Omofobia, una nuova legge non serve, anzi è dannosa

di Costanza Miriano

Se c’è qualcuno che davvero aiuta le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, è la Chiesa. Avevo lanciato il guanto di sfida tempo fa, ma nessuno di coloro che – anche da dentro – invitano la Chiesa a “costruire ponti”, qualunque cosa singifichi, mi ha mai saputo indicare un solo episodio concreto di persona “discriminata” dalla Chiesa per le sue preferenze sessuali. Io ho sempre e solo visto accoglienza, ascolto, pazienza verso le persone, accompagnamento e aiuto. In molti casi la Chiesa è stata l’unica voce a non dire “fa’ quello che ti pare”, perché sa che fare quello che ci pare non sempre ci rende veramente felici, quando è la risposta a una ferita (e non è così solo per l’attrazione omoerotica, siamo tutti feriti, e la Chiesa, nei suoi pastori più sapienti, ha proprio la missione di guarire, attraverso Cristo, la ferita di ciascuno).

Siamo perciò in tantissimi a essere davvero grati alla Conferenza episcopale italiana, che ha ribadito con misura ma con decisione quello che è ovvio: cioè che ogni persona va rispettata con le parole e con le azioni, che la legge già punisce chi non lo fa, che non c’è nessunissimo vuoto normativo (comprese le aggravanti), ma che non possiamo accettare una legge che uccide la libertà di espressione e di educazione.

Il vero obiettivo del ddl Zan non è proteggere “ragazzi che vengono picchiati per strada solo perché si tengono per mano” ma, come dice lo stesso  Alessandro Zan all’Ansa poco dopo, gettando la maschera, “l’accettazione sociale delle persone lgbt+”. Le aggressioni di qualsiasi natura sono già punite, e anche con le aggravanti in casi simili (sempre più sporadici, come riconosce l’UE). L’importante è che questo sia chiaro: il ddl serve a CAMBIARE LA PERCEZIONE SOCIALE dei comportamenti omoerotici, è un’operazione squisitamente culturale. Legittimo provarci, ma bisogna essere onesti: le persone che picchiano la gente per strada, i bulli e gli assassini sono già puniti dalla legge, e sono previste anche le aggravanti.
La reazione di Zan al comunicato della Cei tira astutamente in ballo Mattarella, ma i vescovi hanno tenuto la schiena dritta. Grazie a Dio.

Io non faccio finta di non sapere che ci sono, o forse dovremmo dire ci sono state, insieme a quelli che hanno fatto della loro omosessualità una bandiera, una storia politica, una via al successo, anche persone che oltre alla sofferenza per la loro storia hanno anche dovuto soffrire per non essere state accettate, in alcuni contesti storici e culturali. D’altra parte chi può dire di essere amato veramente, pienamente per come desidera? Chi di noi almeno una volta non è stato frainteso, non capito, non incoraggiato quando ne aveva bisogno?

Non credo però che tutta la sofferenza che uno prova possa venire dallo stigma sociale, perché se si è felici e sereni il giudizio degli altri è abbastanza poco importante. A me per esempio non importa nulla degli insulti del gay pride (loro ovviamente possono insultare).

Noi sappiamo bene Chi guarisce il cuore dell’uomo: non è l’approvazione sociale, non è l’amore umano, non è, tanto meno, una legge che mandi in galera chi dice la Verità sull’uomo e sulla donna, su cosa davvero compie la nostra umanità.

Ecco cosa hanno scritto i nostri Vescovi, che ringraziamo di cuore. Sebbene siano parole equilibrate e toni pacati, sappiamo che c’è voluto coraggio, in questo clima arrogante e violento contro chi dissente dal pensiero unico.

 

“Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde”, sottolinea Papa Francesco, mettendo fuorigioco ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta, destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva.

Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini.

Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.

Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni.

Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.

Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto.

Nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese.

