Alla mia età

di Gerardo Ferrara   lacapannadellozioblog

“Montre molle au moment de sa première explosion”, di Salvador Dalì (1954)

Ci sono tante cose che possono essere fatte alla mia età. Alcune persone hanno fatto la storia attraverso opere compiute quando vivevano, appunto, gli anni in cui mi trovo; altre, invece, hanno, semplicemente, fatto parlare di sé: Gesù, ad esempio, è stato crocifisso ed è risorto alla mia età; Dante ha scritto la Divina Commedia “nel mezzo del cammin di nostra vita”; Desmond Hatchett, del Tennessee, a 33 anni, nel 2009, aveva già avuto ben 39 figli!

Che cosa posso replicare io, invece, al mio orologio biologico quando i suoi rintocci mi ricordano inesorabilmente che il tempo scorre velocemente e che, almeno secondo determinati calcoli, metà della mia vita è già passata?

Di certo, sto realizzando che, alla mia età, sono diventato una persona più autentica e più simile a chi ho sempre sentito di essere. Gli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e dei ruggiti da ventenni mi sono sempre stati un po’ stretti: non ho mai concepito la mia vita come un eterno party per studenti Erasmus; non mi sono mai piaciute le feste tutte alcool, fumo e niente arrosto tipiche di un certo modo di concepire la giovinezza (e non solo quella, visto che tanti trentenni, quarantenni e cinquantenni si ostinano a vivere così, per sentirsi sempre rampanti e stigmatizzare la maturità che non hanno); d’altro canto, ho sempre detestato anche le manifestazioni di massa, i concerti, i meeting immensi quali la Giornata Mondiale della Gioventù, chiedendomi come mai, anche nel cattolicesimo, i giovani debbano essere sempre concepiti come una categoria a parte, quelli che amano “fare chiasso” e divertirsi, come se non ci fosse spazio per altre cose e soprattutto per quelli come me che, anche a vent’anni, non hanno mai amato stare per le strade suonando chitarre e tamburelli. Addirittura, posso affermare che io amo “fare chiasso” (nei limiti del possibile) ora più di allora!

Mi piace la mia età perché sono autonomo, indipendente nel bene e nel male e finalmente libero di fare le mie scelte. Mi è permesso di vivere la mia vita percorrendo la strada giusta, quella del vero, del bello, del buono, cambiando rotta se mi accorgo di aver intrapreso quella sbagliata, rialzandomi se sono caduto, riposando se sono stanco. In più – dettaglio non trascurabile – ho acquisito una discreta esperienza che mi consente di fare da “fratello maggiore” a coloro i quali vivono  anni per me ormai lontani e di rianimare chi, più anziano o più giovane di me, ha perso la speranza.

Sì, alla mia età sono finalmente in grado di dare ragione della mia speranza, della mia fede, della mia felicità e della mia libertà.

Non c’è nulla di meglio che alzarsi la mattina e poter vivere un’altra giornata,  positiva o negativa che sia (se vogliamo usare dei criteri di giudizio mondani), ricordando e incarnando le parole del profeta Isaia (cap. 50, vv. 4 e 5):

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perché io sappia indirizzare allo sfiduciato
una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come gli iniziati.

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Sì, farò così: proverò a lottare con me stesso e, con l’aiuto di Dio, a “vincere il mondo” dentro e fuori di me, senza temere, senza indietreggiare; metterò da parte la mia maledetta, orgogliosa e molesta vena polemica soprattutto qui, in questo spazio virtuale, evitando di accusare, giudicare e fare sproloqui come tanti, troppi guru della nostra epoca i quali, dai loro palcoscenici teatrali ed elettorali urlano, di fronte a spettatori infervorati e ben paganti, vacue parole di disprezzo, odio e disperazione; parlerò di cose ritenute, a torto, banali e fuori moda ed userò un linguaggio comprensibile. Questo perché il Signore mi ha fatto giungere ad un’età e maturare delle esperienze, umane e spirituali, per cui ritengo sia mio dovere, con il suo aiuto, usare la mia “lingua da iniziati” per scrivere e parlare nel modo giusto ed il mio “cuore da iniziati” per amare nel modo giusto.

