di Costanza Miriano
È qualche giorno che vorrei recensire il Dizionario elementare del pensiero pericoloso pubblicato da poco da IdA, Istituto di Apologetica, e in vendita anche sul sito de Il Timone: pensavo di aprirlo, farmi un’idea e scrivere velocemente qualcosa, ma niente. Ci sono sprofondata dentro. Voce dopo voce, pagina dopo pagina, non riesco a smettere di leggere, perché non c’è un argomento che non mi interessi.
Dopo il Dizionario di apologetica, l’IdA ha pubblicato questo altro prezioso strumento, scegliendo un campione del pensiero contemporaneo che è in contrasto con la dottrina cattolica, o anche che presenta solo alcuni aspetti problematici, pur avendo dei meriti culturali o anche teologici.
Da Theodor Adorno a Elemire Zolla, scorrere l’indice è un’avventura avvincente, e si attraversa una lunga lista di voci, oltre duecento, una più interessante dell’altra. Giuseppe Alberigo, Allende, Augias, Tonino Bello, Enzo Bianchi, Bonhoeffer, Emma Bonino, Cacciari, Darwin, De Andrè, Dossetti, Dario Fo, Freud, Galimberti, Kant, Lacan, Levi Montalcini, Madonna (!), Martini, Marx, Melloni, Milani, Mishima, Odifreddi, ONU (sì, anche le organizzazioni, Save The children, Femen, Greenpeace, Unicef, WWF sono nella lista), Pasolini, Pivano, Quinzio, Saviano, Scalfari, Soros, Teilhard de Chardin, Vattimo, Veronesi e mi fermo qui, ma è solo un assaggio di un grande campione.
L’intento non è quello di demonizzarli – ci sono persone preziosissime per la Chiesa come Raniero Cantalamessa – ma dirisvegliare una capacità critica nell’ascoltare tutto, e nel giudicare, non le persone, ma le idee, è appena il caso di precisare. “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono”, dice San Paolo. Infatti di ogni personaggio vengono riportate alcune affermazioni critiche, viene evidenziato l’errore, e poi viene affermata la verità secondo la dottrina.
Ma la cosa più bella per me è leggere l’elenco degli autori, alcuni dei quali amici in carne ed ossa, altri amici solo di carta. La loro lucidità e intelligenza e capacità mi rende orgogliosa di pensarla come loro. È questa la bellezza del libro: sentirsi parte di una comunità che condivide un pensiero, un patrimonio, un deposito comune. È vero che abbiamo duemila anni di storia alle spalle, ma a volte è bello anche sapere che la comunione di pensiero, di cultura, di eredità, è con dei vivi, meglio ancora se sono persone a cui puoi telefonare o scrivere. E se sfogliando i giornali, guardando la tv, andando in libreria ci si sente dei pazzi che vanno contromano in autostrada, tra queste pagine si ritrova finalmente la piacevole sensazione di quelli che hanno imboccato la strada per il verso giusto. Ogni tanto ci si deve pur riposare…
Sentirsi parte di una comunità capace e orgogliosa di sapere andare controcorrente…bellissimo.
Penso proprio che l’acquisterò. Sembra proprio interessante… E senza mezze misure!
Del resto come ogni apologetica che si rispetti non deve guardare in faccia a nessuno.
Costanza dice che “L’intento non è quello di demonizzarli”. Bel tentativo di stemperare, ma la copertina del libro dice l’esatto contrario…
Sono curioso di sapere se Cantalamessa sia finito dentro il libro per le ultime esternazioni sulle presunte esagerazioni del culto mariano o per i progressismi accennati nel libro/intervista “Il bambino che portava acqua”. Oppure sulle teorie del sacramento che non esplica la sua efficacia e rimane legato sino a che non entra in gioco la fede personale esplicita del ricevente.
“Costanza dice che “L’intento non è quello di demonizzarli”. Bel tentativo di stemperare, ma la copertina del libro dice l’esatto contrario…”
Io penso che Costanza abbia ragione, perche’l’intento e’evidentemente di condannare l’errore, non la persona che vi e’caduta. 🙂
Senz’altro ha ragione Costanza. E’ la posizione evangelicamente più corretta.
Forse per non dare adito a fraintendimenti avrei scelto una copertina diversa. Ma queste sono delicatezze che non si possono pretendere dall’apologetica. 😉
L’Inferno esiste eh! Non è che può essere abolito per la bella faccia vostra!
La copertina del libro ci ricorda chi è il padre della menzogna e dell’inganno, da cui nasce l’errore. E allora? Problemi ad accettare quella “figura medievale”?
Assolutamente.no e so per esperienza personale che non è una figura medievale. Ma se l’intento del mio libro non è quello di demonizzare le persone, scelgo una copertina con una bella icona di Gesù Maestro. Non sto parlando male di nessuno e anche senza leggerlo posso dire di essere d’accordo con il 99% di ciò che è scritto. Dico solo che mi ha stonato la frase sull’intento non demonizzatore con la visione della copertina. Vorrei che fosse riconosciuto questo dato di fatto. Senza frapporre ideologie: diciamo le cose come stanno. La copertina dice che la menzogna proviene da Satana, padre della menzogna e, che, come minimo, le persone che hanno contribuito a diffonderla, facendosene paladini, sono un mezzo usato da Satana.
Riconosciamolo. E’ il linguaggio usato da quella forma letteraria che è l’Apologetica. Che io ho frequentato ed ora frequento un po’ meno, perché ho notato che, NELLA MIA ESPERIENZA, contribuisce a rendere torvo il mio sguardo.