 

La Presidenza della CEI

10 giugno 2020

 

35 pensieri su “Omofobia, una nuova legge non serve, anzi è dannosa

  1. Vale

    Ottimo. Quindi a che passaggio siamo della finestra di overton?
    A spanne sappiamo già come andrà a finire.
    Rischio gabbio o megasanzione da rovinarti per sempre.
    Libertà tatatata’(tipo Rodotà,per ironizzare. )

  2. Marco 29

    Concordo con il titolo, ma frasi come “Se c’è qualcuno che davvero aiuta le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, è la Chiesa” non si possono sentire… la Chiesa non dovrebbe aiutare le persone omosessuali, dovrebbe solo rispettarle.

  3. Silvio Restelli

    Grazie ai vescovi per il coraggio e la puntualità dimostrati! Aspettiamo interventi di tutti quei politici che in diversi modi si riferiscono al Vangelo!

  4. Roberto C

    Ho cliccato il link di rimando alla drag-queen che invitava i partecipanti ad “omaggiare” Costanza M.
    Tutto sommato, cara Costanza, mi pare che l’abbiano solo invitata a fare quello che fanno loro, magari senza rendersene nemmeno conto….😁😅

    1. Alda

      “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”

      Tieni duro Costanza, ad ogni maledizione ti guadagni una benedizione del Signore🙏🙏

  5. PaulBratter

    Prepariamoci perché la strategia dei media mainstream sarà quello di pubblicare una serie di storie di “bullismo” strappalacrime ai danni di ragazzini gay o presunti tali (naturalmente sorvolando su fake news circolate per anni come quella del “ragazzo con i pantaloni rosa” che hanno sfruttato come storia di omofobia mentre non lo era affatto https://roma.repubblica.it/cronaca/2014/02/13/news/suicidio_del_ragazzo_dai_panraloni_rosa_non_fu_omofobia_chiesta_archiviazione-78474187/ ).
    La prima storia uscita su Huffington Post, La Stampa, Tg3 è di tal Lodo Guenzi un cantante (neanche omosessuale) che ha raccontato che da ragazzino lo chiamavano Cinzia.
    Naturalmente non fanno notizia i ragazzini bullizzati perché magari facevano i chierichetti, o perché grassi, con gli occhiali o con le orecchie a sventola (vittime della famosa la famosa sventolafobia…)

  6. oggi ha piovuto , un bel acquazzone …. era ora che la Cei si facesse sentire ! Sono curioso di sapere come andrà a finire…. un pensiero ce l’ho ma me lo tengo per me ! Buona serata Costanza …. sto assaporando il tuo “ obbedire è meglio “

