di fonte: IL GIORNALE
“Dio è queer e di conseguenza salverà il queer, perché le etichette limitano l’anima. È legittimo secondo la visione cattolica? Io credo di sì“. Parola di Michela Murgia. È uno dei passaggi “clou” – per modo di dire – della doppia-intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica alla scrittrice e alla fondatrice del Pd, Rosy Bindi. Tema: God Save the Queer. Catechismo femminista (Einaudi), l’ultima fatica letteraria dalla saggista e critica sarda, maître à penser della sinistra gauche caviar. Un dialogo, quello fra Murgia e Bindi, talmente politicamente corretto e intriso dei soliti cliché – nonché fintamente “ribelle” e anticonformista – da sconfinare nel grottesco. Ne abbiamo parlato con la giornalista cattolica e saggista, Costanza Miriano.
“Ma il Vangelo non c’entra nulla”
Nell’intervista a Murgia e Bindi, emergono tutta una serie di profonde contraddizioni. Come quando la scrittrice afferma che “Dio è queer e di conseguenza salverà il queer, perché le etichette limitano l’anima“. Prima afferma che le etichette sono limitanti, poi è lei la prima a darle. Ma ci sono molte inesattezze – per usare un eufemismo – dal punto di vista teologico. In generale, commenta Miriano, “mi sembra evidente che le categorie del Vangelo non c’entrino assolutamente niente con quelle del femminismo e con le rivendicazioni di classe e le etichette tipo queer. Gesù dice un sacco di volte e in tutti i modi che lui non è venuto a instaurare un ordine sociale diverso. È venuto a liberare l’uomo dal potere del peccato e della morte. Persino gli schiavi rimangono schiavi e San Paolo si raccomanda che lo siano nel modo migliore possibile. Capisco che queste siano categorie incomprensibile a chi non crede, e infatti io penso che chi parla di femminismo nel Vangelo non creda davvero nella risurrezione della carne, nell’inferno e in tutto ciò che la Chiesa ci annuncia“.
Come sottolinea la Miriano, la Genesi dice che Dio crea l’uomo “a sua immagine, maschio e femmina“. Non dice, sottolinea Miriano, “che l’essere immagine di Dio risieda, per esempio, nell’avere una coscienza, oppure l’intelligenza, o la capacità di linguaggio che ci distingue dagli animali. L’essere a immagine di Dio, dice la Bibbia, è nell’essere maschio e femmina“. Per questo la Chiesa, “nonostante i tentativi di chi la vuole usare politicamente” difenderà sempre “questa verità perché è la verità sull’uomo. Essere a immagine di Dio significa che noi ci completiamo solamente in relazione, come Dio che è Trinità“. Solo che finché siamo su questa terra, aggiunge, “la relazione alla quale siamo chiamati è quella sponsale, che nel caso del celibato si realizza in un altro tipo di sponsalità. Entrare in relazione con l’altro, uscire da sé, dare la vita“.
“Temi già sentiti negli anni ’70”
C’è poi il tema del linguaggio utilizzato da Murgia. Solo all’apparenza contemporaneo, fresco, innovativo. In realtà vecchio e vetusto. “Mi sembrano cose sentite tante volte, suonano molto anni ‘70” osserva la giornalista. “Ai ragazzi per esempio suscitano sbadigli, noia. Sono mamma di quattro circaventenni, e posso dire che sono avanti anni luce rispetto a simili rivendicazioni. Ma soprattutto, come dicevo, sono questioni noiose. Entrare in una relazione viva con Dio, con quello che ha creato l’universo, il lago Vittoria, l’Everest, e che dice di essere mio padre (quindi io sono di stirpe regale!), questa è una cosa che mi appassiona e mi interessa” osserva.
Un Dio, prosegue Miriano, “che risolve il problema ultimo che abbiamo tutti, la morte. Questa è una cosa che mi appassiona! Ma chi se ne importa del femminismo. Le donne oggi non sono in posizione subalterna, non sono vittime (ovviamente parlo in generale, poi purtroppo ci sono anche storie singole drammatiche). Ma oggi non c’è una questione femminile in Italia, né in Occidente direi“.
“Bene però che si cerchi la fede”
In generale, sembra esserci una vera e propria ossessione dei progressisti di voler far conciliare, forzatamente, le loro istanze con il cattolicesimo. Anche quando magari le due cose non possono evidentemente combaciare. Su questo, però, Costanza Miriano non è del tutto negativa e cede dei lati positivi. “Voglio adottare un pregiudizio positivo su questo. Secondo me in tanti, da destra e da sinistra, cercano di tirare la fede dalla loro parte perché in fondo intuiscono che qui c’è ‘roba buona’” sottolinea.