Purtroppo non sono abbastanza santo per poter leggere l’apologetica e continuare ad avere lo sguardo benevolente e misericordioso che Dio stesso ha verso chi propaga la menzogna.
Detto questo ribadisco che leggerò volentieri il dizionario.
Se posso fare in appunto al fratello senm_webmrs ; è già la seconda o terza volta che i miei interventi vengono fraintesi e reputati delle trollate. Capisco che i blog sono pieni di persone moleste e prometto di non intervenire più.
“La copertina dice che la menzogna proviene da Satana, padre della menzogna e, che, come minimo, le persone che hanno contribuito a diffonderla, facendosene paladini, sono un mezzo usato da Satana.”
Ma niente di meno di come lo siamo noi tutte le volte che per seguire noi stessi non facciamo la volonta’del Padre, caro Johnny, in questo modo arrecando danno a tutta la Chiesa in virtu’della Comunione dei Santi. Se provi a vederla in questo modo vedrai che ci sta anche la copertina. 🙂
E se posso fare bonariamente un appunto al tuo appunto :), non credo proprio che la “sorella” senm_webmrs – di cui ti invito invece a continuare a leggere i commenti sempre puntualissimi – ti abbia voluto dare del troll, solo fare emergere una contraddizione.
Grazie Ola, sei troppo buona. Mi viene anche da aggiungere che è proprio l’episodio evangelico in sé (quello illustrato da quella tavoletta di Duccio) che dovrebbe essere sempre presente a noi tutti, nella nostra povera quotidianità, come monito e come conforto.
grazie della segnalazione, vado subito ad ordinarlo, abbiamo bisogno di preziosi strumenti così,
Direi che, considerati gli autori del “Dizionario”, possiamo continuare ad amare, che so, Giuseppe Alberigo, Tonino Bello, Enzo Bianchi, Bonhoeffer, De Andrè, Dossetti, Martini, … Teilhard de Chardin e così via sentendoci pienamente parte della Chiesa cattolica i fedeli al Vangelo di Gesù!
E se invece amiamo gli autori del “Dizionario” possiamo, è lecito sentirci pienamente parte della Chiesa cattolica e fedeli al Vangelo di Gesù?
Facci sapere
Beh, se vuoi continuare ad amarli a occhi chiusi e orecchi tappati, padronissimo di farlo.
Però, siccome sta scritto «esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono», magari potrebbe essere un esercizio interessante vedere che cosa dicono in proposito gli autori del Dizionario. Poi controlla le loro affermazioni: se puoi dimostrare che dicono il falso, fallo sapere anche a noi. Se invece per caso dicessero qualcosa di vero, tira tu le tue conclusioni.
L’importante è non fare come il sostenitore di Aristotele della storiella narrata da Galileo.
L’ha ribloggato su Felicemente Stanchi.
Lo ordino subito
Cara Costanza….penso che nei libri c’è sempre il vero e il falso scritto diplomaticamente, certo è cmq sempre interessante, ma con prudenza…….per conto mio penso che il libro più vero è quello della nostra vita, cosi com’è, con tutte le sue fessure ……bene o male ….va visto tra le sue righe……..ciao e grazie….
È un tempo difficile. Un tempo in cui c’è bisogno di unità, di appartenenza, perché un cristiano che si dichiari tale, oggi come oggi (ma forse anche in uno ieri molto ieri) corre il rischio di sentirsi umanamente solissimo. Avverto tra i fratelli di credo cattolico questo incredibile bisogno. Di serrare i ranghi. Di darsi man forte. Di chiamare le cose con un vocabolario comune. Questi fratelli e anzi ognuno di noi me compresa, abbiamo una vita da affrontare, fuori, da condividere con chi ci ritiene superati, svantaggiati, o ci disprezza anche apertamente. Abbiamo indubbiamente bisogno di sentirci rinfrancati. E i confini rinfrancano. In un periodo di grande liquidità sociale, i limiti sono una manna. Abbiamo quindi bisogno di sentirci uniti come fratelli, e come fratelli che condividono l’adesione a dei limiti visti come necessari, utili, benefici. Quello che noto però, a volte, e che è inevitabile conseguenza del nostro essere umani, è che di questo unirci, di questo stringerci per far fronte comune e darci forza, ci si autocompiaccia. Quasi a dire “noi siamo quelli buoni, perché siamo pochi ma nel nostro piccolo tanti, e diciamo e crediamo le cose giuste”. Che sarebbe a dire, noi siamo quelli ok perché rispettiamo le regole di Dio, chi non le rispetta è out. Che andrebbe pure bene, d’altronde rispettare le regole che Dio stabilisce, per chi crede in Lui, fa stare davvero ok (o in Grazia di Dio, insomma). È la deriva potenziale che ne potrebbe seguire, e che a tratti serpeggia, che a me un po’ incute timore. Cioè, bisogna avere occhi verso l’esterno e occhi verso l’interno. Noi siamo fallaci. Tutti, mi spiace, nessuno escluso, tranne Dio. Anche i Santi lo sono, a cominciare da Pietro e Paolo a finire con quelli dei giorni nostri. E tra l’altro, il testo sopra citato sembra dimostrarlo bene. Ma. Ma se sono fallaci tutti, possono esserlo anche gli stessi autori di un libro/dizionario. Non dubito del fatto che abbiano potuto trovare nelle parole di quello che io ritengo un caro amico e santo uomo, come don Tonino Bello, punti confutabili. Quello che a me fa timore è il modo in cui scritti come questo dizionario vengono accolti. Ad una mente in sereno