  7. Luca Del Pozzo

    Che sia in atto, e non da oggi, una vera e propria guerra condotta dall’ideologia omosessualista che punta ad imporre una nuova antropologia, è un dato di fatto che solo un cieco potrebbe non vedere (e spiace dirlo, ma pur plaudendo alla nota della Cei, di ciechi che non vedono o fanno finta di non vedere in nome di una malintesa accoglienza o, peggio, misericordia, ce ne sono parecchi anche dentro la Chiesa). E anzi il disegno di legge in questione è solo una tappa ulteriore, certo non l’ultima, di un disegno preciso, di una campagna senza quartiere che punta a sovvertire l’ordine naturale delle cose (e sottolineo: naturale, prima ancora che cattolico). Campagna il cui collante universale è la neo-lingua del politicamente corretto, mentre gli ambiti in cui si svolge sono principalmente tre: i parlamenti – per imporre leggi e norme; le scuole e le università – per plasmare i cervelli; i mezzi di comunicazione le arti e lo spettacolo – per diffondere e consolidare usi e costumi dell’uomo nuovo. Costanza ha ragione quando dice che il vero obiettivo del ddl è di ordine culturale, ossia cambiare la percezione sociale dell’omosessualità, nella fattispecie per via legislativa con una vera e propria operazione di polizia-pulizia del pensiero camuffata dietro il paravento del contrasto all’omofobia (che poi, vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse cosa significhi, alla lettera, omofobia). E non è certo un caso. Perchè questo, gira che ti rigira, è esattamente lo stesso obiettivo che si nasconde dietro tutto il resto, dietro cioè tutto ciò che quotidianamente accade nelle scuola, al cinema, in tv, nella pubblicità, nella moda, nella musica, nell’arte, nelle aziende con i fantastici dipartimenti D&I, che sta per Diversity and Inclusion, manco a dirlo avamposti lgbt (e questo, sia detto en passant, con buona pace del fatto che i gay sarebbero discriminati; forse un tempo, ma ora di sicuro non più. Anzi se possibile si sta imponendo una discriminazione di segno contrario, il che rende oltremodo indigerible questa solfa dell’omofobia). No, dico, giusto per soffermarci un attimo sulle scuole: ce lo siamo dimenticati cosa è successo neanche tanto tempo fa nelle scuole di Trieste, Roma, Milano, Venezia, Bologna, Treviso, Perugia, ecc., con gli episodi di “educazione sessuale” che in realtà erano tentativi di indottrinamento gender, tutti ampiamente documentati ? Qualcuno si ricorda, o ha mai dato un’occhiata, anche svogliata, ai volumi della casa editrice “Lo Stampatello” (ma ce ne sono molte altre), specializzata in testi scolastici, tipo: “Perché hai due papà?” oppure “Piccola storia di una famiglia … perché hai due mamme?” e ancora “Piccolo uovo maschio o femmina?” E che dire del disegno di legge Fedeli, curiosamente intitolato “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”? E gli opuscoli “Educare alla diversità a scuola”, prodotti dall’Istituto Beck su incarico dell’Unar (ovvero Dipartimento Pari Opportunità, ovvero Governo, lo stesso che qualche anno dopo fu oggetto di uno scoop delle Iene che rivelò che l’Unar elargiva finanziamenti pubblici a circoli gay camuffati da fantomatiche associazioni culturali) e diffusi alla chetichella a febbraio 2014 per poi essere ritirati in fretta e furia dopo che si scoprì chi c’era dietro, ovvero 29 associazioni Lgbt? Ce li siamo dimenticati? Oppure ancora il documento “Standard di educazione sessuale nelle scuole”, diffuso dalla sezione europea dell’OMS a novembre 2013, che per i bambini da 0 a 4 anni prevede il “diritto di esplorare le diverse identità di genere” e di essere informati “sul piacere nel toccare il proprio corpo e sulla masturbazione precoce” (leggi bene: ma-stur-ba-zio-ne-pre-co-ce, per bambini da 0 a 4 anni). E potremmo continuare a lungo. Pochi esempi che stanno lì a dimostrare come dietro a concetti come contrasto al bullismo, lotta contro l’omofobia, educazione alla diversità – tutti concetti nobili e condivisibilissimi ma che vengono usati a mo’ di “scudi umani” dal politically correct – si celi un’ideologia che punta a riscrivere la grammatica sessuale e di genere secondo i dogmi dell’omosessualismo ossia prescindendo dal dato di natura. Per questo ben venga la nota della Cei, ma non basta. C’è bisogno di alzarsi e dire la verità, opportune et inopportune. Perchè non c’è vera carità senza verità, e per difendere coloro che rischiano di essere le vere vittime di questa follia: i nostri figli.

