La mia amica ha abortito. Me lo dice mandandomi una valanga di lunghissimi sms dopo mesi interi senza sentirci. Aborto terapeutico. Non capisco. Gli sms continuano ad arrivare e si accavallano ai miei di risposta. Non ci capisco niente. Basta, ti vengo a trovare. Dopo anni che non ci vediamo sono a casa sua. Confusamente mi racconta tutto, parla e non si ricorda ciò che ha appena detto, è assente, come se vivesse in una realtà parallela. Mi dice che va vanti a forza di ansiolitici e antidepressivi. Continua a ripetermi la parola chiave, un parolone altisonante che fa paura solo a sentirlo e che è stato la causa di tutto: citomegalovirus. L’ha contratto all’inizio della gravidanza. Le hanno fatto profezie apocalittiche, l’hanno messa davanti a scenari paurosi che lei, da sola, non poteva sostenere: ritardo di sviluppo, cecità, sordità, ritardo mentale del feto. Lei ha cercato per settimane, paralizzata sul divano, informazioni su questo terribile sconosciuto. Informazioni sbagliate da fonti sbagliate.
Dati che l’hanno confusa, parole senza senso, discorsi campati in aria per lei che, partendo da uno stato di ipocondria, depressione e ansia cronica, aveva bisogno di tutto tranne che di confusione. E invece non ha trovato ordine. Sballottata da un ospedale all’altro tra ecografie, analisi, accertamenti, consigli sbagliati, pareri discordanti. La decisione di abortire per paura che il bambino non fosse sano. Perché devo dare la vita a una creatura malata? Sono anche vecchia, chi penserà a lui? La ginecologa che le dice: io, quando ho donne con questo problema, consiglio di abortire. E lei non trova un ospedale dove poter abortire, non subito per lo meno. Lei vuole farlo subito, “prima che si formino le manine, le braccia…” E poi, finalmente, trova un medico “pietoso” che ucciderà il suo bambino malato. Ecco, ci siamo. Ti diamo delle medicine che ti faranno partorire tuo figlio già morto e sarà tutto finito. No, però, adesso che ci pensiamo, meglio il raschiamento. Come dover scegliere se sia meglio usare la candeggina o l’ammoniaca per pulire il pavimento. E raschiamento sia. Rimosso l’ingombro finito il problema. “Sono tornata a casa e stavo peggio di prima. Io credevo che una volta abortito sarei stata meglio.” Eccolo l’aborto terapeutico. E adesso a lei la terapia chi gliela fa? Gli antidepressivi, gli psicofarmaci. “Questo dolore me lo porterò nella tomba” mi dice l’ultima volta che vado a trovarla, “è un dolore che non finirà mai”.
Ha preso un altro gatto la mia amica. Ne aveva già uno in casa, vecchio. Ne ha voluto un altro, piccolo. La psicologa le ha detto che è per compensare la perdita del figlio. Fa parte della terapia di aborto? No perché potrebbero introdurlo nel protocollo: abortisci e poi adotta un cucciolo, ti farà bene. La mia amica dice che gli animali sono buoni, non sono cattivi come gli uomini. Dice che è diventata vegetariana perché non è giusto uccidere gli animali per mangiarli. Loro sono come noi. Eh sì. Lei è vegetariana, ma è orfana di un figlio perché ha deciso, senza capire bene cosa stesse facendo, di ucciderlo. Facendolo soffrire. Perché il feto, durante l’aborto, prova dolore. Mi arrabbio moltissimo. Ma non con lei: lei è una vittima. Mi arrabbio con il mondo, con chi l’ha ingannata, con questa cultura ipocrita e buonista del cavolo. Mi arrabbio anche con me stessa, perché lo sapevo che era incinta e sapevo anche che soffriva di attacchi di panico, ma nonostante questo, mi sono fatta sentire pochissimo.