stato di Grazia, parranno spunti per approfondire le proprie riflessioni. Ad una mente spaventata, o in cerca di radici, o già fortemente turbata dal contesto attuale pseudo scismatico (non siamo tutti teologi, non conviviamo tutti con ambienti ad alto spessore intellettuale) le contestazioni rivolte a così tante personalità, trasversalmente, potrebbero apparire incomprensibili, o fuorvianti, o demoralizzanti. Mi direte che un dizionario del genere non entrerà nella libreria della zia casalinga di Montecatini. E invece vi stupireste nel vedere chi davvero compra letture a stampo spirituale. Non sono solo letterati, umanisti e grandi pensatori. Spesso sono persone davvero umili, ovvero che si affidano a chi ritengono sia autorevole (chi è autorevole scrive i libri come questo, semplice metro di valutazione). Non ho conclusioni da dare. Dico solo che gli autori si sono accollati un’enorme, estrema responsabilità. E che non basta il bene placito di Costanza, che nelle sue innumerevoli capacità ha tutta l’intelligenza, e oltre, per capire esattamente l’intento del dizionario. È una responsabilità, sempre, altissima, quella di salire su un palco (virtuale, materiale, editoriale) e esprimere critiche nette su ciò che un altro ha detto e fatto. È anche vero che è uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare. Ma in questo periodo di estremo bisogno di linee nette da seguire, la mia impressione (magari sbagliata) è che ci sia il vero pericolo che chi sale sul palco lo faccia per la sua persona, e non a sacrificio e servizio della volontà di Dio.
” è che ci sia il vero pericolo che chi sale sul palco lo faccia per la sua persona, e non a sacrificio e servizio della volontà di Dio.”
Tutto questo lungo giro di parole solo per esprimere un’insinuazione? E questo pericolo vale solo per gli autori del dizionario o anche per tutti quelli che in duemila anni hanno predicato la parola di Dio? Perché, come dici tu, erano tutti imperfetti. Dunque, hanno fatto male? Che poi hanno fatto quello che Cristo ha chiesto di fare, prima di ascendere al cielo.
Dal tuo commento sembra che sia tutta una questione di partiti contrapposti o di pareri personali. Il beneplacito di Costanza non c’entra niente per stabilire cosa è vero e cosa è falso: questi autori non hanno espresso dei “secondo me”, ma hanno motivato le loro asserzioni sulla base delle Scritture e della Tradizione. Possono avere sbagliato? Certo. Allora, veniamo al concreto. Non ritieni corrette le confutazioni a proposito di Tonino Bello? Siccome ovviamente, così come per il beneplacito di Costanza, anche il tuo personale beneplacito sul “caro amico e santo uomo” non conta, andiamo nel concreto e discutiamone.
Sennò è tutta fuffa.
Caro Fabrizio. Preferisco essere fuffa che avere la desolata capacità di ribattere ad un commento del genere, che sinceramente non mostra affatto l’intenziine da parte tua né di capire ciò che intendevo dire né di incontrare un pensiero che potrebbe essere anche sbagliato, ma in quanto esposto senza aggredire nessuno merita perlomeno rispetto. Mi spiace per te, non è questo il modo di approcciarsi ad una persona che non si conosce. Almeno nel mio mondo. E nel mio mondo, quando si tratta di mettere in fiscussiine me stessa e ciò che prndo, preferisco relazionarmi con chi ha la mia stessa sensibilità e le mie stesse regole di comunicazione.
“in quanto esposto senza aggredire nessuno merita perlomeno rispetto.”
Cioè, tu puoi insinuare che gli autori del dizionario potrebbero essere tra coloro che “[salgono] sul palco […] per la [propria] persona, e non a sacrificio e servizio della volontà di Dio” e allora va tutto bene. Io ti ho fatto delle domande, e questo per te è già sufficiente a fare l’offesa. Ma va là. Se non sei capace di tenere una discussione, non prendertela con il prossimo.
“Almeno nel mio mondo.”
Ma come: ti rinchiudi nel tuo mondo e non esci nelle periferie? Guarda che fai dispiacere a Papa Francesco.
Cara Lisa,il tuo intervento è infiocchettato bene, ma quello che ha colto Fabrizio, l’ho colto anch’io. E lo confermi altamente con la tua acidissima replica, che magari nel tuo mondo si chiamerà “sensibile”.
In ogni caso, leggendo qua e là, ho notato spesso che chi presenta se stesso come una persona aperta, dialogante, tollerante ( e magari, è convinta sinceramente di esserlo ) , poi in quattro e quattr’ otto si mette a dare mazzate a destra e a manca.
E tu, Lisa, di mazzate ne hai date un sacco e una sporta, però non vuoi che te lo si faccia notare, bisogna prendersele sul groppone e zitti.
Allora, preferisco mille volte la rudezza di un Fabrizio, che non si compiace di quanto è buono e bravo, ma va al sodo.
Bellissimo commento, non avrebbe potuto scriverlo meglio!
@Lisa
«invece vi stupireste nel vedere chi davvero compra letture a stampo spirituale. Non sono solo letterati, umanisti e grandi pensatori. Spesso sono persone davvero umili, ovvero che si affidano a chi ritengono sia autorevole (chi è autorevole scrive i libri come questo, semplice metro di valutazione). Non ho conclusioni da dare. Dico solo che gli autori si sono accollati un’enorme, estrema responsabilità».