Il mondo, specialmente di questi tempi, ha bisogno di speranza, di fiducia, la gente intorno a me è sfiduciata, io non lo sono. Il Signore mi ha aperto gli occhi e le orecchie ed io non opporrò resistenza, non mi tirerò indietro, darò ragione di tutto il bene che mi è stato donato. Non ho oro né ricchezze, tuttavia ciò che posseggo vale molto più di tutti i tesori e le perle preziose del mondo. E, alla fine della mia giornata, consapevole dei miei limiti, potrò rendere grazie, chiedendo che i semi di bene, sparsi nella mia giornata, portino frutto, giacché il seme sparso non viene da me e i frutti che nasceranno non sono miei.

Mi sembra davvero un bel progetto! Ne sono convinto, questo è ciò che posso fare… Alla mia età.

fonte> lacapannadellozioblog

40 pensieri su “Alla mia età

  1. Marco De Rossi

    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/1996/documents/hf_jp-ii_let_19960508_czestochowa-gmg_it.html

    “….
    Le Giornate, infatti, accogliendo un’iniziativa partita dai giovani stessi, sono nate dal desiderio di offrire loro significativi “momenti di sosta” nel costante pellegrinaggio della fede, che si alimenta anche mediante l’incontro con i coetanei di altri Paesi ed il confronto fra le rispettive esperienze.

    Finalità principale delle Giornate è di riportare al centro della fede e della vita di ogni giovane la persona di Gesù, perché ne diventi costante punto di riferimento e perché sia anche la vera luce di ogni iniziativa e di ogni impegno educativo verso le nuove generazioni. È il “ritornello” di ogni Giornata Mondiale. E tutte insieme, nell’arco di questo decennio, appaiono come un continuo e pressante invito a fondare la vita e la fede sulla roccia che è Cristo.

    2. I giovani sono così periodicamente chiamati a farsi pellegrini per le strade del mondo. In essi la Chiesa vede se stessa e la sua missione fra gli uomini; con loro accoglie le sfide del futuro, consapevole che l’intera umanità ha bisogno di una rinnovata giovinezza dello spirito. Questo pellegrinaggio del popolo giovane costruisce ponti di fraternità e di speranza tra i continenti, i popoli e le culture. È un cammino sempre in atto. Come la vita. Come la giovinezza.

    Col passare degli anni, le Giornate Mondiali della Gioventù hanno confermato di non essere riti convenzionali, ma eventi provvidenziali, occasioni per i giovani di professare e proclamare con crescente gioia la fede in Cristo. Ritrovandosi, essi possono interrogarsi insieme sulle aspirazioni più intime, sperimentare la comunione con la Chiesa, impegnarsi nell’urgente compito della nuova evangelizzazione. In tal modo si danno la mano, formando un immenso cerchio di amicizia, congiungendo i colori della pelle e delle bandiere nazionali, la varietà delle culture e delle esperienze, nell’adesione di fede al Signore Risorto.
    ….
    Da una Giornata Mondiale il giovane può trarre una forte esperienza di fede e di comunione, che lo aiuterà ad affrontare le domande profonde dell’esistenza e ad assumere responsabilmente il proprio posto nella società e nella comunità ecclesiale.

    4. Nel corso degli indimenticabili Incontri mondiali, l’amore gioioso e spontaneo dei giovani verso Dio e verso la Chiesa mi ha spesso commosso. Essi hanno raccontato storie di sofferenza per il Vangelo, di ostacoli apparentemente insormontabili superati con l’aiuto divino; hanno parlato della loro angoscia di fronte ad un mondo tormentato dalla disperazione, dal cinismo e dai conflitti. Dopo ogni Incontro, ho sentito più vivo il bisogno di lodare Dio che rivela ai giovani i segreti del suo Regno (cf. Mt 11, 25).
    ….”

