La teoria del buco

image

di Marta e Mario G.

Introduzione

Avete mai provato a lasciare per terra una matita, resistendo all’impulso di raccoglierla? Non è caduta a voi… il proprietario, certamente la rimetterà a posto.

Era lunedì, dopo un pomeriggio di compiti “selvaggi”, la matitina rossa spuntava di sotto il tavolo. Dopo cena era ancora lì, ma in compagnia di tante briciole di pane… Volutamente ho aspirato le briciole lasciando l’oggetto al…”suo posto”!

Martedì, qualcuno è andato a scuola senza il rosso, ma la cosa non ha evidentemente creato tanti disagi…

Mercoledì, non vedendola più penso: «finalmente l’hanno raccolta!», invece è solo poco più in là: le avevano dato un calcio.

Giovedì, sconsolata, la raccolgo Io.

 Tesi

Possibile che in questa famiglia nessuno faccia niente? Eppure “qualcosina” la potreste fare anche voi! Ad esempio, vedi questa matitina rossa è rimasta quattro, dico Q-U-A-T-T-R-O, giorni lì per terra.

– Hai ragione, l’avevo vista anch’io.

–  њД۝۩۞ !!! E me lo dici così? Potevi rimetterla con le altre.

– No! Volevo che la raccogliesse chi l’aveva fatta cadere. Non sei d’accordo?

No!

– Ma non hai capito quello che ti voglio dire? Questa è la mia “teoria del buco”.

La teoria de ché?

– La “teoria del buco”. Se tu la smettessi di affannarti e correre tutto il giorno a “coprire” le nostre carenze lasciando invece dei buchi, degli spazi, certamente prima o poi, anche noi ci troveremmo motivati ad esprimerci, a collaborare. E tu, forse, saresti più serena.

E’ il poi che mi spaventa. Certe cose non si possono rimandare…

– Questo lo pensi tu! Tutto è rimandabile, anche se a volte può non essere opportuno farlo. Credo che il tuo nome ti abbia un po’ condizionato (Marta, Marta perché ti affanni?…).

– Smettila di fare il cretino. “Collabora” piuttosto a piegare queste lenzuola… e tira forte!

Ma lo dobbiamo fare proprio adesso questo lavoro? Non pensi che sia più importante proseguire il discorso?

…e ti pareva! Sempre a rimandare. Lo vedi che il passare del tempo non fa altro che accumulare lenzuola? Se non ci fossi IO a costringervi, anche di fronte all’evidenza non vi attivereste, perché non esiste la collaborazione spontanea e neppure la… compassione.

– Amore, non mi sono spiegato. Il fatto che tu ti trattenga e riesca a lasciare buchi più o meno ampi, innanzitutto è un primo risultato per te. Sei troppo iperattiva e noialtri abbiamo bisogno di più tempo per… reagire. Ad esempio, io debbo inizialmente analizzare a fondo tutte le possibili alternative e scegliere, infine, quella che più mi corrisponde: ossia quella che mi fa fare meno fatica. I bimbi, invece, devono poter sbagliare per poi correggersi… anche se a volte questo sembra non accadere.

Se anch’io rimandassi continuamente, questa sera non si cenerebbe… Ti sembra ragionevole?

– Anche qui stai sbagliando, amore. Pensi che se verso le 20.30 non vedessi nulla nel piatto, me ne starei tranquillamente con le mani in mano? No! Correrei subito in cucina e vi preparerei una squisita frittata. Vedi, anche in questo caso non mi avresti permesso di esprimermi e di collaborare. Sei troppo reattiva. Noialtri dobbiamo prendere coscienza… L’hai capito o no?

Sono finite le uova! Non ho fatto la spesa (tanto si può rimandare) e nel frigo non c’è più nulla… C’è solo una coscia di tacchino nel congelatore. Tra lo scongelamento e la cottura, ti ci vorranno almeno 2 ore. Ti ricordo che domani i bambini hanno scuola e Giacomo si sta già addormentando. Vedi di tappare questo buco se ci riesci! (tié!!!)

– Quanto tempo ho per rispondere ?

Vedi che non si può rimandare all’infinito! La tua teoria si regge sul fatto che tanto c’è sempre qualcuno a proteggerti le spalle, Provvidenza inclusa…

– Se pensi di aver distrutto la mia tesi ti stai sbagliando, ancora una volta. Adesso alzo il telefono e prenoto delle pizze dallo “Schifoso” *, tra meno di mezzora mangiamo. Oddio, che giorno è oggi? Martedì?! O no, è chiuso per turno!!! Ah! Ho un’altra idea, che ne dici se andiamo a mangiare dalla Suocera. Lei ha sempre tante cose… che le avanzano. Non credo che ci dirà di no.

– Ho capito, ho capito! Ho capito che la teoria del buco si basa su un assioma fondamentale: la necessità aguzza l’ingegno ed accrescere le relazioni.