Le persone semplici a cui ti riferisci sono proprio quelle che potrebbero essere tratte in inganno da certe tesi esposte dalle persone inserite nel Dizionario, che è scritto in maniera tale da essere comprensibile a tutti non soltanto agli esperti in teologia. Tu giustamente dici che in questo periodo abbiamo “estremo bisogno di linee nette da seguire”, cosa che condivido perché è sotto gli occhi di tutti la confusione oggi imperante (pensa che pochi giorni fa ho dovuto pure sentire dire da un sacerdote salesiano che Cristo non è morto in croce per espiare i nostri peccati ma per colpa della cattiveria degli uomini che non riuscivano a comprendere come Dio potesse essere giusto e misericordioso allo stesso tempo, non sto scherzando, ha detto che dovevo aggiornarmi sulla svolta antropologica del Vaticano II e sulla teologia dell’incarnazione sviluppatasi negli ultimi anni). Adesso comincio a capire la frase del cardinale Biffi: “Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d’oggi non è tanto l’eresia quanto l’ortodossia a fare notizia”. Bene, è proprio nei tempi confusi in cui viviamo che per la mia modestissima opinione è utile uno strumento come il Dizionario. Poi certo non dico che bisogna concordare con tutto quanto è scritto lì dentro come fosse il Vangelo, ma è utile usarlo come guida (tra l’altro sono inseriti anche nomi di persone che hanno oggettivamente fatto del bene nel corso della loro vita, quindi penso che non si volesse demonizzare quelle persone ma mettere in luce gli aspetti controversi di alcune tesi da loro sostenute). Io l’ho comprato il Dizionario e per esempio non sono d’accordo su quanto viene detto di Etty Hillesum, che conosco e di cui ho amato gli scritti. Tra l’altro Etty Hillesum è stata anche citata in maniera positiva da Benedetto XVI nell’udienza generale del 13 febbraio 2013:
«Ci sono di esempio e di stimolo le grandi conversioni come quella di san Paolo sulla via di Damasco, o di sant’Agostino, ma anche nella nostra epoca di eclissi del senso del sacro, la grazia di Dio è al lavoro e opera meraviglie nella vita di tante persone. Il Signore non si stanca di bussare alla porta dell’uomo in contesti sociali e culturali che sembrano inghiottiti dalla secolarizzazione, come è avvenuto per il russo ortodosso Pavel Florenskij. Dopo un’educazione completamente agnostica, tanto da provare vera e propria ostilità verso gli insegnamenti religiosi impartiti a scuola, lo scienziato Florenskij si trova ad esclamare: “No, non si può vivere senza Dio!”, e a cambiare completamente la sua vita, tanto da diventare sacerdote. Penso anche alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: “Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri” (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: “Vivo costantemente in intimità con Dio”.»
Il testo dell’udienza generale si trova al seguente link: http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2013/documents/hf_ben-xvi_aud_20130213.html
Invece la voce del Dizionario dedicata al cardinale Kasper è riuscita nell’incredibile impresa di farmi peggiorare l’opinione che avevo di quel prelato (opinione che spero tanto il cardinale mi darà modo di modificare in futuro cambiando completamente atteggiamento). Quindi sostanzialmente la frase di San Paolo “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” si può benissimo applicare anche a quanto è scritto nel Dizionario, di cui sicuramente consiglio l’acquisto perché, al di là di tutto, dà parecchie informazioni utili per capire le problematiche del mondo di oggi e i pericoli insiti in certi modi di pensare diffusi anche tra i cattolici contemporanei.
Ora in Inghilterra dire “donna incinta” è offensivo
http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2017/01/31/news/ora-in-inghilterra-dire-donna-incinta-e-offensivo-117957/
Domanda molto pratica per me:
si troverà anche in libreria, o solo sul web?
Lisa io non riesco ad avere i tuoi stessi timori, semplicemente credo che l’obiettivo che sta dietro l’opera é quello di affrontare temi, affermazioni e circostanze varie adottando la formula della caritá nella veritá deposta nella tradizione cattolica. Se ad es. Don Tonino Bello ha esposto pubblicamente un concetto in contrasto con le scritture e la tradizione non significa che egli sia una cattiva persona o cattivo prete o altro. Significa solo che quel concetto espresso pubblicamente non va “trascurato” perché potrebbe indurre qualcuno a sbagliare e sarebbe mancanza di caritá. Gli autori del libro (e bene o male si conoscono tutti) si assumono una responsabilitá grande ma con l’intento di portare la veritá cattolica e non la “loro veritá personale o i loro preconcetti”, a differenza magari di qualcuno che scrive libri “cattolici” impregnati peró del proprio pensiero e facendoli passare come cose a “favore” della cristianitá (mi viene in mente Bose)
Luigi. Condivido sostanzialmente quello che scrivi riguardo questo testo. Il mio timore è generato da una visione più ampia. Vedo fiorire dibattiti e contestazioni sempre più decise, tra noi cattolici, da noi laici verso pastori e viceversa, fino a mettere in discussione molte affermazioni papali. Il busillis mio è: rischiamo o no una deriva in cui ad un certo punto ognuno si sentirà in diritto (semplicemente perché possiede una buona dialettica e un curriculum da cattolico) di poter esprimere giudizi critici verso chi lo abbia preceduto o lo affianchi? Voglio dire. È un periodo in cui i cattolici sono in fermento, parliamo tanto e dibattiamo tantissimo. Personalmente preferirei che la parola si accompagnasse ad un modello di operosità silenziosa (a cui aspiro, non che sappia ancora praticarla!) che è tipico di chi conserva la verità nel cuore, e agisce per il bene senza perdere altro tempo. Credo che ci siano molti che operino, accompagnando l’azione alla parola, ma l’equilibrio in questi tempi molto social pare si sia spostato decisamente a favore del dibattere. E non so quanto ciò farà bene, dopotutto.