    Dal Vaticano 8 Maggio 1996.

    GIOVANNI PAOLO II

  2. Sara S

    Grazie, anch’io amo la mia età che è la stessa dell’autore del post. Ho sempre avuto la grazia di amare ogni età che ho vissuto, e di amare anche adesso quelle passate, che guardo con tenerezza e commozione: non c’è mai stato nulla di incompiuto o di vano. A 10 anni, a 5, a 18, ero già piena e intera, forse perchè sempre amata, e ora non le considero delle semplici tappe di passaggio verso un’età più adulta, dei momenti di transizione, ma anni buoni in se stessi . Persino gli anni confusi dell’adolescenza, pieni di fiamme e tenebre in rapida successione, sono stati meravigliosamente intensi, preparazione a ciò che sono adesso ma non solo: se fossi morta a 15, sarei morta compiuta, non a metà di un percorso. Sarei stata, cioè, quello che dovevo essere: una creatura che sapeva di essere amata, sapeva a chi apparteneva e a suo modo, secondo le sue capacità, cercava di amare. Ugualmente da neonata. Poi certo, il percorso c’è, ma è solo per potenziare la stessa identica radice. Invece il futuro lo guardo con curiosità e attesa, certa solo che ci saranno grandi croci e grandi gioie, come è stato fino adesso. Senza dilemmi, ma con naturalezza, non passa giorno che io non pensi alla morte, spesso la sogno. Mi spaventa non sapere come accadrà e soprattutto se avrò o meno il tempo, come spero, di rendermi conto e di saltare la siepe lucidamente, pronta. Ma per il resto intuisco che quel grande mistero ci conduce là dove sapremo di essere amati più di ora, sapremo a chi apparteniamo senza ombre, e saremo in grado di amare totalmente. E quindi spero che anche da vecchiettina, potrò vivere con felicità la mia età, e voler bene alle mie rughe e persino alla mente che se ne va via, perchè, libera dal peso del passato – sì, ogni cosa ha avuto un senso, e il mio male è stato assorbito dalla misericordia – e certa del bene del futuro, potrò godermi ogni istante ancora. Mi potrò trovare persino bella, se, guardandomi allo specchio, saprò vedere una creatura che sa di essere amata e sa di chi è e cerca di amare come può. Soltanto un pochino più sbadata e “storditella” (così mi chiama a ragione mio marito già ora!)!
    Complimenti a Costanza e alle sue truppe per il milione!

    1. Dice Madre Teresa: “Finché sei vivo, sentiti vivo. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere”. Questo vale per ogni età. L’importante è sentirsi vivi dentro, sempre.

  3. “Questo perché il Signore mi ha fatto giungere ad un’età e maturare delle esperienze, umane e spirituali, per cui ritengo sia mio dovere, con il suo aiuto, usare la mia “lingua da iniziati” per scrivere e parlare nel modo giusto ed il mio “cuore da iniziati” per amare nel modo giusto.”
    Congratulazioni!!!

  4. “ho sempre detestato anche le manifestazioni di massa, i concerti, i meeting immensi quali la Giornata Mondiale della Gioventù”
    …su questo invece pienamente d’accordo (se puo significare qualcosa che io sia o non sia d’accordo) lontani da tutte le manifestazioni di massa!!!

  5. twentyrex

    Per me che ho doppiato “il mezzo del cammmin di nostra vita” è motivo di speranza e di grande conforto vedere che la generazione, appunto, di mezzo non è rimasta tutta vittima del degrado e della disperazione che alcuni uomini della mia età hanno colpevolmente provocato. Voglia il Buon Dio accompagnarvi in questo cammino denso di inganni e di trame ordite, purtroppo, anche dentro la Chiesa. A noi, che avendo pagato il prezzo di gravi errori ed ingenuita, spetta solo il compito di pregare per voi e, se occorre, comunicare le nostre esperienze e le valutazioni serene e razionali che il distacco dalle lusinghe e dai condizionamenti ci consentono di formulare.

