Ma io sono speciale?

speciale

di Emanuele Fant

Un teorico lettore di Credere che non me ne fa passare una, mi compare quando invio gli articoli alla redazione. Oggi mi ha fatto notare: “Emanuele, ma che ci importa, in fin dei conti, di come tiri a campare, delle tue riflessioni, di cosa ti fa innervosire? Cos’hanno in più dei nostri, i tuoi pensieri, per meritarsi l’ultima pagina di una rivista delle Paoline? Credi di essere competitivo nel confronto con le barzellette di Famiglia Cristiana?”

Con l’argomento finale, io ammutolisco. In effetti ogni singola esistenza è un miracolo che si equivale: già dal primo vagito abbiamo tutti una esperienza incredibile da raccontare; chiunque respira ha che fare con le identiche emozioni di Leopardi o di Proust (magari non padroneggiando le stesse parole), quindi è potenzialmente un autore. La teoria funziona, e a ben guardare potremmo anche decidere di scrivere questa rubrica a rotazione, ma temo complicanze organizzative. Per sgombrare problemi, se siete d’accordo, mi affrancherei dall’introduzione, e tornerei agli affari miei bisettimanali.

Siccome ho scoperto che il miglior modo per trovare la mia definizione non è cercarmi sul vocabolario, ma prendermi un impegno per poi scoprire se onorarlo è un piacere, continuo a cambiare mestiere. Da qualche giorno ho avviato una nuova carriera: professore di Letteratura.

Me stesso sedicenne, che mi volevi speciale, e ora mi guardi con compassione: è una mia decisione. Una delle rare scelte vere dopo sposarmi (ma tu eri perplesso pure mentre addentavi la torta nuziale). Avendo accesso alla sala professori, ho scoperto che gli occhiali che indossano non sono vetri protettivi, ma conseguenza di troppo entusiasmo nell’imparare. Altro che falliti, io incontro gente che non vede l’ora. Non mi credi, me stesso sedicenne? Ho finito lo spazio, ma ti scriverò ancora. Per ora ti basti mandare a memoria la prima esortazione che ho imparato a scuola: non condanniamo le nostre passioni alle ore d’aria. Ci seguiranno al lavoro.

fonte: Credere

 

5 pensieri su “Ma io sono speciale?

  1. Paola

    Caro Emanuele,
    A me delle sue riflessioni importa molto, ed anche del resto. Oggi in special modo, dato che sono un’insegnante.
    Grazie.
    Paola

  2. saras

    Sempre acuto il cosa scrivi e piacevole anzi gustoso il come lo scrivi quindi io tifo:continua a scrivere.invidio il tuo mestiere.se un prof potesse scriverne,e come lo fai tu,ne guadagneremmo tutti in divertimento e speranza.

  3. Bruna

    Mi è istintivamente piaciuta un sacco questa frase: “chiunque respira ha che fare con le identiche emozioni di Leopardi o di Proust (magari non padroneggiando le stesse parole)”.
    Riflettendoci un po’ però mi chiedo se sia sempre vera. Secondo me, no (a parte le emozioni principali – quelle di inside out, per capirci).
    Nel contesto del discorso, ovviamente, andava benissimo

  4. Paul Candiago

    Gentili signori, signore: dopo aver letto la lettera penso l’autore voglia dire che siamo nati con la capacita’ di pensare e sta a noi usare questo dono cognitivo per scoprire sempre piu’ la bellezza di conoscere la Verita’ e da essa ordianare il piacere del nostro vivere seguendo principi e consigli che sempre aspettano il vaglio di una coscienza istruita. Agevola molto questo processo individuale e sociale se ci serviamo ed usiamo le opportunita’ che abbiamo a nostra disposizione per raggiungere il livello nescessario di vivere da persone che pensano o tralasciarlo e trascorrere la vita in stato “ semivegetativo”. Rimane ancor vero che l’Ignoranza e’ l’ostacolo primo ad impedire il progresso dell’Umanita’/civilizzazione in ampie zone del globo. Molteplici sono i danni che infligge: ingenti e sanguinosi sotto i piu’ svariati punti di vista. Apprendere, evitando quando piu’ si puo’ la monocultura del luogo, della nazione, del sistema sociopolitico secondo questo o quel “credo”, previene di gran lunga la possibilita’ di educazione mentale non equilibrata. E’ sempre necessario, specie oggi, avere contatti con il mondo in forma concreta’ di mente e vita per raggiungere una piattaforma personale di formazione bilanciata e non settaria. Sara’ sempre vantaggioso per chiunque vedere come sia molto piu’ facile progredire in questo modo verso una vera saggezza di vivere che regga il confronto con gl’altri e mostra alla persona il frutto vero e duraturo della sua educazione. Cordiali saluti, Paul

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