Dire adesso l’amore

di Emanuele Fant per Credere

Se c’è una parola che fa venire l’orticaria agli artisti di oggi, è “amore”.

Conoscevo un gruppo musicale che si è sciolto perché il paroliere aveva scritto un testo con l’abusata rima “cuore-amore”: il resto della band aveva trovato la scelta di un cattivo gusto inammissibile. Il sentimento più caratteristico e complesso dell’essere umano, è stato per così tanto tempo al centro delle sue attenzioni creative (da Catullo, agli Stilnovisti, a Sanremo), che adesso non sembra più trovare forme credibili per essere descritto.

Per sfatare questo pregiudizio, ho visitato la mostra “Love, l’arte contemporanea incontra l’amore”. Artisti dei giorni nostri che si sono interrogati sul tema, sono stati riuniti in un percorso suggestivo, illuminato bene, spiegato nei particolari da una preparatissima audioguida.

I due disabili fissati nel marmo da Marc Quinn, che provano ad abbracciarsi nonostante abbiano un braccio mozzato e un moncherino, mi hanno commosso per la tenera ostinazione; la Madonna algida fotografata da Vanessa Beecroft mentre allatta due gemelli di pelle nera, mi ha incuriosito per l’anelito spirituale; per apprezzare le folli gigantografie del duo Gilbert e George ho cercato maggiori informazioni nel depliant.

Levata la tara dello stupore, ad ogni passo cresceva la sensazione che tutto quello che osservavo non possedesse il sapore che pretendo per trasformare un cammino in esperienza. Forse da quando l’arte contemporanea ha scelto la via del concettuale si è resa più adatta alle congetture che ai sentimenti. Niente di male, per carità. Ma innegabilmente in contrasto con i grandi cuori esposti sulle scale di uscita.

Una forte emozione l’ho provata al bookstore, acquistando una calamita da frigo che riportava alcune parole dell’artista Piero Manzoni: “Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, c’è solo da vivere”. Ho lasciato la galleria soddisfatto del pomeriggio originale, ho stretto la mano alla mia moglie reale, ringraziando che la vita non ha note esplicative.

6 pensieri su “Dire adesso l’amore

  1. Luigi igiul

    Leggo e rileggo questo articolo, ma provo ogni volta la sensazione di qualcosa che mi sfugge e che non riesco a cogliere. Sarà che l’arte contemporanea difficilmente attira la mia attenzione, oppure il fatto che spesso un manufatto artistico necessita della spiegazione perché possa percepirne un barlume di significato che, altrimenti, resterebbe solo nella mente del suo autore.
    Chissà.
    Certo è che ho provato a cercare notizie su qualcuno degli autori citati e mi sono ritrovato a guardare la foto di una testa fatta con 4,5 litri di sangue congelato del suo autore, Marc Quinn, il quale usa anche altri materiali per le sue opere, per esempio le feci. Ora, non vorrei scrivere una scontata battuta sull’arte contemporanea, classificandola tutta come il prodotto di scarto della digestione animale, ma le mie perplessità rimangono e, anzi, crescono: cos’è l’arte?

    1. exdemocristianononpentito

      Piacerebbe anche a me saperlo, ma è sempre sfuggita a tutte definizioni, però io sarei più propenso a credere che sia un MODO di essere delle cose che l’artista produce, piuù che un elemento attinente all’ESSENZA delle cose medesime.

      Poi, almeno in questo campo, l’opnione regna sovrana anche per un cristiano.

      1. Fabrizio Giudici

        Direi è la domanda… Indefinibile già da un pezzo.

        E forse non vale neanche la pena cercare la risposta…

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