  6. “è motivo di speranza e di grande conforto vedere che la generazione, appunto, di mezzo non è rimasta tutta vittima del degrado e della disperazione che alcuni uomini della mia età hanno colpevolmente provocato.”
    Ma che dici?!?!

  7. Sara

    Grazie Gerardo! E grazie anche a Sara S.! Sono anch’io in questa età della vita, e anch’io ho sempre avuto la grazia di sentirmi compiuta in ogni mia età: di ognuna di esse non rimpiango alcuna scelta, soprattutto quelle di non assimilarmi mai a quei “ruggiti da ventenni”, come opportunamente li chiama Gerardo, che ho sempre considerato molto immaturi e vuoti, sentendo di non aver bisogno di di-vertirmi, poiché da nulla dovevo vertere. Ogni volta che cerco di comunicare questo fatto, con autoironia (e anche con malcelato orgoglio! – del resto, chi voleva celarlo?) dico che “sono nata vecchia”, una vecchiezza che sono convinta derivi proprio dal fatto di essere sempre stata amata e, perciò, di aver sviluppato da sempre un’autostima e una forza tali da non farmi temere di risultare impopolare o, appunto, “vecchia” agli occhi dei miei coetanei. A questo sono convinta poi che si siano sommati anche quei valori morali e quella fede che, essendo aspetti non negoziabili, mi hanno indicato la solida strada da seguire in alternativa a quel “chiasso” di cui parla Gerardo.
    Anch’io non concepisco “le manifestazioni di massa, i concerti, i meeting immensi quali la Giornata Mondiale della Gioventù, chiedendomi come mai, anche nel cattolicesimo, i giovani debbano essere sempre concepiti come una categoria a parte, quelli che amano “fare chiasso” e divertirsi, come se non ci fosse spazio per altre cose e soprattutto per quelli come me che, anche a vent’anni, non hanno mai amato stare per le strade suonando chitarre e tamburelli”, e rimango di questo avviso anche dopo le precisazioni riportate dal primo commento al post: quelle stesse finalità si potrebbero forse raggiungere in altro modo? Mah, forse è solo questione di stili diversi: del resto “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito”. Credo fermamente nella Chiesa Cattolica (“Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri” è praticamente una mia fotografia, fra l’altro delle migliori e in cui sono più fotogenica!), perciò non vorrei essere fraintesa: non metto in discussione, noto solo che il mio carattere predilige altre esperienze.
    Sara

    1. Marco De Rossi

      Non credo sia fuori tema.
      Nel mondo ci sono tante manifestazioni.
      C’e’ che mainifesta per i propri diritti, c’e’ chi ad esempio manifesta per i diritti degli altri, altri che non potrebbero avere altrimenti voce: i figli concepiti e non ancora nati.
      Noi testimoniamo la Verita’ (non quello che pensiamo) e la Verita’ non e’ come qualcuno potrebbe intendere un pensiero, ma e’ una persona: Cristo.
      Ed essere in 100 o in 1.000.000 non e’ sicuramente la stessa cosa.
      Le gioie si moltiplicano e le sofferenze si dividono.
      E a queste partecipazioni di massa non partecipano solo i giovani.
      E i concerti di musica classica?
      E le Opere?
      ….. anche per l’artista saerebbe lo stesso esibirsi davanti a 2 persone o davanti a 200.000?
      Ed internet?
      E questo blog?
      E’ o non e’ assimilabile ad una manifestazione di massa, visto che ha superato il milione di click?
      Senza voler offendere nessuno, esistono anche fobie degli spazi aperti, degli spazi chiusi e della moltitudine di gente.
      Coraggio e tutti al prossimo importante appuntamento. La VII Giornata Mondiale delle Famiglie a Milano.

