Voi sacerdoti avete ricevuto il dono di salvare le anime

Un lettore del blog ha voluto scrivere una lettera aperta al vescovo di Pinerolo Monsignor Derio Olivero.

Eccellenza, sono un fedele, un padre di famiglia non della sua diocesi. Ho avuto occasione in questi giorni di leggere il suo comunicato in cui annuncia la chiusura ‘preventiva’ delle Messe a Pinerolo causa Covid-19; ho pensato di condividere con Lei e con altre persone interessate qualche considerazione nata nell’apprendere questa decisione, nella speranza possa essere di stimolo alla riflessione anche per altre diocesi che stessero valutando iniziative simili.
Per grazia di Dio, ad oggi il virus non ha toccato nè me nè le persone che mi sono care, mentre ho letto di quanto duramente Lei sia stato colpito.
Non so quanto questo fatto possa influire sulle riflessioni sottostanti, se crei un distacco che impedisca un giudizio completo o invece non influisca sulla mia capacità di lettura della realtà.
Cercherò comunque di partire da qualche dato oggettivo che prescinde dalle diverse esperienze personali.

Dunque, partirei con un ordine di grandezza: da quando a maggio è stata ‘concessa’ nuovamente ai fedeli la libertà di frequentare la Messa, in Italia ne sono state celebrate a milioni.
Non è un modo di dire: basta considerare il numero di parrocchie (25.000 o giù di lì, se non sbaglio), il numero di giorni trascorsi dalla riapertura (circa 170) e tenere presente che spesso viene celebrata più di una Messa al giorno (facciamo 1,5 di media).
Milioni e milioni di Messe, dunque: se comunque si volessero considerare solo quelle più a rischio di contagio (il sabato e la domenica, a maggiore affluenza), saremmo comunque nell’ordine del milione circa.
Ora, a fronte di una casistica così ampia, quanti casi di focolai in chiesa sono stati rilevati? Non mi pare di aver letto nulla in merito in questi mesi, ad ogni modo si tratterebbe di un rischio sostanzialmente nullo rapportato al numero di Messe celebrate.
Riassumendo: ci sono stati e ci sono numerosi focolai a scuola, al lavoro, nei luoghi di divertimento, nell’ambito delle attività sportive ma non nelle chiese.
Andare a Messa è un’attività (chiedo scusa del termine) sicura per vari motivi che non sto qui ad elencare.
I cristiani che vanno a Messa non mettono a rischio sè stessi, nè sono degli untori che potrebbero infettare altri in virtù di tale partecipazione… guardando ai numeri si può affermare questo come un dato di fatto.

Seconda constatazione: le categorie particolarmente a rischio (anziani, malati, ecc.) sono da sempre esentate dal precetto festivo.
Mi diceva un sacerdote che persino chi non è oggettivamente a rischio, ma si sente tale, può in coscienza rimanere a casa: magari si potrebbe ragionare nel caso specifico ma ovviamente nessuno può essere costretto partecipare alla Messa contro la sua volontà.
Quindi già ora chi non si sente di venire in chiesa può stare (e quasi sicuramente sta) a casa e, in ogni caso, questo punto può essere ribadito nei tempi e nei modi opportuni.

Ora, posto che la Messa non è qualcosa di rischioso e che comunque chi si sente in pericolo può in coscienza non partecipare, quali sono non i rischi teorici bensì i danni reali, concreti, che il Covid-19 ha prodotto in questi mesi nelle nostre comunità?
Io posso raccontare quello che ho vissuto nella mia città di provincia, purtroppo credo non dissimile da quanto è accaduto un po’ ovunque (…situazioni che Lei conoscerà bene).
Il catechismo è stato per lunghi mesi interrotto (prima il lockdown, poi l’estate, poi la seconda ondata) ed è ripreso solo sporadicamente causa carenza di spazi adeguati, necessità di frazionare le classi in piccoli gruppetti con necessità di molti più catechisti (che non ci sono), famiglie che comunque non mandano più i bambini, ecc.
In particolare, i sacramenti sono stati preparati in modalità minimale con pochi frettolosi incontri per recuperare quanto perso mesi fa; nella nostra famiglia abbiamo provato a supportare da casa il lavoro dei catechisti, ma quanti ragazzi saranno arrivati ai sacramenti senza un percorso adeguato (prima e dopo)?
Le attività educative giovanili di ACR, scoutismo e simili (incontri, uscite, campi estivi) sono in buona parte saltate e faticano ora a riprendere.
I momenti formativi per gli adulti e le attività dei gruppi famiglie sono state fortemente limitate (talvolta saltate, talvolta sostituita da incontri virtuali).
Da maggio in avanti rimane quindi, come unico punto fermo, la Messa che pure ha visto un forte calo nella partecipazione; nella mia parrocchia a spanne lo stimerei nell’ordine del 30% e oltre.
Il prezzo pagato nel cammino di fede delle nostre comunità è stato altissimo e, in generale, credo non vi sia piena consapevolezza delle macerie spirituali che questa situazione continuerà a produrre nel tempo.
Rimane solo la Messa, dicevo, cui aggrapparsi come bene prezioso… perciò toglierla di propria iniziativa, senza che vi sia un’evidenza che la indichi come reale fattore di rischio, sinceramente è per me difficile da capire.