in questo caso allora il problema non é il testo ma il grado di sensibilitá cristiana del lettore. Tuttavia il problema del “contrasto” tra cattolici é molto vivo oggi perché sempre piu spesso e sempre piu persone (laiche e non) si distaccano dalla fede di sempre e pretendono di cambiarla sotto sembianze di agnellini. Oggi trovi cattolici dichiarati che non sono contrari all’aborto, che sono favorevoli alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, favorevoli all’eterologa, alla comunione ai risposati senza precedente annullo, favorevoli a non battezzare i figli tanto decideranno loro da grandi, disposti a livellare tutte le religioni, a pretendere di aver ragione nella convivenza pre matrimoniale, a fare la comunione senza confessarsi pur essendo in peccato (mi confesso con Dio direttamente), altri che negano la Verginità della Madonna, altri che oscurano la Madonna per dialogare con i protestanti, altri che prima Benedetto xvi era un cattivo Papa e oggi Francesco è un Santo, altri che il comunismo é la dottrina del Vangelo ecc… E questo avviene tra cattolici ed anche tra ministri. ma ci sono una miriade di altre circostanze che portano a contrasti molto accesi e direi che se cosí non fosse allora saremmo giá giunti all’apostasia.
A proposito del Timone, consiglio di non perdere il numero di febbraio con un’intervista al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinale Gerhard Ludwig Müller.
Il prefetto chiarisce che non è in alcun caso compatibile con il Magistero autentico della Chiesa ammettere divorziati risposati conviventi more uxorio all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia.
“Non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce peccato mortale… Noi siamo chiamati ad aiutare le persone, a poco a poco, per raggiungere la pienezza del loro rapporto con Dio, ma non possiamo fare sconti”.
Ancora: “Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del Papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica.”
Ai vescovi che ritengono possibile la Comunione ai divorziati risposati conviventi more uxorio, il cardinale dice: “A tutti questi che parlano troppo raccomando di studiare prima la dottrina sul papato e sull’episcopato nei due concili vaticani, senza dimenticare la dottrina sui sette sacramenti”
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mller-striglia-i-vescovi-che-interpretano-il-papaniente-comunione-ai-divorziati-risposati-18797.htm
http://www.marcotosatti.com/2017/02/01/protestanti-amoris-laetitia-muller-a-tutto-campo-su-il-timone-la-verita-non-si-negozia/
Come giustamente commenta La Nuova Bussola fornendo queste anticipazioni, “la lunga intervista arriva come una doccia fredda sugli entusiasmi di quegli osservatori che consideravano le ormai famose dichiarazioni del cardinale Müller al TgCom24 come il distacco definitivo del prefetto dalle posizioni dei quattro cardinali che hanno firmato i Dubia.
Al contrario, le articolate risposte di Müller suonano come una risposta positiva ai Dubia, un contributo alla chiarezza così come i quattro chiedono.”
Adesso sono proprio curioso di vedere se anche il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sarà accusato, come i quattro cardinali, di non capire il Magistero della Chiesa, di essere teologicamente poco ferrato e/o retrogrado ecc.; se qualche borioso teologo immaginario chiederà che gli venga tolta la porpora, o lo dichiarerà addirittura già decaduto.
Va peraltro segnalato che Müller aveva già chiarito che è incompatibile con il Magistero autentico della Chiesa ogni interpretazione di Amoris laetitia che conduca all’ammissione all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia di divorziati risposati conviventi more uxorio:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351294
Il problema è – aggiungo di mio – che queste interpretazioni incompatibili con il Magistero autentico della Chiesa sembrano avvalorate dal Papa stesso (vedi lettera con cui Francesco approva l’interpretazione applicativa di Amoris laetitia dei vescovi della regione Buenos Aires; vedi analoga interpretazione applicativa dei vescovi maltesi pubblicata sull’Osservatore romano).
Passaggi chiavi dell’intervista:
“D. – Si può dare una contraddizione tra dottrina e coscienza personale?
R. – No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa.
D. – È una questione di cui si discute molto a proposito del dibattito intorno all’esortazione post-sinodale “Amoris laetitia”.
R. – La “Amoris laetitia” va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa. […] Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando “Amoris laetitia” secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica. Il magistero del papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la dottrina della fede. Il papa interpreta i vescovi, non sono i vescovi a interpretare il papa, questo costituirebbe un rovesciamento della struttura della Chiesa cattolica. A tutti questi che parlano troppo, raccomando di studiare prima la dottrina [dei concili] sul papato e sull’episcopato. Il vescovo, quale maestro della Parola, deve lui per primo essere ben formato per non cadere nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi. […]
D. – L’esortazione di san Giovanni Paolo II, “Familiaris consortio”, prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno?
R. – Certo, non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell’enciclica “Veritatis splendor” con la chiara dottrina dell’”intrinsece malum”. […] Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo.
