Oltre ogni tempesta

di Paolo Pugni

S’io avessi la penna intrisa di cultura, che respirasse Rostand e Cervantes, che sapesse a memoria il Cantico dei Cantici o la Balladedes Pendus, quelli per cui le neiges d’antan sono passate così in fretta da lasciarli devorèes et purries a chiedere ai frères humains qui apres nous vivez d’intercedere pressola Madonna il perdono di Dio (e, che strani questi maledetti che poi alla fine si inchinano alla divina maestà…), s’io respirassi Cecco o Guido e Lapo (no, non quello della Ferrari mimetica) ben altre rime aspre e chiocce scriverei

S’io fossi foco, e acqua e vento e tempesta, non so proprio che farei…

Son uomo di scienza minore, che assembla molecole dentro impianti fangosi; e sono espressivo e competitivo. Di quella competizione lucida e che spinge e urge, non di quella che induce vomito e piagnisteo.

Le mie rime però al massimo sciacquano i panni in Lambro, che sarà piccolo e un po’ sporco, ma è quello che rimane sotto Ambrogio, e quivi si ricordano film e canzoni e sceneggiati –che pochi altri conducono a pari ricordi, associando a collettive memorie, per l’ingrigire dei capelli assente (e vi sfido a citarami il cast di La squadra di stoppa, Ciuffettino, I racconti del faro, La famiglia Benvenuti, I ragazzi di padre Tobia senza googolare si intende)-, s’inerpicano su per le cime dello sport, che spesso non raggiungono i miei colori per essendo le tinte del cielo di giorno e di notte, e spanciano sui libri più banali, che di rime e tocchi hanno punta frequentazione, piuttosto di serial killer e di social media. Per tacer poi di quanto io attinga da canzoni asciutte di professori e altri cantautori, rigorosamente oltre i sessanta.

Però di questo so e vo’ cantando, come troubador che d’una cosa sola rima, di come amor ci prese ai tempi del liceo -galeotta fu la gita e chi la indisse, da quel giorno insiem noi guardiamo avante- e che ancor’oggi non c’abbandona; oggi che la canizie mi stampa sull’assolato muro che non ha in cima cocci di bottiglia ma fiori e luci e di entrambi profumo forte, e un futuro troppo corto per non avere un secondo tempo.

Che adesso sì che possiamo rispondere alla domanda che squadri da ogni lato l’animo nostro informe: sappiamo bene ciò che siamo e ciò che vogliamo, e quanto siamo pronti a lottare per tenere stretto in mano questo filo che ci allontana, non l’uno dall’altra, piuttosto insieme dalle origini, ma non dalle radici.

Perché dove trovi quella forza che ti fa credere simile ad un Dio, anzi di più se possibile, colei che ti siede di fronte e ti guarda e ti ascolta, se non proprio in Dio stesso? Dove trovi la forza per stirare nel tempo un amore trascinandone le gioie oltre la collina, sotto il filo spinato, tra mille battaglie, e pianti e angosce e incomprensioni? Quante volte hai pensato di rinunciare e lasciargliela lì come fosse un gioco, questa vita insieme che non è niente, e non è poco? Quante volte t’è venuta voglia di urlare, sottovoce, lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata? Quante volte, guardando indietro con sguardo mesto e pesto, t’è venuta voglia si richiamare l’ombra di tuo padre, e implorarlo “papà, lasciamo tutto e andiamo via”, sapendo, come rinchiusi seduti sopra quel treno che il futuro è già stato e non può cambiare.

