamente verde di rabbia. Le trasmissioni sarebbero interrotte dal Garante Rai per le Pari opportunità- gender equity e women empowerment, il Tribunale dell’Aja avrebbe mandato i suoi commissari straordinari a invalidare il Festival e dichiararlo illegale. Fazio si ritroverebbe in carcere preventivo per istigazione alla discriminazione e la Littizzetto al Quirinale per giunta titolata di Nobel per la pace.

Lucianina chiude così: “E poi vorremmo un San Valentino dove nessun uomo per farci i complimenti dicesse che siamo donne con le palle. Noi non vogliamo essere donne con le palle, c’abbiamo le tette, bastano e avanzano, tra l’altro sono sferiche anche quelle. Vogliamo solo rispetto”

Non so se chiedere rispetto agli uomini dopo averli dipinti come una specie sottosviluppata funzioni. E’ un po’ come quando Corona chiede rispetto ai fotografi dopo avergli fatto un occhio nero. Poi in genere gli uomini per farci i complimenti non ci dicono che siamo donne con le palle. A volte si azzardano a dire che le rompiamo, ma non so se sia esattamente un complimento. Di certo nessuno lo ha detto alla Littizzetto, nemmeno gli uomini. Hanno tutti incassato sorridendo, forse perché non sono inadeguati come li ha dipinti, o magari al contrario di Lucianina sanno essere dei gran signori e non ci martellano con le nostre mancanze.

141 pensieri su “Monologhi molesti

  1. Giusi

    Vabbè ma adesso non esageriamo! Io non adoro la Littizzetto ma forse la parte più simpatica è proprio quando tratta quella faccia da pirla di Fazio come un pirla e lui fa finta di esserlo: è un gioco che va avanti da sempre anche a che tempo che fa. Non è vero che gli uomini non prendono mai in giro le donne: Sandra e Raimondo hanno fatto ridere fino all’altro ieri. Ci sono tante altre cose da deprecare nel Festival di San Remo!

    1. Aleph

      Il monologo della Littizzetto era ironico e faceva ridere. Non credo ci sia niente di male nel prendersi in giro – bonariamente – sulla differenza sessuale. Anzi, se uomini e donne sapessero sempre viverla con un pizzico di ironia, invece di offendersi o di negare… E’ vero che, a volte, l’ironia di un uomo sulle donne è meno tollerata, ma non mi sembra un assoluto. Gli uomini hanno scritto e detto, per secoli, cose tremende sulle donne… Bisogna anche accettare che sia rimasto un peso dovuto a questa storia. Senza scomodare le Femen…

  2. Giovanni Varuni

    I ragionamenti con il senno di poi non mi convincono. Tuttavia, c’è una cosa simpatica che voglio sottolineare. La Littizzetto ha fatto un monologo sulla bellezza della diversità tra uomo e donna e di come questa sia complementare in un rapporto di natura sentimentale. In questo monologo ha fatto l’intervento sulle coppie gay che di complementare hanno niente. Non c’entra niente. E’ stato un continuo attacco ai valori non negoziabili. Un festival politicizzato che non mi è piaciuto (a parte qualche canzone).
    I misteri di questo Festival di Sanremo (da leggere Festival del Primo Maggio).

  3. Poi, immaginiamo se invece di prendere di mira l’uomo, chiamandolo cretino, verme (della mela), pirla, ecc prendessimo in giro un omosessuale?

  4. Perchè è possibile prendere in giro gli uomini in quel modo e il contrario non sarebbe immaginabile? perchè la nostra non-cultura/barbarie/sub-pensiero-irrazionale incoraggia gli uomini che abdicano il loro ruolo. Uomini che non lasciano il pontificato o comunque un qualunque incarico per servire maggiormente la Chiesa o comunque la società, ma che cercano le poltrone per servire se stessi.
    Ma non tutti gli uomini sono così: e proprio su quelli si abbattono gli strali della cultura main-stream, cattolica o atea, di destra o di sinistra. Quando pretendiamo rispetto, quanto pretendiamo di occuparci dei figli, quando pretendiamo di non delegare le nostre responsabilità.
    Siamo onesti: questi uomini non piacciono troppo neppure alle neo-femministe modello Costanza Miriano e Raffaella Frullone, anche se devo ammettere che siete le uniche alle quali sento ripetere concetti che noi tra noi ci rigiriamo da anni.
    Dai, andate avanti: chissà che qualcosa di buono non venga fuori davvero.

  5. Questa coppia da strapazzo (Fazio-Littizzetto) è quanto di peggio mi possa capitare di sentire e vedere. A casa mia neppure un secondo sul festival in una settimana. Preferirei di gran lunga un film porno a questo festival dell’ipocrisia, del politically correct, della sottocultura.

  6. Alvaro.

    In Italia c’e’ ancora qualcuno che si stupisce di qualcosa? Ma dove vivete? In questo paese non c’e’ piu’ nulla di cui stupirsi in nessun campo, e qui sta’ il peggio. Ci stupiamo ancora dei comportamenti dei politici? E dei magistrati che ne dite? E di tutte le varie caste che difendolo solo il proprio piccolo orticello e si disinteressano di quello piu’ grande che e’ l’Italia? La Litizzetto e Fazio sono solo due piccoloi “comunistoidi” che difendono solo i loro interessi e se ne fregano altamente delle donne, degli uomini e della realta’ che gira intorno a loro. Alvaro.

  7. Mah… a me pare che il genere ironia non sia proprio il piatto forte in questo blog… Allora dovremmo distruggere ogni riferimento alla caricatura, che invece è una sottile arte (la applicava anche Gesù nei confronti dei farisei e degli scribi, non solo con lo sdegno, ma sicuramente anche con un sorriso beffardo nei loro confronti).
    Forse vi farebbe bene sorridere un po’ di più…
    Io penso che in una gag sarebbe stata la stessa cosa se quelle affermazioni le avesse fatte Fazio nei confronti della Littizzetto: tutti (o quasi) avrebbero capito che si trattava di una celia.
    Non siate troppo accigliate, donne, suvvia! Per la prima volta a Sanremo non c’era una soubrette, ma una vera e propria conduttrice con diritto di parola (e di mimica: bastava vedere le sue facce quando arrivava qualcuno/a vestito/a un po’ così…).

    1. Il fatto che qualcuno parli del sorriso “beffardo” di Gesù mi conferma in una radicata convinzione: in questo paese non abbiamo bisogno di rifondare il comunismo ma la dimestichezza col vocabolario della lingua italiana 🙂

        1. L’aggettivo “beffardo”, nell’uso corrente, non ha quella connotazione positiva che ci si aspetterebbe dal sorriso di Colui che amò il Suo prossimo più di Sé stesso.
          http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/B/beffardo.shtml

          Facendomi da avvocato del diavolo, posso notare che nel Settecento al termine “beffardo” si attribuiva un carattere meno sgradevole di quanto non si faccia oggi («derisore in giuoco» e «coloro, che si dilettano di far beffe, e d’uccellare ciascuno, non per ischerno, nè per disprezzo, ma per piacevolezza» http://www.lessicografia.it/BEFFARDO)

          Però oggi non si parla come nel Settecento e in ogni caso una persona che passa il tempo a beffare e uccellare ciascuno tanto per divertimento non è, nella mia povera opinione, la prima definizione che mi verrebbe in mente parlando di Gesù.
          Giusto il mio centesimo di contributo, come dicono nel Missouri 😀

        2. Concordo con Senm

          Beffardo: che beffa, che deride; che esprime scherno; derisorio, canzonatorio (si usa dire anche “ghigno beffardo”)
          Non mi paiono proprio atteggiamenti che possano appartenere alla figura di Cristo.

    2. Pietro77

      Caro don Marco, ma sei siciliano o sei prete? Perchè se sei prete non ti rispondo per rispetto all”abito che porti, anche se sono pronto a scommettere che non è la talare.

      1. Giusi

        Ma perchè bisogna aggredire così questo sacerdote? Ma che ha detto? Ma che significa la frase: “sei siciliano o sei prete”? Perchè le due cose sono in antagonismo? “Se sei prete non ti rispondo per rispetto all’abito che porti” Mamma mia! Darsi una calmata no? Anch’io preferisco la talare ma ho conosciuto bravi sacerdoti che non la portavano.