* = nota pizzeria della nostra città

13 pensieri su “La teoria del buco

  1. Erika

    Sono una convinta seguace della teoria del buco.
    Mi rifiuto di sprecare ore della mia vita a litigare su chi debba lavare i piatti.
    Finché riesco lo faccio, se sono “schiantata” mi siedo sul divano, certa che la mattina dopo saranno ancora li ad aspettarmi.
    Questo presuppone, secondo me, non tanto un marito “collaborativo” , quanto un marito che non mi prenda per un robot (e per fortuna ce l’ho…)
    Noi signore, da parte nostra, dobbiamo smetterla di sentirci indispensabili e capire che si dorme meglio su lenzuola non stirate, se prima vi siete fatti una bella risata insieme, piuttosto che in una stanza immacolata, ma senza guardarsi in faccia.

    1. “Noi signore, da parte nostra, dobbiamo smetterla di sentirci indispensabili e capire che si dorme meglio su lenzuola non stirate, se prima vi siete fatti una bella risata insieme, piuttosto che in una stanza immacolata, ma senza guardarsi in faccia.”

      MITICA !! 🙂

      1. Francesca

        Anche se vale la pena stirare il bordo superiore ricamato del lenzuolo di sopra: poco impegno e al momento del risvolto la goduria è grande. 🙂

  2. twentyrex

    E’ una teoria certamente interessante, anche se inizialmente sembra elaborata per consentire ad un parte di vivere comodamente o, quanto meno, di non restare coinvolti nella quotidianità che è fatta di piccole e grandi cose. Sicuramente il modo di essere di Marta fornisce materia per sostenere la teoria, ma non credo che possa sfuggire la sua opera e la sua ansia. Ed entrambe meritano attenzione e se, come ritengo, il rapporto che è alla base del vivere insieme è l’amore, la teoria del buco trova soluzione nella comune ricerca di una partecipazione equilibrata e consapevole e, nei confronti della prole, in un coinvolgimento attivo e responsabile.
    E’ bello leggere queste cose e trarne alimento per riflettere e meditare. Grazie e…bravi!

  3. Francesca

    Francesca.
    La “teoria del buco”era già’ deducibile dal libro. È in effetti mio marito ha scoperto in se’ un discreto cuoco, i bimbi sono entusiasti del loro papà’ e delle sue “frittate super” (lo vogliono candidare per “master chef”) e io sono molto più’ rilassata e soprattutto innamorata. Mi tocca solo un po’ più’ di fatica nel pulire la cucina,ma ne vale davvero la pena.grazie Costanza!

  4. Carla

    Io penso che sia giusto non soffocare gli altri e se stessi con ritmi di lavoro e riordino soffocanti, ma penso anche che sia necessario motivare e responsabilizzare tutti in casa. Nella mia esperienza di mamma con quattro figli che lavora come libera professionista, ho trovato molto utile un’altro modo di vivere la quotidianità riducendo le sgridate, la frustrazione e lo stress delle faccende domestiche: I MANSIONARI. Fidatevi, funziona alla grande. Si stilla un mansionario in una riunione “plenaria” con i figli e il marito. Ognuno sceglie un lavoro che gli si confà di più. Es. Mio figlio ha scelto di dare l’aspirapolvere due volte a settimana e di buttare il pattume differenziato, una figlia, la più piccola deve sparecchiare tutte le sere e spazzare in cucina, un’altra prepara la cena due volte a settimana e l’altra altri due giorni a settimana. La più grande ha scelto di fare quattro lavatrici a settimana. Si prepara uno schema su un bel cartellone che si mette in cucina. Se una volta un figlio non può eseguire il mansionario, chiede LUI agli altri di sostituirlo, perché ne è responsabile. In cambio noi genitori non chiediamo continuamente aiuto a casaccio, e non ci sentiamo sfruttati dai figli, ma ci sentiamo un po sostenuti. Questo metodo funziona perché riduce le sgridate le recriminazioni dei genitori, e orienta i figli ai quali non può fregar di meno dell’ordine, ma che devono imparare a rispettare la fatica e il lavoro dei genitori. Provare per credere! Un bacio a tutti. Vi lovvo!

  5. Che dire di quando hai appena poggiato la matita rossa lì, lì dove le matite rosse di solito non stazionano, magari anche solo per 5 minuti, per non dimenticarla uscendo e portarla via. Che dire quando tornando dopo 5 minuti, ore o giorni (che importa) non la trovi più (?!)

    Tanto per guardare il “buco” da un altro punto di vista… 🙂

  6. giuseppe

    A pag. 22 del Sole di oggi c’è una notizia bomba : “Sposala e muori per lei” è il libro più venduto nella sezione saggistica….. alla Cartroibreria Centrale Boragno di Busto Arsizio.