  8. Mario Grossi

    Temo che il pronunciamento della CEI non basti. Ci deve essere una mobilitazione ben più vasta per fermare il ddl Zan. Il malinteso capzioso da parte lgbtq è scambiare la critica lecita e legittima sul comportamento omoerotico con disapprovazione e discriminazione della persona che lo mette in atto. Allora si grida al razzismo omofobico, non tenendo conto che ci sono moltissimi di tendenze omoerotiche che non sposano affatto la causa omosessualista. Altro grimaldello retorico è il termine omosessuale: se si usa questo termine per definire chi ha tendenze o comportamenti omoerotici, si entra in quello stesso meccanismo ideologico che permette alla marcia lgbtq di convalidare lo statuto di appartenenza a una categoria umana a parte, una razza come gli ebrei o i ne(g)ri. Si dovrebbe dire e scrivere “omoerotismo” , “ tendenze omoerotiche” e “ persone con comportamento omoerotico “ perché, se si usa il temine “omosessualità” e “omosessuali”, si fa solo il gioco di chi vuole equiparare gay a ebrei. Altro inghippo linguistico- perché la marcia omosessualista avanza sul piano delle parole per cambiare quello delle idee- è equiparare gay a persona con tendenze omoerotiche. Non è così perché il termine gay indica appartenenza consapevole e solidale a una schiera sociale e quindi anche a un gruppo di lotta e di rivendicazione in chiave politica. Io uso da anni il termine omosessualista e transomosessualista per indicare gay e lgbtq la cui definizione sfugge perché il primo è una parola inglese e il secondo una sigla che indica realtà liquide il cui solo punto solido è la componente ideologica fondata sulla pratica omoerotica e sul travestitismo per rivendicare presunti diritti ad hoc. Anche Bergoglio ha commesso l’imperdonabile errore di definire il concetto di una “persona con tendenze omoerotiche” con la parola “gay” perché, mentre la tendenza omoerotica può non essere una scelta, l’essere gay e l’omosessualismo sono precise scelte di vita e di ambito ideologico-politico. Purtroppo Bergoglio ha definito il comportamento gay come qualcosa da non giudicare, invece è vero esattamente il contrario: si può legittimamente criticare uno stile di vita che vuole riconoscimenti in senso politico proprio perché lo si fa sul piano politico, nel libero dibattito per il bene della società.

    1. rossinim

      Ma veramente il Papa si è espresso così : “«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?».
      Tutti quelli che sostengono che abbia approvato i comportamenti gay o simili sono dei calunniatori che cercano , da una parte e dall’altra, di far dire al Papa quello che gli serve per ragioni strumentali.
      Poi questa pantomima delle definizioni “corrette” (omoerotico, etc etc), non appassiona nessuno ed è solo un modo per non ammettere che certe tendenze non facciano parte della personalità ma siano scelte facilmente modificabili.
      Gli atti omosessuali sono un peccato, ma essere omosessuale (o gay) non lo è in se. E non c’è nessuna ideologia nel definirsi gay, ma solo la presa d’atto di una realtà personale. L’orgoglio è nato come reazione alle discriminazioni, e per favore non fate finta che in passato ed anche nel presente (in tante nazioni) non ce ne siano.
      Se si partisse da questa realtà, ci sarebbe molto più rispetto reciproco. Per me le leggi non servono ma un cambio di atteggiamento profondo di tanti cristiani è necessario, perchè a volte si legge tra le righe che sotto sotto c’è tanto disprezzo per la persona, e tanta voglia di puntare il dito accusatore .

  9. Nat

    Ogni tanto mi viene il dubbio che per qualcuno (e forse più di qualcuno, magari pure vestito di rosso o di viola dentro la Chiesa), “accogliere” e “costruire ponti” significa invece esattamente “Fai quello che ti pare”. Altrimenti, è l’argomento principe, non sarebbe vera accoglienza, no?
    È un dubbio solo mio?

    1. Lucia

      Nat credo anch’ io credo che un bel po di vescovi quando parlino di dialogo e di ponti intendano proprio dire”non preoccuparti, fai pure ciò che vuoi” almeno per questo argomento, per l ‘ immigrazione il discorso è ben diverso…

  10. Gianluca

    … ottimo! Grazie!!!!
    C’è una cosa a cui non sono abituato (purtroppo) e mi lascia un po’ confuso: l’idea di non riuscire a ragionare su niente! Non trovare un punto di incontro. Questo mi da molto fastidio(oltre agli insulti al gay orgoglio….di cui ahimè innocentemente non pensavo….). Potrei fare un sacco di analisi…ma continuo vedere come ognuno la pensa con la propria chiave di lettura. Sento quel gusto di fare del male in certi commenti, guidati da un risentimento mascherato da giustizia. Ma non serve ad arrivare alla verità! Anzi, la chiude! Per questo credo che come diceva Maddalena in qualche commento prima cerco di muovermi anche pregando.
    Grazie a tutti. Ciao