Dopo queste considerazioni più di carattere generale, passo ora a qualche riflessione più specifica sul suo comunicato.
Innanzi tutto, le confesso che nel corso della lettura si è insinuata la spiacevole impressione (sicuramente non voluta, ma tantè) che chi tuttora desideri andare a Messa sia, in fondo in fondo, un po’ egoista perchè penserebbe più a sè stesso che non alla situazione particolare che stiamo vivendo.

Non se se questa ‘accusa’ che mi sento rivolgere dal comunicato o dal teologo citato sia frutto di una mia particolare sensibilità o davvero, tra le righe, possa passare tale messaggio.
In ogni caso è una tirata d’orecchi che sento come fastidiosa innanzi tutto perchè non è motivata dall’evidenza dei numeri.
Inoltre perchè come fedeli abbiamo già rinunciato a tanto, nè siamo stati imprudenti e indisciplinati in chiesa in questi mesi.
Infine perchè la Messa non è una questione di “diritto” o meno ma è una necessità… per un cristiano è semplicemente questo. Una necessità che non viene meno in dipendendenza di fattori esterni.

In secondo luogo, Lei ha dedicato parecchio spazio nel delineare il sogno di una Chiesa più fraterna, accogliente e aperta. Difficile non condividere questo desiderio che chiama tutti in causa, ci mancherebbe.
Tuttavia dal comunicato emerge una sorta di sottinteso (sicuramente non voluto, ma tantè) per cui una Chiesa ‘chiusa’ all’Eucarestia potrebbe comunque diventare più aperta e capace di relazioni.

Questo ipotetico nesso logico tra le due cose non solo non è motivato in alcun modo, ma a me pare non possa stare in piedi a prescindere.
E’ possibile che una Chiesa senza Eucarestia possa essere più capace di accompagnarsi alle ferite dell’uomo di oggi? Che possa essere più fraterna, più attenta, più prossima?
Io penso che al contrario una Chiesa con più Eucarestia potrà questo… non a caso Madre Teresa di Calcutta la metteva all’inizio della sua giornata per attingere da essa la forza di compiere la vita che faceva.

Ancora: Lei chiede di vivere di più la preghiera e la lettura della Parola in famiglia, in casa… anche qui difficile non condividere, si tratta di un’indicazione buona e saggia a prescindere dal contesto.
Eppure sembra di intendere che pregare maggiormente o leggere di più il Vangelo possa in qualche modo ‘compensare’ la mancata partecipazione alla Messa: temo che qualcuno dei suoi fedeli possa arrivare a tale conclusione sia per la decisione in sè di chiudere le chiese che per il modo in cui è motivata… conclusione che ovviamente non è vera.
Preghiera, Parola e Messa sono tutte necessarie, se una di esse viene meno non può essere compensata da niente.

 

Infine, il comunicato si chiude con l’auspicio che ‘anche’ tramite la chiusura delle chiese si possa essere più in sintonia con un mondo che non ci capisce, che ci considera qualcosa di chiuso o di estraneo.
Ora, non ho dubbi che il Governo apprezzerà molto la sua iniziativa augurandosi magari che altri Vescovi seguano il suo esempio… in tal modo non ci sarebbe più l’impiccio di procedere ad un nuova nuova chiusura forzata delle chiese.
Peraltro non mi pare che mesi fa la CEI abbia fatto le barricate, almeno pubblicamente… ricordo il caso di qualche Vescovo (tra cui mons. D’Ercole di Ascoli, del quale ho da poco appreso le dimissioni) ma in generale c’è stato un pacifico adeguamento alle decisioni dei comitati tecnici e scientifici.