        1. Suppongo che sapere se il commentatore è siciliano o prete (entrambi “don” ma a titolo diverso) servisse semplicemente a capire se a parlare era un laico o di un ecclesiastico. E che la domanda mirasse solo a inquadrare e quindi capire meglio il commento. Personalmente non mi parrebbe un commento da sacerdote (ma magari sbaglio…).

          1. Giusi

            Dal blog sembrerebbe di si. Parla di Don Bosco, del Papa, anche di San Remo, ma non è questo il punto. Sul beffardo dò ragione a te ma una cosa è criticare argomentando come fai tu, un’altra è dare un giudizio così assoluto su una persona che mi pare si affacci la prima volta su questo blog. Il Don non mi pare che lo usino i siciliani in quanto tali, è una forma antica che poi con la mafia ha assunto anche un’accezione negativa (per chi non è mafioso s’intende) ma nessuno dei siciliani che conosco si fa appellare col don. Comunque leggo sul suo blog che è sardo.

    3. Stefania

      Concordo pienamente…quasi su tutto 🙂
      Il “diritto di parola” è sacrosanto in qualsiasi democrazia e senso civico, ma approfittarsene è disonesto.
      In un’ora di punta come quella in cui si trasmette uno spettacolo come San Remo, non può esserci l’intercalare continuo di “pirla” “palle” “incazzati” ecc.!
      Non scendo dalla Montagna del Sapone e so che i miei figli queste parole le conoscono ma sanno anche che “non si devono dire”.
      Ora, se un canale Nazionale – dove ci raccomandano caldamente sempre e ancora di pagare il canone – la diamo come cosa assolutamente lecita…ma quale credibilità possiamo continuare ad avere?!
      Una può starci bene e può risultare anche simpatica (del resto fa parte del personaggio “Littizzetto”) ma impostare la scaletta con un linguaggio quantomeno discutibile, proprio no.

      1. Non potrei essere più d’accordo. Altra rifondazione necessaria: quella del linguaggio ‘urbano’ e ‘cortese’ o (per non sminuire l’urbanità e la cortesia di chi vive nelle campagne e lontano dalle corti) semplicemente ‘rispettoso’ di chi ti sta di fronte.

  8. Condivido appieno questa posizione della Frullone (ritornata e alla grande!!), ma non vorrei che, essendo un maschietto, fossi tacciato di “conflitto di interessi” o peggio ancora di subdolo opportunismo…

    E’ rassicurante osservare che nel piattume generale del politically correct sull’altra metà del cielo, esistono proprio donne (e belle donne 😉 ) così sincere ed audaci nel fare certe affermazioni.

    Noi uomini abbiamo bisogno di voi, di donne così, per recuperare la nostra coscienza di mariti-padri ed il desiderio di ricominciare…

  9. A me la Littizzetto piaceva finché stava nel reparto: “ironia sui rapporti di coppia”, anche perché di per sè nella parte di monologo riportata, era come ai vecchi tempi…

    Non sarà una valletta, ma un festival di Sanremo che sotto sotto celava l’osanna ai paladini del relativismo & company… no grazie!

    Tutte le contestatrici evocate le riassumerei con “la cavalcata delle Valchirie” (con buona pace del buon Wagner e dell’epopea tedesca).

  10. Mah… secondo me avrebbe anche potuto accadere come dice la signora Frullone, secondo me sarebbe stata la stessa identica cosa. E’ il bello della satira.
    Il punto secondo me è un altro: quel discorso ha voluto richiamare l’attenzione su un problema che esiste ed è reale, ovvero l’accrescersi della violenza nei matrimoni, e la maggioranza delle vittime sono donne. L’ultima poco tempo fa, a pochi Km da casa mia, un uomo ha dato fuoco alla moglie, e mi sto ancora chiedendo perché! E questi casi stanno aumentando sempre di più.
    Sono d’accordo con quasi tutto, ma non che una donna debba subire se il marito le alza le mani addosso. Tutto ma quello no.

  11. vale

    bentornata.
    e siccome ho trovato più divertente il tuo monologo che quello della litiz…(manco riesco a terminarlo,il cognome) mi hai dato anche la grande soddisfazione di-indirettamente-confermarmi la bontà della mia scelta( che oramai va avanti da almeno una quindicina d’anni) di non guardare il festival.

  12. 61Angeloextralarge

    Credo che questo post sia molto più divertente di quanto possa essere stato il monologo in questione. Questo giudizio è dato sulla fiducia considerato che non ho visto il Festival. Saranno più di 40 anni che non lo guardo: mi sono persa qualcosa? 😉
    Prima non mi interessava perché lo trovavo insulso, ingiusto e quanto di più banale potesse esserci nel campo musicale. I miei generi erano ben altri. Poi sono passata attraverso varie fasi, ma in nessuna di queste sono arrivata ad un eventuale desiderio di guardarlo. Le canzoni le ascolto dopo, tanto il tempo ce n’è. Da dieci anni evito accuratamete la tv per almeno 2 settimane dopo il Festival. Non è che io normalmente faccia indigestione di tv, comunque questa è la mia realtà.
    Nonostante questo sono riuscita a valutare la Littizzetto (ho letto pure un suo libro che mi è stato regalato affinché io capissi che genio di donna è). Trovo che il sesso trattato così siano quanto di più antifemminile possa esistere. Questo è svalutare l’immagine di una donna: mi rifiuto di essere così, mi dispiace.
    Qualcuno sa dirmi se Lucianina ha studiato sessuologia o quanto altro in materia, per poter essere ritenuta esperta nel settore? Battutaccia…
    Spero che “donMarco” sia solo un nickname: torno a qualche commento di ieri… non intendo giudicare. Lo spero perché mi dispiacerebbe molto se le sue parole appartenessero ad un uomo di Dio, indipendentemente dall’essere prete.Tra l’altro penso che l’ironia della Littizzetto accostata a quella di Gesù riceva un onore che non merita proprio. Non confondiamo le cose. Gesù insegnava attraverso i suoi atteggiamenti. Per questo trovo offensivo nei confronti di Gesù definire “beffardo” il suo sorriso. Sarò un’illusa ma mi piace pensare al volto di Gesù come ad un volto che non aveva asolutamente bisogno di “scendere” e “perdersi” con una espressione che svilisce anche il volto dell’ultimo essere umano, del peggiore. L’essere beffardi è essere privi di carità: l’ironia è un’altra cosa, se resta nei limiti dovuti.
    La Littizzetto che insegna? Giusto nelle serie televisive… La realtà della vita è meno romanzata, diversa, anche se a volte molto più fantasiosa.

    Bentornata Raffaella!

  13. da Eleuterio e Sempretua (del grande Jurgens) a Casa Vianello, ai siparietti Fazio/Littizzetto – così viene rappresentata in chiave parodistica la coppia, nel varietà. In queste parodie, Lei lamenta l’anaffettività, il disordine e la mancanza di empatia e collaborazione del suo Lui; e Lui lamenta l’inappropriatezza, la rottura di palle e l’umoralità della sua Lei. E così via. Non prenderei questo esempio per esemplificare la narrazione “antimaschile” continuamente proposta in altri contesti.

    Non mi piace la Littizzetto, ma devo riconoscere che a Sanremo si è esposta al ridicolo, lei per prima, con quegli assurdi abiti, i balletti improbaili e il crudele confronto con donne bellissime. Battute da bar sport e volgarità varie, ma nella media nazionale (vedi politici e varie).