Se avessi saputo cosa stava passando… avrei cercato di aiutarla in mille modi. Mi arrabbio con i sapientoni che non le hanno spiegato che le probabilità di avere un figlio malato in caso di citomegalovirus sono bassissime e che anche se fosse stato malato non per questo non è degno di vivere, anzi va amato ancora di più. Che non esiste l’equazione sano= felice, che la vita è sacra fin dal concepimento, che il bambino è VIVO anche prima che inizino a formarsi “le manine e le braccia” ,che noi non siamo Dio per poter decidere della vita e della morte delle creature più deboli e indifese. E che no, accidenti, no gli animali non sono buoni o cattivi, e non sono come noi, semplicemente perché non scelgono il bene e il male, semplicemente perché non hanno un’anima. La vedi invece l’ anima adesso? La vedi la tua anima come sta soffrendo? E non è per il crollo ormonale o per tutte le storielle che ti hanno raccontato dopo aver ucciso tuo figlio. E’ perché sei una donna che, ingannata, è stata spinta a commettere il tradimento più grande che una donna possa commettere: uccidere il frutto delle sue viscere. E’ una questione di carne, di sangue, di respiro, di pelle, di cuore, di anima, di cervello. Un atto contro la stessa natura femminile a cui tutto il tuo essere non può non ribellarsi.
No, non le passerà mai, questo è sicuro. Ma gliel’ho detto alla mia amica, un’altra cosa è sicura, e per questa Verità sarei disposta a dare la vita: l’unico medico e l’unica medicina di cui hai bisogno è Gesù Cristo. Lui è l’unico che può salvarti, l’unico che può dare senso alla tua sofferenza, l’unico al quale consegnare questa croce, certa che diventerà gloriosa. Lui ha già inchiodato il tuo peccato sulla sua croce e per te ha già vinto la morte. E’ vivo, è risorto, lo puoi incontrare ed è proprio questo il momento propizio, perché questa sofferenza infinita è comunque più piccola del suo Amore, che in questo momento più che mai ti vuole abbracciare, riempire, riconciliare, guarire. Però devi avere la forza di guardarti dentro. Guarda quello che hai fatto e chiamalo per nome: allora incontrerai il Volto Misericordioso di Cristo che asciugherà ogni lacrima dai tuoi occhi.
“Guarda quello che hai fatto e chiamalo per nome”. Chiedi perdono a Dio e dando un nome a questo tuo figlio a cui hai negato la vita, chiedi perdono anche a lui… “allora incontrerai il Volto Misericordioso di Cristo che asciugherà ogni lacrima dai tuoi occhi.”
Esiste un numero verde a cui si può fare riferimento … 800813000 … senza peregrinare tra ospedali e ginecologi vari.
Attivo 24 ore su 24 chi risponde sono volontari che accoglieranno le tue richieste per saperne di più su cosa stai vivendo, insieme al tuo bambino. Ti metteranno in contatto con chi, a te vicino, potrà realmente aiutarti…
Esistono i Centri di Aiuto alla Vita a cui potrai rivolgerti…gli aiuti ci sono occorre anche saperli trovare …
Esattamente quello che ha detto il Papa…altro che sdoganare l aborto o altre fesserie, proprio questa Verità ha annunciato…l’unica di cui tutti noi abbiamo bisogno…
L’ha ribloggato su kos64.
Questo commento sarebbe stato censurato nella Francia della libertà del diritto di aborto. È un bel passo indietro!
Brava sei una donna saggia. L’unico rimedio è Gesù Cristo contro gli effetti devastanti dell’aborto
Ciao Costanza, ho letto i tuoi libri ma è la prima volta che commento su questo blog. Lo faccio da psicologa che ha lavorato per alcuni anni all’interno di un’ostetricia ospedaliera e che, in quei anni, ha incontrato tutti i genitori prima che si sottoponessero all’aborto terapeutico; un lavoro umanamente molto difficile, credetemi.
Perché richiede l’obbligo di adattarsi all’etica sanitaria, che esige che i suoi operatori si pongano
in maniera imparziale davanti ai propri pazienti, senza interferire con le loro decisioni, accogliendo in modo non giudicante le loro scelte.
E vi assicuro che, nella maggior parte dei casi, queste coppie mi pregavano di firmare il loro certificato (per ottenere il consenso a procedere) il prima possibile, giurando e spergiurando che non sarebbero mai stati in grado di portare avanti quella gravidanza, di crescere quel bambino fragile e malato. Naturalmente io non accettavo la loro proposta e chiedevo loro di aspettare, di domandarsi quali risorse pensassero di non possedere e se non credevano di poterle recuperare in qualche modo; ho sempre fatto in modo che loro fossero a conoscenza della difficoltà enorme che avrebbero incontrato dopo, nella necessità di superare il dolore rimasto. Ma il resto del contesto medico, familiare e sociale, li guidava senza indugio in quella direzione. Credo sia un argomento di enorme complessità, l’unico scopo di questo mio commento è fornire maggiori spunti per poter riflettere…..