Non sono però sicuro che questo tentativo di essere più in sintonia col mondo avrà successo da un punto di vista missionario e dei frutti spirituali, anzi.
Sappiamo bene che ci confrontiamo con una società per la quale la Messa è ormai un rituale vuoto, se non bizzarro.

“Se la gente sapesse cosa accade sull’altare durante la Messa, dovrebbero mettere i carabinieri dinanzi alle chiese per contenere le folle”, diceva Padre Pio. Purtroppo la nostra società non ha neppure tale vago sospetto, lo dimostra anche la recente uscita di Veltroni (qualche giorno fa da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’) il quale ha domandato polemicamente perchè tenere ancora aperte le chiese mentre chiudono i teatri.
Parliamo di Veltroni, ex Ministro per i beni e le attività culturali, giornalista, scrittore, regista… una primizia dell’intellighenzia che oggi ci giudica. Ecco, credo che la sua non sia una sparata. Temo che lui (e tanti come lui) pongano veramente sullo stesso piano andare a vedere Dario Fo e vivere la Messa… a tanto poco è ridotta la considerazione per il sacrificio eucaristico nel nostro paese ed è con questo modo di pensare che noi cristiani dobbiamo confrontarci.
Per cui mi domando: siamo sicuri che questa chiusura preventiva, questa decisione ‘più realista del re’, non porti con sè anche la tacita conferma dell’idea che la Messa valga quanto una recita?
“Senza domenica non possiamo vivere”, dicevano i primi cristiani (molti di cui martiri)… non stiamo invece dicendo che la Messa vale relativamente, se non solo ce la lasciamo portare via ma addirittura ne facciamo a meno di nostra iniziativa?

Io non credo che questa decisione possa portare ad una maggiore capacità di relazione con il mondo che ci circonda. O meglio: se parliamo di un apprezzamento da parte del Governo, della politica o delle elite ‘intellettuali’, probabilmente si. Se invece ragioniamo in ottica di testimonianza cristiana, in ottica missionaria appunto, nessun giovane, nessun figlio di Dio lontano potrà essere colpito favorevolmente da una Chiesa che dimostra così poco attaccamento al suo tesoro.

Eccellenza, penso di interpretare il sentimento di tante persone nel dire che noi fedeli abbiamo sempre più bisogno di sacerdoti che si preoccupino della salvezza delle anime.
Umilmente, a me pare che Lei si preoccupi molto della salute del corpo (il che non è sbagliato, intendiamoci) ma meno di quella dello spirito, prendendo una decisione che probabilmente non porterà ad impatti significativi sul primo piano mentre ne avrà di rilevanti sul secondo. Oltre a rafforzare, nel senso comune, l’idea che la Messa è qualcosa di cui si possa fare a meno.

Nel periodo del lockdown un giovane prete della nostra diocesi, oltre ad attivarsi tra i primi per le dirette via Internet della Messa dalla sua parrocchia, ha preso la croce e da solo ha iniziato una processione per le vie del quartiere.
Un gesto che ci ha ricordato che la nostra salvezza è nel Signore e non, in primis, in più o meno perfettibili protocolli tecnici pur da rispettare.
Voi sacerdoti che avete ricevuto un dono così grande e generosamente avete risposto alla chiamata del Signore, per favore aiutateci sempre a ricordare questo.

Grazie dell’attenzione.
Un babbo.

61 pensieri su “Voi sacerdoti avete ricevuto il dono di salvare le anime

  1. MARGHERITAPO

    Condivido tutto quanto “babbo” ha scritto e spero e prego che il vescovo di Pinerolo accolga questa critica costruttiva e ritorni con urgenza sulle sue decisioni.

      1. Elisabetta Paradisi

        Condivido pienamente in tutto questa bellissima ed esemplare testimonianza di fede autentica in Cristo….grazie di cuore!

    1. Mary Casula

      Grandiosa testimonianza di autentica fede. Un vero cristiano combatte per mantenere saldi i valori e per scuotere coscienze intorpidite ma soprattutto non si ferma neanche di fronte alle gerarchie ecclesiastiche quando voltano le spalle al popolo di Dio.