  14. Giusi

    Secondo me le donne sono ben contente quando gli uomini fanno gli uomini, si assumono le loro responsabilità, pretendono di occuparsi dei figli etc. Magari! Purtroppo io conosco tante donne che non sono assolutamente delle virago (tutt’altro!) ma fanno tutto loro, non perchè non lascino spazio al marito ma perchè a lui fa piacere adagiarsi in una situazione di comodo: tanto lei è brava, fa lei, parla lei e si fannno trascinare sul carrettino. Il problema, secondo il mio modesto parere, non è autoflagellarsi (la colpa è tutta nostra) e neanche dire che è tutta colpa degli uomini: è giustappunto assumersi ognuno le proprie responsabilità, venirsi incontro, uscire dall’ottica del conflitto. Per quanto riguarda la Littizzetto non mi piace la sua volgarità, la sua blasfemia, non mi piace San Remo (una noia mortale!), forse la parte più simpatica sono i duetti con Fazio che peraltro sono scritti da uomini (lei interpreta e basta, gli autori sono tutti uomini). Son d’accordo che attribuire a Gesù un sorriso beffardo sia quantomeno improprio, però su una cosa concordo con Don Marco: e facciamoci una risata! Quante volte Raimondo ha chiamato Sandra cretina? Nessuna donna è scesa in piazza a protestare!

  15. lidia

    La Littizzetto ha detto la sacrosanta verità quando ha detto che un uomo che ti picchia non ti ama, è un mascalzone. Perché ad uno schiaffo ne seguirà un terzo, un quarto, un quinto.
    NON c’è, non ci può essere, non ci deve essere e achiunque paventi anche solo la possibilità che ci sia è un mascalzone egli/ella stesso/a , giustificazione di qualsivoglia natura alla violenza sulle donne.
    Il resto del discorso è deleterio. Ma per quel passaggio lì la ringrazio dal profondo del cuore. Purtroppo è inserito in una cornice intellettuale deleteria.

    A quando (mi chiedo con un sospiro) un bel “NO alla violenza sulle donne” detto da persone inserite in contesti intellettuali sani, invece?
    Quando finalmente da tutti i circoli cattolici e laici costruttivi si alzerà una voce in coro: “Non c’è giustificazione di sorta ad alcuna forma di violenza domestica?”. Mia madre e altre persone, di cerchia cattolica – testimonial era Barbara de Rossi – fecero ani fa un calendario e un libro sulla violenza domestica. Clamore all’epoca, poi silenzio: nessuno ha preso a cuore seriamente la loro battaglia.

    1. diait

      se le persone inserite in contesti intellettuali sani affidano uno dei voti che eleggerà il Papa al Cardinale Mahony, credo – lidia – che le tue speranze reseranno deluse. Almeno a breve.
      La violenza è un comportamento appreso. Siamo tutti chiamati in casa, uomini e donne, credenti e non. Cresciamo i nostri figli rispettandoli, rispettando i loro confini – fisici e psicologici – e avremo fatto qualcosa di realmente concreto, e nella direzione giusta. Ideologia e religione non c’entrano.

      1. Diait, a proposito del cardinale Mahony vale la regola d’oro: non ti fidare di quello che dicono i giornali e le televisioni. Se vuoi sapere come stanno
        http://www.lanuovabq.it/it/articoli-conclave-attaccano-mahony-per-punire-la-chiesa-5847.htm

        Comunque il “caso Mahony” è solo l’antipasto della gazzarra mediatica che possiamo aspettarci sul conclave. Stamattina in treno ho intravisto una doppia paginata scandalistica di Repubblica sui conclavisti.

  16. patty

    ossignur…ma daiiiiiiiiiiiiiizelig è pieno di comici e cabarettisti che fanno mologhi prendendo in giro la donna….ma suuuuuuuuuuuuuuuuuuu…..Paolo Bigoni, Dario Cassini …ecc ecc e non mi pare che ci siano state sommosse popolari da parte di associazioni di femministe anche dopo battute francamenti pesanti….ci si ride sopra….non si può strumentalizzare e fare un caso nazionale di tutto….ahahahha

  17. diait

    p.s. mi chiedo, comunque, come possano essere considerati “sani” (as opposed to “malsani”) quei contesti, stando le cose come stanno…

  18. Giulia D

    Tanti uomini comici (per esempio a Zelig) parlano così delle donne…e a me personalmente non offendono, fanno tanto
    ridere!

  19. Gabriele

    e via con i valori non negoziabili….e se invece si faceva sugli omosessuali (ma chiamiamoli froci una volta per tutte suvvia) e poi questo so comunisti….e non è possibile avere il primo maggio anche a febbraio…..e donne contro donne e contro uomini e contro altri uomini….. e che pa££e….ma è possibile che questo popolo viva ogni cosa come se fosse un derby di calcio…se pure su un monologo che può far sorridere o meno si arriva a questo io proprorrei di definire una settimana nel prossimo futuro e in questa dar finalmente vita ad una bella guerra civile, magari a torte in faccia….chi vince vince…..sfoghiamo una volta per tutte l’odio che proviamo per i nostri vicini e poi ricominciamo anzi cominciamo a vivere come una comunità….

  20. Lau I.

    La Littizzetto è una comica, non deve educare, deve far sorridere. Se il monologo avesse previsto anche una parte dedicata alle “mancanze” femminili, le donne che hanno aderito al movimento “Se non ora quando” si sarebbero fatte una risata! Le loro battaglie sono molto più importanti delle bischerate che si raccontano quasi sempre in televisione. PS – La maglietta della Bindi me la comprerei subito!

    1. Alessandro

      Ma se gridano allo scandalo per una battuta di Grillo sul punto G o per una cartellone pubblicitario in cui si nota appena appena il decollete di una donna! Mi associo ai complimenti per l’articolo, in cui ironia e verità si sposano meravigliosamente.

  21. Sono d’accordo con te. Questa comica ha trasformato il suo programma in un eloquio da bettola. Io e mia moglie da anni non guardiamo Sanremo e tanto meno sentiamo il suo linguaggio da bettola. Ignorarla è meglio. Quando i stancherà di trattare da cretino Fazio, stanne certa finiranno per prendere lei da donna da lavatoio pubblico. Non aspettarti che cambi visto che ormai il pubblico se la sorbisce tra uno sbadiglio e l’altro o annoiandosi. Tutto sommato è una poveretta che crede d’essere una super comica e invece non fa ridere. Ad ogni modo questi programmi è preferibile non guardarli più finché non cambia la musica volgare di questi aspiranti,invano, buffoni.
    Angelino

  22. Buongiorno a tutti,
    premesso che condivido la deriva pericolosa (per i temi eticamente sensibili) di molto femminismo e la conclamata crisi di figure maschili in generale, secondo me il monologo a parti invertite non sarebbe stato accolto con tanto clamore. Anche perché di monologhi simili se ne vedono tantissimi in programmi quali Zelig o simili.
    Chiariamoci, a me non sembra che il problema dell’immagine della donna così come esce dalla televisione italiana sia la Littizzetto…. non so voi, ma io vedo veline, cariatidi rifatte fino all’inverosimile, oche giulive messe a mo di tappezzeria (in tutte le edizioni di Sanremo è stato così) e poco altro in televisione. Se dobbiamo parlare di modelli io lo farei in positivo, altrimenti qui si rischia di entrare in simmetria in modo sterile. Una mia amica che vive negli USA un giorno mi ha detto “ma possibile che in Italia anche la ragazza che racconta le favole su Rai YoYo deve avere una scollatura importante!?” e non è che abbia tutti i torti. Per trovare una donna “normale” che non rientri nel dualismo bella-ma-oca / brutta-ma-intelligente bisogna impegnarsi non poco, mi vengono in mente solo Filippa Lagerbach e Benedetta Parodi, che secondo me rappresentano degli ottimi esempi.
    La coppia Littizzetto-Fazio rappresenta una testa di ponte del “Relativismo in TV”, è verissimo, ma io gli farei un’opposizione costruttiva, perché dal tono di alcuni commenti che leggo sembra che la televisione sia stracolma di femministe arrabbiate e programmi ultraprogressisti e non mi pare proprio (basta farsi un giro tra striscia la notizia, uomini e donne, varietà vari e così via)

    1. Alessandro

      Negli interventi comici a Zelig non c’è questa carica di aggressività. E poi, come giustamente sottolineato dall’autrice, a fare la differenza è la sede, il Festival di Sanremo, che non è certamente il palco di Zelig. Detto questo, a me la Littizzetto fa anche ridere, ma quello che mi irrita è l’ipocrisia alla SNOQ, secondo cui va benissimo la Littizzetto, ma quando Grillo o chi per lui si azzarda solo a menzionare il punto G, apriti cielo!