D. – Come si può risolvere il caos che si genera a causa delle diverse interpretazioni che vengono date di questo passaggio di Amoris laetitia?
D. – Raccomando a tutti di riflettere, studiando prima la dottrina della Chiesa, a partire dalla Parola di Dio nella Sacra Scrittura che sul matrimonio è molto chiara. Consiglierei anche di non entrare in alcuna casuistica che può facilmente generare malintesi, soprattutto quello per cui se muore l’amore, allora è morto il vincolo del matrimonio. Questi sono sofismi: la Parola di Dio è molto chiara e la Chiesa non accetta di secolarizzare il matrimonio. Il compito di sacerdoti e vescovi non è quello di creare confusione, ma quello di fare chiarezza. Non ci si può riferire soltanto a piccoli passaggi presenti in “Amoris laetitia”, ma occorre leggere tutto nell’insieme, con lo scopo di rendere più attrattivo per le persone il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Non è “Amoris laetitia” che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa. Tutti dobbiamo comprendere ed accettare la dottrina di Cristo e della sua Chiesa e allo stesso tempo essere pronti ad aiutare gli altri a comprenderla e a metterla in pratica anche in situazioni difficili.”
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/02/01/il-papa-tace-ma-parla-il-cardinale-muller-che-ai-dubia-risponde-cosi/
Notevole pure la critica dell’ecumenismo a tarallucci e vino in voga oggidì:
“La riforma protestante – ha osservato Müller – non deve essere semplicemente intesa come una riforma da alcuni abusi morali, ma bisogna riconoscere che andava a incidere sul nucleo del concetto cattolico di Rivelazione.
Ci sono errori dogmatici fra i riformatori che noi mai possiamo accettare. Con i protestanti il problema non sta solo nel numero dei Sacramenti, ma anche nel loro significato.
Per cercare l’unità non possiamo accettare di “regalare” due o tre sacramenti, o accettare che il Papa sia una specie di presidente delle diverse confessioni cristiane.”
Poiché già circolano penose, invereconde mistificazioni delle affermazioni fatte dal cardinale Müller nell’intervista al Timone, sottolineo ancora una volta che il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sostiene che:
1) IN NESSUN CASO è compatibile con il Magistero autentico della Chiesa ammettere un divorziato risposato convivente more uxorio all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia
2) MAI potrà accadere che, in qualche caso, sia lecita l’ammissione di un divorziato risposato convivente more uxorio all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia:
“D. – L’esortazione di san Giovanni Paolo II, “Familiaris consortio”, prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno?
R. – Certo, NON è superabile perché NON è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è COSTITUTIVAMENTE elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell’enciclica “Veritatis splendor” con la chiara dottrina dell’”intrinsece malum”. […] Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e NESSUN POTERE in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo.”
Quindi Müller la pensa esattamente come i quattro cardinali dei Dubia, i quali appunto sostengono anch’essi 1 e 2.
Pertanto:
a) è ignorante o in malafede chi critica i quattro cardinali perché sostengono 1 e 2 ma nel contempo difende Müller che sostiene pure lui 1 e 2
b) è ignorante o in malafede chi afferma che c’è in quanto asserito da Müller un appiglio per quelle critiche rivolte ai quattro cardinali che si appuntano sul loro sostenere 1 e 2.
Che il cardinale Müller sostenga 1 e 2 (e, quindi, che in ciò sia in perfetto accordo con i quattro cardinali e in evidentissimo disaccordo con le interpretazioni di Amoris laetitia, purtroppo avvalorate dal Papa, che contestano 1 e 2) è quanto era peraltro già chiarissimo prima di questa intervista. Basti leggere qua:
“Alcuni hanno affermato che la “Amoris laetitia” ha eliminato questa disciplina e ha permesso, almeno IN ALCUNI CASI, che i divorziati risposati possano ricevere l’eucaristia senza la necessità di trasformare il loro modo di vita secondo quanto indicato in Familiaris Consortio 84, cioè abbandonando la nuova unione o vivendo in essa come fratello e sorella. A questo bisogna rispondere che se la “Amoris laetitia” avesse voluto cancellare una disciplina tanto radicata e di tanta rilevanza l’avrebbe detto con chiarezza e presentando ragioni a sostegno. Invece non vi è alcuna affermazione in questo senso; né il papa mette in dubbio, in nessun momento, gli argomenti presentati dai suoi predecessori, che non si basano sulla colpevolezza soggettiva di questi nostri fratelli, bensì sul loro modo visibile, oggettivo, di vita, contrario alla parole di Cristo.
Ma non si trova questa svolta – obiettano alcuni – in una nota a piè di pagina in cui si dice che, in alcuni casi, la Chiesa potrebbe offrire l’aiuto dei sacramenti a chi vive in situazione oggettiva di peccato (n. 351)? Senza entrare in un’analisi dettagliata, basta dire che questa nota fa riferimento a situazioni oggettive di peccato in generale, senza citare il caso specifico dei divorziati in nuova unione civile. La situazione di questi ultimi, effettivamente, ha caratteristiche particolari che la distinguono da altre situazioni. Questi divorziati vivono in contrasto con il sacramento del matrimonio e, dunque, con l’economia dei sacramenti, il cui centro è l’eucarestia. Questa è, infatti, la ragione richiamata dal precedente magistero per giustificare la disciplina eucaristica di Familiaris Consortio 84; un argomento che non è presente nella nota né nel suo contesto. Ciò che afferma, dunque, la nota 351 non tocca la disciplina precedente: è sempre valida la norma di Familiaris Consortio 84 e di Sacramentum Caritatis 29 e la sua applicazione IN OGNI CASO.