    1. Nella parabola del giudizio, Mt 25, 31-46 il Signore ci dice che saremo beati non se “saremo andati a messa” ma se saremo attenti al nostro prossimo.
      È chiaro che ogni misura di limitazione alla frequenza di luoghi di assembramento è rivolta al solo scopo di arginare la diffusione del virus.
      Se vengono chiuse scuole, teatri, centri commerciali, altri esercizi di lavoro e di vita, la chiusura delle chiese dovrebbe essere ritenuta una TESTIMONIANZA AL MONDO di solidarietà e di incarnazione, non certo una rinuncia alla propria fede.
      Il virus gira e sostenere che si fermi fuori delle porte delle chiese non corrisponde ad alcuna evidenza scientifica, anche se non ci sono statistiche di rilevamenti raccolte nei luoghi di culto, al contrario dei rilevamenti certosini che sono invece raccolti nelle istituzioni scolastiche o in altri uffici pubblici.
      Penso che la vicenda del COVID DEBBA INTERROGARE IL NOSTRO MODO DI ESSERE CHIESA: come è vero che ci sono cristiani e Chiese nel mondo che vivono vedendo un prete che celebra l’Eucaristia una due volte l’anno ma continuano ad edificare la Chiesa con la Parola, dobbiamo riscoprire la nostra vocazione cristiana senza scandalizzarci per la impossibilità ad una celebrazione eucaristica reale ma solo ad una comunione di desiderio.
      Lo Spirito soffia e ci chiede di trovare nuove strade.
      Se un Vescovo si esprime nel suo Magistero sarebbe utile ascoltarlo.
      Il richiamo alla cura delle anime mi sembra alquanto pretestuoso; come se il chiudere le chiese sia una rinuncia al dovere di curare le anime.
      Semmai il tenerle aperte, in taluni contesti, potrebbe essere un mettere a rischio, in maniera evitabile, i nostri cari, malati e anziani, ai quali chi va ad una messa per le proprie esigenze spirituali potrebbe portare il virus, involontariamente, condannando al contagio e alla morte gli stessi.
      Trovo inoltre alquanto scorretto che chi scrive non si firmi e che chi pubblica non chieda a chi ha scritto di firmarsi.
      Cordiali saluti
      Alessandro Manfridi

      1. Frama

        Gesu ha detto che il primo comandamento è “…amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze…
        Il secondo è “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Marco 12)
        Anche “Prendete e mangiate…. prendete e bevete” è un comando. Quanti miracoli eucaristici ci ricordano l’importanza dell’Eucaristia!
        Non c’è nessun pericolo in chiesa con l’igienizzante all’ingresso, le distanze, l’omissione del segno della pace. …Poi tutti hanno la mascherina.
        Dio guarisce non infetta. Ma chi ci crede che siamo davanti a Dio?
        C’è un calo di fede nei nostri pastori che si aggrappano soltanto al capitolo25 di Matteo.

  2. roberto

    Alcuni vescovi sono senza fede vivono di prestazioni. La messa feriale ha una presenza minima. Tutti sono rivolti verso l’altare, il distanziamento supera i 5/10 metri. La mascherina è inutile. Tutti guardano la schiena di quello che hanno davanti e non l’apparato respiratorio. Per le messe feriali
    non vi è alcun pericolo. Per quelle festive le cose cambiano bisogna essere più accorti. Chiedo perdono a Dio dei miei peccati, con la confessione, poi ricevo il corpo e il sangue di Gesù e per ringraziamento sono infettato dal covit. Lui è il Dio della vita e non della morte.I vescovi delle prestazioni hanno paura perché senza fede. Aprite le porte della casa del Dio della vita e non sarete contagiati.

  3. Nonna Anna Maria

    La parabola del “Buon Pastore” ci insegna che il buon pastore lascia le 99 pecorelle al sicuro nell’ovile per cercare e riportare all’ovile la pecorella smarrita.
    … Perché non aggiungiamo nella preghiera del “manto santo a San Giuseppe”, anche una richiesta di conversione per i Sacerdoti che stanno camminando al contrario?….