  23. Pingback: Per contraltare alla Littizzetto | Diemme

  24. Cara Raffaella,
    lui è diverso.
    Quando sono arrivata alla parte ” Vi amiamo perché l’amore è un apostrofo tra le parole: ma chi me l’ha fatto fare?… Ma ormai è fatta. ” ero piegata in due dalle risate. Forse perchè pensavo chu lui avrebbe potuto dire le stesse cose di me.
    Mi ama difetti compresi, lo amo difetti compresi, e lui è il mio ragazzo.
    Lui cammina come uno che ha il mondo a i piedi, io cado se non mi guardo i piedi.
    Lui è un ribelle io per metà pugliese allevata da 3 donne alla famiglia in senso classico.
    Suo padre lo definisce ” ombroso ” io a detta altrui sono la persona più solare del mondo, ma quando lui sorride o ride ho trovato il mio Sole.
    Lui ascolta ( tanto ) io parlo ( troppo ).
    Lui ama l’inverno io l’estate ( anche con 40 gradi all’ombra ).
    Lui non è geloso io si ( tanto ).
    Lui è riflessivo io impulsiva.
    Lui non disegna io dipingo.
    Lui è figlio unico io ho 2 fratelli.
    Lui adora gli imprevisti a me viene una crisi.
    Lui non piange ( neanche ai funerali ) dice che è inutile, io mi commuovo ancora per Titanic.
    Lui tiene il bronci a me passa dopo 5 minuti, ma poi mi porta un vassoio dei miei dolci preferiti.
    Lui non ama comunicare con il prossimo, io mi fermo per strada ad ascoltare i racconti dei tempi andati.
    Lui non abbraccia altri maschi, io ho un’amico gay.
    Lui non entra in chiesa ( salvo casi estremi ), io prego per tutti e due.
    Se avremmo un figlio maschio si chiamerà Dante come il poeta, a mia mamma non piace, ma visto che mi ha chiamata come un’arcangelo e per di più in spagnolo….insomma non trovo neanche le penne con il mio nome.
    Se sarà femmina…..il dibattito è aperto da anni, lui ha il nome di un Santo famosissimo io quello di un’ Arcangelo….nostra figlia non avrà un nome banale!
    Lui, maschi o femmine vorrebbe che assomigliassero a me, bianchi cadaverici e biondi, io li vorrei come lui, scuri di pelle con occhi enormi dalle ciglia lunghissime e con i suoi ricci indomabili. Entrambi li vorremmo sani, dolci e liberi.
    Io ho 6 mesi più di lui, che è nato lontano in Brasile, così gli dico ” Dio ti ha messo al mondo per me e poi ha fatto in modo che potessimo incontrarci “, lui dice scherzando che ” allora ho due cose da dirgli “.
    Lui sarà la creatura più bella del mondo ai miei occhi anche a 90 anni, perchè lo amo così com’è, diverso da me difetti e tutto, perchè è così che lui ama me.

  25. Il Sabatini Coletti riporta questa accezione di “beffardo”: 1 Che schernisce, che si fa beffe di qlcu. o qlco.
    2 Che denota sarcasmo, ironia.
    Non mi pare così grave attribuirla al modo di parlare di Gesù nei confronti dei suoi antagonisti (scribi, farisei, sadducei).
    Rileggete Mt 23 e provate a guardarlo sotto questo punto di vista: volutamente Gesù, nelle sue invettive, si fa beffe di atteggiamenti esteriori che non hanno nulla di spirituale.
    E spesso la gente nota la differenza: Questo Gesù parla come uno che ha autorità, non come gli scribi…
    Tra l’altro l’ironia ebraica (checché ne dica qualcuno Gesù era ebreo fin nel midolllo) è molto nota, e permea anche talvolta le parole di Gesù (per esempio quando chiama Erode “quella volpe”).
    Poi se uno vuol fare il fine e ha letto solo la Vita di Gesù di Renan, mi spiace per lui o per lei.
    Io sono prete e sono sardo e non uso la talare. Ma voi giudicate le persone in base all’abito o alla provenienza o a ciò che sono e fanno? Molto piacere!

    1. pietro77

      per don Marco:

      1) geneticamente parlando Gesù non era “ebreo fino al midollo” semmai ebreo per parte di Madre
      2) che le parole di Gesù siano ironiche e beffarde perché ispirate dalla sua appartenenza etnica come un Woody Allen o Groucho Marx mi sembra alquanto ardito
      3) quella sulla sicilianità era il goffo tentativo di una battuta “beffarda” sull’uso del don (scusa ma sai non sono ebreo e neanche “nuiorchese”!)
      4) gli abiti hanno la loro importanza e significato e un sacerdote dovrebbe saperlo
      5) ho vinto la scommessa

    2. 61Angeloextralarge

      Don Marco: parlare con autorità significa essere beffardi? Scusa ma non trovo il nesso. Comunque, lungi da me il contestarti e il mancarti di rispetto in quanto sacerdote! Se è passato, attraverso le mie parole, questo messaggio, ti chiedo scusa. Resto dell’idea che il termine usato per me è offensivo nei confronti di Gesù. Tutto qua. Poi sei libero di usarlo quando e come ti pare, ci mancherebbe. A me avrebbe fatto male sentirlo usare da chiunque, a maggior ragione da un sacerdote. Questo sentimento è mio e non me lo puoi negare, no? Non sto esprimendo un giudizio su di te, ma una mia sofferenza interiore.

  26. “checché ne dica qualcuno Gesù era ebreo fin nel midollo” verissimo!
    Ma questo “voi” che c’azzecca? Voi tutti, voi gli altri, voi noi, voi chi? Sei prete e sardo, quindi, mi verrebbe da dire, schietto e diretto. Questo “voi” fa troppo “lancio il sasso nel mucchio”.

    Ah io, per inciso, la vita di Gesù di Renan non so neanche cosa sia… (sarò ‘gnorante! :-))

    1. @Pietro77 “geneticamente parlando Gesù non era “ebreo fino al midollo” semmai ebreo per parte di Madre”.. caspita, ha ragione 😀

  27. La parte in cui la Littizzzetto ha ricordato (perché nel III millennio occorre ancora ribadirlo!) che “un uomo che ci mena non ci ama” va evidentemente bene? Dire che un uomo che picchia una donna non la ama (e merita di essere mollato e denunciato) è da “femminist”? Se sì, sono ben fiera di dire che sono femminista e che concordo appieno con la Littizzetto.

  28. Forse, Pietro77, dovresti studiare un po’ di storia dell’ebraismo. Scopriresti così che gli ebrei sono ebrei SEMPRE per parte di madre. Ecco perché era proibito trovare moglie tra altri popoli… perché s’interrompeva la discendenza.
    Quindi Gesù è ebreo. Punto.
    Se tu conosci soltanto Woody Allene Groucho Marx come esponenti dell’ebraismo… beh… è un po’ poco…
    Quello sulla sicilianità del “don” era un goffo tentativo di dire una sciocchezza, più che altro… In questo riuscitissima!
    Gli abiti hanno la loro importanza, ma qui si parla di idee, non di abiti…

    @ Bariom: il “voi” è riferito a coloro che hanno contestato l’aggettivo “beffardo” attribuito al modo di parlare di Gesù o che hanno chiesto informazioni su chi sono e cosa faccio…
    E se non conosci Renan, non preoccuparti: non ti perdi nulla! 😉

    1. @ Don marco. Su Renan.. meno male! 🙂

      Sul “voi”, l’avevo capito (fin lì ci arrivo ;-))… il mio era un velato invito ad un dialogo diretto. Spesso qui (come in altra comunicazione non solo “social”) il “voi” è utilizzato da chi fa di tutta “l’erba un fascio” e si pone un gradino sopra.
      Tipico del nostro caro Alvise (alias “filosofiazero”… conosci?) che parte sempre con i suoi “voi che siete buoni”, “voi che siete cattolici” (non che sia un’offesa), “voi che avete sempre la coroncina in mano” (ecco qui beffardo ci starebbe proprio 🙂 o quanto meno sarcastico).

      Ciao.