[…] Ma permettere, sia pure soltanto IN ALCUNI CASI, che si dia la comunione a chi tiene visibilmente un modo di vita contrario al sacramento del matrimonio non sarebbe aprire una finestra in più, ma aprire una breccia nel fondo della nave, lasciando che vi entri il mare e mettendo in pericolo la navigazione di tutti e il servizio della Chiesa alla società. Più che una via d’integrazione sarebbe una via di disintegrazione dell’arca ecclesiale, una via d’acqua. Nel rispettare questa disciplina, quindi, non solo non si pone un limite alla capacità della Chiesa di salvare la famiglie, ma si assicura anche la stabilità della nave e la sua capacità per portarci in un buon porto. L’architettura dell’arca è necessaria proprio perché la Chiesa non permetta che nessuno si blocchi in una condizione contraria alla parola di vita eterna di Gesù, cioè, perché la Chiesa non condanni “eternamente nessuno” (cf. AL 296-297).”
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351294
Alessandro stai tranquillo che hanno capito bene: lo dimostra la rabbiosa risposta dell’eminenza grigia del Culto Divino
Dice bene il mitico Mons. Favella: “In altri tempi (senza andare al Seicento o ancor dietro, ma fermandoci agli anni Ottanta) un docente di un Ateneo pontificio che si abbandonasse a simili illazioni nei confronti del Prefetto del S. Offizio sarebbe stato almeno sospeso dal servizio. Poi a vedersi il resto”.
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/ma-il-card-mueller-ha-letto-amoris-laetitia/
Perbacco, il prefetto della CdF non è in grado di capire un’esortazione apostolica papale e fa tutta questa confusione. Che tempi. Dunque, il teologo Grillo concorderà che è sempre più urgente un pronunciamento chiaro, diretto ed esplicito da parte del Papa.
Non mi meraviglia che ardisca impartire lezioni di teologia e di Magistero sul matrimonio al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede questo personaggio di pertinace e boriosa eterodossia, il quale
– non crede nell’assoluta indissolubilità del matrimonio rato e consumato, cioè non crede in un contenuto del Magistero infallibile, irreformabile della Chiesa:
https://costanzamiriano.com/2016/11/15/un-utile-dizionario-di-apologetica/#comment-120838
– nega che il divieto di ordinazione sacerdotale per le donne appartenga agli insegnamenti infallibili e quindi assolutamente irreformabili della Chiesa
https://costanzamiriano.com/2016/10/28/luomo-non-e-il-cancro-del-pianeta/#comment-119947
– ignora che il canone 915 del vigente Codice di diritto canonico vieta in ogni caso l’ammissione all’Eucaristia dei divorziati risposati conviventi more uxorio:
https://costanzamiriano.com/2016/11/15/un-utile-dizionario-di-apologetica/#comment-120958
e mi fermo qui, perché ce n’è abbastanza, e ne ho abbastanza di questo personaggio inspiegabilmente docente di un ateneo pontificio (per dire come stanno messi certi atenei pontifici).
Comunque non meno inverecondi di Grillo sono quelli che, malgrado evidentissimamente e recisamente Müller neghi che in qualche caso sia compatibile con il Magistero autentico che un divorziato risposato convivente more uxorio sia ammesso all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia, nondimeno sostengono non solo che le parole del cardinale non confliggono insanabilmente con l’opinione di chi ritiene che in qualche caso sia compatibile con il Magistero autentico che un divorziato risposato convivente more uxorio sia ammesso all’assoluzione sacramentale e all’Eucaristia, ma addirittura giungono ad affermare che le parole del cardinale danno man forte a questa opinione!
Non c’è limite alla malafede (o all’ignoranza crassa mista a crassa malafede)!
Personalmente preferirei che la parola si accompagnasse ad un modello di operosità silenziosa (a cui aspiro, non che sappia ancora praticarla!) che è tipico di chi conserva la verità nel cuore, e agisce per il bene senza perdere altro tempo.
San Paolo ha detto che “Vi sono […] diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito”: per cui, certamente l’operosità silenziosa è una delle opzioni. Niente da dire se qualcuno la preferisce. Tuttavia, la stessa frase di Paolo fa capire chiaramente che non è l’unica opzione. Infatti, non esiste un comandamento al silenzio; semmai il contrario. È curioso che tu lo scriva qui, su un sito tenuto da una giornalista che è stata tra i promotori dei Family Day, frequentato in gran parte da gente che vi ha partecipato o lo ha sostenuto; in altre parole, gente che ha sostenuto un’operosità vocifera. Pensi che abbiamo sbagliato?
In secondo luogo, come fa uno a conservare la verità nel cuore se non sa prima se è veramente la verità? Te la scegli da sola, “secondo coscienza”, religione fai da te? Questo non è cattolicesimo. Tu hai ragione, c’è troppa gente che fa teologia da bar, ma questo include anche un sacco di prelati e teologi. Non è possibile che tutti dicano la verità, perché dicono cose contraddittorie. Quindi, alcuni dicono cose false, spacciate per verità. Come fai a discernere? Incidentalmente, questi che fanno teologia da bar non sono arrivati ieri, ma hanno fatto di tutto per contraddire il magistero di papi come Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. Potrei chiederti come reagivi all’epoca? Ti preoccupava lo stesso la contraddizione del Papa, oppure praticavi già l’operosità silenziosa?