  4. Francesca Maria

    Sono pienamente d’accordo con quanto scrive questo “babbo” e sottoscrivo le sue parole una per una. Mi permetto di aggiungere una considerazione personale, che è scaturita leggendo il comunicato di Mons. Olivero; il Vescovo afferma che la decisione presa sia tesa a dimostrare vicinanza alle categorie più colpite dalle misure anti-covid, che hanno visto dimunuire drasticamente la propria attività lavorativa. Ho una perplessità in merito: fermo restando che è doveroso mostrare solidarietà a chi è in difficoltà in questo periodo, mi sembra che si faccia l’errore di mettere pressochè sullo stesso piano la Messa e gli esercizi commerciali. Ma per quanto un’attività sia utile e nobile, non può essere paragonata ad una Messa, che non va trattata alla stregua di un servizio fra i tanti di cui si può usufruire. Secondo me, come cristiani possiamo (e dobbiamo) trovare altri modi per essere vicini con chi soffre per la particolare situazione.
    Aggiungo anche che, a mio modesto avviso, manca un riferimento preciso ed esplicito al carattere sacrificale della Messa, mentre si sottolinea fortemente la dimensione comunitaria.
    Non mi soffermo sulla scarsa incidenza che, verosimilmente, la misura avrà, lo ha già fatto “il babbo”; dico solo che, in tutte le chiese in cui sono stata da maggio ad oggi, ho sempre visto il massimo rispetto delle norme (distanziamento, mascherina, sanificazione delle mani e dell’ambiente a fine celebrazione), nonchè un’affluenza ahimè piuttosto limitata, ragioni per le quali mi riesce molto difficile pensare che le chiese possano essere potenziali focolai.
    Perdonate la prolissità 🙂 buona giornata a tutti, e grazie per questo spazio di condivisione!

    1. Suor Maria Teresa Porrello

      Condivido pienamente, nessuno è obbligato ad andare a Messa, ma non mi dite che in chiesa c’è pericolo di contagi e che un cristiano nella prova può fare a meno dell’Eutanasia.

  5. Mauro

    Grazie babbo a nome di tutti i babbi del mondo! Chiarissimo, da inviare a tutti i parroci! Un abbraccio fraterno in Cristo

  6. In questo momento di angoscia generale, l’unico rifugio è il Signore, che rimane sempre il Signore della Storia. Di Lui abbiamo bisogno, in Corpo, Sangue e Anima. Senza di Lui “non possiamo fare niente “. La Chiesa gerarchica sembra sempre più lontana dai fedeli, io la sento sempre più lontana. Nel pregare il Sacro Manto stiamo chiedendo che non ci vengano tolti i sacramenti. Il Signore non lo permetterà.

  7. Aurora

    Ringrazio babbo per il coraggio e la fede dimostrata nel controbattere questo ministro, bisognoso di conversione.
    Propongo di pregare per lui e per tutti i ministri come lui.

  8. Gianni

    Condivido…e mi domando cosa direbbe s. Carlo Borromeo….
    Preghiamo per la santificazione dei nostri pastori, convinti dell’efficacia di ogni nostra preghiera e dell’intervento della Provvidenza che “ci stupirà”…..

    1. luthien

      E’ già stato detto tutto.
      Da parte mia posso solo aggiungere la disperazione per non essere riuscita a confessarmi , prima del confinamento di marzo,il dolore e lo scoramento generati dalla mancanza dei sacramenti e della messa in un periodo, per me tanto doloroso.
      Mi ha particolarmente colpito un’ affermazione del presule secondo cui il mondo non ci comprende.
      Ecco questo è il dramma della Chiesa contemporanea: la rincorsa al mondo, anche se chi ne sposa le mode resta presto vedovo, il desiderio spasmodico di compiacerlo, di non disturbarlo, nonché un sentimento di inferiorita’ nei confronti dei protestanti ma Gesù si è incarnato e morto e risorto per questo?
      Con scelte, come quella del vescovo di Pinerolo, Si nega non solo la dimensione comunitaria della fede, ma anche che della forza che viene da Gesù, veramente presente nell’ostia consacrata abbiamo bisogno per vincere la paura, non sprofondare nella disperazione e continuare a nutrire un po’ di speranza.

  9. Emanuela Maria Augusta Deboni

    Lunghissimo ma l’ho letto e condivido. Che tiepido cristianesimo ci è rimasto nel cuore

  10. Gianluca

    Stupenda lettera! Condivido in pieno. Tutto. Mi stupisco del tono corretto e pacato!Direi che sono quasi a digiuno…ma col profumo di un bel pranzo! …ho davvero molto da imparare… 😌! Grazie babbo!…e grazie Costanza ovviamente

    1. Alda

      In effetti troppo pacato e corretto… Non dimentichiamoci che questo vescovo è quello che “non dice il Credo perché non ci crede”!!!
      Che ci si poteva aspettare? Ha avuto il covid ma a quanto pare non si è convertito😕😕

        1. Frama

          C’è un’omonimia. Si chiamano entrambi Olivero.
          Il Vescovo si chiama Derio Olivero, il vecchio prete di strada che ha detto quella frase (e tante altre) si chiama Fredo Olivero.