    2. pietro77

      Don Marco io infatti ho detto GENETICAMENTE, ed indiscutibile che Gesù abbia il patrimonio genetico di Maria ma non di Giuseppe. E forse, se ci pensi bene, restando sul piano genetico Gesù non è neanche consanguineo alla stirpe di Davide.
      Qui si parla delle idee, giusto; ma vedi quando leggo una sciocchezza su internet mi piace immaginare la persona che l’ha scritta e penso di averti inquadrato esattamente, abito compreso. In ogni caso mi sembra che la tua vis polemica non risenta affatto del venerdì di Quaresima; forse il digiuno ti cambia l’umore?

      1. @Pietro certo che anche tu… leggi una sciocchezza (sempre giudizio soggettivo) e “inquadri una persona”… io sono all’inizio della Quaresima, tu sei già a Pentecoste 😀

        1. pietro77

          Che vuoi fare ho una fervida immaginazione. Ma ho sperato veramente che a scrivere fosse un siciliano d’altri tempi 🙁

          1. E poi questa assurda discussione sul DNA di Gesù… Ma per favore! Gesù è della stirpe di Davide. Per parte di Giuseppe. Stop. A meno che non si voglia mettere in dubbio la sua messianicità. Attento che dal dire sciocchezze il passo è breve per dire eresie grosse come un palazzo…

      2. E’ curioso che quando uno non ha argomenti la butti sul personale… che t’importa dei miei digiuni?
        Io ho detto di non essere d’accordo con l’idea espressa nel post… Tutto qua.
        Poi tu saresti in grado di formarti un giudizio su una persona in due battute?
        Ma per carità!
        Suvvia. Ridi un po’ di te stesso… Avresti bisogno anche tu di una sana dose di ironia

  29. vale

    a pietro 77
    naturalmente con ironia: era ebreo, anzi è ebreo( perché eterno e risorto. per cui anche adesso e sempre) nel senso di sangue( lo so che lo Dio è Dio,eh, no ebreo né gentile,né qualcos’altro…) poiché nella società ebraica del tempo-e non escludo neppure adesso che imperversa il test del dna- ebreo è chi è nato da madre ebrea.e culturalmente ebreo.
    e contemporaneamente non più ebreo poiché Egli è per tutta l’umanità.
    sull’abito talare, d’accordo.preferisco la talare al clergyman od altro….certi abiti che appalesano una funzione( ed in questo caso qual importante funzione e consacrata) dovrebbe essere un orgoglio portarli….( col che non vuol dire che don marco non sia un prete come si deve,naturaliter).
    però è un argomento interessante che non so se sia stato mai, se non di riflesso,approfondito: l’ironia che traspare da diverse “battute” dei vangelie degli atti.

  30. Matteo Donadoni

    donMarco stia sereno che la Chiesa ha altri problemi mi pare che non difendere la Littizzetto.

    1. il “benaltrismo” è una malattia che colpisce molte persone… I problemi sono sempre ben altri, le soluzioni sono sempre ben altre, e ben altre sono le persone giuste! … lo sa anche mio nonno che la Chiesa non sta dietro alla Littizzetto… ma qui si parlava del suo monologo

      1. Matteo Donadoni

        Don non è benaltrismo, è cortesia nel rispondere ad un sacerdote di Dio. Ero pure d’accordo in parte per quanto riguarda Gesù ebreo.
        Ma le pare che a un prete si addica di stare qui a litigare oer dire che c’è una conduttrice invece della sola bella oca? Aaa don! C’è un’oca brutta stavolta! Che fa pure danno! Mi eviti la predica e ripeto, stia sereno.

  31. Paolo

    Vediamo se ho capito, il succo del post è questo: alle battute degli uomini dovremmo farci una risata e non prendercela, così come molti uomini non se la sono presa alle battute della Littizzeto e hanno sorriso (altri se la sono un po’ presa). Ok, capisco perfettamente e concordo. Ma tirare in ballo il movimento “se non ora quando” mi è sembrato un po’ incauto: è un movimento che sicuramente se ne frega delle battutine dei comici da zelig, o di mai dire gol, ma prende in considerazione problemi molto più seri (altro che confondere il telecomando con il joystick! Io ancora ci rido, vero o meno che sia). E poi scusa ma certe battute maschili sono ormai passate, come quelle sulla guida. Sono arcaiche, in un paese dove anche le donne guidano egregiamente (se non meglio) mezzi di soccorso in emergenza, si sta ancora a fare queste battute? E si dovrebbe anche sorriderci su? Naa

  32. elio ancarani

    Don Marco,sono con te,l’integralismo è una brutta bestia in tutti gli aspetti politicoreligiosi fanno mali terribili,compreso non capire “l’ironia”.L’ironia è una alta forma di intelligenza di qui non tutti ne siamo in possesso,Cerchiamo “tutti” di essere di essere più sereni nel “leggere”l’ironia.

    1. 61Angeloextralarge

      elio ancarani: “sono con te”? Ma mica si sta facendo la buccia a Don Marco?
      integralisti? E’ un po’ che bazzico questo blog ma gli unici integralisti che conosco sono Alvise Maria e altri che appaiono ogni tanto e buttano un sasso provocatorio per alzare la polvere. Questo riguardo gli altri commentatori. Poi, se metti anche me tra gli integralisti, mi dispiace ma stai sbagliando di grosso.

      In generale: L’ironia? Come si fa da poche parole a capire che c’è di mezzo l’ironia? Non è la prima volta che nascono qui pro quo perché dai commenti non traspare né l’ironia né altro.
      Un post magistrale di Paolo aveva espresso egregiamente la cosa.
      Poi, aggiungo questo: a volte si lasciano commenti definendo altri commentatori come “privi di…” o “pieni di…”. etc. A che servono? Chi sono io per pensare di conoscere l’altro solo attraverso due righe? Anche attraverso 2000 righe? Chi sono io per fare tutto un’erba e un fascio? Chi sono io per poter pensare che l’altro sia in una determinata maniera? E, girando la medaglia… può capitare che proprio io che lascio uno di questi commenti poco caritatevoli, me la prendo se altri li lasciano a me.
      Vogliamo ridere sul Festival, sulla Littizzetto, su ciò che si vuole? Benissimo! Ma prima ridiamo su noi stessi ed evitiamo di prenderci troppo sul serio: si chiama orgoglio quella cosa che porta ad avere una troppa stima di sé stessi.

  33. giuly

    Ho avuto la pessima idea di seguire a spezzoni il Festival sanremese, e ogni volta ho imbroccato i momenti meno felici, dalla strimpellata di Carlà, all’esibizione cartellonistica dei gay che poverini sono costretti a sposarsi a New York, al monologo della Lucianina nazionale. Per me un festival canoro dovrebbe essere una semplice e possibilmente educata esposizione di pezzi musicali, cantabili e orecchiabili (e volendo in questa edizione cose buone ce ne sarebbero state), ma ogni anno invece ci deve essere un crescendo di pollitically correctness, finto-popolarità radical chic e anche un po’ banco di macelleria della umane castronerie.
    Quest’anno si è addirittura sbancato l’auditel (col plauso magno di Gubitosi che come ogni buon amministratore deve guardare al budget e agli incassi pubblicitari…. businness is businness). Era prevedibile. Mettono a condurre i cervelloni bruttini ma simpatici Fazio e Littizzetto, che già ogni fine settimana ti sciorinano le loro perle di saggezza che manco i baci perugina. Il monologo di cui parliamo qui è stato diviso in due parti: la prima quella più satirica, ironica, un po’ stile Zelig (ma con meno originalità…. dài, Lucianina, ‘ste cose le hai scritte e riscritte in tutti i tuoi libri….), la seconda apparentemente sganciata sulla violenza sulle donne (argomento delicato e complesso, ma basta che se ne parli per raccogliere un po’ di consensi trasversali). Di primo acchitto le cose sembrano liberamente accostate, come per bilanciare faceto e serio, comico e impegnato. Ma a ben guardare la prima parte era assolutamente funzionale alla seconda. Artificio sottile ma che ci dimostra la finezza intellettuale della nostra attrice (chè come attrice è davvero brava, non so se avete visto “E allora mambo!”, divertentissimo). Sì, perchè il discorso voleva portare a dire sostanzialmente questo: “pensate, uomini, come siamo brave noi donne: vi sopportiamo pazientemente e vi amiamo malgradi i vostri difetti e non vi prendiamo a calci nel culo anche quando ci verrebbe voglia. E voi, mentecatti puzzoni trascurati, come ci trattate? se va bene ci ignorate, se va male ci menate e quindi siete degli stronzi. Ma ora che ne abbiamo preso coscienza o che qualcuno ce lo fa notare vi denunciamo al primo ceffone, perchè potreste anche decidere di scannarci”.
    Ecco il succo neanche troppo velato del monologo. Che le donne sono buone e gli uomini degli esseri come minimo border-line, da tenere sotto controllo perchè da pachiedrmi posati sul divano con la sindrome da onnipotenza da telecomando potrebbero trasformarsi in sinistri assassini. (Mi verrebbe anche da dire: ma se lo compatisci tanto, perchè te lo sei preso? oh, ma sai… chi si somiglia si piglia…)
    E se un comico avesse fatto un discorso speculare? le donne non ammazzano quasi mai, ma sanno usare la lingua peggio della spada. Come sa umiliare, come sa sminuire, o anche solo guardare con superiorità una donna nei confronti di un uomo…. Niente giustifica la violenza, mai e poi mai. Ed è difficilissimo dire da cosa scaturisce l’istinto violento.
    Ma parlare ad una platea di milioni di persone usando la comicità per umiliare l’uomo in quanto maschio trovo che sia avvilente. A quando un monologo di amore? un monologo in cui una donna saprà dire “ti amo perchè ci sei, ti apprezzo per come sei, non perchè te lo concedo dall’alto della mia superiorità!” ?