  7. Io invece la chiamo Teoria del Fattore P, è partita da una domanda sovvenutami in Finlandia, dopo aver scoperto che lì la polvere NON C’E’: “Immagina tua madre o, meglio, tua nonna … in un mondo senza polvere.”
    Io la immagino seduta sul divano con le mani in grembo e una faccia incredula e spaurita.
    La polvere diminuisce man mano che ci si allontana dalla linea dell’equatore, ovvero dalla maggior parte dei deserti. Già da Roma al nordItalia si notano delle significative differenze. Analogamente e, secondo me, non arbitrariamente, aumenta in maniera inversamente proporzionale il tasso di occupazione femminile e il grado di libertà e apertura mentale del genere femminile. Ora: come la mettiamo? Abbiamo un fattore inibitore di socialità, di libertà, di emancipazione, di empowerment, di apertura culturale … occupa tempo, spazio che devono essere recuperati. Ma come?
    La soluzione me l’ha suggerita Miasuocera. Dopo qualche mese che apportavo modifiche salva tempo alla mia condotta igienica: non piegare la biancheria, non stirare nulla, non rifare il letto, fare una doccia a settimana, non pettinarsi, non asciugarsi i capelli … Miasuocera, che negli anni ’70 autostoppava con le amiche facendo nudismo libero, aveva già in mano le attrezzature da pulitura cesso. Guarda fuori e c’è il sole. E’ domenica. Posa secchio, guanti e detersivo per terra e mi fa:

    “Ci andiamo a fare una passeggiata in montagna?”.

    Si, lo ammetto, questo è un estratto del mio blog. Per l’articolo intero con le foto e l’introduzione potete guardare qui: http://forsesipuofare.wordpress.com/2012/11/14/pulire-la-cucina-e-meglio-del-valium-ma-ligiene-rimane-la-beffa-del-secolo/

  8. ele86

    Ok sembriamo io e michele! Ma siamo tutte così!?????!!cavoli che nervi mi sono venuti a guardarmi da fuori!

  9. ele86

    Cmq una cosa la noto e la dico….Se le icone sullo schermo del computer non sono in ordine o se per fretta ho salvato un file sullo schermo invece che nell’apposita cartella devono irrimediabilmente essere subito sistemate…se la biancheria viaggia per terra dalla camera al corridoio e nessuno la fuma si può sempre aspettare.
    Nel mio personale caso ho iniziato a prendere le cose un po’ più alla leggere perchè per quel poco che frequento mia suocera ho capito da dove nasce il problema. Credo sia la mamma a dover insegnare la reciprocità perchè è vero la mamma ti serve (marito figlio amici ospiti ecc…)e lo fa con gioia, ma l’attenzione ai lavori che svolge va anche insegnata. A maschi e a femmine. Se no per l’egoismo di tutti la mamma diventa la schiava e nessuno impara a educare l’occhio al fatto che “ho appena pulito la cucina se rovesci il latte raccogli”….ossia a ciò che un’altro fa per te. Detto anche amore ricevuto e gratuito.
    Questa io la chiamo semplice educazione.
    Sporchi? pulisci! O almeno mi dici che lo hai fatto ma non sai come rimediare (chissà perché lo straccio sta sempre nello stesso posto ma nessuno sa mai dove cercarlo???). Un po’ di reciprocità è necessaria; cioè far notare che qualcuno ha fatto qualcosa per te e imparare a esserne grati e quindi a porci attenzione.
    A me in casa sono state insegnate queste cose, guardando mia suocera noto invece il discorso distorto sul servizio “lo faccio in silenzio e non faccio notare mai nulla”…lei dice che è la carità nel silenzio, sarà… secondo me è venir anche meno al proprio ruolo educativo. Mi chiedo quale schiaffo darà mai la vita quando le mie cognate usciranno di casa e scopriranno che i letti non si rifanno da soli, i piatti non si lavano da soli e la lavastoviglie non si riempie cantando come Mary poppins ecc…
    Il marito con pazienza migliora per lo meno ora è consapevole che è abituato a pensare “chi se ne frega lo farà qualcun altro” per ora mi accontento.

    1. Si ele86, ma anche il padre ha il suo ruolo nel dare la giusta dritta ai figli…
      Credo stia a lui affidare compiti fissi che vanno rispettati (è lui che rappresenta l’autorità), è lui che ricorda ai figli il valore del lavoro in casa della madre (che non è una “donna di servizio”), la gratitudine e il rispetto per questo lavoro e, possibilmente, sia il primo a passare dalle parole ai fatti.

      Poi c’è che tante, tantissime, mamme, suocere, mogli dei “tempi andati” (ma anche contemporanee), hanno nel DNA lo “scatto a molla” :-D… esempio: siamo tutti a tavola, “non c’è il sale?”. Chi è la prima che “scatta a molla”? Indovina chi 😉
      La mia non è una critica, s’intende (che Dio ce le conservi ;-))

I commenti sono chiusi.