Questa è una generazione a cui abbiamo mentito

di Costanza Miriano

Una volta sono stata invitata alla festa della famiglia della Diocesi di Ferrara,e mi avevano detto che monsignor Negri sarebbe stato contento di incontrarmi. Mi ero preparata un bel discorso da fare alle famiglie, anche per fare colpo su di lui. L’ho trovato che mi aspettava sulle scale; mi ha dato una specie di pacca sulle spalle che somigliava pochissimo a una carezza, ha detto qualche parole di solidarietà verso mio marito, e se ne è andato perché aveva un altro impegno. “Hai visto come è stato affettuoso?” – mi ha detto la persona che era venuta a prendermi alla stazione. Affettuoso veramente no, tutto meno che affettuoso – ho pensato. “Vedi, tu non lo conosci. Lui esprime così l’affetto: ti ha invitata, ti ha aspettata prima di andarsene, ma poi non è il tipo che si perde in formalità”.

E così, anche da amici che lo conoscono meglio, ho avuto la conferma: monsignor Negri è una persona ruvida. Per questo, quando ho letto la sua lettera ai ragazzi di Manchester non ho proprio fatto caso agli spigoli delle sue parole, e al netto di quelli ci ho visto solo una grande dolcezza, una paternità sicura, una sincera preoccupazione per i nostri figli. Soprattutto, più che concentrarmi sull’autore o sul tono di quelle parole sicuramente forti, mi sto interrogando. Che genitori siamo? Che genitori sono quelli degli amici dei nostri figli? Continua a leggere “Questa è una generazione a cui abbiamo mentito”

Utopia, desideri, scienza e le nuove superstizioni

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di Roberto Brega

Ora, quando pensiamo a una persona superstiziosa siamo certamente abituati a figurarci qualche cliente del mago Otelma, qualcuno che evita di passare sotto le scale o indulge in altre simili stranezze. Qualcuno che si affida alla magia o al paranormale. Questo è il superstizioso; ma io mi accorgo spesso di pensare alla superstizione in un modo più ampio. Nella nostra epoca, sembra che il pensiero superstizioso non si rivolga tanto a una visione distorta della realtà sovrannaturale, quanto piuttosto a una visione distorta della realtà naturale. Il che non è strano, a ben pensarci, ma conseguenza del dilagante materialismo.

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Diritti vs. desideri

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Pubblichiamo il testo che ho preparato per il mio intervento ad Atreju di sabato 26 settembre, e che non ricordo se ho pronunciato esattamente, mi sa di no perché mi hanno detto di tagliare prima ancora che aprissi bocca, ma non sapevo che tagliare così ho fatto secondo l’antica arte giapponese dell’origami (sono andata a caso), e anche perché ero un po’ in difficoltà per la platea molto diversa da quelle davanti alle quali parlo di solito (credo che il disorientamento fosse reciproco: mi guardavano come una marziana). Ne approfitto per dire che, e non è certo per prendere le distanze dal graditissimo invito che mi ha fatto Giorgia Meloni, il mio andare lì non significa in nessun modo un mio schierarmi nella politica intesa come appartenenza partitica. Ricordo che ad Atreju è andato anche Bertinotti. E io sarei andata anche alla festa dell’Unità o di qualsiasi altro schieramento che avesse avuto voglia di ascoltarmi (la verità è che non mi ha invitata nessun altro). Avrei detto esattamente le stesse cose in qualsiasi altro contesto (una difesa dell’Humanae Vitae alla festa di SEL sarebbe stata divertente, effettivamente…), e ne approfitto per chiarire, visto che qualcuno me lo ha chiesto, che non ho nessuna intenzione di fare politica attiva a un livello più alto della riunione condominiale e del consiglio di classe né ora né mai: non ne sarei capace e non mi piacerebbe farlo.     C.M. Continua a leggere “Diritti vs. desideri”