    1. Paolo

      Io intendevo il succo del post della signora, non il succo del discorso di sanremo. Non mi interessa nulla di sanremo, se è politically correct o incorrect. Io infatti ho seguito solo le canzoni, quando si passava all’altro intrattenimento cambiavo canale, non perché non mi piacesse, ma perché forse sono superficiale e non mi interessa. Comunque dare spazio a due gay non sempre è politically correct, a volte è anche solidarietà, poi certo, dietro queste cose c’è tutt’altro che solidarietà ma audience.. Il discorso della littizzetto non andava interpretato come un concedere amore dall’altro di una presunta superiorità femminile, dato che questa era solo la prima parte. E queste battute rifritte sembrano piuttosto una frecciatina iniziale, magari anche un po’ pesante e poco simpatica per i miei gusti, (ma non un’umiliazione dai!) per poi passare a parlare di umiliazioni più serie. Secondo me era questo che lei voleva dire. Poi tu hai ragione. Non si dovrebbero fare differenziazioni di genere. Siamo tutti capaci di picchiare e offendere pesantemente, uomini o donne. Il problema messo in luce dalla Littizzetto è che le violenze sulle donne non vanno giustificate. Ma è ovvio che non vanno giustificate neanche quelle fatte dalle donne!! Sennò si torna sempre lì! Alle differenziazioni di genere e a privilegiare un genere piuttosto che un altro. Anche quando fanno entrare le ragazze gratis in discoteca per esempio: questa differenziazione non è certo fatta per essere gentili con le donne, ma solo per fare soldi. Le ragazze vanno gratis, quindi ce ne sono tante, i ragazzi cercano le ragazze e viceversa e così vanno tutti in quella discoteca. Ed ecco che uomini e donne sono così presi per il qlo dal quattrino!! Ok non c’entra quasi nulla ma ormai l’ho scritto! 🙂

      1. giuly

        ma sai, dal momento che il festival come tutti i programmi Rai lo paghiamo noi con la gabella del canone, sinceramente mi interessa sapere che cosa propone. Io lo vedrei più volentieri se fosse solo canzonette, ma invece per esempio dal Corrierone è stato esaltato soprattutto perchè non è solo canzonetta, ma vetrina di idee….. contenti loro, io mica tanto….
        E poi non questione di differenziazione o parità di trattamento per i “generi” (parola orrida). E’ questione che ne ho piene le tasche di sentire in ogni dove il manifesto d’orgoglio della femminilità basato sulla “libertà di fare come ci pare”, come se fosse una vera libertà. La libertà di fare come si vuole, di usare il proprio corpo, di esibirlo, di castigarlo, di manifestare le idee, di dire “voglio questo”, “rivendico questo diritto piuttosto che quell’altro”, anche andando contro l’ordine naturale, sono tutte cose che hanno un prezzo. Non si vuole pensare mai a questo ma è la realtà. Hai voglia di riemepire le piazze con striscioni e slogan di facile presa. Bisogna tornare a guardare per che cosa valga la pena vivere, se per le proprie idee (molte e confuse) o per la libertà di aderire ad una legge naturale che è nel nostro cuore ma che Dio ha dovuto imprimere nella pietra perchè noi non riusciamo a leggerci dentro.

        1. Paolo

          Ah vabbè, se tiri in ballo il prezzo della libertà femminile e tiri in ballo Dio, allora io smetto qui. 🙂 Ciao

  34. Mi è venuta in mente un canzone di Vecchioni (tanto per stare in tema canzonettiere…) che per alcuni fu affermazione di una “misoginia antistorica”, ma infondo a detta dell’autore, parlava dell’amore per una donna “in via d’estinzione” e di quella in via di “evoluzione” (?)

    Comunque non mi dilungo su interpretazioni o dietrologie… è un altro punto di vista da prendere con “ironia” (soprattutto dalle nostre amate Donne :-))

    Una canzone di Natale che le prenda la pelle
    E come tetto solo un cielo di stelle;
    abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo:
    Che la piantasse un po’ di andarsene in giro
    La voglio come Biancaneve coi sette nani,
    noiosa come una canzone degli “Intillimani”
    Voglio una donna “donna”,
    donna “donna”
    donna con la gonna,
    gonna gonna
    Voglio una donna “donna”
    donna “donna”
    donna con la gonna
    gonna gonna

    Prendila te quella col cervello,
    che s’innamori di te quella che fa carriera,
    quella col pisello e la bandiera nera
    la cantatrice calva e la barricadera
    che non c’è mai la sera…..

    Non dico tutte: me ne basterebbe solo una,
    tanti auguri alle altre di più fortuna
    Voglio una donna, mi basta che non legga Freud,
    dammi una donna così che l’assicuro ai “Lloyd”
    preghierina preghierina fammela trovare,
    Madonnina Madonnina non mi abbandonare;

    Voglio una donna “donna”
    donna “donna”
    donna con la gonna
    gonna gonna
    Voglio una donna “donna”
    donna “donna”
    donna con la gonna
    gonna gonna

    Prendila te la signorina rambo
    che si innamori di te
    sta specie di canguro
    che fa l’amore a tempo
    che fa la corsa all’oro
    veloce come il lampo
    tenera come un muro
    padrona del futuro. …

    Prendila te quella che fa il “Leasing”
    che s’innamori di te la Capitana Nemo,
    quella che va al “Briefing”,
    perché lei è dei ramo,
    e viene via dai Meeting
    stronza come un uomo
    sola come un uomo.

    Prendiamolo come un altro… monologo 😉

        1. Bariom, Bariom tu pazzìi… Non mi sarei mai permessa 😉
          Mi riferivo naturalmente a Vecchioni. A pensarci bene ha detto cose politicamente scorrette anche in un’altra occasione almeno. Hai presente “Signor giudice”?