        1. …dove , anche, all’Oktoberfest, Ratzinger, quando era vescovo di Monaco, rivolse i suoi saluti ai bevitori di birra di questa grande festa contadina della Baviera eccetra,,,,

  8. Alessandro

    OT

    Parte la raccolta di adesioni per inserire nel Diritto europeo l’esplicita affermazione che ogni essere umano, fin dal concepimento, è titolare di tutti i diritti umani, a cominciare quindi da quello alla vita. E’ il primo gesto di unità tra i pro life di tutti i Paesi comunitari. Obiettivo minimo: un milione di firme.

    Per aderire (cioè: firmare)

    http://www.mpv.org/mpv/download/UnodiNoi/italia3.html

  9. Alessandro

    “Sposati e sii sottomessa” a più di un anno dall’uscita è il quarto titolo più venduto questa settimana nelle librerie religiose.

    Fonte: Avvenire del 26 maggio, p. 29 (“i bestseller della fede”)

    1. admin

      @Alessandro sei eccezionale, riesci a trovare tutto!

      (visto che non sono riuscito a trovare Avvenire per curiosità quali sono i primi tre titoli?)

      1. Alessandro

        😀

        1) Benedetto XVI, La gioia della fede, San Paolo

        2) Giulia Gabrieli, Un gancio in mezzo al cielo, Paoline

        3) Shahbaz Bhatti, Cristiani in Pakistan, Marcianum press

        4) Sposati e sii sottomessa

        5) Antonio Socci, I giorni della tempesta, Rizzoli

        6) I. Marino – C.M. Martini, Credere e conoscere, Einaudi

        7) Andrea Riccardi, Dopo la paura la speranza, San Paolo

        8) Teresio Bosco, Memorie dell’Oratorio, Elledici

        9) Tony Anatrella, La teoria del “gender”, San Paolo

        10) G. Malagò – N. Melone, Storie di sport, storie di donne, Rizzoli

        Da precisare che “la classifica dei libri più venduti nelle librerie religiose viene elaborata da “Rebeccalibri” rilevando i dati dalle librerie Dehoniane, Elledici, Messaggero, Paoline, San Paolo”

        1. admin

          grazie Alessandro.
          Beh niente male sul serio, e la precisazione sul come viene elaborata la classifica rende la cosa ancora più interessante considerato che abbiamo notizia di molte librerie delle Paoline che per scelta non vendono “Sposati…” (anche un nostro amico frate ci ha raccontato che quando ne raccomanda la lettura è “costretto” a indicare la libreria Feltrinelli della sua città)

          1. Concordo con quanto dici, admin: alle Paoline della mia città ne avevano una sola copia nascosta e non sapebano nemmeno di averla… Ho spiegato loro chi è Costanza (anche riguardo alla città 🙂 e di cosa parla il libro e la volta successiva le copie (stavolta più di una) erano sui tavoli principali… 😉

  10. Valeria

    Arrivo ora dalla veglia di Pentecoste, in parrocchia, in circa 500
    , uno schifoso ammasso di manifestazione di massa….grazie a Dio per questa meravigliosa similoktoberfest.

  11. Lorenzo

    Desiderare la “massa” per non sentirsi soli, per una esperienza di confusione collettiva non è proprio il massimo…ma se non siete mai stati alla Giornata Mondiale della Gioventù non disprezzatela. Sinceramente parlando non ne avete colto il senso.
    Il popolo di Dio è un popolo, non si vive la propria esperienza di Chiesa da soli, autosufficienti, bravi.
    Da soli il rischio di essere superbi è più alto e sottile….quando si è da soli emergono di più le nostre qualità e possiamo così bearci della nostra maturità. O, come sono diventato grande e bravo.
    Non dimentichiamoci che la Chiesa è un popolo.

    Vi saluto tutti, in modo particolare Costanza…prima o poi leggerò il tuo libro, cioè lo farò leggere a chi di dovere 😉

    1. Sara

      Certo, la Chiesa è un popolo. E anche il più bello, aggiungo io, visto che è quello di Dio. Non ne disdegno affatto la compagnia. Del popolo, però, non della massa né del chiasso sguaiato e fine a se stesso che tanti solamente cercano in queste manifestazioni.