“Ma il resto del contesto medico, familiare e sociale, li guidava senza indugio in quella direzione”
Perché il nichilismo dilagante fa sì che ormai in quei contesti il feto sia percepito come una cosa di cui è moralmente lecito sbarazzarsi se ci si figura che possa arrecare problemi.
Va da sé che il nichilismo pervasivo sta cosificando, nella percezione comune, non solo la persona nel grembo ma anche la persona venuta alla luce, piccola o grande che sia. E’ sotto gli occhi di tutti quanto sia disattesa e violata l’intangibilità della vita di ogni persona e la sua inalienabile dignità, soprattutto di quella inferma, debole, fragile, bisognosa.
Gli operatori del nichilismo, tuttavia, cadono vittime del medesimo nichilismo che praticano e propagano. Fino a quando sono in salute vivono rapporti umani contaminati e degradati dallo svilimento della dignità personale di cui il nichilismo è foriero. Quando sono/saranno gravemente deboli e infermi non troveranno amore e sostegno fraterno nell’ambito delle relazioni malate che hanno coltivato. Si troveranno soli e incapaci di riconoscere un senso al dolore, inermi dinnanzi alla bestia del nulla che hanno essi stessi allevata e pasciuta con zelo.
Perché solitamente si raccoglie ciò che si è seminato…
…Un’amica … incinta al quarto figlio (senza problemi economici) non propriamente credente … Al mio invito a rifletterci: “…non voglio tornare indietro con pannolini vari e tutto quel che si aggiunge … la legge lo consente, perché non dovrei sbarazzarmene?” Fra noi per un bel po’ di anni è sceso il gelo … Dopo diversi anni mi racconta di quanti psicofarmaci prende, di quanto quel tarlo la morde dentro, di quanto il senso di colpa la schiacci…” Non è necessario essere credenti per rendersi conto (spesso troppo tardi) che quella è una vita, un figlio…
Grazie Costanza per tutte le riflessioni che ci proponi!!
Credo che anni e anni di rincitrullimento mediatico e sanitario ci abbiano portato per mano, insieme a tanto altro, a questo livello di autoresponsabilità negata. Voglio dire.
La mia nonna, buon’anima, ha partorito sette figli. Ad ogni gravidanza, la comunicazione con mio nonno (anche lui buon’anima) poteva essere più o meno questa:
-Ne arriva un altro.
-Benone, faremo posto.
I miei nonni, intendiamoci,erano davvero delle gran brave persone. Umilissimi, e dal cuore enorme. Non era cattiveria che mio nonno desse per scontato che mia nonna sapesse cosa fare e come, era una persona pratica, si fidava di mia nonna, il suo coinvolgimento emotivo non traspariva più di quel poco. E mia nonna per questo mica andava in crisi.
Se durante la gravidanza, tra una mungitura e una tosatura di bestie varie, mia nonna sentiva dei crampi, non perdeva la bussola. Sapeva prepararsi un infuso di erbe rilassante, se lo prendeva, aspettava che tutto passasse, si rimetteva al lavoro. Non stava lì a farsi tante domande (magari se le faceva, ma non troppe), e non ammorbava mio nonno, il parentado tutto, né tantomeno il medico, figuriamoci, sulle possibili cause varie del malessere. Si prendeva cura di sé come sapeva fare. E soprattutto non andava in crisi.
Se un bambino nasceva malato (come accadde, due volte) lei e mio nonno si sentivano profondamente tristi, ma sapevano prendersi cura dei malati, lo facevano con i loro animali, lo facevano con i loro genitori, quindi nulla era perduto. Si sarebbero presi cura di questi figli meno sani con tutte le loro possibilità economiche e fisiche, finché la natura avrebbe deciso se quelle creature dovessero vivere o meno. La natura decise di no, i miei nonni piansero molto, per due parti di fila, ma sapevano che c’era una terra come un cielo, si affidarono al buon Dio, sapevano di aver fatto quanto era possibile. E non andarono in crisi.