    1. Giusi

      Vecchioni è un paraculo. Ricordo questa canzone. La scrisse perchè era uscito un film del povero Nuti: Donne con le gonne. Invece, prima o dopo adesso non ricordo, aveva scritto questa:

      La mia ragazza

      La mia ragazza è alta
      e ha lunghi sguardi duri
      si voltano a guardarla
      per i suoi occhi scuri
      si mangiano le mani
      quelli che non ce l’hanno
      che l’hanno conosciuta
      e non la rivedranno
      La mia ragazza ha un figlio
      e lunghe calze nere
      si mette un dito in bocca
      prima di far l’amore
      si muove come il mare
      fra l’Africa e la Spagna
      voi non ci crederete
      la mia ragazza sogna.
      Amore mio che sogni
      amore ballerino
      che corri sopra il filo ed io cammino
      legato al tuo sorriso
      cammino sopra il fuoco
      prendi una carta che ti insegno un gioco

      Amore come il vento
      amore divertente
      che corri sui pensieri della gente
      qualcuno ti ha sorriso
      qualcuno dice che
      la mia ragazza è
      la mia ragazza è

      La mia ragazza è bella
      bella che non ragiono
      bella che più ci parlo
      e più mi sembra un uomo
      si mangiano le mani
      quelli che non ce l’hanno
      che l’hanno conosciuta
      ma non la rivedranno

      Amore mio che sogni
      amore ballerino
      tu corri sopra il filo ed io cammino
      capelli neri neri
      capelli rosso fuoco
      gira la carta che cambiamo gioco

      Gira la carta e sogna
      il vento e la fortuna
      la mia ragazza vola sulla luna
      ma chi l’ha vista giura
      che rassomiglia a me
      la mia ragazza è
      la mia ragazza è
      il mio mestiere
      è il mio mestiere

      Anche Signor giudice la scrisse perchè ebbe problemi con la giustizia per una questione di droga. Allora scatta il garantismo che diventa giustizialismo quando si tratta degli altri (soprattutto quelli che stanno dalla parte sbagliata se non scatta il metodo Siena: niente fuga di notizie, niente intercettazioni passate a Travaglio…)

      Comunque per la cronaca la figlia di Vecchioni sta con una donna, aspetta di potersi sposare, nel frattempo con la fecondazione eterologa (in Olanda) ha avuto due gemelle……. (non so se è con la gonna o ha lunghi sguardi duri: mi sa che nel dubbio non ci ha capito niente….)

        1. Giusi, più che il metodo Siena è il metodo comunista, lo potresti chiamare anche metodo Sesto San Giovanni, Bologna, Napoli, Repubblica etc.
          Scusa ma sono senese e, per usare un eufemismo, questo non è un bel momento per chi a quella città e a quella banca ci tiene davvero e non perché ci guadagna qualcosa

          1. Giusi

            Lungi da me l’idea di offendere Siena (che è una città che mi provoca la sindrome di Stendhal!) e i senesi. Ho usato quell’espressione perchè è di attualità e viene usata in questi giorni per indicare il metodo di cui tu parli. Per quanto riguarda la Banca qui a Padova ho i miei pochi risparmi in Antonveneta……

            1. Non mi sono offesa. E’ una reazione del tipo “certe cose sui miei cari le posso dire io, gli altri no” 😉
              Se capiti a Siena, offro visita guidata “off the beaten track” …

        1. Giusi

          Non è una cosa così peregrina: c’entra il ruolo del padre, il modello maschile, gli scenari prossimi venturi. Lo sai che va facendo la Madonna Pellegrina per le varie trasmissioni televisive? Nessuno che inviti Luca Di Tolve! Non si può! Lui subisce i blitz delle Iene, le accuse di omofobia nonchè le minacce di morte. Se tutto questo ti sembra normale o irrilevante…..

          1. La rilevanza dipende dal contesto.
            Il contesto in cui avevo riportato il testo della canzone mi pareva un altro, altrimenti tutto possiamo caricare di “rilevanze”…

            “C’entra il ruolo del padre, il modello maschile, gli scenari prossimi venturi” non mi pare emergessero così evidenti nel dire “Comunque per la cronaca la figlia di Vecchioni ecc, ecc.” che mi sapeva più di notizia da Novella 2000.

            Comunque non è la prima volta che non ci troviamo perfettamente in linea, più sulla forma forse che sui contenuti… e probabilmente non sarà l’ultima 😉

            E’ tardi… Buonanotte e te Giusi e a tutti.

            1. Giusi

              E’ una notizia propinata in tutte le salse da tutti i giornali che fa pendant con il siparietto dei due gay a San Remo, il San Remo della Littizzetto, vabbè se dici che è fuori contesto è fuori contesto…….. Buonanotte

          2. Anonimo

            “Nessuno che inviti Luca Di Tolve!”

            Forse, ma una canzone che racconta la storia di un “ex gay” è stata cantata su quel palco pochi anni fa e ripetuta fino alla nausea su radio, tv ecc. per mesi e mesi. Cosa che non succederà con l’intervista, rilasciata sullo stesso palco, alla coppia gay, ormai sposata….

            1. Giusi

              Ma per favore! Ma se gli hanno dato la croce! Con insulti, minacce, articoli contrari e persino manifestazioni! La stessa libertà che rivendicano per sè non sono disposti a concederla agli altri! Il vero Luca è stato minacciato di morte. Io l’ho sentito ad un raduno religioso dove non era stato annunciato: è arrivato in incognito! Quando Lussuria scrisse un libro di favole per bambini (sigh!) andò a presentarlo in tutte le trasmissioni. Qualcuno ha invitato Di Tolve? No, non si può! Sarebbe politicamente scorretto! Eppure ha scritto un libro bellissimo che, se non vivessimo in un mondo alla rovescia, dovrebbe essere adottato nelle scuole! Non si ha il diritto di non vivere bene la propria omosessualità (e ce ne sono tanti che non la vivono bene). Le Iene si sono permesse di violare la privacy di persone che spontaneamente seguivano un corso di preghiera e di supporto pscologico perchè bisogna essere gay per forza altrimenti si è omofobi! Stai tranquillo che quando i piccioncini si sposeranno in America faranno le Madonne Pellegrine dalla Venier, alla D’Urso alla Toffanin, poi torneranno pure con i loro bambini ottenuti comprando l’utero di qualche povera indiana!

              1. Anonimo

                Non vedo poi tante differenze… Mi sembra infatti che “insulti, minacce, articoli contrari” ce ne siano stati anche contro la coppia gay.

                “La stessa libertà che rivendicano per sè non sono disposti a concederla agli altri!”

                Non farei di tutta l’erba un fascio; anzi ricordo da parte di alcuni siti gay la condanna delle minacce di morte. Sarebbe come accusare tutti i cattolici degli omicidi di medici da parte di antiabortisti “cristiani”.

                Quanto al libro di fiabe di Luxuria, è stato talmente pubblicizzato che è la prima volta che ne sento parlare, a differenza di quello di Luca (e non credo di voler leggere né l’uno né l’altro).

                Per quanto riguarda il festival, bastava ignorarlo… Oltretutto pare si sia pagato da solo, quindi non vale la scusa del “sono soldi nostri”.

                1. Giusi

                  Insulti e minacce proprio no. Articoli contrari rientra nella libertà di opinione finchè ce la lasciano. Le condanne dei siti gay non me le ricordo, al massimo quelli più moderati dicevano: non è più gay? Allora stia zitto! Omicidi di medici antiabortisti da parte di cristiani? Cos’è un film di fantascienza? Il libro di Luxuria è stato pubblicizzato ma non ha fatto successo, per questo non te lo ricordi, quello di Luca, nonostante l’ostracismo, continua a farlo perchè è bellissimo e vero, fai male a non leggerlo. Se San Remo se lo pagano da soli allora facciano a meno di chiedermi il canone!

                  1. …”Omicidi di medici antiabortisti da parte di cristiani?”

                    …ma anonimo scriveva “; “Sarebbe come accusare tutti i cattolici degli omicidi di medici da parte di antiabortisti “cristiani”….

                    1. Alvise non sai che il mondo è pieno di gente “fuori di testa” ? Poi si possono dire cristiani, mussulmani, atei… o inviati dagli alieni. Ah scordavo gli animalisti 😉

                    2. Giusi

                      Si ho sbagliato a scrivere. Volevo dire omicidi di medici da parte di antiabortisti cristiani.

                2. @Anonimo, solo sull’ultimo punto. Io pago la gabella del canone e quindi voglio potermi vedere un programma di “canzonette” senza che in mezzo ci vengano ficcati, non tanto + o – intelligenti monologhi o satira o simile, ma “proclami” (anche se fatti a bocca chiusa e occhi languidi) di una, chiamiamola “filosofia”, che non appartiene a me come ad una grandissima parte dei “pagatori di canone” e che al di là di un credo spirituale, ha laicamente parlando, una forte connotazione politica a elezioni ormai prossime.
                  Pagato o non pagato lo “spettacolo” viene trasmesso da un canale che viene definito “servizio pubblico” e dovrebbe essere di puro intrattenimento, altrimenti privatizzatelo (lo spettacolo e anche il canale), toglieteci la gabella e fate vedere quel che vi pare.