      1. Marco De Rossi

        Non mi pare che alle GMG ci sia mai stato del chiasso sguaiato (personalmente ho partecipato a diverse GMG).
        Anzi i commenti delle forze dell’ordine dopo questi avvenimenti sono sempre stati di meraviglia.
        In genere nei “grandi” raduni alla fine c’e’ sempre qualche problemino di oridne pubblico o di rifiuti vari alla fine.
        Le forse dell’ordine al contrario in queste occasione rimangono sempre meravigliati dello svolgimento perfetto che le contraddistingue, no droga, no alcool, etc. etc. etc.

        1. Sara

          Cosa c’entrano le forze dell’ordine? Non parlavo certo di disordini di questo tipo! Confermo invece tutto il resto!

  12. Marco De Rossi

    C’entrano perche’ e’ un ulteriore testimonianza di come il fatto che il numero di persone che partecipa ad alcuni eventi diversi tra loro sia molto elevato, non li accomuna affatto, ne’ per i conenuti, ne’ per lo spirito che li ha spinti a riunirsi ne’ tantomeno per i comportamenti adottati.
    I 400.000 o il milione di giovani di Woodstock del 1969, non possono certo essere paragonati ai due milioni di giovani di Roma – Tor Vergata del 2000 (solo per fare un esempio)

    1. Sara

      E infatti non ho certo proposto simili paragoni! Per cui, ripeto: cosa c’entra? Credo di aver chiaramente espresso quanto volevo negli interventi precedenti, soprattutto quello delle ore 16:18.

      1. Marco De Rossi

        Sì, mi pare che tu lo abbia esepresso chiaramente, e che cioè mentre il Santo Padre vede le GMG come cose molto buone, tu e qualcun altro no e vorreste suggerire al Papa di trovare altre forme.
        A meno che non abbia capito male io, nel qual caso mi scuso.

        1. Sara

          Scuse accettate e mi scuso anch’io se ho espresso male quanto volevo, poiché quello che volevo dire – e che riporto qui – è che “[…] è solo questione di stili diversi: del resto “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito”. Credo fermamente nella Chiesa Cattolica […], perciò non vorrei essere fraintesa: non metto in discussione, noto solo che il mio carattere predilige altre esperienze”. Nutro una venerazione profonda per il Papa (soprattutto per l’attuale) e non mi sognerei mai di suggerirgli qualcosa: se il Papa considera buone le GMG, mi fido che lo siano e lo credo, ma d’altra parte non posso negare che non sono nelle mie corde e che, come ho potuto constatare, per molti sono solo un’occasione di aggregazione chiassosa. Con ciò non voglio negare che per molti altri siano un’esperienza fruttuosa e buona, ma concordo con quanto afferma l’autore del post a proposito del fatto che molti considerano i giovani come una categoria a parte: purtroppo anche il sacerdote che segue il nostro gruppo parrocchiale di catechisti mostra spesso questo atteggiamento, contrastato (per fortuna, dico io!) dal nostro parroco che, invece, ritiene migliore l’approccio per cui i giovani debbano essere considerati come gli altri/adulti, per stima della loro dignità e intelligenza. Ecco, io sono d’accordo con il mio parroco e, allo stesso modo, preferisco manifestazioni diverse a quelle del tipo GMG.
          Un saluto!

          1. Marco De Rossi

            Ma un giovane non e’ uguale ad un adulto, come non e’ uguale ad un bambino e come non e’ uguale ad un anziano.
            Ogni eta’ ha il suo modo di essere e questo vale per qualsiasi cosa, dalla scuola allo sport alla spiritualita’.
            Non entro nel merito dei metodi ne’ del tuo parroco ne’ del tuo sacerdote perche’ non li conosco.
            Nella Chiesa che conosco io ai giovani non viene affatto negata ne’ la dignita’ ne’ l’intelligenza e l’esperienza di una GMG e’ fatta seriamente e non puo’ essere nemmeno lontanamente paragonata ad un’occasione di aggregazione chiassosa.
            Senza contare poi che il Signore per attirare a se’ usa tutti i mezzi possibili, anche l’andare li’ per seguire un bel ragazzo o una bella ragazza.
            Molti di questi poi sono entrati in seminario o in monastero.