E la contraddizione è arrivata fino al Papa, che forse contraddice non solo i suoi immediati predecessori, ma anche cose consolidate da secoli; cosa che non si può passare sotto silenzio, visto che si rifiuta di rispondere a cinque domande chiarificatrici.
Il mio timore è generato da una visione più ampia. Vedo fiorire dibattiti e contestazioni sempre più decise, tra noi cattolici, da noi laici verso pastori e viceversa, fino a mettere in discussione molte affermazioni papali.
È la bellezza del CVII. Te lo sei dimenticata? Dialogo, dibattito, collegialità, ruolo dei laici…
Il busillis mio è: rischiamo o no una deriva in cui ad un certo punto ognuno si sentirà in diritto (semplicemente perché possiede una buona dialettica e un curriculum da cattolico) di poter esprimere giudizi critici verso chi lo abbia preceduto o lo affianchi? Voglio dire. È un periodo in cui i cattolici sono in fermento, parliamo tanto e dibattiamo tantissimo.
Questa è la frase più incomprensibile… Sin dagli inizi del cattolicesimo è stato ben chiaro che lo Spirito Santo opera in tutti, secondo il proprio carisma. Anche nei laici. Ripeto: ma il CVII, che avrebbe il merito di aver sottolineato questo fatto, e lo “Spirito Santo che soffia dove vuole” te lo sei dimenticato? E gli slogan “Clericalismo, male mortale della Chiesa”? (ripetuto anche da Papa Francesco).
Ovviamente, c’è una gerarchia, una separazione di ruoli, c’è chi dice cose vere e cose false e non tutto è sullo stesso piano. Come si fa a discernere? Anche con la dialettica e la conoscenza del magistero, quella che chiami “curriculum da cattolico”. Eresie sono state proposte e smontate con la dialettica. Rinunciare alla dialettica ed al “curriculum da cattolico” vuol dire rendere la Chiesa più ignorante, come ha scritto recentemente il cardinal Caffarra; e con l’ignoranza si perde la capacità di discernere e ci si riduce al soggettivismo. Quindi, proprio per quello che dici, si capisce quanto è importante la valenza dei testi di apologetica, incluso quello di cui stiamo parlando.
Magistrale come sempre Fabrizio.
Vorrei porre un quesito alla signora Costanza o Fabrizio Giudici o a chiunque ne sapesse qualcosa (non voglio polemizzare, vorrei semplicemente un’informazione che non ho trovato in rete): a quanto ho capito il libro di che trattasi è un commento all’indice dei libri proibiti (ma sarebbe meglio dire “sconsigliati”) attualmente curato dall’opus Dei, dato che il vecchio indice è stato, per quel che ne so, abolito nel 1966.
Ebbene ho cercato l’elenco redatto dall’opus con i vari livelli di disapprovazione dei libri, ma non ho trovato nulla se non questo foglio di excel: http://www.odan.org/Index_forbidden_books_spreadsheet.xls
Ma non so quanto sia attendibile (??). C’è qualcuno che può indicarmi la lista ufficiale? O tale elenco completo c’è nel libro succitato (“dizionario elementare ecc.”)?
Mi sembra strano.. Ci sono anche i libri di Ratzinger ….
Non direi che è un “indice dei libri proibiti”. Chi ha l’autorità per proibire? Non certo gli autori del Dizionario… e lo chiariscono anche. Sono voci in cui si evidenzia un pensiero non cattolico o anticattolico in autori spesso considerati neutri. È un ausilio, una chiarificazione molto utile secondo me.
Attenzione. il sito http://www.odan.org NON è dell’Opus Dei. Anzi è una associazione che calunnia l’Opera. Il sottotitolo del sito é “Bringing light to Opus Dei’s Questionable Practices”
Infatti avevo detto di non essere sicuro dell’attendibilità di quell’elenco. Che l’opus Dei si limiti a sconsigliare e non a proibire (con quale forza?) la lettura di certi libri, lo dice chiaramente nel suo sito (http://opusdei.it/it-it/article/lopus-dei-e-lindice-dei-libri-proibiti/), su questo siamo d’accordo. Quello che io cercavo era l’elenco dei libri “sconsigliati” edito proprio dall’opus o da un’organizzazione ad essa collegata: un elenco “genuino”, insomma. Nessuo ha qualche indicazione (sulla lista completa intendo)?
Buon giorno a tutti….
Ieri festa della candelora ho vissuta la Santa messa in una piccola chiesa ad Alcala ( Tenerife ) è tanto che non ho sentito una celebrazione Eucaristico come fu nella mia giovinezza , anni 50 / 60….poi la processione con la Madonna, tutti con canti e silenzio,ringraziamento ….
Vi auguri a tutti una bellissima giornata…….pace e bene…perché quello che il Signore Ha iniziato nella nostra vita , porta a compimento…..Ciao !!!
Grazie, auguri anche a lei!
Ciao Alessandro !!! grazie per avermi risposto… anche solo due parole di auguri, fa sempre bene al’anima, che tutti noi abbiamo bisogno di un auguri di pace nel nostro spirito in Cristo Gesù, ..nulla è per scontato……ma molto da combattere contro il male che si vede ogni giorno….
Buona giornata a te alessandro e a tutti voi……pace e bene.
marierose.
Grazie, buona giornata anche a te e pace in Cristo Gesù!
Grazie.