Giorni nostri. Test positivo. Sei incinta! Durata della felicità: 5minuti e 07 secondi. Chiami il medico, corri anzi dal medico direttamente per non perder tempo. Ti da una caterva di esami da fare (solo i preliminari) che per spessore fa a gara con l’enciclopedia zanichelli. Le vitamine, l’acido folico, non stai prendendo l’acido folico!?, tò la ricetta (scriteriata è l’appellativo sottotraccia che ti senti addosso), e già che ci stai ferro vitamina c e un’altra quarantina di oligoelementi che non si sa mai. E tu che sei una donna abbastanza ragionevole di solito (tranne quando ci sono i saldi), cominci a vacillare. Un piccolo varco di insicurezza si fa strada nella tua consapevolezza di donna incinta. Credevi che il tuo piccolo embrioncino potesse crescere così, per dote innata, senza interventi esterni mediati dalla farmacoterapia? Illusa. Procedi quindi con la gravidanza, ti impasticchi quotidianamente, ma ti capita di avere delle perdite strane, sembra sangue ma non proprio. Ecco che ti riviene l’immagine della dottoressa che ti profetizza che se non prendi l’acido folico tutti i giorni comprometti l’embrione. E tu un giorno hai saltato la pasticca. La crisi è dilagata, è panico. Corri in pronto soccorso dove all’accettazione nessuno sembra empatizzare con la tua emergenza (ti danno un codice verde, e tu l’avresti voluto perlomeno rosso semaforo lampeggiante), arrivi finalmente in ginecologia e qualcuno che non conosci, ma comunque col camice, ti dice entra lì gambe così e cosà ti fa l’eco e ti rimanda a casa con qualche medicina da aggiungere all’acido folico e all’esercito di integratori minerali. Passano le settimane, ormai la gravidanza sembra avviata, sai che non puoi toccare prosciutto crudo maionese insalata e nemmeno tuo marito, che hai avuto delle perdite e devi star buona. Tutto procede e tu quasi sei tentata di rilassarti, e invece no, c’è il bitest da fare, e il tritest, e il test di contingenza, e la translucenza nucale. Tutte cose utilissime a prevedere un’eventuale malformazione o malattia genetica, tutte indagini con un margine d’errore dal 10 al 90%. Che tu non vorresti fare, perché tanto questo figlio lo vuoi così com’è. E quando con fierezza dichiari la tua nobile intenzione alla ginecologa, lei ti guarda con la compostezza con cui ti osserverebbe se brandissi una motosega accesa. Quindi ti fai piccola come un cece, e temendo che tuo figlio venga dato agli assistenti sociali appena nato vista la tua palese attitudine alla negligenza, fai buona buonina gli esami. E entri in un turbine di ansie e paranoie, ricerche su internet di termini scientifici che nascondono infezioni e patologie rare, rarissime, ma che tu ormai senti di non poter più trascurare (e non ti capaciti di aver sottovalutato tante potenziali disgrazie negli ultimi decenni), confronti con amiche più intrippate di te che oltre al consulto medico ti consigliano quello dell’oroscopo e dei tarocchi, attese snervanti di risultati poco chiari che sarebbe meglio chiarire con indagini più invasive come amniocentesi e villocentesi, che metterebbero a rischio (piccolo particolare) la vita del frutto del tuo grembo.
E a questo punto sei ad un bivio. O soccombi, vai in crisi nera perché davvero non c’è parere univoco, non c’è scienza esatta, serpeggiano termini atroci come aborto terapeutico, e tu non sai più che pesci prendere. E ti affidi. E se ti va male (perché se ti affidi a professionisti che non hanno la tua etica morale, ti andrà male) rimpiangerai di aver rinunciato a difendere te stessa e le tue idee, e tuo figlio.
Oppure dici basta, ti tieni stretto il tuo fagiolo che ti cresce in pancia, ti fai chiamare scriteriata debosciata e sostieni lo sguardo scettico dei vari medici (e dei parenti, anche, spesso. Purtroppo), ma tu ti fermi qui. Ok, ti presenti ai controlli regolari per vedere il cuoricino che batte e lui che cresce, ma senza star lì a indagare sul come sarà e perché, che tu questo piccolo bimbo lo ami e lo amerai semplicemente perché è tuo figlio, e non hai bisogno di sapere altro.
Ma sul serio hai vissuto la tua gravidanza così? È follia! Io ho tre gravidanze alle spalle un aborto spontaneo una figlia bellissima e un altro in arrivo. Oggi ho fatto per scelta la mia seconda amniocentesi ma tutte queste seghe mentali non me le sono mai fatte. Prendo e ho preso l’acido folico quando mi ricordavo e mai dopo il terzo mese, mai lavato niente con l’Amuchina, mai fatto bi test tri test, mai fatto flussimetria (perché se hai un medico sano di mente la prescrive solo se il bimbo è particolarmente grande). A chi dice che ora la gravidanza è sinonimo di 9 mesi di angoscia io rispondo che sta dicendo una fesseria perché, fede o non fede, fortunatamente siamo esseri pensanti e quando il medico mi ha chiesto quali esami volessi fare (perché te lo chiedono non te lo impongono. Sono obbligati a darti tutte le opzioni perché a detta del mio ginecologo fioccano fiori di denunce per figli nati malati i cui genitori non erano stati avvisati di tutte le opzioni) io ho risposto amnio I livello. Al suo “sicura?” Io ho risposto “SI” senza farmi terrorizzare dalla sua opinione.