            1. Frama

              E allora più di uno snobba il Credo. Ma dove stavano nascosti?!
              Con Papa Francesco sono emersi dalla clandestinita`, una grazia nella disgrazia.

        2. roberto

          No! E’ stato un sacerdote durante la celebrazione di una messa, mi sembra festiva. Tutto documentato con un video. Il prete poteva dire quello che voleva, ma doveva essere coerente e lasciare il sacerdozio e la Chiesa Cattolica. Invece è rimasto con la complicità del vescovo.

  11. Una lettera accorata, vera, rispettosa ma franca e che nonostante l’estensione va al cuore del problema che al di là dello specifico è: se i nostri consacrati iniziano a pensare che l’Eucaristia e un “santo accessorio”, un plus, per la vita di un cristiano (e per loro) che ne sarà di noi?

    E se, Dio non voglia, non si vedesse la fine di questa pandemia? O se motaforma sostanzialmente non ci abbandonare per lungo tempo?

    Per quanto tempo la Chiesa, noi tutti, potrebbe sopravvivere senza alimentarsi dell’unico vero cibo per l’anima?

    Quando a dimostrazione che “non di solo pane…” a più di un Santo o Santa, Beato o Beata, è stato concesso il dono, segno per tutti, di sopravvivere anche nel corpo, cibandosi PER ANNI della sola Eucaristia.

    Poveri Ministri nostri (e noi) quando e se riducono un simile sempre immeritato privilegio – il cibarsi del Corpo e Sangue di Nostro Signore – a “opzione” non fondamentale come se Cristo avesse detto: “Quando potete, se possibile, se vi va, se non ci sono cose più urgenti o gravi, se nessuno se ne ha a male o vi dovesse giudicare… Prendete e mangiate e tutti”.

      1. Lucia

        Gentile Bariom molti scienziati affermano infatti che questo virus ci accompagnerà per parecchi anni forse per sempre, sarà l ‘ ennesimo virus stagionale, certo tra vaccino e farmaci vari credo che alla fine sarà metabolizzato, ma appunto ci vorrà tempo. La famosa spagnola fece il suo lavoro per circa 4 anni. Sarebbe già una fortuna se dovesse essere così. Certo che per una certa chiesa sarà una bella vacanza dalla noia di dover celebrare riti e devozioni. Buona serata

  12. Maria Chiara

    Carissimo! Ho scritto anche io al vescovo di Pinerolo proprio questa mattina e soprattutto dopo aver letto la prima lettura di oggi , dall’Apocalisse …..non aggiungo altro.
    Preghiamo incessantemente, la situazione è gravissima.

    1. Maddalena

      Perfettamente d’accordo con quanto scritto nella lettera e mi unisco nella preghiera per i sacerdoti e per tutta la Chiesa

  13. Francesca

    Affidiamo lui e tutti i sacerdoti al beato Carlo Acutis, innamorato di Gesù eucarestia… Il papa ha proclamato beato un ragazzo che ha fatto dell Eucarestia la sua autostrada per il cielo..

  14. Frama

    Stamane ho saputo di una lettera che il Vescovo di Verona ha fatto diffondere nella sua diocesi.
    In sostanza si chiede ai sacerdoti di procrastinare ancora una volta i sacramenti, pericolosi non tanto per il rito religioso quanto per la festa che di solito segue.
    Ma non era – dico io – un’occasione per insegnare alla gente che il sacramento non ha niente a che vedere con la festa?
    Strada facendo i sacramenti sono diventati costosi carnevali.
    Una volta mi sono lamentata con un parroco a proposito dei matrimoni e mi ha risposto che alle nozze di Cana c’è stato più scialo e più spreco.

    1. Cristina Fascetti Fiorini

      Mi permetto una risposta per quello che conosco della situazione diocesana. Il vescovo di Verona ha inviato tramite il vicario una comunicazione nella quale tra le altre cose si chiede di “valutare” anche con le famiglie l’opportunità della celebrazione dei sacramenti. Non ci sono tuttavia divieti espliciti né tantomeno riferimenti a possibili pericoli di contagio a causa della festa. Lo dico semplicemente per amore di verità e per evitare che si aggiungano notizie non perfettamente corrette a una situazione già difficile. So di parroci che hanno sospeso e di altri che continuano nel rispetto delle norme. E vi confesso che tutto sommato preferisco la libertà di scelta a un obbligo di chiusura generalizzato.