    1. Alessandra

      Grazie bellissimo pensiero se non si trova qualche se pur piccolissima ragione nell’altro mai vinceremo nella critica. La vita procede per collaborazione.. e l esclusione nasce da un processo di inclusione…
      Intelligente avanzato aperto creativo commento!!

  11. Francesco Paolo Vatti

    Avete visto cosa è successo all’autrice di Harry Potter? Considerata un’eroina per anni, ora è finita nel tritacarne dell’indice arcobaleno….

    1. Lucia

      Signor Francesco Paolo Vatti in realtà la Rowling si è schierata con le femministe e le lesbiche che stanno combattendo l’ ideologia transessualista. Se va sulla pag Fb di Adinolfi capirà di cosa si tratta. ONORE alla Rowling!!!!

  12. Valeria Maria Monica

    Trovo il comunicato CEI incredibilmente debole, e per questo preoccupante.
    La proposta di legge zan non è solo “superflua” ( sai quante ce ne sono di leggi superflue…fosse tutto lì il problema…) è proprio tremendamente “pericolosa” per tutti coloro che, in base alla loro fede religiosa, ritengono che i rapporti fisici omosessuali siano contrari alla natura della sessualità umana cone voluta da Dio, e quindi siano, nel profondo, fonte di infelicità per chi li compie, e non di vera auto realizzazione. In altre parole, siano “un peccato”.
    Coloro che hanno questa convinzione, chiamiamoli convenzionalmente “cattolici”, (ma in realtà anche i musulmani più osservanti) saranno, dopo l’approvazione di questa legge, esposti alla spada di Damocle di poter essere ritenuti colpevoli di un reato penale per aver messo in atto comportamenti che la norma non descrive in modo oggettivo, ma definisce indirettamente con il solo rimando  alla “percezione” della “vittima” e alla interpretazione del giudice.
    Esempio: io sono un sacerdote/catechista/ genitore, e coerentemente con la mia fede insegno ai fedeli/figli l’insegnamento della Chiesa.
    (Tutto ciò, ovviamente, col massimo rispetto della dignità delle persone e della libertà di ciascuno.)
    Ho fatto forse del male a qualcuno?
    No, ho esercitato la mia libertà di pensiero, di parola, di religione, di educazione. Potrò però essere  denunciato da una associazione per i diritti LGBT, perché mio figlio o un mio parrocchiano si è “sentito” discriminato dalle mie parole, (solo in quanto gli ho insegnato ciò che la Chiesa insegna), e  allora rischio una pesante condanna, e non perché si possano riscontrare contenuti oggettivamente aggressivi nelle mie parole ma solo in base alla soggettiva “percezione” della vittima, come “interpretata” dal giudice.
    Dal punto di vista giuridico, è come se il Codice della Strada mi comminasse il ritiro della patente per aver tenuto una qualunque velocità “x”, a partire da 0 km orari in su, che, a giudizio del tutto soggettivo e arbitrario del vigile che mi ferma, sarebbe pericolosa. Davanti a norme penali indeterminate (mostruosità giuridica incostituzionale) esiste solo un modo per essere certi di non incorrere in una condanna: non guidare affatto, a nessuna velocità: andare a piedi.
    E quindi, non insegnare affatto l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità: stare zitti, nasconderlo, confonderlo, alterarlo, diluirlo in un mare di “sì, ma anche no”.
    Questo sarà l’effetto della legge zan: di dare il colpo di grazia (colpirne uno per educarne cento) a quei pochissimi pastori, educatori e genitori che hanno  ancora il coraggio di risalire controcorrente il mare del politicamente corretto per sforzarsi di trasmettere ai loro figli l’insegnamento della Chiesa.
    E la CEI, davanti a questa prospettiva, anziché reagire con forza, cosa scrive? Protesta garbatamente che “l’importante è l’educazione”, chiedendo implicitamente di essere riconosciuta dal “mondo” quale valida collaboratrice nella opera educativa.
    Ma quale “educazione”? Ma ve lo ricordate, o no, che i contenuti della “educazione” degli adolescenti, per voi e per il “mondo”, potrebbero (dovrebbero) essere due cose abbastanza  DIVERSE??? O pensate che la Chiesa esista per insegnare a fare la raccolta differenziata?
    Se la preoccupazione della CEI è tutta qui, mi viene da pensare che deve essere purtroppo vero quello ho letto di recente in un commento: cioè che in realtà nessuno nella Chiesa rischierebbe niente con la nuova legge zan,  perché da un pezzo la Chiesa, al grido di “chi sono io per giudicare?” si è chiamata fuori dalla responsabilità di insegnare qualunque cosa nei paraggi del sesto comandamento.
    Ma in realtà non è così. E’ vero, ci sono nella Chiesa personaggi ben noti che non rischiano nulla di nulla con la legge zan, anzi la  festeggeranno, ma ci sono anche tantissimi sacerdoti, catechisti e genitori ai quali questa legge potrebbe distruggere la vita. Solo per aver cercato di donare ai loro figli la Verità nella quale credono, e che sentono di avere il dovere di trasmettere.