L’uomo, ogni uomo, rimarca, “ha nostalgia della verità, della bellezza, della grandezza. E la cerca come può. Auguro a chi cerca di diventare capace di trovare, di lasciarsi stupire da Dio, che è molto più grande e più bello delle nostre piccole battaglie“. Della serie, c’è speranza per tutti, anche per Michela Murgia e il suo vangelo femminista che femminista non è e non potrà mai esserlo.
Articolo fondamentale anche per i temi della cosiddetta androsfera, che talora tenta di negare i legami tra femminismo e ideologia LGBT. E’ un campo in cui più cattolici dovrebbero cimentarsi, avendo il coraggio di definire il femminismo per ciò che è: un’arma di ingegneria sociale per smantellare società a partire dalla famiglia.
E’ essenziale smascherare il mito del femminismo “buono”, “moderato” o della “prima ondata”. Prove qui: https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,985.msg2776.html#msg2776
Tutte le culture sono più o meno migliorabili, ma non partendo dall’assunto puerile che un genere opprima l’altro. L’antropologa Mead ha evidenziato che ogni cultura durevole si regge su un’armonia tra i sessi, che oggi evidentemente soffre uno sbilancio a favore delle donne, tendenzialmente privilegiate e deresponsabilizzate dalle istituzioni. E non a caso la nostra società muore e al posto di negozi premaman si vedono quelli di moda canina (con annessi passeggini).
Diffondo l’articolo che condivido in pieno, eccetto l’ultima parte che, forse per esigenze comunicative, vede del positivo dove non c’è: grazie a Dio pare ancora esserci una diffusa sensibilità cattolica, per cui chi avversa il cattolicesimo o i suoi principi, cerca di far propri i suoi simboli per strategia politica
In effetti, accettare l’assioma che le donne siano uguali agli uomini significa scoperchiare il vaso di Pandora della dissoluzione di ogni principio.
Inutile, quando non ipocrita tout court, lamentarsi poi che ad esempio lo sport femminile sia invaso da furbetti nati maschi (già il fatto che quasi non esista uno “sport femminile”, ma solo la versione per donne degli sport maschili, avrebbe già dovuto far accendere qualche lampadina di allarme decenni or sono).
Quanto al resto, eravamo stati avvertiti: le streghe sono tornate.
Purtroppo la Santa Inquisizione, invece, è morta e sepolta.
Streghe a parte, impegnarsi per la vita significa anche riformare l’attuale diritto (e giurisprudenza) familiare che incentiva il divorzio femminile con affido dei figli, casa e vitalizio. A simili condizioni è logico che gli uomini non si impegnino (ammesso che le donne lo vogliano), non solo per il rischio concreto (le cifre annuali di divorzi e matrimoni in Italia sono esattamente alla pari), ma anche perché si ritrovano a non avere alcun peso in famiglia: al di fuori di contesti limitati, donne “sottomesse” devo ancora conoscerne. In più ci sono le tensioni causate dal leit-motiv “se non fai come dico ti mando in mezzo a una strada”.
Senza contare la diffusa immaturità riguardo a un impegno importante come il matrimonio: se non si riceve un’educazione adeguata dopo è pressoché impossibile cambiare e la pretesa dell’intesa facile nonché la scarsa propensione ai saxcrifici fanno il resto
mah…..indubbiamente una cultura durevole dovrebbe reggersi su l’armonia fra i 2 sessi, ma c’è mai veramente stata tale armonia? Perchè, anche in passato quando la cultura non era certo sbilanciata a favore delle donne, i rapporti fra i 2 sessi non erano idilliaci (come documentato dalle Scritture e da molta letteratura).
Sono d’accordo che chi avversa il cattolicesimo, fa propri i suoi simboli PER una strategia politica, come uno strumento…magari “usa e getta”.
“Per questo la Chiesa, nonostante i tentativi di chi la vuole usare politicamente difenderà sempre questa verità perché è la verità sull’uomo.”
Fino a Benedetto XVI di sicuro, dal 2013 in poi non direi proprio…e figuriamoci quando si concluderanno i sinodi dei sinodi….