Sono mesi di angoscia se l’angoscia te la vuoi far venire.
se conoscete qualche mamma incinta che abbia contratto il citomegalovirus, per favore indirizzatela sul sito http://www.anticito.org.
Anche io ho contratto il citomegalovirus nel primo trimestre di gravidanza nel 2015 e mi hanno proposto l’aborto terapeutico… ho rifiutato categoricamente questa opzione e ho cercato una strada per aumentare le possibilità che mio figlio nascesse sano o con meno danni possibile. A Pescara un primario dal cuore grande, il prof. Giustino Parruti, aiuta le donne che hanno contratto questo virus in gravidanza con delle infusioni di immunoglobuline, gratuitamente, e i dati di questo protocollo sperimentale sono davvero confortanti. Mio figlio alla fine per fortuna è nato sano, ma ricordo ancora l’annichilimento che ho provato il giorno in cui mi dissero di abortire perchè sarebbe stato probabilmente malato (cieco, sordo, con ritardi mentali, convulsioni…)… sono stata fortunata perchè sono stata sostenuta dalla mia famiglia, in particolare da mio marito, e perchè comunque anni e anni di cammino di fede nella Chiesa mi avevano in qualche modo preparata a dire il mio si alla vita. In quei giorni pensavo alle donne che non avevano la grazia del sostegno della fede e della famiglia… l’aver sentito nella mia carne lo sconforto che ti da la notizia di un figlio malato mi ha fatto guardare con infinita pietà e tenerezza le donne che alla fine abortiscono… prima le guardavo solo con giudizio. Adesso prego per loro con ancora più forza, perchè so quale disperazione si prova… preghiamo che il Signore guarisca le loro ferite! E preghiamo per i medici, che possano essere di sostegno alle mamme incinta che si trovano in difficoltà (come per me lo sono stati il prof. Noia e il prof. Parruti) e che le incoraggino nell’accogliere i loro figli, anche se malati o terminali…
ho vissuto un’esperienza simile, ho sperimentato la fragilità e la confusione, mi sono sentita irresponsabile per non aver nemmeno preso in considerazione l’amniocentesi, ma avevo (ed ho) accanto un uomo forte e coraggioso, insieme abbiamo accolto Miriam, la nostra bimba e tutta la sua vita che purtroppo è durata solo 61 giorni (fuori dalla mia pancia) è stata un’avventura meravigliosa a cui non rinunceremmo mai…. i nostri eroi sono stati tutto il personale dell’ospedale Manzoni di Lecco che non ci hanno spaventato, ma accolti e sostenuti. tu puoi avere le idee chiare fin che vuoi, ma se quando sei in una situazione simile hai proprio i medici che spaventano non è facile resistere
per LISA: bellissima la storia dei tuoi nonni, avremmo tanto bisogno anche oggi di un po’ di quella serenità e capacità di affidamento…
Quando porti in te anche da pochissime ore un figlio, come Maria, serbi nel tuo cuore-e nel tuo corpo- un grande segreto, un mistero, una gioia piena di timore, dubbi, pensieri, paura e felicità incontenibile …..Io sono madre di dieci figli, dieci gravidanze, (nessun gemello, nessuno sconto…ahaha…..) e ogni gravidanza e’ stata una storia, un percorso differente dall’altra, con problemi, senza, con nausea, con riflusso, con perdite e rischio di aborto-a letto per periodi diversi-, con rischi di parto prematuro, contrazioni e di nuovo a letto….Anche con difficoltà del piccolo in viaggio, con dubbi di una madre contenta e terrorizzata, in trepida attesa ed in lacrime …perché ogni volta ho sperimentato la mia piccolezza e la grandezza del mio compito, del mio ruolo , del mio SI alla vita..e se avessi fatto affidamento solo sulle mie risorse non sarei oggi madre , sempre in bilico perche’ sono fragile ma certa di una cosa, come anche scrivevate già, certa dell’amore di Dio, certa di non essere sola, MAI, certa di aver gettato la mia vita insieme a mio marito nelle mani di un Altro che sa cosa mi serve, che conosce il mio cuore, che vede quando soffro e non mi abbandona…
Leggere di donne così, lasciate sole, messe nella confusione e lì abbandonate, non amate, mi fa tanto soffrire perché se io non avessi incontrato Dio, non solo per la numerosa prole che corre oggi dentro casa mia, chissà dove sarei, cosa farei e come starei…..la solitudine è forse la nemica più grande da combattere quotidianamente, il pensare che tuo marito è assente, che non ti ascolta, che non ti aiuta -non parlo del mio amatissimo sposo, grazie a Dio- che comunque vada te la devi cavare DA SOLA…..è terribile e straziante e piano piano ci convince che è vero, che se non ti rimbocchi le maniche, nessuno apparirà all’improvviso ad aiutarti.Questo invece è falso! Il Signore vede ed interviene, se glielo permettiamo….