  13. Valeria Maria Monica

    Aggiungo anche, a proposito della debolezza del comunicato CEI, che il quotidiano stesso della CEI, Avvenire, dopo aver dato conto ieri freddamente e aridamente del comunicato ufficiale, oggi pubblica festoso la cordiale replica di Zan che, intervistato, assicura che non corre alcun pericolo la libertà di espressione.
    Grazie tante per le parole di zan, ma che ce ne faremo quando la la legge sarà approvata? Mica vale l intervista, vale quello che c’è scritto nella legge, davanti al giudice. E la legge non garantisce proprio nulla.
    Parole davvero rassicuranti. Chiedetelo ai due medici italiani che hanno già sperimentato sulla loro pelle, in tribunale, quanto è garantita la libertà di espressione. (Perché Moia non va a intervistare anche loro?)

    1. Francesco Paolo Vatti

      Valeria Maria Monica,
      Lasciamo stare Moia, che meno lo sento meglio sto! Purtroppo è verissimo che l’intervista non vale nulla. Dirò di più: se anche Zan fosse in perfetta buona fede nel ritenere che la legge non viola la nostra libertà di pensiero, il giudice potrebbe applicarla in maniera affatto diversa, coi risultati che diceva….

      1. Valeria Maria Monica

        @Vatti, concordo, ma temo che di Moia, ormai, non ci liberiamo più. 😭

        Con quel libro che ha pubblicato di recente, la sua fama di portavoce di fatto della punta più avanzata della Chiesa Italiana sul tema omeossessuali&Chiesa ha varcato anche i confini nazionali:

        https://www.catholicnewsagency.com/news/in-italy-new-book-suggests-changes-to-catholic-doctrine-on-homosexuality-53284

        (Articolo segnalato e tradotto sul sito di Sabino Paciolla:
        https://www.sabinopaciolla.com/moia-giornalista-di-avvenire-nel-suo-nuovo-libro-suggerisce-cambiamenti-alla-dottrina-cattolica-sullomosessualita/ )