      1. Frama

        La lettera cui facevo riferimento è stata letta e commentata da don Guido a Telepace. E c’è stato
        un preciso riferimento alle feste e ai possibili contagi.
        Ma io non volevo minimamente criticare le iniziative vescovili, per carità!
        E’ che sono contraria agli sprechi legati ai sacramenti. Mi piacerebbe che si separassero le due realtà.
        Specialmente per i matrimoni si bruciano risparmi a lungo accantonati o ci si indebita.
        E dopo si dichiara che non si è disponibili per una maternità.
        L’esibizionismo non è amore e neppure maturità. Ma questo è il mio parere, è chiaro….

  15. giovi

    In primavera , mi veniva citato il cardinale Van Thuan che , mi si diceva, aveva rinunciato per mesi e mesi all’ Eucarestia, accettandolo di buon grado. Ora che sto leggendo il libro “Van Thuan, libero tra le sbarre “, sono enormemente commossa dall’amore che questo nostro santo moderno aveva per l’ Eucarestia, rischiando la sua stessa vita per celebrarla! Io non so proprio come la vicenda di santità ammirevole di Van Thuan possa essere stato citata per sostenere la giustezza della sospensione della Santa Messa alla partecipazione del popolo, proprio riferendosi a lui che avvicinò a Gesù persino i suoi durissimi carcerieri e compagni di carcere ! Di sicuro , Van Thuan non riteneva la partecipazione al sacrificio di Cristo come la partecipazione a un “rito”, come da molti sacerdoti e vescovi è stata derubricata la Santa Messa !

  16. Giovanni

    Messe si, Messe no. “Ma voi ci credete che nell’Eucarestia c’è Gesù? ” Questa la domanda rivolta ad un Vescovo da altro babbo che non trovava argomenti pregnanti nell’eloquio dell’Eccellenza. Questa è la triste realtà ed il vero quesito.

  17. Marco

    Confermo e condivido. Che il Signore Gesù apra gli occhi chiusi del nostro cuore, ma soprattutto apra quei cuori oggi tanto induriti dall’egoismo a dalle seduzioni del mondo per vedere a quale grande vocazione siamo chiamati.

  18. Giovanna Rispoli

    mi associo in pieno e condivido quanto scritto, e mi auguro anche io che possa essere un spunto di riflessione e meditazione per il Vescovo.

  19. Giivanna

    Condivido ogni singola parola!
    Sono figlia di contadini e ho ricordi chiari, anche se lontani, di una fede viva, autentica, consapevole. Ricordo da bambina le tante processioni col SantoPatrono o con la Madonna, che spesso il vecchio don Irino metteva in atto per ringraziare o per chiedere.
    Di conseguenza, non mancavano i fedeli che chiedevano di far “portare” la Madonna ( in processione)perché erano stati guariti o perché avevano avuto un bel raccolto.
    Memore di ciò, la prima cosa che ho chiesto al mio parroco, appena saputa della pandemia, è stata quella di portare in processione la Madonna per le vie del mio attuale paese…. dopo un sorriso di circostanza mi ha risposto che queste cose non si fanno più… che sono “cose d’altri tempi”….
    Più di una volta mi sono chiesta (e continuo a chiedermelo) cosa ha spinto alcuni dei nostri parrocci e vescovi a diventare quello che sono… e la risposta che mi do quasi sempre è: “di certo non la fede in un Dio onnipotente!”.
    A questo punto capisco meglio i messaggi della Madonna a Medgiugorye che chiedono di pregare per i pastori….
    davvero ne hanno tanto bisogno….
    alcuni di loro sono gli attuali “sepolcri imbiancati”e le nostre “guide cieche”
    Sinceramente io, in tal senso, mi sento “orfana” perché non vedo più attorno a me figure di preti forti, ricolmi di Spirito Santo, capaci di”tuonare ” la Verità ovunque e con chiunque, capaci di risposte sapienti, al contrario vedo tanti piccoli don Abbondio….
    Il problema è che senza pastore le pecore si disperdono e rimaste sole, vengono divorate.
    Ci attendono tempi difficili!!!
    Preghiamo che il buon Dio ci preservi da ogni male🙏

  20. Costantino

    Dio ti benedica… Sono un papà… Ma tutti questi conoscono come sono vissute venerabili come Luisa Piccarreta, Teresa Newman e tanti e tante altri… Preghiamo… Nulla è impossibile a Dio.