Coraggio allora a tutte le donne che si sentono sole, incinte, non incinte, sposate, single, nonne …..la vita è piena di salite e di scalate ma in cima la vista è più bella!!!!
Signori,
insomma riflettendo sui commenti sembra che il Comandamento di Dio: Non Uccidere non e’ “perfetto” perche’ non concede assassini a gravidanze difettose, in cui si puo’ intervenire con l’intenzione di salvare la vita di entrambi/ e piu’ (Per non estendere la razionalita’ a difetti fisici o psichici del nascituro/i).
Non ho mai letto nelle Sacre Sritture che Dio giudichera’ le sue creature sulla base alle nostre apparenze fisiche e intellettuali.
O mi sbaglio? Non credo.
Buon Natale: luce e vita Paul
L’ha ribloggato su Betania's Bar.
Ho letto tutti vostri commenti……la cosa che mi fa rabbia e vedere quante donne sono state ingannata,dicendo loro di abortir perché il bambino/bambina non nasce sana, teoria tremendo….ma non spiegano il dolore del dopo, e quante donne oggi soffrono, per questo atto….con pentimento ,profondo …fino alla morte…..L’unica medicine è Gesù……Disse Gesù sulla croce …Padre perdona loro perché non sano quello che fanno….buona notte…..
beh almeno possono rivolgersi a qualunque sacerdote per essere assolte. Senza misericordia il resto e’ nulla.
Giusto giovanni, ma penso che le loro feriti,per quest errore ci vuole un grande pentimento , un camino di fede per il perdono, per riparare per quanto è possibile, ….Solo Dio sa…..ciao e buona giornata…..
Quello che trovo insinuante è il ginecologo che appena fai la visita ad inizio gravidanza la prima cosa che fa è presentare le varie opzioni di esami diagnostici, senza dire che vengono effettuati unicamente in vista di un aborto.
Un genitore in questo modo impara a lasciarsi letteralmente guidare, delegando le scelte. Se per caso spunta una diagnosi di malattia, diventa quasi naturale “affrontare il problema”. Il dottore penso dirà alla poveretta che “di solito” si fa così. “Consiglia l’interruzione” senza che nessuno abbia mai dovuto pensare per un momento “mi sto prendendo una responsabilità”. La normalizzazione causata dalla legge ha un potere devastante.
Se interessa a qualcuno… Avevo scritto a suo tempo un articolo sul come la bugia dell’aborto sia forse causa dei mutamenti più profondi della nostra società… http://blumudus.it/2014/dallaborto-alle-scie-chimiche-il-passo-e-breve/
Sí, il Volto Misericordioso di Gesù la guarirà anche se ci vorrà tanto tempo prima che lei stessa si perdoni e accetti l’Amore gratuito di quel Dio che non la condanna, ma anzi soffre nel sapere che non crediamo fino in fondo all’insondabile e incomprensibile mistero della Sua Misericordia…pregherò per questa sorellina che sta vivendo la stessa sofferenza che ho vissuto io perché si lasci amare e perdonare dall’ AMORE
Nel 2007 nella nostra famiglia sono nati due gemelli, il giorno del family day,dopo un fratellino nel 2005 e una sorellina nel 2004 la loro madre infermiera mi disse che in gravidanza aveva il citomegalovirus e quasi sicuramente aveva forti ritardi mentali il maschietto. Ebbene questo bimbo ha ricevuto forti dosi di amore ora felice contento si gode la vita.Quando veniamo a sapere che una giovane aspetta un bambino dobbiamo sempre essere ottimisti con lei ricordandole che:UN BAMBINO NON E’UN PROBLEMA MA LA SOLUZIONE!