  13. Valeria

    Meno male che in questi botta e risposta ci sei tu, Marco de Rossi! Perche’ non riesco a capacitarmi di come sia possibile che un evento come le GMG possa essere messo in discussione. Il blogger nel suo spazio (la capanna dello zio tom)mi ha risposto addirittura che al termine delle GMG restano distese di preservativi. Non e’ vero ed e’ ben noto il gran numero di vocazioni che questi momenti suscitano. Ogni GMG da frutti innumerevoli direi miracolosi. Inspiegabile come, per esempio, alla presenza di migliaia di persone(giovani) quando il Papa chiede il Silenzio in Preghiera non si senta fiatare nessuno. Quante vocazioni al matrimonio fra ragazzi di diverse nazioni con un conseguente fidanzamento casto, nella preghiera sono nate proprio grazie alle GMG. Affermo queste cose non per sentito dire ma per testimonianze vissute in prima persona, grazie ancora Marco! Concordo con tutto ciò che dici, la chiesa e’ un popolo e spero il piu numeroso possibile, che si sostiene. Resto in attesa dell’ incontro col Papa a Milano domenica, con la mia numerosa famiglia….ripeto, numerosa, in casa a volte siamo un felicissimo ammasso di persone, e ringrazio Dio di questo.

    1. Marco De Rossi

      Grazie anche a te della tua testimonianza.
      Bisogna stare attenti ad avere discernimento e qui mi permetto di dirlo anche agli autori di questo Blog (Costanza Miriano e “Admin”?).
      A volte semplice frasi messe li’ che passano inosservate cambiano il senso di tutto il resto e ne si capisce la natura.
      La diversita’ di carismi e l’unita’ di Spirito menzionati sono stati menzionati a sproposito.
      Un conto e’ dire, c’e’ chi ha la vocazione al matrimonio, chi alla vita consacrata,….: quindi diversi carismi ma un solo Spirito.
      Un conto e’ dire il Signore mi ha attirato a se attraverso l’esperienza dei Focolarini o del Cammino Neocatecumenale o del Rinnovamento dello Spirito …… e i tanti altri doni che il Signore ha donato alla Chiesa: quindi diversi carismi ma un solo Spirito.
      Ben altro e’ dire e cito il virgolettato dell’autore che non conosco:
      “ho sempre detestato anche le manifestazioni di massa, i concerti, i meeting immensi quali la Giornata Mondiale della Gioventù, chiedendomi come mai, anche nel cattolicesimo, i giovani debbano essere sempre concepiti come una categoria a parte, quelli che amano “fare chiasso” e divertirsi.”
      Senza contare che poi il Signore non ci vuole tristi, ma gli piace il chiasso ed il divertimento (divertirsi nel Signore e’ diverso da divertirsi senza il Signore ma e’ sempre divertirsi).
      La storia poi della distesa dei preservativi e’ una immensa bufala.
      Nessuna prova.
      Io c’ero e non li ho visti e sono uno che quando cammina guarda a terra per non pestare le deiezioni canine.
      Ma come si fa a pensare che in mezzo a due milioni di persone ci si possa unire sessualemente in tutta tranquillita’.
      Oppure oltra alla fila per i bagni chimici c’era anche la fila per i cespugli?
      Ma dai siamo seri.
      Che il peccato esista e’ fuori di dubbio.
      Che qualcuno lo abbia fatto puo’ anche essere.
      Ma “una distesa”!!!!!

      Comunque lascio la parola a qualcuno piu’ titolato di me “Questo chiasso ha sentito Roma e non lo dimentichera’ mai!”

I commenti sono chiusi.