Son volati anni corti come giorni,  e mani siamo stati sommersi da un mare florido e vorace che ci ha rubato la certezza. Perché c’è sempre stato un momento in cui abbiam potuto sederci e ricordare e deridere e scacciare e guardare avanti. Se qualche piacere c’è per un uomo che ricorda i precedenti dolori è nel pensare che ormai sono passati e che nessuna tempesta, fosse anche tre miglia dopo Capo Horn, potrà mai far girare tre volte e la prora ire in giù, che quest’amore è forte come la morte tenace come gli inferi la nostra passione, che io sono come sigillo sul suo braccio, e poiché è fondato in Dio, le grandi acque non lo potranno travolgere mai. Così con lieve cuore e lieve mano, potremo la vita prendere e lasciare. E’ una (Sua) promessa.  Che non tradisce mai. Perché tutto concorre al bene. A saperlo vedere ed estrarre dalle parole leggere che per noi Lui abbandona come un gioco per le strade, e le righe, del mondo.

***

AUGURI PAOLO!!!  (by admin)

34 pensieri su “Oltre ogni tempesta

  1. Velenia

    Liceo classico,vero?Se non avessi da lavorare starei tutta la mattina a cercarmi le citazioni tanto mi è piaciuto questo post.
    A proposito io “I ragazzi di padre Tobia” me li ricordo,però andavo all’asilo,vale lo stesso?
    Naturalmente auguri.

  2. Paolo Pugni:
    nel farti i miei complimenti per il tuo post sentito e sofferto e poetico vorrei solo dire che lo apprezzo e lo condivido in tutto (e come non potrei?) meno che nel fatto che tutto concorre al bene. Il tutto, credo io, non concorre a nulla, il bene viene dall’impegno che noi ci mettiamo, nella vita, a fare bene, e meglio, e dal nostro carattere, più o meno luminoso rilucente sorridente o malinconico o nebbioso come le giornate più nebbiose sul fiume Lambro. Poi ci sono gli sprazzi di luce per tutti, anche i più sfortunati, dei momenti che uno riesce a essere anche abbastanza contento e a perdersi dietro alle cose alle immagini al lavoro ai progetti ai viaggi agli amori (forse) ai figlioli…e poi più nulla, finito.

    1. Velenia

      Alvise,mi dispiace sono una siciliana d’occidente,la Sicilia orientale la conosco pochissimo.Confesso le mie colpe: a Siracusa sono andata solo in gita scolastica in 3 media,nel millennio scorso.
      Però se vuoi,posso parlarti dello splendore del Duomo di Monreale,dello sguardo del Pantocrator,della grandiosità dei mosaici,roba da sfiorare la sindrome di Stendhal; …e nataralmente non è da trascurare la granita ai gelsi neri che servono nel bar di fronte al Duomo !!!

          1. Twentyrex

            La Sicilia non è solo tanto grande, ma è molto diversa. Anche se su questa terra era abitata ed esisteva una civiltà già prima di quella egizia (vedi i megaliti dell’Argimusco), non si è mai realizzato un vero popolo siciliano, ma sono venute su le “famiglie” (poi nell’ottocento trasformate in un ben diverso concetto e con specifici fini). Così le diverse dominazioni che si sono succedute nel tempo, dai greci in poi sino ai piemontesi, non solo hanno avuto buon gioco sotto il profilo militare non incontrando reistenza alcuna, ma anche sotto quello dell’amministrazione del potere disponendo dei beni dei siciliani come meglio loro aggradava. L’unica vera reazione di popolo sembra sia venuta per un fatto di donne: i famosi Vespri Siciliani che sarebbero stati originati dalle tette di una bella donna violate da un soldataccio francese. E questa diversità, che è anche culturale, nell’accezione più ampia de termine, si perpetua ancora oggi e si manifesta più palpabile nell’ambito gastronomico. La granita di gelsi citata è un fatto isolato, ma la vera granita è quella al limone od al caffè con panna che viene prodotta dai pasticcieri messinesi e solo in quella provincia. Come la pignolata. Mentre la cassata è solo palermitana ed il vero cioccolato è quello che si trova a Modica. Questo a prova di una ricchezza straordinaria di fantasia e di risorse naturali che il Buon Dio ha donato a questa terra e che, poi, l’hanno costretto a limitare in qualche modo gli abitanti che altrimenti avrebbero creato un altro Eden. Ma questa diversità è presente con peculiarità straordinarie anche nell’ambito religioso. Pensate sulla costa tirrenica viene venerata la Madonna del Tindari che è nera. E per la sua festa vi sono pellegrini che compiono a piedi anche molti chilometri per arrivare al suo Santuario ed ottenere o ringraziare per le sue numerose grazie. Dalla parte opposta a Licata, cittadina che vive di mare ed agricoltura (ed una volta anche di miniere) il Santo protettore è Sant. Angelo che, nei periodi di siccità, veniva portato in processione ed alla fine anche minacciato. Infatti i licatesi lo provocavano con una frase che in dialetto (Camilleri, permettendo) era del seguente tenore “Santanciulu, o ciove o cogga”, ed in italiano è abbastanza lapidaria: Sant’Angelo o piove o a mollo”. E, pare che qualche volta la sacra statua sia stata veramente scaraventata nel mare del porto e, poi, naturalmente raccolta da più fedeli e devoti. Cose che avvengono in questa terra, colma di storia e di misteri, dove la gente è portatata a ritenersi un semidio, come scriveva non senza maliconia ed un certo pessimismo Tomasi di Lampedusa suo Gattopardo.