                  Ben inteso io non chiedo, né pretendo, né mi aspetto che a S. Remo venga annunciato il vangelo, ma se debbo sorbirmi certa “propaganda”, allora si, la stessa sera una bella storia antiabortista.. perché no (?).
                  E non mi si dica: “puoi cambiare canale…”. Ho il diritto di cambiarlo, come quello di iniziare a vedere un spettacolo – che non è una tribuna politica, uno speciale dossier vattelapesca, un “oggi parliamo di…” – SENZA DOVER CAMBIARE CANALE.

                  1. Anonimo

                    Giusi,

                    Di insulti e di minacce ce ne sono in commenti ad articoli e post. Quanto agli omicidi di medici da parte di “cristiani”, nessuna fantascienza…

                    Bairom,

                    Per quanto riguarda quelli che definisce ” “proclami” (…) di una, chiamiamola “filosofia”, che non appartiene a me come ad una grandissima parte dei “pagatori di canone” “, mi permetta di farLe notare che:

                    – è tutto da dimostrare che in Italia esista questa maggioranza schiacciante di cui parla; anche senza statistiche, certe prese di posizione da parte di un po’ tutti i partiti, alla ricerca del consenso e dei voti fanno invece pensare, per lo meno, a numeri importanti a favore di quella che Lei definisce “filosofia”;

                    – anche se fosse l’idea di una minoranza, questa mi sembra comunque degna di essere espressa (come accade per i programmi dedicati a protestanti, ebrei e valdesi, per esempio).

                    Infine, la mia idea di servizio pubblico va ben oltre il “puro intrattenimento” come Lei auspica… ma questo è un altro argomento.

                    Buona serata.

                    1. @Anonimo:

                      – mai parlato di “maggioranza schiacciante” e anche fosse poco meno della metà del paese è sempre una grande “fetta”. Se lei non conosce statistiche che indicano che su alcune tematiche (come quelle di cui stiamo parlando) il paese si può letteralmente dire “spaccato in due”, faccia una piccola ricerca . Vedrà che sono dati riscontrabili.
                      Resta il fatto il “nostro” servizio pubblico ben si guarda dal fare “proclami” (continuo a chiamarli così per capirci) che ledano la sensibilità di ben altre minoranze (ebrea, mussulmana, ecc.). Quindi perché non pari trattamento, anche fossimo “minoranza”?. Sappiamo che le ragioni sono ben altre.

                      – il fatto che certe prese di posizione vengano prese da parte di vari partiti politici (un po’ tutti non mi dice nulla…) non è di per sé dimostrazione di “numeri importanti” a favore di…
                      La ritengo abbastanza intelligente da sapere che certi indirizzi politici rientrano in ben altre dinamiche della ricerca di consenso.
                      Il consenso generalizzato di una gran parte della popolazione, non sta poi ad indicare la bontà di una “filosofia” di vita – anche il Nazismo ha avuto a suo tempo consensi oceanici (non voglio ovviamente fare un paragone diretto con la situazione attuale – è solo un’esplicazione per iperbole).

                      – anche la mia idea di “servizio pubblico” va ben oltre il “puro intrattenimento” (ha mal compreso le mia parole se pensa che solo questo io auspico), ma qui si stava parlano di questo particolare ambito e nella fattispecie “spettacolo”. Estendere l’ambito sarebbe come Lei scrive “un altro argomento”.

                      Buona Domenica.

                    2. Anonimo

                      Bariom,

                      Quindi la «grandissima parte dei “pagatori di canone” » di cui Lei parlava in un commento precedente non è una maggioranza schiacciante.

                      Non mi trovo d’accordo sulla mancanza in tv di “proclami” contro altre religioni: basti pensare alla posizione dell’Islam a proposito dei gay per rendersi conto che il discorso sul matrimonio omosessuale a Sanremo ha toccato pure loro (e anche gli ebrei). Un`altra possibile (e triste) prova è rappresentata dalle fatwa pronunciate in occasione di programmi tv.

                      Per il resto, se veramente esiste una «grande “fetta”» contraria ai matrimoni gay, allora ci sarà un balzo in avanti dei piccoli partiti che si sono dichiarati contro gli stessi (visto che i grandi partiti non mi sembra abbiano preso posizioni simili). Staremo a vedere.

                      Buona domenica anche a Lei.

                    3. @Anonimo fondamentalmente credo ci siamo chiariti le reciproche posizioni. Sebbene lei stimola ulteriori considerazioni.

                      Sinceramente non mi aspetto da queste elezioni un voto che confermi la mia tesi nel nostro dialogo, per molti e diversi motivi (tra i quali una debolezza del pensiero cattolico proprio quando si tratta di scelte “politiche”). Mi permetta anche dire che l’eventuale vittoria delle sinistre, non sarebbe per me, neppure dimostrazione del contrario 😉

  35. La legge naturale (nel cuore o fuori) non riguarda il “dover” essere, ma solo l'”essere” della natura.
    Nella legge naturale (per esempio) non è compreso il rispetto per la natura.

  36. Pietro77

    Bene don Marco i tuoi interventi oggi su questo blog mi hanno veramente intristito e preoccupato per i toni e i contenuti. Buona Quaresima.

  37. potolina

    Ma perché di ogni cosa e sottolineo ogni bisogna farne una questione di principio? E meno male che il monologo era rivolto agli uomini che hanno un sano senso dell’ ironia visto che questo post è di fatto la testimonianza concreta di quanto noi donne prendiamo tutto troppp sul serio…anche se fortunatamente non siamo tutte così e riusciamo anche a essere sanamente leggere!!! Quanto siete cavillosi alle volte e non si può vedere il marcio sempre ovunque! Con simpatia

  38. …provo ancora imbarazzo e vergogna per come è stato trattato ieri Marco, E poi tutti zitti.

    Lo stesso (imbarazzo e vergogna)per come web-mistress ha archiviato la questione del “vangelo aramaico”.

    1. Dicendole di leggere un paio di libri di facile reperibilità, interessante lettura e scritti da qualcuno che spiega un lavoro che ha fatto e il metodo che ha usato? Lei è troppo sensibile 🙂

    2. Giusi

      Io mi sono espressa per prima: l’ho ritenuto eccessivo anche se Gesù beffardo non si può comunque sentire. Ma che vuoi da web mistress? Già sa tante cose! Dovrebbe conoscere pure l’aramaico? Vattelo a studiare te così ci illumini! In quanto alla vergogna: vuoi che ti ricordi un commento su Gesù per il quale avevo deciso di ignorarti per sempre (e per un po’ l’ho fatto)? Buon per te che siamo cattolici e ci tocca perdonare….

  39. 61Angeloextralarge

    Non voglio ritirare fuori il DNA di Gesù, ma sto preparando una pagina su San Giuseppe e ho trovato questo testo che la dice lunga, alla faccia del DNA:

    San Giuseppe non visse che per Gesù, non ebbe cura che di Lui, assunse per lui cuore di padre e divenne per affetto
    ciò che non era per natura. (San Leonardo Murialdo)

    N.B.: Alvise Maria, mi sembra che Don Marco si difenda molto bene da solo, forse troppo…

  40. Stefania

    Scusate ma questo articolo mi sembra davvero un po’ tirato per i capelli…la litizzetto può piacere o meno, ma da che mondo è mondo ci sono comici uomini che fanno battute sulle donne…. il primo che mi viene in mente è quel tipo alto e secco con un occhio cerchiamo di nero e l’impermeabile bianco.. e il suo famoso monologo sulla giornata di shopping con la moglie… oppure Livore, un personaggio un po’ vecchio di Corrado Guzzanti… e nessuna femminista o donna in generale ha battuto ciglio…. insomma di che stiamo parlando? Mi sembra una polemica sul nulla…

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