  21. vale

    magari qualcuno mi può illuminare:

    a me risulterebbe che la sospensione della messa – in accordo anche con i valdesi che sospendono le loro ( se non mi ricordo male numerosi da quelle parti ) non sia stata richiesta dalle autorità che,anzi, permette ancora le celebrazioni su tutto il territorio.

    i vescovi cattovaldesi più realisti del re?

  22. Olimpia

    Condivido,purtroppo. Ho un figlio di 8 anni, l’anno scorso ha iniziato la catechesi per la preparazione ai sacramenti, finita a febbraio. Salvo qualche collegamento successivo via internet. Quest’anno a ottobre è ricominciato il percorso di catechesi, ed è già finito. In presenza non è più possibile continuare. Ci sarà qualche collegamento su zoom. Ci hanno fatto avere il calendario di avvento. Se tutto va bene se ne riparla chissà quando l’anno prossimo. E in primavera dovrebbe fare la prima confessione. Con quale preparazione? Come genitori facciamo il possibile, almeno possiamo andare a Messa, speriamo non sospendano anche quella.

    1. Lucia

      Cara Olimpia credo che ormai i catechisti dei propri figli debbano essere i genitori, ormai molti preti o non credono più o peggio ancora insegnano tutt’ altro che la dottrina cristiana. Per fortuna non è così dappertutto ma siamo realisti, andrà sempre peggio perche i preti diminuiranno sempre di più e su quelli più giovani non c ‘ è da farsi troppe illusioni non solo perché avranno molte parrocchie di cui occuparsi ma perché essi avranno davanti a sé come esempio questo vescovo e magari il padre Martin di turno, avrà assorbito tutte le mode attuali in primis quella lbgtq negli anni del seminario (magari proprio nel suo seminario), dell ‘ Università e prima ancora degli anni di scuola. Ma non dobbiamo disperarci perché la fede per fortuna non ha bisogno dei preti e dei vescovi, il cristianesimo in Corea si è trasmesso di generazione in generazione anche se per secoli non hanno avuto preti a causa delle persecuzioni. Vorrà dire che sarà così anche in occidente. Buona notte

      1. Olimpia

        Cara Lucia, certo, è quello che stiamo facendo con nostro figlio, ma penso che nella vita di fede serva anche l’esperienza comunitaria. Il fatto di andare a catechismo, frequentare l’oratorio, d’estate e anche d’inverno, il presepe vivente, la novena dell’Avvento e il triduo della Quaresima, la festa patronale, sono da vivere in comunità. Questa pandemia ha portato via tutto questo a noi adulti, ma soprattutto ai bambini e ai ragazzi che hanno più che mai bisogno di comunità.
        Io ho vergogna quando penso ai cristiani perseguitati che vanno a Messa a loro rischio e pericolo. Noi che testimonianza stiamo dando? Che esempio diamo ai nostri figli?

  23. Marco Arturo Sternieri

    Sottoscrivo tutto al 100%. Aggiungo solo che purtroppo molti sacerdoti non hanno nessuna predisposizione al martirio, piuttosto sono rassegnati che anche in Italia venga sottoscritto come in Cina l’accordo che debba esserci il consenso politico alla nomina dei vescovi, cosa che porta Massimo D’Alema alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

  24. Lara Gallina

    Condivido ogni parola…grazie Babbo! Inoltre sottolineo con insistenza che le chiese sono oggi i luoghi più sicuri…mascherine, distanziamento, igienizzazioni dopo ogni celebrazione dell’ Eucaristia o altri momenti di preghiera. Coraggio cristiani mostriamo un po’ della nostra passione per Cristo e testimoniamo che non siamo asserviti, come tanti, alla dea Salute! Custodiamo qualcosa di più prezioso della salute!
    Lara

  25. Agnese

    Da umile pecorella vorrei che i pastori mi sostenessero nella consapevolezza che posso rinunciare a tutto ma non all’Eucaristia. In altre parole quando sarà vietato andare al cinema, andare al lavoro, portare fuori il cane, andare a prendere il giornale e le sigarette, andare a fare la spesa… Allora (forse) mi rassegnero’ a rinunciare all’Eucaristia.
    Che il mondo dica che sono più importanti le sigarette o il cane della Messa posso capirlo, ma che lo dica un Vescovo NO. Grazie babbo, grazie Costanza. Grazie admin

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