  3. 61Angeloextralarge

    Grazie Paolo! Cncordo sul “tutto concorre al bene” ma soprattutto sul “saperlo vedere”. Potessimo avere occhi “capaci di vedere”! 😉
    Auguri! San Paolo ti doni tutto ciò che ti è più necessario per giungere alla santità.
    Auguri a tutti i Paolo e a tutti i Pietro! 😀

  4. Caro Paolo, con poco sforzo mentale posso tirar fuori almeno Silvano Tranquilli, Franco Angrisano, Roberto Chevalier, Fosco Giachetti, Enrico Maria Salerno, Giusva Fioravanti e, accidenti, il nome della signora Benvenuti ce l’ho sulla punta della lingua e non ne vuol sapere di spiccicarsi di lì.. Ciuffettino, come accennavo sopra, ho cercato di scordarmelo e la squadra di stoppa mi sfugge, lo confesso. Tutto questo sfoggio di celluline grige per sottolineare che mi sa che siamo quasi coetanei. Ciò contribuisce ad aumentare il piacere con cui ti auguro buon onomastico (e pure agli altri aventi diritto, naturalmente), dichiarandomi al contempo assai assorta in rispettosa ammirazione per il tour de force citatorio (citazionale?) 😀

  5. Velenia

    Beh, dai Enrico Maria Salerno lo ricordo anch’io,mica sono così ragazzina!Anch’io andavo a letto dopo Carosello! Quando Carmencita spegneva il gas e andava via,quando laggiù nel Montana fra mandrie e cow boy c’era sempre qualcuno di troppo fra noi,e quando ce l’avevano tutti con me perchè ero piccola e nera.
    P.S.Le mie citazioni sono più terra terra .

    1. Maxwell:
      fai la cosa più sensata, trovati una donna che ti piace e che ti vuole bene e… “scordammoce o’ passato”
      Risposati, osati, non ti risposare, fai come vuoi, di sicuro il Signore (se esiste) capirà tutto perdonerà tutto aiuterà te il tuo figliolo e la tua nuova famiglia. E soprattutto non leggere più imbecillità come quella che hai messo tra i commenti!!!
      Una nuova vita!!!

      1. Maxwell

        5468 persone hanno cliccato “mi piace”…. più o meno come i visitatori del tuo blog in un anno….. mi pare.

          1. Maxwell

            Volevo solo dire che non puoi comportanti sempre con la sensibilità di un rastrello sul prato……….
            Devi capire che ci sono migliaia di persone che si sono commosse …..e devi rispettarle , non prenderle per c… ogni volta, anche loro hanno il diritto di esistere!

              1. Maxwell

                Colui che mi ha creato senza il mio consenso, non può salvarmi senza il mio consenso.

I commenti sono chiusi.