Le elucubrazioni della Murgia non hanno grandi fondamenti teologici e l’intervista con la Bignardi è farcita di banalità. Ma quando tu dici che Gesù non è venuto a cambiare nulla secondo me sei riduttiva. Il messaggio è di novità assoluta, ‘ecco io faccio nuove tutte le cose’ (Ap 21:5), di cambiamento radicale, vendi tutto e seguimi’ (Mc 16:21), ‘il Signore… mi ha mandato … a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri’ (Is 61:1), ‘rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo… allora la tua luce sorgerà come l’aurora’ (Is 56:6-10). Non c’è solo San Paolo che dice agli schiavi di essere buoni schiavi che tra l’altro scriveva in un contesto storico particolare. Il messaggio di Gesù e dell’antico testamento ( Mt 5:18) è estremamente radicale e sovversivo, non rendiamolo tiepido perché chi è tiepido viene vomitato (Ap 3:16)
Siate perfetti come è perfetto il Padre mio che è nei cieli.
Bentornata Costanza alle battaglie culturali! Con la tua freschezza e concretezza sei capace di seppellire sotto una parola la muffa mentale delle befane tipo Murgia e Bindi (categorie molto diverse di befane mentali, ma entrambe befane sono).
E preciso che con il termine “befane” alludo alle rispettive antiquate visioni del mondo, NON all’aspetto fisico, non mi permetterei mai…
Una menzione particolare per il tuo splendido neologismo “circaventenni” .
Grazie Costanza, ci sei necessaria in questo melenso e stucchevole scenario culturale ed ecclesiale.
“non mi permetterei mai…”
Vorrà dire che mi permetto io.
La totale assenza della pur minima caratteristica visibile di dolcezza, sensibilità e cortesia è chiaro sintomo esterno della scarsa muliebrità interiore.
A furia di scimmiottare gli uomini, tante donne si sono rovinate, perché non sono – ovviamente! – diventate maschi, ma non sono nemmeno più “compiute” nella loro essenza femminile.
In tutta evidenza, direi quindi che una “questione femminile” esista, eccome; certo in senso diametralmente opposto a quanto ritiene il mondo.
Vale anche il contrario, è ovvio.
Sottoscrivo ogni parola. E’ evidente che nessun uomo si sognerebbe di impegnarsi con “donne” così
Meglio soli che male accompagnati
Da quando esistono i “giornalisti cattolici”????
Grazie Miriana Costanza combattere per la buona battaglia del Santo Vangelo.
E la verità ci farà liberi.
Un conto è non avere la fede in Cristo per comprendere il vero significato della sua “rivoluzionaria” (questo termine si piace a certa parte) testimonianza e questo si potrebbe anche perdonare implorando il Dono della Fede e coloro che sono nell’ignoranza, altro è accettare l’analisi o le interpretazioni che sono segno di una semplice e inaccettabile ignoranza culturale quand’anche “biblica”, scritturale, laddove è evidente si pretende parlare, commentare, fare “esegesi”, su testi, conoscibili e comprensibili, anche con una semplice “onestà intellettuale” senza la pretesa di “riscriverli” a proprio uso e consumo.
Grazie Costanza! Fortuna che esisti! Certo pensare che la Murgia abbia potuto fare l’insegnante di Religione (Wikipedia non mente!)…
In ogni caso aspettiamo che la Gruber ti inviti ad Otto e mezzo… !?!
Ma visto che in quel programma non è gradito il contraddittorio…
la fine delle chiese separate è il soggettivismo.
…ed anche il male della chiesa dei nostri giorni.
Chiesa, con la maiuscola ovviamente 😉
Consiglio di leggere il card. Gherard Muller :” NON E’ CAMBIAMENTO PASTORALE: E’ CORRUZIONE OPPURE I SETTI CRITERI DI NEWMAN : ECCO QUANDO LA DOTTRINA SI SVILUPPA E NON SI CORROMPE
Il saggio Chesterton ci ha più volte ricordato che il 90 per cento delle così dette nuove idee sono semplicemente vecchi errori e che cmq gli errori non smettono di essere tali solo perché sono diventati di moda.
E tanto basta di fronte a certe “sparate” di certi personaggi “cattolici”.
Se non si ha il coraggio di affermare il carattere “antipolitico” del cristianesimo, ogni aspetto della nostra fede sarà travolto.
E’ solo questione di tempo.
Ma chi si sforza di seguire Cristo, sa che non può combattere contro il tempo, cercare di frenarlo, perché già ora vive e opera “fuori dal tempo”.