        1. Francesco Paolo Vatti

          @Valeria Maria Monica: ho letto l’articolo in inglese e mi sono venuti i brividi…. Moia non mi è mai piaciuto, per la sua mancanza di chiarezza e per la sua ambiguità. Ricordo un articolo su Noi Genitori e Figli, supplemento che ai tempi era pieno di spunti interessanti, dove parlava di come avrebbe dovuto essere la figura paterna, dove di fatto non diceva nulla. Essendo femminista radicale, naturalmente il padre non doveva esercitare l’autorità, ma, non so bene perché, non doveva neppure fare il mammo (a mio parere, il mammo è l’unica alternativa all’avere autorità…). Poi, una risposta di Tarquinio a tre lettori che si erano scandalizzati per come era stata data la notizia di due omosessuali anziani che andavano a Lourdes a pregare per ringraziare la Madonna per la legge Cirinnà e la sua presa di posizione a loro favore e, infine, un altro Noi Genitori e Figli, dove Moia supportava le persone che negavano l’esistenza di una dottrina del gender e si esprimevano a favore degli atti omosessuali, mi hanno convinto a cavare il mio occhio che mi dava scandalo e a disdire il nostro abbonamento ad Avvenire, sempre più simile a Repubblica e fatto pure peggio. Purtroppo, mia moglie è la presidentessa del locale Movimento per la Vita e così abbiamo ripreso a riceverlo, senza aver chiesto né pagato alcun abbonamento, così mi ritrovo ancora lui… Però, la questione di Gorizia fa vedere come la confusione sia arrivata ai massimi livelli e non so come se ne potrà uscire…
          Mi colpisce una cosa di questi personaggi (Moia, Tarquinio, Martin, Radaelli e altri): l’atto sessuale viene da loro completamente scisso dalla procreazione e reso una sorta di valore assoluto, qualcosa di irrinunciabile all’interno di una coppia, persino irregolare o addirittura dello stesso sesso… Mi pare considerato quasi superiore a Dio stesso!

          1. Lucia

            E TV 2000 che seguivo fino ad un paio di Anni fa che racconto entusiasta del pellegrinaggio a Lourdes dopo la 1 unione gay in Italia? Ammettiamolo il problema non è Solo moia & Co e proprio la chiesa. 2.0 che siede in Vaticano e nella cei.

        1. Lucia

          Cara Lillian a parte pregare, si può Non leggere più Avvenire,non dare più 8 per mille e 5 per mille alla cei perché fino a prova contraria Avvenire risulta essere comunque di proprietà della Cei. Altro sinceramente non saprei proprio….

      1. Francesco Paolo Vatti

        Ieri mi sono forzato a leggere l’intervista. Confermo che sembra proprio fatta per far vedere quanto siano ragionevoli loro e quanto siamo cattivi noi. Tra le altre cose, né Zan, né Moia tengono conto del fatto che le leggi vengono fatte dai politici e vengono poi applicate e interpretate dai Tribunali e non sempre le intenzioni dei politici e le interpretazioni dei Tribunali sono sulla stessa linea. Due esempi: la legge sull’affido condiviso avrebbe dovuto impedire che, in caso di divisione, il padre perdesse automaticamente i figli e che essi diventassero proprietà privata della madre, è stata applicata dai giudici nel senso di dare l’affido condiviso, collocando i figli presso la madre e dando gli orari (massimi e non minimi, come sarebbe naturale e giusto che fosse) al padre. Nel mio settore, è stato previsto un articolo della legge sui brevetti che avrebbe dovuto permettere di sanare facilmente certe mancanze lievi ed è stato applicato nel senso che, praticamente, tali mancanze possano essere sanate solo in casi veramente particolari…
        Al dilà di tutto, l’intervista non mi lascia tranquillo neppure sui requisiti minimi di libertà di pensiero e di parola…

  14. Vale

    Leggo oggi,pur essendo un tuttologo non riesco a stare dietro a tutto ,che il progetto di legge in questione potrebbe far perdere la patria potestà.
    È vero?
    Fonte s.de mari su verità di oggi.

  15. Grazie Costanza.
    Io mi sono stancata di tante notizie e legge contro il bene. E sinceramente preferisco leggere un buon libro, o fare una bella passeggiata, per la mia saluta mentale.
    L’unica cosa è la preghiera che conta, questo mi fa respirare, e ha un senso.
    Grazie.

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